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Autore: Nightmare28    30/07/2018    1 recensioni
Una forza malvagia stava per attaccare la terra, più oscura di quanto i bibliotecari potessero mai immaginare , più di quanto fossero in grado di affrontare, la biblioteca si trovava sulla lama del rasoio, su un crepaccio instabile che nemmeno i bibliotecari potevano risanare, c'era un tassello mancante, fondamentale e ignoto, solo quello era in grado di salvare la biblioteca e con lei tutti gli abitanti della terra...
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Agnes, cos’è questa storia, cosa vuol dire aquila Morgan?”
 chiese Cassandra  una volta che si sedettero ad un piccolo tavolo circolare nell’angolo di un bar vicino
“Aquila Morgan era il mio nome in codice, ero  ancora abbastanza piccola quando la NATO mi ha chiamato come agente per sfruttare le mie capacità di programmatrice e haker, il colonnello Baird era al comando della missione nella quale lavoravo quando mi sono fatta male..”
Iniziò a dire la ragazza per venire bruscamente interrotta da Eve appena tornata dal bancone con in mano un birra
“ Hai dimenticato di dire che sei scappata da quella missione, lasciandoci in un mare di guai”
Si sentì nuovamente imprigionata nei loro sguardi, purtroppo non poteva dare torto ad Eve per essere così severa nei suoi confronti, quello che diceva era vero, lei li aveva abbandonati ,era scappata, se solo avesse saputo il perché di quella decisione così improvvisa per loro insensata; i suoi occhi verde smeraldo si incupirono al solo ricordo di quel periodo, la sua fuga non era stata per egoismo, al contrario, era stato l’unico modo per proteggere tutta quella povera gente, se fosse rimasta in quel luogo probabilmente non sarebbe tornata a casa neanche il colonnello, ma capiva che fosse complicato da capire ed era anche più complicato spiegarlo; a salvarla dalla sua mente fu Ezekiel che si allontanava dal bancone del bar con due birre in mano, si sedette di fianco a lei appoggiandole uno dei boccali davanti al naso, l’odore del liquido leggermente alcolico e a tratti amarognolo la riportarono alla realtà
“ Hai ragione, é vero, sono scappata, avevo  solo  14 anni allora”
“ E un quoziente intellettivo di 165”
 disse Baird sorseggiando la sua birra per allentare i nervi tesi dall’ incontro con la ragazza
“ Questo non mi rendeva in grado di affrontare una situazione del genere”
 rispose Agnes inacidita bevendo a sua volta
“ Comunque..” riprese a parlare la mora “ scappando sono stata ferita da una esplosione causata da una granata inesplosa che era rimasta sul terreno, a quel punto ho avvistato uno degli  aerei americani che era in partenza per tornare in patria, ho trovato il modo di entrare  e sono arrivata fino in America senza che nessuno si accorgesse di niente, a quel punto ho raggiunto l’ospedale nel quale ci siamo incontrate io e Cassandra, poi sono venuta qui, in Italia, sapevo che in America fossero tutti convinti della mia morte e quindi ne ho approfittato per cercare di avere una vita normale”
Si sentiva leggermente in colpa nel dirlo ad alta voce, fin da piccola non era riuscita a essere una bambina normale con una famiglia normale, e dopo la morte dei suoi genitori e il suo sfruttamento in ambito militare lo era stata ancor meno, soprattutto durante quella missione, pensava che andando in Italia si sarebbe liberata di quel peso, che finalmente sarebbe stata al sicuro, il suo piano aveva funzionato per qualche tempo ma nelle ultime settimane le cose erano cambiate, era inquieta ,nervosa ,faceva incubi quasi tutte le notti e aveva l’impressione che la scomparsa dei 7 ragazzi centrasse qualcosa
“ Morgan è l tua giornata fortunata, per quello che hai fatto rischi grosso ma se ci aiuti con la nostra missione faremo finta di non averti mai incontrata, ci stai?” le chiese Baird, Agnes annuì, del  resto non aveva scelta,  negli ultimi anni era stata tranquilla per il semplice fatto che tutti credevano che fosse morta e di conseguenza non avevano perso tempo nel cercarla ma se qualcuno avesse saputo che era ancora viva e che si trovava in Italia non avrebbe avuto via di scampo, la avrebbero trovata e riportata in America, messa sotto interrogatorio e chissà cos’altro.
Finì di bere la sua birra tutta d’un sorso sentendo lo sguardo dei quattro fisso su di lei, distolse lo sguardo guardando all’ interno del bicchiere sporco di schiuma, aspettò che alcuni di loro iniziassero a parlare tra di loro per rialzare gli occhi e guardarsi intorno; Ezekiel, seduto accanto a lei continuava a fissarla e quando lei ricambiò lo sguardo non smise si scrutare le verdi iridi, continuarono a fissarsi con sguardo di sfida finchè il colonnello non si alzò per poi rivolgere di nuovo la parola ad Agnes
“Noi siamo qua per un preciso motivo, dovresti aiutarci a trovare informazioni riguardo a..” Eve venne interrotta dalla ragazza che sembrava essere tornata in se dopo la fase di trans durante la conversazione con loro
“ So su che cosa state indagando e so anche dove andare”
rimasero tutti abbastanza sbigottiti e confusi ma decisero di non fare domande, se davvero sapeva cosa cercare e dove allora non c’era motivo di perdere tempo.
Seguirono  Agnes all’interno della stessa biblioteca nella quale si trovavano precedentemente ,la ragazza si diresse fino allo scaffale più lontano e lo percorse  interamente, si mise davanti allo scaffale pieno di libri e con il dito iniziò a passarli uno per uno dicendo a bassa voce il titolo, il dito affusolato si blocco sulla copertina di cuoio di un libro che sembrava molto vecchio anche se in buone condizioni, il titolo non era scritto in italiano ma in qualche altra lingua che Jacob non conosceva, lo tirò indietro provocando un leggero scricchiolio, di fianco a loro si percepì una vibrazione, uno squarcio aprì il muro creando un passaggio abbastanza grande da farli passare, una volta passati attraverso il muro la crepa si richiuse senza lasciare alcuna traccia; si trovarono in una stanza con pareti ricoperte di scaffali colmi di libri
“ Se state cercando qualcosa che riguardi la scomparsa dei 7 ragazzi, probabilmente siamo nel posto giusto”
disse Agnes con gli occhi pieni di una luce magnetica, amava quel posto e si vedeva
“Agnes che posto è questo?”
le chiese Cassandra incuriosita guardandosi intorno estasiata da quella bellezza
“ Questa è una delle stanze della seconda biblioteca più antica del mondo, si è salvato solo questo ma originariamente era decisamente più grande, l’ho trovata per caso, girovagando fra gli scaffali un paio di anni fa, in questi libri sono contenute storie e verità che sono  comparabili solo  quelle scritte in un unico altro luogo…”
“ E quale sarebbe questo altro luogo?” chiese a quel punto Jacob
“La Biblioteca” la guardarono sorpresi, non sapevano se fosse una coincidenza e se veramente lei sapesse di loro
“Vi ho riconosciuti quasi immediatamente sapete, voi siete i bibliotecari: un genio della matematica, un esperto di arte , un ladro sorprendentemente abile e poi il loro guardiano, ho aspettato molto tempo ma sapevo che prima o poi vi avrei conosciuti”
Rimasero scioccati, come era possibile che lei sapesse dell’esistenza della biblioteca
“ Non vi spaventate, tranquilli non  sono cattiva, lo so perché c’è scritto  in questi libri”
disse prendendo in mano alcuni libri che erano appoggiati sulla scrivania poco distante da loro consegnandoli nelle mani di Eve, la bionda li aprì per poi richiuderli violentemente
“Che cosa c’è scritto in questi libri?” le chiese ancora più nervosa di prima, Agnes si era dimenticata che erano scritti in una lingua morta che quasi nessuno sapeva leggere
“ Scusa, mi ero dimenticata che fossero scritti in una lingua che quasi nessuno conosce, comunque in sostanza c’è scritta della storia della creazione della biblioteca e tutta la sua storia passo per passo aggiornata costantemente da un potente incantesimo che collega questa stanza alla vostra biblioteca, per questo so di voi”
La risposta era…strana ma per i loro standard verosimile, smisero di fare domande, non avevano tempo da perdere e con l’aiuto della ragazza iniziarono a cercare qualcosa di interessante all’interno della piccola biblioteca, il silenzio più imbarazzante regnava nella sala, Agnes cercava di evitare gli sguardi del colonello Baird  perdendosi nell’infinità di libri ma allo stesso tempo scrutando  i quattro personaggi che aveva appena fatto entrare nel suo posto speciale,  l’unico luogo nel quale si fosse mai sentita al sicuro e nel quale si rifugiava ogni volta possibile
“Morgan” la ragazza era così concentrata che si spaventò al richiamo che andò a sbattere proprio contro la fonte della voce facendogli perdere l’equilibrio
“Scusa Ezekiel” disse poi imbarazzata a casa della sua sbadataggine, la guardò e sorrise leggermente, aveva capito che per lei non era facile avere a che fare con loro ed essere messa così sotto torchio da Eve, stava facendo del suo meglio per aiutarli e per essere lasciata in pace
“Questo libro mi sembra possa essere interessante dalla copertina, di che cosa parla?” le chiese a sua volta imbarazzato consegnandole un libro dalla copertina in cuoio marrone con le pagine ingiallite; Agnes lo aprì e dopo qualche secondo il ragazzo vide spuntare sul viso di lei un piccolo sorriso che si trasformò in una leggera risata
“ Mi dispiace deluderti Ezekiel ma è un libro di pozioni, niente di utile alla nostra causa”
si sentì di nuovo inutile, non era bravo in queste cose, l’unica cosa che sapeva fare era rubare e scassinare serrature, nient’altro , si era sempre sentito inferiore rispetto agli altri bibliotecari anche se non lo dava a vedere; il silenzio venne nuovamente interrotto da delle urla provenienti dall’esterno della sala ,Agnes si affrettò a riaprire il passaggio per andare  a vedere che cosa stesse accadendo, arrivarono correndo nella piazza su cui si affacciava la biblioteca, la gente correva urlando in preda alla paura; una creatura che sarà stata alta tre metri era al centro della piazza e teneva nella mano raggrinzita e tagliente una ragazza così spaventata da essere paralizzata, i suoi occhi spalancati osservavano l’enorme corpo scuro del gigante soffermandosi sugli occhi blu cobalto ,piccoli, inespressivi ma tremendamente cattivi e raccapriccianti del colosso mostruoso, gli occhi di Agnes si spalancarono, conosceva bene quel mostro, non lo aveva mai visto di persona ma aveva letto molti libri riguardanti l’argomento nella piccola biblioteca
“Dai Agnes pensa, pensa” diceva a se stessa  a bassa voce guardandosi intorno, si girò verso i bibliotecari
“ Allora, ho un piano…” iniziò a dire Agnes
“ No, i piani qui  li facciamo noi” disse Eve interrompendola
“Eve noi non sappiamo niente di questo mostro…”
disse poi Ezekiel ricevendo uno sguardo di approvazione da Cassandra
“Eve ,io mi fido di lei”
le confidò Cassandra seguita da  un cenno del resto del gruppo
“Bene allora, voi cercate di mettere al sicuro la gente e di distrare il mostro, Ezekiel , tu vieni con me”
ordinò poi la ragazza sembrando avere la situazione completamente sotto controllo, lasciarono i tre e si diressero verso una piccola strada laterale e il ragazzo fu trascinato all’interno di una gioielleria rimasta vuota , Agnes iniziò a guardarsi intorno molto concentrata poi si avvicinò ad una teca che conteneva una collana che dava l’aria di essere parecchio preziosa
“ Ezekiel ,prendi questa collana, fai attenzione, per nessun motivo deve suonare l’allarme ,potremmo peggiorare la situazione”
Il ragazzo non deluse le sue aspettative quando riuscì a prelevare il gioiello senza creare il minimo rumore consegnandolo a lei, iniziarono a correre verso il resto del gruppo, non  fecero nemmeno in tempo a rendersi conto che erano tornati che Agnes era sparita con la collana, un impeto di rabbia si fece strada nel corpo non solo di Eve ma anche degli altri che si erano fidati di lei
“Lo sapevo che non ci si poteva fidare di lei” disse poi Eve stizzita
“Ragazzi guardate”
esclamò Ezekiel indicando verso il lato opposto della piazza, dove c’era Agnes, non riuscivano a capire cos lei stesse facendo, aveva la collana addosso e si era messa in un punto nel quale il diamante rifletteva la luce,  era in piedi, ferma, immobile, con gli occhi chiusi.
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Agnes chiuse gli occhi pregando che quell’azzardo funzionasse, il mostro era ancora li, con la ragazza in mano ormai svenuta.
Nella mente di Agnes  iniziarono a vagare i più oscuri ricordi, il giorno della morte dei suoi genitori, la macchina che sfrecciava senza controllo sull’asfalto accompagnata dalle urla e dallo sguardo inquieto della madre, la vista del volto di suo padre scomparire sotto ad un telo nero ed il rumore straziante degli apparecchi ospedalieri comunicare la morte della madre; non era stato un incidente ne era sicura, ed era altrettanto sicura che fosse stata colpa sua e di quella cosa che anni dopo aveva cercato nuovamente di ucciderla , era anni che viveva con quel rimorso , con quel senso di colpa che la accompagnava qualsiasi cosa facesse, senza abbandonarla mai, viveva nel suo corpo in uno stato di quiete che la rendeva irrequieta e solitaria e, in momenti come quello, quando si lasciava perdere nella sua mente senza controllarsi venivano in superfice senza lasciarle alcuna via di scampo da se stessa, dalla sua malinconia, dalla sua rabbia.
Lacrime iniziarono a bagnare il suo viso scorrendo sulle sue guance come fiumi in piena, i pugni stretti le davano un certo senso di conforto e i denti digrignati in una smorfia le servivano per non sprofondare nel più disperato dei pianti; valse la pena soffrire così tanto in quel momento perchè il suo piano funzionò.
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Gli occhi blu del mostro si spalancarono , esso si girò a guardare Agnes lasciando la fanciulla che teneva prima prigioniera per terra, a quel punto Agnes aprì gli occhi guardando fisso quelli della creatura oscura che si avvicinava sempre di più a lei con aria minacciosa, chiuse nuovamente gli occhi, era terrorizzata dal pensiero che il suo piano non funzionasse e di essere catturata , la mano del mostro era sempre più vicina a lei e i bibliotecari avevano ormai perso le speranze che si potesse salvare
“ dai, ti prego funziona” urlò quasi la ragazza, la pietra che teneva al collo si illuminò riflettendo  tutta a luce di quella soleggiata giornata contro il mostro che dopo svariati tentativi di afferrare la ragazza e urla di dolore si dissolse nel nulla.
   
 
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