Anime & Manga > Boku no Hero Academia
Segui la storia  |       
Autore: faithisunavailable    18/07/2018    1 recensioni
Il ritiro estivo del secondo anno di Bakugou alla UA piombò su di lui con tutta la sua furia selvaggia di –beh, parliamoci chiaro, Bakugou stesso.
DA METTERE IN VALIGIA:
- Fidanzato (bisogna capire quanto vorrà fargliela passare liscia)
- Gente che afferma di essergli amica (illusi e bisognosi di correzione)
- DPTS (che in realtà non ha proprio per niente)
- Una sana dose di rifiuto (dillo velocemente 5 volte ed è vero, giusto?)
Traduzione di "A Heart Swelled to Bursting" by eggstay, Ao3 - link nelle note.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le guance di Bakugou grattano sulla ghiaia, respira affannosamente. Il peso sulla sua schiena gli schiaccia i polmoni, gli spreme l’aria fuori dal corpo in centimetri cubici. Gratta il suolo in cerca di un appiglio fino a spezzarsi le unghie e farle sanguinare. Qualcuno gli prende un pugno di capelli e gli tira la testa verso l’alto.
Quel bastardo di Shigaraki avvicina tre falangi dalla tempia di Kirishima alla sua mandibola. “Vogliamo che tu sia un nostro eguale, Bakugou,” dice Shigaraki, aggiungendo il pollice alla guancia di Kirishima.
“Fermati,” ansima Bakugou. La sua voce è così fioca. Non riesce a prendere aria per urlare. “Fermati,” ci prova comunque, cercando di alzarsi contrastando il ginocchio sulla sua schiena. Qualcosa di invisibile tiene i suoi polsi bloccati a terra. Se mentire potrebbe sottrarre Kirishima alle sue mani, allora lo farebbe, ma non riesce a respirare, cazzo, quindi non può parlar-
Il tetto sopra di loro sbatacchia e fa piovere giù della polvere. Bakugou sa che All Might sta perdendo, si sta facendo ammazzare da quel coglione mascherato. All Might era venuto a salvarlo. All Might gli aveva dato questa possibilità di scappare e tutto quello che aveva fatto era farli catturare tutti quanti. Ѐ tutta colpa sua. Tutta colpa s-
Gli occhi di Kirishima si aprono. Bakugou riesce ad intravederli tra le dita di Shigaraki, riesce ad intravedere le sue lunghe ciglia e la cicatrice sulla palpebra e il modo in cui la sua speranza si affievolisce, a tempo con l’intermittenza delle luci, mentre realizza che non potrà essere salvato.
Sono un eroe, Bakugou pensa disperatamente. Gli eroi vincono. Gli eroi salvano le persone. Si dimena fino a quando è sicuro che la sua schiena si spezzi.
Shigaraki abbassa il suo indice e il volto di Kirishima si sbriciola.
“Fermati-!”
Bakugou si tira sui fianchi, ansimando, stringendo forte le coperte. I suoi occhi impiegano troppo ad abituarsi al buio, a riconoscere i contorni familiari della sua cameretta. Si colpisce febbrilmente la guancia –niente ghiaia. Niente lesioni. Si controlla le unghie: niente sangue. Tonde e intatte.
Le ombre vicino alla sua porta assumono le sembianze di persone e Bakugou scatta vero l’abatjour, clicca l’interruttore e lo rivolge verso gli angoli della stanza. Niente.
Niente.
Dei passi leggeri si allontanano lentamente dalla sua porta. Cazzo.
Bakugou lancia via le coperte e si siede curvo al bordo del letto, stringendo il materasso con le palme sudate. Le dita si flettono nel combattere il bisogno di afferrare il telefono e mandare un messaggio a Kirishima. Ѐ l’una del fottuto mattino, dichiara la sua sveglia. Se gli mandasse un messaggio adesso saprebbe dell’incubo e Bakugou è così stanco delle persone che insinuano gli piaccia vedere quello sguardo da cucciolo preoccupato.
Quindi si trascina in cucina e inizia a cucinare.
 
 &&&

“Va bene, va bene, Ti insegnerò. Hai comunque bisogno di imparare a cavartela da solo.”
Bakugou si tiene impegnato a togliere tutti i coltelli dai cassetti. Questa è un’occasione speciale. Di solito non gli è concesso toccarli, ma dal momento che sta imparando a cucinare è ovvio che debba sapere come usarli. Tutti quanti. In modo creativo.
“Katsuki! Piccolo psicopatico, togli il tuo culo da lì. Siediti qua.” Sua madre lo solleva e lo mette sulla sedia che ha tirato a sé come se fosse un bambino.
“Mamma smettila, ho sei anni.”
“Sono sicura che pensi sia un’età così matura.”
“Lo è!”
“In confronto ad averne cinque, credo di sì.” Le mani di sua madre sono ancora più grandi delle sue e più forti, nonostante tutta la pratica che ha fatto con il suo quirk. Avvicina lo sgabello con lui di sopra e gli passa uno dei coltelli come se stesse maneggiando una candela di dinamite. “Voglio che tu sia super attento. Non tagliarti. Le tue mani sono il tuo quirk, giusto? Quindi devi prenderti cura di loro se vuoi usarle per diventare un eroe.”
“Ugggh lo so.”
“Tuo padre sarà presto a casa e gli faremo una sorpresa con la cena che prepareremo noi due. Sarà così fiero di te.”
“Mi stai mettendo in imbarazzo,” borbotta Bakugou, il viso bollente. “Non lo sto facendo per papà.”
“Certo. È per questo che hai scelto il suo curry preferito, eh?”
“Io- anche a me piace il curry!”
“…Piccolo, sei un diavoletto così carino.”
 
 &&&


“Ehi figliolo, cosa stai preparando?”
Bakugou sciacqua l’ultima patata pelata. “Curry di pollo.”
“Piccante?”
“Sì.”
Suo padre sbadiglia e si siede al tavolo dietro di lui. Bakugou taglia a tocchetti le patate e le getta nuovamente nella ciotola, poi controlla il pollo e le cipolle.
“…Katsuki-”
“Sto bene,” scatta immediatamente Bakugou. “Finiamola qua.”
Così fa. O si addormenta un’altra volta. Bakugou non si gira a controllare finché non prende i dadini di curry da grattugiare nella padella, ma dall’occhiatina che lancia può vedere che gli occhi di suo padre sono chiusi, il mento sulla mano.
“Forse… forse non dovresti andare.”
O potrebbe essere sveglio, pronto a riprendere una discussione che non avrebbe voluto cominciare a prescindere. “Ci andrò.”
“Sono mesi che non ne hai uno così brutto-”
Bakugou sbatte la grattugia sul piano di lavoro. “Non importa. Io ci vado.” Mescola il contenuto della pentola aggressivamente, respirando profondamente attraverso le narici nel veloce tentativo di calmarsi. Far saltare in aria suo padre nella cucina a notte fonda non è probabilmente il migliore degli argomenti per convincere della sua stabilità e salute.
Sente suo padre alzarsi dal tavolo e andare dietro di lui, e non è per niente sollevato quando si limita ad allungarsi sopra di lui per prendere un paio di ciotole nel mobile da cucina. Bakugou non si muove, le spalle curvate mentre gela con lo sguardo il piano d’appoggio e ascolta il curry bollire mentre il brodo si addensa. “Ok,” si limita a dire suo padre e poggia le ciotole sull’isola accanto alla vaporiera per il riso. Bakugou aspetta che dica altro, che dica qualcosa su come debba conoscere i suoi limiti, su quanto stia facendo preoccupare sua madre e quanto dovrebbe essere più consapevole di come le sue azioni si riflettono in quelli che lo circondano, ma non lo fa. Si gira solamente e si risiede a tavola.
Bakugou sbatte le palpebre al piano di lavoro e inspira. Le sbatte di nuovo quando i suoi occhi bruciano, poi soffia su forte col naso e se lo gratta con l’interno del polso prima di mescolare il contenuto della pentola sul piano cottura. Quando mette a tavola il riso e il curry, suo padre prende la sua ciotola e si avventa su di essa senza una parola. Lo mangia tutto quanto, tirando su col naso quando le sue narici gocciolano perché Bakugou lo prepara piccante, come piace ad entrambi. Bakugou lo guarda magiare fino all’ultimo, toccando a malapena il suo.
Suo padre alza lo sguardo e lo trova a fissarlo e Bakugou torna a guardare la sua ciotola, fiondandosi sul cibo. “Che c’è Katsuki?”
“Niente,” borbotta Bakugou.
Con sua sorpresa suo padre ride. “Somigli così tanto a tua madre.”
Bakugou alza gli occhi al cielo.
“È una bella cosa.”
“Non dire cose strane.”
Suo padre si alza e sciacqua la ciotola nel lavandino. “Rimettiti a dormire presto, ok? Hai bisogno di dormire.” Si ferma vicino al tavolo e poggia una mano sui capelli di Bakugou, carezzandogli le ciocche fino alla fronte prima di andare via.
Bakugou stringe il cucchiaio così forte che è sicuro di piegarlo, ma finisce il pasto. E conserva il curry. E torna a letto e si sdraia sul materasso e fissa il soffitto fino al mattino.
 
&&&

“Sapete, siamo proprio un bel gruppo.”
Bakugou porta lo sguardo su Ashido e soppesa l’idea di mettersi gli auricolari. È troppo presto per queste cazzate sull’amicizia – non che sia mai andato a dormire. Il che è fantastico: avrebbe di certo voluto avere a che fare coi suoi stupidi compagni di classe per sei ore di pullman alle cazzo in punto del mattino senza aver chiuso occhio.
Sero apre la sua lattina di caffè sbadigliando. “Quale gruppo?”
“Noi!” Ashido indica lui, se stessa, Bakugou appoggiato a Kirishima e Kaminari che incespica mentre cerca di raggiungerli con gli occhi mezzi chiusi. “Siamo una cricca! Una di quelle fighe! Siamo tutti molto fighi, abbiamo quello intelligente che può fare da tutor al rest-”
“E quando cazzo avrei detto che avrei fatto da tutor al resto?” Bakugou chiede prendendo il cellulare e cercando tra le sue app. Deve assolutamente trovare della musica.
“Lo hai già fatto!”
“Beh non più.”
“Ug! Bakugou che sei cretino.”
“Eh sarebbe dovuto succedere prima o poi. Sai che ‘fare da tutor’ è un nome in codice per ‘limonare’,” biascica Sero poggiando un gomito sulla sua testa.
“No grazie,” dice Kaminari, stravaccandosi sulla panchina più vicina. “Voglio dire, a meno che non sia Ashido a chiederlo, allora credo che potrei farlo.”
“No, grazie,” dichiara Ashido. “Guardate. Sto solo dicendo che è una bella cosa. Mi piace il nostro gruppo. Anche se credo dovrebbero esserci più ragazze-”
Amen.”
Ashido tira un calcio alla scarpa di Kaminari. “Però, tutto considerato, va bene. Voi ragazzi siete apposto.”
“Sei molto sdolcinata stamattina,” osserva Kirishima, con la mano strofina la parte bassa della schiena di Bakugou facendo dei cerchi confortevoli. Bakugou sta cercando di non dare a vedere quanto si stia abbandonando alla cosa, ma è abbastanza sicuro di star fallendo dal momento che Kirishima continua a spostarsi per sorreggere il suo peso. “Non che non pensi la stessa cosa, ma perché lo dici proprio ora? Va tutto bene?”
Ashido si preme le nocche sulla bocca e sbatte gli occhi come se stesse per scoppiare in lacrime. “E tu. Tu sei la parte migliore. Gah dio, Kirishima ti amo.” Gli si avvicina e seppellisce la testa contro la sua spalla attaccandosi al suo braccio.
“Levati,” sbuffa Bakugou, spingendola via quando si intromette troppo nel suo spazio.
“È appiccicosa da appena sveglia,” Sero si offre avvolgendo le dita attorno alla lattina di caffè e allungando un braccio. “Ashido, vieni qui. Smettila di importunare Bakugou, nessuno vuole sentirlo urlare così presto.”
Come Ashido si posiziona nella piega del braccio di Sero, Bakugou sogghigna e s’incastra ancora di più contro Kirishima. “E comunque non faccio parte della vostra stupida combriccola.”
“Amico, esci sempre insieme a noi,” osserva Kaminari.
“Esco con Kirishima. Che è un coglione ed esce con voi perdenti.”
Kirishima sorride e dice, “Però mi piacciono questi perdenti,” il che dà di nuovo inizio ad un’altra manifestazione amorosa di Ashido e Bakugou riesce a malapena a tenere a bada il volume così che Aizawa non gli tira un calcio in faccia mentre fa avanti e indietro per portare la classe sull’altro bus.
Quando salgono sul loro pullman, Sero li abbandona per Shouji eTokoyami, Kaminari si dirige verso Mineta e Ashido si attacca ad Asui. “Kirishima,” lo chiama Ashido quando le passa vicino, “Ti sposerei se non fossi già impegnato ed avremmo avuto degli adorabili figli color fragola.”
“Onestamente questa è la cosa più gentile che qualcuno mi abbia mai detto,” le risponde Kirishima.
“Ti va qualche snack?”
“Sì. Grazie.”
Kirishima si dirige verso dove sta seduto Bakugou, alla fine del pullman, portando con sé una paio di bastoncini di Pocky. Gliene porge uno. “Credo che i suoi stiano litigando di nuovo.”
Bakugou grugnisce.
“A quanto pare le vacanze estive non sono state belle per tutti.” Kirishima sgranocchia il suo bastoncino fissando il punto dove le sue corna spuntano appena dal retro del sedile. “Dovrei invitarla a casa per un paio di giorni quando torniamo. A mamma piacerebbe tanto.”
Bakugou alza lo sguardo dal cellulare e strizza gli occhi a Kirishima.
Kirishima sbatte gli occhi di rimando. “…cosa?”
“Sei così fottutamente fortunato ad avermi.”
Kirishima si lancia in bocca l’ultimo dei suoi snack. “E perché?”
“Vorresti invitare a casa una ragazza durante le vacanze estive. Per farle incontrare la tua famiglia.”
“Sì e allora?” Bakugou aspetta finché Kirishima non si tira a sedere dritto e arrossisce. “Amico- no. Tu lo sai che non era quello che- ”
“Non m’interessa.”
“Bakugou, non era- ”
“Idiota, non m’interessa minimamente.” Bakugou scrive qualcosa al cellulare. “Non importa. Tu sei mio. Anche se lei stesse flirtando con te sul serio, dovrebbe passare sul mio corpo per averti e saprebbe di perdere. Non ti cedo a nessuno.”
Kirishima tossisce e abbassa la testa. “Bakugou,” sibila, la voce strozzata, “Siamo su un autobus. Non puoi dirmi cose virili come questa su- su un mezzo di trasporto pubblico, circondati dai nostri coetanei- ”
“Allora non flirtare con le ragazze come un cretino ingenuo.”
“Maledizione.” Kirishima sprofonda nel sedile, coprendosi il viso. “Mi hai fatto eccitare. ”
“Quello è un tuo problema.” Bakugou indossa di nuovo gli auricolari e chiude gli occhi.
 
&&&
 
Il problema di Kirishima è che fa cazzate senza pensare. Lo fa con così tanta innocenza che è difficile arrabbiarsi con lui, ma Bakugou ci riesce comunque.
“Testa di cazzo! Te l’ho detto mille volte, se qualcuno ti si confessa allora li devi respingere immediatamente!”
“Lo so,” dice Kirishima tra le braccia incrociate sul suo banco. “Ma non posso fare lo stronzo, non è figo.”
“Cosa cazzo c’è di figo ad essere un cazzo di indeciso cronico?!”
Kirishima si lamenta e scalcia.
“Whoa ehi, problemi in paradiso? Che succede, Blasty?”
“Vai a fottere un cactus, imbecille.” Bakugou tira un calcio alla gamba del banco di Kirishima. “Questo irriducibile coglione ha un appuntamento. Con una cazzo di ragazza. ”
“Oh.” Kaminari scivola nella sedia accanto al banco di Kirishima. “Uh, ma voi due non state…”
“Ora vedi qual è il mio cazzo di problema!”
“Non è un appuntamento,” protesta Kirishima emergendo per difendere il suo onore. O la sua relazione. O forse le sue merdose scelte di vita, a Bakugou non frega un cazzo per quale motivo. “Non si è confessata! Mi ha solo chiesto se potevamo incontrarci al bar in città vicino alla libreria perché aveva qualcosa da dirmi.”
“Fratello,” Kaminari geme tirandosi una mano in faccia. “È proprio un appuntamento.”
“Non sappiamo per certo se sarà una confessione! E se le avessi detto tipo ‘oh scusa ho un ragazzo, non posso’ e lei tipo ‘ok, beh volevo solo farti una domanda non inerente all’uscire insieme. ’ L’avrei fatta sentire così in imbarazzo! ”
“Kirishima,” Bakugou ringhia a denti stretti, “dimmi chi era.”
Sia Kirishima che Kaminari saltano su allarmati. “Amico no,” dice Kirishima, “la spaventerai a morte.”
“Rimedierò al tuo cazzo di errore, ecco cosa cazzo farò!”
Kirishima salta in piedi porgendo la sua mano. “No, no, no! Va bene. Le- le andrò a chiedere se sarebbe un appuntamento e se lo fosse le dirò che non posso andarci.”
“Dille il cazzo di perché.”
“Lo farò, Gesù!”
Kaminari fissa a lungo Bakugou dopo la partenza di Kirishima, mento tra le mani. “…probabilmente non lo fa apposta.”
“Chi cazzo te l’ha chiesto,” mormora Bakugou girando i tacchi e pestando i piedi verso il suo banco. Si lancia sulla sua sedia e freme di rabbia finché Kirishima non fa ritorno sembrando ancor più imbarazzato di prima e da quel momento continua a ribollire anche per il resto della loro ultima lezione. Prende a malapena appunti quindi dovrà rivedere il capitolo da solo e sprecare il suo cazzo di tempo prezioso a fare dello studio in più perché Kirishima è un maledetto buonista che tutti amano ed è così carino senza alcun motivo, che crede che debbano avere tutti una possibilità.
Ok, forse Bakugou è più infastidito di quanto avesse pensato.
“Amico mi dispiace,” Kirishima prega Bakugou mentre lancia le sue cose nella borsa. Non lo guardare, Bakugou dice a se stesso orgogliosamente. Ti intrappolerà con quegli stupidi occhi tristi e poi crollerai come il debole che sei. Non riesce a credere quanto sia diventato patetico da quando ha iniziato a frequentare questo disastro di gentilezza. Se non fosse stato così bravo con la lingua, Bakugou lo avrebbe scaricato una settimana dopo essersi messi insieme.
… va bene, forse un mese.
Qualcuno gli picchietta sulla spalla e Bakugou si gira per vedere Yaoyozoru porgergli alcune pagine. “Hai bisogno degli appunti vero? Non te ne ho visti prendere.”
Bakugou la guarda malissimo. “Posso cavarmela da solo,” scatta, lasciandosi la borsa sulla spalla e urtando Kirishima dirigendosi verso la porta. La sente sospirare e sente anche Kirishima buttare tutto nella sua borsa e seguirlo.
“Bakugou, amico, seriamente, che cosa devo fare? Questa cosa sta diventando ridicola.”
“Sai che c’è? Sono d’accordo. Molliamoci così puoi andare a tutti i non appuntamenti con tutte le cazzo di gallinelle che ti pare, che ne dici?”
Kirishima geme. “Non lo pensi davvero.”
Non che non lo pensa ma “Sì che lo penso! Finalmente avrò della cazzo di pace e tu potrai fare il cazzo che ti pare. Ciao Kirishima è stato ok, mi mancherà limonare con te.” Lancia le sue scarpe da scuola, tira via le sue scarpe e chiude l’armadietto sbattendolo, prima di uscire furibondo dalla porta.
Bakugou non sa se Kirishima lo stia seguendo, ma non importa. Entra nel dormitorio della classe 1-A, lancia la borsa sulla sua scrivania e si toglie la giacca, afferrando la sua barra per trazioni nell’architrave dell’armadio e comincia a tirarsi su. Ogni volta che il suo mento tocca la sbarra si immagina prendere a calci il culo di Kirishima. Non è così soddisfacente come avrebbe dovuto essere, quindi quando Kaminari entra nella camera di Bakugou il suo umore è peggiore di prima.
“…amico. Sei evidentemente infastidito dalla cosa.” Il coglione ha questo tono curioso, come se non si aspettasse che Bakugou fosse arrabbiato. Chi cazzo non si sarebbe arrabbiato?
“Non mi pare di aver invitato il tuo culo nella mia stanza,” grugnisce invece Bakugou. Trentasei. Trentasette.
“Sai che è al piano di sotto a tenere il broncio, vero? È solo- ” Kaminari sospira. “Vai a fare pace con lui, questa cosa è stupida.”
“No.”
“Seriamente, sembri così scemo in questo momento.”
“Vaffanculo. Ci siamo lasciati quindi non importa.”
“Cazzate, ti sei lasciato da solo.”
“Vai a chiedere a lui, cazzo!” Bakugou scende dalla sbarra dal momento che non sta facendo nulla per migliorare il suo umore e si toglie la camicia dell’uniforme lanciandola nella cesta della biancheria. “Finalmente io sono libero da distrazioni e lui può andare a palpeggiare tutte le tette che vuole, non me ne frega un cazzo!”
“Amico.” Kaminari gli lancia un’occhiataccia dal suo letto. “È perché è bisessuale? Sei incazzato perché è bisex?”
Bakugou digrigna i denti. “Sono incazzato perché ogni volta che una ragazza gli va allegramente incontro lui si fa in quattro per compiacerle. Mi sarà pure concesso incazzarmi per una cosa del genere.”
Kaminari esita. “È- ok, va bene, posso capire. Ma non metterla in questo modo, penserà che gli stai dando dell’infedele.”
“Come cazzo lo chiameresti?”
“Non infedele. È solo. Non lo so, ma so che non ti tradisce. Ti stai comportando da bambino, amico, credi che almeno potresti ammetterlo?”
Bakugou guarda Kaminari dall’altro in basso dalla cesta dei panni sporchi. “…levati dal cazzo.”
Kaminari sembra percepire di aver oltrepassato il limite perché salta in piedi e si dirige verso la porta. “Va bene, va bene. Fai lo stronzo qui da solo, è quello che sai fare meglio.” Chiude la porta appena in tempo per mancare un libro che Bakugou gli aveva lanciato contro.
 
&&&
 
Alla prima fermata dell’autobus i due terzi degli studenti rimangono piantati nei loro sedili.
Cementos sposta lo sguardo verso i propri alunni. “Potete scendere dal bus, è una fermata.”
“A proposito di questo.” Mineta si alza in piedi sul sedile. “Vede, è che siamo abituati ad essere ingannati. Quindi se scendessimo da questo autobus e finissimo per essere scaraventati dal fianco di una montagna…”
“No, no, no. Non succederà nulla del genere. Quella è più una cosa da Eraser.”
Quando ancora nessuno della loro vecchia classe A si muove, Bakugou sospira e si alza in piedi, scavalcando le gambe di Kirishima per raggiungere il corridoio. “Siete tutti un mucchio di codardi,” fa sapere loro mentre gli passa accanto.
“Amore, dove stai andando?” lo chiama Kirishima come se non avessero già parlato circa quattordici milioni di volte del non chiamarmi in quel modo davanti alla classe.
“A scoparmi tua madre!” Bakugou ignora le prese in giro e i fischi nello scendere dal bus.
Come la volta scorsa sono parcheggiati su un dirupo tra due montagne verdi. Bakugou sta molto vicino al guard-rail, mani ficcate nelle tasche, godendosi un panorama che è oggettivamente incredibile con ancora una sensazione di fastidio dall’incubo avuto quella mattina.
Si porta le mani alle guance come se potesse trovare pezzi di ghiaia tra i solchi di graffi inesistenti che gli scavano il viso. Cosa dovrebbe fare per toglierselo dalla testa? Distrarsi di solito funziona, ma un viaggio in pullman di molte ore non offre moltissime distrazioni. È frustrante saper cosa c’è che non va e sapere cosa c’è da sistemare, ma non avere alcuna idea di come fare.
Forse suo padre aveva ragione.
Forse non sarebbe dovuto andare.
“Ehi.”
Bakugou lancia uno sguardo sopra la sua spalla come Kirishima si avvicina lentamente per poggiarsi al guard-rail accanto a lui. “Sparisci stronzo. Non ti spaventa essere lanciato dal burrone?”
“Nah, mi fido di Ishiyama-sensei.” Kirishima tira su col naso e si sofferma a guardare la vallata, il modo in cui la nebbiolina del primo mattino serpeggia tra gli alberi.
“Se ti vedono qui con me non la finiscono più,” borbotta Bakugou ma non può negare che il solo stare accanto a Kirishima fa sì che tutti i muscoli tesi della schiena e del collo si rilassino lentamente.
“Facciano pure. Chi sono quelli che ci danno dentro ogni giorno?” Kirishima solleva il pugno e Bakugou, dopo un momento, lo batte “Appunto, noi.”
“Sei proprio un cretino.”
“Un cretino che sa quello che ti piace.” Kirishima è troppo dolce quando solleva le sopracciglia e sorride in quel modo.
“Un immenso cretino,” conferma Bakugou, ma lo sbuffo di Kirishima gli fa intuire che ha colto il sorriso che Bakugou cercava di nascondere. Entrambi rimangono in silenzio e Kirishima inspira profondamente, si sporge finché il guardrail non scricchiola. Bakugou lascia che i suoi occhi vaghino lascivamente lungo la curva del petto di Kirishima su fino alle sue spalle e braccia.
“Scusa se ti ho messo in imbarazzo sull’autobus.”
Bakugou distoglie lo sguardo. “È... Niente, non importa.”
La cosa buona di Kirishima, che Bakugou crede molte persone non sappiano, è che lui in realtà sa quando stare zitto. Gli piace stuzzicare e parlare del più e del meno e ama conoscere a fondo le persone, ma riesce anche a capire quando c’è bisogno di chiudere il becco e ascoltare quello che non viene detto. Bakugou non è invidioso dell’abilità di Kirishima con le persone, ma ne è grato quando concerne loro due, solamente loro due che ancora cercano di capire come comunicare.
Avevano lasciato scuola la mattina presto, prima che il giorno minacciasse di rovesciarsi oltre l’orizzonte, quindi il freddo della notte indugia ancora ai piedi delle montagne e rende tutto ovattato ed umido. Bakugou vi si immerge, in quella sensazione di purificazione, nella calma e nel silenzio del mattino e nelle chiazze di tepore del il sole che sta sorgendo e nell braccio di Kirishima accanto al suo.
Cementoss li richiama a salire sul bus e quando Bakugou s’infila gli auricolari e si sistema accanto a Kirishima si ritrova con gli occhi chiusi e la testa penzoloni. Lascia che Kirishima gli avvolga un braccio intorno alla spalle e dormicchia, solo per stavolta.
 
 &&&

Cementoss sarà anche meno ingannevole di Aizawa, ma questo non rende il suo allenamento meno brutale. La prima cosa che ordina agli alunni del secondo anno dopo aver svuotato il bus è separarsi e trovare qualcosa da mangiare per cena nelle montagne, dal momento che non verrà loro cucinato. “Abilità di sopravvivenza come queste potranno non essere importanti per quegli eroi che avranno intenzione di rimanere nell’area urbana, ma imparare a adattarsi a situazioni difficili lo è. Utilizzate la vostra unicità qualora vi sia necessaria.” E poi lui e gli altri insegnanti vanno al coperto, probabilmente a mangiare cibo vero e ridere di quanto amino torturare i propri studenti. Non è fuori dal regno del possibile. Dopo tutto Midnight è con loro.
Bakugou si ritrova con sei approfittatori, dal momento che solo sette su quarantuno dei suoi coetanei riescono a distinguere cosa sia velenoso e cosa edibile. “Siete tutti patetici,” dice loro allegramente, perché è in una posizione di potere dato che tiene il destino della loro cena nelle sue mani.
“Seriamente, dove trovi lo spazio nel cervello per sapere anche queste cose?” Si lamenta Sero, sollevandosi da un cespuglio di rovi. “Per persone normali come noi è deprimente starti vicino.”
“Come fai a sapere queste cose di sopravvivenza?” chiede Ashido curiosamente.
Bakugou gira un tronco lì vicino con i suoi scarponcini, cercando dei funghi. “Vado ad arrampicarmi.”
Sero alza gli occhi al cielo. “Disgustoso.”
“Sì,” sospira Kirishima. “Dovresti sentirlo quando lo fa. Tutto quel ’questo è blah blah’ e ‘quello è blah blah’ e ‘conosco i nomi di ogni pianta del Giappone’ e cose del genere. È notevole, ma tipo, cosa sei, un vecchietto?”
Super disgustoso.”
“Bakugou sta adescando Kirishima!”
“Voglio dire, Bakugou è il più grande del nostro anno, no? Credo? Il suo compleanno è proprio all’inizio dell’anno scolastico.”
“Bakugou, vecchietto pervertito, esci con Kirishima solo per la sua tonica pelle da ragazzino.”
Bakugou si ferma e semplicemente riesamina le scelte della sua vita prima di girarsi verso di loro. “Volete mangiare?”
La decisione unanime è, “Sì.”
“Allora muti.”
Bakugou odia essere seguito da questi idioti, ma allo stesso tempo gli piace stare al comando. Come quando era piccolo e guidava la sua piccola gang per i boschi, anche se la sua gang non era mai così fottutamente chiacchierona. Deve anche buttare via cose dalle mani di Tetsutestu che a quanto pare è un bambino perché mette qualsiasi cosa trova direttamente nella sua maledettissima bocca.
“Amico ma che cazzo!”
Idiota. Quella è doku utsugi, è velenosa.”
“Cosa? Ma sono piccole bacche! Sembrano così buone! “
“È questo il cazzo di punto! Va bene, nessuno di voi si azzardi a mangiare qualcosa pria di mostrarmela!”
Segue un coro di ‘sì papà’ da dietro di lui e Bakugou alza gli occhi al cielo.
“Che schifo Kirishima, tu non puoi chiamarlo papà. Sarebbe come se avessi una daddy kink “
“Hahaha! Non lo so, forse sì. E allora?”
“Ew! Kirishima ew!”
“Chiudete tutti il becco!”
Comunque non è che sia l’unico là fuori a sapere quello che sta facendo, e non è che ha persone che gli girano intorno da quando è entrato alla UA. Il modo in cui il gruppo continua a guardarsi attorno e stargli vicino gli sta facendo salire il sospetto che i suoi compagni di classe lo stiano seguendo per altri motivi piuttosto che una cena garantita.
“Perché cazzo sei qui?” chiede ad Hagakure in tono accusatorio.
“Um, perché questa sera vorrei magiare?”
Le lancia un’occhiataccia, ma non riesce a capire se riuscirà ad ottenere qualcosa, quindi si limita a sbuffare e girarsi dall’altro lato.
Dopo quattro deviazioni per ritrovare compagni di classe che si erano allontanati e altre tre esperienze di morte di Tetsutetsu che raccoglie e cerca di mangiare tutto quanto, rientrano con le giacche piene di radici e germogli ed altri pezzi commestibili di piante, oltre un paio di conigli che sono riusciti a catturare. Gli altri gruppi che si erano divisi più o meno allo stesso modo, dopo aver ripulito gli animali e le piante, finiscono per buttare tutto quanto in degli enormi calderoni sospesi sopra il fuoco per farvi uno stufato. Bakugou e pochi altri studenti rimangono indietro per badare al cibo, mentre tutti gli altri apparecchiano.
Una volta, quando era alle media, una professoressa gli aveva chiesto cosa avrebbe voluto fare se non fosse diventato un eroe. Era stata con buona probabilità la domanda più stupida che gli avessero mai fatto (soprattutto all’epoca, quando il suo cervello era pieno di sogni di gloria e non c’erano tutte queste altre insensatezze a riempirgli la mente), ma ci aveva comunque pensato su.
Lo chef, aveva detto con confidenza. Non uno chef che non era un cazzo di nessuno: un cazzo di chef di fama mondiale, re di un impero culinario con catene di ristoranti sparse per il globo. Così capace che avrebbe fatto vergognare di sé l’eroe Lunch-Rush, di un talento riconosciuto a livelli tali che gli eroi migliori avrebbero frequentato i suoi locali. Semplicemente il migliore, anche in questo caso.
E adesso sta cucinando dei funghi e carne di coniglio per sfamare i suoi stupidi e appiccicosi compagni di classe. Almeno è sulla strada per diventare un eroe.
Bakugou fa una smorfia nel provare la carne. Selvaggina. “Vammi a prendere del latte,” ordina a Todoroki che per qualche motivo ha deciso di essere stato invitato a gironzolare silenziosamente tra le pentole come una sorta di fantasma bicolore, curiosando in giro e dando fastidio.
“Metti il latte nello stufato?” chiede in quel patetico modo silenziosamente curioso che fa venire voglia a Bakugou di fargli rispondere a voce più alta a suon di calci.
“No, mi serve perché ho carenza di calcio.”
“Non capisco se sei ironico, ma la mancanza di calcio causa irritabilità, quindi credo non abbia nulla da perdere.”
Ashido e Sero riescono a malapena a trattenere Bakugou dal piantare un’esplosione sulla fottuta nuca di Todoroki.

&&& 
Turni separati per usare i bagni.
In parte è colpa di Mineta. Dopo la stupida trovata dell’ultima volta di scalare il muro per spiare le ragazze, gli insegnanti avgevano deciso che fare dei turni fosse la cosa migliore da fare. Ragazzi turno 1, poi ragazze turno 2 e ragazzi turno 2. Bakugou non nasconde di essere incazzato che lui e Kirishima siano finiti in due turni diversi, anche se probabilmente se lo sarebbe dovuto immaginare.
“È una presa per il culo,” si era lamentato con Aizawa che non voleva sentir ragioni.
“Frigna quanto vuoi. Questo è un ritiro non un love hotel.”
Kirishima va comunque a trovarlo dopo il suo bagno. Ed è caldo e ha un buon profumo e ha tutti i capelli davanti agli occhi, quindi nessuno può biasimarlo di averlo trascinato nella sala comune più vicina per limonare un pochino. Non appena la cosa inizia a farsi divertente, sbuca Cementoss che gli dice di tenere in tasca le loro schifose mani piene di ormoni adolescenziali – ma in modo più educato, come farebbe Cementoss. Kirishima lo rispetta e Bakugou non è dell’umore di dare ai professori altre scuse per tenerli separati, quindi si separano riluttantemente. “Riprendiamo a luci spente,” sussurra Kirishima e Bakugou lo bacia ancora una volta quando Cementoss è girato di schiena.
Kaminari cerca di allontanare il futon di Kirishima da quello di Bakugou quando cominciamo a prepararsi per andare a dormire, perciò Bakugou, ragionevolmente, fa quasi un buco nella porta a scomparsa nel cercare di immobilizzarlo.
“No,” urla Kaminari, insultandolo finché Bakugou non lo blocca a terra mettendogli attorno una gamba. “Voi due non dormirete l’uno accanto all’altro! Non voglio svegliarmi nel pieno della notte per voi due che ci date dentro!”
“Ma sei cretino?” ringhia Bakugou. Con la coda dell’occhio vede Sero cominciare a raccogliere scommesse e fa a Kirishima un cenno col mento; questo alza i pollici e prende il portafogli di Bakugou per aggiungere al totale. “Sei tu quello che ci prende sempre per il culo perché non sfruttiamo il fatto di essere vicini di camera. E comunque non farei mai niente in una stanza piena di persone, non fare lo schifoso!”
“Non ti credo,” ansima Kaminari. Si dimena ancora prima di cedere col respiro corto. “Porca miseria! Perché sei così forte?! Devi proprio essere bravo in tutto?”
“Ovviamente.” Bakugou si accerta che Kaminari stia bene e si sia veramente arreso prima di sollevarsi, aggiustandosi il pigiama.
“La scommessa era tutta a tuo favore,” gli dice Kirishima, portandogli un altro centinaio di yen. “Anche se Satou pensava che Kaminari avrebbe provato a elettrizzarti.”
“Kaminari sarebbe stato annientato se avrebbe provato a farlo,” borbotta Bakugou, ripiegando i soldi nel portafogli. Non che Kaminari non avrebbe potuto per lo meno stordirlo, ma a caval donato non si guarda in bocca. L’idiota probabilmente non ci aveva neanche pensato.
“Amico, forse non voleva farti veramente del male.”
“Allora dovrebbe migliorare le prese se si sente di poter vincere.” Bakugou fruga nella sua borsa. “… merda. Ho dimenticato il telefono fuori.”
Kirishima scatta. “Ti accompagno.”
“A prendere il cazzo di cellulare?” Kirishima non crederà mica che abbia cinque ann- oh. Quello sguardo. “Come vuoi,” Bakugou tira su col naso come se il suo cuore non avesse fatto un improvviso salto mortale dopo aver realizzato che Kirishima vuole sgattaiolare via con lui per fare cose losche come baciarsi e sussurrarsi a vicenda e stringersi l’un l’altro e forse anche un po’ di strofinio reciproco. “Non m’importa.”
Kirishima sorride eccitato, saltellando verso la porta dietro di lui. “Ciao ragazzi! Non preoccuparti Kaminari, esauriremo tutto quello che dobbiamo fare prima di tornare.”
“Lo spero!”
Le montagne sono abbastanza alte da scoraggiare la maggior parte dell’umidità, quindi, mentre durante il giorno c’è afa, la notte un’arietta quasi confortevole filtra attraverso gli alberi. Bakugou lancia un mezzo sguardo al limitare della foresta prima di correre verso il tavolo da pic-nic e afferra il suo cellulare. Tra le montagne il segnale va e viene, senza alcuna speranza di riuscire a connettersi ad internet (per lo meno, non senza corrompere Kaminari), ma gli rimangono comunque tutte le sue app e musica.
Anche con la luminosità al minimo, il suo cellulare fa un sacco di luce. L’unica altra fonte di illuminazione proviene dalle finestre del rifugio dietro di loro, essendo la Luna nascosta da tempo dietro le pesanti nuvole serali. Gli occhi di Bakugou continuano a soffermarsi sull’ingresso dei sentieri che s’inoltrano nel bosco, recintato e senza luce.
“Ehi” le braccia di Kirishima circondano Bakugou da dietro, la sua bocca contro il retro del suo collo. Il contrasto del freddo sulla sua pelle e il calore delle labbra di Kirishima lo fanno rabbrividire. “Che peccato essere in due turni diversi, eh?”
Bakugou sbuffa, cacciandosi in tasca il telefono e costringendo il bosco fuori dai suoi pensieri. A chi cazzo importa? Sono solo dei sentieri e ora c’è qualcosa di più importante su cui soffermare la sua attenzione. “Avresti davvero il coraggio di fare qualcosa lì dentro?”
Kirishima esita, poi sospira contro il collo di Bakugou. “Ok, no. Ma potrei almeno rifarmi gli occhi! Mi sento come se mi avessero derubato.”
“Come no.”
“Come se anche tu non ti sentissi così. Ti ho sentito andare a piagnucolare da Aizawa-sensei.”
Bakugou borbotta. “Non stavo- quello non era un piagnucolio. Stavo dibattendo. ” Si gira tra le braccia di Kirishima e lo lascia guidarlo per farlo sedere sulla panchine del parco, tirando insistentemente prima che Kirishima acconsenta e si sieda a cavalcioni sulle sue gambe. Le sue mani trovano i fianchi di Kirishima e li stringono. “Chiudi il becco.”
Kirishima affonda le dita tra i capelli di Bakugou e fa una risatina. “Amico. Sei così carino.”
“Non dirmi che sono carino.”
Virilmente carino.”
Bakugou lo pizzica per farlo divincolare. “Non esiste un cazzo di niente che sia virilmente carino.”
“Sì che c’è! Sei tu. Una nuova categoria tutta per te. Tipo virilmente sexy, con i muscoli e il sorrisetto maniacale quando fai esplodere le cose, ma anche dannatamente carino quando arrossisci. Stai esplorando nuovi territori, qui, sii orgoglioso pioniere.” Kirishima gli sorride e Bakugou sente che potrebbe abbattere l’intera montagna se solo Kirishima glielo chiedesse.
“…scemo.” Borbotta Bakugou, fa scivolare le mani sulla schiena di Kirishima e lo tira finché non si abbassa a baciarlo.
La cosa fantastica di Kirishima è che è forte. Bakugou ha più o meno fatto pace col fatto che preferisce il duro al morbido, che è decisamente più attratto dalla tonicità dei muscoli piuttosto che dalle soffici curve di seno e fianchi. È abbastanza sicuro che non gli piacerà mai nessuna ragazza, ma allo stesso tempo, è anche altrettanto sicuro che non gli piacerà mai nessuno che non sia Kirishima. Kirishima con le sue braccia forti e i fianchi solidi e quei denti affilatissimi che sfiorano leggermente il suo collo in modo merav-
Crack.
Acqua fredda inizia a scorrergli nelle vene e Bakugou afferra le spalle di Kirishima per spingerlo via, divincolandosi per guardare l’ingresso ai sentieri. Coglie un flash di qualcosa, come il calcio dello zoccolo di un cervo, ma ci mette troppo tempo, davvero troppo tempo a collegarlo con il rumore sentito. Un cervo. Solo un cervo. Ma potrebbe esserci qualcos’altro: deve rimanere vigile, deve accertarsi che non ci sian-
Qualcosa gli tocca il viso e Bakugou trasalisce per poi realizzare che è solo Kirishima, una mano alzata ad accarezzargli la guancia. “Amico,” dice insistentemente, la voce bassa e piena di preoccupazione. “Stai bene?” La mano scivola fino a raggiungere il suo petto. “Porca miseria, il tuo cuore batte a mille al minuto. Vedi qualcosa?”
“Ho sentito qualcosa.” Borbotta Bakugou, poggiando i gomiti sul tavolo e premendo le nocche sul legno. “… era solo un cervo.”
Kirishima si zittisce e Bakugou non ha bisogno di girarsi per vedere che tipo di sguardo abbia. “Torniamo dentro,” dice dopo un minuto, scivolando via dalle gambe di Bakugou e porgendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. “Dai, prima che ci cacciamo nei guai.”
Bakugou non ribatte, ma continua a fissare il bosco finché non tornano al chiuso. E quando i ragazzi decidono di andare a dormire, veramente esausti dopo un lungo primo giorno, Bakugou tira fuori la mano da sotto le coperte così che Kirishima può prenderla, stringerla e baciargli le nocche finché entrambi non si addormentano.

 
 
 
 
TN:
Salve popolo! Sono stata incasinata troppo in questi mesi e per una cosa o l'altra non sono riuscita a tradurre, ma alla fine ce l'ho fatta - con una quantità non indifferente di ritardo haha! Spero mi possiate perdonare t.t 
Che dire di più? Godetevi questo secondo capitolo!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Boku no Hero Academia / Vai alla pagina dell'autore: faithisunavailable