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Autore: G RAFFA uwetta    23/07/2018    1 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
Capitoli:
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Il morso del diavolo

Cap. 16 – … per far nascere un nuovo io

La stanza era pregna di dolore, sembrava che trasudasse dalle pareti stesse. Le poche candele accese illuminavano fiocamente il letto; sulle lenzuola sfatte e intrise di sangue, giaceva, contorcendosi come una biscia, Harry. Draco, inorridito e spaventato, aveva lanciato un Incaceramus per bloccargli i polsi alla testata del letto, per evitare che si grattasse la pelle a sangue; il Serpeverde lo guadava impotente inarcare la schiena e agitarsi, mentre tentava di liberarsi. Entrambi sapevano a cosa sarebbe andato incontro il Grifone – nel suo libro Merlino era stato piuttosto esplicito – ma quello che non avevano previsto era l’intensità con cui il corpo di Harry era stato investito dal risveglio del suo nucleo magico. Durante il processo, il corpo del ragazzo aveva raggiunto una tale elevata temperatura che Dracoa un certo punto ne fu assolutamente certoarrivò a pensare che il sangue stesse bollendo: con i propri occhi vide scorrere un fiume nero che si irradiava dal cuore di Harry fino a raggiungere il più remoto capillare, sulla sua pelle era come se ci fosse tatuato un albero spoglio in attesa dell’arrivo della primavera. Mosso da un impulso irrefrenabile, il Serpeverde salì sul letto e si sdraiò sul corpo di Harry, inchiodandolo al materasso, abbracciandolo stretto. Posando la bocca sull’orecchio dell’altro, cominciò a sussurrare parole di conforto e nel contempo asciugare con lievi baci le lacrime che scendevano lungo le gote bollenti.

Sh. Non durerà ancora per molto. Sh.

Dopo essersi dimenato e aver urlato per un tempo indefinito, finalmente Harry crollò esausto in un sonno agitato. In quel momento, c’era un silenzio innaturale e Draco, seppur esausto, si perse ad osservarlo senza accorgersi che egli stesso stava piangendo. Nella testa gli vorticavano molti pensieri cupi: “In pochi sanno che Harry è vivo e quei pochi sono tutti suoi amici o, per lo meno, dovrebbero esserlo. Dunque, chi trarrebbe vantaggio da questa rivelazione?” Non fece in tempo a formulare possibili ipotesi che gli apparve dinnanzi Winky, terrorizzata, incitandolo a seguirla. Disturbato dal rumore secco della Materializzazione, Harry aprì gli occhi cerchiati di rosso.

Devo andare un attimo da Severus, gli disse premuroso Draco, baciandolo sulla fronte umida, torno subito. Aspettò che chiudesse di nuovo gli occhi e velocemente si diresse verso la stanza del padrino, ma quello che trovò gli ghiacciò il sangue nelle vene.

L’uomo era ridotto ad un ammasso sanguinante di carne – segno evidente di un incanto Lamataglientela schiena, un mosaico di lacerazioni che denudavano le ossa, sicuramente fatti con la frusta – l’incantesimo preferito dalla cara Bellatrix – si muoveva con scatti spasmodici – certamente hanno abusato con le Cruciatus – ma ciò che lo sconvolse di più fu l’espressione del viso: era uno sguardo alienato, gli occhi annebbiati erano intenti a scrutare il nulla, dalla bocca schiumava la bava alternata a parole bofonchiate. Seppur spaventato a morte per la sorte del padrino, celermente effettuò il contro incantesimo, appreso qualche ora prima – Memoriam redeat ad Maximum1 – per poi lasciare campo libero all’elfa permettendole così di prendersene cura. Riluttante, lasciò la stanza per tornare da Harry, entrò nel letto e se lo strinse addosso.

È ridotto male, vero? sussurrò con voce spenta il Grifone, in risposta Draco lo abbracciò più stretto.

Qualche ora prima, Severus entrò con passo sicuro nel salone di Villa Malfoy, tra le pieghe di un tendaggio a sinistra partì uno Stupeficium che gli sfiorò il naso adunco; per nulla impressionato, proseguì imperterrito fino ad arrestarsi ai piedi del Signore Oscuro, inginocchiatosi, gli baciò la veste. Un poderoso calcio lo colpì in pieno viso mandandolo disteso a terra tra le risate di scherno degli altri Mangiamorte presenti; nell’aria divenuta elettrica, Severus, con grazia, riconquistò la posizione genuflessa e rimase in attesa.

Crucio! sibilò con rabbia Lord Voldemort, Crucio! disse con più foga. Il corpo del professore si contorse per il dolore ma, stoicamente, nessun lamento abbandonò le sue labbra.

Mi hai deluso, lo apostrofò il Signore Oscuro. Avevo grandi progetti su di te, continuò dopo aver lanciato di nuovo la Maledizione Cruciatus Parlami di Potter.

Ma, mio Signore, balbettò Severus lanciando uno sguardo perplesso, non capisco, chi è questo Potter?

Non mentirmi! l’interruppe furioso. Crucio!

Cercando di ritrovare il respiro, Severus gli rivolse uno sguardo interrogativo:Mio Signore, continuo a non capire, in tutta la mia vita non ho mai sentito quel nome.

Ma davvero? disse dubbioso, Nemmeno se ti accenno il nome di quella Babbana, come si chiamava? chiese a nessuno in particolare, da dietro il grande divano uscì tremante Peter Minus: Lily Evans, mio Signore, suggerì mellifluo, mentre sbirciava di sottecchi il Pozionista. Severus non si scompose e continuò a guardare dritto negli occhi il Lord, nessun cenno di aver riconosciuto il nome dell’amata. Uscite tutti, intimò Lord Voldemort a tutti i presenti. Tranne Lucius e Bellatrix.





No... Lily... no!

Un uomo, corroso dal dolore, coccolava e accarezzava il corpo esanime di una giovane donna dalla delicata bellezza: i capelli rosso Tiziano erano un ventaglio spalancato mentre le iridi, un tempo di un verde prato inglese, lo guardavano spente e opache. Dondolava, l’uomo, accucciato sulle proprie gambe, cullandola dolcemente; in sottofondo, l’eco di un pianto fanciullesco accompagnava quello più adulto.





Severus consegna la tua bacchetta a Lucius, gli ordinò il Signore Oscuro; una volta fatto, colpì la bacchetta del Pozionista con l’incanto Prior Incantatio per scoprire quale incantesimo avesse fatto perdere la memoria al suo più prezioso alleato. Nella pergamena che l’aveva raggiunto nottetempo, era scritto a chiare lettere che Severus era a conoscenza che l’odiato Potter fosse ancora vivo. Incapace di pensare a un reale tradimento, era più propenso a ritenerlo vittima di un sortilegio. “Forse l’autore della missiva voleva tendermi una trappola e allo stesso tempo vendicarsi di Severus,pensò Tom Riddle osservando ciò che la bacchetta rivelava. “Infatti il Maximum Memoriam Eius2 non solo priva la memoria di uno specifico ricordo ma solo chi ha eseguito l’incantesimo può ripristinarlo.” Furioso, scagliò incantesimi ovunque distruggendo tutto quello che toccava.

Legillimens, disse fissando negli occhi Severus, che accolse con mitezza l’intrusione. Tom Riddle era talmente furioso che la propria magia lo rese una presenza quasi corporea all’interno della testa dell’uomo; cercò ovunque un qualche accenno della Babbana nella vita di Severus ma fu tutto inutile: il sortilegio era insormontabile persino per un mago potente come lui. Con stizza abbandonò la mente così repentinamente da costringere il capo dell’uomo a seguirlo come mosso da fili invisibili; Severus, come una bambola di pezza, si accasciò a terra, gemendo.

Bellatrix, Lucius, divertitevi. Concesse il privilegio ai due Mangiamorte, Non uccidetelo, se conosco Albus manderà un suo servo a soccorrerlo. Poi sparì in un turbine nero.





Un ragazzo smilzo camminava rasente i muri concentrato sugli appunti appoggiati in bilico sui libri, varcò l’uscio del grande portone del castello e fu colpito da un incantesimo: il naso gli si gonfiò diventando enorme, mentre due studenti poco più in là ridevano trattenendosi l’addome.

Guardatelo! rideva il più alto appoggiato a quello occhialuto indicandolo con il dito tremante.

Finite Incantatem. proruppe una ragazza dai fiammanti capelli rossi appena sopraggiunta poi, voltatasi infuriata verso gli aggressori, urlò: Siete i soliti cretini; tolgo...

Non ho bisogno del tuo aiuto, stupida Sanguesporco. l’interruppe rancoroso lo smilzo raccogliendo i fogli sparsi; la ragazza si allontanò indignata.

Nessuno si avvide di quella lacrima abbarbicata sulle lunghe ciglia nere che ombreggiavano gli occhi tristi, di quella mano tesa ad artigliare inutilmente l’aria, del sospiro doloroso che fuoriuscì dalle labbra socchiuse: Lily...





Povero, povero, piccolo Severuccio, che gran peccato non ricordarsi di quella Evans, vero? La risata infantile di Bellatrix arrivò a Severus attraverso la nebbia del dolore. Diffindo. Il Pozionista inarcò la schiena urlando, mentre le pelle si squarciava in profonde ferite. Non disperare, appena avrò finito con te nemmeno tua madre ti riconoscerà, Flagellum. Una frusta apparve nelle mani della donna che, invasata, cominciò a colpire alla cieca.

Improvvisamente al centro della stanza, accompagnata da un rumore sordo, apparve Winky con le vestigia di Hogwarts ricamate sulla camiciola lisa. Armata del famoso coraggio dei Grifondoro, si frappose tra la donna e il proprio padrone in una sorta di sfida; vedendo che nessuno si muoveva, allungò la scheletrica mano verso il corpo esanime di Severus e, con un sonoro schiocco, smaterializzò entrambi. Dal lato opposto della stanza, Lucius lanciò appena in tempo l’incanto Pessimum Somnum Exterreri Solebat3 che riuscì ad attraversare la cortina formata dal risucchio della materializzazione, centrando in pieno Severus.





Severus correva veloce lungo un infinito corridoio candido intervallato da anonime porte spalancate da cui uscivano densi lamenti che appestavano l’aria come fumi tossici. Finalmente giunse alla fine di quel tunnel insolitamente niveo e quasi cadde quando slittò per colpa di una patina vischiosa che invadeva il pavimento. Infatti, da sotto la porta blu cobalto che sbarrava la strada, filtrava un fiume scarlatto che espandeva tutt’intorno un olezzo ferroso. Terrorizzato, spalancò l’uscio e fu investito da un torrente vermiglio in piena; quando riuscì a riprendersi, vide il corpo di Harry adagiato su lenzuola immacolate: da sotto il materasso colavano rivoli cremisi. Improvvisamente il ventre del ragazzo si squarciò e ne uscì Nagini a fauci spalancate.

No! urlò impazzito, accasciandosi a terra, immergendosi nel fluido ancora caldo. No! Dalla bocca del serpente fuoriuscì una risata cattiva insieme al riflesso di una maledizione: Afflictionem Animi4.







Note dell’autrice: grazie a chiunque legge e leggerà, a chiunque apprezzi la mia storia e soprattutto a chi commenta.

Buona lettura.

1Ritorna ricordo massimo

2Svanire ricordo massimo

3Incubo peggiore

4Dare dolore alla mente

   
 
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