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Autore: Giechi    04/08/2018    1 recensioni
Ho costruito un mondo di personaggi, questa prima parte di racconto serve a dare un senso a quello che verrà prima e dopo: tre amici (Sergio, Riccardo e Ivan) si trovano su una spiaggia a discutere del comportamento di uno di loro, litigano. Vengono fermati da Rachele, la stessa Rachele di "La Sottile Linea tra Sogno e Realtà", che ancora giace su EFP piena di errori e imprecisioni. Da qui partiranno una serie di vicende che vedranno protagonisti, un giornalista, il "delfino" di una famiglia molto ricca, un uomo tormentato dalla sua infanzia e una serie di altri personaggi che hanno la "fortuna" di conoscersi o toccarsi per qualche istante.
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1- Sergio e Roberto
 

“...la palla passa da Dybala a Cristiano Ronaldo, ma Miranda anticipa l'azione e l'Inter prova a ripartire in contropiede...”

-Quanto ancora dobbiamo aspettare?- Roberto, l'uomo che si lamentava, aspettava qualche segnale dal suo collega, seduto accanto a lui in macchina; si massaggiò il mento, glabro, come tutta la faccia, controllando il suo aspetto nello specchietto retrovisore.

-Ce l'hai con me?- Sergio era molto più giovane del suo collega, dei grandi baffi adornavano il suo viso, occhi neri come la notte e un viso scavato ricoperto da uno strato di barba ben rasa, completavano il quadretto del giovane che sembrava divertirsi nel prendere in giro il corpulento collega. Un capello di lana cercava di coprire i suoi capelli, castani, troppi per poter rimanere ordinati al loro posto.

-Con chi dovrei avercela, siamo io e te, non c'è nessun altro- risposte passandosi una mano nei capelli seguendo la riga, così come l'aveva pettinata quella mattina, verso destra.

-Sto cercando di seguire la partita...-

-Allora, quanto dobbiamo ancora aspettare?- l'uomo sembrava sempre più irritato.

-Hai organizzato tu l'incontro, cosa ne so io- continuò non curante il giovane -spero 10 minuti, più recupero... Almeno so come va a finire l'anticipo-
-È una partita di calcio-

-Lo so anche io che è una partita di calcio- rise Sergio -non dovremo metterci troppo, comunque, una volta dentro, lavoro con te da abbastanza per dirti che, senza accorgertene, sarai presto a casa, da tua moglie- cercò di tranquillizzare l'amico e collega.

-Lo so, ti sto preparando ad oggi da prima che Sara rimanesse incinta...- 
Sergio lo interruppe -è bello sapere che il mio momento è giunto perché hai fiducia in me e nelle mie capacità, ma devi stare calmo- disse ironico.

-Ma se chiamasse proprio ora?- Roberto ignorò le parole dell'amico e collega.
-Lascerai fare tutto a me- Sergio sorrise con tutti i denti - il tuo primogenito ha la precedenza, ovviamente- sospirò -e io, ormai, credo di aver imparato ad ascoltare le persone senza insultarle per quello che dicono-

-Imbecille, stiamo parlando di Leonardo Randelli non di una persona qualunque-
-Quanto sei tragico...- Sergio si irrigidì, come se dovesse recitare una poesia alla maestra delle elementari -Lasciare parlare lui, ascoltare con cura e se solo, solo! se percepisco una vibrazione di disagio insistere su quell'argomento...-

-Scusami, Sergio, lo sai che normalmente evito di stare addosso, ma ho bisogno di distrarmi- urlò all’improvviso -diventerò padre!- Roberto cercò di giustificarsi.
-Non ti preoccupare, roccia- Sergio rise divertito, più si avvicinava il giorno del parto di Sara, la moglie di Roberto, e più sembrava essere l’omone buono ad aver bisogno di attenzioni -piuttosto cosa ci fa questo Randelli in giro a quest'ora?- chiese per far parlare l’amico.

-Un pranzo di beneficenza, non te l'ha detto Riccardo?-

-Può essere, non mi ricordo- mentì -era il vecchio con i figli sempre appresso?-

-Esatto, si dà da fare nella vita, “il vecchio”- Roberto sottolineò la cadenza 
dell'amico polemicamente -e spegni quella radio, ti prego- Sergio si stava divertendo, Roberto un po' meno -che tutto fa tranne che distrarmi!-

-Ma che vuoi, sto ascoltando il Tramezzani- disse Sergio all'amico, ridendo.

-Chi? almeno abbassa così riesco a leggere- bofonchiò tirando fuori un libro di Fabio Volo.

Sergio assunse un'espressione esasperata.

-Guarda che non è così male come tutti pensano, per me è un visionario, un po' troppo pop per i miei gusti, ma un visionario- Roberto indossò degli occhiali che sulla sua faccia sembravano piccolissimi.

-Ma ti ascolti quando parli? Se non ti piace poi perché lo leggi?-

-Senti qua: “Marco, se dovessi cadere e farmi male, tu saresti in grado di aiutarmi a rialzarmi, di prenderti cura di me?" "Sarò lì prima che tu cada per afferrarti in tempo.” senti che roba-

-È una merda. Sembra una frase presa da internet, scelta da altri-
-Invece è proprio qua, leggi-

-È terribile e lo sai anche tu- disse Sergio schietto -ci avevano dato appuntamento alle tre e sono già passate da un po'- spense la radio, arrendendosi all'amico -puoi mettere via quello schifo, ora?-

-Magari è entrato e non ce ne siamo accorti- disse Roberto lanciando il libro sui sedili posteriori, felice della sua vittoria.

-Siamo davanti casa sua, l'avremmo notato. Sigaretta?- commentò Sergio tirando fuori un pacchetto di Winston blu.

-Volentieri, se me la offri-

-Certo-

Si accesero entrambi la sigaretta quando Sergio riprese a parlare:
-Guarda, stanno entrando, che tempismo...-

-Funziona sempre così no? Dovevi proporre prima di fumare- disse Roberto ironicamente,
-Meno fumi e meglio è, ti si allunga la vita, devi crescerlo o no questo pargolino?-

-Vaffanculo...- risero entrambi -me ne ero appena dimenticato-

Roberto chiuse la macchina alle spalle, si strinse nel suo cappotto, faceva molto freddo anche per essere un pomeriggio di metà novembre. Sergio camminava qualche passo più avanti, voleva entrare il prima possibile.

-Di che si occupa questo Randelli, allora?- chiese Sergio cercando di rimediare al suo errore e intercettando una scenata di Roberto.

-Ma lo ascolti Riccardo quando parla?- disse Roberto battendo i denti -è un grande amico di suo padre, un imprenditore nell'ambito delle energie rinnovabili, hai richiesto lui di essere intervistato-

-Ah, sì, il “boss”- Sergio fece il segno delle virgolette con le mani -della SolarFlare…-

-La più grande compagnia di energia rinnovabili! Stiamo andando dal Solidale!- disse Roberto nervoso, quasi tragicamente.

-Il Solidale?- fece una smorfia, questo fatto se l’era davvero perso.
-Sì, perché si è distinto fin da subito per una serie di attività ed eventi benefici- spiegò con un'ovvietà disarmante - nervoso?- chiese poi.

-Mi hai sempre detto di fare in modo di non farmi influenzare dalle persone che ho davanti- Sergio strinse le spalle, in realtà era irritato da quello che aveva appena sentito, ma cercò di nasconderlo -cerco solo di seguire il tuo esempio, non è tanto diverso dalla mamma della settimana scorsa...-

Roberto si chiese se veramente avesse fatto bene ad affidare a Sergio la situazione, con un cliente del genere, ma le circostanze e l'influenza di Riccardo Leali non gli avevano lasciato scelta.

-Bravo- si arrese a non pensarci, non poteva fare nulla -e ricorda che un “vecchio” -e chi è vicino alla morte, poi, ha la lingua più lunga- il Roberto pre-paternità ogni tanto riusciva a spuntare fuori.

-Eccolo il Roberto che conosco- ammise Sergio soddisfatto -citofono io- aggiunse arrivati sull’uscio del cancello.

-Come vuoi- rise l’omone.

Una voce femminile squillante, palesemente distorta dal microfono del citofono, accolse i due uomini.

-Chi è a quest'ora?-

-Salve, siamo della testata giornalistica “La voce di Mirtilla”, il signor Randelli ci ha dato appuntamento, per un'intervista-

-Non mi risulta, ora chiedo... Papààà...-

-Dobbiamo buttare giù la porta- disse Roberto sottovoce.

-Si vai in macchina, nel vano porta oggetti, sul cruscotto, c'è il mio ariete- rispose ridendo Sergio -Signorina! Mi scusi, ci manda Riccardo Leali, suo padre ci attende...-

-BZZ! Ma sei sicuro? Va bene, va bene-

-Visto, Roberto, veloce e indolore- Sergio era molto soddisfatto.
-Non abbiamo neanche iniziato-

-Ci vuole un po' di ottimismo, no?- Sergio sembrava tranquillissimo.
-Entrate pure, scusate-

Un forte rumore metallico, preannunciò l'apertura del cancello.
-Grazie mille, signorina-

-Ehi, come previsto ci scambiamo totalmente i ruoli, oggi-

-Ma guarda che...-

-Dai fai un po' divertire anche me- Roberto rise -diventerò presto padre!-

La storia completa, è in un link in bio, con calma (magari un capitolo a settimana) pubblicherò tutto anche qui.
   
 
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