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Autore: _Giuls17_    01/08/2018    1 recensioni
[Missing Moments: The Dark World.] • Hermione/Draco - Hermione/Robb
Avevamo lasciato Hermione ad accettare la sua nuova vita, a prescindere dalle conseguenze e da quello che le avrebbe riservato il futuro, ma se ci soffermassimo su alcuni momenti? O su delle alternative?
Vi lascio a questa raccolta che segue la storia originale ma che aggiunge anche qualcosa di nuovo.
Extra: Buon anno, Hermione.
Extra: To find each other again.
Extra: Love me, forever.
Extra: The nightmare is real.
Extra: Across the universe.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dark World'
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The nightmare is real
 
Le avevano tolto anche la facoltà di scegliere se vivere o morire, le avevano tolto il libero arbitrio, erano riusciti a spezzarla dopo una vita di lotte e di guerre, erano riusciti a portarle via ogni cosa e lei glielo aveva permesso, era diventata debole nonostante si fosse promessa di pensare sempre e solo a stessa.
Aveva invece ceduto a quel sentimento, aveva ceduto all’amore e dall’amore era stata sopraffatta fino ad esserne distrutta.
Hermione era stata distrutta dall’amore, dalla scelta di amare un’altra persona, di difendere un’altra persona, di proteggerla a costo della sua vita.
Chiuse gli occhi cercando di alleviare il dolore in tutto il corpo, e nel suo petto ma le lacrime non avevano ancora smesso di uscire e si rese conto che niente le avrebbe dato alcun giovamento.
Neanche Draco.
Aveva fatto una promessa tanto tempo fa e l’aveva fatta a se stessa, per proteggersi da suo padre e dal dolore del mondo, l’aveva fatta per una ragione, perché viveva in una famiglia in cui non si sarebbe mai potuta permettere quel tipo di sentimento, eppure lui era stato in grado di farle rompere la promessa, era stato in grado di darle speranze, e da quella speranza era stata distrutta.
Per Hermione non sarebbe mai esistita vita diversa da quella, né futuro più roseo e in cuor suo lo aveva sempre saputo, ci avrebbe dovuto solo credere di più, si sarebbe dovuta impegnare di più e non sarebbe finita in quel modo.
La colpa in fondo era anche sua, se solo fosse stata più furba, più fredda, se fosse stata più sicura della sua promessa non avrebbe permesso a Draco Malfoy di guardare oltre il muro, di scorgere Hermione nella sua forma più pura, se fosse stata più intelligente avrebbe pensato a se stessa per prima e non agli altri.
Solo che non lo era stata, si era lasciata coinvolgere da tutte le puttanate dei Grifondoro, dagli ideali sulla lealtà, sul coraggio e sul sacrificio e lei alla fine ne aveva pagato le conseguenze più brutte e solo perché lui non l’aveva ascoltata.
Se non avesse seguito Potter al Ministero lei non si sarebbe trovata in quella situazione, se lui le avesse dimostrato davvero devozione, amore, l’avrebbe protetta, avrebbe fatto di tutto per proteggerla e per non mandarla al macello, ma non lo aveva fatto.
 
Io ero sacrificabile.
 
Quella verità si era insidiata dentro il suo cuore da un paio di giorni e non era riuscita ad estirparla in nessun modo, dovendo ammettere che forse in parte era la verità.
Draco l’aveva sacrificata per parare il culo a Potter senza neanche un attimo di esitazione e lei nonostante tutto aveva deciso di saltare per salvarlo a sua volta, per salvarli tutti ma nessuno l’avrebbe potuta salvare da quelle torture, da quel dolore, dai suoi carnefici.
Nessuno.
Percepì altre lacrime scenderle lungo il collo, allungò le braccia e strinse forte le gambe vicino al petto e ci nascose la testa, non sarebbe riuscita a sopravvivere a tutto quello, a tornare quella di prima, forse neanche la Regina di Ghiaccio sarebbe riapparsa dopo quell’estate tormentata ma Hermione ne sarebbe uscita definitivamente morta.
E lei era stata la prima a darci un taglio, la prima a farla finita, si era tagliata i polsi sperando che tutto quel dolore finisse, si era tagliata perché aveva sperato che la morte le regalasse la pace, la speranza della pace, ma l’avevano salvata, l’avevano salvata e le avevano tolto anche la possibilità di scegliere sulla sua vita.
-Cosa ne sarà di me?-
Quella domanda aleggiò per tempo indefinito dentro il suo armadio, in quell’oscurità che aveva fatto sua, sua come l’unico luogo di sollievo e di salvezza, ma non riuscì mai a darsi una risposta, mai ad immaginare il suo futuro.
Perché se avesse solo osato sperare sarebbe stata spezzata di nuovo, ed Hermione era arrivata al limite, era arrivata al confine, a quella linea immaginaria che già per Draco aveva superato e che non le avrebbe permesso di vivere se l’avesse superata una seconda volta.
Aveva voluto di più ed adesso ne avrebbe accettato le conseguenze ma questo le fece capire una cosa importante: nessuno valeva abbastanza da vederla ridotta in quel modo.
Nessuno sarebbe più stato così importante da portarla al punto di rottura, non avrebbe più dato a nessun quel potere.
Mai più.
 
Perché dovrei farlo? Credevo in Draco, credevo in quel sentimento, eppure è bastato così poco da esserne spazzata via, da esserne sopraffatta.
Non voglio più sentirmi così, non posso più permettermi di sentirmi così, e non darò mai più a loro il potere di distruggermi, di spezzarmi e se per farlo dovrò rinchiudere ogni vana speranza nel mio cuore, lo farò.
Se per farlo dovrò vivere come la Regina di Ghiaccio per il resto della mia vita lo farò, ma non permetterò a nessun Draco Malfoy di turno di ridurmi nuovamente in cenere.
“E la promessa di far uscire Hermione? Di dare ad Hermione una possibilità?”
Dimenticati quella promessa, Hermione è morta, Hermione non esiste più: Draco se l’è portata via, mio padre se l’è portata via e Voldemort l’ha fatta a pezzi con il Marchio Nero.
Non c’è nessuna Hermione da salvare, nessuna Hermione dietro il muro impenetrabile, ci sono solo io, ci sono solo i cocci rotti e i vetri rotti e non intendo più metterli assieme, perché farlo darebbe a qualcun altro un nuovo potere e da adesso in poi sarò solo io l’artefice del mio destino.
“Credi che ce la faremo?”
Dobbiamo farcela, non ci sono altre alternative, né strade secondarie, questa è la nostra vita e non possiamo sfuggirne, le abbiamo provate tutte e abbiamo fallito, adesso faremo il loro gioco, adesso diventiamo davvero dei Mangiamorte, dei Granger.
“Ci perderemo durante il cammino, non rimarrà più niente di noi.”
Non c’è più niente da recuperare, siamo già perse, siamo già smarrite, noi non esistiamo realmente, non abbiamo più niente per cui valga la pena lottare, e non intendo più combattere una battaglia persa in partenza.
Perciò, adesso noi entriamo a far parte della squadra dei cattivi.
“Non mi piace.”
Non abbiamo altre scelte, non c’è rimasto più niente.
 
Hermione aprì gli occhi e poggiò le mani sulle pareti dell’armadio, si fece forza e riuscì ad alzarsi per poi uscire, il sole le bruciò gli occhi ma riuscì ad adattarsi dopo qualche secondo, e quando si osservò allo specchio non vide niente.
Non c’era Hermione in quel riflesso, c’era solo una ragazza spezzata, distrutta e fatta a pezzi dalla sua famiglia e da chi aveva promesso di amarla e di proteggerla, ma non avrebbe più permesso a nessuno di ridurla così.
Mai più.
Da adesso la Regina avrebbe riconquistato il suo potere, e avrebbe salvato ciò che era rimasto di lei, dopo le cruciatus e il Marchio, anche a costo di distruggere Hermione con le sue stesse mani.
 
***
 
Qualche anno dopo.
 
Hermione si strinse di più al suo mantello mentre attraversava frettolosamente l’androne del Ministero, suo padre l’aveva convocata per la solita riunione pomeridiana ma ne avrebbe fatto davvero a meno.
Era da giorni che l’inverno non dava tregua a Londra sia con la neve che con il freddo e avrebbe preferito passare la sua serata a casa, nella sua nuova casa, magari con un bicchiere di vino bianco tra le mani e un buon vecchio libro ma da quando aveva scelto di lavorare per suo padre aveva dovuto imparare a convivere con quegli orari.
 
Che poi faccio tutto io, da qualche anno a questa parte ed invece di lasciarmi libera per il mio meritato lavoro, finisco sempre più incasinata degli anni precedenti.
 
Perché Hermione ad Hogwarts non era tornata dopo quell’estate, non era tornata dai suoi amici, non era tornata da Draco, perché aveva scelto se stessa.
Quella consapevolezza la fece fermare in mezzo all’androne di colpo, e percepì il corpo perverso da quello strano sentimento che usciva ogni volta che ripensava al passato ma venne sradicato altrettanto velocemente perché si ritrovò schiacciata a terra.
-Per Salazar!- esclamò, cercando di spostare chiunque le fosse finito di sopra.
-Mi dispiace.-
Improvvisamente il peso che le aveva tolto il respiro sparì e delle mani forti la sollevarono come se niente fosse rimettendola perfettamente in piedi anche se un po’ dolorante.
Hermione si toccò la testa ed alzò lo sguardo, ed incontrò degli occhi verdi che la stesero nel vero senso della parola.
Non aveva mai visto occhi così belli, o forse…
 
Forse li ho già visti, ma quando?
 
-Scusami andavo di fretta, non volevo farti cadere, stai bene?-
-Io…- inghiottì il groppo in gola, ma non trovò niente da dire.
-Hai un viso familiare.-
Hermione annuì e osservò i suoi capelli neri, il fisico robusto e le mani incredibilmente gentili, eppure non riuscì a ricordarsi quando lo aveva visto la prima volta.
-Sto bene, nessun problema.- sussurrò, sistemandosi il mantello storto ed il vestito sotto di esso.
Vide i suoi occhi seguire i suoi movimenti con attenzione, per poi tornare sul suo viso, ed una nuova sensazione si diffuse dentro il suo petto e non le piacque, Hermione aveva smesso di provare quel genere di emozioni un bel paio di anni fa e non le piaceva ricaderci una seconda volta.
-Scusami sono di fretta.- disse, superandolo per incamminarsi nuovamente verso l’ufficio del padre.
-Non mi hai detto il tuo nome!- lo sentì urlare, verso di lei.
Hermione girò la testa ma non si fermò a parlargli, ma un mesto sorriso le apparve in faccia.
-La prossima volta.- rispose, di rimando, lasciandolo lì in attesa di una risposta che non avrebbe avuto.
 
*
 
Hermione si portò alle labbra il bicchiere di vino e dopo un leggero attimo di esitazione bevve una generosa sorsata, percependo ogni cellula del suo corpo rilassarsi.
La riunione con suo padre era finita più tardi del previsto e per quanto le sarebbe piaciuto tornare al caldo della sua casa, preferì bersi il tanto agognato bicchiere al suo locale preferito, esattamente tra la Londra Babbana e quella Magica, il suo unico sfizio di cui suo padre non era a conoscenza.
Si appoggiò alla sedia ed osservò il vino nel bicchiere, tanti anni fa aveva deciso di cambiare drasticamente la sua vita, aveva scelto di essere la Regina e di lasciare morire Hermione per sempre, aveva deciso che per quel lato del suo carattere non ci sarebbe mai stato spazio, ed invece di lottare, di combattere una battaglia persa aveva preferito rendersi utile, rendersi necessaria.
E lo aveva fatto aiutando suo padre e il Primo Ministro, lo aveva fatto lasciando Hogwarts ed avviando la seconda parte della sua vita che non aveva per niente programmato, ancora oggi al ricordo dei mesi successici percepiva un dolore sordo all’altezza del petto, all’altezza del cuore, ma aveva scelto se stessa.
Aveva detto addio a Draco, aveva detto addio a Ginny ma non a Daphne, nonostante tutto lei e Blaise erano rimasti, erano rimasti accanto ad un Hermione che conoscevo troppo bene per abbandonarla al primo ostacolo e negli anni erano rimasti il suo unico punto fermo.
Il suo unico momento di debolezza.
Perché sì, Hermione aveva scelto di non essere più debole, aveva scelto di seppellire ogni sentimento che aveva provato in quei mesi di relazione, aveva scelto di lasciare andare Hermione dietro il muro e di concentrarsi sulla Regina, anche se avrebbe comportato una vita non voluta, piena di rimpianti e di sofferenze, ma sarebbe stata l’unica vita in grado di lasciarla in vita, l’unica vita che suo padre avrebbe accettato.
 
-Due volte in un giorno non può essere un caso.-
Una voce che non riconobbe la distolse dai suoi pensieri e fu costretta ad alzare il viso verso di lui, verso il ragazzo che quel pomeriggio l’aveva investita in pieno.
-A quanto pare il destino gioca brutti scherzi.-
Lo vide ridere ed Hermione si ritrovò a ridere automaticamente, quasi di riflesso e si stupì della sua stessa reazione, riusciva ad essere ancora fredda e distante ma col passare degli anni si era stancata della stessa faccia che mostrava quotidianamente.
-So di averti già visto da qualche parte e se mi aiutassi a togliermi questo dubbio, potrei lasciarti finire di bere in attesa della tua compagnia.-
-Io sono la compagnia di me stessa.- rispose, alzando leggermente le sopracciglia.
Lo vide sorridere e passarsi lentamente la mano sul viso e come se niente fosse si sedette davanti a lei, con il suo bicchiere di Whisky Incendiario tra le mani e lo sguardo ancora incentrato su di lei.
-Sto aspettando.- le disse per incalzarla.
-Comincia tu.- rispose, bevendo un sorso di vino.
-Ho capito che genere di donna sei e mi piace, davvero ma ho questa sensazione dentro il petto ed ho bisogno di capire.-
Hermione annuì e si morse leggermente il labbro, nonostante fosse un gesto automatico lo vide fissarla intensamente in quell’esatto momento.
 
Maledizione.
 
-Sono Robb Grey, lavoro al Ministero, sono un Auror di secondo livello.-
-Quindi hai preso posto subito dopo i M.A.G.O.- aggiunse, con disinvoltura.
-Esattamente, ma è la prima volta che ti vedo al Ministero.-
-Sono giovane è vero, ho ventidue anni ma lavoro al Ministero da abbastanza tempo da conoscere quasi tutti.-
-Continui a non dirmi il tuo nome.- gli sussurrò, bevendo.
-Hermione Granger.- rispose, secca.
-La figlia di Albert? Hermione?-
-Sì…- rispose tentennando dopo aver osservato il suo sguardo.
-Ora ricordo.-
Hermione lo guardò per un altro secco, si soffermò sugli occhi così verdi e ricordò quella sensazione, la sensazione di serenità che erano in grado di darle, di pace.
Quando li aveva guardati per la prima volta si era sentita totalmente in pace anche se il giorno dopo lo aveva trattato di merda, anche se aveva fatto finta che non esistesse, come se non ci avesse perso la verginità.
-Cazzo.- esclamò, poggiando la schiena contro la sedia.
-Ebbene sì, dicevo di averti già visto da qualche parte ma non riuscivo proprio a ricordare, sono passati anni.-
-Quasi otto anni.- lo corresse, mordendosi la lingua dopo un attimo.
-Eravamo talmente piccoli che… Dopo Hogwarts ho perso di vista tutti e non ho più avuto notizie di te.-
-Io ero davvero piccola.- sussurrò bevendo subito dopo, percependo il proprio corpo riscaldarsi a quel ricordo, -Neanche io ho mantenuto i rapporti, solo con alcuni amici, ma credo di essere giustificata, non ho preso i M.A.G.O ad Hogwarts.-
-No?- domandò sorpreso, -Onestamente ricordo che eri la migliore studentessa.-
-Lo ero, ma alcune divergenze mi hanno portato a scegliere una strada diversa.-
-Per questo lavori con tuo padre?-
-Sì, organizzo io le Leggi Magiche e la loro strutturazione, come qualsiasi intervento sul territorio.-
-Cavolo, sei davvero giovane per fare questo lavoro.-
-Tu non sei poi più grande di me, tre anni se non ricordo male.-
-Sì, è esatto ma onestamente non ricordavo che fossi così bella.-
Hermione distolse lo sguardo, rendendosi conto di stare arrossendo.
 
“Andiamo ti basta così poco?!”
Sono anni che non sto con un uomo, neanche per passatempo, permettimi di fare un po’ di sceneggiata, onestamente merita.
“Merita eccome, ma la Regina non può permettersi di cedere il suo cuore a nessuno.”
E chi ha parlato di cuore?!
 
-Credo che sia il Whisky a farti parlare.- mormorò.
-Io credo che sia qualche altra cosa, non ti vedo da anni e fra tutte le persone che avrei potuto incontrare, trovo te alla fine del turno, la prima ragazza con cui sono stato a letto ed onestamente.- lo vide inspirare forte, -Hermione sei pazzesca.-
 
Sono un bel corpo, lo so, ma sono solo quello.
Non c’è niente oltre il muro.
Solo il silenzio.
 
-Neanche tu sei male, se ti può consolare. Sicuramente hai qualche muscolo in più rispetto all’ultima volta.-
Herm si avvicinò al tavolo, e si rigirò tra le mani il bicchiere quasi vuoto e un’idea malsana e altrettanto perversa le passò per la testa e quando alzò lo sguardo verso di lui ebbe la sensazione che avesse pensato la stessa cosa.
-Sono una che parla chiaro, non sono più la ragazzina della scuola, sono decisamente cambiata in questi anni e chi vedi davanti è sempre la Regina di Ghiaccio, leggermente più stufa, ma sono sempre io.
Adesso se ti va, potremmo finire la serata a casa mia, e non so…- si morse il labbro, volontariamente per poi rimanere in silenzio.
-Non credevo che andassi direttamente al sodo.-
-Cosa ci puoi fare? Si cresce abbastanza da perdere certe inibizioni, del resto non sto con nessuno Robb, e so di avere un corpo abbastanza buono per risultare convincente, quindi se ti va…-
Hermione si alzò, lentamente, sistemò il vestito, stirandolo con le mani ed afferrò la borsa da lavoro per poi incamminarsi verso l’uscita del locale, e stranamente non dovette aspettare più di tanto.
Robb le aprì la porta e le sorrise.
-Di solito non sono quel tipo di persona.-
-Da una notte e via? Neanche io, ma del resto credi che tra noi conti veramente? Abbiamo già fatto del sesso da una notte e via, una seconda volta non ci porterà all’inferno.-
-Credo proprio di no.- sussurrò, le prese la borsa e si sporse per sistemarle una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-Forse era destino incontrarti.-
-Forse questa è un’altra vita, forse in un’altra vita le cose tra di noi sono andate diversamente.- gli rispose senza volerlo.
-Non mi dispiacerebbe quella vita.-
Robb si sporse a baciarla in mezzo alla strada come se fosse la cosa più naturale del mondo, Hermione ne rimase per un attimo pietrificata, ferma, rendendosi conto che dopo quella volta non aveva più baciato nessuno, non aveva più voluto nessuno, e che Robb era stato il primo a rompere quella malsana quotidianità.
Dopo pochi attimi allungò la mano, per allacciarla introno al suo collo e socchiuse le labbra per ricambiare il bacio, nel momento in cui le loro lingue si scontrarono si Smaterializzò verso la propria casa.
Forse se fosse stata Hermione quell’incontro sarebbe stato più romantico, più dolce, più sentito ma in fondo le andava bene anche in quel modo, Robb voleva una cosa da lei e lei voleva dargliela, una sola notte in cui avrebbe chiuso la Regina dietro la porta e avrebbe respirato l’odore della libertà per qualche ora.
Solo per qualche ora, per poi tornare alla vita che aveva scelto anni fa.
 
***
 
-Robb?- domandò contro il suo petto, le coperte tirate per coprirle il corpo e il cuore dolorante all’altezza del petto.
-Dimmi Hermione.-
-Perché sei venuto a letto con me la prima volta?- domandò, dovendosi togliere quel peso dallo stomaco.
-Eri la ragazza più bella ed irraggiungibile di Hogwarts, ed anche se avrebbe dovuto lusingarti avere le avance di uno più grande eri tu a dettare le regole, tu a scegliere il gioco.
Credo di essermi innamorato dell’impossibile, e devo dire che però ne è valsa la pena farsi spezzare il cuore da te, valeva la pena essere il tuo primo, anche se non avrebbe significato niente per te.-
-Come hai fatto ad innamorarti della Regina?-
-Non è stato difficile, almeno non per me. Guardavo questa ragazza, dagli occhi freddi e distaccati e sentivo qualcosa dentro il petto, smuoversi, e faceva male vederti stare male, vederti relegata in quella vita, in quel corpo.
Credevo che sarei riuscito a darti la scarica, a darti una spinta, ma dopo quella notte ho preso le distanze, ti ho guardata da lontano, ti ho amata da lontano fino a quando non ho capito che sarebbe stato inutile.
Non ero abbastanza per te in quel momento.-
-Credo… Credo che se ti avessi dato ascoltato, avrei preso meno scelte sbagliate.- disse, alzando il braccio con il Marchio Nero.
-Cos’è successo in quegli anni?-
-Ho amato una persona e sono stata distrutta da quell’amore.- disse alzando lo sguardo verso di lui, vide la sua mano posarsi suoi capelli ed carezzarla dolcemente, -Credevo di poter essere di più della Regina, di meritare di più ma mi è stato ricordato che non sarei mai stata abbastanza, avevo una possibilità, o salvavo me stessa oppure no, ho preferito me stessa.-
-Non credo che tu sia stata egoista.- gli sussurrò, passando le sue dita sulle cicatrici lungo i polsi ancora in bella vita.
-Ero giovane e stupida e credevo che sarei riuscita a scappare da questa famiglia ma alla fine sono diventata come loro e ti dirò che in fondo non mi dispiace.-
-Sei ancora la Regina?- domandò, con calma.
-Ho lasciato morire Hermione Robb, non credo di poterla riavere e non sono sicura di volerla, sarebbe distrutta dal tipo di vita che conduco ma non credo di essere ancora la Regina, credo di non essere niente al momento.-
Robb le si avvicinò al viso e la guardò attraverso quegli occhi verdi da fulminarla, -Non hai alcuna possibilità di essere niente Hermione, sei nata per comandare e per essere adulata, hai una forte personalità che la Regina ha solo amplificato e le scelte che hai fatto ti hanno permessa di restare viva.
Puoi biasimarti? Non sei stata egoista, hai scelto te stessa ed è comunque una forma di amore.
Ammetto di non sapere nello specifico cos’hai passato, ma vedo di riflesso nei tuoi occhi le paure e il dolore di quegli anni, e credo che tu abbia fatto la scelta più giusta con quello che ti era stato dato.-
-Per Salazar, com’è possibile rincontrarti ora, dopo tutti questi anni? Com’è possibile che tu sappia esattamente cosa dire, ora come allora? E che tu riesca a vedere la Regina come un pezzo di pane?-
Robb le passò una mano sopra il lenzuolo, le strinse un fianco e la tirò velocemente contro il proprio corpo, -Ora come allora sono rimasto folgorato dalla tua bellezza e la Regina non mi hai mai fatto paura, credo anzi che renda il gioco solo più vivo ed entusiasmante, più eccitante, e forse doveva andare così-
Hermione allungò una mano contro il suo petto muscoloso e sospirò.
-Non posso darti quello che vuoi, me lo sono promessa tanto tempo fa. Niente più cuore in una relazione, niente più sentimenti, non perché non ne sono in grado, ma perché fa troppo male spezzarsi, troppo.-
-Non ho parlato di sentimenti Hermione.- le sussurrò sulle labbra.
-Prima o poi ne parlerai e prima o poi ti farò nuovamente del male.- rispose, baciandolo.
-Lascia fare a me, se ho imparato qualcosa da quella volta, è che so essere abbastanza persuasivo e convincente.-
-In cosa vorresti convincermi?- domandò, sedendosi sopra di lui a cavalcioni.
-A farti passare tutte le notti possibili nel mio letto e poi chissà.-
-Chissà?-
-Chissà cosa potrebbe succedere.-
Hermione venne attirata dalle sue mani verso la sua bocca e lasciò andare una piccola risata, lo baciò senza pensarci più di tanto e spense la mente abbastanza velocemente.
Lasciandosi andare solo per un po’.
Ancora un po’.
 
 
∞Angolo Autrice: Ed ecco un nuovo capitolo !! Scusatemi per la piccola attesa, si era rotto il caricabetteria del pc e in tutto questo devo scrivere la tesi, quindi diciamo che il mio poco tempo è stato dimezzato!
Questo capitolo è il what if del what if, nel senso che, questo sarebbe successo ad Hermione se non avesse scelto Draco, se avesse scelto se stessa e non l'amore ma in qualche modo dall'amore viene comunque salvata, quindi potremmo dire che si realizzerebbe solo in parte la storia che noi conosciamo <3
Il prossimo capitolo sarà quello conclusivo, ma spero davvero di avervi lasciato qualcosa con questa versione alternativa e di ritrovarvi in una prossima nuova storia <3
XOXO

Spoiler: [...] 
io ti avrei trovato lo stesso.
Ti avrei trovato anche a distanza di tutti quegli anni e ti avrei amato esattamente per com’eri, con o senza la Regina, con o senza Hermione, perché è quello che c’è qua dentro che amo.-
 
   
 
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