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Autore: nouveau    19/07/2018    4 recensioni
Adrien Agreste sarebbe potuto essere la persona più brutta, arrogante e trascurata del mondo, alle sue orecchie -come a tutte quelle pronte a prestargli un minimo di attenzione- la sua voce sarebbe risuonata come la più dolce delle melodie.
[AU]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A differenza di quello che si sarebbe potuta immaginare -se solo non si fosse impuntata di attribuire al ragazzo un'esistenza eterea ed impalpabile come quella di una divinità- Adrien aveva ben poco di ciò che papà Agreste sembrava mostrare con orgoglio.
Certo, erano entrambi biondi, alti e bellissimi, ma diversi.
Gabriel vestiva in modo formale ed elegante, adatto all'argento che si poteva intravedere tra i suoi capelli chiari, quasi gli avessero cucito addosso  un completo alla nascita che con il tempo e con le occasioni si era piegato al suo volere, sacrificando spesso i pantaloni dal taglio classico per un paio di jeans in onore della comodità, cosa che però non sembrava privarlo dell'aria distinta e ricercata che rilasciava nella stanza, impregnando pareti, tavolo, sedie e soprattutto i polmoni di tutti quelli che gli stavano intorno.
Suo figlio, tuttavia, seppur avesse ereditato dal genitore il fisico slanciato e il naso perfetto doveva aver preso di più dal lato materno, persino nel modo di vestire, dato che contrariamente al padre indossava una maglietta di cotone leggero e un giubbotto di pelle di cui si era liberato appena arrivato . 
La sua voce preferita quel giorno venne finalmente associata ad un volto e, pur andando contro i suoi principi, Marinette si diede della stupida per non aver fatto prima una cosa del genere, per non aver ceduto alla vocina tentatrice -che assurdamente  somigliava a quella di Alya- e a tutte le volte che, arrivate all'argomento, la migliore amica le suggeriva di cercare una foto del ragazzo.
Probabilmente non lo aveva mai fatto per non sentirsi superficiale o forse non voleva avere una delusione nello scoprire che la voce che tanto amava apparteneva ad un viso che non le provocava gli stessi brividi.
Rischio superfluo pensò nel deglutire di nuovo e sollevare finalmente il capo dalla scomoda, scomodissima posizione in cui era rimasta nell'ultimo quarto d'ora, china a fissarsi le mani intrecciate in grembo.
I capelli biondi di Adrien a differenza di quelli di suo padre -trattenuti da quella che con ogni probabilità era cera- erano lasciati liberi in una pettinatura giovanile e sbarazzina, un doppio taglio dove le ciocche più lunghe cadevano disordinate -un disordine sicuramente ben costruito considerando quanto bello risultasse- e accarezzavano con la fine delle lunghezze la nuca e le altre parti del capo, lasciate più corte in un rasato che al solo sguardo le sembrava morbido come velluto.
Completamente privo di barba, la ragazza ebbe la possibilità di spiare un mento delicato, diverso da quello di suo padre ma non per questo meno mascolino e le labbra, strette in una linea rigida che cercava di trattenere una risata causata da qualcosa di molto divertente sul suo cellulare.
Ma la stoccata definitiva al cuore della doppiatrice, comunque, arrivò quando gli occhi dell'altro si alzarono dal display luminoso per spostarsi nei suoi, catapultandola in un verde chiaro che niente aveva a che vedere con l'azzurro ghiaccio di suo padre o qualsiasi altro colore avesse mai visto nell'arco della sua vita.
Probabilmente era stato creato apposta per lui dalla Pantone, l'ingrediente mancante al mix che avrebbe deliberatamente fatto crollare Marinette Dupain-Cheng e l'avrebbe resa molle come un budino, incapace di intendere e volere. Figuriamoci di dare voce alla protagonista.
Un sopracciglio biondo si inarcò e il capo si inclinò quanto basta a scoprire leggermente un orecchio, dove due anellini luccicavano sulla cartilagine.
Quel piccolo dettaglio le mandò il sangue alla testa. 
« Qualcosa non va? »  
Nel panico, Marinette prese aria, provando a contare almeno fino a cinque prima di fare un danno irreparabile che le avrebbe fatto giocare la possibilità di un'amicizia -un fidanzamento, una convivenza e per finire un matrimonio- con il biondo.
« M-Mi piacciono molto i gatti!! Anche quelli maleducati!! » 
Quasi gli gridò in risposta, il desiderio cocente di seppellire il viso tra i capelli scuri e il volto spruzzato di lentiggini che reagiva all'imbarazzo facendole assumere il colore della maglietta che aveva indossato quel giorno. 
Rosso, come ogni capo indossato in Cina in vista dei lieti eventi.
Dal viso di Adrien sparì l'espressione curiosa -passando ad una vagamente confusa- per un attimo, il tempo di voltare il suo iPhone e vederne la cover -presa poco tempo prima e con grande approvazione da parte di Nino- il cui soggetto era un micio bianco con entrambi i medi alzati. 
Poi, come se una sconosciuta non gli avesse gridato contro, si aprì in un sorriso e rise.
Marinette riuscì per miracolo a non manifestare apertamente l'effetto che la risata ebbe su di lei.
AAAAAAAAAA 
Più o meno.

« Speriamo ti piacciano anche quelli spavaldi, allora. A quanto ho capito questo personaggio farà spesso la corte a Ladybug. »
AAAAAAAAAAAA
Una risatina stupida le lasciò le labbra prima di qualsiasi frase coerente, anticipando per fortuna anche il puoi farmi la corte quando vuoi che avrebbe aggiunto se con l'arrivo di Thomas Astruc il gruppo non avesse iniziato a passarsi tra di loro i copioni.

***
La storia era interessante, specie per qualcuno come Adrien che nel poco tempo libero che aveva a disposizione si sciacquava il cervello con ore ed ore di Crunchyroll, Netflix e Twitch.
In breve, due esserini magici provenienti dal Tibet davano la possibilità a due ragazzi di proteggere Parigi da un super cattivo, Papillon, che come loro aveva dei poteri speciali.
Bridgette -interpretata dalla ragazza amante dei felini al suo fianco- possedeva quelli della creazione e della fortuna, Félix -biondo come lui, ma decisamente più tetro- quelli della distruzione e della sfortuna.
Ora capisco il perché di quell'espressione mogia si disse, seguendo con lo sguardo il direttore a capo del progetto in tutta la sua stazza gesticolare a mezz'aria mentre spiegava la figura eclettica dell'antagonista: suo padre.
Freddo, distaccato, severo e iperprotettivo, tanto da farlo studiare in casa.
Ironico che per  quante somiglianze ci fossero tra i due a spiccare fossero proprio le piccole differenze.
Gabriel Agreste era innegabilmente freddo e distaccato, certo. Pretendeva dal figlio professionalità, forse fino a stremarlo, ma di certo non lo aveva mai iscritto a scherma, cinese e pianoforte.
Era protettivo quanto basta e preoccupato per le sorti di suo figlio non più o meno di un qualsiasi genitore consapevole di vivere in una grossa capitale europea. 
Al liceo si ostinava ad accompagnarlo in macchina, ma per il resto aveva un comportamento normale.
Era il lutto quello che proprio non sapeva gestire, ma personalmente non si sentiva di giudicarlo. Dalla morte di sua madre erano passati cinque anni, eppure anche per lui ogni giorno sembrava il primo e allo stesso tempo l'ultimo di un decennio passato senza vederla. 
Emilie Agreste si era lasciata un vuoto incolmabile alle spalle, stroncata da una malattia improvvisa quanto beffarda, e Gabriel si era ritrovato dopo venticinque anni di matrimonio e altri quattro di fidanzamento senza l'amore della sua vita, a dover badare ad un adolescente con il cuore a pezzi. 
Ed aveva fatto il possibile, il meglio che ci si potesse aspettare da un carattere chiuso quanto il suo, spesso mettendo il bene del figlio davanti al proprio e, in tutta onestà, Adrien gli era riconoscente. 
Gabriel Agreste provava ad essere un buon padre, solo che a volte lo trattava come un bambino o lo istigava, conscio del suo potenziale, finendo quasi con ucciderlo per la mole di lavoro.
Papillon, invece, provare ad uccidere suo figlio e basta.
Nel sentirsi nominare proprio dal protagonista dei suoi pensieri interruppe le sue riflessioni.
« Come prego? »  chiese, confuso.
Un sospiro lasciò le labbra del padre, tuttavia non vi furono richiami di sorta e per questo lo ringraziò con un sorriso imbarazzato.
« Stavo dicendo... »  continuò l'altro, voltando una pagina del fascicolo tra le sue dita, arrivando a quella dedicata al character design del suo personaggio.
  « Chat Noir subisce un cambio di personalità poco dopo la sua trasformazione »  un leggero picchiettare sulla carta spostò l'attenzione di tutti dalla figura rigida in abiti civili a quella sogghignante in latex nero. 
Fu il turno di Thomas di parlare. 
« Indossata la maschera è più allegro e disinvolto, fa molte battute e spesso finisce con il dirne anche nel momento meno opportuno »
Un sorriso sbarazzino prese posto sulle labbra del biondo e la ragazza che aveva accanto percepì chiaramente il viso imporporarsi, colpita -ma soprattutto ammaliata- dalla sicurezza che l'altro sembrava avere. 
« Sono sicuro di potercela fare, non è la prima volta che mi trovo a fare un personaggio così.. Mh.. »
« Bipolare?» si azzardò a suggerire qualcuno dall'altro capo del tavolo prima che una gomma da masticare scoppiasse con un sonoro pop, i bei capelli biondi di colei che aveva parlato raccolti in una coda ed abbelliti da un paio di occhiali da sole griffati ben lontani dagli affilati occhi cerulei. 
« Non intendevo questo, Chloé. » rispose piccato -ma con una traccia di riso nella voce che non passò inosservata a Marinette- il ragazzo. 
Si fece coraggio. 
« .. Represso? » chiese, optando per continuare a spiegarsi meglio prima di essere fraintesa da tutto il tavolo, un cast stellare che le aveva puntato addosso un occhio di bue. Lo sguardo della doppiatrice della sua nemesi che sembrava pesarle addosso e bruciarle la pelle.
« M-Mi spiego meglio... 
Lui è un modello e crescere in un ambiente come quello deve essere opprimente.. È normale che si senta libero solo quando nessuno può riconoscerlo e può frenarlo.. » 
Il silenzio cadde e per lunghi, lunghissimi attimi tutto ciò che arrivò alle orecchie della ragazza non fu altro che il ronzio dell motorino che puliva l'acquario nel piccolo angolo della sala riunioni. 
Come era nella sua natura, Marinette quindi temette il peggio e, presa dal panico, iniziò a farfugliare frasi incomprensibili. 
Tuttavia, le mani di Adrien -dell'amore della sua vita precisava qualcuno da un angolo recondito del suo cervello- si mossero entusiaste a supporto della sua voce. 
« Esatto, esatto!! Represso!! È questo che intendevo, Chloé! »
La bionda sbuffò e Marinette Dupain-Cheng, la fortunata, fortunatissima Marinette Dupain-Cheng ad un passo dal collasso, ebbe il piacere di ascoltare una frase che mai si sarebbe sognata di sentirsi rivolgere in generale, ben che meno da lui
Voltandosi nella sua direzione, Adrien le sorrise allegro.
« Sarà bello lavorare con te. »
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
Poi tutto divenne buio. 




La verità è questa,
qualche giorno fa hanno  annunciato BNHA in italiano (curato dalla Dynit, qualità assicurata) e trasmesso sulla Mediaset, quindi diciamo che sono tornata con un aggiornamento -che si spera sia buono abbastanza e non mi ammazzi completamente l'entusiasmo per la storia- e con la domanda di rito: chi doppia chi? 
Questo lo potrò -potremo, in realtà. Ti vedo, kiiro- sapere solo a fine Riminicomix, dove verrà trasmesso in anteprima il primissimo episodio della serie.
Su Facebook attualmente si sta facendo il toto dei doppiatori immancabili/must have di ogni shonen trasmesso in Italia che si rispetti e giuro, giuro, che se mi escludono uno dei capi saldi (AHEM AHEM Davide Garbolino AHEM AHEM Simone D'Andrea AHEM AHEM) la prenderò molto male.

Probabilmente lo guarderò comunque, ma che sono una persona debole si era capito.

 

Cooomunque! 
Ho scelto di riprendere i nomi della versione 2D perché sì, alcuni attori/doppiatori sono tagliati e perfetti per certi ruoli, ma nel caso di omonimia c'è qualcosa di sospetto.
(e inquietante)

ORA, passiamo alla parte divertente: Adrien.
Uno ci prova pure a saltare o ad evitare per il momento la parte descrittiva ma insomma, Adrien è Adrien e va sempre descritto, specie quando ha venti anni suonati, è cresciuto e ha la possibilità di scegliersi i vestiti -e il taglio di capelli- da solo.
Inizialmente ho cercato di basarmi molto sulla sua immagine corrente,  poi ho ceduto e mi sono fatta un giro su Tumblr per cercare un design che soddisfacesse a pieno le mie necessità e ho scoperto che Adrien con il rasato è un Adrien che voglio nella mia vita.
In particolar modo mi sono rifatta a quello disegnato da Gittana: 
https://78.media.tumblr.com/39a7308b9d7043586238ef5eca2087d2/tumblr_oei4zpul8A1tjyt7ho1_500.jpg

Lo so, è un sacco bello. 
E infatti con questa visione -e il consiglio spassionato di girarvi tutto il suo tumblr- che vi lascio!
Un bacio,
                      nouveau
(che, come il titolo di questa storia,
è uno pseudonimo provvisorio)

 

 

P.S.
Dedicherò tempo pure alla mia bambina preziosa, lo giuro.

 

   
 
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