Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Silmoonlight    29/07/2018    0 recensioni
La pioggia, una figura in rosso e un orologio trovato per caso.
Robyn è una ragazza interessata da sempre di antiquariato e archeologia, passioni tramandatele dal padre. Questo orologio trovato per caso nasconde però dei segreti, sarà in grado Robyn di scoprire la verità?
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il rimbombo della porta chiusa riecheggiò in tutto il palazzo che a quell’ora della sera era più silenzioso che mai. Robyn si precipitò in cucina, non mangiava dal momento del pranzo, ma troppo stanca per mettersi ai fornelli, decise di bersi una bella tazza di latte per riempirsi un po’ lo stomaco prima di coricarsi, finalmente, nel suo enorme letto colmo di cuscini coloratissimi.

Guardò fuori dalla finestra con la tazza calda tra le mani. Era così in alto che riusciva a vedere quasi tutte le luci della città, un panorama sempre in grado di farla sognare.
Tutto a un tratto, però, le luci iniziarono a tremare, sdoppiandosi; anche i tetti dei palazzi persero la loro nitidezza. Robyn barcollò un istante, doveva sedersi: “Forse è proprio meglio che vada a letto, sono troppo stanca…”. La ragazza appoggiò la tazza sul davanzale, ma vacillò di nuovo e iniziò a sentire dei dolori alla testa che la costrinsero a fermarsi e a darsi sostegno con il tavolo accanto a lei.

Robyn si spaventò un momento, sola, in quel palazzo di una ventina di piani. Dopo che suo padre l’aveva abbandonata quando era solo una ragazzina, aveva vissuto a casa di una zia che si allontanava per settimane a causa, da quanto diceva la donna, del suo lavoro e la lasciava sempre sola. Da qualche anno la ragazza viveva in quell’appartamentino non lontano dal centro città: molti i conoscenti, pochi gli amici che la conoscessero davvero. Ripresasi dal mancamento, si diresse nella sua camera da letto e sprofondò in un sonno profondo.

L’appartamento buio, solo un leggero bagliore si rifletteva sui muri chiari del soggiorno. Il barlume proveniva da una morbida borsa semiaperta in stile boho con ricami colorati. L’orologio dimenticato al suo interno emanava, dall’incisione posta sul retro, questa strana luce di un tenue colore verde.
Il mattino seguente Robyn si svegliò di soprassalto, guardò l’ora: le dieci e mezzo. Era in ritardo! Si vestì in fretta, mise alcuni fogli all’interno della borsa e si precipitò fuori casa. “Roy non mi rivolgerà più la parola se lo faccio aspettare come al solito!” si disse.

Uscì di corsa dall’ascensore, aprì il portone del palazzo e percorse in fretta, cercando di farsi spazio, l’ampio marciapiede che straripava di persone. Correndo a perdifiato sbucò all’improvviso sulla strada che delimitava l’isolato, si bloccò di colpo, tutto quello che riuscì a vedere fu solamente un taxi giallo che sgommava nella sua direzione, dopo pochi istanti l’avrebbe colpita, la gente urlava; chiuse istintivamente gli occhi e serrò i denti.
Alcuni secondi e…niente. Non accadeva niente. “Ma che succede…” Robyn riaprì a stento le palpebre: luci, le luci e i tetti dei palazzi che ammirava sempre dalla sua finestra; la tazza calda tra le mani. “Possibile che…abbia sognato?”
Si sedette sul sofà nel soggiorno cercando di pensare a qualche spiegazione logica, ma riprese a dolerle la testa. “Forse un sogno lucido? Che sia possibile? Non credo che sia successo veramente quello che penso…” Si massaggiò leggermente le tempie con le mani chinando un po’ il capo verso il basso, quando lo rialzò notò sulle pareti un riflesso leggero che piano piano aumentava di intensità; abitava troppo in alto perché fosse qualche possibile cartello pubblicitario. Robyn si alzò e cercò di capire quale potesse essere la fonte di quella luce verde; il bagliore la attirò verso l’entrata, accanto alla porta d’ingresso. La borsa colorata lasciata sul pavimento era semiaperta, guardò al suo interno e il colore tenue si intensificò brillando così tanto da illuminare l’intera stanza. La ragazza si fece coraggio e infilò la mano all’interno, sul palmo della mano teneva l’orologio trovato poche ore prima sulla metro, il mal di testa si intensificò.

 
Robyn non riuscì a dormire per tutta la notte, era turbata. “Almeno questa volta arriverò in orario al museo…” si disse stropicciandosi un occhio con la mano.
Erano le nove quando uscì di casa, camminò con calma, ma guardandosi continuamente intorno sospettosa, come se attendesse il sopraggiungere di qualche avvenimento inaspettato da un momento all’altro.

Attraversò l’incrocio con attenzione, tutto appariva tranquillo. Arrivò di fronte al museo e salì gli scalini saltellando:” Buongiorno Gwen! Dov’è Roy?”, la ragazza seduta dietro al banco della reception si sistemò gli occhiali dalla montatura spessa:” Ciao Robyn, lo puoi trovare nella nostra biblioteca”.

La ragazza attraversò il museo ed entrò nell’enorme stanza che si trovava lì accanto. Attese un secondo prima di salutare l’amico. Roy era studente all’università, talmente concentrato sui suoi libri non si accorse nemmeno del suo arrivo. Aveva capelli neri, leggermente più lunghi nella parte superiore, che una riga laterale faceva ricadere maggiormente verso destra; la posizione chinata sui suoi libri metteva in evidenza la linea nera e folta delle sue ciglia, anch’esse scure. Quando alzò lo sguardo, le sopracciglia sollevate formarono delle rughe leggere sulla sua fronte:” Robyn! Finalmente sei arrivata!”, un sorriso a trentadue denti la accolse. La ragazza rise e si sedette accanto a lui, si conoscevano da pochi mesi, ma c’era stata subito intesa. Subito gli porse dei fogli:” Ecco tutto quello che sono riuscita a raccogliere Roy, che cosa ne dici?” Il ragazzo li prese in mano e li sfogliò velocemente:” Ci sarà da divertirsi a studiarli tutti, ma non ti preoccupare, riusciremo a venirne a capo”.

La ragazza non si era mai rassegnata alla scomparsa di suo padre, non poteva credere che l’avesse veramente abbandonata quindi aveva deciso di scoprire la verità. Suo padre era archeologo, Robyn ricordava che quando tornava da una delle sue spedizioni passava giornate intere nel suo studio, impegnato ad annotare scoperte e nuovi misteri da svelare riguardo qualche oggetto o popolo sconosciuti. Così, con l’aiuto di Roy, passava anche lei buona parte delle sue giornate a decifrare le scoperte dell’uomo, sperando di venire a conoscenza della ragione che potrebbe averlo costretto ad allontanarsi in quel modo da lei e dalla sua vita.

Robyn poggiò sul tavolo la borsa in tessuto, così facendo, il contatto con la superficie piana provocò un forte rumore.  “Caspita Ro, cosa ti porti in quella borsetta?” rise il Roy, la ragazza aggrottò un momento la fronte e mostrò l’orologio che aveva trovato.

“Cosa ne pensi? L’ho trovato ieri sulla metro, sembra abbastanza antico.”

Il ragazzo lo osservò rigirandolo tra le mani.

“Che oggetto interessante…”

“Forse non avrei dovuto portarlo con me, ma una strana donna l’aveva lasciato sul sedile e allora…”

“Ehi tranquilla, guarda l’incisione sul retro, è una R. Puoi sempre dire che sia tuo no?” scherzò il ragazzo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Silmoonlight