Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Zoe__    04/08/2018    1 recensioni
Anne si era iscritta alla facoltà di lettere moderne senza un’apparente ragione, senza che nessuno nella sua famiglia sapesse il perché. Aveva solo detto di voler continuare i suoi studi classici, pur di proseguire indisturbata verso quel futuro che aveva disegnato nella sua mente, ancora poco chiaro.
Jamie detestava ammetterlo, ma rimpiangeva la convivenza con i suoi genitori. Da quando, due anni prima, aveva accettato la cattedra, in poco tempo si era visto privato del suo autista, della domestica, di tutti i comfort che lo avevano cresciuto - viziato - nella sua bella villa di campagna, a trent'anni.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Ho parlato con il mio editore delle sue pagine, signorina Annabelle. È piacevolmente sorpreso, le dirò in tutta sincerità di esserlo anch’io.” Anne sollevò gli occhi dalla tazza di caffè davanti a sé, portandoli sulla figura del professor Hall, che le sorrise. 
“Le ha lette… tutte?” Risultò esitante, per Jamie, che sembrò divertito dalla sua espressione, indeciso se ridere o no delle sue guance rosse di vergogna. 
“Non tutte, può rilassarsi!” Anne tirò un sospiro di sollievo “Sono a metà, ma procedono bene, anche se vorrei dei chiarimenti su..”
“Non le dirò chi è l’assassino.” Disse subito, prendendo un sorso di caffè. Jamie rise, tornando a guardarla. La sua aria innocente svaniva quando erano soli, sembrava che tutta quella distanza fra loro due non fosse mai esistita e che Anne fosse una conoscente, non una qualsiasi, ma comunque non una sua alunna, non un’estranea.
“Per quello aspetterò di trovare altri dei suoi deliziosi indizi” ammiccò “dovrei iniziare ad annotarli.” Mangiò della crostata, rimanendo sempre con gli occhi su di lei.  
“Non sarebbe una cattiva idea, professore.” Asserì, ricambiando il suo sguardo. Furono attimi intensi - per entrambi - durante i quali i loro occhi non cessarono nemmeno per un momento di scrutarsi, attenti, oltrepassando quelle barriere che si erano ripromessi, fra loro stessi, di non superare. 

“Anne!” Sobbalzò, la matita le cadde a terra, rompendo la punta e si voltò immediatamente verso Coline, alle sue spalle.
“Col” si abbassò per recuperare la matita cadutale a terra “scusami, davvero, io” deglutì, sistemandosi i capelli “stavo ripetendo.” Annuì, più per se stessa che per lei.
“A bocca chiusa, guardando la finestra?” Si sedette proprio davanti a lei, poggiando i gomiti sulla scrivania “Anne ti ho chiamata tre volte, di seguito, ad alta voce” sussurrò “e siamo in biblioteca. Cosa c’è che non va? Vuoi parlarne?” Anne la guardò, prima di parlare esitante. Rifletté alcuni attimi in più su quelle parole, che le costarono uno sguardo severo da parte di Coline, inquisitorio.
“No, Col, non c’è niente che non va” poi sorrise, rassicurandola “sono solo soprappensiero, ho molto da studiare e alle cinque devo incontrarmi con Hall per degli appunti” si bloccò, guardandosi attorno, agitata “che ore sono?” Coline aggrottò le sopracciglia, prima di voltarsi verso l’orologio appeso alla parete e notare che, in realtà, alle cinque mancavano poco meno di dieci minuti. 

Dopo quel bacio scambiato nel corridoio del secondo piano dell’istituto d’arte, ne erano susseguiti di diversi. Diversi baci, diversi incontri, diverse occasioni in cui Jamie ed Anne, il professor Hall e la signorina Annabelle, si erano ritrovati da soli. Soli mentre lei scriveva le sue pagine o la tesi, soli mentre lui pianificava le lezioni e scriveva le dispense, soli davanti ad un caffè, un tè, una fetta di dolce, un pranzo o una cena. Soli, lontani dall’università e lontani da occhi indiscreti, occhi da cui non volevano essere toccati e ai quali non erano entrambi ancora pronti - era tutto ancora troppo loro. Si frequentavano? Si sentivano? Come avrebbero detto la metà delle compagne di Anne.
Semplicemente, avrebbe risposto Anne, passavano del tempo insieme - tralasciando come trascorressero quel tempo, cosa significasse per lei, per lui.
Jamie non avrebbe risposto, ma avrebbe detto che con la signorina Annabelle spendeva diversi pomeriggi in ottima compagnia - tralasciando che con ottima intendesse travolgente e totalizzante. Seppur silenziosa, alle volte la sua presenza sembrava parlare più di altre. Il modo in cui sedeva e si soffermava ad osservarlo, come i suoi occhi curiosi correvano su ogni cosa che li circondasse - fissandosi a volte anche su di lui. Era curiosa, aveva potuto costatarlo, lo pensava già e quel tempo insieme aveva confermato questa, fra le altre sue ipotesi. Aveva conosciuto una persona che apparentemente era il suo perfetto opposto, fra la gente e con lui. In realtà la signorina Annabelle - che ora chiamava Anne senza vergogna - gli somigliava molto e sotto certi aspetti era forse solo più disinvolta fra gli altri e, con il tempo, era certo che lo avrebbe influenzato. Anne aveva una stima sempre maggiore nei suoi confronti e non glielo nascondeva. Era sempre trasparente, non mancava mai di fargli notare quanto apprezzasse questa o l’altra cosa. Jamie aveva imparato ad apprezzare sempre di più la sua compagnia, fino a volerla vedere almeno una volta a settimana, perché si era reso conto di non poterne fare a meno.
Certo, questo era successo solo nell’ultimo mese, superato l’imbarazzo dei primi giorni. Inizialmente infatti lei si era spesso mostrata sfuggente, credendo di non potersi fidare di lui. In realtà si rese conto di quanto Jamie fosse genuino e sincero, di quanto la sua persona fosse niente di meno di quello che lei aveva immaginato, senza malizia.
Jamie era per Anne come un nuovo libro da leggere, la cui copertina non voleva rivelare troppi segreti. Li avrebbe scoperti da sola, lei, se lui glielo avesse lasciato fare. 

Anne entrò velocemente nel caffè, pentendosi immediatamente di tutto quel trambusto creato e degli occhi che le furono addosso subito dopo. Arrossì imbarazzata, cercando Jamie con lo sguardo. Quel giorno stava a lui decidere dove vedersi ed Anne sapeva che non l’avrebbe risparmiata, portandola in uno dei suoi locali preferiti - aveva notato come questi fossero tutti incredibilmente d’élite, nelle zone più centrali della città. Dopo le prime volte in cui si era presentata in jeans e sneakers, aveva pensato che fosse il caso di prenderla sul serio, cambiare armadio per l’occasione e gestirla con più serietà - ancora non ci era riuscita completamente, se entrando in un nuovo posto tutti gli occhi si puntavano su di lei, ma era a buon punto. Aveva deciso di indossare dei pantaloni blu ed una camicia in seta quel giorno, il che le donava un’aria fin troppo seria e professionale. Così professionale che Laura le aveva chiesto se avesse un colloquio di lavoro, due matricole l’avevano scambiata per un docente e Jamie quasi stentava a riconoscerla. Aveva lasciato i capelli sciolti e, per quanto lui potesse intendersi di make-up, sembrava non indossarne affatto. Rimase per qualche istante ad osservarla, scrutandola silenziosamente, aspettando quando si fosse resa conto della sua presenza. Quando la vide voltarsi verso di lui le sorrise, felice, e lei ricambiò allo stesso modo, raggiungendolo al tavolo dove era seduto. Jamie si alzò, si avvicinò a lei e le prese una mano, facendole fare un giro su se stessa.
“Hai intenzione di ammaliare tutti i presenti?” Le domandò sorridendo, lei rise, cercando di minimizzare la sua solita risata, esplosiva, e lui rise assieme a lei.
“Parli di me o di te?” Rispose allo stesso modo, stringendogli la mano. Si fece poi più vicina al suo volto, lasciandogli un bacio all’angolo della bocca, prima di sorridergli nuovamente e sedersi.
Realmente Jamie non era da meno quel giorno, non avevano avuto nessuna lezione insieme e lo vedeva per la prima volta in quel momento. Era così diverso, fuori dall’università, più sereno. Indossava dei jeans, già meno seri dei soliti pantaloni del completo che indossava ogni giorno, una camicia, perché a quella non avrebbe mai rinunciato, ma senza alcuna giacca. Teneva solo un maglione sulle spalle - la città in quel periodo era imprevedibile - ed Anne, guardandolo, non riusciva a pensare ad altro se non a quanto fosse radiante. Quella versione di Jamie, riservata solo a lei, poteva dire con certezza che fosse la sua preferita sopra ogni altra. Vi era, in quella sua aria rilassata, tranquilla, la capacità di infonderla anche a lei che, in un ambiente come quello, si sentiva incredibilmente a disagio. Era quasi impossibile non guardarlo, per quanto fosse imbarazzante ammetterlo, forse perché erano separati da un tavolo ed avvicinarsi sarebbe stato indiscreto - Anne sentiva la pressione delle regole su di lei, Jamie glielo ricordava spesso, prendendola in giro.
C’era in quei dettagli dell’uomo davanti a lei tutta l’armonia che Anne cercava e studiava in ogni cosa, perché le piaceva come tutto fosse raccordato. Come gli occhi di Jamie che diventavano più piccoli dopo un sorriso, spinti dagli zigomi che si sollevavano, a loro volta, a causa dalle labbra piegate all’insù. Era un gesto semplice, un sorriso, che però Jamie regalava raramente ed Anne aveva imparato a fare tesoro di quello, come di altri momenti.
“Come stai?” Ogni loro appuntamento iniziava più o meno così. Nel frattempo, Jamie aveva già parlato con il cameriere, ordinando per entrambi il suo tè preferito - Anne doveva assaggiarlo, era certo che l’avrebbe adorato - accompagnato dai pasticcini che lei amava.
“Bene, oggi è… una bellissima giornata.” Rispose Anne guardandosi attorno, soffermandosi sulla città al di là del vetro “Spero non inizi a piovere da un momento all’altro.” Ammise sollevando le spalle. Per quanto potesse amare la primavera, purtroppo avrebbe dovuto viverla con il costante terrore della pioggia, che oltre a rovinarle le giornate, le avrebbe rovinato anche l’umore.
“Lo spero anch’io, dobbiamo andare in un posto più tardi.” Lei impallidì, ripassando velocemente la sua agenda a mente. Avrebbe dovuto studiare, ma poteva saltarlo senza problemi, la curiosità aveva iniziato già a logorarla. “Hai impegni?” Le domandò, guardandola. La guardava spesso Jamie, se per decifrare cosa pensasse o solo perché gli facesse piacere perdersi un po’ in Anne, nei suoi tratti particolari.
“No” sussurrò “no” ripetè più convinta “ci sono, certo.” Allora gli sorrise e lui ricambiò, facendole un occhiolino, cosa rara, ma piacevole. “Tu come stai?” Chiese allora lei, posando il braccio sul tavolo ed allungando la mano verso di lui. Jamie la prese, fece incrociare le loro dita, giocando con quelle di lei, prima di poggiarla definitivamente sulla sua.
“Meglio da quando ti ho vista sulla porta” Confessò sinceramente. Nel momento in cui quelle parole gli uscirono dalla bocca, Anne arrossì violentemente - forse non avrebbe mai smesso. Lui, incredulo delle sue stesse parole, fu salvato dal cameriere arrivato col loro tè. Allora, rischiando di arrossire allo stesso modo di lei, si affrettò a scambiare due parole con il ragazzo al suo fianco, prima di lasciargli spazio sul tavolo, togliendo la sua mano da quella di Anne. Quando era con lei non riusciva a controllare al meglio i pensieri, che subito gli sfuggivano dalle labbra, mettendolo a disagio - ma solo con se stesso, perché Anne adorava quando era così spontaneo.
Non appena il cameriere li lasciò Jamie versò del tè nella tazza di Anne, poi nella sua e prima di riprendere a parlare posò nuovamente la mano sulla sua.
“Non è stata una giornata semplice.” Disse, preso un sorso di tè.
“Vuoi parlarne?” Gli chiese, volgendo il palmo della mano verso l’alto ed accarezzando delicatamente il suo, vedendo lo sguardo di lui spostarsi su di lei. Gli sorrise e posò la tazza sul piattino. “Questo tè è sensazionale!” Sussurrò.
“Non a caso è il mio preferito” le ricordò e lei annuì, sollevando le spalle “Ad ogni modo… sono questioni riguardo l’università, inutile che ti spieghi.” Lei sollevò un sopracciglio, lui si affrettò a precisare. “Non perché tu non possa capire, perché e noioso e, prima cosa, non voglio annoiarti. Seconda cosa, abbiamo del tempo per…” noi, avrebbe voluto dire, ma per quella volta riuscì a controllare il collegamento bocca - cervello “stare un po’ insieme, da soli, e non intendo sprecarlo parlando dei miei colleghi.” Le spiegò pacatamente, avvicinandole poi alcuni dei biscotti che aveva ordinato. Anne ne prese uno, lo porto accanto alle labbra di Jamie e lasciò che il primo morso fosse il suo prima di morderlo anche lei.
“Allora di cosa vuoi parlare?” Gli chiese, sentendo la mano di lui accarezzare il dorso della sua.
“Di te.” Fece intrecciare le loro dita.
“Di me?” Anne le strinse, sollevando lo sguardo su di lui, inquisitoria.
“Dimmi ancora delle tue pagine, il mio editore è curioso di sapere quando potrà leggerne ancora. E, a dirla tutta, anch’io.” Ed era vero. Aveva letto le pagine di lei fino a consumarle, ora che non ne aveva più di nuove.
“Non sto scrivendo molto, come ben sa professore, devo laurearmi.” Rise, lui la seguì.  
“Neanche un po’?” Anne sospirò, poi scosse il capo.
“Ho… delle scene, ma non sono pronte e”“Voglio leggerle!” La interruppe, forse a voce troppo alta e lei lo guardò seria, ricordandogli dove si trovassero.
“Andiamo!”
“Andiamo, appunto, perché no? Una cosa è bella anche… sono certo che sono belle anche senza aver passato le tue solite dieci revisioni.” Anne arrossì, imbarazzata.
“Non sono così pignola!” Si difese, poggiandosi allo schienale della sedia, sempre tenendo la mano sulla sua.
“Un po’ di più, quindi, diciamo quindici?” Rise allora, scuotendo il capo.
“Le leggo finché non mi sembrano… d’accordo.” Mormorò, guardandolo timidamente.
“Chi?” Chiese, accarezzandole il dorso della mano col pollice. Anne posò il suo su quello di lui, perdendosi qualche istante prima di riprendere a parlare.
“Le parole, fra loro.” Parlò velocemente “Devono essere… tutte d’accordo.” Arrossì di nuovo.
“Vorrei capirti.” Le disse, prendendo ancora de tè e guardandola curioso, lei detestava situazioni come quelle - in particolare con lui.
“Le parole devono essere d’accordo, devono… suonare bene insieme, stare bene una con l’altra e deve tutto sembrare come un puzzle. Devono combaciare, come quando hai un evento e vuoi che i colori dell’outfit stiano bene con il rossetto o l’ombretto.” Sollevò lo sguardo, convinta di aver trovato il paragone giusto, ma probabilmente era impensabile per un uomo comprenderlo. Jamie sollevò un sopracciglio.
“Forse non era la metafora adatta per te, vero?”
“Già!” Esclamò, risero entrambi.
“Allora immagina che” deglutì, abbassò lo sguardo e dopo aver riflettuto alcuni secondi riprese a parlare “o, forse non riesco a spiegarmi. Non voglio che sia perfetto, voglio solo che sia”
“In armonia?” Le chiese. Anne si fermò un istante, guardando Jamie negli occhi. Lui le sorrise, lei ricambiò timidamente. Che forse aveva iniziato a capirla, osservandola guardare tutto quello che la circondava. Jamie si rese conto della sua espressine sorpresa ed in cuor suo fu felice, felice di averla capita, di aver iniziato a leggere anche lei, oltre alle sue pagine.
“Già, sì, in armonia.” 

Il campanello in alto suonò dietro di lui e non appena la porta si chiuse Jamie si spostò in un vicolo lì affianco, prese Anne con lui e le stampò un lungo bacio sulle labbra. Desiderava farlo dal momento in cui l’aveva vista, ma lì dentro c’erano troppe persone, sicuramente neanche lei l’avrebbe permesso. Non che ci fossero regole fra loro due, in realtà si trattava di condizioni silenziose che avevano stabilito durante quegli appuntamenti, conoscendosi. Le mani di Anne si fermarono sul busto di Jamie, attirandolo a sé, accarezzandogli poi la schiena, mentre quelle di lui erano una sul suo viso, l’altra sul muro dietro di lei.
“Ho resistito per un’ora lì dentro, iniziava a diventare difficile per me.” Sussurrò, proprio sulle sue labbra. Anne accarezzò il contorno delle sue col pollice, baciandolo un’ultima volta, dolcemente, e staccandosi subito dopo con uno schiocco.
“Anche per me” rispose a voce bassa “professore.” Alzò poi gli occhi verso i suoi e lo vide sorridere, prima che le prendesse la mano ed iniziasse a camminare. 

 

Si erano fermati in un parco poco distante, Jamie aveva con sé davvero degli appunti da riordinare ed Anne lo stava aiutando, seduta accanto a lui, su un telo che aveva sempre con sé nello zaino - spesso pranzava con le altre sul prato dell’università.  
“La signorina Coline ti ha chiesto dove andassi?” Le domandò, prendendo dei fogli dalle sue mani e riponendoli nell’ultima foderina. Anne gli rubò un bacio prima di rispondere.
“Le ho detto che mi dovevi degli appunti.” Disse con un’alzata di spalle.
“Appunti riguardo?” Jamie era divertito, ormai era la scusa più gettonata con le sue amiche e con i suoi colleghi. Rise vedendola fare lo stesso, prima di avvicinarla a sé. Anne si sedette allora fra le sue gambe, poggiando la sua schiena sul suo petto e le mani nelle sue.
Ars Amatoria” Disse guardandolo dal basso, entrambi risero di nuovo.
Se l'arte di amare qualcuno la ignora, in questa città legga questo trattato e dopo averlo letto sarà nell'amare un esperto.” Recitò “Pensavi non la sapessi così, dì la verità.” Lei scosse il capo.
Un'arte fa andare veloci le navi, a vela o a remi, un'arte fa andare i carri leggeri; e un'arte deve guidare l’Amore.” Lo guardò negli occhi “Ero certa che lo conoscessi a memoria.” Jamie sorrise e prese ad accarezzarle il braccio posato sul suo.
“Sì?” Si avvicinò al suo volto, facendo scontrare le loro fronti. Anne annuì.
“Mhmh.” Poi si allungò verso il suo viso, lasciandogli un bacio sulle labbra. Lui spostò la mano sul volto di lei, accarezzandola e staccandosi poco dopo.
“E ti ha creduto?” Le domandò, continuando a sfiorarle il volto con i polpastrelli.
“Spero di sì.” Confessò lei, sbarrando gli occhi, provocando in Jamie una piccola risata.
“Lo sa bene che non ha nulla a che fare con la mia materia.” Le ricordò allora, prima di un altro bacio.
“Avrà immaginato che fosse per la tesi!” Esclamò quindi, prima di rimanere in silenzio, per le labbra di lui che non avevano la vaga intenzione di lasciare le sue, in quel momento. 

Passarono del tempo parlando del più e del meno, trascorse velocemente senza che se ne accorgessero. Solo l’aria più fresca ricordò ad entrambi che era ora di tornare a casa, nonostante né lei, tantomeno lui, lo volesse.
Quando Anne si voltò verso di lui per lasciargli un bacio, prima di alzarsi, la bloccò per un polso, avvicinandola a sé. Parlò senza filtri, perché consapevole che avrebbe potuto rischiare, in quel momento, con lei.
“Anne?”
“Sì?”
“Sto bene qui, adesso, con te.”
“Anch’io, sto bene.”
“È tutto quello che riesco a dire.”
“È tutto quello che avrei voluto sentire.”

Writer's corner
La storia sta pian piano prendendo forma. Si tratta di una slice of life, leggerete dei momenti più importanti fra Jamie ed Anne. Scrivere di loro è per me sempre un grande piacere, sono i primi personaggi che ho creato interamente da sola, per caso, scrivendo un giorno peggiore degli altri. vorrei tanto sapere il vostro parere :). Zoe xx

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Zoe__