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Autore: terryoscar    30/07/2018    7 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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Ritorno in caserma
 


Sono in camera mia, seduta al pianoforte, con la destra strimpello qualche nota, Josèphine e Andrè sono appena andati via. 
Penso a tutto quello che è successo, ho lasciato da poco mio padre in giardino, so di averlo ferito nel suo orgoglio, spero che adesso abbia capito che deve imparare ad rispettarmi.

Vedo Augustin percorrere i corridoi del palazzo, appena mi vede mi dice: “Marguerite, sai dov’è Oscar?”
“E’ in camera sua.”
“Uhmm ..”
“Augustin!”
“Cosa c’è Marguerite?!”
“Non vorrai andare da lei per fare una scenata?!”
“Non vedo perché dovrei fare una scenata, voglio solo sapere come va la ferita al braccio.”
“Sicuro Augustin?”
“Marguerite! … Mi rammarica che tu abbia una scarsa opinione di me, io voglio andare da mia figlia per vedere semplicemente come sta e nient’altro! E adesso vado.”

Vedo Augustin allontanarsi in tutta fretta, ma non mi ha convinto, lo seguo, è davanti alla camera di Oscar, bussa.

Sento bussare alla porta.
“Avanti.”
“Posso … entrare?”
Sento la sua voce inaspettata, alzo la testa e rispondo: “Siete Voi Padre … sinceramente siete l’unica persona che non mi aspettavo che venisse a cercarmi in camera mia!”
“Immagino! … Magari non ti fa nemmeno piacere vedermi …”
“Ma cosa dite? Io invece devo ringraziarvi, per avermi resa quella che sono …”
Mio padre mi guarda con sconcerto, io continuo: “Nessuna delle mie sorelle sarebbe in grado di … allenarsi con Voi con la spada o con qualsiasi arma!”
“Uhmmm … la tua ironia mi fa comprendere che non sei poi tanto arrabbiata!”
“A cosa servirebbe? Tanto so bene che Voi non cambierete mai, come io non cambierò mai.”
“Come va il tuo braccio?”
“Cosa?”
“Mi riferisco alla tua ferita …”
“Bene, ora sta meglio!”
“Bene dici? Ma se prima … intendo dire durante il duello, l’ho vista sanguinare e …”
“Non è niente, è tutto a posto, ci hanno pensato Josèphine e Andrè a medicare la ferita, adesso ha smesso … non sanguina più.”
“Sei un’incosciente …. Lo sai che adesso rischi che ti rimanga una cicatrice?”
“Una in più, una in meno, per me non fa alcuna differenza …”
“Ma non credi che ad Andrè possa dispiacere?”
“Andrè è un soldato esattamente come me, anche lui ne ha e tante, e non bada certo alle mie cicatrici, e poi Padre, preoccupatevi piuttosto alle cicatrici che mi procurate nell’anima e non quelle sul mio corpo!”
“Sei pungente Oscar, se vuoi mentire a me va bene, ma non mentire a te stessa. Ti ho vista a Venezia …. il tuo sguardo allo specchio, con il vestito smanicato e le spalle scoperte, e non hai dato affatto l’impressione che non ti importarti nulla, anzi, ti importa eccome!”

Le parole di mio Padre mi emozionano e non poco, ma sono forte e riesco a nascondere i miei sentimenti.

“Oscar … io … mi preoccupo semplicemente per te, ma tu a quanto pare non lo capisci, sei proprio una testona …”
Emozionata rispondo: “Come Voi Padre … tale e quale a Voi … almeno questo è quanto mi dicono tutti.”
“Si, può darsi che sia così, anzi, lo riconosco, quando ti guardo, vedo in te il mio riflesso: stesso temperamento, stessa fierezza, stesso orgoglio … però c’è da dire che in quanto a testardaggine e forza, tua madre non è certo da meno!”
Sorrido appena e replico: “Mia madre … mia madre è davvero una donna forte e decisa, lo sta dimostrando in questo periodo …. Padre, è solo per lei che sono rimasta al palazzo, altrimenti sarei andata via davvero!”
Avanzo di un passo, mia figlia è di fronte a me, è seduta ancora al pianoforte e continua a strimpellare la tastiera, non mi guarda e sorride, vedo uno strano luccichio nel suo sguardo, si alza, siamo l’uno di fronte all’altra.

“Oscar, mi dispiace, avrò anche esagerato, ma tu sei la mia piccola figlia. Lo sai,  tengo a te. Sono orgoglioso di te, come soldato e come donna. E se dovessero mai esserci pettegolezzi sul tuo onore, puoi stare certa che come padre, sfiderei a duello chiunque. E la furia di un padre arrabbiato non ammette repliche e non teme nessuno, non dimenticarlo". 
Mio padre è di fronte a me, scruto i suoi occhi in cui vedo riflessi i miei, gli dico: “Padre, se noi due andiamo poco d’accordo è perché nessuno di noi due vuole cedere, però sappiate che io Vi rispetto, e ribadisco nuovamente, che Vi ringrazio di avermi cresciuta in questo modo, però … il mio temperamento, a dir Vostro .. così … ribelle, ha fatto in modo che ci accomunasse la nostra testardaggine, io chiedo da Voi solo un po’ di rispetto e nient’altro, non dovete entrare nella mia vita intima. Voi lo avreste fatto con un … figlio maschio?”
“Certo che no!”
“E allora fatelo anche con me, dopo tutto, mi avete cresciuta come tale … ho sempre goduto della mia indipendenza, sono sempre stata libera, e non Vi ho mai fatto vergognare delle mie azioni. Non è così Padre?”
“Si è così, però …”
“Però niente Padre, credo che noi abbiamo dato fin troppi spettacoli, adesso sarebbe ora di smetterla, non credete?”
“Oscar, per te voglio solo il meglio e nient’altro … almeno questo voglio che tu lo capisca.”
“Padre io …. Io …”
“Oscar .. figlia mia, io non volevo ferirti e tanto meno umiliarti è solo che … io vorrei soltanto che ogni cosa venisse fatta nel migliore dei modi, senza che nessuno abbia nulla da ridire … comprendilo …”

Vedo lo sguardo di mio padre brillare, il luccichio dei suoi occhi mi emoziona ancora di più, non resisto, una forza incontrollabile mi spinge verso di lui, e senza pensarci, mi getto tra le sue braccia, l’abbraccio e lui mi stringe accarezzandomi la testa, i capelli e mi dice: “Sei la figlia a me più cara!”
Sento le sue lacrime bagnarmi il collo, mio padre sta piangendo, capisco che la sua è semplicemente una corazza, nient’altro che una corazza quella che assume con tutti noi, ora capisco che ama la sua famiglia e … mi vuole bene!



Sono dietro la porta socchiusa di mia figlia, ho ascoltato tutta la conversazione tra Oscar e Augustin, temevo che litigassero nuovamente, ma per fortuna mi sbagliavo, anzi, hanno parlato pacificamente, e Augustin con le sue parole, aldilà di tutto, ha dimostrato di tenere a sua figlia e, anche se a suo modo, di volerle bene.


Sono passati diversi giorni da quando ho sfidato a duello mio padre e abbiamo parlato e … inaspettatamente ci siamo abbracciati, da quella sera mio padre non ha più chiuso a chiave Andrè, però continua a spiarci costantemente, non c’è stata l’occasione di eludere la sua sorveglianza, e i preparativi del matrimonio hanno tenuto lontano me e Andrè, abbiamo appena avuto l’occasione di appartarci per pochissimo tempo. 
E’ Lunedì e oggi finalmente torno in caserma, e con me, Andrè.
Ho appena fatto il bagno e indossato la mia divisa, però che effetto strano che mi fa: l’ultima volta l’ho indossata quando ho firmato la scarcerazione di Alain.
Penso ad alta voce, mi chiedo: come se la starà cavando tra il letame, magari impreca tutto il giorno ah ah ah!
Lascio la mia stanza, e raggiungo quella di Andrè, la porta è spalancata, mi vede, e dico: “Buongiorno Andrè!”
Mi si avvicina, mi abbraccia, mi dice: “Buongiorno amore, sei già pronta!”

Andrè mi accoglie tra le sue braccia e mi bacia appassionatamente.

“Andrè dobbiamo scendere per la colazione, altrimenti faremo tardi ….”
Lo scruto divertita, lui mi guarda e mi dice: “Cosa c’è Comandante, perché mi guardate così?”
“Capitano Grandièr, noto con piacere che la nuova divisa Vi dona moltissimo, siete così … affascinante!”
“Uhmm… Comandante mi guardate in modo strano, cos’è quella strana luce che vedo brillare nei Vostri occhi, è forse .. desiderio il Vostro?”
Mi ritraggo appena, fingo indispettita: “Capitano come Vi permettete siete uno sfacciato.”
Andrè mi stringe a se e mi sussurra: “Dopo tanti giorni, oggi avremo l’opportunità di stare un po’insieme, almeno al nostro ritorno dalla caserma, magari prima di tornare passiamo per il Casino di Caccia, cosa ne pensate Comandante, Vi alletta l’idea?”
“Certo che si Capitano, sono impaziente che scenda la sera!”

Andrè mi da un lungo tenero bacio, non mi lascia, mi stringe forte a se, mi accarezza i capelli e la schiena, scende piano con le sue mani fino a raggiungere i miei glutei, mi bacia ancora e ancora, fino a che non perdiamo fiato, mi allontano appena e gli dico sospirando, un po’ ansimante: “Su Andrè andiamo, si sta facendo tardi!”

Scendiamo in cucina, la nonna come sempre ci ha preparato un’abbondante colazione, sul tavolo c’è di tutto.

“Buongiorno ragazzi!”
“Buongiorno a te nonna, accipicchia nonna che colazione abbondante che ci hai preparato!”
“Mi sembra ovvio, visto che starete tutto il giorno fuori!”
“Ma nonna, noi mangiamo alla mensa militare, anzi adesso anche Andrè dividerà la mensa degli ufficiali.”
“Tornerete stasera?” 
“Credo di si, dipende il lavoro che troverò in ufficio, magari sarò costretta a intrattenermi più del solito!”





Siamo tutti radunati alla mensa dei soldati per la colazione, stamattina finalmente vedo unirsi a noi Gerard.

“Buongiorno amici, buongiorno Alain, da quanti giorni che non ci vediamo, vero Alain?”
“Già, dalla festa di fidanzamento del Comandante e di Andrè. Dimmi Gerard, te la sei spassata in questi giorni di licenza, vero?”
“Be si, sono stati davvero delle giornate di assoluto riposo, un vero toccasano …”
Pascal ascolta la nostra conversazione e ci chiede: “EHI un attimo, poco fa avete detto che siete stati alla festa di fidanzamento del Comandante e di Andrè?!”
“Si, siamo stati invitati dal Comandante …”
“Toglimi una curiosità Gerard, il Comandante indossava l’uniforme o … un abito da donna?”
“Ma che domanda Pascal, è ovvio che indossava un abito da sera.”
“Dimmi com’era, voglio dire non era strana vederla vestita da dama?”
Alain interviene: “Strana? Io direi che è strano vedere una donna vestita in uniforme!” 
“Dai Alain raccontaci, com’era? … Curiosa? Goffa? Aveva in mano il ventaglio o la spada? Ah ah!”
“Né l’uno, né l’altro stupido! Sappi che il nostro Comandante in gonnella è davvero aggraziata e non ha nulla da invidiare a nessuna donna, è davvero bella, e il nostro Capitano ha scelto bene …... non c’è che dire, è decisamente di gusti raffinati!”
“Chi?”
“Come chi, ma Andrè stupido!”
“Mah! Certo che il nostro Comandante, bella lo è, però non riesco a immaginarla vestita da donna e soprattutto non riesco a immaginarla con ……. un uomo, perché dà l’impressione che un qualsiasi uomo accanto a lei sembrerebbe una donnicciola ah ah ah!”
“Pascal, hai poco da ridere, ti assicuro che il Comandante è una donna con tuttte le carte in regola, certo tutto questo sembra così strano, ma in realtà te l’ho già detto, è strano vedere una donna in uniforme e non in gonnella ih ih ih!

Pascal si allontana ed io rimango con Gerard e gli dico: “Senti amico , in tutta confidenza, ti dico che in quella casa di normale c’è poco.”
“In che senso Alain non ti capisco?!”
“Nel senso che la casa del vecchio pazzo, lui con tutte quelle donne, è un vero e proprio esercito di matti … “
“Continuo a non capirti ..”
“Lì … Lì non fanno altro che … litigare, urlare… insomma il vecchio in mezzo a tutte quelle femmine, è in continua lotta, e poveraccio c’è da capire perché è fuori di testa!”
“Ma Alain cosa succede in quella casa, da farti parlare così?”
“Esattamente non ho capito un granchè, però Gerard, non fanno che urlare continuamente, a qualsiasi ora, anche di notte. Poi di notte, anche quando tutto dovrebbe essere tranquillo, in realtà si consuma la tragedia più grande …”
“Cioè?”
“Fingono di dormire, ma in realtà sono tutti lì a spiarsi, e il povero Andrè, viene addirittura messo sotto chiave dal vecchio pazzo …”
“Cosa? Ma Alain cosa dici? Non starai mica esagerando?” 
“Affatto …”
“E perché lo metterebbe sotto chiave?”
“Quanto sei tonto Gerard, il motivo è sempre lo stesso, il vecchio teme che Andrè attenti alla virtù di sua figlia senza capire che i due già hanno assaggiato il frutto proibito ah ah ah!”
“Dici davvero Alain, oppure sono tutte tue fantasie?”
“Ma quali fantasie, vabbè che Andrè è un giovane a posto, ma è pur fatto di carne e sangue come noi, ti sembra?”



Andrè ed io siamo in ufficio, organizziamo il nostro lavoro, e affido il nuovo compito ad Andrè.

“Andrè dobbiamo dividere i turni di guardia, tu avrai il tuo gruppo di soldati ed io il mio, così diventerà più facile gestire le ronde.”
Sorrido e con tono serio ribatto: “Agli ordini Comandante!”
Bussano alla porta.
“Avanti!”
“Bentornata Comandante, Capitano …”
“Grazie colonello De Guille, i soldati?”
“Si sono appena riuniti in piazza d’armi, sono pronti per la rivista!”
“Bene, possiamo andare!”

Percorriamo il corridoio, sono davanti ad Andrè e a De Guille, varchiamo il porticato della piazza d’armi, appena ci vedono i soldati si schierano e fanno il saluto militare.

Finita la rivista, rompono le righe e ognuno, torna al proprio compito.

“Andre tra non molto sarà l’ora del rancio, ti aspetto nel mio ufficio.”
“Va bene Oscar ma prima passo per le camerate, vado a salutare i miei compagni da soldato e non da Capitano!”
“Si ..va pure, a dopo!”

Percorro i corridoi della caserma, sento una voce alle mie spalle.

“Ehi Andrè, dove vai?”
“A salutare i nostri compagni Alain!”
“Andrè, nonostante che spesso mi fermo a palazzo Jarjayes, non abbiamo avuto il tempo di scambiare due chiacchiere …”
“A proposito di cosa Alain?”
“Di te e del Comandante.”
“Cosa c’è Alain, che cosa vorresti sapere?!”
“Ehi Andrè, ho saputo che tu e il Comandante vi siete decisi, be’ mi fa piacere, però una curiosità me la devi togliere …”
Guardo con severità Alain e gli dico: “Sta attento a ciò che dici.”
“Si va bene amico, ma dimmi, nell’intimità com’è il Comandante, è davvero così … mascolina, oppure è una femmina sottomessa, magari sensuale da fare resuscitare i morti?! Suvvia Andrè parla, non tenertelo tutto per te … forza …”
“Alain chiudi quella bocca se non vuoi passare un guaio!”
“Ma dai Andrè non ti ho chiesto chissà cosa, la mia è soltanto una curiosità, sai, immaginarmela nell’intimità e magari sottomessa a te, stento a crederci, e poi finalmente era ora che tu riuscissi ad accedere al suo tesoro ah ahah!”
Guardo con severità Alain e con tono grave e severo gli dico: “Soldato Sassoin, per aver mancato di rispetto a i  tuoi superiori, ti prolungo la pena di atri quindici giorni!”
“COSA?!! Ma che dici Andrè, tu sei mio amico o sbaglio?”
“Si, siamo amici Alain, ma questo non ti da il diritto di mancare di rispetto alla mia fidanzata, se non chè al tuo Comandante ..”
“Andrè ti prego non…”
“Alain io non ti manco di rispetto chiedendoti cosa fai con tua moglie, o com’è lei con te in intimità, e quindi ti non devi permetterti con me, chiaro Alain?”
“Andrè Andrè ti prego, preferisco una settimana agli arresti, e non altri quindici giorni tra il letame … ti prego Andrè!”
“Sei mio amico Alain, e gli amici non si sbattono in cella, li si vuol vedere in libertà e a casa dalle loro mogli!”

Lascio annichilito Alain e vado via, mentre sento la sua voce supplichevole: “Ti prego Andrè dove vai, abbi pietà per un tuo amico!”
“Allora impara a rispettare i tuoi amici Alain!”
“Andrè nooo!!!”


E’ quasi una settimana che Marguerite non dorme più nel mio letto e mi ignora completamente, mi sono deciso a scriverle una lettera, gliel’ho lasciata nella stanza dove adesso va a dormire; spero di convincerla della mia buona fede. E’ ancora troppo arrabbiata con me, vorrei che capisse che io l’amo e che amo la nostra famiglia. Vorrei che capisse che le mie azioni sono mosse dal mio senso paterno e non dalla cattiveria nei confronti di mia figlia, anzi, lei è la mia figlia adorata … spero che a quest’ora lei la stia leggendo, non posso starle lontano ancora … non posso vivere senza di lei.


Sono davvero stanca, troppi avvenimenti stanno accadendo, se le cose continuano così, sento che prima o poi crollerò. Mi siedo davanti allo scrittoio, appoggio il gomito sul mobile e mi accorgo che c’è un foglio ripiegato, lo apro, riconosco la grafia di Augustin, leggo.

Mia amata Marguerite,
hai ragione, ho esagerato con nostra figlia. Ho esagerato, ma avevo le mie buone ragioni. Insomma, cerca di capirmi. Io tengo molto a lei, è la mia piccola. Allevata a mia immagine e somiglianza. È il figlio maschio che non abbiamo avuto. Sono orgoglioso di lei. Ma resta una donna, mia figlia, e io non voglio sentire allusioni di nessun genere su di lei e sul suo onore. Che sia il suo onore di soldato o quello di donna, poco mi importa.
E quello che lei e Andrè hanno fatto potrebbe mettere in discussione il suo onore di donna. Ed io non posso accettarlo.
E poi, nonostante tutto quello che hanno fatto, scopro che non aspettano neppure un piccolo Jarjayes! Insomma, fanno ma non si moltiplicano. Ma perché! Io sono preoccupato, mia amata. Aiutami a capire. Non voglio altro che capire, assicurarmi che stiano tutti bene e che tutto vada come deve andare. Per fortuna mancano ormai poche settimane. Ma se poi anche dopo loro non….non riesco neppure a scriverlo, mia adorata. Sono preoccupato.
Io adoro la mia piccola figlia, e si, hai ragione, sono geloso. Gelosissimo. Guai ad Andrè se non sarà all’altezza delle aspettative di mia figlia. Perché lei ha delle aspettative enormi dal matrimonio. Ne sono sicuro. Così come sono certo che sarà una madre eccezionale, come lo sei stata tu. Farà crescere i suoi figli, i miei nipoti, nel rigore e nella libertà. Il rigore della famiglia e la libertà di essere quello che desiderano. Perché lei è così.
Ora ti prego, mia amata, aiutami a sincerarmi che tutto vada bene, e torna da me. Mi manchi. Mi manca la tua saggezza, la tua pacatezza. Il tuo buon senso.
Parla tu con lei, con la nostra piccola.
Parlale tu, e spiegale che un padre, quando scopre che il fidanzato della propria figlia ha anticipato i tempi, dovrebbe sfidare questo a duello, così come fece tuo Padre con me. Spiegale che mio Padre me le diede di santa ragione, quando scoprì il fattaccio. Io in fondo, non ho fatto nulla di tutto ciò. 
E perdonami, ti prego, mia amata.
Ti aspetto questa sera, nella nostra camera, nel nostro letto. Chiuderemo le tende del baldacchino e……ci ricorderemo di quando eravamo giovani. Quanti ricordi…..Oscar…l’abbiamo concepita nel casino di caccia…..ah…..Marguerite, dovremmo tornarci, uno di questi giorni!
Con affetto, tuo Augustin

Ripiego il foglio, mi commuovo per le parole di mio marito, lo so, lui non è cattivo, è solo che ha le sue convinzioni, ama nostra figlia, e in definitiva devo riconoscere che nell’ultima settimana è stato piuttosto tranquillo, senza dirmi nulla ha cercato di dimostrarmi che ci sta mettendo tutta la sua buona volontà. 
Sento bussare alla mia porta.
“Avanti!”
“Marguerite … posso entrare?”
Rimango seduta alla poltroncina, lo guardo, gli dico: “Augustin cosa c’è?”
Avanzo verso di lei, le dico: “Finalmente Marguerite, mi hai rivolto la parola …”
Sento il tono della voce di mio marito che è dolce e soave, come non lo ascoltavo da tempo, ovvero da quella volta che abbiamo fatto l’amore nelle scuderie, lo guardo, gli dico: “Cosa vuoi Augustin?”

Le porgo la mano, e la invito ad alzarsi, è di fronte a me, la guardo, mi guarda, non diciamo nulla, in un gesto istintivo l’abbraccio, l’accarezzo, la stringo a me, le sussurro: “Marguerite, mi dispiace, io non voglio che tu sia adirata con me …”
“Augustin, ti prego … anch’io non lo voglio, e tutto questo non lo voglio nemmeno io, però ….”
“Vieni con me Marguerite!”
“Dove?”
“Su dammi la mano e vieni via con me…”

Augustin ed io lasciamo il palazzo e ci addentriamo nel bosco, riconosco il percorso, gli dico: “Ma questo Augustin, è il sentiero che porta al Casino di Caccia!”
“Si … stiamo andando proprio là … ricordi quando eravamo giovani, ci andavamo spesso …”
“Si certo Augustin, come potrei averlo dimenticato?! … E’ lì che … abbiamo concepito nostra figlia Oscar!”
“Si …… ricordo benissimo quel giorno, pioveva a dirotto, era un pomeriggio, ci addentrammo in questi luoghi e fummo sorpresi dal temporale. Adesso dopo tanti anni voglio tornarci con te, credo che non siamo più venuti da allora! … Il tuo impegno con le nostre figlie, poi Versailles … ed infine il mio lavoro che mi ha portato via dalla mia famiglia.”
Continuiamo ad aggirarci per i sentieri, gli rispondo: “Augustin, il tempo è volato, le nostre figlie ormai sono diventate delle donne … e la nostra gioventù è passata così in fretta senza che ce ne accorgessimo.”
Arresto il passo, guardo la mia Marguerite, le dico: “Le tue parole mi hanno davvero commosso, ho sempre saputo che avevo sposato una donna meravigliosa, forse una delle poche rimaste …”

La guardo intensamente e la bacio, la stringo a me, ancora un po’ di strada, ed ecco ci siamo, siamo arrivati. 
Spalanco la porta e dico alla mia amata Marguerite: “E’ da tanto tempo che non veniamo, però devo dire che il custode lo tiene in perfetto ordine, è tutto come lo ricordavo! … Vieni Marguerite ..”
“Ma Augustin …”
Mi avvicino a mia moglie, l’accarezzo, le dico: “Ti voglio qui Marguerite … come un tempo … tu lo sai che io ti amo come allora, come sai che nella mia vita ci sei stata solo tu e nessun’altra donna …”

Bacio la mia amata, le slaccio il corsetto, comincio a spogliarla, e in pochissimo tempo il vestito cade giù, la trascino sul letto e la faccio mia.


Finalmente è giunta la sera, e il nostro turno di lavoro in caserma è terminato, sento bussare alla porta del mio ufficio: “Avanti!”
“Oscar sei pronta? Possiamo andare?”
“Un attimo solo Andrè, il tempo che raccolgo i dispacci che sono sul tavolo, e li ripongo nell’archivio.”
Vedo Oscar riporre ordinatamente i documenti, li mette nell’apposito armadietto, e mi dice: “Sono pronta Andrè, adesso possiamo andare!”
Percorriamo i corridoi della caserma per andare alle scuderie, Andrè mi dice: “Oscar ho prolungato la punizione ad Alain per altri quindici giorni.”
“Cosa è successo Andrè?”
“Ha fatto delle allusioni su di noi che non mi sono piaciute affatto, e così l’ho punito!”
“Se hai preso questa decisione, vuol dire che se lo meritava, e certo non sarò io a discutere in merito …. Andiamo Andrè, andiamo a prendere i cavalli.”

Vedo Alain spalare con stizza il letame e appena ci vede dice: “Buona serata Comandante, Capitano …”
“Buona serata a te Alain, vedo che ormai hai quasi finito, tra non molto raggiungerai Sabrina …. mi raccomando Alain, un bel bagno prima di presentarti a palazzo, lo sai che la nonna di Andrè non ti farebbe nemmeno avvicinare al portone d’ingresso se solo sentisse un qualsiasi odore.”
“Si certo lo so …. Comandante, ormai conosco perfettamente le abitudini della famiglia Jarjayes!”
“Alain ricordati che a San Giovanni, Andrè ed io ci sposiamo, tu lo sai che sei nostro ospite, anzi, sei il nostro ospite più importante.”
“Si, magari sono anche il vostro ospite d’onore, vero Comandante?”
“In un certo qual senso … si.”
“E per fortuna, altrimenti cosa mi avreste riservato?”
“Un lungo periodo di isolamento Alain, fin tanto che non avresti imparato a tenere la lingua a posto. A dopo Alain!”
“A dopo Comandante, sempre ai Vostri ordini!”


Prima di partire, Andrè mi sussurra: “Oscar, non avrai mica l’intenzione di tornare a casa, adesso?”
“Non ci penso affatto Andrè, è quasi una settimana che non abbiamo avuto la possibilità di rimanere un po’ da soli.”
“Era ciò che volevo sentirti dire, andiamo!”

Ormai siamo arrivati al Casino, scendiamo da cavallo, Andrè si avventa sulla mia bocca e la fa sua, mi abbraccia, mi stringe a se, mi sussurra appena: “Ti desidero … quanto tempo è passato dall’ultima volta …”
Mi bacia ancora, mi stringe a se, abbracciati raggiungiamo la porta, l’apriamo senza guardare, mentre entriamo ci baciamo, senza renderci conto che il posto dove siamo stati tante volte è già occupato, una voce che sembra quasi un grido ci distoglie dal nostro bacio.

“O MIO DIO!!”

Guardiamo verso il letto, e vedo mio padre e mia madre semi nudi, avvinghiati l’uno all’altra, intenti a……. imbarazzati, la più di tutti è mia madre, che tira a se le coperte, è rossa in volto e mormora appena: “Oscar …”
Ci guardiamo tutti anche se per brevissimi istanti che sembrano eterni, dopo lo smarrimento iniziale, Andrè ed io usciamo veloci dal casolare e tiriamo la porta, sento mio padre istintivamente imprecare: “Voi due, cosa ci fate qui? Quindi l'intenzione è la stessa? Allora ho ragione a tenervi sotto chiave!”

Non rispondiamo nulla e dico ad Andrè: “Andiamo via, prima che mio padre cominci a fare una scenata.”
“La farà comunque, quando rientreremo a palazzo.”
“Forse, ma avendolo trovato così con mia madre, possiamo ben sperare Andrè, magari si sentirà un tantino a disagio e ci penserà ah ah ah!”
“Oscar sei … tremenda!”
“Andrè, tu lo sai, in amore e in guerra tutto è lecito ah ah ah!”
Saliamo nuovamente in groppa ai nostri cavalli e li portiamo nuovamente al galoppo.

Udiamo Oscar ridere dietro la porta e subito dopo sentiamo il rumore degli zoccoli dei cavalli, lanciati al galoppo.
Vedo Augustin alzarsi dal letto, gli afferro la mano e lo porto nuovamente a me, gli dico: “Dove vai?”
“Come sarebbe a dire dove vado?! Hai visto quei due? Sono … vengono qui a … a … insomma Marguerite, quei due vengono qui per i loro … incontri!”
“Allora Augustin … Vuol dire che questo è davvero un posto romantico, magari ci fossimo venuti più spesso, ci siamo persi tanti momenti bellissimi!”
“Marguerite!”
“Augustin … non pensare a i ragazzi, ma a noi … Augustin … amami!”
Guardo strabiliato mia moglie e le dico: “Marguerite sei un … demonio, sai perfettamente come prendermi.”
“Augustin, non si dice forse che la donna ne sa una più del diavolo?”
“Marguerite sei una strega!”


Dopo aver visto mio padre e mia madre lì, al Casino di Caccia, in quel letto nudi, lo stesso letto che tante volte ho diviso con Andrè …. lo ammetto mi sento a disagio, però mi rallegro della loro riconciliazione, finalmente dopo più di una settimana, anche per loro le cose si sono appianate.

I nostri cavalli oramai sono al passo, Andrè mi dice: “Oscar che ne dici di rimanere qui? Questo boschetto è l’ideale per fermarci, guarda c’è anche lo stagno per far abbeverare i cavalli!”

Scendiamo da cavallo, qualche istante di silenzio ed io e Andrè ci abbracciamo, ci baciamo, entrambi sentiamo il desiderio l’uno per l’altro. 
Andrè continua a baciarmi, prende il mio viso tra le mani e guardandomi mi sussurra: “Abbiamo delle coperte sotto la sella, le prendiamo?”
“Va bene Andrè.”

Lo aiuto a prenderle, le stendiamo sul prato, la serata non è molto calda, ma non fa nemmeno tanto freddo, dopotutto è primavera inoltrata, e l’aria è piacevole.
Andrè mi libera dalla giacca della divisa, aprendo i bottoni uno ad uno, con una lentezza esasperante, io levo la sua, rimaniamo con la camicia, in poco tempo senza dire nulla ci ritroviamo nudi, abbracciati l’uno all’altra …..… i nostri cuori palpitano, e i nostri corpi si fondono in una danza ancestrale, la passione ci travolge, l’amore ci travolge, intorno a noi c’è solo la natura che è testimone del nostro infinito e immenso amore!




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