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Autore: Mr Apricot    21/07/2018    0 recensioni
Cinque ragazzi con la strana capacità di potersi trasformare in cinque avvenenti e potenti ragazze si ritroveranno presto a combattere in un'epica battaglia tra Bene e Male...la domanda è, quale sarà il loro ruolo in tutto questo?
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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CAPITOLO 1: Quando tutto ebbe inizio
 
“Quindi ci siamo tutti?”, domandò Ettore con una certa eccitazione nella voce.
“Sì”, rispose Diego guardandosi intorno. “ Sembrerebbe di sì.”
“C’è un motivo particolare se siamo qui?”, sbuffò Leonardo, a disagio. “O è uno dei tuoi soliti aperitivi inutili e senza uno scopo?”
“Gli aperitivi non hanno mai uno scopo”, lo fulminò Ettore con uno sguardo. “ Qualcosa non va, Leonardo?”, lo punzecchiò pronto ad attaccarlo.
“Calmi voi due!”, si immischiò Dylan. “Sta arrivando la cameriera, volete dare spettacolo?”
I due ragazzi la smisero subito.
“Vedo che sei migliorato...”, osservò Ettore, facendo un sospiro lungo e rilassante. “Complimenti.”
“Con voi due”, fece Dylan. “È d’obbligo!”
Diego si lasciò andare ad un sorriso, che colse pure nel viso di Alon, di fronte a lui.
Con la testa il ragazzo ripensò a qualche settimana prima, quando incontrò quei ragazzi per la prima volta a quello stesso tavolo.
 
 
Si era lasciato convincere da Ettore, un ragazzo di un paio di anni più grande di lui, con una chioma ramata, due occhi grigi e metallici e un corpo tanto attraente quanto coperto di tatuaggi.
“Non sei solo”, gli aveva detto. “Ci sono altri come te. Io sono come te...vieni e capirai!”
Inizialmente Diego aveva pensato ad una sorta di gruppo di alcolisti anonimi per persone sessualmente confuse, visto che anche sotto quell’aspetto aveva qualche dubbio, ma una volta arrivato si ritrovò davanti Ettore e altri tre ragazzi che emanavano troppo testosterone per avere qualche dubbio.
Fu così che conobbe Leonardo, il più vecchio del gruppo, il classico ragazzo piuttosto benestante, biondo, con gli occhi azzurri e vestito rigorosamente firmato da capo a piedi; Dylan, lo stereotipo del bel ragazzo di colore, coetaneo di Ettore, dagli occhi chiari, facile al sorriso bianco e smagliante e dall’indiscutibile personalità aperta e solare; e infine Alon, un ragazzo filippino della sua stessa età, che aveva catalogato come più timido in mezzo a quello strano gruppo di megalomani.
Il ragazzo pensò di non avere nulla da spartire con quei ragazzi, finchè Ettore non cominciò a parlare del perchè aveva organizzato quell’incontro, che non riguardava una sessualità confusa e repressa, ma l’insolito potere di potersi trasformare in ragazze piuttosto avvenenti.
A Diego gli si gelò il sangue appena sentì quelle parole, dato che solo suo fratello conosceva quel suo segreto e sapeva che non lo avrebbe mai tradito.
Dalle facce scosse degli altri ragazzi si capiva che pure con loro il rosso aveva fatto centro.
“E tu come hai fatto a scoprirlo?”, era sbottato sulla sedia Leonardo, visibilmente nervoso. 
“Perchè il mio potere mi consente anche di leggere nella mente”, spiegò Ettore, tranquillo. “Per cui non è stato particolarmente difficile.”
“Quindi ci hai trovato semplicemente leggendoci nella mente?”, esclamò Dylan stupefatto.
“I miei poteri si rafforzano quando mi trasformo in ragazza”, disse Ettore. “E so che avete capito esattamente di cosa sto parlando...”, aggiunse poi.
Diego si sentì passivamente messo a nudo. “Okay...”, fece allora, mentre elaborava a fatica la situazione. “Quindi...tutti ci trasformiamo in ragazze...e tutti abbiamo dei poteri...la domanda è: cosa siamo?” O per meglio dire, cosa sono io?
Una domanda che si er aposto per tutta una vita.
“A questo non so risponderti”, disse Ettore. “Però quello che so è che siamo gli unici per il momento e che...pertanto, converrebbe rimanere uniti, non trovate?”
“Per fare cosa?”, domandò Leonardo sarcastico. “Il Club dei Travestiti?!”
“L’idea era quella!”, ammise il rosse, spalancando le braccia.
“Questa cosa non ha alcun senso! Io me ne vado!”, urlò Leonardo alzandosi e facendo per andarsene, quando Ettore gli afferrò prontamente il braccio. “Riflettici!”, gli disse il ragazzo. “Siamo gli unici e siamo soli, possiamo aiutarci l’un l’altro e rimanere uniti...vuoi veramente essere abbandonato a te stesso di fronte di fronte a tutto questo?”
Questo richiamò alla mente di tutti i ragazzi le notti insonni, le paure, le ansie, le perdite del controllo delle proprie capacità e soprattutto...la solitudine.
Dopo un tempo che parve interminabile, Leonardo si lasciò cadere sulla sedia, dando il suo tacito consenso a quello strano progetto.
 
 
“Salve, ragazzi!”, la voce squillante della cameriera riportò Diego alla realtà. “Cosa volete che vi porti?”
“Per me il solito”, rispose Ettore, lanciandole un sorriso ammaliante.
“Per me un calice di prosecco, grazie”, ordinò Leonardo.
“Io prendo un spritz”, fece Dylan.
“Anche per me!”, squillò Alon.
“Tre Spritz”, si affrettò ad aggiungere Diego.
“Perfetto!”, esclamò la ragazza. “Ve li porto subito! Grazie ragazzi!”
“Grazie a te...”, mormorò il rosso, nel mentre in cui contempleva il fondoschiena della cameriera.
“Ti prego!”, fece Leonardo, osservandolo.
“Che c’è?”, domandò Ettore.
“Comportati bene.”
“Fidati...”, scoppiò a ridere il rosso. “Mi sto comportando bene!”
“E smettetela!”, li riprese Alon con la sua vocina appena udibile.
“A proposito!”, intervenne Diego per distrarli. “Ettore, volevo chiederti, non mi ricordo come hai fatto a convincermi la prima volta a venire qui. Voglio dire, mi sembra di non conoscerti particolarmente bene...”, anche se in realtà aveva dei ricordi piuttosto confusi a riguardo. Ricordava di conoscere Ettore, anche se non aveva ricordi esatti di lui.
Sul viso del rosso si dipinse un sorriso malizioso, nel mentre in cui lo prese a fissare.
“Che c’è?”, domandò il ragazzo.
“E va bene...”, esordì dopo un bel po’ Ettore. “Ormai ve lo posso anche dire.”
“Dirci cosa?”, lo incalzò Dylan curioso.
“Che vi ho manipolato la memoria...per convincervi a venire qui la prima volta, nell’esatto momento in cui ho parlato con ognuno di voi la prima volta!”, confessò il rosso facendo spallucce.
“TU COSA?!”, urlò Dylan sconvolto.
“Cosa ci hai fatto1?”, si lamentò Alon coprendosi la testa con le mani.
“State calmi!”, disse Ettore alzando le mani in segno di resa. “Vi ho solo fatto sentire come se già mi conosceste da una vita...altrimenti neppure mi avreste ascoltato! Nulla di più!”
“Vedi di non farlo più!”, lo additò Dylan. “Altrimenti risponderemo al fuoco col fuoco!”
“Potete stare tranquilli..:”, sospirò Ettore.
“Ti conviene”, gli rispose Leonardo.
Il biondo e il rosso si scambiarono occhiate poco amichevoli, ma nessuno disse più nulla a riguardo.
“Ad ogni modo”, riprese dopo un po’ Ettore, cambiando tono. “Volevo farvi vedere questo” e così dicendo, tirò fuori un bigliettino dalla tasca.
“L’ho trovato l’altro giorno nel mio appartamento”, spiegò.
I ragazzi si scambiarono quello strano bigliettino, studiandolo in ogni suo minimo particolare.
“Verremo a prendervi, signorine, senza che neppure ve ne potrete rendere conto!”, lesse mentalmente Diego non appena gli passarono il bigliettino.
“Pensi che sia riferito a noi?”, domandò Dylan, dando voce a quello che si stavano chiedendo tutti.
“Non saprei”, disse Ettore. “Ma per il momento non so a cos’altro potesse riferirsi.”
“Magari è solo uno scherzo!”, ipotizzò Alon.
“Potrebbe”, fece il rosso. “Però volevo comunque dirvi di stare più attenti e di tenervi pronti nel caso qualcuno di noi abbia bisogno, intesi?”
Tutti fecero cenno di sì con la testa.
“Se qualcuno con cattive intenzioni è in avvicinamento, sarei in grado di percepirlo tempestivamente, ma ad ogni modo la prudenze non è mai troppa!”, esclamò il rosso.
“Speriamo sia solo uno scherzo di cattivo gusto”, sbuffò Leonardo.
“Speriamo”, gli fece eco Alon
 
  
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