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Pensieri
Keros
riaprì gli occhi nel cuore della notte. La luna, il cui
pallido bagliore
entrava dalla grande finestra della stanza, contornava gli oggetti
della camera
con luce argentea. Ci mise qualche istante, per realizzare dove si
trovasse e
che cosa stesse facendo. Era nudo, con le ali ancora visibili, steso a
letto
accanto ad un mortale profondamente addormentato. Si mise a sedere,
indeciso
sul da farsi. Che stava combinando? Quello era un umano! Come era mai
possibile
che un mortale lo condizionasse in quel modo? Lo guardava, mentre
riposava
tranquillo, e non provava altro desiderio se non quello di restargli
accanto.
Ma perché? Si scosse, piuttosto confuso. Forse era meglio
riordinare le idee
altrove…
Giunto
a
palazzo, il sanguemisto raggiunse in fretta le proprie stanze. Si
guardò allo
specchio, prendendo un profondo respiro. Che gli stava succedendo?
Perché si
sentiva così felice e, allo stesso tempo, fuori posto?
“Avete
fatto tardi…” si sentì dire.
Simadè
era sulla porta, pronto a servire il principe.
“Sì…”
mormorò Keros.
“Vi
porto
la cena? Avete bisogno di altro?”.
“Siediti,
per favore. Ho una cosa da chiederti. Un
consiglio…”.
“Ne
sarei
onorato".
Il
mezzodemone si stese a letto, Simadè preferì
sedersi ed osservarlo.
“Come
si
capisce se si è innamorati?” domandò
Keros.
“Come
si
capisce? Perdonatemi ma… non siete più un
ragazzino. Dovreste saperlo".
“Ebbene:
non lo so. In compenso so che tu sei innamorato, di Lilien. Dimmi come
si
capisce".
“Non
è
facile da spiegare. È un insieme di pensieri, ragionamenti,
reazioni… Vi
sentite felice quando siete in compagnia di quella persona, ci pensate
sempre,
volete averla accanto…”.
“E
poi…?”.
“Poi
provate desiderio. Desiderio fisico. E magari fantasticate su un futuro
ipotetico. Ma perché, se posso saperlo, fate una simile
domanda?”.
“Ammetto
di non capire più me stesso. Non so se sono innamorato
oppure se…”.
“Oh.
Ma
voi lo siete di sicuro!” interruppe il servo, con un ghigno.
“E
come
lo sai?”.
“Da
come
vi comportate ultimamente. Tutto il palazzo lo sa. Siete distratto, con
la
testa fra le nuvole, di splendido umore e sorridente. A volte perfino
canticchiate. E sospirate. Sospirate con quello sguardo
sognante…”.
“Io
non…
non me ne ero accorto!”.
“Siete
molto innamorato e sarei davvero lieto di sapere di chi. Girano delle
scommesse…”.
“Ma
no!
Io…”.
“Di
che
parlate?” interruppe Lilien, entrando di colpo nella stanza e
buttandosi sul
letto.
“Il
principe è innamorato" spiegò Simadè.
Subito
la
demone ridacchiò ed iniziò a punzecchiare il
sanguemisto, con canzoncine
infantili a tema sentimentale.
“Piantatela!”
sbottò Keros, arricciando il naso “Non
è divertente".
“E
perché?!” si stupì Lilien.
“Mi
ero
ripromesso di non innamorarmi. Ho visto che conseguenze porta l'amore.
Non
voglio avere il cuore a pezzi…”.
“Non
tutti gli amori finiscono così...”.
“Questo
sì. È inevitabile “.
Subito
il
principe pensò al fatto che l'umano sarebbe vissuto molto
poco, meno di un
secolo. Lo avrebbe lasciato solo in così poco
tempo… Il solo pensiero, lo
rattristò.
“Altezza…”
si intromise Simadè “Se posso darvi un consiglio:
non rimuginate troppo.
L'amore è istinto. Ed alcuni di essi vanno vissuti e basta.
Magari poi ci
spezzano il cuore, ma prima di quel momento ci rendono davvero molto
felici. Se
questa persona vi rende felice, perché soffrire pensando a
quel che sarà?
Inoltre, se siete molto innamorato, ignorare questo sentimento vi
renderà solo
più affranto. Non siate sciocco. Vivete il
momento!”.
“Dici?”.
“Ma
sì!”.
“Kerosino
innamorato!” ridacchiò Lilien “E non ci
dici di chi? Dai! Siamo i tuoi
confidenti!”.
“Io
vi
definirei più degli scopamici" storse il naso il sanguemisto
“E dove sono
i tuoi cuccioli?”.
“I
NOSTRI
cuccioli, vorrai dire. Stanno dormendo. O facendo danni da qualche
parte,
suppongo…”.
Il
mezzodemone scosse la testa, tentando di togliersi di dosso la demone.
Fortunatamente, un lieve bussare alla porta interruppe tutti quegli
strani
discorsi.
“Maestà!”
sobbalzò Simadè, vedendo entrare Lucifero.
“Vi
ho
interrotti? Scusate…” ghignò il re.
“Nessuna
interruzione” mosse una mano Keros.
“Stiamo
solo spettegolando" annuì Lilien.
“Bene.
Ok… Keros, che fai domani sera?” riprese il
sovrano.
“Nulla.
Credo. Perché?”.
“Devo
assentarmi per un paio di giorni. Vado
in visita al palazzo di Samyaza e vorrei che mi sostituissi".
“Non
c'è
problema”.
“Sicuro?
Non è che ti scoccia? Ti distraggo dall'anima finale o da
altre faccende che…”.
“Quali
altre faccende?”.
“Quelle
che ti fanno canticchiare stupidaggini per il corridoio. Ci siamo
capiti, no?”.
“Ah…
ma…
anche tu pensi che io…?”.
“Che
tu
sia strano e rimbambito? Sì. Lo pensano tutti. E preferisco
pensare che tu sia
innamorato, piuttosto di crederti del tutto rimbecillito senza
motivo”.
Il
principe non disse nulla. Non aveva idea di cosa rispondere.
“Allora…”
incalzò Lucifero “…mi sostituisci per
due giorni?”.
“Sì…”
mormorò Keros.
“Che
ti
prende adesso?!”.
Il
sanguemisto aveva sospirato di nuovo, guardando un punto imprecisato
della
camera.
“Pene
d'amore?” ridacchiò Lilien.
“Ma
lasciami in pace!” sibilò il mezzodemone,
iniziando un breve bisticcio.
“Ok.
Adesso basta!” li zittì il re “Voglio
parlare da solo con mio figlio. Uscite!”.
Simadè
obbedì immediatamente. Lilien si lagnò un po' ma
alla fine dovette lasciare la
camera, chiudendo la porta dietro di sé.
“Ora
siamo soli. Dimmi: qual è il problema?”
parlò Lucifero, sedendo sul letto
accanto all'erede.
“È
complicato…” sospirò Keros.
“Prova
a
fare un riassunto".
“È
che…
ecco… Sono successe delle cose che non avevo calcolato. Ed
ora non so che fare.
Mi scoppia la testa…”.
“Non
può
essere poi tanto grave. Che sarà mai accaduto?!”.
“Ho
fatto
sesso".
“E
con
ciò? È un problema?”.
“Con
una
persona con cui non avevo in mente di…
Cioè… Non so come spiegare…”.
“Hai
fatto sesso con qualcuno con cui non avevi in mente di fare
sesso?”.
“Circa…”.
“Si
chiamano rapporti occasionali, ragazzo. Continuo a non capire
perché ti agiti
tanto".
“Mi
agito
perché ora non so cosa fare. Credo… che questa
persona mi piaccia, e anche
molto. Ma so che vivere un amore del genere è sbagliato. So
che sarebbe una
storia che mi incasinerebbe l'esistenza!”.
“E
di chi
mai ti sei innamorato?! Non sarà mica un angelo,
vero?”.
“No!”.
“Meno
male. Ne sono sollevato. Nel senso… non ti avrei impedito di
esprimere i tuoi
sentimenti, ma non ne sarei stato molto felice. Dunque…
Tornando al tuo
problema, prova a fare un elenco dei pro e dei contro".
“Un
elenco…”.
“Sì.
Scrivi, nero su bianco, gli aspetti positivi e negativi che questa
storia può
avere. Per esempio potrebbe essere positivo che ti renda felice. Questo
varrebbe già molti punti".
“Che
mi
renda felice?”.
“Sì.
Se
avere accanto questa persona ti rende felice, rende la tua vita
più bella,
allora perché rinunciarvi? Devi inseguire la
felicità, ragazzo mio. Se una cosa
ti rende felice, allora non può essere sbagliata".
“Mi
rende
felice anche uccidere umani per nutrirmi del loro
sangue…”.
“Ed
il
problema esattamente dove sarebbe?”.
Keros
trattenne un sorriso. Di certo non poteva svelare di avere tutti quei
dubbi su
un semplice umano, il re non avrebbe mai approvato. Però
l'idea dei pro e dei
contro gli pareva buona. Così decise, una volta rimasto solo
in stanza, di
scrivere subito il proprio elenco.
Ricomparve
dal mortale a mattina inoltrata. Lo trovò davanti al
computer, intento a
scrivere e sorseggiare caffè.
“Non
so
come funzioni nel mondo dei demoni…”
iniziò a parlare Ary, senza distogliere lo
sguardo dal pc “…ma nel mondo umano non
è molto cortese andar via in piena
notte, senza dire nulla".
“Perdonami"
sospirò Keros “Avevo bisogno di riflettere".
“E
secondo te per me non vale lo stesso?”.
Finalmente
i loro sguardi si incrociarono, ed il principe sorrise d'istinto.
“Sei
un
demone" riprese l'umano “Secondo te, non mi pongo dei dubbi a
riguardo?
Per quel che ne so, tutto questo potrebbe essere solo un modo subdolo
per
ottenere la mia anima. Potresti avermi incantato e costretto a provare
sentimenti di cui mi stupisco. Anche la mia testa è piena di
dubbi".
“Allora…
Parliamone. Discutiamone insieme, ti va? So che ho sbagliato ad
allontanarmi
nel cuore della notte ma, come puoi vedere, ora sono qua".
“Va
bene…”.
“Non
ho
usato il mio potere ieri notte. Non ho mai usato le mie doti di
tentatore per
spingerti a fare sesso con me. Quel che sta succedendo è del
tutto
imprevisto".
“Ma
precisamente… Per te che cos'era? Intendo… Ieri
notte. Era sesso oppure…?”.
“Non
lo
so. So che non ne sono pentito. E so che sono così felice,
quando sto accanto a
te, da dimenticare qualsiasi altra cosa. E tu? Cosa pensi sia
stato?”.
“Qualsiasi
cosa fosse, vorrei accadesse ancora. E ancora.
Però… Resti comunque un demone.
Come faccio a sapere che non è tutto un inganno?”.
“Penso
non sia possibile capirlo. Devi solo fidarti di me".
Il
padrone di casa rimase in silenzio. Keros inclinò la testa,
non sapendo bene
che cosa fare.
“Forse…”
parlò poi il sanguemisto “…abbiamo
bisogno di altro tempo per decidere. Avrò
molti impegni nei prossimi giorni, dovrò stare lontano da
questa casa e da te
fino alla fine della settimana. Nel frattempo, potremo riflettere e
capire. In
quei giorni starò distante, quindi il mio potere non
influirà in alcun modo
sulle tue decisioni. Tutti i sentimenti che proverai, non saranno
provocati dalla
magia demoniaca. E…”.
“E
poi?
Sono la tua anima finale, dopotutto".
“Se
vorrai che io sparisca dalla tua vita, lo farò. A
malincuore, ma lo farò”.
“Oh…”.
“Ora
ti
lascio lavorare".
“Non
sto
lavorando. Cioè… non proprio. Ho iniziato un
nuovo romanzo”.
“Davvero?
Che bella notizia".
“Parla
anche di te. Se non ti infastidisce…”.
“Scrivi
pure tutto quel che vuoi".
“Vieni
qui. Ti faccio leggere un pezzo".
Keros
si
avvicinò, sbirciando e leggendo sullo schermo. Vi era
descritto il loro primo
incontro. Sorrise, ripensandoci.
“Ho
avuto
l'ispirazione appena mi sono svegliato” ammise il mortale
“Il profumo che hai
lasciato sulle lenzuola deve avermi risvegliato il lato da scrittore".
“Buono
a
sapersi…”.
Il
mezzodemone decise di terminare la lettura comodamente seduto sulle
gambe
dell'umano, che si divertiva a far ruotare la sedia d'ufficio su cui
stava.
“Con
me
non serve che le nascondi, sai?” mormorò,
sfiorando con la mano la schiena di
Keros.
“Sono
scomode
in casa" ammise il principe “Ma spero di potertele mostrare
di
nuovo".
“Perché
non adesso?”.
“Come…?”.
Il
mortale strinse a sé il sanguemisto, baciandolo con un certo
trasporto. Il
tentatore contraccambiò quel bacio. Sentì una
delle mani dell'umano scendere ed
infilarsi sotto la cintura.
“Voglio
vedere le tue ali…” sussurrò Ary.
Il
mezzodemone ghignò, alzandosi in piedi.
“Ora
te
le mostro" rispose, iniziando a sbottonare la camicia.
“No.
Voglio essere io a farle comparire" ribatté l'umano,
baciando di nuovo
colui che aveva di fronte ed usando entrambe le mani per abbassarne i
pantaloni.
Keros
lo
lasciò fare. Chiuse la porta, voltandosi verso di essa.
Così facendo, permise
al mortale di cingerlo da dietro. Con le braccia tese e poggiate
sull'uscio in
legno, il principe chiuse gli occhi. Il mortale ne accarezzava il
petto, mentre
iniziava a possederlo. Il mezzodemone guidò quella mano
verso il basso,
risollevando leggermente il busto. Percepiva il respiro affannoso e
sempre più
accelerato dell'umano sul collo. Fu lieto di provare di nuovo quella
potente
sensazione di piacere. Sovrastò la mano del mortale che,
nell'eccitazione si
muoveva sempre più rapida attorno al membro eretto del
principe. Il sanguemisto
chiuse di nuovo gli occhi. Gemeva per il piacere e sentire l'umano fare
lo
stesso lo trovò estasiante. Lo sentiva dentro di
sé e, allo stesso tempo,
percepiva quella mano muoversi sempre più rapida.
“Voglio
vedere le tue ali!” ansimò il padrone di casa.
Il
principe non rispose. Non aveva nulla da dire. Sperava che quel momento
non
finisse. “Non fermarti" ripeteva nella sua mente
“Ary, non ti fermare!”.
Quegli attimi, che precedevano di poco l'orgasmo, li amava. La mano
libera del
mortale andò a stringere quella che Keros premeva contro la
porta. I movimenti
dell'uomo si erano fatti irruenti ed ogni spinta costringeva il
mezzodemone a
lanciare un gemito appassionato.
Una
goccia di sudore ne bagnò il viso e sorrise. Le ali non
comparvero di botto,
come nella notte precedente. Si schiusero piano, avvolgendo i due
amanti in un
abbraccio argenteo. Rimasero in silenzio, uniti, ansimando.
“Spero
ti
sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me"
mormorò Keros, con un ghigno
soddisfatto.
Non
aveva
bisogno di ricevere risposta: il volto dell'umano era espressione di
pura
estasi.
Ve
lo avevo un pochino promesso. Nella
descrizione del racconto si parla di Yaoi e fin ora non ne avevo messo
un
granché. Ma ora… Eccoci qui: soft Yaoi per voi :p
A presto!