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Autore: Blue Flash    25/07/2018    1 recensioni
«Aspettate tutti—…» urlò Bonney Jewlery, attirando tutta l’attenzione su di sé, mentre s’alzava in piedi e brandiva la mela che non aveva ancora terminato di mangiare. «Primo, com’è possibile che non si è unito anche Trafalgar al gruppo delle minacce? Secondo, quando fai arrivare questa maledettissima cena? E’ più di un’ora che sto aspettando, Cassiel, ed anche la mia pazienza ha un limite. Terzo, le tue mele fanno schifo. »
Drake, che era il più vicino a Bonney, scosse la testa per via delle risate generali, e poi afferrò la rosata per la manica della camicia e la costrinse nuovamente a sedersi, come se fosse una bambina.
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Lord Petyr Cassiel decide di indire una "Caccia al Tesoro" sulla sua isola misteriosa, ed invita a partecipare l'intera Generazione Peggiore, così da vedere in azione i famosi Supernovellini. Ma non saranno loro i soli a volersi impossessare del tesoro di Cassiel, a sorpresa parteciperanno anche i Rivoluzionari, la famiglia Vinsmoke ed i pirati di Barbabianca, che si ritroveranno bloccati su quell'isola.
Che i giochi abbiano inizio.
Genere: Avventura, Comico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eustass Kidd, Famiglia Vinsmoke, Jewelry Bonney, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 13. Verso i sotterranei
 
Una ciocca di capelli rosa venne tirata automaticamente indietro con un movimento fluido della mano, così da poter guardare meglio quelle parole appuntate di fretta sul foglio di carta che adesso Reiju stava osservando con interesse. Quello, effettivamente, era il primo e vero indizio che riuscivano a ricavare da soli da quando era iniziata quella prova. Poco male che a risolverlo, trovando la giusta soluzione, era stata proprio la più inaspettata delle persone. E questo non perché Reiju credesse che Bonney Jewelry fosse poco intelligente, ma semplicemente perché l’aveva vista riposata e fresca come pochi la dentro. Forse sarebbe stato egoistico dire che Reiju stessa si stava godendo la vita tranquilla all’interno delle mura, provando ad aiutare quando era necessario, ma in fondo a lei stare in pace le piaceva, soprattutto perché quegli sprazzi di vita le avevano dato la possibilità di starsene davvero tranquilla e lontana dai pensieri. Aveva visto poco i propri fratelli, punto a favore di quella situazione, eccezione fatta per Sanji che si preoccupava per ella, anzi, ogni tanto si era preoccupato addirittura troppo. Ma in fondo le faceva piacere sapere che c’era ancora qualcuno, in quella famiglia, capace di gestire il buon cuore ereditato da Sora, e veder Sanji sorridere la riportava indietro nel tempo. Poteva anche apparire agli occhi altrui come una fredda ed eterea bellezza, irraggiungibile, ma Reiju era così abituata ad indossare quella maschera dinnanzi a suo padre ed agli altri fratelli che si ritrovava a dimenticarsi di toglierla anche in occasioni come quella.
Probabilmente, se proprio doveva essere sincera con sé stessa, aveva trovato fin troppo piacevole la passeggiata che il Primo Comandante di Barbabianca le era riuscita a strappare sotto gli occhi vigili di uno Yonji che aveva inizialmente protestato. Aveva dovuto convincerlo a non seguirla semplicemente con le minacce e finalmente libera dal fratello minore, Reiju aveva avuto modo di poter interloquire con Marco, parlando del più e del meno, ma soprattutto perdendo la cognizione del tempo passato in sua compagnia. Il fiero comandante, oltre che ad essere un ottimo parlatore dall’acuta intelligenza, si era dimostrato anche piuttosto gentile e ben disposto, cosa che aveva indotto Reiju a lasciarsi andare, abbassando decisamente le proprie difese. Magari le sarebbe anche piaciuto ripetere ancora una volta l’esperienza, anche perché si erano lasciati con la promessa di raccontarle ulteriori avventure avvenute con i Figli di Barbabianca. Quello aveva giovato all’animo della giovane ragazza, che si era sentita libera grazie ad i racconti di Marco, però quel pomeriggio nella grande biblioteca, in mezzo alla generale esaltazione, non aveva avuto modo di parlargli, se non quando si erano scambiati un’occhiata indefinita dopo la scoperta dei sotterranei. Perfino lei, che da li non voleva andarsene per ovvie ragioni, aveva trovato interessante quella scoperta da parte di Bonney, ed insieme a tutti quanti aveva iniziato a dirigersi verso il punto appena scoperto. Sapeva bene che c’era una scala che conduceva ad i sotterranei, ma lei personalmente non aveva avuto modo di andare fin li sotto. Erano stati Ichiji, Niji e Yonji ad andare, e molto volentieri Reiju aveva lasciato loro l’onore di esplorare quei posti angusti e decisamente poco belli. 
Nel silenzio che si era ritagliata, nonostante le parole ed i borbottii di tutti quelli che le stavano intorno a raggiungerla, senza sorpresa alcuna, fu proprio Yonji, il più alto di tutti i fratelli Vinsmoke, che con le mani in tasca e lo sbadiglio pronto ad abbandonare le sue labbra. 
«Finalmente qualcosa d’interessante, non trovi Reiju?» le domandò con tranquillità, in fondo loro due parlavano spesso, per quelli che erano i loro standard. 
«Decisamente. L’intuizione di Bonney era chiaramente corretta se adesso ci stiamo dirigendo tutti quanti verso i sotterranei.»
«Sicura di volerci venire? Con quei tacchi?» e Yonji abbassò lo sguardo sulle scarpette rosa di Reiju, che la stessa aveva scelto per l’occasione. «Oppure potresti romperti un’unghia, sorellina.»
Sapeva che la stava prendendo in giro, ed infatti Reiju sorrise quasi divertita da quella provocazione del verdino. 
«Non preoccuparti, al massimo mi faccio portare in braccio.» 
Cosa che probabilmente non avrebbe esitato a fare, perché lei era una principessa ed in quanto tale si comportava sempre in questa maniera. 
«Dalla Fenice?» la rimbeccò il fratello, sperando di ottenere una qualsiasi reazione.
Lo faceva spesso, forse perché voleva assicurarsi che anche lei, a modo suo, riuscisse in qualche modo ad esternare qualcosa nei confronti del genere maschile, come loro lo facevano con il genere femminile, infatti proprio in quel momento passò al loro fianco Koala seguita da Bibi e Nami, distraendo il ragazzo.
Possibile che Yonji pensasse solamente al cibo od alle ragazze?
Se solo ne avesse avuto la possibila, e soprattuto se si fossero trovati da soli, Reiju gli avrebbe mollato uno schiaffo per farlo riprendere, ma in pubblico era sempre decisa ad andare con le buone maniere. 
«Hai finito di sbavare su quelle ragazze?»
«Eh? Ci hanno superati e non potevo non guardarle—…» si giustifò Yonji ghignando diverto prima di voltarsi a guardare la sorella assumendo un’aria incredibilmente seria. «E poi una di loro in teoria non potrei neanche guardarla altrimenti Niji s’incazza.»
«Come, scusa?» quell’affermazione fece inarcare le sopracciglia di Reiju, che camminando insieme al fratello si costrinse a non alzare troppo il tono della voce. «Spiegami.»
«Non posso, sono cose da maschi.» 
«Sono tua sorella.»
«Ma tu non mi hai raccontato niente della tua “passeggiata” in compagnia della Fenice.» 
«Ti ho detto che abbiamo solamente passeggiato e parlato. Da quando t’interessi delle mie faccende personali, Yonji?»
«Sono tuo fratello ed il tuo compagno di squadra, e poi con Niji quel pomeriggio non avevamo nulla da fare e vi abbiamo seguiti, ecco perché so queste cose.»
Ed ovviamente Reiju dovette richiamare a sé tutto il proprio gelido autocontrollo per non prenderlo a calci, dopo tale ammissione, fatta forse con fin troppa semplicità. L’avevano seguita? Questo era tipicamente loro e semmai ci fosse stata una volta successiva avrebbe proposto al Primo comandante qualcosa di decisamente differente, lontana da occhi indiscreti. Quello, però, la stava portando decisamente lontana dalla prima affermazione di Yonji, ancora perso a guardare le tre che correndo stavano raggiungendo il resto del gruppo, diretti verso i sotterranei. 
«Chi di loro non “potresti guardare”?»
«Ma io la guardo lo stesso, tanto Niji al momento non lo saprà mai—…»
«Yonji!»
«D’accordo, sei assolutamente fastidiosa Reiju quando t’impunti. Comunque, decisamente la principessa di Alabasta, con quei suoi capelli blu e quei fianchi e quel—…»
Ma Reiju non era disposta a tollerare certi commenti decisamente maschilisti, quindi sollevò una mano andando a stringere la mascella di suo fratello. 
«Piantala ho capito. E tu credi che interessi a nostro fratello?» 
«In realtà non ne sono sicuro, ma quando la vede ascolta meno del solito, quindi ho formulato quest’ipotesi.»
Non che la cosa interessasse davvero Reiju, che lasciò andare la mascella di Yonji, portando le lunghe dita a sistemarsi il vestito candido. 
«Yonji, se per fare qualsiasi cosa t’impegnassi la metà di quanto t’impegni per studiare le ragazze a quest’ora saresti un vero genio.»
Fu proprio con soddisfazione che Yonji le ghignò fermandosi dinnanzi la porta che dava sulle scale per i sotterranei, dinnanzi la quale la stessa Reiju si fermò ad osservare verso il basso. Non le piacevano molto i luoghi chiusi, men che mai quelli che andavano sotto terra, anche perché quel posto era fin troppo misterioso perfino per lei, quindi dovette trattenere un flebile sospiro prima di muovere un passo verso il primo scalino, cosa che venne interrotta da una figura alle proprie spalle che poggiò una mano sul suo fianco, facendola immobilizzare. 
«Non hai paura a metterti fra me e quella pazza di Jewelry però ti spaventi a scendere delle scale? Così potresti anche deludermi, Miss Vinsmoke.» 
La voce di Eustass Kidd, che era apparso improvvisamente alle sue spalle, era quanto di più inaspettato Reiju immaginasse, tanto che rischiò di poggiar male il proprio tacco, ed in quel caso una caduta era praticamente d’obbligo. Il voler intervenire poco prima era stato dettato unicamente dal buon senso, perché conoscendo quegli individui era più che ovvio che una rissa sarebbe potuta degenerare. Lo faceva costantemente con i propri fratelli e lo avrebbe fatto anche con chiunque altro, ma Kidd, che sicuramente doveva ghignare alle sue spalle, aveva chiaramente osato troppo con quella mano. 
«In realtà avrei preferito un po’ più di luce per scendere queste scale, ma se vuoi posso spostarmi per farti passare.» e Reiju, con tali parole, voltò appena il viso per guardarlo di sbieco, accennando un sorriso con le labbra perfette che si ritrovava. 
«Prima le signore. Che non si dica in giro che non sono un gentiluomo.» 
«Reiju!» s’intromise chiaramente Yonji, che doveva aver assistito a tutta quella scena imbarazzante. «Hai trovato chi potrebbe portarti in braccio, che ne pensi?!»
Peccato che certe volte Yonji parlava decisamente troppo e quella era una delle frasi che non avrebbe dovuto pronunziare proprio dinnanzi Kidd, che si mise a ridere divertito. Lei, dal canto suo, prese a scendere scuotendo il capo, così da liquidare entrambi con un sospiro profondo. 
«Andiamo, tuo fratello è divertente, rosellina, non scappare e poi se volevi davvero un passaggio bastava semplicemente chiederlo.»
Era una vera fortuna che li sotto non vi fosse quasi totalmente luce, eccezione fatta per delle torce sicuramente accese da Sabo e seminate lungo il cammino verso i sotterranei, anche perché in quella maniera non era possibile vedere le sue guance tingersi di un lieve rossore.
E dire che Reiju non arrossiva mai, perché nessuno era davvero in grado di farla sentire in imbarazzo. Nessuno eccezione fatta per Eustass Kidd, che unito a suo fratello Yonji si stava impegnando per volerla fare sprofondare nel terreno
«So camminare da sola, Esustass Kidd, ma grazie, lo terrò a mente per eventuali situazioni future.»
Ovviamente non era per nulla vero, ma voleva trovare un modo per rifiutare quella sorta di invito senza sembrare eccessivamente scortese e con un pizzico di sarcasmo, quale era solita adoperare in situazioni tali. Perché purtroppo, per quanto impensabile fosse, c’erano fin troppi a domandare la mano di Reiju, pretendenti che per fortuna non erano mai stati accettati da Judge. Unica nota positiva di suo padre, non voleva cederla tanto facilmente, forse perché questo equivaleva a dire cedere una preziosa risorsa in quanto arma, ma per lei era una fortuna perché non aveva intenzione di accettare un matrimonio combinato come aveva pensato, un tempo, per Sanji. 
Sentì il pirata dai capelli rossi, che teneva sulle spalle la sua consueta pelliccia, ridere divertito, ma Reiju decise di lasciarlo cuocere nel suo stesso brodo, decisa invece a focalizzare tutte le proprie attenzioni sull’ampia sala che si apriva alla fine del corridoio. Era una strada lunga, doveva ammetterlo, anche perché il solo pensiero di risalire le scale le faceva già girare la testa, ma tutti quanti oltrepassavano una porta in fondo al corridoio, e si fermavano li dentro. Doveva essere sicuramente li il secondo indizio, e dire che nessuno aveva pensato di scendere fin laggiù a controllare, ma appunto gli indovinelli avevano sviato, proprio come la biblioteca in un primo momento.
Le iridi cristalline di Reiju, una volta oltrepassata la pesante porta in legno, si soffermarono a studiare la sala spoglia e fatta totalmente da blocchi di pietra, nella quale si stavano riversando tutti quanti, e quel che immediatamente la colpì furono le tre aperture, dei veri e propri tunnel, che spuntavano sulla parete dinnanzi a loro. Era come se Cassiel li stesse mettendo dinnanzi a tre scelte possibili, tre vie da seguire ed improvvisamente la frese decifrata dal libro aveva senso.
Le vie sono nei sotterranei. 
Quindi tutto combaciava e questa era chiaramente la continuazione della prova. Si fermò accanto ad Ichiji, che la guardò di sbieco tenendo le braccia serrate all’altezza del petto. 
«Sei in ritardo.» 
Come sempre il fratello rosso non si scompose neanche un poco, risultando addirittura annoiato da quella situazione. 
«Ero con Yonji.»
«Immaginavo—… in ogni caso, Reiju, tieni gli occhi aperti.»
Ovviamente la ragazza dai capelli rosa annuì impercettibilmente, sorpresa da quel guizzo di fraternità nelle parole di Ichiji, che di solito, insieme a Niji, erano quelli che meno si curavano di lei. Ma forse voleva che stesse attenta per non perdere potenziali indizi. In fondo le avevano detto chiaramente che quel tesoro doveva finire nelle mani della Germa, proprio come la tecnologia di Cassiel, superiore perfino alla loro. Su quest’ultimo punto Reiju concordava, ma il portare via quella tecnologia era decisamente più complesso. 
«Ed adesso?»
A porre quella domanda, dall’altro lato della sala, era stata Nami, la Gatta Ladra, che si stringeva conclusivamente a suo fratello Sanji, perché era palese per chiunque che quel posto la spaventasse. 
«Ed adesso è chiaro che dobbiamo entrare, anche perché leggete quello che c’è scritto sulla parete sopra le entrate.» asserì con serietà Trafalgar Law che con la punta della sua spada, proprio sotto una di quei tre tunnel, indicò qualcosa che era sfuggito agli occhi attenti di Reiju. Effettivamente era stato scritto scavato nella roccia e questo rendeva il tutto molto più interessante. 
Solo una delle tre vie conduce alla chiave”.
Quelle frasi incise nella roccia della grande camera sotterranea erano il chiaro segno che dovevano trovare questa chiave, forse nominata anche nel primo indovinello, quindi da li seguire il percorso era piuttosto logico. Solo che la vera domanda era: quale scegliere?
«Ho già un piano, quindi non fate quelle facce e statemi ad ascoltare tutti quanti.» continuò il chirurgo assumendo un’espressione serissima. «Ci divideremo in tre squadre ed ogni squadra s’avventurerà in uno dei tre tunnel, anche se sembra più che altro un labirinto.» 
«Law ha ragione, dobbiamo dividerci per fare prima, non possiamo rischiare di perderci. Useremo delle funi per segnare la via, man mano che proseguiamo.» aggiunse il biondo rivoluzionario, decisamente un tipo capace di ragionare e che si scambiò uno sguardo d’intesa con il felino. 
«Quanti componenti per ogni squadra, Law?» domandò Drake, che dal canto suo era rimasto in silenzio fino ad allora, ma che finalmente aveva fatto un passo in avanti. 
Il chirurgo inarcò un sopracciglio scuro e poi si voltò a studiare l’ingresso di quel tunnel, prima di tornare a puntare gli occhi su colui che diventava un dinosauro. 
«Tre persone per squadra. Di più sarebbero un ingombro e di meno potrebbero andare incontro a pericoli. Tre mi sembra il numero perfetto per entrare li dentro.»
Tutti quanti, dopo le parole del chirurgo, annuirono ma prima che qualcuno potesse dire qualcosa di utile Luffy si gettò in avanti ed afferrò Trafalgar per un braccio e lo strattonò.
«Io voglio andare, ti prego.»
Reiju sorrise divertita da quella scena, beccandosi un’occhiataccia da Niji, ed ovviamente anche il chirurgo della morte sembrava essere scocciato da tutto quello, quindi si ritrovò ad annuire per esasperazione. 
«D’accordo, andremo sicuramente io e Luffy, poi chi altro vuole andare? Cerchiamo volontari.»
«Noi andiamo sicuro, giusto ragazzi?» a parlare fu Sabo, che si scambiò un’occhiata d’intesa con Lindbergh, che lo affiancò immediatamente, e Koala, imbarazzata raggiunse gli altri due, andando così a costituire la prima squadra. 
«Ottimo, voi sarete un gruppo, poi chi altro vuole entrare?»
Quella domanda di Law risuonò per tutta la sala, sentì qualcuno, probabilmente Usopp, rintanarsi insieme a Nami ed a Chopper lontano dall’entrata, chiaramente loro non sembravano decisi ad oltrepassare quei tunnel. Perfino i suoi fratelli, che di solito non facevano altro che mostrarsi spavaldi, rimasero in silenzio, forse perché volevano semplicemente godersi lo spettacolo. Non c’era sicurezza che avrebbero combattuto, e questo probabilmente li faceva esitare, ma Reiju, dal canto suo, non aveva voglia di starsene con le mani in tasca, anche se quello equivaleva a salire un ulteriore gradino verso la libertà dall’isola dove voleva rimanere. Eppure la principessa della Germa, dall’alto del suo rango, voleva essere collaborativa, quindi mosse un passo in avanti e senza guardare nessuno parlò.
«Vorrei andare anche io.»
Sicuramente quella fu una vera e propria sorpresa, anche perché lei non sembrava prettamente una donna d’azione, anche se grazie al suo potere aveva dei trucchetti nella manica decisamente interessanti. Si voltò a guardare i fratelli, che annuirono soddisfatti, come se quel gesto altamente macho fosse quello che Reiju doveva fare da tempo, e poi fissò Law, che annuì. 
«D’accordo, principessa Reiju—…»
«Se volete con lei posso andare io
Improvvisamente una voce s’alzò dal fondo della sala, costringendo anche Reiju a volgere lo sguardo in direzione di chi aveva parlato, e tutti quanti si spostarono per far passare incredibilmente Marco la Fenice, che accompagnato da Izou, al suo fianco, s’incamminò in direzione della ragazza. Probabilmente questo fu uno dei pochi momenti della sua vita in cui Reiju era piacevolmente rimasta senza parole, stupita dalla volontà e dalla perizia del comandante. Insomma non si era di certo immaginata che qualcuno, o forse proprio lui, volesse accompagnarla in una missione abbastanza pericolosa, ma Marco si era rivelato per quello che era: un vero gentiluomo. Ed infatti, guardandolo fisso negli occhi, come se in quella sala esistesse solamente lui, gli sorrise sinceramente. 
«Marco, va bene andrai con Reiju.»
Sentì solamente di sottofondo la voce di Law, che aveva aggiunto qualcos’altro riguardo lo stare attenti, ma in quell’istante per la principessa Vinsmoke vi era solamente il comandante dei figli di Barbabianca. Eppure, una parte non indistinta di sé stessa, le urlava di smettere di sorridere, o di provare a flirtare con lui, perché era una cosa sbagliata. Anche perché, riflettendoci, quanto poteva lei, una nobile principessa, interessare un pirata come lui? Venivano da mondi totalmente differenti, avevano saggiato e sperimentato vite opposte, poiché Marco era libero come il vento mentre Reiju era sempre stata chiusa in una bolla di cristallo. Non vi era futuro per loro, e questo, a malincuore, lei stessa dovette ricordarselo prima di lasciare che la propria mente vagasse e rischiasse di perdersi per qualcuno come lui. 
Quindi, ferma al suo fianco, con le sottili braccia intrecciate all’altezza del seno, volse nuovamente uno sguardo al capo della spedizione, sperando di poter entrare li dentro il prima possibile.
«Ottimo quindi mancano solamente due persone, altri volontari?»
«Vorrei andare anche io!»
E fra uno sbadiglio e l’altro, lo spadaccino dai capelli verdi si fece avanti, poggiando una mano su una delle sue tre spade, ma ad interromperlo vi fu un urlo generale, anche da parte dello stesso chirurgo. 
«NO!»
«Eh? Perché no?» domandò infastidito Roronoa mentre cercava di liberarsi dalla presa dei compagni che volevano impedirgli di andare. 
«Perché tu ti perdi in condizioni normali, Testa d’alga, figurarti in un possibile labirinto. Sei la persona peggiore che possa andare li dentro.» gli rispose, sorprendentemente, suo fratello Sanji, che lo aveva afferrato per la maglietta, impedendogli di andare oltre. 
Lo spadaccino si voltò verso di lui infuriato e gli puntò il fodero della spada contro, cosa che non sorprese neanche un poco Reiju. 
«E sentiamo, perché tu non ti sei proposto per andare, Cuoco?»
«Semplice, idiota, io devo proteggere la bellissima Nami ed ovviamente qualsiasi altra donzella che non vuole entrare la dentro—…  Reiju, a proposito, sei ancora in tempo per cambiare idea.»
«Sempre il solito pervertito.»
«Come mi hai chiamato, imbecille?»
Non poté che sorridere nel sentire le parole di suo fratello Sanji, sempre così al confine fra l’amorevole e l’inquietante passione per le ragazze, quindi si limitò a scuotere il capo facendo un chiaro cenno di “no” con il viso. In quegli istanti, in cui si stavano ancora cercando altri due membri disposti ad aggiungersi al gruppo, fu abbastanza certa di aver visto uno scambio di sguardi fra la principessa Nefertarti e la sua guardia reale, che probabilmente avrebbe tanto voluto uccidere la sua stessa protetta. Eppure Reiju, mettendosi nei panni del Falco di Alabasta, in parte lo poteva comprendere, perché quella situazione apparentemente placida nascondeva qualcosa di decisamente più pericoloso ed incomprensibile, quindi era giusto tenere sotto osservazione una nobile quale Bibi. Sapeva bene quanto la sua famiglia fosse differente dalle altre e lei stessa, quella ragazza dai capelli turchesi, lo dimostrava ogni giorno di più. Nonostante la loro discendenza più che nobile, forse addirittura sarebbero dovuti essere dei Draghi celesti, Reiju si era ritrovata ad avere a che fare con una ragazza decisa e simpatica e forse anche un po’ attaccabrighe, nulla che avesse a che fare con gli stereotipi delle comuni ragazze nobili. Magari lei stessa un po’ rientrava in quel circolo, ma sempre per pura facciata. 

«D’accordo io ci sto. »
Non tarda a giungere il penultimo ingresso nel gruppo dei nove, ed a parlare era stato propio Drake, il T-Rex, che sotto lo sguardo curioso e divertito di Bonney li raggiunse ed andò a fermarsi non molto lontana da lei e Marco. Ecco, il suo intervento era piuttosto interessante, aggiungendo anche le voci misteriose che giravano sul suo conto. 
«Non me ne rimarrò qui ad annoiarmi mentre voi fate tutto il lavoro divertente—…»
Quell’ultima voce, di colui che aveva appena deciso di unirsi, fece scattare Reiju, perché l’aveva sentita poco prima di scendere le scale, e questo ebbe su di lei un effetto destabilizzante. No, Eustass Kidd era certamente l’ultimo che avrebbe voluto avere a fianco in quell’impresa, forse perché quel rosso era un provocatore nato. 
«TRAFALINO!!! Kidd verrai con noi, non è vero? Così possiamo ripetere quello che abbiamo fatto a Sabody.» urlò Luffy afferrando ed allungandosi verso Kidd, che lo guardò con la peggiore delle espressioni. 
«Quindi combinerete un casino? Perché io, di Sabody, ricordo soprattutto questo e di come quel fottuto ammiraglio ci abbia quasi presi tutti.»
Bonney Jewelry non si risparmiò di commentare, cosa che ben poco sorprese tutti quanti. Non aveva idea di quello che fosse successo su tale arcipelago, ma dagli sguardi che loro tre si lanciarono sicuramente qualcosa di pericoloso.
«Bene, Kidd andrà con loro, mentre io verrò con voi due.» asserì con sicurezza Drake, che forse era il più sollevato nel non avere in squadra qualcuno come uno dei tre che stavano per fare a botte a pochi metri di distanza.
Reiju si sporse leggermente in avanti per assicurarsi di aver compreso bene i vari partecipanti a quella continuazione, ed alla fine si ritenne soddisfatta anche della propria stessa scelta. In tal modo i suoi fratelli non avrebbero potuto dirle nulla, perché lei era stata un membro attivo della spedizione, e poi aveva anche modo di poter interagire, di nuovo, con la Fenice, cosa che non le dispiaceva neanche un poco.
Qualsiasi cosa li attendesse in quel tunnel buio, decisamente troppo buio, lei era pronta ad affrontarlo e per farlo avrebbe usato anche il suo amato veleno, perché Reiju, in fondo, era una guerriera e sapeva difendersi da sola.
   
 
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