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Autore: EunKyung    03/08/2018    0 recensioni
ATTENZIONE: Looking Glass è una fanfiction scritta da twistedthicket1. Io la sto solo traducendo in italiano.
Questo è il link della storia originale scritta in inglese: https://archiveofourown.org/works/13661763/chapters/31380618
-In questa storia sono presenti alcuni piccoli spoiler per chi non ha letto il manga-
***
Midoriya Izuku scompare da bambino. Nessun cattivo è mai stato ritenuto responsabile, nessuno ha mai portato a sua madre una risposta. Per dieci anni, le uniche persone che si ricordano del tranquillo, bambino senza Quirk, sono Inko e Bakugou Katsuki. Entrambi avvertono la sua perdita in modi diversi e inesplicabili.
Eraserhead stava dando la caccia ad un cattivo conosciuto dalla stampa come "Ghost". Nessuna impronta digitale, sangue, o evidenze di alcun genere sono stati trovati sulle scene del crimine. Tutte le indagini sul cattivo conducevano inevitabilmente ad un punto morto.
Izuku desiderava nascere senza quirk. Forse allora, avrebbe creduto negli eroi. Forse allora, avrebbe potuto trasformarsi in qualcuno di buono.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Un po' tutti
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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ATTENZIONE:

Looking Glass è una fanfiction scritta da twistedthicket1 su archiveofourown.
Io la sto solo traducendo in italiano.
 Questo è il link della storia originale scritta in inglese: https://archiveofourown.org/works/13661763/chapters/31380618
Detto ciò buona lettura!
 






Dopo tutti i cattivi che aveva dovuto affrontare, Eraserhead fu costretto ad ammettere che questo in particolare era preoccupante. Lo pensò anche quando la pioggia gli stava cadendo addosso, inzuppandogli i vestiti, le bende, i capelli scuri fino a farlo sembrare un gatto inzaccherato. Rimase a fissare le macerie di un edificio, il fumo che saliva nel cielo e rendeva l'aria di un grigio scuro. In lontananza, una sirena si mise a suonare.
 
 
 
Il problema con i cattivi come questo, pensò, era che non c'erano tracce lasciate indietro. Chiunque avesse piazzato la bomba nell'ufficio principale di Endeavour non aveva alcuna Quirk fisica. Non c'erano segni di un'esplosione proveniente da Quirk, niente ghiaccio o acqua che segnava la scena del crimine. Non c'era sangue, non c'erano impronte digitali, nemmeno un messaggio o una ragione particolare o di riscatto da parte di coloro che avevano scelto questo edificio. L'unica cosa che rimaneva era il panico, mentre alcuni cittadini facevano dei video coi loro telefoni e altri stavano rannicchiati fuori dalle macerie, alcuni piangendo mentre i loro cari venivano tirati fuori dalle macerie dai vigili del fuoco. Lo stesso Endevour era lì, una figura scura che bruciava calda sotto la pioggia come una pistola lanciarazzi, accigliato e urlante, che stava dirigendo i suoi subordinati. Sembrava sempre infelice quando doveva stare sotto la pioggia. Quella sera aveva un aspetto particolarmente miserabile. L'espressione tonante dei suoi lineamenti prometteva guai, se c'era anche solo un qualche indizio su chi fosse il responsabile di quella tragedia.
 
 
"Sembrano davvero quasi come dei fantasmi" disse Hizashi accanto a Shouta, in tono prudentemente tranquillo. Le sue mani erano infilate nelle sue tasche, i suoi soliti capelli a punta in quel momento sembravano quasi tristi e sgonfiati dall'acquazzone. Diede un'occhiata a Shouta da dietro i suoi capelli, con la sua espressione insolitamente cupa. "Le telecamere di sicurezza erano disabilitate, non ci sono tracce di impronte digitali di mani o piedi lasciate alle spalle. Nessun testimone oculare e neanche Nedzu ha idea di dove cominciare, l'unico motivo sembra essere quello di seminare panico." Scrollò le spalle "A questo punto, sto pensando che il loro Quirk sia l'invisibilità. "
 
Fantasma. Sì, Shouta supponeva che fosse un po 'così. Rimuginò il nome nella sua mente, con la testa inclinata in considerazione.
 
Lavorava come eroe a tempo pieno per quasi cinque anni, ed era la prima volta che poteva ammettere di sentirsi disorientato. Le sue dita e i suoi occhi prudevano, uno per l'azione e l'altro in cerca di riposo. Era come se inseguire questo cattivo avesse bruciato la maggior parte della logica, lasciandolo invece costretto a fare affidamento sull'istinto. Gli disse che non pensava che il cattivo fosse invisibile.
 
"Gli attentati sono pericolosi" Il suo sguardo sfrecciò sui giornalisti, che stavano sotto la pioggia e trasmettevano le notizie in modo serio e in tempo reale. "Ogni volta che non catturiamo qualcuno che accende fuochi o crea paura ... l'opinione pubblica perde fiducia nelle nostre capacità".
 
Hizashi fece un piccolo sorriso.
 
"Così serio ..." Ma non ha discusso ulteriormente. Anche lui poteva sentire gli sguardi ostili diretti verso di loro, e vedere le folla in lontananza venire allontanata dall'edificio per la propria sicurezza. L'aria sembrava claustrofobica e tesa, quasi come aspettando che accada l'inevitabile.
 
Shouta pensò che quei cattivi sapevano esattamente cosa stavano facendo, e anche se non era il loro obiettivo finale, i risultati erano gli stessi. Non sembrava di buon auspicio. Questo crimine ... era caotico.
 
 
 
"Dovremmo coinvolgere All Might?" Mormorò Hizashi, quasi troppo piano per farsi sentire. Il suo sguardo era rivolto ai giornalisti che stavano a pochi passi di distanza. Sebbene la sua postura fosse rilassata, il suo sorriso era un pò teso. Shouta considerò la cosa rapidamente. Come Eraserhead, pensò che fosse una buona idea. Come Shouta, sentiva che c'era qualcosa di strano riguardo quel crimine.
 
Mancava un pezzo del puzzle, un debole dente che sentiva che All Might sarebbe in qualche modo in grado di schiacciare.
 
"C'è qualcosa che non quadra." Borbottò forte. Solo Hizashi lo ascoltò. Present Mic; d'altro canto, non era d'accordo.
 
 
 
 
 
-Dieci anni dopo-
 
 
 
 
 
Non era un segreto che Katsuki Bakugo fosse un ragazzo costantemente arrabbiato. Probabilmente era per via della sua personalità, in parte invece per via della natura del suo Quirk. Essere uno specialista di esplosioni tendeva a rendere qualcuno un pò una testa calda, specialmente quando il potere si manifestava in così giovane età. Era orgoglioso e arrogante a tal punto che i suoi compagni di classe erano riluttanti anche solo a toccarlo per paura.
 
 
Eijiro Kirishima al contrario, era calmo. Dove Bakugo per molti era la parte del fuoco rovente, il suo compagno di classe era il calore. Il suo sorriso da squalo era facile da far venire, la sua personalità testarda ma innegabilmente gentile. Era forte, ma tutti i suoi compagni di classe ammettevano volentieri che fosse anche premuroso. Era anche, nonostante alcune delle credenze della gente, molto più attento di quanto si credesse. Forse per via della sua infanzia, quando sua zia ha sofferto per la maggior parte della sua vita. Era stata una persona aspra, acerba, sempre alla ricerca di un confronto. Aveva avuto paura di lei quando era piccolo, era diffidente nei sui confronti e ancora più diffidente nei confronti della sua testardaggine. Farle piacere qualcosa era stato il compito a cui sua madre si era dedicata, qualcosa che Kirishima non era davvero riuscito a comprendere fino a più tardi nella vita di sua zia. Quando la sua malattia peggiorò, e lei peggiorò.
 
Da qualche parte lungo il suo cammino, Kirishima aveva capito che era la malattia a essere amara, e non la donna sotto. Da qualche parte durante le visite di chemioterapia, le visite in ospedale e le sessioni di pianto a tarda notte, quando pensava che lui stesse dormendo, aveva visto che la sua rabbia era soltanto uno scudo. 
 
Ci sono voluti cinque minuti, dopo aver conosciuto Bakugo, prima che Kirishima si rendesse conto in un modo tranquillo, che Bakugo come lei, era tagliente, per proteggere qualcosa di fragile sotto. Emergeva nei silenzi, quando Bakugo era molto stanco o molto infelice. Guardava in lontananza, o nelle sue mani come se cercasse qualcosa di diverso dalla rabbia. Sembrava che Bakugo lo guardava con una sorta di rassegnazione, confuso, chiaramente incerto sul perché Kirishima continuasse a stargli attorno quando tutto ciò che faceva era gridare e insultarlo. Tutto ciò rendeva Kirishima solo molto più determinato a essere suo amico, anche se esserlo era talvolta (spesso) difficile.
 
 
 
Kirishima era gentile, più gentile anche quando Bakugo gridava, ringhiava e scopriva i denti. Era gentile quando il suo amico esplodeva (fisicamente o metaforicamente), e gentile quando Bakugo si spingeva per vedere fino a che punto avrebbe potuto piegare Kirishima prima di romperlo. Kirishima era duro sia nel suo Quirk che nella sua mente, e quindi riusciva a prendere più di una discreta quota di successi. Se non avesse potuto, non sarebbe durato.
 
E quando Mineta (perché ovviamente solo Mineta non poteva leggere uno stato d'animo pericoloso anche se la sua vita dipendeva letteralmente da esso) si sentì frustrato dal bullismo ricevuto da Bakugo e infine scattò, Kirishima era lì per trattenere Bakugo dall'uccidere un compagno di classe (perché diciamoci la verità, la cosa era decisamente poco eroica).
 
"Hai qualche amico? "Il ragazzino aveva pianto, insolitamente coraggioso di fronte alla rabbia di Bakugo. "Hai mai pensato prima di colpire qualcuno o prima di farlo saltare in aria ?! Non c'è da meravigliarsi se non piaci a nessuno!" Per Mineta dire questo, dato che si era guadagnato l'odio dalla maggior parte delle ragazze della classe, era un po estremo secondo Kirishima.
 
 
 
Si era aspettato che Bakugo si scatenasse, ma non si era certo aspettato il livello della sua reazione. La classe quella mattina era stata abbastanza caotica, Aizawa-Sensei non si vedeva da nessuna parte. Iida aveva cercato di ristabilire l'ordine, ma in realtà era stata una causa persa sin dall'inizio. Ora però, Bakugo si lanciò dalla sedia, un ringhio senza parole sulle sue labbra. Kirishima se lo aspettava, ma non importava molto. Doveva far smettere Bakugo, per evitare di recare danni alle proprietà della scuola. Il suo Quirk si attivò istintivamente, indurendo il lato del suo corpo di fronte a Bakugo. Il pugno di Bakugo arrivò perpendicolarmente, e Kirishima trasalì da quello che probabilmente sarebbe state un livido e delle nocche insanguinate.
 
“Ma che cazzo credi di fare?!” ruggì Bakugo, ignorando qualsiasi dolore che provava urlando. La classe tacque, in qualche modo percependo che questa non era la solita rabbia che il loro compagno di classe presentava al mondo. Era qualcosa di più acuto, di più instabile. Kirishima pregò che Mineta avesse almeno un minimo di buon senso in lui, per leggere l'atmosfera almeno ora se non l'avesse fatto prima. "Sei un fottuto pervertito! Che cosa ne sai tu dell'amicizia o di quella stupida merda! "
 
 
 
Mineta si rimpicciolì, le sue labbra si strinsero in una sottile linea. Nessuno si fece avanti per aiutarlo, ma nessuno tranne Kirishima si schierò dalla parte di Bakugou. Come pecore spaventate, gli occhi della maggior parte della gente erano spalancati quando videro il vapore che saliva dalle mani di Bakugo. C'era pericolo in ogni linea della sua postura, come un serpente a sonagli spinto troppo in là. Il silenzio si appesantì.
 
Fu Uraraka la prima a rompere il silenzio, preoccupata, con la sua voce tremante.
 
"Kirishima, stai sanguinando."
 
Era vero, realizzò Kirishima. Poteva sentirlo in modo vago, il sangue stava gocciolando sulla pelle sottile della sua tempia. Non aveva attivato il suo Quirk abbastanza in fretta, pensò. Le offrì un sorriso a trentadue denti, scrollando le spalle.
 
"Non è niente" replicò facilmente "Probabilmente ho solo bisogno di un cerotto." Non riuscì a leggere l'espressione di Bakugo, ma le sue spalle si strinsero appena mentre osservava il piccolo taglio sull'occhio di Kirishima.
 
Se intendeva dire qualcosa a riguardo, fu interrotto dall'apertura della porta della classe.
 
 
 
Aizawa-Sensei osservò la classe a colpo d'occhio, e tutti si congelarono al suo arrivo. Kirishima trasalì, ma con sua grande sorpresa il suo insegnante ordinò semplicemente alla classe di sedersi. Loro eseguirono subito il comando, con le sedie che strisciarono rumorosamente mentre tutti prendevano il loro posto. Tutti tranne Bakugo, che stava ancora cercando di frenare il suo respiro, il suo sudore che si trasformava in vapore.
 
Kirishima si aspettava (e temeva) che Aizawa lo sgridasse, provando a costringere Bakugo a sedersi. Onestamente non era sicuro di cosa sarebbe successo se lo avesse fatto e chi ne sarebbe uscito vincitore da quel confronto.
 
 
 
Invece, Aizawa controllò i documenti sulla sua scrivania, leggendo qualcosa che aveva scarabocchiato nel suo programma.
 
"Bakugo" mormorò. Bakugo non riconobbe la voce del suo insegnante, ma la sua testa si girò leggermente. Aizawa lo prese come considerazione. "Sei esonerato per tutto il giorno dalle lezioni. Vai al tuo dormitorio. Posso darti gli appunti più tardi, stasera. "
 
Un sussurro silenzioso e sconcertato scoppiò tra gli studenti. Mineta sembrava silenziosamente furioso per il fatto che Bakugo avrebbe perso solo la lezione. In realtà, era più uno schiaffo al polso che una punizione. Il borbottio si placò quando Aizawa si rivolse al resto della classe, con uno sguardo tagliente.
 
"Per quanto riguarda voi altri,ritengo che siate abbastaza intelligenti da comprendere che tutto ciò non deve ripetersi:  non tollero i combattimenti in classe al di fuori delle lezioni di formazione. Antagonizzare i vostri compagni di classe porterà in futuro a prendere in considerazione l'espulsione. Sono stato chiaro?"
 
Senza parole, la classe annuì in risposta. Non c'era da discutere con il loro insegnante, non in quei momenti.
 
 
 
Bakugo prese i suoi libri senza dire una parola. I pugni gli tremavano ai suoi fianchi mentre faceva un inchino precipitoso nella direzione di Aizawa. Kirishima lo guardò andarsene, chiedendosi se fosse la data del terzo di aprile a farlo sembrare improvvisamente così fragile.
 
 
 
****
 
Inko Midoriya trovò il trinio delle cicale fuori confortante e triste allo stesso tempo. Il loro trinio alto e lamentoso incendiava i nervi di molte persone, ma per lei erano la canzone dell'inevitabile. Ogni anno, segnavano la svolta verso un anniversario che non poteva evitare. Era confortante e devastante.
 
Non faceva più male come prima, ma le lasciava ancora un dolore nel petto che le rendeva difficile respirare.
 
 
 
Trattava tutto ciò con la sua solita medicina per una giornata del genere, un tè caldo e un giorno libero dal lavoro. Dormire non era qualcosa che le veniva naturale, ma ci provò. Quando non riuscì più a stare a letto, Inko si alzò, si mise a gironzolare per la cucina e si convinse a mangiare una fetta di pane tostato. Nonostante l'ora in anticipo, considerò brevemente un bicchiere di vino prima di scartare la decisione scuotendo la testa.
 
Invece si accontentò di pulire un pò la casa, per rimandare immediatamente il compito che aveva davanti. Alla fine, non poteva più essere ignorato. Inko inspirò profondamente, valutando il suo respiro, le mani chiuse a pugno nella gonna.
 
Lentamente, si diresse verso il piano di sopra, verso una stanza che per gran parte dell'anno rimaneva chiusa.
 
 
 
L'aria nella camera da letto di suo figlio era stantia, anche se quando poteva apriva la finestra di tanto in tanto. Un tempo il letto aveva delle lenzuola, ma a un certo punto col passare degli anni erano state piegate ordinatamente. Il resto era relativamente intatto, e Inko poteva quasi credere stando sulla soglia al buio che Izuku sarebbe tornato presto a casa da scuola. I poster di All Might che ricoprivano le pareti sembravano aspettare il suo ritorno, il largo sorriso del supereroe in netto contrasto con la tristezza nel petto di Inko. Si fermò, non voleva entrare ma aveva bisogno di cambiare i fiori sulla scrivania di suo figlio. Oggi non serviva a niente lasciare quelli vecchi e appassiti. I suoi denti morsero il suo labbro inferiore, e lei dovette sbattere le palpebre oltre l'improvviso caldo scroscio di lacrime che stavano scivolando sul suo viso in quel momento.
 
Si permise di pensarci, solo per una volta, una sola volta, che oggi poteva piangere in pace. Oggi, dieci anni fa, Izuku non era più tornato dal parco.
 
Izuku non sarebbe mai tornato a casa dai suoi poster, non sarebbe mai tornato a casa per cena.
 
Non avrebbe mai avuto la possibilità di crescere, di vivere il suo sogno di diventare un eroe come il suo idolo.
 
Izuku Midoriya era scomparso dieci anni fa e fino ad oggi, Inko non aveva mai ricevuto una spiegazione sul perché.





Note della traduttrice:

Salve a tutti! Mi presento, sono EunKyung e oggi sono qui con la mia prima storia che non è mia purtroppo xD
Sto traducendo la fanfiction "Looking Glass" scritta da "twistedthicket1" su archiveofourown.org . Sono rimasta davvero colpita e ho chiesto all'autore se potevo tradurre la storia in italiano su EFP, e beh..ha accettato xD
Ringrazio ancora twistedthicket1 per avermi dato il permesso di tradurre la fanfiction.

Spero tanto che questa storia piacerà a voi come sta piacendo a me, e se avete consigli da darmi o proposte di collaborazione per tradurla al meglio..beh sarò più che contenta di accettare! ^^
Il mio inglese non sarà perfetto ma prometto di fare del mio meglio x3 se riesco pubblicherò un nuovo capitolo a settimana :3

Alla prossima!

 

EunKyung

   
 
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