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Autore: mietze    29/07/2018    1 recensioni
[James ♥ Lily] "Esci con me, Evans." le aveva detto Potter con uno sguardo carico di desiderio. Era diverso. Qualcosa era cambiato. Sembrava quasi che stesse facendo sul serio quella volta.
"Non uscirò mai con te. Lo vuoi capire Potter ?" gli disse Lily. Ma se prima quella frase le era sempre uscita con un tono gelido, ora non era più certa di pensarla così. Non era più sicura di detestarlo così tanto. Non era più neanche sicura di detestarlo. Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non poteva ammetterlo.

[Remus] Il bisogno di avere qualcuno vicino era viscerale. Il bisogno di non essere più solo era così radicato in lui, come se le sue viscere si fossero annodate.
[Sirius] Era stato uno stupido. Si era reso conto solo in quel momento di quanto fosse importante per lui. Solo in quel momento, quando era sicuro che fosse troppo tardi, che l'avesse combinata troppo grossa per essere perdonato, aveva capito che ne aveva bisogno.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Devotion.
Capitolo 6 # Hogwarts’ blues.
 
Hogwarts, 2 ottobre 1977.
Era uno spettacolo a dir poco esilarante. James Potter, abbandonato su una poltrona nella Sala Comune di Grifondoro, con una Burrobirra in una mano e l’altra la utilizzava per acciuffare il boccino che gli svolazzava intorno, mentre un vecchio calice poi trasfigurato da James in un pettirosso fischiettava un motivetto e lui vi cantava spensierato le parole di una delle canzoni babbane che aveva conosciuto grazie al suo amico Sirius Black.
Di certo era che, nel qual caso fosse stato scoperto, la direttrice di Grifondoro avrebbe certamente disapprovato l’utilizzo di alcolici togliendo almeno una decina di punti alla sua stessa casa, ma segretamente sarebbe stata molto fiera di quell’eccezionale risultato nella sua materia. Potter non si stava neanche troppo impegnando, ed era esattamente quello il punto. Era solo un modo per sfoggiare il suo talento e comportarsi da figo tosto, incurante e sfacciato.
« Ma che gli è successo ? » chiese Josette Barnes trattenendo a stendo le risate, mentre sbucava dal buco nascosto dietro al ritratto della Signora Grassa, guardando con disapprovazione tutte le oche giulive del suo fan club personale ammirarlo da un angolo del salotto in completa adorazione. “Com’è romantico”, “che talento”, “guardate, è del tutto naturale, neanche si deve sforzare”, seguiti da sospiri estasiati e gridolini isterici, seguiti da altri sospiri estasiati. Barnes roteò gli occhi.
« Ad occhio e croce direi che possa trattarsi di un altro abbaglio di onnipotenza, oppure di Lily Evans. » disse Frank Paciock ridendo.
« Che Merlino ce ne scampi! Non di nuovo! » esclamò nauseata Caroline Bonner andando incontro all’amica.
Potter non ci badò. Continuò incurante, con un sorriso ammaliante rivolto verso le sue ammiratrici, ammiccando.
« Capitano. » lo salutò Josette, rimarcando la sua presenza, precedentemente ignorata, sedendosi sul bracciolo della poltrona dove sedeva il moro. « Tutto a posto ? » chiese retoricamente. Era chiaro che non fosse tutto a posto.
James di risposta, prese la bacchetta dalla tasca e la puntò contro il pettirosso, eseguendo poi un delicato movimento di polso, per poi tornare a riacciuffare il boccino. Il pettirosso cominciò a svolazzare attorno a Barnes, che non poté fare a meno di ammettere quanto fosse maledettamente bravo.
« I had my fun but now it’s done, baby I apologise … » continuò a canticchiare a bassa voce James, guardandola negli occhi, più ammiccante che mai. Josette scosse il capo, sbattendo poi le ciglia un paio di volte. James sorrise. Lei gli sorrise di rimando. L’intero fan club trattenne il respiro, mentre Lupin e Paciock fissavano la scena con un sopracciglio alzato e lo sguardo totalmente imbarazzato, perdendo ogni speranza di recuperarlo.
Josette gli sfilò il calice di Burrobirra dalle mani e gettò quel che ne rimaneva nel camino. James strabuzzò gli occhi e assunse un’aria totalmente offesa e incredula. Come aveva potuto fargli una cosa del genere ? Al suo stesso Capitano per giunta! Il pettirosso si appollaiò sul tavolo e si ammutolì.
« Sei impazzita ? » sbottò incredulo, spostando freneticamente lo sguardo da lei al calice di Burrobirra.
« Faccio terminare questo delirio di onnipotenza. » gli rispose trattenendosi dalle risate.
« Ma perché proprio la Burrobirra ? » chiese esasperato.
La ragazza fece spallucce e si ritirò nella sua stanza. James sospirò affranto, scuotendo la testa, borbottando “burrobirra sprecata”, “incredibile”, “non c’è più religione a questo mondo”.
Quando si fu calmato, guardò l’orologio appeso appena sopra il camino e si rese conto che la sua ronda cominciava. Di Lily Evans neanche l’ombra.
« Che qualcuno dica a Evans di raggiungermi alla Torre di Astronomia, la ronda inizia. Se è abituata al fatto che tutta Hogwarts aspetti i suoi comodi fatti suoi, io non perderò il mio tempo per lei. » disse portandosi appresso bacchetta magica, mantello e Mappa del Malandrino, all’insaputa di tutti, incamminandosi poi verso il buco coperto dal ritratto della Signora Grassa, mentre tutti lo guardavano allibiti. Erano abituati a vederlo nella più totale devozione nei confronti di Evans. Nessuno si spiegava il suo improvviso cambiamento.
 
*
Lily Evans era a dir poco adirata. Come si era permesso quel troglodita ritardatario e canaglia cronica a criticarla e impartirle ordini ? Questa volta gliene avrebbe proprio cantate quattro. La sua impertinenza cresceva con il passare dei giorni. Era allibita.
Ricordava ancora come la piccola Ava Miller del primo anno, prendendo alla lettera quell’idiota di James Potter, aveva vagato per tutto il castello in sua ricerca solo per recapitarle il messaggio.
Lily Evans si diresse a passo spedito come una furia verso la Torre di Astronomia.
Poi, per un brevissimo istante, le apparve il viso di James deluso, ferito, con le lacrime agli occhi per la frustrazione. Non l’aveva mai visto così.
Allora smettila di giocare con me” le aveva detto, mentre s’incamminava per il corridoio.
Quella frase aveva continuato a rimbombarle nella testa per tutto il resto della giornata. Si era sentita la persona più orribile della Terra. Proprio grazie alle parole del ragazzo aveva capito quanto in realtà non lo detestasse, quanto la realtà fosse più lontana da un sentimento di insofferenza di quanto potesse mai immaginare. Solo in quel momento aveva capito di provare davvero qualcosa per lui, ma quando era arrivato il momento di smentire i suoi dubbi, non era riuscita a dire nulla. In quel momento le parole le erano morte in gola. Avrebbe voluto urlargli quanto tutte quelle cose non fossero vere, che aveva capito di tenere in qualche modo a lui, ma nulla. Il nulla più assoluto e con quell’ultima frase, James l’aveva proprio colpita e affondata, perché era vero. Era dannatamente vero. Solo in quel momento aveva realizzato quanto, in realtà, le attenzioni del ragazzo la lusingavano, quanto le facesse piacere avere come piccola certezza che in quel castello, James avesse occhi solo per lei, che avesse sempre qualcuno che l’ammirasse e che le morisse dietro. Era una persona orribile. O almeno, così si sentiva Lily Evans. Per tutto il pomeriggio si era chiusa in camera ed era sprofondata nella più totale vergogna, senso di colpa e rabbia. Soprattutto la rabbia, perché almeno James Potter, per quanto i suoi modi fossero discutibili, era sempre stato sincero per quanto riguardava quello che provava per lei. Non aveva mai fatto mistero del suo interesse nei suoi confronti, invece lei si era sempre nascosta, ergendo facciate, muri e finto disinteresse. Non aveva nemmeno avuto il coraggio di ammetterlo a se stessa per tutto quel tempo.
Sospirò affranta e, mentre stava svoltando l’angolo, sentì un “alla buon’ora, Evans”. James Potter era appoggiato al muro ad almeno quindici metri da lei, in penombra. Si chiedeva come diavolo avesse fatto a sapere che si trattasse proprio di lei. Avrebbe tanto voluto chiederglielo, ma non gli avrebbe mai dato una soddisfazione simile, era troppo orgogliosa per farlo.
Lo raggiunse con il passo spedito, pronta ad urlargli contro di tutto, ma quando gli arrivò vicino, non seppe più cosa dirgli. Neanche una piccola cattiveria.
James la guardò con un’espressione piatta e annoiata, si staccò dal muro e cominciò a camminare, come se avesse in chiaro dove volesse dirigersi. Evans lo guardò incredula. Che cosa diamine stava facendo ? Non poté fare altro che raggiungerlo e seguirlo ovunque stesse andando.
« Vuoi avere la decenza di spiegarmi cosa stai facendo ? » chiese stizzita e imbronciata.
« La ronda. Mi sembra ovvio, Evans. » le rispose con un tono estremamente piatto e incurante il ragazzo, mentre prese a scendere le scale.
Sapeva che il suo comportamento era legato all’evento che si era verificato in mattinata, sapeva di averlo ferito, di averlo preso in giro e che, con molta probabilità, era molto arrabbiato per questo. Ciononostante, non riusciva a fare a meno di rimanerci male sempre di più, ad ogni risposta fredda, tagliente e incurante che il ragazzo le dava.
Passarono quasi mezz’ora camminando in religioso silenzio. Ogni tanto James si era messo a fischiettare qualche motivetto, continuando ad ignorarla.
« James, possiamo parlarne ? » chiese poi Lily esasperata. Non ce la faceva più.
« Parlare di cosa ? Mi sembrava fossi stata più che cristallina stamattina. »
« Ma — »
« Ti ho chiesto di uscire e mi hai detto che non succederà mai. Ti ho dato la possibilità di esprimere quello che pensavi in merito e non sei riuscita a dire nulla. Ho capito Lily, okay ? Probabilmente pensi ancora che io sia solo una barzelletta, un idiota. È vero, per molto tempo mi sono comportato da idiota, da irresponsabile e per me eri solo una sfida, ma non è più così. Sono cambiato e so che te ne sei accorta e sono cambiati anche i sentimenti verso di te. Non riesco a smettere di pensarti, anche durante il sonno non ho pace che in un modo o nell’altro compari anche nei miei sogni. Non riesco a smettere di chiedermi come sarebbe se solo tu mi dessi una possibilità. » sbottò esasperato James. Non aveva più la forza, né la voglia di spendere energie per lei.
« Sono stanco, Lily. Mi chiedi di parlarne, ma come al solito l’unico a parlare sono io. »
« James … Io … »
Lily non sapeva cosa dire. Era finalmente giunto il momento che più aveva atteso per tutta la giornata e, nonostante si fosse preparata grandi discorsi, nulla le veniva in suo aiuto. James rimase a guardarla con le braccia conserte e lo sguardo disilluso, come se si fosse aspettato una risposta del genere.
« James, sono confusa. È vero, provo qualcosa, ma non so cosa. » tentò lei, più incerta che mai. Lily Evans ebbe la netta sensazione che, invece di migliorare le cose, con quella frase le aveva forse rese ancora più complicate.
« La cosa che mi fa arrabbiare non è il fatto che tu mi menta, è il fatto che menta a te stessa. È così orribile per te il pensiero che potresti essere felice con me ? Ti disgusta a tal punto da scappare al solo pensiero ? Non riesco neanche a guardarti, Lily. Hai sommerso Remus di critiche perché pensi che sia egoista a negare a Lyanna l’opportunità di essere felice. Siete uguali, ma almeno Remus ha dei buoni motivi. » disse James senza astio, né rancore. Pronunciò quelle parole con una serenità d’animo devastante. Si era ormai completamente disilluso e aveva accettato l’amara realtà. Lily Evans non riuscì a dire nient’altro. Era rimasta totalmente disarmata dalle sue parole. Pareva proprio non conoscere per nulla James Potter. Stavano per svoltare l’angolo quando sentirono del trambusto proprio un piano sopra di loro. James prontamente si fiondò su per le scale. Era così preso da non notare il gruppo di serpi imboccare l’altra scala che aveva deciso di cambiare rotta.
Quando giunsero al piano di sopra trovarono Remus Lupin privo di coscienza.
 
*
Madama Chips non vedeva un turno così frenetico da anni ormai. Quando erano arrivati i due giovanotti con Lyanna Morland appresso era rimasta totalmente pietrificata. Non aveva mai visto nulla del genere. Non ricordava nemmeno che ci fosse un accenno nei libri standard di medimagia. Aveva qualche ipotesi, certo, ma solo Albus Silente sarebbe stato in grado di rispondere a tutte quelle domande.
Non appena erano riusciti a sistemare la ragazza su un letto, Madama Chips aveva dato istruzioni al giovane Black di informare con urgenza la direttrice della casa del Grifondoro. Da quel momento era stato un via-vai di persone: la professoressa McGranitt, Albus Silente, Black che correva a chiamare i rispettivi direttori delle altre case e l’infermeria non aveva fatto altro che riempirsi di gente che scuoteva il capo e sussurrava con occhi sgranati.
« Esigo una spiegazione da voi due. » aveva detto duramente la McGranitt, cercando di capire la dinamica dei fatti. Black e Jones si erano lanciati nella descrizione degli eventi, con frecciatine e accuse non troppo velate.
« Tutto ciò è molto grave. Tuttavia temo che dovrà aspettare domattina. » intervenne Silente con la massima serietà, in un sussurro, ottenendo, però, l’attenzione da parte di tutti i presenti nella stanza con il minimo sforzo.
« Ma professore, non è stata fatta giustizia! Questo è stato un attacco deliberato per la stupida convinzione che i mezzosangue siano maghi indegni! È inaccettabile! » tuonò Sirius incredulo. Non riusciva a capire come la questione potesse aspettare un secondo di più.
Quello che era successo era irreparabile. Non erano più semplici marachelle. No. La cosa aveva raggiunto un altro livello. Non c’erano parole per descrivere la gravità della situazione.
« Signor Black, penso che in questa stanza siamo tutti d’accordo nel ritenere che quanto successo sia grave e seguiranno punizioni esemplari, ma la priorità al momento è assicurare comfort e sostegno alla signorina Morland. Ora devo chiedere gentilmente a lei e al signor Jones di tornare ai  dormitori. » aveva asserito con fermezza il preside, con uno sguardo tuttavia comprensivo da sopra gli occhiali a mezzaluna. Le parole di Silente, per quanto fossero state pronunciate con garbo e gentilezza, furono come uno schiaffo in pieno viso per il giovane Grifondoro.
Sirius Black sembrava essersi ricordato delle condizioni di Lyanna solo in quel momento. Non fiatò più, dirigendosi verso la Torre di Grifondoro senza protestare, poiché era cosciente che sarebbe stato uno sforzo inutile. Jones lanciò ancora un’occhiata a Lyanna, per poi avviarsi verso i sotterranei con più domande e meno risposte di quando era uscito quella mattina.
Albus Silente si avvicinò al corpo inerme di Lyanna Morland, scrutandolo attentamente.
« Minerva, mi rendo conto dell’orario, ma gradirei che tu informassi il signor Morland dei recenti avvenimenti. »
« Céad'míl Albus. » sussurrò una voce lontana alle loro spalle.
Tutti si girarono nell’osservare la figura che avanzava. Non aveva corpo, ma non era nemmeno uno spettro.
« Buonasera Betrys, immaginavo ci avresti fatto visita. » rispose composto Silente con fare gentile.
« Abbiamo sentito il richiamo. » disse con fare grave l’essere intangibile.
« Temo che non siate gli unici. »
« No, infatti. Le Megere di Boscofitto fremono. Temo che la Caccia sia iniziata. Sai cosa vuol dire Albus. » continuò l’essere ignorando il resto dei presenti.
I professori si lanciarono occhiate dubbiose, rimanendo però ad osservare la scena.
« È al sicuro, Betrys. »
« Appartiene alla Dol Conrós. Fuil Àrsaidh, dh’oine! Aé deien deithwen. » rispose animatamente l’essere. Albus Silente non si scompose minimamente; ciononostante sospirò passando lo sguardo sui presenti con fare grave.
Lyanna fu svegliata da tutto quel chiacchericcio. Ancora frastornata si passò una mano sulla testa. Aveva proprio fatto un bel capitombolo. Si guardò attorno. C’erano così tante persone che le ci volle qualche secondo per riconoscerne i volti. Tutto cominciò a tornarle in mente e si sentì male.
Le parole di Remus avevano preso a rimbombarle nella testa, le lacrime, la tristezza, le giornate passate ad evitare tutti, lo scontro con i Serpeverde, la rabbia, l’umiliazione, Sirius, il sangue, Jones. Era troppo. Si sentiva soffocare.
Istintivamente si portò le mani agl’occhi. Non riusciva a crederci. Non poteva crederci. Era successo di nuovo. Le lacrime cominciarono a premere violentemente per uscire. Il respiro si fece affannato. Non poteva succedere di nuovo. Non doveva succedere di nuovo.
Sentiva l’ansia impossessarsi via via di ogni centimetro del suo corpo, incatenandola al letto, stringendo la morsa al collo impedendole di respirare.
« Non può succedere di nuovo. Non può succedere di nuovo. » continuò a dire in un sussurro.
I professori sgranarono gli occhi chiaramente preoccupati. Gli occhi saettavano da Silente a Lyanna in cerca di risposte che tardavano ad arrivare.
L’essere si avvicinò a Lyanna, sussurrando parole incomprensibili. Continuava a farneticare su una Dol qualcosa e che aveva sentito il richiamo. Tutto ciò era assurdo.
L’essere le prese la mano e Lyanna parlò. Parlò come se non fosse in sé. Come se fosse in un’altra dimensione. Irraggiungibile.
« Céad'míl, elaine beanna, essea Lyanna aep Casterly Quarz. »
« Rhena aep Dol Conrós. Essea Betrys ar Caed. Esseath Fuil Àrsaidh. Aé deien eich. » disse l’essere prima di inchinarsi profondamente.
Lyanna si portò una mano sulle labbra. Non credeva di saperlo ancora parlare.
« Credo che tu ti stia sbagliando, Betrys. »
« Hai ancora molto da scoprire dolce weddin. Ricorda la Dol Conrós. » disse con assoluta reverenza. « Le foglie non hanno ancora lasciato i rami, Albus. Siamo nelle tue mani. » concluse l’essere in modo freddo, ma rispettoso. Albus fece un cenno d’assenso.
« Va faill, Betrys. »
« Allora non hai completamente dimenticato. » disse con un sorriso accennato l’essere, prima di sbiadire e svanire.
Le lacrime si tinsero di nuovo di rosso, sgorgando con quanta più potenza potessero fare. Le mani accorsero agli occhi, mentre si piegava in avanti con il busto, contorcendosi. S’inginocchiò sul letto, stringendo nei pugni le lenzuola inzuppate di sangue. Gli occhi serrati e le urla che reprimeva a forza. Cominciò a singhiozzare disperatamente.
Le immagini si susseguivano con troppa velocità. Le girava la testa. Aveva la nausea.
Una donna. I capelli rossi come il sangue e il sorriso gelido. “La neve cadrà e audace il giglio bianco renderà”. Una profezia. Un sacrificio.
« Ci riuscirai Brandon Jones, ma non lasciarti ingannare. Al gioco degli inganni, niente è come sembra. Quello che è non è, e quello che non è, è.  Cerca il giglio bianco. Avrai una scelta difficile da fare, io ti ho avvisato. » sussurrò assente, mentre il sangue che le rigava il viso, aveva preso a colarle sul collo e sulla veste.
Le immagini mutarono ancora. Un ballo. Un tradimento. Fuoco. Occhi verde smeraldo. Hogwarts sotto assedio.
« Arriveranno. Strisceranno nelle mura del castello come ombre, ma quello che è morto, morrà ancora. » sussurrò prima di perdere nuovamente i sensi.
 
*
Era ormai mezzanotte quando Sirius Black varcò la soglia della Sala Comune. Il camino era ancora sorprendentemente acceso. Non si aspettava che qualcuno fosse ancora sveglio a quell’ora. Certo, si aspettava che Remus avesse già messo al corrente James e Peter, ma in quel caso avrebbero anche potuto aspettarlo in camera o sgattaiolare fuori sotto il mantello dell’invisibilità e origliare quello che veniva detto in infermeria.
Quando alzò lo sguardo e lo posò sulla Sala Comune trovò James, Remus, Peter ed Evans ad aspettarlo.
Evans ? Che diavolo ci fa qui Evans ?” pensò, lanciando un’occhiata interrogativa a Ramoso, che di rimando si limitò a scuotere la testa lievemente, lasciandogli intendere che l’avrebbe aggiornato in seguito.
« Immagino che Remus vi abbia già aggiornati. » sussurrò piano, slacciandosi il mantello, lasciandosi cadere sulla poltrona vicino al camino ancora acceso. Le fiamme che vi danzavano al suo interno avevano completamente catturato il suo sguardo; sembrava che quella danza avesse una sua determinata logica, una fiamma scompariva e subito ne appariva un’altra, riportando l’armonia. Era ancora completamente sconvolto. Non capiva. Riusciva solo a ripercorrere mentalmente gli avvenimenti. Lyanna che scappava per le scale, lui che la rincorreva e la tirava a sé al sicuro, le sue lacrime, il sangue, Jones.
Ti prego, Sirius. Fallo smettere. Fallo smettere, Sirius!” continuava a rimbombargli nella testa senza sosta.
Sentiva di sottofondo Lily Evans e James continuare a borbottare. Avrebbe giurato di aver sentito un “imperdonabile”, “atto vile e vergognoso”, “grave”, ma era così assorto dai suoi pensieri, che tutto il resto sembrava così lontano e insignificante.
« Sei stato via un po’, Sirius. Dov’è Lyanna ? » chiese Remus con fare serio e preoccupato.
Giusto.
Loro non sapevano. Non sapevano un bel niente. Remus doveva aver perso conoscenza dopo essere stato schiantato e doveva essere stato trovato da Lily e James. Ecco perché Evans era presente. Sospirò. Non sapeva neanche da che parte iniziare.
« Perché la tua camicia è piena di sangue, Black ? » chiese Lily Evans con uno sguardo metà angosciato e metà furioso, pronta a linciarlo.
« Sei stato ferito da quelle viscide serpi ? » chiese James portando prontamente la mano sulla bacchetta, senza pensarci due volte. Se solo Sirius glielo avesse confermato, sarebbe corso fino ai sotterranei e avrebbe fatto giustizia.
« Lyanna è in infermeria. No, non sono stato ferito. Non è il mio sangue. E no, non ho ingaggiato nessuna battaglia, Evans, se è quello che volevi sapere. I punti di Grifondoro sono al sicuro questa volta. » sussurrò infastidito e annoiato, senza però staccare gli occhi dalle fiamme. Rosse, come le lacrime di sangue che sgorgavano dagli occhi blu di Lyanna.
« Sirius, dimmi cosa le è successo. » sbottò Remus scattando in piedi.
Lily Evans sgranò gli occhi. Non l’aveva mai visto così.
« Perché dovrei ? Avevi detto che l’avresti tenuta al sicuro e che non l’avresti fatta soffrire. Ti ha detto che ti amava e poi l’hai respinta, spezzandole il cuore. Durante lo scontro non sei riuscito a fare un bel niente. Te ne sei rimasto lì impalato a guardare insieme a quell’idiota di Jones. Io ho pronunciato l’expelliarmus. Io l’ho rincorsa e io l’ho portata insieme a Jones in infermeria. Per non parlare del fatto che è stata lei a schiantarti, mi sembra chiaro che non voleva starti a sentire. Che ti piaccia o no, alla fine della giornata sono io a tenerla al sicuro. » disse con tono glaciale, posando lo sguardo su Remus solo quando decise di menzionare l’expelliarmus.
James era pietrificato. Non riusciva a credere che Sirius avesse veramente pronunciato quelle parole. Addirittura che le avesse pronunciate contro Remus Lupin, però, per quanto suonassero dure e taglienti, non era riuscito a fare a meno di ammettere che un fondo di verità c’era.
Il ricordo degli occhioni gonfi e arrossati di Lyanna, la sua stanchezza e mancanza di vitalità durante gli allenamenti, le sue assenze durante i pasti gli tornarono alla mente con prepotenza. Certo, Sirius, come al solito, dimostrava di non conoscere in alcun modo la parola “diplomazia”, ma non aveva tutti i torti. Forse confrontare Lyanna dopo uno scontro del genere, per sottolinearle nuovamente che non aveva intenzione di ripensare alla loro relazione, non era certo una buona idea. James aveva appena alzato lo sguardo, risvegliandosi da quei pensieri, che non aveva potuto fare altro che registrare quello che era appena accaduto.
Remus aveva appena tirato un pugno a Sirius.
Senza pensarci un secondo di più scattò, insieme a Peter e Lily, a dividerli.
« Sirius, per favore, dimmi cosa le è successo. »
Questa volta a parlare era stata Lily Evans, dopo aver messo a sedere Remus Lupin con fatica. Era chiaramente preoccupata e non era stato il tono con cui aveva enunciato quella richiesta, bensì il tentativo di essere quanto più gentile possibile nei suoi confronti. Lily Evans aveva passato sei anni a rimproverarlo e guardarlo storto o con sospetto e non aveva mai avuto torto, vista la lunga lista di bravate del giovane Black.
Sirius indugiò qualche istante prima di decidersi a parlare. Guardò James ed Evans, poi passò lo sguardo su Remus. Non era arrabbiato con lui per essere rimasto spiazzato dalla situazione, era arrabbiato con lui per il fatto che dopo anni di sofferenza per la discriminazione e il pregiudizio, quando finalmente qualcuno lo aveva accettato per quello che era e lo amava senza “se” e senza “ma”, l’aveva allontanata brutalmente. Non riusciva davvero a capire. Secondo il suo ragionamento, non sarebbe dovuto essere amico neanche loro, perché altrimenti li avrebbe esposti al pericolo di essere infettati o peggio, ammazzati. Per quanto riguardava Sirius Black, Lyanna poteva benissimo cavarsela. Sembrava potersi difendere egregiamente. Lo scontro di quella sera era andato a suo sfavore semplicemente per il fatto che quelle viscide serpi l’avevano colta sola e avevano usato trucchetti disonesti. Ad armi pari, sarebbe stato di certo uno scenario interessante.
« Ha perso il controllo. Dopo aver schiantato Remus senza dover usare neanche la bacchetta e aver disarmato Jones, è corsa via per le scale verso la Sala Comune. All’inizio ammetto di aver considerato l’idea di fare una strage di serpi e fare giustizia, ma alla fine le sono corso dietro e ho cercato di calmarla. Sembrava stare un po’ meglio e poi ha perso totalmente il controllo e le scorrevano lacrime di sangue dagli occhi. È stato orribile. Non ho potuto fare niente. Neanche quell’idiota di Jones è riuscito a farla smettere. Poi è svenuta e l’abbiamo portata da Madama Chips e dopo aver radunato tutto il consiglio, il vecchio bacucco ci ha spediti a dormire. » spiegò Sirius amareggiato.
Rimasero tutti in silenzio con l’orrore dipinto in viso. James notò uno strano scambio di sguardi tra Lily e Remus e ne rimase parecchio infastidito. Probabilmente era tutto collegato al segreto che Lunastorta si rifiutava di rivelare. E così anche Lily Evans sapeva il segreto di Lyanna Morland. Non disse nulla. Per quanto fosse curioso di sapere cosa fosse successo a Lyanna, le era ormai troppo amico per agire alle sue spalle. Si disse che sarebbe stato più giusto chiederglielo direttamente e accettare con garbo e rispetto l’eventuale rifiuto.
« E la cosa imperdonabile è che Silente non ha convocato subito quelle serpi disoneste e non ha fatto giustizia. Secondo lui la questione può aspettare fino a domani. » sbottò Sirius continuando il suo andirivieni. Lily Evans stava per esporre una qualsiasi buona argomentazione a favore della scelta del preside, ma sentirono un pop, seguito da un altro pop.
Si guardarono intorno cercando la causa di quei suoni.
« Mademoiselle Morland ha chiesto il suo collier. Dovrebbe trovarsi nel suo baule. » si sentì sussurrare più in là nella stanza.
« Wybert, io non posso aprire il baule di padroncina Morland. Padroncina Morland ha chiesto a te. » sussurrò una voce flebile femminile. Pareva impaurita e insicura.
Poco dopo sbucarono allo scoperto due piccole creature. Due elfi domestici. James, Remus, Sirius e Peter non sembravano affatto scioccati. Anzi. Lily Evans pareva l’unica a non aver mai visto dal vivo un elfo domestico.
« Oh, ciao Willa! Come stai ? » disse Potter con un sorriso a trentadue denti.
« Padron Potter ha chiesto a Willa come sta. Padron Potter è sempre troppo gentile. Willa sta bene signore. » disse Willa in totale devozione nei confronti del giovane mago.
« Oh benone! Sono contento che ora tu stia meglio. Però, ti prego, chiamami James, noi siamo amici! » disse James in modo cordiale.
Willa aveva gli occhi pieni di lacrime per la commozione. A stento si tratteneva dallo scoppiare a piangere.
«Padron Potter prima salva Willa da tristezza con fiore e ora amico di Willa. Padron Potter è un grande mago. Willa onorata di essere al suo servizio, signore. » disse Willa con totale reverenza, prima di eseguire un inchino così profondo da sfiorare il tappeto con il naso.
« Aspetta, voi vi conoscete ? » chiese Lily Evans sorpresa.
« Certo. Padron Potter ha trovato Willa sette anni fa. Padron Potter fa visita a Willa ogni settimana, insieme a Padron Black, Padron Lupin e Padron Minus. Padron Potter ha anche consolato Willa quando vecchio Guto è morto. » spiegò Willa con gli occhi sempre più colmi di lacrime di adorazione e devozione per il suo eroe. Lily Evans guardò James. Non ne sapeva nulla. Ancora una volta sembrava non conoscere affatto il ragazzo. Prima si era dimostrato gentile e premuroso con Lyanna, poi scopre che si preoccupa per gli elfi domestici e, invece di trattarli come esseri inferiori e sommergerli di richieste come si aspettava vista l’aria da arrogante pallone gonfiato, si dimostra gentile e amichevole. Forse aveva proprio sbagliato a giudicarlo. Forse meritava davvero una possibilità di mostrarle come fosse davvero. Involontariamente le si dipinse un lieve sorriso sulle labbra.
«Ma Willa, cosa ci fate qui ? » chiese James sedendosi stanco sul divano davanti al camino.
«Padroncina Morland ha chiesto a Wybert di portarle una cosa, ma Wybert dice che buon elfo non entra in camera di ragazze senza permesso. » disse Willa guardando Wybert.
« Ma io non ti ho mai visto. Sei nuovo a Hogwarts ? » chiese Sirius guardandolo curioso.
« No, signore. Wybert elfo domestico di casata Morland. Padron Morland ha cercato di liberare Wybert, ma Wybert ha detto “Padron Morland, Wybert serve casata Morland da quattrocento anni. Wybert vive per servire la nobile casata dei Morland. Wybert non serve libertà. Wybert dove va ?” e quindi Padron Morland non ha licenziato Wybert. Padron Morland molto giusto e magnanimo. » raccontò l’elfo con la massima devozione a lui possibile.
« Padroncina Morland conta su Wybert. Wybert non può fallire. Wybert deve prendere collier, altrimenti Padroncina Morland starà ancora male. Wybert non può permettere. Wybert preferisce decapitazione a vergogna di deludere Padroncina Morland. » spiegò affannato. Il solo pensiero di non riuscire nella missione era una catastrofe per lui.
Lily Evans era l’unica ad essere impressionata e scioccata dai modi e dai discorsi degli elfi domestici. Guardò incredula James Potter, che di rimando scosse leggermente il capo, come a suggerirle che qualsiasi tentativo di infondere buonsenso sarebbe stato inutile.
« Be’ posso prenderla io la collana, dormo nella stessa stanza di Lyanna. » disse con fare gentile Lily Evans. Il pensiero che l’elfo si facesse realmente decapitare per non subire la vergogna di aver fallito l’aveva sconvolta a tal punto da voler trovare quanto prima quella dannata collana e mettere quanta più distanza tra l’elfo e la ghigliottina.
Alle parole di Lily Evans l’elfo si commosse tanto che s’inginocchiò ai piedi della strega, senza riuscire a trattenere le lacrime.
« Oh Merlino! Wybert è salvo! Wybert non conosce nome di sua salvatrice. » esclamò al culmine della felicità e dell’ammirazione.
« Lei è Padroncina Evans, Wybert. » spiegò Willa.
« Padroncina Evans ha salvato Wybert! Wybert ricorderà sempre Padroncina Evans. » esclamò l’elfo continuando a piegare il capo con somma reverenza.
Lily Evans era nel più totale imbarazzo. Riuscì a liberarsi dalla presa di Wybert solo ricordandogli che doveva andare a prendere la collana. Dopo che l’elfo le descrisse l’oggetto, partì alla ricerca dell’oggetto. Da quello che aveva detto Wybert sembrava essere un oggetto magico, probabilmente la pietra nel ciondolo serviva a stabilizzare i poteri di Lyanna; era l’unica spiegazione possibile. Una collana normale non avrebbe potuto impedire a Lyanna di stare di nuovo male. Ci mise più di quanto pensava, ma alla fine tornò vittoriosa con la collana ancora impacchettata al sicuro dentro alla sua scatolina. Gli elfi stavano per scomparire, quando videro Potter tornare affannato.
« Willa potresti portare questo a Lyanna ? Noi non possiamo entrare, però tu sì … » chiese gentilmente James Potter con un sorriso. Era pur sempre una canaglia. Trovava sempre il modo di aggirare le regole, ma in quel caso Lily Evans era contenta che lo facesse.
« Certo che Willa lo farà, signore. Willa è onorata di aiutare padron Potter. » disse per poi profondersi in un inchino profondo e, dopo aver salutato, sparirono con un pop.
I Malandrini si stavano dirigendo verso la scala a chiocciola a sinistra, quando Lily Evans chiese a James di concederle qualche minuto. Gli altri augurarono la buonanotte e sparirono.
« James ho pensato a quello che ci siamo detti oggi e volevo chiederti se ti andava ancora di uscire. Ti sei dimostrato più volte gentile e diverso da quello che pensavo, forse è il momento di riesaminare quello che credo di sapere. Il prossimo weekend c’è la prima uscita ad Hogsmeade, mi sembra una buona occasione per ripartire con il piede giusto … » disse in un sussurro, mentre le guance si erano tinte di un rosso vivo che faceva concorrenza ai suoi capelli. Non riusciva a credere a quello che aveva appena detto. Sapeva solo che, per una volta, era riuscita a lasciarsi andare e osare, senza preoccuparsi di quello che sarebbe potuto succedere, cos’avrebbero potuto pensare gli altri, cos’avrebbe provato lei. Non voleva più aver paura. Non voleva più tornare a letto e chiedersi come sarebbero potuto andare le cose se solo lei non fosse stata così codarda da scappare. Non voleva più tornare in camera e vergognarsi per non essere riuscita a dire che sì, forse si era sbagliata di grosso. Perché era umana. Perché poteva sbagliare anche lei e non c’era nulla di male in questo.
Che male c’era se provava davvero qualcosa per James Potter ? E se qualcuno avesse avuto qualcosa di brutto da dire, avrebbe davvero avuto importanza ?
No. Non aveva ormai nessuna importanza cos’avrebbero potuto pensare se avesse dato una chance ad entrambi di essere felici, perché aveva capito che l’unica cosa che contava era se fosse felice lei e da quella giornata aveva capito che qualcosa di James Potter le importava. Aveva capito che non c’era più tempo per i giochetti e le ripicche da ragazzini. Ormai erano adulti e contava solo il futuro.

 

Note dell'autrice 
Eccoci qui con un altro pezzo del puzzle! So che questo e lo scorso capitolo sono più incentrati sui fatti, ma spero che vi siano piaciuti. Finalmente cominciamo ad addentrarci nella storia e cominciamo a scoprire un po' i segreti di Lyanna. In questo capitolo sono emersi più personaggi di altri, ma nei prossimi capitoli vedremo più coralità!
Finalmente James Potter sembra aver preso in mano la situazione e, invece che subire passivamente l'indecisione di Lily Evans, si fa fautore del proprio destino. Sta diventando un ometto ? ♥
Sirius e Remus, be' nei prossimi capitoli verrà chiarito perché Sirius si arrabbi tanto. 
Come si evince da un pezzo del capitolo, ad Hogwarts ci sarà un ballo. Siete pronti ? ♥

 
   
 
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