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Autore: Colarose    03/08/2018    2 recensioni
Quando si perde tutto, non si fa che rimproverarsi di non aver fatto di più per non perdere quel tutto.
E Harry ha perso tutto.
Ma gli verrà data un seconda possibilità.
Un viaggio nel tempo, 27 anni indietro nel passato.
Prima che Voldemort seminasse terrore, prima della Prima Guerra Magica, prima dei Mangiamorte e prima della fondazione dell’Ordine della Fenice.
Prima di quel 31 ottobre, prima di quell’esplosione.
Prima dei Malandrini.
Una nuova responsabilità si fa carico sulle spalle di Harry: vincere la Prima Guerra, prima che ce ne sia anche una seconda.
Ma ci sarà un piccolo imprevisto.
**********
Siete pronti per la lettura?
Ma soprattutto, siete pronti per la storia del quinto Malandrino?
Genere: Comico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Contesto generale/vago
Capitoli:
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Exculcero

 “Harry muoviti! Altrimenti faremo tardi! Sirius già ci sta aspettando giù” esclamò James passandosi per la trentesima volta la mano fra i capelli,  era vestito con abiti comodi e aveva la sua Nimbus 1400 in mano.

Harry si finì di allacciare le scarpe, ancora non tanto sicuro che quella fosse una buona idea. Certo, gli piaceva ma… temeva che potesse distrarlo ancor di più dalla sua missione principale. Harry sapeva che si era già notevolmente distratto, era facile dimenticare la missione quando si era tra le grandi e rassicuranti mura di Hogwarts in compagnia dei Malandrini. Si stava godendo quella nuova vita al meglio, come se fosse un qualunque ragazzino. Però non lo era, ma comunque per tutti era così.

“Jamie, io non credo sia una buona idea…”

“Smettila di dire scemenze. È inutile che ti fai salire questi dubbi, davvero Harry. Sono sicuro che farai una figura spettacolare- come me d’altronde- e verrai ammesso in squadra. Quello Stevens è un babbeo, niente in confronto a te. Fattelo dire, sei un fenomeno, perché per battere mio padre ce ne vuole di talento…”  cercò di rassicurarlo James, mettendogli un braccio sulla spalla. Peccato che non sapeva il vero problema di Harry.

Quest’ultimo sospirò, arrendendosi. Era da tre ore che James gli ripeteva quelle cose.

Scesero le scale del dormitorio, trovando Sirius che li aspettava con un sorriso sornione. Anche lui avrebbe fatto le selezioni, per il ruolo di battitore nello specifico. James invece nel ruolo di cacciatore, che al momento era totalmente libero poiché la cacciatrice dell’anno scorso, Christine Wright, si era ormai diplomata.

“Che scopa userai, Harry?” chiese Sirius mettendosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Harry fece spallucce.

“Qualcuna della scuola… anche se so che non sono molto buone” rispose storcendo il naso. Quanto avrebbe voluto aver con sé la sua fantastica Firebolt. Anche se non avrebbe potuto usarla lo stesso, dato che non esisteva in quel tempo e quindi sarebbe stato strano che possedesse una scopa tanto veloce.

“Menomale che la notte prima di partire ho avuto la fantastica idea di prendere la mia scopa di nascosto, dato che i miei me l’ avevano sequestrata” sospirò Sirius, accarezzando quasi con affetto la sua Tornado 11.



Dopo essere passati dallo sgabuzzino per prendere una scopa per Harry (una Comet 180) si diressero verso il campo da Quidditch. C’erano un bel po’ di persone raggruppate, mentre Tom Hughes, il Capitano, li scandagliava tutti con i suoi occhietti azzurri.

Sugli spalti c’era un bel gruppo di gente, probabilmente amici di coloro che dovevano fare il provino. Harry notò Marlene che si sbracciava per farsi notare, fece un cenno di saluto mentre notava Peter, Remus, Regulus e Lily.

“Hey, guardate lì” sussurrò Harry rivolto a James e Sirius. Quest’ultimo ammiccò al fratello mentre James, tutto contento, apriva bocca per chiamare la bella rossa.

Harry subito gli mise una mano sulla bocca, già era tanto che Lily avesse accettato di venire anche se magari aveva altro da fare. Non voleva farle venire subito un esaurimento nervoso per colpa di James.

“Er amo d elo sciami andore!” biascicò James irritato dopo essersi dimenato per due minuti.

“Chiamerai Lily?” James scosse la testa in segno di diniego.

Molto cautamente Harry tolse la mano.

“Finalmente!” esclamò James

“Insomma laggiù volete fare silenzio?!” li sgridò Hughes. James fece un sorrisone irritante.

“Ora che quei due sono in silenzio, possiamo iniziare. I primini e tutti coloro che a malapena sanno le regole del Quidditch se ne vadano immediatamente! È stato completamente inutile per voi venire qui!” continuò Hughes, sembrava quasi un dittatore. Un gruppetto di primini se ne andò via mogio mogio. Invece cinque ragazze, che avevano tutta l’aria di essere delle oche, se ne andarono ridacchiando e ammiccando verso il Capitano. Hughes non fece una piega.

“Bene, ora ci dividiamo. Quelli che sono qui per il provino di Battitore vadano a sinistra, per i Cacciatori a destra, i Cercatori restate qua mentre i Portieri vadano anche loro a sinistra, alla destra dei Battitori”

“Si inizia dai Cacciatori. Libererò i Bolidi e vi darò una Pluffa.”

Una buona parte si dimostrarono degli incapaci che non riuscivano a stare in equilibrio su una scopa e tenere in mano la Pluffa contemporaneamente, Hughes li cacciò via infuriato. Alcuni di loro si dimostrarono piuttosto bravi, ma riuscirono a fare solo dieci o venti punti. I Cacciatori dell’anno scorso, invece, Alyson Morris e Alban Robbinson, si dimostrarono molto abili, segnando cinquanta punti a testa.

Ormai Tom Hughes stava perdendo le speranze dopo che cinque di loro delusero le sue aspettative.

“James Potter, si faccia avanti!” esclamò leggendo la lista. James uscì dalla folla con la sua scopa in mano, che fu guardata brevemente da Hughes con ammirazione.

Poi la inforcò e prese a volare con la Pluffa sottobraccio. Aveva un'espressione sicura in volto, mentre schivava un bolide facendo una capriola. Si esibì anche in altre fantastiche acrobazie mentre segnava punti, tanto era esibizionista.

James si tuffò in tempo evitando un bolide, poi planò verso il basso e segnò un altro punto  passando a fianco alla porta, raggiungendo il record di sessanta punti. Passò poi vicino agli spalti e rivolse un ghigno ammiccante alla Evans, che lo guardò schifata. 

“Ok, stop! È finito il tempo!” urlò Hughes, James atterrò di fronte a lui. Il Capitano sembrava sul punto di mettersi a saltellare per la gioia, ma si trattenne.

I provini proseguirono, alla fine vennero scelti i due Cacciatori dell’anno scorso insieme a James, che fece un sorriso smagliante e contento.

Venne poi il turno dei Portieri, e venne scelto Lewis Begum dopo aver parato un totale di  sei palle.

Ai battitori  Sirius andò magnificamente, colpendo i bolidi con precisione e spedendoli verso i Cacciatori, solo una volta sbagliò. Peccato che fu superato dal Battitore dell’anno scorso, Barrie. Nonostante la delusione, Sirius sorrise, e dopo essersi scambiato un'occhiata con James, si diresse agli spalti, per assistere al provino di Harry.

“Sei stato fenomenale, Sir. Se non ci fosse stato quel tizio saresti stato ammesso” cercò di consolarlo Regulus, mettendogli una mano sulla spalla.

“Vuoi una caramella?” gli chiese Peter porgendogliene una, Sirius sorrise e la prese, masticando con gusto.

“Non fa niente, davvero, riproverò l’anno prossimo.” Disse Sirius sorridendo notando le facce apprensive degli altri.

“Quel Potter!” sentirono esclamare da Lily, che parlava con Marlene. “Così tanto sicuro di sé! Fino a pochi minuti fa stava lì, tutti ghignante e soddisfatto! Come se si credesse il re di Hogwarts!  Oh, quello non ha capito che non è nessuno! Poi a volare e a fare tutte quelle acrobazie per far vedere quanto è bravo! Ma chi se ne frega di quanto è bravo!”

“Ehm, credo che potesse interessare al Capitano…” sussurrò debolmente Marlene, ma Lily la ignorò completamente.

“Poi ad ammiccarmi! Come se si aspettasse che io cada ai suoi piedi come quelle ochette, tipo la Fawley. Ma è talmente idiota che non ha ancora capito che di lui non me ne importa niente. Mi irrita soltanto a guardarlo, è insopportabile!” continuò Lily concitata

“Beh, Evans, allora perché lo guardi?” chiese Sirius con un sorriso beffardo. Lily si bloccò e si voltò verso di lui, irritata.

“E tu perché non ti fai i fatti tuoi?!” sbottò in risposta.
“Ha chiamato Harry!” esclamò d’un tratto Marlene sorridendo, distraendoli.

Videro Harry inforcare la scopa e andare in alto, mentre scrutava con attenzione il campo.

“La scopa non è delle migliori” disse Marlene storcendo il naso “Non è che questo può svantaggiarlo?!” aggiunse ansiosa .

“La scopa è della scuola, McKinnon, e quelle fanno schifo. Comunque mi ha detto James che è bravissimo, quindi credo che riuscirà a prendere il Boccino anche con quella scopa” la rassicurò Sirius, guardando perplesso Harry che se ne stava fermo in alto in mezzo al campo.

“Ma che fa?!” sbottò Peter aggrottando le sopracciglia.

“Credo che sappia che quella scopa non può accelerare troppo, quindi non sfrutta l’accelerazione per saettare da una parte all’altra inutilmente. Se se ne sta fermo ad osservare il campo da lassù, ha più possibilità di vedere il Boccino. Bella tecnica, devo dire” sussurrò lentamente Remus.

“Da quando te ne intendi così tanto, Remusino?” domandò Sirius

“Questa si chiama strategia, Siry” sibilò Remus gettandogli un'occhiataccia. A un certo punto videro Harry gettarsi  verso destra, appiattendosi sempre di più per cercare di accelerare.

“Ma è passato solo un minuto e mezzo!” esclamò Lily sorpresa.

Harry andò verso l’alto, poi verso il basso . Con orrore di tutti si avvicinava sempre di più al suolo.

“Quello si schianta!” urlò quasi Regulus.

“Per Godric! Non capisce che quella scopa non può fare cose del genere?! Non è una Nimbus!” esclamò Marlene sporgendosi e guardando Harry, bianca come un cencio.

“Harry! E alzati!” sussurrò Lily quasi pregando, quando Harry era solo a due metri dal suolo.

Quando raggiunse un metro dal suolo, Harry fece una cosa che non riuscì a spiegarsi in seguito. Il Boccino si spostò di scatto, alzandosi lievemente e andando verso destra. Con una forza che non credeva nemmeno d’avere, o forse era l’adrenalina a dargliela, tirò la scopa verso l’alto con grande sforzo e si diede una veloce spinta con i piedi per terra. Quasi poteva sentire i lamenti della povera Comet 180, anche se credette solo di immaginarseli. Allungò il braccio, mettendo gran parte del suo peso davanti e rischiando di accapponarsi. Con le punte dei piedi che quasi sfioravano il terreno sotto di lui, chiuse le dita della mano intorno al Boccino e tirò la scopa verso l’alto, poi riscese giù e atterrò, con le braccia che gli dolevano.

“Sei ammesso in squadra Potter, non devo vedere altro!”esclamò Hughes euforico.

“Quello mi farà morire di crepacuore ogni volta che ci sarà una partita a Quidditch” piagnucolò Lily, con le mani a coppa sul volto.

Marlene invece se ne stava immobile, a fissare il vuoto mentre riprendeva colorito.

“Hey! Quello è il mio amico!” si vantò Sirius, battendosi una mano sul petto.

“Non pensavo fosse così bravo. Ma credo che neanche tu l’hai mai visto fare una cosa del genere, vero Remus?” chiese Regulus, con ancora qualche traccia di sorpresa. Remus scosse la testa.

“No no, a Potter Manor ha fatto una picchiata spettacolare, ma qui… con una Comet…”
Dopo un po’ si alzarono e andarono via dagli spalti. Si fermarono di fronte all’entrata del campo, aspettando James e Harry. Appena Harry se ne uscì sorridente, Marlene parve riprendersi completamente, e il poveretto si ritrovò addosso lo sguardo di fuoco della biondina.

“TU!” urlò minacciosa Marlene, avvicinandosi a lui a passo di marcia e picchiettando l’indice sul suo petto.

Harry si impietrì

“TI È ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO PER CASO?! POTEVI SPIACCICARTI A TERRA, POTEVI ROMPERTI L’OSSO DEL COLLO E POTEVI PRENDERE UNA BOTTA COLOSSALE ALLA TESTA! E TUTTO QUESTO PER UN BOCCINO! UN ALTRO POCO IL MIO POVERO CUORE USCIVA DALLA CASSA TORACICA PER COLPA TUA! E PENSARE CHE SARÀ COSÌ PER TUTTE LE PARTITE DI QUIDDITCH MI FA QUASI SVENIRE!” Marlene si fermò, riprendendo fiato. Con la faccia rossa e le corde vocali che le dolevano leggermente. Guardò Harry, che la guardava sorpreso e un po’ terrorizzato, poi si accorse della loro vicinanza e si scostò di scatto. 

Harry non sapeva esattamente che fare e che dire, le donne per lui erano sempre state un arcano mistero, poteva dire che fossero il suo tallone d’Achille.

Si schiarì la voce.

“Ehm, Lene non c’è bisogno che ti… preoccupi così tanto. Io so quel che faccio” disse Harry cercando di rassicurare la ragazzina che ormai era diventata un pomodoro.

Sorrise intenerito.

“Non mi sono fatto niente, vedi? Sto benone, è andata così, non c’è bisogno di pensare a come sarebbe potuto andare. Alla partita mi sarò già comprato una scopa più affidabile” poi cercò di scherzare, indicando la Comet 180 che aveva in mano “Questa l’ho persino sentita implorare pietà” disse sorridendo.

Marlene sospirò, scuotendo la testa e sorridendo rassegnata.

“Prima o poi ti romperai un braccio, ne sei consapevole?”

Harry fece spallucce, sorridendo malizioso

“Ho sopportato di peggio” si lasciò scappare, poi accorgendosi della bella falla a causa dagli sguardi confusi di tutti, cercò di rimediare: “Intendo, che posso sopportare di peggio” si corresse “Beh, andiamo al castello?”

Mentre si voltava  e si dirigeva verso il portone, sentì lo sguardo intenso di Remus sulla schiena, quello sguardo che ormai lo perseguitava da ben due settimane.

*

Ottobre subentrò lasciandosi alle spalle Settembre, le ricerche sugli Animagi proseguivano senza particolari novità e la quiete scolastica era perennemente interrotta dai Malandrini, che con qualche scherzetto di qua e di là, stavano facendo venire un esaurimento nervoso a ‘Minnie’ come ormai la chiamavano. Remus continuò a beccare Harry uscire e entrare dal dormitorio in piena notte, talmente tante volte che Harry fu attanagliato dalla sensazione di essere osservato, facendo sempre più attenzione quando usciva di lì. Il trucchetto che aveva ideato durò per una settimana, prima che Remus capisse.

Nonostante questo, Lupin non ne fece parola con gli altri, come Harry non aveva fatto parola con i loro amici della sua licantropia senza il suo permesso. Questo però, non gli impediva di cercare di scoprire dove andasse Harry.

Un solo problema: la sua invisibilità.

Doveva assolutamente trovare un modo per renderlo visibile ai suoi occhi. Fu così che prese a fare la sua personale ricerca, cercando in libri avanzati e quant’altro.

Dal canto suo, Harry, avvertendo il tanto familiare pericolo avvicinarsi, prese a imparare incantesimi difensivi e rivelatori di persone con più velocità di prima.

Gli altri tre Malandrini, invece, avevano una vita più rilassata. Quando uscirono dalla Biblioteca sconsolati, Sirius intravide Piton svoltare l’angolo. 

“Che ne dite di risollevarci il morale facendo un bello scherzo a Mocciosus?” chiese ghignando. James lo guardò brevemente

“Che tipo di scherzo?” chiese. Sirius ci pensò su

“Non lo so, possiamo gettargli più olio nei capelli e farglieli crescere, oppure farlo tuffare nel Lago Nero. Anche se credo sia più divertente  fargli crescere i capelli…”  

“E perché dobbiamo farlo?” chiese Peter incerto. Sirius lo guardò interrogativo

“Beh, per divertirci. Altrimenti per cosa?”

Peter abbassò lo sguardo e prese a torturarsi le mani.

“Ehm, Harry… Harry ha detto che dobbiamo fare cose del genere a una persona solo se quella ci ha fatto un torto, se proprio vogliamo farlo per forza. Ma Piton finora non ci ha fatto niente, no? Ci ha completamente ignorato. Quindi… passiamo noi dalla parte del torto, e appena Harry lo saprà, perché lo saprà, si arrabbierà oltre misura, e si sentirà deluso da noi. Io non so voi ragazzi, ma Harry su tutte le furie mi fa paura. È inquietante.” Disse timidamente Peter, diventando sempre più preoccupato  man mano che proseguiva.

Sirius sbuffò “A me inquieta il fatto che sembra più un adulto che un ragazzino. Ma comunque vedrai che… ci perdonerà, magari non si arrabbierà neanche tanto. Dopotutto non facciamo uno scherzo a Piton da più di un mese, contando anche quelli dell’anno scorso. Tu che dici, James?” domandò, voltandosi verso il suo fidato compare. Con suo grande stupore, James non sembrava tanto sicuro, anzi, sembrava star combattendo una battaglia interiore.

“Io… e-ecco non lo so. Insomma, per Circe, sarebbe divertente, ma il ragionamento di Harry lo trovo… giusto.  Sì, giusto. Ti ricordi quella volta in cui ci ha beccato prima che buttassimo del terreno su Mocciosus? Ci ha urlato contro di metterci nei panni della vittima. E… come ti sentiresti se qualcuno ti umiliasse senza che tu abbia fatto niente? Sapendo che quel tizio lo ha fatto per divertirsi?”

Sirius lo guardò scioccato.  No no, quello non era James Potter, non è che Harry si era fatto scomparire la cicatrice e cambiare il colore degli occhi? O forse era Harry che stava possedendo James con qualche oscura magia?

“T-tu… tu stai provando compassione per quel pipistrello untuoso?!” strillò indignato Sirius.

“Cosa?! No!” chiarì immediatamente James allarmato “Ma ti sei forse dimenticato di quando Harry ci ha detto che sa cosa si prova?! Io facendo così mi sento quasi di fare un torto a lui, capisci?! Perché delle persone hanno preso di mira Harry, facendolo sentire male, e io, il suo amico, faccio le stesse cose che hanno fatto quelle persone a Harry. Mi sentirei quasi uno schifo, e mi chiederei perché continua a essermi amico nonostante mi stia comportando come quelle persone!”  spiegò concitato, passandosi una mano fra i capelli.

“La differenza sta nel fatto che non facciamo niente a Harry!” esclamò Sirius esasperato

“Ma gli ricorderemo quelle persone cattive!” intervenne Peter d’un tratto.

“Fate come volete” sussurrò Sirius rassegnato accelerando il passo “Ah, James, quasi non ti riconosco più” disse voltandosi, facendo diventare la faccia di James una furia, ma quando stava per aprire bocca, Sirius aveva già svoltato l’angolo.
“È testardo come un mulo!” sbottò James infuriato.

*

Sirius fece di testa sua, come sempre, e attuò il suo scherzo. Era strano trovarsi a farlo da solo, di solito era sempre in compagnia di James. Cacciò quel pensiero e arrampicato su un albero, sotto il quale c’era Piton, versò alla velocità della luce due interi bicchieri d’olio (che aveva preso dalle cucine) e prima che Piton potesse realizzare quel che stava succedendo, gli puntò la bacchetta sui capelli e sussurrò:

“Capillus Extensio*”
Immediatamente i capelli neri di Piton presero a crescere ad una velocità innaturale, mentre l’olio colava. Sirius vide Piton alzarsi di scatto, con una faccia infuriata mentre i pochi studenti lì attorno ridevano. Appena Piton fu abbastanza lontano, Sirius scoppiò a ridere, con le lacrime agli occhi talmente si era trattenuto.

Scese dall’albero con ancora il sorriso sulle labbra, che sparì immediatamente quando si trovò la Professoressa McGranitt di fronte, con una faccia indignata e le narici che fremevano.



Sirius uscì dall’ufficio della McGranitt dopo una sfuriata e due punizioni in più da aggiungere ai suoi impegni della settimana. Sirius era consapevole che la ramanzina della McGranitt non era l’unica da ricevere quella giornata, quella era solo la prima, ora a essere sincero, temeva la seconda.

Appena aprì la porta del suo dormitorio, quasi cadde a terra dallo spavento quando la faccia omicida di Harry gli si parò di fronte. Sembrava lo avesse aspettato lì per tutto il tempo.

“H-Harry? Ecco…ve-”

“Stai zitto.” sibilò il corvino, guardandolo con talmente tanto gelo che Sirius si ammutolì di botto. “Perché l’hai fatto, esattamente?” domandò cauto

“ Aveva insultato mio fratello” mentì prontamente Sirius, sperando di scamparsela. Sirius si sentì scandagliato da parte a parte , finchè gli occhi di Harry incontrarono i suoi.

“Menti” sussurrò Harry, mentre la sua faccia si faceva man mano più rossa per la collera. Sirius apprezzò il fatto che cercasse di trattenersi.

“E cosa ti dice che lo sto facendo?”

“Lo so e basta. Menti un’altra volta e sarà peggio” disse severamente Harry.

“Senti, ma che ne sai tu? Non è che Regulus te lo sarebbe venuto a dire a te, lo ha detto a me”
“REGULUS NON È IL TIPO DI PERSONA CHE VA A PIAGNUCOLARE DAL FRATELLONE PER ROBE DEL GENERE!” Esplose Harry, facendo sobbalzare Sirius. Lo vide sospirare e chiudere gli occhi “Tu lo hai fatto per divertirti, per divertirti! Con chi ho parlato per tutto il primo anno?! Con un muro?! Non vuoi proprio far entrare in quella testa da idiota che questo è sbagliato?! Che persone che si comportano così mi fanno rivoltare lo stomaco?! Perché, per Cristo, vuoi diventare così?!” continuò infuriato

Sirius deglutì, e incrociò brevemente gli occhi di James, che era seduto sul suo letto.

“Ah, ho capito! Ti fa sentire più perfetto, più forte. Ti fa sentire spiritoso, divertente. E sai la cosa che più mi fa ridere, Sir?! È che per sentirti così devi usare gli altri!” esclamò Harry spalancando le braccia.

Quello era un colpo basso.
“NON È VERO!“

Harry stava già per zittirlo, quando James gli mise una mano sulla spalla.

Harry si voltò di scatto, con tutta l’intenzione di scrollarsi di dosso quella mano.

“Credo che basti così, Harry”  disse coraggiosamente, volendo salvare Sirius da quella sgridata. Harry quando si infuriava, era capace di dire cose che non pensava, colpendo i tasti giusti senza neanche saperlo. “Andiamo, sai che è testardo, no? Fa parte della sua indole esserlo. Poi… magari ha capito solo dopo la gravità di quel che ha fatto. Sicuramente non lo farà più” continuò “Vero Sirius?” domandò poi, guardando Sirius ammonitore. Quest’ultimo annuì, grato a James.

Harry si calmò e si buttò sul letto.

“Davvero Sirius, tu sei già tutte quelle cose. Ok, perfetto no, ma le altre sì. Non c’è bisogno che tu lo dimostri in questo modo”

*


Severus Piton era incazzato nero, anzi no, era inferocito. Era appena uscito dal bagno, dopo essersi lavato i capelli.

Sì, se li lavava i capelli, che credete?! Lui si lavava, anche se gran parte degli studenti di Hogwarts non lo pensava.

Forse non se li lavava bene, non era così tanto fissato da andare a comprare prodotti per guarire il grasso dei suoi capelli, ma questo non toglieva il fatto che usava lo shampoo.

Ma quei due avevano davvero esagerato quella volta. Severus era convinto che Potter e Black erano sopra all’albero trattenendosi dal ridere. Perché proprio tutti e due? Perché si sapeva, dove c’era Black c’era Potter, e dove c’era Potter c’era Black.

Evidentemente erano sfuggiti al controllo di Harry Potter. Piton sapeva che la quiete che aveva vissuto, senza subire danni dai Malandrini, era opera di Harry Potter. Il Malandrino con più sale in zucca.

E aveva deciso di vendicarsi, perché che solo Black fosse stato punito era un insignificante dettaglio. Quei due l’avrebbero pagata. Avrebbe fatto vedere chi era Severus Piton.

Il suo bersaglio sarebbe stato Potter. Sì, solo Potter, perché quello lì tormentava la sua Lily, perché era insopportabile e perché era spregevole. Certo, anche Black lo era, ma Severus era convinto che colpendo Potter l’avrebbe fatta pagare anche a Black in un certo senso.

Quindi, il giorno dopo, beccò i Malandrini camminare da soli in un corridoio dimenticato da Merlino, e nascosto dietro l’angolo, puntò la bacchetta contro la schiena di James, che rideva e scherzava.

“Come se pochi giorni fa non mi avesse umiliato, come se non se ne importasse niente, come se  tutto fosse giusto” pensò Piton digrignando i denti
Exulcero” sussurrò concentrato, cercando di metterci una notevole potenza. Un secondo dopo Potter si fermò di botto, urlando.

“AAAAHI! B-BRUCIA!” si lamentò James con uno sguardo sofferente

“Cosa brucia?! Ehi, Jamie!” James si era seduto a terra, cercando di arrivare con le mani dietro la schiena.

Harry non ci mise molto a capire, estrasse la bacchetta e la puntò alla schiena di James

“Epismendo!” esclamò, James si calmò leggermente.

“Serve per alleviare un po’ il dolore, dobbiamo portarlo in infermeria!” disse Harry concitato.



Spalancarono le porte dell’infermeria e Madama Chips venne immediatamente da loro. Capito il problema, fece togliere al ferito la camicia e il mantello, facendolo stendere a pancia in giù sul letto.

Un'enorme ustione rossastra, con qualche piccola vescica qua e là, campeggiava sulla schiena prima immacolata di James.
 
 



*incantesimo inventato da me.


Angolo Autrice
Un nuovo capitolo! James, Harry e Sirius fanno i provini. James è cacciatore, sì, non cercatore. Mi sono basata sui libri riguardo questo. Purtroppo Sirius non viene ammesso, benchè sia bravo, è stato superato da qualcuno più grande e più bravo di lui.  

Harry rischia di schiantarsi al suolo, e per questo Marlene gli fa una bella sfuriata. Poverina, dovrà sopportare tutta quella preoccupazione a ogni partita.

Remus decide di iniziare a mettersi in azione per scoprire cosa fa Harry tre volte a settimane, mentre quest’ultimo inizia a sentire i primi segnali dall’allarme che il suo istinto gli suggerisce. Sirius, testardo quale è, insiste che non c’è niente di male a fare un solo scherzo a Severus, e notizia scioccante!

JAMES NON È DALLA SUA PARTE.

Su questo punto magari sta cercando un po’ di maturare, anche se ho sinceramente paura di non aver fatto bene a farlo reagire così, non so se questa cosa sfiora l’OOC sinceramente. Sirius fa comunque di testa sua e fa lo scherzo a Severus, non solo viene beccato dalla McGranitt e punito, ma Harry lo sgrida quasi fosse suo padre (e qui suona strana la cosa, dato che dovrebbe essere il contrario).

Anche se la colpa è solo di Sirius, Piton crede che c’era anche James, e lo attacca da dietro le spalle con una Fattura Ustionante. Beh, gli provoca una bella ustione, fatta ingiustamente, poiché James quella volta era innocente. La sfiga dei Potter, ragazzi, quella volta, quell’unica volta, in cui James non c’entrava niente, si è ritrovato lo stesso in mezzo.

Recensite e fatemi sapere se vi piace il capitolo!
Saluti!

P.S. mi scuso per eventuali errori di grammatica o/e battitura





Capitolo gentilmente revisionato da lilyy, grazie!
   
 
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