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Autore: G RAFFA uwetta    06/08/2018    1 recensioni
Voldemort, stanco degli insuccessi dei suoi Mangiamorte, affida alla sua fedele Nagini un compito: uccidere Harry Potter. Da qui, si intrecceranno le vite di molti e Harry, a sue spese, farà i conti con una realtà ben diversa da come l'aveva vissuta finora.
"L'invidia è il sentimento più radicato in ognuno di noi, trama a nostra insaputa e quando ne veniamo travolti ormai è già troppo tardi per rimediare."
Accenni Drarry e presenza di OOC.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo
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Il morso del diavolo



Cap. 17 – Ogni filo...

Harry si svegliò dolorante, avvolto nel calore confortevole del corpo solido di Draco stretto a lui. Con le membra ancora formicolanti, stando attento a non svegliare il Serpeverde, si divincolò e, barcollando dalla stanchezza, raggiunse il bagno. Si sentiva esausto e al contempo troppo carico, come se avvertisse l’impellente necessità di scaricare l’eccesso di magia. La pozione di Merlino, assunta poche ore prima, nella sua grezza funzionalità, ricordava uno stimolatore cardiaco Babbano; una volta preso possesso del nucleo magico, la mistura, attraverso i vasi sanguigni, mandava impulsi alle specifiche cellule per riattivare i canali atrofizzati; il Grifone, nella propria testa, percepiva quell’incessante assordante ronzio che cavalcava in ogni direzione per raggiungere ogni singolo punto. Sospirando rassegnato, Harry appoggiò la fronte alle fredde mattonelle grige del bagno: purtroppo il processo intrapreso era lungo e doloroso, avrebbe dovuto prendere altre fiale, dall’intensità decrescente, fino al completo risveglio della magia. “Però, se tutto and secondo i piani, la notte di Santo Stefano non solo i fuochi del Dottor Filibuster illumineranno il cielo di Hogwarts.” Pensò con una punta di soddisfazione.

Scusa non era mia intenzione svegliarti. Rientrato in camera, Harry vide Draco seduto alla scrivania, era evidente l’agitazione che cercava di nascondere tenendo le mani occupate a riordinare i fogli di pergamena sparsi sul ripiano.

Noi dobbiamo parlare, Harry, si decise a parlare, girandosi verso di lui, con voce leggermente insicura. di Severus, del Signore Oscuro, del pazzo che ti ha tradito, della pozione e... di ieri sera. Draco tentennò un po’ sulle ultime parole sebbene si fosse imposto di non vacillare e mantenere il proprio sguardo fisso sul Grifone, anche se opacizzato dal timore.

Draco, non mi devi nessuna giustificazione, non è necessario, davvero, cercò di rassicurarlo Harry.

Invece sì! scattò con veemenza il Serpeverde facendo sussultare l’altro ragazzo. In questi mesi, per poter passare del tempo in tutta tranquillità insieme a te, mi sono costruito un alibi così da non destare sospetti su ciò che facevo in realtà. Nervosamente si passò le mani tra i capelli, stranamente ancora arruffati dal sonno. Frequentare Pansy mi dava un ampio raggio di azione, mi permetteva di sparire senza dare troppe spiegazioni, tutti avrebbero pensato che ero con lei; la mia fama di stronzo avrebbe coperto le mancanze nei suoi confronti. Frustato intrecciò le mani nei capelli canditi abbassando il capo.

Devi sapere, riprese appoggiando i gomiti sulle ginocchia appena divaricate. che sono cresciuto con il nome di Harry Potter bisbigliato di bocca in bocca nei salotti che la mia famiglia era solita frequentare. Inoltre, il fatto che avessimo la stessa età, mi permise di fantasticare su una nostra possibile cooperazione. L’estate prima di partire per Hogwarts l’avevo trascorsa a preparare discorsi con cui sorprendere e affascinare il grande eroe, costringendo gli elfi a stare seduti per ore e ore ad ascoltare. Una leggera risatina di scherno provenne dal muro dove, nel frattempo, Harry si era appoggiato. Draco sbuffò spazientito. Poi incontrai te: uno scricciolo di bimbo spaesato con i capelli più incasinati che avessi mai visto, avvolto in abiti deformi, gli occhiali dozzinali che nascondevano lo sguardo più verde e determinato che si fosse mai posato su di me. Ogni cosa perse importanza, da quel momento sei esistito solo tu e il mio crescente desiderio di far parte della tua vita. In quegli istanti, cercando di fare una buona impressione, mi gonfiai il petto e ti assillai raccontandoti stupidi aneddoti, perfino il mio interesse per Harry Potter diventò un ricordo lontano. Sorrise malinconico.

Ero così elettrizzato all’idea di rincontrarti, che il primo settembre costrinsi mio padre, Draco rivisse quei ricordi con l’amaro in bocca. ad arrivare a King’s Cross in anticipo di ore. Salito sul treno, quasi mi dimenticai di salutare i miei genitori per la fretta, presi posto davanti al finestrino che aveva la visuale migliore sul muro divisorio. Mi piazzai lì in attesa del tuo arrivo, incurante di alcuni dei miei compagni che prendevano posto nello scompartimento. Voltò leggermente il capo per non far scorgere a Harry le proprie guance rosate. Mi ricordo ancora tutta quella agitazione provata che mi faceva tremare le mani perché il treno stava per partire e di te non c’era traccia, finché finalmente sbucasti da dietro una mandria di capelli rossi. Vergognandosi un po’ abbassò la testa fino a quando il mento non gli sfiorò il petto. Scattai immediatamente come una molla sul sedile di pelle e Blaise, incuriosito, intercettò subito la direzione del mio sguardo. Con il suo sorriso più falso mi disse che aveva l’onore di farmi sapere che quel bambino – cioè il ragazzino a cui non riuscivo a smettere di pensare – che guardava meravigliato intorno, a bocca spalancata come un povero Troll, era nientemeno che il grande Harry Potter. Immagina lo shoc alla notizia; nonostante tutto, volli lo stesso mettermi in gioco e offrirti la mia amicizia. Sappiamo entrambi come andò a finire. Arrabbiato sbatté un pugno sulla scrivania prima di raggiungere velocemente Harry e inchiodarlo al muro, trattenendolo con le proprie mani sulle sue spalle.

Non hai idea della frustrazione che ho avuto in questi anni perché, sebbene desiderassi far parte della tua vita, ogni giorno seguivo il volere di mio padre. Con una spinta decisa si allontanò e iniziò a camminare nervoso. Ambivo a starti vicino per apprezzare, come meritava, l’Harry che ti ostinavi a nascondere al mondo, bramavo di abbracciare quel ragazzino triste che soffocava dietro i propri sorrisi, volevo sentirmi libero di parlare con quel bambino ostinato che affrontava i pericoli a testa alta. Una lacrima scappò dalle ciglia bionde di Draco, mentre voltava in fretta il capo per non far scorgere il proprio turbamento. Volevo condividere l’aria che respiravi.

Con delicatezza una mano gli voltò il capo facendogli scorrere un brivido lungo la schiena, Draco spalancò gli occhi umidi e li immerse nella profondità di un lago montano, nella sincerità di due limpidi occhi verdi che lo osservano con affetto.

Ho imparato ad apprezzarti, esordì Harry, mentre abbracciava il ragazzo biondo, intensificando la presa al primo tentativo del Serpeverde di allontanarsi. Stavo dicendo che ho imparato ad apprezzare il ragazzo che si nasconde dietro i soldi del padre, che, seppur soffocato dall’ipocrisia di un’educazione rigida e superata, è riuscito comunque a mantenere integro il suo vero io dietro quella maschera che usa come scudo per non soccombere. Le dita del Grifone accarezzavano lievemente il volto di Draco, spruzzato di un delicato rosa.

Sei speciale, continuò, hai un cuore generoso che ti ostini a ignorare, timoroso delle conseguenze nel caso le tue azioni non dovessero compiacere tuo padre. Sei caparbio perché, nonostante gli insuccessi, ti rialzi e trovi nuove strade per andare avanti. Sei dolce e ti preoccupi per le persone a cui vuoi davvero bene. Sei bello, di una bellezza eterea perché, nonostante l’orrore che ti circonda, sei rimasto puro e candido dentro il tuo cuore. Draco sbuffò imbarazzato, sentiva le proprie guance bollenti, segno evidente che era arrossito oltre ogni limite. Harry sorrise intenerito e intensificò la presa avvicinando il proprio volto fino allo sfiorarsi dei loro nasi; il fiato dell’altro ragazzo risultò un fresco sollievo per le guance accaldate di Draco.

Potrei andare avanti ma mi preme dirti che voglio bene a questo Draco, non importa quanto stronzo e crudele tu sia stato. Il Serpeverde piegò le belle labbra in una smorfia imbronciata. Perché lo sei stato, rimarcò serio Harry, io ti voglio al mio fianco in questa guerra. A questo punto non potrei più concepire la mia vita senza di te: senza le tue continue lamentele da principino viziato, senza i tuoi logorroici discorsi, senza la tua vanità, senza i tuoi preziosi sorrisi perché gemme uniche e rare, senza il tuo affetto, senza la possibilità di dimostrarti ogni giorno quanto tengo a te, senza il calore dei tuoi abbracci. Il Grifone tentennò un attimo prima di raddrizzare la schiena e proclamare con gli occhi brillanti di determinazione: Io vincerò e lo farò per te, per Severus, per noi due. E mentre combatterò tu sarai al mio fianco, dalla parte giusta.

Spinto da una nuova emozione ancora acerba e inspiegabile, Harry baciò le lacrime che avevano preso a scorrere sulle guance diafane di Draco. Erano baci soffici e delicati che infransero ogni reticenza dell’altro ragazzo, baci caldi e umidi che finirono per sfiorare gli angoli della bocca. Infine, i baci divennero salati e profondi dati a labbra accoglienti e frementi.

Abbracciati tanto stretti da fondersi, i due cuori si scambiarono promesse.

Draco, Harry a malincuore interruppe il bacio, è ora di andare.

Perché devi sempre interrompere sul più bello? chiese indispettito un arruffato Serpeverde.

Sempre questo inutile sarcasmo, Sospirò il moro. Comunque è quasi ora di colazione e voglio che tu sia in Sala Grande in tempo per assistere all’entrata di ogni studente, dovrai osservare e capire chi non è affatto stupito dell’assenza di Severus: perché il traditore è più che convinto che lui ormai sia morto. Draco aggrottò la fronte segno della sua ritrovata serietà, annuì e, a malincuore, si staccò da Harry con un ultimo bacio. Ora vado da Severus a vedere come sta, proseguì il Grifone, poi, verso la fine della colazione, verrò in Sala Grande.

Sei sicuro? chiese ansioso Draco. Non è troppo presto?

Non ha più senso nascondersi ora che Voldemort sa che sono vivo. Scambierò due chiacchiere con il Preside davanti a tutti e vada come deve andare. rispose deciso Harry. Ora vai nella tua stanza e fatti bello. Sorrise sarcastico mentre lo agguantava per il colletto della camicia per scambiare un ultimo veloce bacio, poi entrambi uscirono dalla stanza. Mentre Draco si cambiava e raggiungeva la Sala Grande, un preoccupato Harry si ritrovò ad affrontare l’inferno in cui era sprofondato Severus, nel momento stesso in cui varcò l’uscio dei suoi alloggi.

Padron Harry, padron Harry. L’elfa spaventata gli corse incontro per aggrapparsi ai pantaloni e tirarlo verso il divano su cui giaceva irriconoscibile il Pozionista. Venga, venga, strillava con voce piagnucolante. Winky non sa che fare.



Note dell’autrice: grazie a chiunque legge e leggerà, a chiunque apprezzi la mia storia e soprattutto a chi commenta. Buona lettura.

   
 
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