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Autore: laolga    08/07/2009    4 recensioni
Ed ecco a voi un'altra ff! È una storia d'amore, un intreccio di segreti, bugie, amiche false, amori impossibili... un casino, insomma. Ma non crediate che si tratti di una storiella qualsiasi, copiata dai soliti libri -Twilight, per esempio... quanti di voi si ritrovano a leggere fic uguali a questa serie ma con nomi diversi, magari? O altri libri come Harry Potter? Quanti di voi, eh? La vecchiettina là in fondo ha alzato la mano... quindi, una persona... anche quel biondino lì... e siamo a due... poi quel tizio lì col riporto... e tre...su su non vergognatevi, alzatele manine, su!- Ehm, dicevo, non è una storiella qualsiasi, no! Perciò leggetela senza farvi pregiudizi negativi premettendo che ci ho messo il cuore, in questa ff, davvero. Vi chiedo solo di provare. Grazie.
Genere: Romantico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo sesto




Salimmo frettolosamente le scale che ci separavano dall'uscio di casa mia: Cri si era gentilmente offerta di accompagnarmi a casa,anche se sapevo che in realtà lo faceva più che altro per vedere che faccia avrebbero fatto i miei genitori nel rivedermi con almeno otto ore di ritardo.

Bussai timidamente ed aspettai che venissero ad aprirmi, ma non udii alcun suono dall'altra parte della porta. Attesi, non volendo innervosire i miei già sicuramente preoccupatissimi genitori.

Bussai con forza, ma non ricevendo alcuna risposta decisi di aprire con il mio mazzo.

In casa era tutto come l'avevo lasciato la sera precedente: il rossetto che avevo usato era ancora sulla mensola vicino allo specchio del bagno, le mie pantofole erano gettate a caso sul pavimento e, soprattutto, non c'era traccia di cappotti, scarpe o qualsiasi altro oggetto personale dei miei genitori.

Che non ci fossero?

-Mamma? Papà?, chiamai, sperando di non ricevere risposta ancora una volta.

-Che c'è, dici che non sono ancora tornati?-,chiese Cri, quasi delusa.

Sorrisi, speranzosa, -Credo proprio che non ci siano...aspetta, forse mi hanno lasciato messaggi sulla segreteria.-

Corsi in sala, dove afferrai il telefono ancora prima che Cri potesse realizzare dove fossi finita.

-Sì!- quasi urlai,-C'è...è dal cellulare di mio padre, aspetta che sento che dice...-

Cri mi raggiunse ed accostò l'orecchio al telefono che spiattellava già il mio.

-Ehi, fa sentire!, mormorò dopo poco, spingendomi.

-Taci.

Partì la segreteria, il numero, silenzio, poi la voce di mia madre: “Vera, ti ho lasciato del pollo in frigo, spero che tu abbia l'accortezza di riscaldarlo prima di mangiarlo, stasera, e...ah, già ma tu sei a quella festa...la mamma di Cri mi ha riferito dove vai senza il nostro consenso...vabbéh, per una volta che esci, non fa niente. Stasera non riusciamo a tornare: non vale la pena di arrivare alle due di notte, ti pare? Rimandiamo a domani, restando qui a dormire in un Hotel... Ti chiamo domani mattina, ok? Mi raccomando, fai i compiti e studia con la testa e...lascia in pace quella Cri per un giorno, che sai che mi dà sui nervi che venga tutti i giorni a casa nostra. Torniamo domani sera, credo...ora devo scappare, ciao.”

Finito tirai un sospiro di sollievo, e, felicissima mi buttai sul divano lasciando il telefono nelle mani di Cri.

-Scusa, ma che ha detto? Ho sentito il mio nome, ma forse mi sbaglio...-

-Sì, ti sbagli: ha detto che vengono questa sera!!!-

Anche Cri sospirò, poi si sedette sul bordo del divano, unico angolo non occupato dal mio volume in estensione.

-Quindi non sapranno nulla di...Tom!-,esclamò.

-Ovvio!!! Nulla di nulla|!!! Solo della festa, perché tua mamma gliel'ha detto, e non sono arrabbiati... Ma non è fantastico???-

Cri annuì, dondolandosi una gamba.

Poi mi fissò, e un guizzo divertito le attraversò gli occhi.

-Ma quindi...oggi non hai nulla da fare, vero?-

Sbuffai: un'altra scampagnata con Cri non era esattamente ciò che mi accingevo a fare in quella domenica così magnificamente solitaria...

-Lo sai vero che la piscina è aperta anche di domenica?-,mi chiese, fantasticando su fantasie che io speravo di non vivere mai.

Annuii.

-E...un mio amico ci lascerebbe entrare gratis! Verresti, vero?-

Soffocai un'imprecazione nella manica e sorrisi falsamente,-Cri, che ne diresti se per una volta ci andassi da sola? Salutami quel tuo amico bagnino, ma ho da studiare per lunedì...-

-Non è un bagnino, è un...quello che sta all'ingresso con la cassa, ecco, e non puoi lasciarmi da sola!

Urlacchiò istericamente Cri, cercando invano di farmi cambiare idea.-

Odiavo quando s'impuntava con qualcosa, perché normalmente finiva sempre col convincere anche me.

Scossi con forza la testa, cercando di convincermi che la mia opinione DOVEVA contare più della sua.

-Dai dai dai! Pensa che bello, in piscina! Nell'acqua fresca...-

-Gelida.-

-Poi al sole caldo per abbronzarsi un po'...-

-Bruciarsi, nel mio caso.-

-E poi ci compriamo uno di quei gelati buonissimi del bar!

-Sì, che costano un occhio della testa!

Cri cominciava ad esasperarsi, dimenandosi al mio fianco.

-Ma te lo offro io!!-

Addirittura? Non era mai arrivata a tanto...

Non seppi rispondere, lasciando che un'altra punta di speranza s'infiltrasse negli occhi Cri.

-Sì, te lo offro io! Dai, solo per un paio d'ore!

Scossi ancora la testa, cercando una scusa plausibile.

-Mi vergogno di andare in costume: non ho fatto alcuna dieta e sono diventata una balena.-, esclamai, orgogliosa della mia trovata.

Adesso fu Cri a rimanere senza risposta.

-Oh, non è vero, e poi chi ti vede?, mugolò.

Scossi la testa per l'ennesima volta e mi alzai.

-Vado a prepararmi la colazione, tu puoi anche andare alla tua piscina, se ti va.-, dissi, forse con troppa durezza.

Cri sospirò, poi cercò di sorridere ed annuì.

-Ho capito, il problema non è la piscina ma sono io...-, mormorò terribilmente seria.

M'irrigidii: mi dispiaceva che se ne fosse accorta, ma purtroppo era la verità.

Mi voltai e andai in cucina, sperando che capisse che non valeva la pena di litigarci su.

-Dove credi di andare, Vera!-

Presi un pentolino e lo riempii d'acqua.

-Vera, torna subito qui!-

Accesi il fuoco e lasciai il pentolino aspettando che bollisse.

-Ma ti pare il modo di fare?-

Aprii il frigorifero e cercai un uovo.

-E con questo tuo ignorarmi cosa vorresti farmi capire? Solo che mi odi con tutto il cuore?-

Sbuffai, poi mi sforzai di trovare questo maledetto uovo.

-Vera, mi senti? Guarda che così ti comporti in modo infantile! Rispondimi, non puoi lasciare le cose così... Non puoi!-

Lo trovai e lo afferrai con forza.

Sentii dei passi precipitosi avvicinarsi alla cucina e cercai di presentare a Cri una delle facce più indifferenti della terra: magari riuscivo a farle credere di non aver sentito.

La porta cigolò e si spalancò con un botto...ero convinta che fosse la vipera con la quale avevo appena litigato, ma per poco non svenni: il mio incubo, quel mostro orrido che avevo sognato, i suoi occhi iniettati di sangue, quel taglio infetto, quelle zanne...

Istintivamente urlai, e con mia sorpresa riuscii ad emettere uno strillo acuto e probabilmente molto allarmante, strizzando l'uovo che tenevo in mano, con la sua conseguente distruzione.

Qualcuno entrò e sostituì il mostro, chiamandomi più volte e cercando di togliermi di mano il guscio d'uovo, ma io rimasi paralizzata senza vedere altro che la bocca larga e segnata del mio incubo.

-Vera!!! Ma cosa diavolo ti è successo? Se è per colpa mia, davvero, scusami, mi rimangio tutto!

Davanti ai miei occhi apparvero quelli chiari di Cri, che non facevano altro che scattare da una parte all'altra, e sbatacchiare quelle ciglia fin troppo lunghe.

-Ommioddio, Cri, non sai che spavento, io...-, borbottai, sollevata di non trovare più quell'immagine spaventevole.

Cri sorrise ed annuì, visibilmente preoccupata.

-Sì sì, non è successo niente, Vera.

Solo allora mi accorsi dell'albume liquido e viscido che colava dal mio pugno chiuso, oltre che al pentolino stra colmo che, in bilico, sopportava con fatica gli scossoni dell'acqua bollente.

-Oh, spegni il fuoco, che sennò si rovescia l'acqua!-, esclamai giusto un attimo prima che il pentolino scivolasse sul pavimento facendo fumare le piastrelle gelide a contatto con l'acqua.

Cri soffocò un urlo e cercò uno straccio sul lavandino per assorbire tutta quell'acqua.

Io gettai i resti dell'uovo nel cestino e spensi il gas con mani tremanti.

Pulito il pavimento e calmatisi i battiti cardiaci di entrambe ci guardammo ed impulsivamente, come sollevate che non fosse accaduto nulla di veramente grave (così credevamo) cominciammo a ridere a crepapelle.

Man mano Cri si fece più seria, e, ancora senza fiato e sorridente, mi chiese:-Ma allora ora non ce l'hai più con me?-

Sbuffai, perché c'era d'aspettarsi una domanda così, ma proprio non mi andava di risponderle.

Mi morsi un labbro, recitando la parte dell'indecisa, e mormorai:-Dipende da come ti comporti d'ora in poi...-

Cri saltellò per la felicità, ridacchiando e prendendomi per mano, come se la cosa che le stesse più a cuore fosse veramente la mia amicizia.

Ma forse ero stata troppo dura con lei, troppo pessimista, forse era veramente mia amica, forse non si copriva di tutta quella falsità come credevo, o almeno non con me, non ora...

-Sì, certo, amiche e tutto il resto ma io comunque alla piscina non vengo.-

Cri rise di gusto, ma poi annuì, apprensiva.-Sì, ogni tanto fa bene stare da soli... Ma non farmi prendere altri spaventi come quello di prima, ti prego!-

Impallidii ricordando le immagini di qualche attimi prima, poi sorrisi e seguii con lo sguardo la mia ...amica avviarsi verso l'uscita.

-Allora vado, Vera, se poi cambi idea sai come contattarmi.-disse, fori dalla cucina.

-Ciao!-gridai dopo un bel po', sperando di farmi sentire.

Udii la porta aprirsi e sbattere con un tonfo.

Se non altro ero finalmente sola... i canini lucidi di bava mi si ripresentarono davanti agli occhi per una frazione di secondo e per poco non cacciai un altro urlo, ma poi scossi la tesa, cercando di capire come mai questi incubi così inquietanti si affollassero nella mia immaginazione così all'improvviso...

Mi spostai in sala cercando di non cedere dalla tentazione di voltarmi all'improvviso per controllare che tutto fosse ancora a posto e, soprattutto, che non ci fosse nessun altro fuorché me.

Presi il telefono e riascoltai la voce frettolosa ma comunque rassicurante di mia madre.

Avevo paura...fino alla sera tardi sicuramente mi sarebbe toccato rimanere a casa da sola...

Beh, potevo sempre cercare qualcuno che non fosse Cri...come per esempio Tom!

Appena mi ricordai del mio quasi-ragazzo-non-del-tutto-definito-e-fin-troppo-misterioso mi ricordai del foglietto con il suo numero. Frugai nella tasca dei miei pantaloni e il mio cuore cominciò a battere velocemente non appena sentii la sua consistenza cartacea fra le dita.

Era lo stesso foglietto smunto e stropicciato, e cifre scritte elegantemente risaltavano sullo sfondo giallognolo.

Presi il telefono di casa e in un secondo digitai il suo numero.

Attesi per qualche secondo, e poi la sua voce calda e suadente mi rispose.

-Pronto?

-Ehi!-, esclamai.

-Vera?

-Già, proprio io.

-Oh, ti sto facendo pagare, aspetta che ti richiamo.

-Ma stai scherzando? Non ci pensare neppure!

-Perché?, lo faccio per te.

-E non serve, davvero...

-Beh, fai come vuoi.

-Ovvio.

-Ah ah ah, se sempre la solita, Vera!

Arrossii.

-E scommetto che ti senti molto sola senza di me!

-Ehm...come hai fatto ad indovinarlo?

-Era ovvio! No, scherzavo.

-Beh, è così...

-Ti senti sola?

-Terribilmente sola.

-Ohoh, poveretta, mi fai tanta pena!

-Beh, dato che i miei genitori non ci sono dico che potresti fare di meglio che restare lì a compatirmi, no?

-È un invito?

-Forse...

-Ok, sarò lì fra poco.

-Ci ho messo poco a convincerti, eh?

-Come sempre... ci vediamo fra un secondo.

-Già, ciao!

-Ciao.

Riattaccai, sospirai, ridacchiai, mi alzai e corsi in bagno.

Mi guardai allo specchio e provai un mucchio di pettinature, ma ero solo alla decima che sentii il citofono suonare.

Una frenesia esagerata mi pervase e corsi ad aprire rischiando di scivolare e spaccarmi qualcosa.

Corsi ancora un secondo in bagno per controllare che tutto fosse tutto a posto, e poi mi presentai sorridente alla porta, aspettando che salisse.

Dovevo ancora chiedergli un mucchio di cose...primo fra tutti cosa diavolo ci facesse in casa dello zio di Cri...

Sentii i suoi passi salire gli ultimi scalini (prendere l'ascensore non era più semplice? Forse, ma non abbastanza per Tom, a quanto pareva...), ed aprii la porta, con un sorriso a trentadue denti, forse fin troppo falso.

 

-Ciao, cara, scusaci se siamo arrivati così tardi e non ieri sera...alla fine siamo riusciti a prendere il treno di mattina...che faccia è quella, Vera?, non sei forse felce di rivedere i tuoi genitori?

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Fine, per ora^^

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