L’abisso
Il sole
era alto nel cielo e illuminava i capelli di Kara facendoli assomigliare a
dell’oro fuso. Lena, nascosta sotto un ombrellino di un delicato tessuto
azzurro, non riusciva a distogliere gli occhi da lei. Era da troppo tempo che
non la baciava, il suo cuore stava lentamente rallentando, ma non era per
quello che agognava averla vicina. La giovane rise e Lena non poté fare a meno
di sorridere, un riflesso che le riscaldò il corpo, facendo battere un po’ più
veloce il suo cuore freddo.
“Chi
lotta con i mostri deve guardarsi di non diventare, così facendo, un mostro. E
se tu scruterai a lungo in un abisso, anche l'abisso scruterà dentro di te.” Se
fosse stata ancora umana, avrebbe sobbalzato nel sentire quella voce così
vicino a lei.
“Friedrich
Nietzsche.” Disse, invece, semplicemente, per una volta felice di essere morta
e di non poter più sussultare facilmente come un tempo. Ruotò su se stessa,
attenta a che la sua pelle non fosse toccata dal sole e osservò la donna.
“Madre, devo aspettarmi che sotto alla vostra tenuta da equitazione ci sia un
paletto di legno? Oppure avete appostato un tiratore su uno dei tetti…”
“No.”
Disse la donna. “No, non oggi.”
Lena
annuì piano, sua madre mentiva come respirava, ma aveva detto la verità, questa
volta. Ruotò la testa controllando Kara, la giovane stava chiacchierando con
miss Grant e non si era accorta della presenta di Lillian.
“Se non
siete qui per uccidermi, allora…?”
“Siete
mia figlia e questa è la vostra festa di fidanzamento, non l’avrei mancata per
nulla al mondo.” Ecco, questa era una menzogna e Lena sorrise, fredda, alla
donna, non poteva ferirla più, si rese conto, era troppo felice nel suo amore
con Kara per curarsi di lei.
“La
verità, madre.” Chiese e la donna annuì piano, vi era forse del compiacimento
in lei?
“L’Ordine
ha degli affari in città.” Spiegò. “Ma sono qui anche per te, Nietzsche era un
Maestro dell’Ordine e…”
“Conosco
la lezione, me l’avete fatta ripetere fino a quando non mi è uscita dalle
orecchie.”
Sentiva
attorno a sé i cuori di tutti, sentiva il brusio che fa il sangue scorrendo
nelle vene, quasi percepiva il sapore del loro sangue sulle labbra e in tutto
quello c’era Kara, un’oasi di calore e di pace. Voleva che sua madre se ne
andasse, voleva poter andare da lei e sentire la sua mano intrecciarsi con la
propria.
“Bene.
Perché, quello che sei…” Lena era immobile, pronta a sentire parole dure,
l’unico tipo di parole che aveva mai sentito dalla madre. “Sono fiera di te.”
Disse allora la donna e Lena sbatté le palpebre sorpresa, una reazione molto
umana, per una morta. “Hai guardato nell’abisso e ne sei uscita senza intaccare
la tua moralità, è più di quanto tutta la tua famiglia abbia mai potuto dire.”
“Lena.”
La voce di Kara conteneva un basso ringhio, i suoi occhi azzurri brillava di
potere, vi era il lupo in essi e Lena non poté fare a meno di chiedersi, ancora
una volta, come fosse possibile che a National City pochi la conoscessero come
l’El che guidava i licantropi.
“Oh, a
cuccia, lupacchiotto, non sono qui per voi.” La voce di sua madre era di nuovo
fredda, sarcastica, dura. “Vi lascio al vostro piccolo party, ho faccende più
urgenti che richiedono la mia presenza.” La donna si allontanò con la solita
eleganza e Lena sorrise di piacere nel sentire Kara prenderle la mano.
“Stai
bene?” Le domandò la giovane, preoccupata. “Non l’ho sentita arrivare… mi
dispiace, avrei dovuto stare più all’erta…”
“Sto
bene, credo fosse qui per…” Lena corrugò la fronte, chiedendosi se fosse
possibile una cosa simile. “Beh, credo fosse qui per congratularsi con me.”
“Oh.”
Disse solo Kara, stupita quanto lei. “É una fortuna che Sara fosse impegnata
con l’agente Sharpe, altrimenti non sono sicura che
sarei riuscita a controllare la sua spada.”
Lena
annuì piano, pensando alla focosa licantropa, se Kara era riuscita a farle
mettere da parte la vendetta per concentrarsi sulla costruzione di un qualcosa
di duraturo per i licantropi lì a National City, non voleva dire che sarebbe
riuscita a trattenerla se si fosse trovata Lillian
davanti.
“Credi
che sia una cosa seria, questa volta, con miss Sharpe?”
Domandò, cercando di allontanare l’ombra che la venuta di sua madre aveva
portato sul viso di Kara.
“Non lo
so, sai com’è Sara…” Lena fece una piccola smorfia, lo sapeva eccome, era quasi
impossibile non essere gelosa del tempo che passava a flirtare con Kara… se non
fosse che passava un tempo quasi uguale a flirtare con lei. “Ma non l’ho mai
vista così presa. Quindi spero che sia quella giusta.”
“A
proposito di quella giusta…” Lena si voltò verso di lei, mordendosi appena il
labbro. Sentì il cuore di Kara accelerare all’istante e vide i suoi occhi
scurirsi.
“Abbiamo
degli ospiti!” Tentò di resisterle, ma il suo corpo l’aveva già tradita e lo
sapevano entrambe.
“Non si
accorgeranno della nostra mancanza… per una mezzoretta.” Kara arrossì alle sue
parole e Lena rise.
“Non
credo che…” Protestò piano Kara, ma la sua gola si seccò quando Lena si sfilò
lentamente un guanto, per poi appoggiare le sue bianche dita sul braccio di
Kara. Potevano percepirsi anche attraverso il tessuto, ma quando la loro pelle
entrava in contatto i loro poteri si scontravano, generando in entrambe
quell’onda di piacere che ormai conoscevano bene.
Rabbrividirono.
Lena poteva sentire il suo cuore prendere di nuovo forza, battere con più
sicurezza, era un bel modo di nutrirsi, non poteva negarlo.
Prima
ancora che potesse riprendersi da quella prima ondata, Kara la stava già
trascinando via dal giardino su per le scale, fino alla loro camera.
Una
risata fermò entrambe. Sulle scale, appartate, Alex e Maggie si stavano
baciando.
“Oh!” Si
lasciò sfuggire Kara e le due donne si voltarono. Alex rossa e imbarazzata, ma
anche con un sorriso felice, Maggie invece, decisamente divertita.
“Qualcuno
sta fuggendo dalla propria festa?” Chiese, cose se lei avesse beccato loro e
non il contrario. “C’è da chiedersi per fare cosa.”
“Maggie!”
La riprese Alex, ma la donna rise, ignorando l’occhiataccia.
“Miss Luthor.” Kara si voltò esasperata e Lena non poté fare a
meno di condividere il suo sentimento, sembrava che avrebbero dovuto rimandare
a più tardi la loro piccola fuga, ma quando vide la donna che aveva parlato i
suoi occhi si illuminarono di gioia.
“Sam!”
Disse felice, poi si separò da Kara e raggiunse la nuova arrivata. “Cosa ci fai
qui? Credevo che fossi a Metropolis!”
“E
mancare il fidanzamento della mia amica?” Si abbracciarono poi Lena si voltò
verso Kara che stava osservando la scena con curiosità, forse, si rese conto
divertita, con un pizzico di gelosia.
“Kara,
questa è miss Samatha Arias
e, Sam, questa è Kara Danvers, la donna che fa
battere il mio cuore.” Kara arrossì a quelle parole, la gelosia scomparve dal
suo sguardo e lei si fece avanti per stringerle la mano. Alex e Maggie erano di
nuovo scomparse, sparite chissà dove a fare… beh, Lena non voleva pensarci
troppo.
“Chi lo
avrebbe mai detto, miss Luthor, finalmente mostri del
buon gusto.” Samantha fece l’occhiolino a Kara che arrossì di nuovo, Lena
sorrise osservando la donna che amava e la sua vecchia amica.
Tornarono
in giardino dove gli ospiti stavano chiacchierando felici in quel bel
pomeriggio autunnale.
Lena
aveva allontanato il pensiero di sua madre, eppure non poté fare a meno di preoccuparsi
un poco: cos’era venuta a fare a National City, per chi era lì?
Scosse
la testa e tornò a concentrarsi sulla conversazione tra Kara e Sam, quel giorno
era solo loro, niente avrebbe intaccato la sua felicità.
Come se
avesse intuito i suoi pensieri Kara la guardò i suoi occhi brillarono d’amore.
Lena
sorrise avrebbe guardato in tutti gli abissi del mondo consapevole che quegli
occhi, quell’amore, quella luce e quel calore, non avrebbero permesso mai al
buio e al freddo di prenderla.
“Ti
amo.” Bisbigliò e vide il viso di Kara arrossire, mentre le loro mani si
cercavano di nuovo.
La sua
vita era davvero complicata, ma, Lena sorrise, non poteva essere più felice.
Note: Questa era proprio la fine, Lena meritava un po’ di gioia e che gioia sia. ;-)
(Perdonate il ritardo nel pubblicare questo piccolo capitolo di chiusura.)
Spero che la storia vi sia piaciuta, vi ho ringraziate ogni volta in ogni commento, ma ci tengo a farlo anche qui: grazie!! Siete state fantastiche a seguire ogni capitolo, a fare ipotesi, condividere riflessioni, entusiasmarvi e anche, perché no, a starci un po’ male.
Ogni commento mi ha fatto immensamente piacere ed è bene che lo ripeta sempre e comunque.
Come vedete la storia si apre ad una seconda parte… Sam è arrivata a National City, Lillian è sulle tracce di un antico “demone” di nome Reign. Lascio a voi il piacere di proseguire, nella vostra mente, la trama. Mai dire mai… ma per ora nulla stato scritto quindi non contateci troppo!
Ciao ciao, alla prossima avventura e ancora, grazie!