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Autore: Artemysia    26/07/2018    1 recensioni
A tredici anni ho scritto un libro... un libro brutto.
Oggi ve lo ripropongo, in veste di parodia fantasy, con commenti ironici della sottoscritta ventiquattrenne. Perché? Beh, per tre motivi:
- Per darvi un ottimo esempio su cosa NON fare quando si scrive un fantasy;
- Per dimostrare che si migliora tanto, con la pratica;
- Perché questa roba fa davvero sbudellare dal ridere.
Quindi mettetevi comodi, preparatevi a sputare qualche polmone dal ridere delle mie ingenuità e, soprattutto, ricordatevi che il non prendersi sul serio è il primo passo per la perfezione.
Genere: Comico, Fantasy, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IL PORTALE CHE CONDUCE AL REGNO


[Eh sì! Sono una veggente talmente brava che Gramen spostati, non sei nessuno! Conduce proprio al regno, questo portale fortunatissimo!]
“Non è possibile!” mi disse Greg quando tornai al villaggio.
“Ma io…ne sono sicura…l’ho visto!” ribattei ansimando per lo sforzo della corsa.
“Ma non ci possono essere portali nella foresta, a parte quello principale e quelli a sola andata, altrimenti non servirebbe a niente usarla come prigione, non ti pare?” disse lui. [Mi piace quando Greg abbraccia la logica vulcaniana, peccato solo che vada in conflitto con il suo patetico modo di reagire davanti alle donne]
“Senti, non so spiegartelo, anche secondo me è impossibile, ma c’era!” dissi mentre riprendevo fiato. [Capito? Se una cosa è del tutto inverosimile, non spiegarla! Dì solo che c’era PERCHÈ SÌ]
Greg non voleva proprio credermi, ma io lo portai a forza sulla sponda del lago. Per quello che ne sapevo, il portale poteva anche essersi chiuso mentre ero via, ma, fortunatamente, lo ritrovai nello stesso identico punto. [Ma che fortuna, eh? Tranquilla, tranquilla, resterà aperto per tutto il tempo che vorrai!] Greg non commentò, rimase solo a bocca aperta. Fu Ophelia, che ci aveva accompagnati, a rompere il silenzio:
“Credo che avesse ragione lei, Greg!” [Grazie per il tuo contributo del tutto inutile, Ophelia. Avevi già fatto una bella figura nello scorso capitolo, vedi cosa succede a voler strafare?]
“Credete che porti in un altro punto di Knarenn?” chiesi.
“Non si può sapere, l’unico modo è attraversarlo” disse Greg che parve essersi appena risvegliato da una trance. [Viaggia anche tu con PORTALE™! Il PORTALE™ è il mezzo più veloce del regno. Urbane ed extraurbane, anche in mondi paralleli! PORTALE™ è anche il mezzo di trasporto più sicuro! Salvo il fatto che non sai dove porta, che potrebbe essere a senso unico o chiudersi a tradimento! Viaggia anche tu con PORTALE™: la nuova frontiera del viaggio istantaneo… se arrivi a destinazione!]
“Vado io!”
“Assolutamente no! Sei la persona più importante di Knarenn in questo momento.”
“Ma cosa mi può succedere?” [Assolutamente nulla, PORTALE™ è stato testato dalle famiglie e approvato dalle poche soddisfatte! Le altre hanno perso i loro figli nel vuoto siderale, ma ehi, PORTALE™ ha anche un contratto col governo per risolvere il problema della sovrappopolazione e della carenza di case da regalare!]
“Ma ragiona, Kety! Se il portale si chiudesse mentre tu sei via? Se ti portasse in braccio alla regina? I pericoli sono molteplici”
Non risposi. Io volevo andare, ma non trovavo nessun argomento a mio favore. [Greg, è che vuole svignarsela. Te lo dico io] Alla fine Ophelia disse:
“Dai, Greg, lasciala provare. In fondo quando ci ricapita un’occasione del genere?” [Eh, dai, lasciala provare! Che se la perdi, poi, lo senti tu cosa avrà da dire il consiglio!]
Greg la guardò come se avesse detto la cosa più orrenda al mondo, poi si rivolse a me:
“Se incontri qualche pericolo torna subito qua!” [CHE? LA LASCI ANDARE?]
“Allora posso andare?” dissi felicemente. [NO CHE NON PUOI!]
“…Si” rispose lui contrariato.
Così mi avviai subito verso il portale ed entrai. [Oh, a kety piace farlo senza preliminari] In un attimo mi ritrovai dall’altra parte: un bosco. Sicuramente non apparteneva a Knarenn, perché gli uccelli cantavano, gli alberi erano verdi e la temperatura era quella che si può avere ad Agosto. [L’arborometro è felicissimo, tira coriandoli!]
Sentii delle voci in lontananza, così decisi di trasformarmi in lupo, per evitare che qualcuno mi riconoscesse. [Eh, sai, hai abitato nel regno per tre giorni, tutti si ricordano di te] Presto, il bosco si rivelò essere molto piccolo, perché mi ritrovai quasi subito nel bel mezzo di una strada affollatissima, fatta di marmo bianco. [Marmo bianco? Sarà mica la CAPITALEH?] Decisi di percorrerla, e dopo poco tempo mi ritrovai in una piazza, proprio di fronte ad un palazzo bianco, con dei gradini davanti. Me lo ricordavo benissimo, era quell’edificio dove mi avevano fatto giurare, e questo significava che ero tornata.
Mi misi subito a saltare di gioia e a urlare, senza rendermi conto di ciò che facevo:
“Sono tornata!”
Per fortuna ciò che uscì dalla mia bocca fu solo una serie di abbai e ululati, e nessuno mi riconobbe. [Cioè, questo è un lupo che abbaia, salta e ulula in mezzo a una piazza. E nessuno si fa due domande? Nessuno scappa? Nessuno chiama l’accalappiacani?] Tutti pensarono che fossi un povero cane vagabondo con qualche problema mentale che si era messo a saltellare in mezzo alla piazza. [Perché anche i lupi sono BUONIH nel regno delle fate, quindi hanno libero accesso alla piazza. Capito]
Quando tornai in me feci girare gli ingranaggi del cervello, [Perché, hai un cervello?] e mi venne subito un’idea. Infatti, sapevo benissimo dove andare: Jenny.
Corsi verso casa a più non posso e mi fermai davanti alla porta d’entrata. [Ah, quindi Jenny vive ancora in casa tua? Non le hanno dato la sua casa molto carina personale?] Dovevo riuscire a convincere Jenny a farmi entrare per potermi trasformare, così cominciai a grattare la porta con la zampa. Jenny non tardò ad arrivare, e quando aprì abbassò lo sguardo verso di me, dicendo:
“Ciao, cucciolo!” [Oh, non ci arrivano. Non è un cucciolo, è un caspita di LUPO!]
“Ma quale cucciolo” pensai. [Eh, appunto!]
“Mi spiace, ma non ho proprio niente da darti da mangiare” [Sì, magari mangia te. Non so, vuoi stare lì sulla porta a farti sbranare?]
Dato che non mi importava proprio un bel niente del mangiare, cercai di intrufolarmi in casa attraverso le gambe di Jenny, ma lai non aveva intenzione di lasciarmi pensare.
“No, torna a casa, non ho niente per te!”
“Che creatura senza cuore – pensai – non sfama nemmeno un cagnolino in difficoltà. [Oh, Dio, dammi la forza di sopportare le sue cretinate!] Ma come faccio ad entrare?”
Alla fine, provando e riprovando, riuscii a sgattaiolare in casa.
Notai che c’era un certo odore di polvere, [Ah, quindi Jenny non ci vive e viene solo a pulirla? Ma allora hai avuto KULO anche per averla trovata lì, non solo per il portale!] ma mi ripresi subito quando Jenny cercò di farmi uscire impugnando una scopa come una lancia. Certo non avevo intenzione di ubbidirle, ma non volevo nemmeno essere accoppata, così cominciai a correre intorno al divano. [Basta scene idiote, vi scongiuro! Procediamo con la trama!] Jenny fece lo stesso, ma poco prima di prendermi, io saltai il divano e mi trasformai.
“Mi piacerebbe parlarti con ancora la testa attaccata al resto del corpo, ora che sono tornata”
“Kety?”
“Sì, sono io”
“C…come hai fatto a…?”
“E’ una storia lunga… se vuoi ne parliamo”
Lei face cenno di sì e andò a chiudere la porta e le tende delle finestre. [Uh, gombloddo!]
“Tu non dovresti essere qui!” mi disse [Davvero, Jenny? Grazie per averci messo a parte del fatto che anche tu sai contare fino a tre, e quindi sai che Kety è un anno in anticipo!]
“Beh, ho trovato un portale e…”
E così le raccontai di come ero arrivata. Lei continuò a fare domande, e io le parlai anche dei centauri, del serpente Ater, delle arpie, del consiglio, del Repercussio e tutte le altre mie avventure. [Perché, ricordiamoci, lei era stata ESILIATA in una PRIGIONE NATURALE, non mi pare tanto giusto chiamarla AVVENTURA al posto di PENA DETENTIVA] ascoltava in silenzio, tranne in alcuni momenti che diceva sbalordita frasi del tipo: “Centauri, davvero?” oppure “impossibile! Ma hai incontrato veramente Celeno?” e altre.
Dopo qualche ora le chiesi di White, e lei mi portò nella stalla. [Oh, l’unicorno BIANCO di Napoleone! Da quanto tempo! Vediamo se ci fa la grazia di un discorso diretto]
“Alla buon ora!” fu l’unico saluto che mi fece l’unicorno, [SIGNORI, EPICO! Grazie di esistere, BIANCO, con il tuo ermetismo colpisci sempre dritto al punto! Hai detto DUE dico DUE battute, sei addirittura meno loquace della legislazione reale!] ma parlai ugualmente anche con lui.
Alla fine rimasi lì tutta la giornata, e al tramonto capii che, forse, mi ero trattenuta un po’ troppo. [Io ci provo a sperare che il portale si sia chiuso, ma so che è energia sprecata] Feci per congedarmi, ma Jenny mi fermò:
“Io e White veniamo con te!”
“Che cosa? No, non potete” [Guarda che se sei sopravvissuta tu può farcela davvero chiunque]
“Sì che possiamo. Io posso dire di essere andata a fare un viaggio, nessuno sospetterà di niente!”
“Jenny, non credo che…”
“Non ammetto discussioni. Io vengo.”
“No, no, no, frena.”
La conversazione durò un altro quarto d’ora abbondante, ma alla fine mi convinse.
“Insomma, tutti penseranno che sono una a cui piacciono gli animali!” disse mentre ripercorrevamo la strada di marmo rivolgendosi a me e a White. [Niente, quando la gente viene in contatto con Kety, inizia a fare battute pessime] Io, naturalmente non risposi, dato che mi ero trasformata, e mi limitai a guidare i miei accompagnatori. Tornata nel boschetto vidi che il portale era ancora integro. [Eh, tranquilla, non avevamo dubbi!] Mandai dentro prima Jenny, seguita da White, poi entrai io. Quando arrivai, la prima cosa che vidi fu Greg che puntava una lancia al collo di Jenny:
“Parla, dov’è?” decisi allora di intervenire prima che a Jenny venisse staccata la testa.
“Se ti riferisci a me, sono qui!” vedendo, però, che Greg non accennava ad abbassare l’arma, aggiunsi:
“Sono con me!” [Sono con lei, capito? Garanzia di qualità!]
   
 
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