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Autore: Najara    22/07/2018    9 recensioni
In un mondo vittoriano, in cui licantropi e umani convivono senza troppi attriti, con regole e abitudini ben consolidate, Kara risulta essere speciale. Lei, a differenza degli altri mannari, può controllare la sua natura di lupo. Una notte, però, la sua vita sicura e regolare cambia radicalmente. Mentre cerca di scoprire le sue origini e comprendere la propria natura incontra la giovane erede dei Luthor, famiglia dal passato oscuro e dal presente macchiato dal sospetto.
Un'avventura SuperCorp.
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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L’abisso

 

Il sole era alto nel cielo e illuminava i capelli di Kara facendoli assomigliare a dell’oro fuso. Lena, nascosta sotto un ombrellino di un delicato tessuto azzurro, non riusciva a distogliere gli occhi da lei. Era da troppo tempo che non la baciava, il suo cuore stava lentamente rallentando, ma non era per quello che agognava averla vicina. La giovane rise e Lena non poté fare a meno di sorridere, un riflesso che le riscaldò il corpo, facendo battere un po’ più veloce il suo cuore freddo.

“Chi lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.” Se fosse stata ancora umana, avrebbe sobbalzato nel sentire quella voce così vicino a lei.

“Friedrich Nietzsche.” Disse, invece, semplicemente, per una volta felice di essere morta e di non poter più sussultare facilmente come un tempo. Ruotò su se stessa, attenta a che la sua pelle non fosse toccata dal sole e osservò la donna. “Madre, devo aspettarmi che sotto alla vostra tenuta da equitazione ci sia un paletto di legno? Oppure avete appostato un tiratore su uno dei tetti…”

“No.” Disse la donna. “No, non oggi.”

Lena annuì piano, sua madre mentiva come respirava, ma aveva detto la verità, questa volta. Ruotò la testa controllando Kara, la giovane stava chiacchierando con miss Grant e non si era accorta della presenta di Lillian.

“Se non siete qui per uccidermi, allora…?”

“Siete mia figlia e questa è la vostra festa di fidanzamento, non l’avrei mancata per nulla al mondo.” Ecco, questa era una menzogna e Lena sorrise, fredda, alla donna, non poteva ferirla più, si rese conto, era troppo felice nel suo amore con Kara per curarsi di lei.

“La verità, madre.” Chiese e la donna annuì piano, vi era forse del compiacimento in lei?

“L’Ordine ha degli affari in città.” Spiegò. “Ma sono qui anche per te, Nietzsche era un Maestro dell’Ordine e…”

“Conosco la lezione, me l’avete fatta ripetere fino a quando non mi è uscita dalle orecchie.”

Sentiva attorno a sé i cuori di tutti, sentiva il brusio che fa il sangue scorrendo nelle vene, quasi percepiva il sapore del loro sangue sulle labbra e in tutto quello c’era Kara, un’oasi di calore e di pace. Voleva che sua madre se ne andasse, voleva poter andare da lei e sentire la sua mano intrecciarsi con la propria.

“Bene. Perché, quello che sei…” Lena era immobile, pronta a sentire parole dure, l’unico tipo di parole che aveva mai sentito dalla madre. “Sono fiera di te.” Disse allora la donna e Lena sbatté le palpebre sorpresa, una reazione molto umana, per una morta. “Hai guardato nell’abisso e ne sei uscita senza intaccare la tua moralità, è più di quanto tutta la tua famiglia abbia mai potuto dire.”

“Lena.” La voce di Kara conteneva un basso ringhio, i suoi occhi azzurri brillava di potere, vi era il lupo in essi e Lena non poté fare a meno di chiedersi, ancora una volta, come fosse possibile che a National City pochi la conoscessero come l’El che guidava i licantropi.

“Oh, a cuccia, lupacchiotto, non sono qui per voi.” La voce di sua madre era di nuovo fredda, sarcastica, dura. “Vi lascio al vostro piccolo party, ho faccende più urgenti che richiedono la mia presenza.” La donna si allontanò con la solita eleganza e Lena sorrise di piacere nel sentire Kara prenderle la mano.

“Stai bene?” Le domandò la giovane, preoccupata. “Non l’ho sentita arrivare… mi dispiace, avrei dovuto stare più all’erta…”

“Sto bene, credo fosse qui per…” Lena corrugò la fronte, chiedendosi se fosse possibile una cosa simile. “Beh, credo fosse qui per congratularsi con me.”

“Oh.” Disse solo Kara, stupita quanto lei. “É una fortuna che Sara fosse impegnata con l’agente Sharpe, altrimenti non sono sicura che sarei riuscita a controllare la sua spada.”

Lena annuì piano, pensando alla focosa licantropa, se Kara era riuscita a farle mettere da parte la vendetta per concentrarsi sulla costruzione di un qualcosa di duraturo per i licantropi lì a National City, non voleva dire che sarebbe riuscita a trattenerla se si fosse trovata Lillian davanti.

“Credi che sia una cosa seria, questa volta, con miss Sharpe?” Domandò, cercando di allontanare l’ombra che la venuta di sua madre aveva portato sul viso di Kara.

“Non lo so, sai com’è Sara…” Lena fece una piccola smorfia, lo sapeva eccome, era quasi impossibile non essere gelosa del tempo che passava a flirtare con Kara… se non fosse che passava un tempo quasi uguale a flirtare con lei. “Ma non l’ho mai vista così presa. Quindi spero che sia quella giusta.”

“A proposito di quella giusta…” Lena si voltò verso di lei, mordendosi appena il labbro. Sentì il cuore di Kara accelerare all’istante e vide i suoi occhi scurirsi.

“Abbiamo degli ospiti!” Tentò di resisterle, ma il suo corpo l’aveva già tradita e lo sapevano entrambe.

“Non si accorgeranno della nostra mancanza… per una mezzoretta.” Kara arrossì alle sue parole e Lena rise.

“Non credo che…” Protestò piano Kara, ma la sua gola si seccò quando Lena si sfilò lentamente un guanto, per poi appoggiare le sue bianche dita sul braccio di Kara. Potevano percepirsi anche attraverso il tessuto, ma quando la loro pelle entrava in contatto i loro poteri si scontravano, generando in entrambe quell’onda di piacere che ormai conoscevano bene.

Rabbrividirono. Lena poteva sentire il suo cuore prendere di nuovo forza, battere con più sicurezza, era un bel modo di nutrirsi, non poteva negarlo.

Prima ancora che potesse riprendersi da quella prima ondata, Kara la stava già trascinando via dal giardino su per le scale, fino alla loro camera.

Una risata fermò entrambe. Sulle scale, appartate, Alex e Maggie si stavano baciando.

“Oh!” Si lasciò sfuggire Kara e le due donne si voltarono. Alex rossa e imbarazzata, ma anche con un sorriso felice, Maggie invece, decisamente divertita.

“Qualcuno sta fuggendo dalla propria festa?” Chiese, cose se lei avesse beccato loro e non il contrario. “C’è da chiedersi per fare cosa.”

“Maggie!” La riprese Alex, ma la donna rise, ignorando l’occhiataccia.

“Miss Luthor.” Kara si voltò esasperata e Lena non poté fare a meno di condividere il suo sentimento, sembrava che avrebbero dovuto rimandare a più tardi la loro piccola fuga, ma quando vide la donna che aveva parlato i suoi occhi si illuminarono di gioia.

“Sam!” Disse felice, poi si separò da Kara e raggiunse la nuova arrivata. “Cosa ci fai qui? Credevo che fossi a Metropolis!”

“E mancare il fidanzamento della mia amica?” Si abbracciarono poi Lena si voltò verso Kara che stava osservando la scena con curiosità, forse, si rese conto divertita, con un pizzico di gelosia.

“Kara, questa è miss Samatha Arias e, Sam, questa è Kara Danvers, la donna che fa battere il mio cuore.” Kara arrossì a quelle parole, la gelosia scomparve dal suo sguardo e lei si fece avanti per stringerle la mano. Alex e Maggie erano di nuovo scomparse, sparite chissà dove a fare… beh, Lena non voleva pensarci troppo.

“Chi lo avrebbe mai detto, miss Luthor, finalmente mostri del buon gusto.” Samantha fece l’occhiolino a Kara che arrossì di nuovo, Lena sorrise osservando la donna che amava e la sua vecchia amica.

Tornarono in giardino dove gli ospiti stavano chiacchierando felici in quel bel pomeriggio autunnale.

Lena aveva allontanato il pensiero di sua madre, eppure non poté fare a meno di preoccuparsi un poco: cos’era venuta a fare a National City, per chi era lì?

Scosse la testa e tornò a concentrarsi sulla conversazione tra Kara e Sam, quel giorno era solo loro, niente avrebbe intaccato la sua felicità.

Come se avesse intuito i suoi pensieri Kara la guardò i suoi occhi brillarono d’amore.

Lena sorrise avrebbe guardato in tutti gli abissi del mondo consapevole che quegli occhi, quell’amore, quella luce e quel calore, non avrebbero permesso mai al buio e al freddo di prenderla.

“Ti amo.” Bisbigliò e vide il viso di Kara arrossire, mentre le loro mani si cercavano di nuovo.

La sua vita era davvero complicata, ma, Lena sorrise, non poteva essere più felice.

 

 

 

Note: Questa era proprio la fine, Lena meritava un po’ di gioia e che gioia sia. ;-)

(Perdonate il ritardo nel pubblicare questo piccolo capitolo di chiusura.)

 

Spero che la storia vi sia piaciuta, vi ho ringraziate ogni volta in ogni commento, ma ci tengo a farlo anche qui: grazie!! Siete state fantastiche a seguire ogni capitolo, a fare ipotesi, condividere riflessioni, entusiasmarvi e anche, perché no, a starci un po’ male.

Ogni commento mi ha fatto immensamente piacere ed è bene che lo ripeta sempre e comunque.

Come vedete la storia si apre ad una seconda parte… Sam è arrivata a National City, Lillian è sulle tracce di un antico “demone” di nome Reign. Lascio a voi il piacere di proseguire, nella vostra mente, la trama. Mai dire mai… ma per ora nulla  stato scritto quindi non contateci troppo!

Ciao ciao, alla prossima avventura e ancora, grazie!

  
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