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Autore: MellyV    08/07/2009    7 recensioni
[In corso di Revisione.]
- Acciaio, ti ordino di partecipare al ballo dell’Esercito che si terrà qui la settimana prossima. –
Edward sobbalzò appena.
Si avvicinò veloce alla scrivania, e sbatté le mani su di essa.
- Come?! –
Mustang non si scompose. – Non fingere di non capire, Acciaio. Hai sentito bene. –
Edward ringhiò silenziosamente.
- Io non ci vengo. –
- Il mio è un ordine, è come tale va eseguito. Non vorrai disobbedire ad un tuo superiore, vero Acciaio? –
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Riza Hawkeye, Roy Mustang, Winry Rockbell | Coppie: Edward/Winry, Roy/Riza
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ballo vallo
~Il Ballo

Cap. 2 – Il ballo.




Il viaggio in treno era stato pessimo.
Il sedere le doleva non poco, e si ritrovò a pensare per l’ennesima volta a come potessero stare ore ed ore Ed e Al seduti su uno di quei sedili così scomodi e duri.
Uscì dalla locomotiva massaggiandosi ancora il fondoschiena, buttando di tanto in tanto qualche occhiata in varie direzioni, cercando di scorgere i due amici tra la grande confusione della stazione.
Quanto meno, sperò di poter intravedere Al, grosso com’era, rammentando la bassa statura di Edward.
In un occhiata fugace buttata a caso intravide l’armatura a pochi metri di distanza, che dopo esser stata chiamata da lei stessa cominciò ad agitare la mano.
Winry lo raggiunse, scoprendo anche la presenza di Edward, lì accanto al fratello.
- Ciao! –
- Ehi. Com’è stato il viaggio? –
Ed si sporse leggermente in avanti, attendendo una risposta.
Winry portò la mano sulla parte bassa della schiena, massaggiandola lievemente.
- Terribile. Sono tutta indolenzita, e non ho fatto nemmeno un lungo viaggio. –
Rise leggermente.
- Mi chiedo come fate voi dure a starvene seduti sul quel coso ore e ore! –
Al le prese la valigia dalle mani, emettendo una flebile risata.
- Dovresti chiederlo a mio fratello, io non sento nulla. –
Winry si unì alla rapida risata di Al, subito dopo portano gli occhi a fissare Edward appena dietro di lei.
Lui sospirò, poi sorrise.
- Mi ci sono abituato. –
Le labbra di Winry si incresparono in un leggero sorriso, velato di un accenno di malinconia.
- Il nostro albergo è poco distante da qui, possiamo arrivarci a piedi. -
Rivolse la sua attenzione ad Al, che aveva ripreso a parlarle.
- La tua stanza è vicino alla nostra, credo ti piacerà. Non è il massimo degli alberghi…però ci si può stare. –
La bionda gli sorrise ancora una volta.
Alle sue orecchie arrivò ancora un sospiro di Ed, e ancora una volte prese ad osservarlo.
Aveva abbassato il capo, e le sembrò di aver intravisto tra i lunghi ciuffi biondi che gli nascondevano il volto un sorriso appena accennato.
Non si fece domande.
Sorrise anch’ella, riprendendo ad osservare la strada davanti a lei.
Si ritrovò solo a pensare che rivedere i suoi amici dopo così tanto tempo, era veramente bello.


~


La stanza era abbastanza grande, bianca e arredata di pochi mobili, giusto l’essenziale.
C’era una grande finestra sul muro opposto alla porta d’entrata, adornata di piccole e sottili tendine bianche.
Al centro della stanza principale c’era un tavolo color avorio, con tre sedie vicino. Sulla sinistra della finestra, un divano di pelle nera spiccava subito all’occhio, in quella stanza bianca ed illuminata.
Al poggiò la valigia a terra, vicino la porta e fece segno a Winry di entrare.
Lei si avviò verso il divano e vi posò su questo l’abito comperato per l’imminente festa, nascosto sotto la grigia busta copri abito.
- Vieni, ti mostro la stanza da letto. –
Si avviarono verso la stanza, lasciando Ed all’entrata. Questo ripose le mani nelle tasche, e avanzò di qualche passo a testa alta, a mo’ di contemplazione della stanza.
Era identica alla loro, tranne che per la disposizione dell’arredamento.
Si fermò nel centro della stanza, e i suoi occhi si soffermarono sul copri abito adagiato con cura sul divano nero.
Pensò che doveva trattarsi dell’abito di Winry, da usare per il ballo a cui l’aveva invitata.
Accennò un piccolo sorriso.
- Da come ne avevi parlato avevo immaginato di peggio, Al. –
La voce di Winry arrivò alle sue orecchie, accompagnata dai passi rumorosi di Al, al suo fianco.
- Ora che l’ho vista però devo ricredermi, questa stanza mi piace! –
Rise, e contagiò i due fratelli lì accanto a lei.
- Sarai stanca, forse è meglio se ti riposi. –
Edward le si mostrò preoccupato, chinando la testa leggermente di lato e guardandola negli occhi.
- Ha ragione il mio fratellone. Devi riposare e riprendere le forze. –
Winry sorrise, e annuì col capo.
- Per qualsiasi cosa noi stiamo nella stanza accanto. Ci vediamo stasera per cena, ti veniamo a bussare noi. –
Edward si fermò sotto la soglia della porta, attendendo una sua risposta.
- Si, va bene. –
Al la salutò con la grossa mano, poi chiuse la porta.
Winry rimase ferma al centro della stanza per qualche secondo, prima di voltarsi e prendere ad osservarla nuovamente. Sorrise.
Prese l’abito dal divano, e si diresse nella piccola stanza da letto.
Aprì le ante dell’armadio, e lo ripose al suo interno, attenta.
Sospirò, subito dopo. Raggiunse il letto e senza cura si buttò su di esso, affondando il viso nel morbido cuscino.
Era davvero stanca, proprio come aveva detto Edward. Senza la propria volontà, le palpebre cominciarono a chiudersi, sempre di più. E senza rendersene conto, in pochi secondi cadde in un beato e pesante sonno profondo.


~


Era arrivato.
Il giorno dell’atteso ballo dell’Esercito era finalmente arrivato, e mancavano poche ore al suo inizio.
Al Quartier Generale di Central City la gente lavorava ancora, nonostante l’imminente inizio della festa.
Roy era nel suo ufficio, seduto sulla sua comoda sedia di pelle nera rivolta verso la grande finestra dietro di sé. Il Colonnello osservava inespressivo la sera che cominciava a venire, con il viso appoggiato su un palmo della mano.
Aspettava impaziente che scattassero quei pochi minuti che lo avrebbero permesso di andare a casa e prepararsi a dovere per la festa.
Riza intanto, seduta alla sua scrivania, firmava alcuni documenti, gli ultimi di quella dura giornata lavorativa.
Buttava qualche occhio al suo superiore di tanto in tanto, osservando il suo viso disteso.
Sospirò silenziosamente, firmando l’ultimo documento rimastole.
Mustang, sentito il rumore della penna riposta sul tavolo, girò sulla sedia nera e osservò l’orologio sulla parete, sforzando la vista.
Ecco, l’orario lavorativo era terminato.
Sospirò liberatorio, e si alzò.
- Bene, anche questa giornata è finita.-
Riza fu catturata dalle sue parole, e prese ad osservarlo.
- La giornata è passata velocemente. –
Roy si avviò verso l’attacca panni, prendendo il suo cappotto.
- Si, forse. Sarà perché il desiderio di andare alla festa ci ha distratti da qualsiasi altro pensiero. –
Prese il cappotto di Riza, e glielo porse. Lei lo ringraziò.
- E lei che pensa sempre ad altre cose, tranne il lavoro. –
Roy rise divertito, alle parole così veritiere del suo Tenente.
Le aprì la porta da vero gentiluomo qual’era, e una volta chiusa alle loro spalle si avviò con lei verso l’uscita, nel silenzio del corridoio bianco e dell’intero Quartier Generale.
All’entrata salutarono la segretaria, anche’ella prossima a lasciare l’edificio, in vista del ballo.
Fuori, raggiunsero la loro vettura.
Riza si accomodò al volante e Roy, silenzioso, prese posto dietro di lei.
Lo accompagnò fino al suo palazzo, e, una volta fuori la vettura, si fermarono l’uno davanti all’altro.
Riza fece il saluto militare, e Roy la ringraziò per il passaggio.
- A domani, Colonnello. –
- A dopo, Tenente. –
Riza corrugò la fronte.
- Io non vengo alla festa. –
Sulle labbra di Roy si fece largo un leggero sorriso divertito.
- Oh, e perché mai? –
- Ho delle faccende di casa da sbrigare, signore.  –
Girò il volto.
Roy si sporse un po’ per guardarla negli occhi.
- Non vorrai che obblighi anche te a venire? –
Rise flebile, ottenendo l’attenzione del Tenente.
- Non verrei comunque, mi spiace.  –
- In questo caso mi obbligo io ad invitarti. –
Riza sgranò gli occhi, confusa.
- Vengo a prenderti alle 20.00, fatti trovare pronta. –
Fece per andarsene, ma le parole di Riza gli arrivarono alle orecchie, da dietro.
- Signore, lei non è obbligato a fare nulla per me. –
- Sono io che voglio farlo. –
- Se volevo andare davvero alla festa ci sarei andata da sola. –
- E la regola? Si deve essere accompagnati da un cavaliere. –
- Questa regola è falsa. –
- …Si, forse. Ma è interessante. E poi mi piace. –
Riza abbandonò ogni tentativo di ribattere; pensò che forse provare a partecipare alla festa accompagnata da qualcuno non poteva far nulla di male.
Sospirò.
- Non ho il vestito. –
Roy le sorrise, e si voltò di poco.
- Io non direi. –
Suscitò ancora incomprensione da parte di Riza, e tranquillo si avviò verso il portone.
- Il blu ti starà bene, Tenente. –
Subito dopo scomparve dietro la grossa porta.
Riza rimase ferma, ancora confusa.
Si scrollò la testa poi, ed entrò in macchina.
Doveva avere qualche vestito nel suo armadio, sicuro. Se blu poi era anche meglio, visto le ultime parole di Mustang. Ancora confuse, ma diede loro l’unico senso che era riuscita a formulare.
Pensando a come potersi preparare per la festa arrivò senza accorgersene sotto il palazzo della propria abitazione.
Salì quei pochi gradini che c’erano, e, una volta entrata all’interno dell’edificio, un grosso pacco di un blu luccicante si aprì ai suoi occhi. Era avvolto da un nastrino dorato, e sotto di esso c’era un bigliettino bianco su cui era scritto in una calligrafia bella e inconfondibile, due parole, una delle quali il suo nome.
“ Per Riza ”
Sorpresa, sorrise.
Prese il regalo e lo portò di sopra con passo svelto.
Il ballo di quest’anno sarebbe stato diverso, e pieno d'emozioni


~


Mancava poco al ballo.
Edward era vestito di tutto punto per l’occasione, con quell’abito formale ed elegante ma non troppo.
Si sentiva strano in quei indumenti, la stessa sensazione provata al negozio durante la prova.
Le scarpe nere erano state tirate a lucido, e brillavano così tanto da far accecare gli occhi.
Il pantalone dritto gli calzava a pennello, nero come la giacca.
Quest’ultima era abbottonata fino all’ultimo bottone, e aderiva perfettamente al cuo corpo.
Sotto di essa si poteva ben vedere una camicia bianca, dal colletto ben stirato.
In un primo momento Edward aveva deciso di non mettere la cravatta, un po’ perché gli pareva eccessiva, un po’ perché non sapeva annodarla.
Ma Al gli aveva consigliato di metterla, visto l’elegante evento.
E dunque si ritrovava ora davanti allo specchio nell’intento di annodare la cravatta, senza nessun risultato.
- Ah, dannazione… -
I capelli non voleva assolutamente tirarli all’indietro. Questo era troppo.
Aveva quindi optato per un semplice codino, che comunque faceva la sua bella figura.
Alle mani, per terminare, indossava un paio di guanti bianchi, con l’unico scopo di nascondere la protesi meccanica del braccio destro.
- Fratellone, tra mezz’ora dovremmo trovarci là. -
Al non aveva indossato nulla, visto l’impossibilità di farlo.
Aveva solo lucidato, con l’aiuto di Winry, la sua armatura durante quel pomeriggio.
- Si, lo so. Io sono…dann… sono pronto, è Winry che deve sbrigarsi. –
Quella cravatta non voleva sentire ragioni. Le dite di Edward erano diventate rosse e gli dolevano non poco.
- Winry! Vuoi muoverti? –
Non riusciva a staccarsi da quello specchio e abbandonare la missione di annodatura della cravatta.
Winry urlò dalla sua stanza, qualche metro dietro le spalle di Edward.
- Ho finito, ora esco! –
I due fratelli avevano raggiunto la camera dell’amica dopo che Ed si era vestito, ancora prima di decidere di indossare la cravatta e convinti di essere già pronti.
- Winry! –
Edward aveva capito che erano in ritardo. Ma non abbandonò l’intenzione di annodare quella maledetta cravatta. Oh no, non voleva perdere, lui.
- Cavolo Ed, ecco arrivo! –
Winry uscì, e chiuse la porta alle proprie spalle.
Raggiunse le spalle di Edward, a sua insaputa, e la sua figura entrò nella visuale di Alphonse.
Per poco non gli venne un colpo.
- F-fratellone… -
- Eh… –
Edward si voltò, e ne venne colpito quanto il fratello, se non di più.
Le parole gli morirono in gola, ad una così bella visione dell’amica.
Winry indossava un vestito di leggera seta rosa, aderente al corpo quanto basta per risaltarne le belle forme.
L’abito non le stringeva in nessun punto; sembrava cucito su di lei.
Le sottili spalline non cadevano né da una parte né dall’altra, e adornavano le sue spalle in modo sublime.
Il vestito arrivava fin le caviglie, e sotto di esse erano ben visibili un paio di scarpine rosa, semplici e graziose. L’intero abito era di una bella semplicità, di un rosa pallido che metteva a risalto il bel colore della carnagione chiara di Winry.
Il nastrino di velluto nero, cui era appeso un piccolo medaglione ricco di ricordi, girava intorno al collo con particolare e delicato risalto.
La pettinatura era anch’essa semplice e delicata; i capelli erano raccolti da una deliziosa molletta di roselline rose e bianche, e ai lati del viso non mancavano le lunghe ciocche di capelli biondi, lasciati liberi e fluenti come sempre.
Sul viso, un leggero tocco di trucco; un delicato passaggio di matita nera metteva in risalto gli occhi azzurri di Winry, ora lucenti.
Sulle labbra, un leggero velo di rossetto rosa, che pareva aumentare la loro carnosità.
Sentiva nella schiena e nelle braccia nude una freschezza marmorea, e questa sensazione le piaceva particolarmente.
Sotto lo sguardo incantato di Edward arrossì di non poco, ma le labbra non potevano fare a meno di sorridere. Sapeva di essere veramente bella.
I consigli del Sig. Garfiel avevano dato i loro frutti.
-Winry … -
Edward la vide avvicinarsi, e mettere mano alla sua cravatta.
- Stupido, non sai nemmeno annodare una cravatta? –
Edward avvampò, alla sua così vicina presenza.
Winry annodava la cravatta con delicatezza, sorridente in viso.
- La facevo spesso al mio papà. Lui mi ha insegnato come fare. –
Terminato, aggiustò un po’ la giacca di Edward e diede una leggera pacca sul suo petto.
Sorrise gaia.
- Ecco, ora siamo pronti. –
Ed deglutì.
Sospirò e si diede una calmata, tutto sotto lo sguardo divertito di Alphonse.
Prese i loro soprabiti con inaudita rapidità, e le porse il suo, nervoso.
Winry rise divertita.
Aprì la porta della camera con altrettanta rapidità, e una volta chiusa a chiave alle proprie spalle si avviò con loro all’uscita dell’ Hotel.
Fuori di esso, una lucente macchina nera li attendeva.
Al e Winry, una volta visto che l’autista teneva loro la portiera aperta, sgranarono gli occhi.
- Ed…? –
Edward sorrise imbarazzato.
- L’esercito ne dona una agli Alchimisti di Stato, da usare quando vogliono. Mi sembrava l’occasione adatta, no? -
Al si sedette davanti, mentre Winry prese posto dietro, e vicino ad essa si sedette Edward.
Il rossore delle guancie del biondo non era proprio intenzionato a sparire.
Durante il tragitto non poté che buttare qualche fugace occhiata a Winry al suo fianco, scorgendo un sorriso sulle sue labbra.
Lo stesso sorrise che si aprì sulle sue, illuminandogli il viso.
Winry era bellissima, e quella sera sarebbe stata sua dama per tutta la notte.


~


Era pronta.
Gli ultimi pochi minuti che le rimanevano li impiegò per un’ultima veloce occhiata allo specchio;
quello splendido vestito blu cadeva fluente e morbido sul suo corpo, risaltandolo nella sua femminilità.
Sul davanti, una leggera scollatura risaltava il suo collo e la formosità del suo seno.
Girò su sé stessa, per osservare la schiena; era scoperta, messa in bella vista da una scollatura che terminava all’altezza dei fianchi, elegante.
Lasciò i capelli lisci e fluenti, lucenti come non mai.
Sorrise, non appena intravide dallo specchio Black Hayate dietro di lei che la osservava con curiosità.
Gli si avvicinò, inginocchiandosi e accarezzandogli il tenero musetto.
- Non mi hai mai vista conciata così, vero? –
Il cagnolino abbaiò, cominciando a scodinzolare.
- E’ per una serata davvero importante. –
Accarezzò docilmente la bestiolina ancora un po’, prima che il rumore del campanello potesse arrivare alle sue orecchie.
Si alzò di scatto, controllando la stanza: bene, era tutto in ordine.
Un’ultimissima occhiata allo specchio, in preda all’ansia: bene, era tutto apposto, anche questo.
Si diresse vero la porta calma, e si arrestò davanti ad essa.
Chiuse gli occhi, li strinse, li riaprì.
Aprì dunque la porta, trovandosi l’uomo che attendeva davanti ai propri occhi.
Questo sorrideva, e la osservava senza proferir parola.
Riza si sentì a disagio, oggetto di occhiate fisse e persistenti, e rivolse il suo sguardo altrove, lontano dagli occhi colo pece del suo superiore.
- Buonasera, Colonnello. –
- Buonasera Tenente. Stai d’incanto, lo sai? –
Sulle labbra di Riza si fece spazio un leggero sorriso sfuggito al suo controllo.
- E’merito di questo vestito. Grazie per il regalo, Colonnello. –
Roy non abbandonò il suo sorrise sincero.
- Il vestito non ha meriti. –
Ci fu silenzio per pochi secondi, timido.
- Vado a prendere il cappotto, attenda qualche secondo. –
La vide scomparire dietro un angolo, e davanti ai suoi occhi si materializzò la piccola e scodinzolante figura di Black Hayate, che lo osservava persistente.
Roy gli si avvicinò, chinandosi poi per poterlo accarezzare.
Il cagnolino chiuse gli occhi, godendosi una’altra nuova carezza.
- E’ da molto che non ci vediamo, vero? –
La bestiolina abbaiò, per poi mettersi seduto.
Roy sorrise, portando la sua mano ad accarezzargli il tenero musetto.
- E’ molto bella la tua padroncina stasera, eh? –
Il cane abbaiò ancora una volta, scodinzolante.
- Questa sera il Colonnello la terrà tutta per sé, e si vanterà vicino ai colleghi della sua bella dama. –
Hayate si alzò sulle zampette posteriori, arrivando con il musetto al viso di Roy e cominciando a fare le feste con la lingua.
In quel momento entrò Riza, pronta per uscire, che a quella vista richiamò severa il suo cagnolino.
- Black Hayate! –
La bestiola smise di colpo, e si allontanò, lasciando Mustang seduto sul pavimento in preda alle risa.
- Mi scusi, Colonnello… -
- Non ti preoccupare, era da tanto che non ci vedevamo. –
Si diede una pulitina al viso, e attese che Riza fosse uscita dalla soglia di casa, per poi seguirla.
Tenne la porta aperta, e guardò Black Hayate in piedi davanti a questa.
- Non aspettarla in piedi, va a dormire presto, soldato. –
Fece l’occhiolino, e chiuse la porta.


~


Non c’era che d’aspettarselo. Il Quartier Generale quella sera era illuminato come mai prima d’ora, ed intorno ad esso camminavano allegre coppie di invitati, eleganti dei loro abiti tenuti perfetti per l’evento, e un c'era passaggio continuo di macchine nere lucenti, che a scatti, ognuna, si fermava davanti l’ingresso della sede e lasciava uscire fuori i soldati con le loro dame.
- Spettacolare! –
Winry era entusiasta: ingenua ragazza di campagna, non aveva mai visto una cosa del genere in vita sua.
Alphonse emise un risolino divertito per la reazione dell’amica, mentre Edward li raggiungeva alle loro spalle, con le mani nelle tasche e un’espressione scocciata; non amava questo genere di cose, lui.
Winry gli venne incontro correndo allegra, e si aggrappò al suo braccio.
- Avanti Ed, su col morale! Non vedi che bella serata ci aspetta? –
- Io non mi aspetto nulla del genere; lo sai che non amo queste cose.  Ma se sei contenta tu, vedrò di non darci peso. –
Arrivarono all’entrata del Quartier Generale, da dove scorreva frotte di persone eleganti.
Un soldato lì fermò, e puntando la penna sul grande taccuino che aveva su una mano, chiese loro i nomi.
- Edward Elric, Alchimista di Stato. Questo è mio fratello Al, e lei è Winry, una mia cara amica. Sono con me stasera. –
L’uomo fece scorrere gli occhi castani sul foglio. Subito dopo annuì, e diede loro l’accesso ad entrare.
Seguirono la gente per trovare il punto esatto in cui si sarebbe svolta la serata, e non ci volle molto per capire che erano arrivati; la musica arrivava alle loro orecchie, e da una tenda rossa fuoriusciva una luce dorata.
Si avvicinarono ad essa, ed un altro uomo li fermò.
- I cappotti, prego. –
Edward e Winry si sfilarono i loro cappotti pesanti, li diedero all’uomo sorridente, e fecero un gran sospiro.
- Bene, entriamo! –
- Mi preparo al peggio. –
- Fratellone, dovresti essere allegro questa sera! –
- Ha ragione Al, Ed. Avanti fa un bel sorriso, pancia dentro e andiamo! –
- Sei davvero su di giri stasera vero? Manco fosse la festa delle pecore di Resembool. –
- Scemo. –
Edward sorrise.
Tese un braccio, e Winry accolse l’invito.
Scostarono le tende, e furono immediatamente colpiti dalla luce dorata che splendeva in quella stanza.
Era addobbata elegantemente in ogni dove, ed era enorme.
C’era una grande scalinata sulla destra, da dove Edward notò il Comandante Supremo Bradley osservare compiaciuto il suo esercito divertirsi.
Sotto di essa, un orchestra suonava una melodia di mille note, con lucidi strumenti musicali.
E nella grande sala, sulle note della canzone che ora si andava suonando, danzavano coppie elegantissime nei loro abiti.
Sulla sinistra c’erano centinaia di tavoli con tovaglie dorate, ai quali erano sedute coppie intente a chiacchierare, o a salutarsi con amici.
Dietro i tavoli c’era il grande balcone che affacciava sulla via principale di Central City.
Edward guardò a destra a sinistra per scorgere il buffet: almeno quello gli avrebbe tirato su il morale.
- Fantastico, fantastico! Guarda, Ed! -
- Si, il buffet! –
- C’è davvero tutto l’esercito, fratellone? Non ho mai visto nulla del genere. –
Winry si strinse al braccio di Edward, in preda ad una scossa di allegria.
- Fratellone, andiamo a prendere un tavolo; ce ne sono parecchi, ma ho il timore che non basteranno ad accogliere tutta questa gente. –
Si avviarono verso un tavolo, al centro della prima fila, proprio davanti l’orchestra e allo spazio in cui danzavano gli invitati; lo aveva scelto Winry.
Passò uno dei tanti camerieri che quella sera erano presenti – e Edward si chiese da dove fossero usciti – e domandò loro se desideravano bere dello champagne.
Edward stava per accettare, ma Al rifiutò affermando che erano ancora minorenni, e si fece portare dell’acqua con gran dispiacere del fratello.
Winry era appoggiata con i gomiti sul tavolo, e la testa tra le mani. Sotto il tavolo le sue gambe si muovevano frenetiche, eccitate. Le piaceva proprio quel posto.
- Non so voi, ma ho adocchiato il buffet da quando siamo entrati. Porto qualcosa da mangiare. –
Si fece spazio tra le coppe danzanti, e nel tragitto dal tavolo verso il buffet si ritrovò a salutare un mucchio di persone, molte delle quali non ricordava di conoscere.
Arrivato davanti l’enorme tavolo del buffet si ritrovò indeciso su cosa prendere; c’era davvero di tutto!
Evitò tutto ciò che era stato fatto anche con una goccia di latte, e tenendo conto anche dei gusti di Winry, ritornò al proprio tavolo con un piatto pieno di buone cose.
- Fratellone… -
- Cosa? Ti ricordo che stasera non abbiamo cenato, e io ho una gran fame! –
Fece per addentare un pezzetto di carne, quando alle sue spalle udì la voce dell’ultimo uomo sulla faccia della terra che quella sera voleva vedere.
- Ehi, Acciaio! Che fai, sei appena arrivato e già ti butti sul cibo? –
Edward non lo guardò nemmeno il volto.
- In verità mi è giusto passata la fame. –
Roy guardò coloro che erano seduti nello stesso tavolo del suo sottoposto, e i suoi occhi si puntarono subito sulla grande ed imponente presenza di Alphonse.
- Oh, Al! –
- Buonasera Colonnello Mustang. Grazie per aver invitato mio fratello a questo evento. –
Edward si ritrovò a fissare in malo modo il fratello minore.
- Di niente; obbligarlo era un mio dovere. –
- Buonasera, Colonnello Mustang. –
La vocina allegra di Winry gli arrivò alle orecchie in quell’istante.
Quasi come se avesse il potere del teletrasporto, Winry se lo ritrovò di fianco, con la propria mano tra le sue.
- Buonasera, signorina Rockbell. E’ da tanto che non ci vediamo, ma si è fatta molto più bella di come la ricordavo, no che prima non fosse ugualmente bella, ma questa sera la trovo semplicemente adorab…-
- Colonnello, le dispiace lasciarci godere la serata in santa pace? –
Mustang si voltò verso Edward, e lo guardò cupo.
- Acciaio, sei di pessimo umore anche in questa bella serata. Mi chiedo come abbia fatto la signorina Rockbell ad accompagnare uno come te. –
In tutto questo Winry non sembrò interessata al battibecco tra i due; era ora affascinata da un passo di danza di una coppietta che volteggiava davanti al loro tavolo.
Alphonse notò che l’aria si era fatta abbastanza pesante; quando suo fratello e il Colonnello Mustang si incontravano non ci si poteva di certo aspettare una civile conversazione sul di più o del meno.
Cercò quindi di alleviare la tensione, quando notò una vena pulsare sulla fronte del fratello al suo fianco.
- Colonnello, mi dica; dove ha preso tavolo? –
Roy gli sorrise. – Proprio di fianco al vostro. –
Mossa sbagliata. Edward cominciava a sudare per la troppa sopportazione e la poca pazienza.
- Capisco. E con chi è venuto accompagnato? –
Roy alzò gli occhi sulla folla, in cerca della sua dama. Al e Edward seguirono il suo sguardo, fino ad incontrare la figura del Tenente Hawkey che chiacchierava allegramente con una collega.
- Col Tenente Hawkeye? –
- Si, proprio il Tenente. Di cosa ti sorprendi, Acciaio? –
Riza terminò la chiacchierata, e si incamminò verso il gruppo.
- Stento a credere che il Tenente abbia accettato un suo invito. A meno che non l’abbia obbligata, Colonnello. Di questi tempi si diverte molto a farlo, vero? –
Roy agitò le mani in aria.
- Quanto sei scettico, Acciaio. Le ho fatto un invito da vero gentiluomo che sono, e lei ha accettato. Sono io il fortunato, questa volta. –
Riza salutò i presenti, e si accorse di Winry.
- Ciao, Winry. –
- Signorina Riza! Che piacere vederla, era da tanto che non ci incontravamo. –
Si ritrovarono a parlare del più e del meno come se fossero amiche da anni, e gli uomini presenti se ne stettero in disparte.
D’un tratto l’orchestra terminò di suonare, così come le coppie finirono di danzare sul terminare della melodia.
Si alzò un brusio di mille applausi per i musicisti, i quali ringraziarono i presenti con un inchino.
- E’ finita la serata, grande. –
- Non correre, Acciaio. E’ solo il momento del discorso del Comandante Supremo Bradley. –
Riza congedò Winry, e prese posto insieme a Roy al loro tavolo.
King Bradley apparse nuovamente in cima alla grande scalinata, seguito dietro dalla moglie e dal figlioletto, ed una serie di soldati dritti sull’attenti.
In sala non si levò un respiro, e il Comandante Supremo iniziò il suo discorso.
Ringrazio tutti i presenti per essere venuti alla festa, e fu contento di vederli così allegri e spensierati.
Evidentemente mancò nell’intravedere la faccia di Edward.
Il discorso andò avanti per dieci minuti, e appena terminò una nuova ondata di applausi si levò dall’immensa sala.
Il Comandante Supremo ringraziò con un inchino, e sparì nuovamente insieme alla moglie e al figlio.
L’orchestra dunque ritornò a suonare una melodia lenta e dolce, e le coppia si alzarono nuovamente per danzare su quelle note.
Gli occhi di Winry brillarono nuovamente alla vista delle coppie che danzavano leggere nella sala, sulle note di una melodia tanto dolce e lenta.
Si alzò dunque di scatto dalla sedia, e prese tra le mani il braccio di Edward.
- Ed, balliamo! –
Edward la guardò stranito.
- … Cosa? –
 - Balliamo, ti ho detto! –
Si ritirò, e cercò di sfuggire alla presa salda dell’amica.
- Non scherziamo! Io ballare? Sei matta. –
Winry sbuffò, e fece più forza nei propri arti cercando di far alzare l’amico.
- Edward! Non voglio starmene qui tutta la sera a guardare gli altri come ballano. Avanti, alzati! –
- Ma non so ballare! –
- E con ciò? In piedi! –
Edward sospirò e guado il fratello. Al con uno sguardo fisso negli occhi del fratello si fece capire all’istante.
Si alzò, e Winry si aggrappò al suo braccio.
- Solo un ballo, però. –
Le prese la mano e la trascinò al centro della sala.
Ci fu un bel po’ di imbarazzo nel mettere le mani nei punti giusti sul corpo di Winry, ma lei lo seguì con dolcezza e gli mostrò cosa fare.
- Segui me. –
Winry cominciò a muovere i primi passetti, e Edward la seguì.
Fissava i suoi piedi, e cercava di non pestarli e fare così brutte figure.
- Ed, alza il viso. Se fai così non imparerai mai. –
Edward le diede ascolto, e alzò gli occhi su di lei.
In un attimo, tutto gli venne naturale; ballava senza guardare i movimenti del corpo di Winry, e si muoveva con naturalezza.
Teneva gli occhi dorati fissi in quelli azzurri di Winry, e lei gli sorrideva dolcemente.
Rimasero così, a volteggiare per la sala, senza curarsi delle coppie vicine; seguivano le note della musica in sottofondo, e si specchiavano l’uno negli occhi del’altro.
Ad Edward gli sembrò strano; non si sentiva in imbarazzo da un bel po’ di tempo.
La melodia era dolce e lenta, e con un gesto Winry fece scivolare le braccia intorno al collo di Edward, appoggiando il mento sulla sua spalla.
Edward fece scorrere le mani sui fianchi dell’amica, e la cinse in un abbraccio che gli venne naturale.
Non sapevano quanto ancora la musica sarebbe andata avanti, ma non intendevano staccarsi l’uno dall’altra prima del finire della melodia.
Volteggiavano lentamente, si muovevano in sincronia con le dolci note della melodia in sottofondo.
Winry si strinse al collo di Edward, sostituendo il mento alla propria guancia, raggiungendo così l’orecchio del biondo.
- Grazie per avermi invitata, Ed. –
Edward chiuse gli occhi e sorrise. – Grazie a te per aver accettato. –
A pochi metri di distanza Roy li guardava con un sorriso soddisfatto sul volto.
Riza notò la sua espressione, e sorrise.
- Non mi dica che era questo il suo intento, Colonnello. –
Mustang fece scivolare un dito sul proprio mento, senza abbandonare il suo sorriso.
- Chissà. –
Sospirò rumorosamente, e si alzò in piedi.
Tese una mano a Riza, che lo guardò sorpresa.
- Mi concede il piacere di inviarla a ballare, signorina Riza Hawkeye? –
Riza lo guardò affettuosamente, come mai le era capitato di fare.
Poggiò la propria mano su quella di Roy, e si lasciò portare al centro della sala, scivolando tra le coppia danzanti.
Mustang le prese il fianco con una mano, mentre tenne stretta la mano di Riza nella sua.
Avvicinarono i loro corpi, e iniziarono a ballare.
Molte delle coppie si ritrovavano a fissarli ammaliati, per la così tanta grazia che c’era nei loro movimenti.
Oltre al fatto che vedere il Colonnello Mustang, l’uomo più affascinante dell’esercito e di tutta Central City, danzare con il proprio Tenente Hawkeye, la donna più bella dell’intero Quartier Generale e in grado di sopportare il suo superiore, era una visione addirittura celestiale.
Erano in quel momento la coppia più bella della serata.
Riza volteggiava nel suo vestito blu scuro, e i suo capelli dorati fluttuavano ad ogni passo.
Notò gli sguardi delle coppie a loro fianco, e si sentì in imbarazzo.
Arrivò quasi ad appoggiare la fronte sulla spalla di Roy, tanto che abbassò la testa.
- Ci guardano tutti. –
- Perché siamo belli. –
- In questo momento sono la donna più invidiata di tutta Central City, sa? Tutte darebbero qualunque cosa pur di ballare con lei. –
- Ti ringrazio per il complimento, ma non mettiamoci a pensare a terza persone, Riza. –
Spinse il bacino di Riza vicino al suo corpo, e la tenne stretta a sè.
- Domani ci tocca una nuova e noiosa giornata lavorativa: godiamoci questo momento più tempo possibile. –
Ballarono e ballarono per diversi minuti ancora, sulle note di quella bellissima melodia.
L’orchestra d’un tratto cessò di suonare, e le coppia di fermarono.
Si levò l’ennesimo battito di mani per i bravi musicisti, i quali ringraziavano con continui inchini.
Edward e Winry si staccarono l’uno dall’altra pochi secondi dopo; si erano così abituati a stare stretti l’un l’altra che avrebbero continuato anche per un altro ballo, o due.
Si sorrisero, e si unirono agli applausi della folla.
L’orchestra si concesse un quarto d’ora di pausa, e tutte le coppie ritornarono ai rispettivi tavoli.
- Oh, signorina Riza! -
Winry le andò incontro, sedendosi sulla sedia lì vicino.
Ripresero a continuare il discorso prima interrotto, parlando allegramente.
Edward tornò al proprio tavolo, dove lo attendeva Al.
- Hai imparato presto a muoverti bene, eh fratellone? -
Edward distolse lo sguardo da lui, per poi sbuffare.
- Non fare lo scemo. -
Il brusio delle voci della sala si levarono con gran chiasso, e Ed ebbe il bisogno di uscire un pò da quell'ambiente.
- Vado a prendere un pò d'aria, Al. -
Il minore degli Elric annuì. Edward si fece strada tra la folla che precedeva l'uscita del grande balcone, e poi finalmente vi fu fuori.
Soffiava una leggera brezza fresca, ed Edward ne godette particolarmente.
Prese ad osservare il panorama che si materializzò davanti ai propri occhi, e questa bella visione fu per lui un vero toccasana.
- Cos'è quel sorrisetto senza motivo, Acciaio? -
Cranck. Tutta la bella atmosfera rotta in un secondo.
Si voltò visibilmente scocciato di quella presenza petulante che puntualmente veniva ad infastidirlo.
- Oh cielo, cos'è quell'espressione? Ti infastidisce la mia presenza? -
- C'è da chiederlo? -
Si appoggiò anch'egli alla ringhiera di ferro del balcone, dando un sorso all'alcolico che si era portato dietro in un fine bicchiere di cristallo.
- Acciaio, non dovresti essere di questo malumore. -
- Se lei non si fa vedere più per il resto della serata, allora sprizzerò d'allegria. -
Roy emise un mugolio dubbioso, guardandolo.
- Prima sembravi anche troppo pieno di buonumore, nevvero, Acciaio? -
E lo guardò malizioso, gesto a cui Edward arrossì collegando le parole del suo superiore al momento che aveva passato con Winry.
- Non la capisco. -
- Oh, non fare il tonto, mi hai capito fin troppo bene. -
Portò nuovamente il bicchiere alle labbra, bevendo l'ultima goccia del suo alcolico.
- D'altronde come biasimarti? La signorina Rockbell è davvero incantevole stasera. -
Edward gli lanciò una delle peggiori occhiate che si possano immaginare.
- Potrei chiederle di ballare con me, magari. -
- Lo fa apposta a farmi innevosire? -
Mustang emise una risata a labbra chiuse, mentre tornava a guardare la città.
- E ora dimmi, Acciaio; è davvero così brutto il ballo dell'Esercito? -
- Tralasciando la sua fastidiosa presenza? -
Edward si concesse pochi minuti per pensarci.
E' vero: lui non è fatto per queste cose.
Magari perchè era un semplice ragazzo nato in campagna, dove tutto era pura semplicità.
Non c'era lusso, non vi si organizzavano feste con mille e mille persone adornate nei loro abiti eleganti e luccicanti.
Ma la parte più grande probabilmente lo ricopriva il proprio carattere.
E forse anche il fatto che semplicemente non amava queste cose.
Ma quella sera, chissà come, le era sembrata piacevole, tutto sommato.
Anche con tutte quella gente e il brusio delle loro voci;
Anche con quella troppa illuminazione accecante della sala;
Anche se aveva dovuto indissare quel fastidioso abito formale ed elegante ma non troppo;
E anche se c'era quell'essere fastidioso a cui piaceva vederlo innervosito, di nome Roy Mustang.
Erano tutte cose che in confronto alla bella serata che aveva passato poteva lasciar scorrere.
Perchè, in compenso, quella sera Al non sarebbe stato sveglio da solo tutta la notte, ma tutta la notte l'avrebbe passata in compagnia.
Perchè per la prima volta aveva visto il Tenente Hawkeye in vesti di donna, bella come non mai, e non come un duro soldato.
Perchè aveva avuto il coraggio di invitare Winry ad accompagnarlo in veste di sua dama, abbattendo tutto il suo imbarazzo che provava nei confronti dell'amica.
Perchè l'aveva vista splendida nel suo abito rosa quella sera.
Perchè l'aveva vista sorridente e allegra, e non malinconica e triste.
Perchè aveva ballato con lei, e avrebbe continuato a farlo per chissà quante altre ore a venire.
Sorrise.
Guardò il cielo costellato di stelle dorate, e in un flebile sospiro, rispose al Colonnello.
- Tutto sommato, obbligarmi a venire non è stata una cattiva idea. -

















Sera!
Eccoci all'ultimo capitolo!
Scriverlo mi è piaciuto davvero molto, sopratutto la parte del ballo vero e proprio; ritroviamo un Edward più scocciato che mai, costretto ad assorbire questa elegante serata che lui non sembra gradire per niente, mentre un'allegra Winry e un divertente Roy sono di tutt'altro umore.  Ma ecco che alla fine il nostro Alchimista ripensa a tutti i lati positivi della serata, e si convince che tutto sommato la serata non è stata così cattiva come credeva.
Oh beh, ecco tutto xD E' una piccola Fiction spensierata che avevo voglia  di farvi leggere ^^
E che sorpresa! Ho ricevuti tanti bei commenti, ed in più la Fic è stata messa tra i preferiti di molte persone!
Ve ne sono molto grata, davvero!
Un grazie speciale a x_Mokona (penserò al tuo consiglio, senz'altro =D ), VincyS, evelyn_cla, nueblackcrowfriend e Kgm92  per aver commentato il precedente capitolo, a tutte le persone che hanno messo la fic tra i preferiti e a tutti coloro che commenteranno questo capitolo ^^
In più un grazie a coloro che mi hanno aggiunta tra i propri autori preferiti, che sono davvero tanti! Grazie di cuore ^^
Alla prossima, vostra MellyVegeta ;)
  
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