«Dove vuoi andare?» le chiede Luca.
Ramona fa spallucce, è seduta scompostamente sul sedile al lato passeggero.
«A Taormina, in spiaggia.» risponde lei.
Sui sedili posteriori e nel portabagagli avevano una montagna di borse. Ramona aveva ironizzato sul fatto che tutta quella roba fosse inutile, dato che quel viaggio, per lei, sarebbe durato poco. Entrambi erano corsi l'uno a casa dell'altra, per preparare in fretta i bagagli mentre i genitori, a quell'ora della mattina, proprio a casa non c'erano. Quella loro pazzia era qualcosa che nessuno doveva sapere, si spariva e basta.
Ramona aveva utilizzato una borsa esclusivamente per portarsi appresso tutti i suoi libri preferiti, ed i quaderni e le penne per disegnare e scrivere. Vestiti ammucchiati negli zaini e tutti i costumi da bagno che i due avevano. Spazzolino, asciugamani e scarpe. Ramona aveva preso la busta di carta bianca in cui teneva tutti i suoi risparmi; centinaia di euro che avrebbe usato senza troppa attenzione. In fondo stava per morire.
Luca imbocca l'autostrada, incominciando a viaggiare verso la meta richiesta da Ramona.
«Io te l'avevo detto di separarci quando il mio male si sarebbe ripresentato, così non avresti sofferto tanto. Ma tu non mi ascolti mai.» dice Ramona, con un tono quasi cantato, dolce e pacato come al solito. Il suono della sua voce è leggermente acuto ma impregnato di tenerezza. Lei è così tanto buona.
«Non ti avrei mai lasciata per questo, e tanto meno lo farei adesso, lo sai.» Luca corruga la fronte.
«Sì, ma la stronza adesso sono io. Io ti sto per lasciare.»