2- TELEFONATE TRAUMATICHE
-Papà? Come nascono i figli?
(cit. Mitsuki)
-Senti, Mitsuki: è un bel po' che ti trovi a Konoha,
come procede lì?
-Bene papà, però non è facile.
Il lavoro è molto e gli studi si prendono la maggior parte del mio tempo.
-Ma è normale, cosa ti aspettavi?
Che fosse una vita semplice? Dunque ancora non...
-No, papà.
Mitsuki risponde spazientito: ad ogni singola telefonata Orochimaru non manca mai di chiedere al figlio tra quanto sarebbe possibile conoscere una futura nuora.
-Non sei più un ragazzino, ormai.
-Se è per questo non sono nemmeno un vecchio.
-D'accordo...
-Senti, se ti dicessi che mi sto frequentando con una persona,
staresti più tranquillo?
Un momento di pausa dall'altra parte.
-Certo! Qualcosa di serio?
-Papà!
L'incredibile ossessione per la vita privata del figlio porta l'uomo a sperare di avere un giorno dei nipotini che corrono in giro per casa, ridendo e giocando. Certo, la presenza immancabile di Kabuto evita la sensazione di vuota solitudine, ma qui si parla di un'altra cosa.
-Adesso devo andare, sono occupato. Ciao!
-Mi
raccomando, aspetto!
Il ragazzo chiude la chiamata, digitando poi un altro numero ed avviandone una successiva.
-Pronto? Ciao, sono stato al telefono con mio padre fino adesso.
-Scommetto che ti ha ammorbato con le solite domande!
-Vuole conoscerti.
-Ne sei proprio sicuro? E come pensi reagirebbe?
-Bene, credo. Continua a dire "eh, la nuora qui, la nuora lì, i nipoti..."
-Dunque dovremmo andare da lui?
-Senti, sai com'è fatto.
-Allora spiegami: come potrebbe reagire?
-Se non ci andiamo, non lo sapremo mai.
-Dunque la tua idea è andare lì e dire: "Ciao papà, eccoci qui."
-Perché
no?
-Perché si aspetta una nuora, non un genero!"
-...
-Mitsuki, ci sei?
-Senti, Boruto, ne riparliamo un'altra volta, d'accordo?
-Forse è meglio.