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Autore: fabyvaniglia    22/07/2018    3 recensioni
Questa storia è stata scritta parecchi anni fa, ed è uscita prepotentemente dal cassetto, con la voglia di crescere.
Estate dopo il sesto anno ad Hogwarts per Harry, Ron ed Hermione.
Harry è preoccupato per il lungo viaggio che lo aspetta, ma non è l'unico che deve trovare il modo di partire lasciando meno cose in sospeso possibili. Forse sarà il caso che Ron ed Hermione decidano se partire lasciando le cose come stanno, o risolvere prima la confusione dentro le loro teste... e i loro cuori.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Cap. 3
​E stavolta tocca a lui...

 

La sera arrivò molto in fretta ed Harry e Ron si gettarono stancamente sul letto, distrutti per la faticaccia del pomeriggio. Dopo ore di lavoro da soli (Hermione non era risultata molto utile: per lei era la prima disinfestazione ed era rimasta scioccata quando aveva visto gli amici scaraventare gnomi da giardino oltre le siepi. Probabilmente in quel momento stava ancora cercando di convincere la Signora Weasley a lasciarli in pace e, perché no, magari ad invitarli al ricevimento in qualità di angeli cupidi).
“Non mi farò mai più incastrare in questo modo!” protestò Ron, massaggiandosi le braccia doloranti. “Non sei più un bambino Ronald, vedi di renderti utile” continuò, facendo il verso alla signora Weasley. “Bella roba! Quando volevo far parte dell’Ordine, neanche due anni fa, mi trattava come un moccioso! Che poi sono anni che sgobbo per ripulire quel giardino… come se servisse a qualcosa! Insomma!” Ron si lasciò sfuggire un sospiro. “Insomma!” ripetè “Ti sembra giusto?”
Harry guardò l’amico, ma non potè trattenere un sorriso sentendo tutte le sue lamentele. Sapeva che in fondo Ron era felice di poter aiutare in casa, soprattutto ora che Voldemort era tornato e che sua madre aveva così tante preoccupazioni… inoltre sicuramente Ron si sentiva in colpa per la decisione che avevano preso dopo il funerale di Silente: non tornare ad Hogwarts e partire per andare a cercare gli Horcrux, gli ultimi frammenti dell’anima di Voldemort. Silente aveva lasciato a lui quella missione, ma né Ron né Hermione lo avrebbero mai lasciato partire da solo. Harry era molto grato per questo, ma capiva ancor di più i sentimenti dell’amico: anche lui si sentiva in colpa nei confronti dei signori Weasley.
Mentre il borbottio di Ron andava facendosi più indecifrabile, Harry si ritrovò nuovamente a concentrare i suoi pensieri su Ginny. Inevitabilmente, pensava a lei più di quanto non volesse. La sua assenza alla disinfestazione del pomeriggio non faceva che confermare il suo più temibile pensiero: non li aveva aiutati perché non voleva parlare con lui. Questa consapevolezza gli fece molto male: è vero, era stato lui a lasciarla, ma l’aveva fatto per proteggerla. Sperava che Ginny l’avesse capito (è per qualche stupida nobile ragione, vero?* gli aveva chiesto), per cui non si spiegava il suo comportamento. Forse, nel breve periodo di separazione, era giunta alla conclusione che Harry fosse solo un egoista, e che perciò non lo volesse più?
“A cosa pensi?” la voce di Ron lo fece tornare in sé.
“A niente, cioè…”
“A Ginny” concluse Ron per lui.
“Già…” ammise Harry, rassegnato. “Hai notato che non si è fatta vedere in giardino? Sicuramente è perché non vuole parlarmi.”
“Ma no!” rispose l’amico “Liberarsi degli gnomi è una cosa che non le è mai piaciuta! Si sarà sicuramente evitata la faticaccia!” disse con una smorfia.
In realtà, anche a Ron era passato per la mente lo stesso pensiero di Harry, ma aveva creduto che fosse troppo crudele dirlo. Per togliersi dall’imbarazzo, si alzò e prese un libro a casaccio tra quelli riposti (o mal posti) sulla scrivania. Era un libro che gli aveva regalato Hermione uno dei tanti Natali passati insieme. Rimase forse un secondo di troppo a guardarlo, perché si accorse che Harry lo fissava con un’espressione tra il divertito e il compassionevole. Lo avrebbe ammazzato.
“Oh, beh, prima o poi dovrò pur leggerlo” sbottò Ron. “Sono anni che me l’ha regalato, per cui non sarebbe carino se… Ma non è così strano!”
Harry represse una risata.
“Non ti ho detto nulla Ron! Non scaldarti!”
“Oh.” Ron rimase imbambolato, sentendosi uno scemo. A quel punto, Harry scoppiò a ridere.
“Al diavolo, Harry!”
“Ma dai Ron! Tutto questo è ridicolo. Devo farmi compatire da te per come mi tratta tua sorella, e inoltre devo anche passare per cieco? È una vita che vi conosco, tu ed Hermione, e si vede lontano un miglio che ormai sei cotto di lei. È diventato palese quando Krum l’ha invitata al Ballo del Ceppo, ma non ti ho mai detto niente, poi l’anno scorso sei andato in giro a pomiciare con Lavanda, pur non sopportandola, solo per darle fastidio. Sei mio amico e rispetto la tua privacy, ma…”
“Sì grazie.” Mugugnò Ron “Grazie per averla rispettata, davvero.”
“Non c’è di che” rispose Harry con semplicità.
Ron non rispose e fece per andarsene dalla stanza, ma arrivato sulla porta sembrò cambiare idea. Harry lo vide abbassare gli occhi e arrossire in zona orecchie. “. È così evidente?” chiese poi piano.
“Abbastanza” rise Harry. Poi però smise subito. Non voleva che Ron si chiudesse di nuovo a riccio... o che gli scagliasse contro una fattura!
“Va beh” disse Ron, imbambolato vicino alla porta. “Tanto non ha importanza, insomma…”
Ron guardò Harry imbarazzato, aspettando che dicesse qualcosa togliendolo da quella situazione, ma il suo amico non disse nulla, così si decise a tornare a sedersi sul letto, più rosso del solito.
“Ron…” cominciò Harry, “Guarda che osservo anche Hermione e, se ti può rincuorare, ho visto come ha reagito alla tua storia con Lavanda. A Hermione piaci.”
Ron guardò l’amico, a metà tra l’imbarazzato e lo speranzoso.
“Sul serio…?” disse incerto. “Forse, ripensandoci…”. Era molto confuso, poi però parve ridestarsi e scosse la testa sconsolato.
“Ti ringrazio Harry, ma lascia stare. È stata corteggiata da Krum! L’anno scorso è uscita con McLaggen. Perché dovrebbe voler stare con me? Non sono alla loro altezza.”
“Ron, vuoi finirla di sminuirti?” sbottò Harry, impaziente. “Sono anni che ti sminuisci, sarebbe anche ora di prendere un po’ di fiducia, no? Scusa se te lo dico, ma la storia del fratellino bistrattato non regge più dopo tutto quello che abbiamo passato da quando ci conosciamo.” Concluse con un sorriso.
“Ma non facciamo altro che litigare!” ribattè Ron. Era alquanto confuso, in parte anche perché Harry non era mai stato così franco con lui. Ma gli premeva troppo il discorso ‘Hermione’ per rischiare di lasciarlo cadere nel vuoto…
“Insomma, come te lo spieghi?” chiese Ron, il tono quasi provocante.
“Non fate altro che litigare per le stupidaggini, per le cose serie siete sempre dalla stessa parte… Anche più di me. E poi c’è un detto babbano che afferma che ‘L’amore non è bello se non è litigarello’”.
Ron non parve cogliere il tentativo di alleggerire la conversazione, così Harry continuò:
“Senti. L’anno scorso forse Hermione è stata un po’ più fredda del solito, ma è stato perché era terribilmente gelosa e ferita. Quando ti sei lasciato con Lavanda è tornata ad esserti amica.”
Ron continuava a non rispondere, immerso com’era nelle sue riflessioni… Lui stesso aveva procrastinato la storia con Lavanda per dare fastidio a Hermione, perché si era accorto che riusciva a ferirla, ed era quello che voleva dopo aver saputo della sua relazione con Krum…
Harry intanto continuava a parlare:
“Non ero così sicuro di volere che tu ed Hermione vi metteste insieme sai? Temevo che tra voi non andasse bene e che, una volta che vi foste lasciati, non avreste più voluto neanche rivolgervi la parola. Poi, però, mi sono innamorato di Ginny: i momenti passati con lei sono stati tra i più belli che io abbia mai avuto. Ora che sono passati non faccio che rimpiangerli e così credo che tu non debba rinunciare a cose simili solo per paura di un rifiuto o per vergogna. Buttati! Anche se non riuscirai a fare un bellissimo discorso o dichiarazione, vedrai che Hermione capirà.”
Detto ciò, Harry si alzò stiracchiandosi.
“Scendiamo? La cena sarà quasi pronta, non facciamo aspettare tua mamma.”
Ron annuì e si alzò. Non rispose al discorso di Harry, che d’altronde non si aspettava niente di più.





Cit.
*Harry Potter e il Principe Mezzosangue
 
 
 
 



 
  
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