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Autore: Wilhermo    26/07/2018    3 recensioni
L'acqua richiama altra acqua: davanti ai miei occhi, l'amplesso fra il mare immenso e lo sconfinato cielo. Quest'ultimo, carico di nubi tempestose, riversa la sua pioggia d'amore nel primo, del quale, fra sordi ululati, nemmeno la cresta dell'onda più alta può sfiorare la sommità celeste. E' un amore a senso unico: dapprima delicato, poi sempre più dirompente.
Giunta la sera, passata la tempesta, il cielo si veste di rosso, paonazzo di vergogna. Il mare impassibile, come una montagna.
Genere: Introspettivo, Poesia, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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Sordo, dirotti l'angoscia in maestrale,
candido mare in tempeste di goccia.
Tinnula, cede al richiamo la pioggia.
Posso gustare l'odore del sale.

L'acqua già quaglia con ritmo pacato,
vitrea, s'insidia sul vento eccitato.
Sfrigola, molle, la cresta dell'onda:
violenta la brama ch'essa risponda.

Gonfia l'impulso quell'avido cielo:
stupro di nubi stracolme d'amore,
viscidi lampi trasudano orrore.
Sudo smarrito, attendo, congelo.

Ma quando si placa, d'ardore svuotato,
di docile vespro si tinge, pentito.
La brezza riecheggia il dolore patito
dal gelido mare, d'amore riempito.
   
 
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