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Autore: thesherlocktoherjohn    01/08/2018    0 recensioni
[Split]
Casey è appena riuscita a sfuggire alla Bestia e all'Orda, ma tutti loro, si sono affezionati tremendamente a lei, sopratutto chi ha interagito maggiormente con la sua persona. Casey Cooke non è semplice da lasciare andare.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CHAPTER 2.
 BEAUTIFULLY UNCHANGED  ❜

❪  UN ANNO DOPO  ❫

Gli occhi azzurri si spostavano di qua e di là, nervosamente. Sebbene Dennis amasse vedere giovani donne e lì dentro ve ne fossero davvero tante, il suo sguardo era concentrato su quell'unica stanza. 
" Ha fatto in modo di restare da sola. Al solito. "  il commento di Patricia dalla sua sedia buia, aveva provocato una strana smorfia delle labbra, in Dennis. 
' Dovreste lasciare quel povero tesoro da solo. '  Barry, con il solito cipiglio alla mano, aveva espresso quella che era la sua opinione. 
" Ma no! Farà felice di vederci, io lo fo. „  Hedwig, con le gambe incrociate sulla sua sedia buia, aveva deciso di intervenire. 
‵ Io mi tiro fuori! Non voglio essere presa a pugni. O peggio, a proiettili! ‵ con un gesto della mano, Jade aveva dichiarato la sua estromissione da quella faccenda.
Il rumore secco e stridente delle mani pallide che stringono con forza il volante, fa calare il silenzio all'interno di quella stanza piena di sedie.
'  Ci vado io. '  Barry, con un sorriso che non ammette alcuna replica, si era offerto di fare ciò che Dennis stava soltanto procrastinando. 
"  Non ti conosce bene come conosce me. O Dennis. " interviene nuovamente Patricia, mentre Hedwig la corregge con un: " O me, Fignorina Patrifia. „ 
' Allora lasciamo andare Dennis, ma che si sbrighi, si sta facendo notte. ' 
Dennis fissa lo specchietto retrovisore adesso, in modo da rispondere un secco: «  Basta.  » 
In quel momento, chiunque fino a quel preciso istante abbia detto la sua, si zittisce. Dennis sembra teso, nervoso. E ciò preoccupa Patricia, la stessa che dopo diversi istanti di silenzio, non fa altro che pronunciare un: 
" Comunque sia, non ha tutti i torti. Dovresti andare. Carpe Diem! "
Dopo più di due respiri profondi, allora, Dennis si decide a lasciare l'auto, in modo da poter così fare ciò che lo sta rendendo teso come una corda di violino. 
—————————————————————


« Amh — permesso? Casey? Io e. . . le altre andiamo a mangiare una pizza. Vieni con noi? » 
Casey disseppellì il naso dal libro di mitologia greco–romana che fino a quel momento aveva catturato la sua attenzione, solo per poterla così rivolgere a Bryce. La biondina, in attesa di una sua risposta, da capofila della confraternita, tutta riunita fuori dalla camera della Cooke, se ne sta sull'uscio con un sorriso, sebbene ne immaginino tutte già l'esito. Non smettevano comunque di chiederlo.
Prima o poi – pensava sempre Casey – si sarebbero stancate di chiedere? 
Una parte di lei lo sperava.
« Ho ancora molto lavoro da fare, magari la prossima settimana! » ogni settimana, trovava una scusa diversa.
« O il prossimo anno! » il tono della bionda, sebbene sia scherzoso, tradisce una certa delusione. Delusione che si sarebbe trasformata presto o tardi in avversione e, infine, in indifferenza.
« Va bene. Resterai da sola, quindi mi raccomando, sta' attenta. Bada che non succeda nulla alla casa! E. . . ci vediamo più tardi. » con quel sorriso che tanto faceva sempre sentire Casey in colpa, Bryce richiude la porta. 
« Divertitevi— » neppure il tempo di finire la frase che la porta si era chiusa e Casey si era lasciata andare ad un sospiro.
Avrebbe mai imparato a stare in compagnia? Era una domanda che si poneva sempre ma non riusciva mai a darle e darsi una risposta. 
Dimenticato quell'ennesimo episodio di isolamento sociale, Casey era tornata al proprio libro. Ma, prima che potesse terminare di leggere l'ultimo paragrafo della pagina sulla quale si era fermata, dei passi troppo pesanti per appartenere ad una collegiale avevano congelato ogni sua azione. 
Se erano tutte uscite con Bryce, allora chi si era introdotto in casa? 
E perché i passi sembrano avvicinarsi sempre di più alla sua stanza piuttosto che svanire nel corridoio? 
Senza neppure pensarci troppo, la bruna si alza di scatto da quello che è il suo giaciglio, trovandosi con il frugare nell'armadio, tra le proprie cose, in cerca di una pseudo-arma per difendere la sua persona. 
Nel cercare in quell'armadio in disordine, uno di quei pacchi la cui apertura e sistemazione del contenuto rimandava da mesi, viene smosso e, troppo vicino al bordo, si ritrova a cadere proprio sulla sua testa.
Stordita dalla botta, Casey cade, incontrando la moquette borgogna e prima che possa fare altro, si ritrova con il catturare con la coda dell'occhio la porta della propria camera.
Aperta.
Qualcuno, è nella stanza.
Casey recupera una vecchia stampella di ferro proprio accanto alla propria mano che si è trascinata giù nella caduta, nel tentativo di tenersi a qualcosa e prima che possa alzarsi, proprio davanti ai suoi occhi, compaiono un paio di scarpe nere, eleganti.
Conosce quelle scarpe.
Prima di entrare nel panico, Casey decide di sollevarsi lentamente. I pantaloni grigi. . . La camicia grigio scuro. La corporatura. . . sembra sempre la stessa. Infine, gli occhi scuri della ragazza, incontrano il volto di Dennis, dai tratti seri e duri, come sempre.
Non ci pensa due volte, il proprio corpo si muove per lasciare la stanza, ma con un braccio attorno alla sua vita, Dennis la ferma. 
« Aspetta. » il tono perentorio che l'altro utilizza, trapassa la giovane donna da parte a parte. « voglio solo. . . parlarti. » 
La ragazza si ferma, allora, come se fosse in qualche modo un dovere, farlo. 
Ancora tenuta ferma, fianco contro fianco con il corpo altrui, Casey volge il viso di lato, verso il suo.
« Hai tentato di uccidermi. » mormora la ragazza, quasi indecisa delle proprie parole. Non era né Kevin né tutte quelle personalità che lei aveva riportato alla luce tutte assieme, quella notte. Era quella bestia di cui parlavano tanto? Ma anche se fosse stata questa 'Bestia', era sempre stato lui a. . . o no? No.
« Non ero io. » di fatti, Dennis traduce i pensieri della ragazza, fissandola negli occhi. 
Non ricordava, Casey, quanto Kevin o. . . Dennis, fosse bello.
Le era mancato quel volto.
« Tu. . . non dovresti essere qui. » mormora, la bruna, ma gli occhi scuri non lasciano neppure per un istante quelli chiari dell'altro. Sembrano incastrati l'uno all'altro come due anelli di una grossa catena.
« Eppure ci sono.
Hai una macchia di sangue sulla camicia. » quasi come se fino ad un momento prima non avesse parlato d'altro, Dennis divulga quell'informazione.
Casey, osservandolo in un misto tra il confuso e l'interrogativo, abbassa lentamente lo sguardo su quella piccola striscia rosso scuro ormai secca.
D'istinto, la bruna la copre, portandosi il braccio dietro la schiena. 
« Che cosa hai fatto? » la domanda di Dennis, dopo quel gesto, è lecita. 
« Ci sono molte cose che non sai. » replica la ragazza, aggrottando le sopracciglia. 
« Che cosa hai fatto? » la incalza nuovamente, l'uomo e Casey, con un movimento che ormai le è quasi d'abitudine, abbassa lo sguardo. 
« Non è stato un anno facile. » ammette, allora. E si rende conto del fatto di star pronunciando quelle parole ad alta voce per la prima volta in assoluto, dopo che lui l'aveva abbandonata in quella gabbia.
« Perché? » la domanda di Dennis è più che lecita, così come la sua perplessità e questo Casey lo sa bene. 
« Perché mi mancava. » 
« Cosa? » quella nuova domanda da parte di lui arriva neppure dopo mezzo secondo l'affermazione dell'altra. 
« . . . la prigionia. » e di nuovo, per la seconda volta in cinque minuti, sta pronunciando ad alta voce ciò che aveva evitato di dire per un intero anno. « . . . mi mancavi tu. » 
E i tratti duri, quasi militareschi dell'uomo, si ammorbidiscono di poco. 
« Anche tu mi mancavi, Casey Cooke. » e per la prima volta, Dennis riesce a scorgere un lieve sorriso su quelle labbra che, da quando la conosce, non ha mai visto sorridere. È rimasta meravigliosamente uguale.
« E non sono il solo. »
   
 
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