Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: SagaFrirry    23/07/2018    2 recensioni
"Tu credi che il mondo sia solo bianco e nero, tutto per te può essere solo bianco o nero. Ma io sono la prova che non è così. Io sono il grigio? No. Io sono l'intero spettro di colori dell'Universo!".
Keros è un demone, ma non del tutto. È figlio di due specie molto diverse, frutto di un'unione per molti sacrilega. Questo è il racconto del suo cammino, lungo i secoli dell'esistenza. Fra Inferi e Cielo, buio e luce, dannazione e santità, scoprirà come essere realmente se stesso.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pensieri

 

Keros riaprì gli occhi nel cuore della notte. La luna, il cui pallido bagliore entrava dalla grande finestra della stanza, contornava gli oggetti della camera con luce argentea. Ci mise qualche istante, per realizzare dove si trovasse e che cosa stesse facendo. Era nudo, con le ali ancora visibili, steso a letto accanto ad un mortale profondamente addormentato. Si mise a sedere, indeciso sul da farsi. Che stava combinando? Quello era un umano! Come era mai possibile che un mortale lo condizionasse in quel modo? Lo guardava, mentre riposava tranquillo, e non provava altro desiderio se non quello di restargli accanto. Ma perché? Si scosse, piuttosto confuso. Forse era meglio riordinare le idee altrove…

 

Giunto a palazzo, il sanguemisto raggiunse in fretta le proprie stanze. Si guardò allo specchio, prendendo un profondo respiro. Che gli stava succedendo? Perché si sentiva così felice e, allo stesso tempo, fuori posto?

“Avete fatto tardi…” si sentì dire.

Simadè era sulla porta, pronto a servire il principe.

“Sì…” mormorò Keros.

“Vi porto la cena? Avete bisogno di altro?”.

“Siediti, per favore. Ho una cosa da chiederti. Un consiglio…”.

“Ne sarei onorato".

Il mezzodemone si stese a letto, Simadè preferì sedersi ed osservarlo.

“Come si capisce se si è innamorati?” domandò Keros.

“Come si capisce? Perdonatemi ma… non siete più un ragazzino. Dovreste saperlo".

“Ebbene: non lo so. In compenso so che tu sei innamorato, di Lilien. Dimmi come si capisce".

“Non è facile da spiegare. È un insieme di pensieri, ragionamenti, reazioni… Vi sentite felice quando siete in compagnia di quella persona, ci pensate sempre, volete averla accanto…”.

“E poi…?”.

“Poi provate desiderio. Desiderio fisico. E magari fantasticate su un futuro ipotetico. Ma perché, se posso saperlo, fate una simile domanda?”.

“Ammetto di non capire più me stesso. Non so se sono innamorato oppure se…”.

“Oh. Ma voi lo siete di sicuro!” interruppe il servo, con un ghigno.

“E come lo sai?”.

“Da come vi comportate ultimamente. Tutto il palazzo lo sa. Siete distratto, con la testa fra le nuvole, di splendido umore e sorridente. A volte perfino canticchiate. E sospirate. Sospirate con quello sguardo sognante…”.

“Io non… non me ne ero accorto!”.

“Siete molto innamorato e sarei davvero lieto di sapere di chi. Girano delle scommesse…”.

“Ma no! Io…”.

“Di che parlate?” interruppe Lilien, entrando di colpo nella stanza e buttandosi sul letto.

“Il principe è innamorato" spiegò Simadè.

Subito la demone ridacchiò ed iniziò a punzecchiare il sanguemisto, con canzoncine infantili a tema sentimentale.

“Piantatela!” sbottò Keros, arricciando il naso “Non è divertente".

“E perché?!” si stupì Lilien.

“Mi ero ripromesso di non innamorarmi. Ho visto che conseguenze porta l'amore. Non voglio avere il cuore a pezzi…”.

“Non tutti gli amori finiscono così...”.

“Questo sì. È inevitabile “.

Subito il principe pensò al fatto che l'umano sarebbe vissuto molto poco, meno di un secolo. Lo avrebbe lasciato solo in così poco tempo… Il solo pensiero, lo rattristò.

“Altezza…” si intromise Simadè “Se posso darvi un consiglio: non rimuginate troppo. L'amore è istinto. Ed alcuni di essi vanno vissuti e basta. Magari poi ci spezzano il cuore, ma prima di quel momento ci rendono davvero molto felici. Se questa persona vi rende felice, perché soffrire pensando a quel che sarà? Inoltre, se siete molto innamorato, ignorare questo sentimento vi renderà solo più affranto. Non siate sciocco. Vivete il momento!”.

“Dici?”.

“Ma sì!”.

“Kerosino innamorato!” ridacchiò Lilien “E non ci dici di chi? Dai! Siamo i tuoi confidenti!”.

“Io vi definirei più degli scopamici" storse il naso il sanguemisto “E dove sono i tuoi cuccioli?”.

“I NOSTRI cuccioli, vorrai dire. Stanno dormendo. O facendo danni da qualche parte, suppongo…”.

Il mezzodemone scosse la testa, tentando di togliersi di dosso la demone. Fortunatamente, un lieve bussare alla porta interruppe tutti quegli strani discorsi.

“Maestà!” sobbalzò Simadè, vedendo entrare Lucifero.

“Vi ho interrotti? Scusate…” ghignò il re.

“Nessuna interruzione” mosse una mano Keros.

“Stiamo solo spettegolando" annuì Lilien.

“Bene. Ok… Keros, che fai domani sera?” riprese il sovrano.

“Nulla. Credo. Perché?”.

“Devo assentarmi per un paio di giorni.  Vado in visita al palazzo di Samyaza e vorrei che mi sostituissi".

“Non c'è problema”.

“Sicuro? Non è che ti scoccia? Ti distraggo dall'anima finale o da altre faccende che…”.

“Quali altre faccende?”.

“Quelle che ti fanno canticchiare stupidaggini per il corridoio. Ci siamo capiti, no?”.

“Ah… ma… anche tu pensi che io…?”.

“Che tu sia strano e rimbambito? Sì. Lo pensano tutti. E preferisco pensare che tu sia innamorato, piuttosto di crederti del tutto rimbecillito senza motivo”.

Il principe non disse nulla. Non aveva idea di cosa rispondere.

“Allora…” incalzò Lucifero “…mi sostituisci per due giorni?”.

“Sì…” mormorò Keros.

“Che ti prende adesso?!”.

Il sanguemisto aveva sospirato di nuovo, guardando un punto imprecisato della camera.

“Pene d'amore?” ridacchiò Lilien.

“Ma lasciami in pace!” sibilò il mezzodemone, iniziando un breve bisticcio.

“Ok. Adesso basta!” li zittì il re “Voglio parlare da solo con mio figlio. Uscite!”.

Simadè obbedì immediatamente. Lilien si lagnò un po' ma alla fine dovette lasciare la camera, chiudendo la porta dietro di sé.

 

“Ora siamo soli. Dimmi: qual è il problema?” parlò Lucifero, sedendo sul letto accanto all'erede.

“È complicato…” sospirò Keros.

“Prova a fare un riassunto".

“È che… ecco… Sono successe delle cose che non avevo calcolato. Ed ora non so che fare. Mi scoppia la testa…”.

“Non può essere poi tanto grave. Che sarà mai accaduto?!”.

“Ho fatto sesso".

“E con ciò? È un problema?”.

“Con una persona con cui non avevo in mente di… Cioè… Non so come spiegare…”.

“Hai fatto sesso con qualcuno con cui non avevi in mente di fare sesso?”.

“Circa…”.

“Si chiamano rapporti occasionali, ragazzo. Continuo a non capire perché ti agiti tanto".

“Mi agito perché ora non so cosa fare. Credo… che questa persona mi piaccia, e anche molto. Ma so che vivere un amore del genere è sbagliato. So che sarebbe una storia che mi incasinerebbe l'esistenza!”.

“E di chi mai ti sei innamorato?! Non sarà mica un angelo, vero?”.

“No!”.

“Meno male. Ne sono sollevato. Nel senso… non ti avrei impedito di esprimere i tuoi sentimenti, ma non ne sarei stato molto felice. Dunque… Tornando al tuo problema, prova a fare un elenco dei pro e dei contro".

“Un elenco…”.

“Sì. Scrivi, nero su bianco, gli aspetti positivi e negativi che questa storia può avere. Per esempio potrebbe essere positivo che ti renda felice. Questo varrebbe già molti punti".

“Che mi renda felice?”.

“Sì. Se avere accanto questa persona ti rende felice, rende la tua vita più bella, allora perché rinunciarvi? Devi inseguire la felicità, ragazzo mio. Se una cosa ti rende felice, allora non può essere sbagliata".

“Mi rende felice anche uccidere umani per nutrirmi del loro sangue…”.

“Ed il problema esattamente dove sarebbe?”.

Keros trattenne un sorriso. Di certo non poteva svelare di avere tutti quei dubbi su un semplice umano, il re non avrebbe mai approvato. Però l'idea dei pro e dei contro gli pareva buona. Così decise, una volta rimasto solo in stanza, di scrivere subito il proprio elenco.

 

Ricomparve dal mortale a mattina inoltrata. Lo trovò davanti al computer, intento a scrivere e sorseggiare caffè.

“Non so come funzioni nel mondo dei demoni…” iniziò a parlare Ary, senza distogliere lo sguardo dal pc “…ma nel mondo umano non è molto cortese andar via in piena notte, senza dire nulla".

“Perdonami" sospirò Keros “Avevo bisogno di riflettere".

“E secondo te per me non vale lo stesso?”.

Finalmente i loro sguardi si incrociarono, ed il principe sorrise d'istinto.

“Sei un demone" riprese l'umano “Secondo te, non mi pongo dei dubbi a riguardo? Per quel che ne so, tutto questo potrebbe essere solo un modo subdolo per ottenere la mia anima. Potresti avermi incantato e costretto a provare sentimenti di cui mi stupisco. Anche la mia testa è piena di dubbi".

“Allora… Parliamone. Discutiamone insieme, ti va? So che ho sbagliato ad allontanarmi nel cuore della notte ma, come puoi vedere, ora sono qua".

“Va bene…”.

“Non ho usato il mio potere ieri notte. Non ho mai usato le mie doti di tentatore per spingerti a fare sesso con me. Quel che sta succedendo è del tutto imprevisto".

“Ma precisamente… Per te che cos'era? Intendo… Ieri notte. Era sesso oppure…?”.

“Non lo so. So che non ne sono pentito. E so che sono così felice, quando sto accanto a te, da dimenticare qualsiasi altra cosa. E tu? Cosa pensi sia stato?”.

“Qualsiasi cosa fosse, vorrei accadesse ancora. E ancora. Però… Resti comunque un demone. Come faccio a sapere che non è tutto un inganno?”.

“Penso non sia possibile capirlo. Devi solo fidarti di me".

Il padrone di casa rimase in silenzio. Keros inclinò la testa, non sapendo bene che cosa fare.

“Forse…” parlò poi il sanguemisto “…abbiamo bisogno di altro tempo per decidere. Avrò molti impegni nei prossimi giorni, dovrò stare lontano da questa casa e da te fino alla fine della settimana. Nel frattempo, potremo riflettere e capire. In quei giorni starò distante, quindi il mio potere non influirà in alcun modo sulle tue decisioni. Tutti i sentimenti che proverai, non saranno provocati dalla magia demoniaca. E…”.

“E poi? Sono la tua anima finale, dopotutto".

“Se vorrai che io sparisca dalla tua vita, lo farò. A malincuore, ma lo farò”.

“Oh…”.

“Ora ti lascio lavorare".

“Non sto lavorando. Cioè… non proprio. Ho iniziato un nuovo romanzo”.

“Davvero? Che bella notizia".

“Parla anche di te. Se non ti infastidisce…”.

“Scrivi pure tutto quel che vuoi".

“Vieni qui. Ti faccio leggere un pezzo".

Keros si avvicinò, sbirciando e leggendo sullo schermo. Vi era descritto il loro primo incontro. Sorrise, ripensandoci.

“Ho avuto l'ispirazione appena mi sono svegliato” ammise il mortale “Il profumo che hai lasciato sulle lenzuola deve avermi risvegliato il lato da scrittore".

“Buono a sapersi…”.

Il mezzodemone decise di terminare la lettura comodamente seduto sulle gambe dell'umano, che si divertiva a far ruotare la sedia d'ufficio su cui stava.

“Con me non serve che le nascondi, sai?” mormorò, sfiorando con la mano la schiena di Keros.

“Sono scomode in casa" ammise il principe “Ma spero di potertele mostrare di nuovo".

“Perché non adesso?”.

“Come…?”.

Il mortale strinse a sé il sanguemisto, baciandolo con un certo trasporto. Il tentatore contraccambiò quel bacio. Sentì una delle mani dell'umano scendere ed infilarsi sotto la cintura.

“Voglio vedere le tue ali…” sussurrò Ary.

Il mezzodemone ghignò, alzandosi in piedi.

“Ora te le mostro" rispose, iniziando a sbottonare la camicia.

“No. Voglio essere io a farle comparire" ribatté l'umano, baciando di nuovo colui che aveva di fronte ed usando entrambe le mani per abbassarne i pantaloni.

Keros lo lasciò fare. Chiuse la porta, voltandosi verso di essa. Così facendo, permise al mortale di cingerlo da dietro. Con le braccia tese e poggiate sull'uscio in legno, il principe chiuse gli occhi. Il mortale ne accarezzava il petto, mentre iniziava a possederlo. Il mezzodemone guidò quella mano verso il basso, risollevando leggermente il busto. Percepiva il respiro affannoso e sempre più accelerato dell'umano sul collo. Fu lieto di provare di nuovo quella potente sensazione di piacere. Sovrastò la mano del mortale che, nell'eccitazione si muoveva sempre più rapida attorno al membro eretto del principe. Il sanguemisto chiuse di nuovo gli occhi. Gemeva per il piacere e sentire l'umano fare lo stesso lo trovò estasiante. Lo sentiva dentro di sé e, allo stesso tempo, percepiva quella mano muoversi sempre più rapida.

“Voglio vedere le tue ali!” ansimò il padrone di casa.

Il principe non rispose. Non aveva nulla da dire. Sperava che quel momento non finisse. “Non fermarti" ripeteva nella sua mente “Ary, non ti fermare!”. Quegli attimi, che precedevano di poco l'orgasmo, li amava. La mano libera del mortale andò a stringere quella che Keros premeva contro la porta. I movimenti dell'uomo si erano fatti irruenti ed ogni spinta costringeva il mezzodemone a lanciare un gemito appassionato.

Una goccia di sudore ne bagnò il viso e sorrise. Le ali non comparvero di botto, come nella notte precedente. Si schiusero piano, avvolgendo i due amanti in un abbraccio argenteo. Rimasero in silenzio, uniti, ansimando.

“Spero ti sia piaciuto tanto quanto è piaciuto a me" mormorò Keros, con un ghigno soddisfatto.

Non aveva bisogno di ricevere risposta: il volto dell'umano era espressione di pura estasi.

 

Ve lo avevo un pochino promesso. Nella descrizione del racconto si parla di Yaoi e fin ora non ne avevo messo un granché. Ma ora… Eccoci qui: soft Yaoi per voi :p A presto!

   
 
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