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Autore: Sparrowhawk    01/08/2018    0 recensioni
Natsumi è una ragazza come tante, solare, amante dello sport, capace di fare amicizia con tutti in breve tempo e davvero poco concentrata sulla sua carriera scolastica. In realtà sono le persone che le stanno attorno a non essere del tutto nella norma, apparendo fuori dalla portata del resto di noi altri comuni mortali per attitudini, comportamenti ed aspetto. Aiko, la sua migliore amica, è bella, intelligente e stravagante, però è capace di provare un solo sentimento alla volta e al massimo della sua potenza. Tarou, trasferitosi da poco in città e nella loro scuola è altrettanto attraente, sicuro di se stesso nonché molto simpatico, ma sotto sotto nasconde non poche incertezze dietro alla sua maschera di pura spensieratezza. Le vite di questi tre personaggi andranno ad intrecciarsi nel corso della storia, svelando piano piano il disegno del destino.
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Scolastico
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2.

Conosciamoli meglio (parte 1)


Aiko non era mai stata una persona come le altre.

Il suo modo di fare, così come il suo essere sempre e costantemente con la testa fra le nuvole, faceva sì che tutti la mettessero nella schiera degli 'strambi'. Era difficile catturare la sua attenzione per più di mezzo minuto, e anche quando miracolosamente uno ci riusciva, il suo sguardo ti impediva di credere che ti stesse guardando veramente. In un certo senso era come se lei guardasse oltre, come se le sue iridi scure in qualche modo passassero attraverso il tuo corpo, imitando i raggi X dei più famosi macchinari medici presenti in ogni ospedale. Aiko ti fissava eppure non ti vedeva, e quando succedeva tu sapevi per certo che ormai non ti stava più a sentire.

Anche quando era lei a parlare aveva l'assurda facoltà di perdersi a metà discorso, dimenticando ciò che stava dicendo e chiedendoti, sbigottita, di che cosa esattamente stesse parlando. Standole vicino mi è capitato molte volte di riderle in faccia, quasi fino a farmi venire le lacrime: la sua espressione accigliata nei momenti in cui accadeva qualcosa di simile era assolutamente impagabile, una delle cose più divertenti che io abbia mai avuto modo di vedere anche in seguito.

Non era però sempre tutto rose e fiori con lei, anzi. Sebbene fosse un tipo abbastanza allegro, o comunque una ragazza con cui era facile divertirsi, non era mai Ai-chan a cominciare una conversazione né tanto meno era in grado di intrattenerti in qualche modo. Per via della sua ingenuità prendeva le cose troppo seriamente e, alla fine, non riusciva mai a ridere degli scherzi che io o che qualcuno della nostra classe le facevamo. Rimaneva semplicemente là, con gli occhi sgranati, a fissarti senza capire che cosa dovesse fare.

Quando ciò accadeva, non sapevo mai come prenderla. Mi dava l'idea di non avere mezze misure. Per lei una cosa poteva essere o giusta o sbagliata, non c'era lo spazio per sfumature di alcun genere. Il grigio non era contemplato e purtroppo era così anche per quanto riguardava i sentimenti.

Aiko poteva provarne uno solo alla volta e quello di turno era espresso sempre al proprio massimo. Calma e rabbia, gioia e tristezza, amore ed odio... Ogni emozione tipica dell'uomo era capace di entrare nel suo cuore solo dopo un dato periodo di tempo, ovvero quando il sentimento precedente si era in qualche modo esaurito svanendo dal suo animo.

Ai-chan era intelligente, molto, e sebbene mancasse totalmente di capacità di analisi di per sé, si applicava alle cose con costanza almeno sino a che non diventava brava in una certa conoscenza od abilità. Era ammirata dai professori per i suoi bei voti e per la capacità di sapersi sempre risollevare da una materia in cui aveva delle lacune, inoltre in classe erano in molti a chiederle aiuto per studiare, e nell'istituto non c'era qualcuno che mancasse di rimanere stupito una volta che uscivano i tabelloni dei risultati degli esami.

Lei era una stella, in tutti i sensi possibili. Una sorta di leggenda fra le mura della nostra scuola, sia per mente che per avvenenza.

Però, io lo vedevo, tutto questo non la toccava minimamente.

Al tempo ignoravo cosa desiderasse nel profondo ma, se solo avessi saputo allora ciò che so oggi, credo mi sarei comportata in modo assai diverso nei suoi confronti.

Avrei smesso di preoccuparmi del suo grande distacco, capendo che se Aiko si comportava così era solo perché non conosceva nessun modo per entrare veramente in contatto con il prossimo.

Avrei cercato di starle più vicino, di farla parlare di ciò che sentiva, senza ostinarmi ad attendere che fosse lei stessa ad aprire la bocca da sola.

Magari mi sarei perfino impegnata a spiegarle le varie sfumature che ogni sentimento possiede se solo fosse servito ad evitare che poi le cose andassero così male in seguito.

Era però la sua purezza - quel suo fragile, fragilissimo candore che sapeva dimostrare al prossimo - ad impedirmi di essere sincera, e alle volte dura, con lei. Non volevo che cambiasse, volevo altresì che rimanesse sempre la stessa, perché pur con tutte le sue stranezze Aiko era sempre stata la persona migliore che io avessi mai conosciuto.

Dimostrarle di che pasta erano fatte le persone, farle capire cosa significava vivere, ma vivere davvero, avrebbe voluto anche dire perdere quello speciale luccichio nei suoi occhi. Quello che le vedevo impresso ogni volta che si stupiva. Quello che rendeva il suo sorriso, così raro, ancora più prezioso. Quello che mi aveva incantata la prima volta in cui la avevo vista e che, poi, mi aveva legata a lei indissolubilmente.

Volevo proteggerla e credo siano stati in molti quelli a possedere le mie stesse intenzioni nei suoi confronti. Così come quelli che mi avevano preceduta, però, non avevo capito ciò di cui lei aveva veramente bisogno: la muraglia che le avevano costruito attorno, e che io avevo contribuito a rinsaldare, la aveva lasciata incapace di imparare ad interagire con il prossimo.

  
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