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Autore: Eles818    07/08/2018    4 recensioni
Cosa succederebbe se Peter alla fine decidesse di non tradire i Potter?
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Prima che Lily potesse rispondergli, James cominciò a tossire convulsamente e aprì piano gli occhi. In un certo senso gli sembrò quasi di rinascere assieme al loro risveglio.
“Co-cosa è successo?”
Anche Lily cominciò a singhiozzare disperatamente, mentre accarezzava il viso di James e lo osservava come se lo vedesse per la prima volta. “Stai…stai bene. Pensavo fossi morto… stiamo bene, stiamo tutti bene.”
“Ma…Peter…”
“Morto. È di sopra morto.” Disse lui, senza riuscire ad aggiungere altro.
Il viso di James si contrasse in una smorfia di dolore. “Dov’è Harry?”
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Secondo Capitolo

 

 

 

Il 31 luglio del 1991 un ragazzino dai capelli neri e scompigliati, una cicatrice sulla fronte e brillanti occhi verdi, si rigirava nel letto in continuazione, sbuffando ad intermittenza.

Harry Potter ci provava sul serio ad addormentarsi, ma proprio non ci riusciva. Solo alle cinque del mattino capì che non ci sarebbe stato verso e si alzò sbadigliando sonoramente.

Si avvicinò piano alla finestra, aprendola e facendo entrare l’aria fresca del mattino nella sua stanza. Una flebile luce illuminò le pareti rosse e il disordine della camera sembrò minore di quello che in realtà non fosse.

Mucchi di vestiti erano appallottolati sulla sedia accanto alla scrivania e numerosi libri, dolcetti e giochi vari erano sparsi sul pavimento di legno senza nessun senso logico.

Harry si stropicciò gli occhi e buttò un occhio sul calendario. Era ufficialmente il suo compleanno.

Quel giorno sarebbe arrivata la sua lettera, e Harry non stava più nella pelle. Aveva imparato ad amare Hogwarts con tutte le sue forze solo a sentirne parlare dai suoi genitori, Sirius e Remus. Più si avvicinava il 1° settembre, più passava il suo tempo a porre domande ai quattro malcapitati… senza contare Emmeline, che sopportava lui e Dorea per ore e ore durante le giornate che passavano insieme.

Dato che non aveva nulla da fare nell’attesa, decise di riordinare la stanza. Anche se era il suo compleanno, Lily Evans l’avrebbe diseredato se avesse visto la metà delle cose che in quel momento erano fuori posto… figuriamoci tutte. Sfidarla non era assolutamente una mossa saggia.

Quando terminò, decise che la cosa migliore fosse svegliare i suoi genitori… loro si sarebbero dovuti alzare a breve, quindi perché non farlo in grande stile?

Uscì dalla sua stanza e con passi felpati -di cui il suo padrino sarebbe stato più che orgoglioso- si avvicinò alla stanza dei signori Potter.

Aprì lentamente la porta e si affacciò dentro. Suo padre, James Potter, era con la bocca aperta sul cuscino, un po’ di bava che colava sulla federa, mentre sua madre era rannicchiata contro di lui con un mezzo sorriso sulle labbra.

Quasi gli dispiacque svegliarli…quasi.

Tirò fuori dalle sue tasche alcuni dei Favolosi Fuochi d'Artificio Freddi del dottor Filibuster con Innesco ad Acqua -un regalo di Natale di suo padre- e lo lanciò addosso ai suoi genitori con tutte le sue forze, ghignando malignamente.

“AAAAARRRRRGHHHHH!”


Mai in tutti questi anni… neanche tuo padre ha osato tanto… non pensare di passarla liscia solo perché è il tuo compleanno!”

James notò che Harry stava facendo di tutto per trattenere le risate, mentre Lily andava avanti e indietro, preparava la colazione e urlava contro suo figlio senza nessuna pausa tra una cosa e l’altra, i capelli rossi elettrizzati come quelli di uno spiritello maligno.

Anche i suoi non dovevano essere messi meglio, pensò mentre ci passava una mano dentro.

“Se la tua lettera arriverà oggi, non te la farò leggere fino a domani! E non ridere, Harry James Potter!”

Suo figlio alla fine era scoppiato in una risata liberatoria, e indirizzò un’occhiata piena di scuse verso Lily. “Scusa mamma, è che i tuoi-i tuoi capelli stanno messi peggio di quelli miei e di papà normalmente.”

Lei sbuffò, ma la bocca le si incurvò impercettibilmente.

“Quando arriveranno tutti gli altri?” continuò Harry.

James alzò le spalle. “Sicuramente per le undici. Prima di pranzo comunque.” Harry sorrise e continuò a guardare fuori dalla finestra ansiosamente, sobbalzando leggermente ad ogni rumore.

“Arriverà tesoro” sospirò Lily “Abbi pazienza. Poi è anche domenica, non c’è mai posta di domenica.”

Harry annuì, poco convinto (non era posta normale la loro), ma almeno la colazione lo distrasse per un po’.

Fu solo dopo che James e Lily si scambiarono uno sguardo complice, che apparve dal nulla -grazie ad un colpo di bacchetta- un pacco grande e voluminoso. Al di sopra era attaccata la lettera per Hogwarts.

“NON CI CREDO! -urlò Harry – ce l’avevate voi per tutto questo tempo?”

Entrambi i genitori scoppiarono a ridere di gusto. “La prossima volta pensaci prima di farci uno scherzo.” Replicò Lily, mentre riprendeva fiato.

Harry neanche si preoccupò di rispondere, troppo euforico, e troppo preso dalla lettura della lettera per arrabbiarsi o fare qualsiasi altra cosa.

“Non dimenticare questo. – disse James seriamente, indicando il pacco sul tavolo – è un regalo importante.”

Quando Harry finì di leggere, posò delicatamente i fogli su una sedia lì accanto, e strappò con foga la carta gialla e verde che ricopriva l’enorme scatola. Ne uscì fuori un mantello fluente e grigio argento che rifletteva tante pieghe lucenti, quasi fosse acqua.

Gli occhi di Harry si aprirono per la sorpresa e la meraviglia. “Questo…questo è…”

“Il mio Mantello dell’Invisibilità” disse James solennemente.

Lily si mantenne con molto tatto dietro di lui, conscia del momento importante che padre e figlio stavano condividendo in quell’istante.

“La famiglia Potter se lo tramanda da generazioni… da padre in figlio. Io l’ho avuto a undici anni. È ora che diventi tuo.”

Harry non disse nulla. Strinse forte a sé il Mantello e poi suo padre, gli occhi ricolmi di emozione.


Dorea era proprio come suo padre. Coraggiosa, leale, malandrina… ed estremamente permalosa.

“Dai, è solo un anno.” Le stava dicendo Harry. “Tornerò prima che te ne accorga.”

Lei mulinò i suoi lunghi capelli neri e mossi a destra e a sinistra, gli occhi grigi ricolmi di lacrime di rabbia. “Un anno è lunghissimo.”

“Ti scriverò anche tutti i giorni se vuoi.”

Harry continuò, promettendole sempre cose diverse che purtroppo non avevano alcun effetto su di lei. Alla fine, si guardò attorno con circospezione -i grandi erano tutti presi dalle loro conversazioni- e si avvicinò a sussurrarle qualcosa all’orecchio. “Mio padre mi ha dato il Mantello dell’Invisibilità. Ti prometto che con quello scopriremo tutti i segreti di Hogwarts.”

Gli occhi di Dorea si illuminarono felici e annuì, finalmente convinta.

“Ragazzi” Emmeline si avvicinò a loro sorridendo. Era una donna alta, con i capelli corti e scuri, che a prima vista sembrava rigida e altera.

Per Harry, invece, era una delle persone migliori del mondo. Meritava un Encomio Speciale già solo per il semplice fatto che tenesse a bada uno come Sirius Black, e un altro per la sua bravura nel preparare i biscotti. Era sempre magnifico per Harry rimanere a casa dei Black, giocare con Dorea fino a ora tarda senza farsi sentire, e guardare film babbani con Emmeline e Sirius sul loro divano in pelle.

Perciò seppur all’apparenza sembrasse una donna fredda e intoccabile, era una delle persone più dolci che lui avesse mai incontrato.

“Sì, zia Emm?” Harry le rivolse un gran sorriso.

“Il pranzo è pronto.”


Harry aveva sospettato che ci fosse qualcosa che non andasse tutto il giorno nei suoi genitori.

Dopo la colazione si erano bisbigliati all’orecchio sempre più spesso, lanciandogli sguardi preoccupati e fintamente disinvolti. Non erano mai stati bravi a mentire e Harry aveva sempre avuto un buon intuito… che adesso gli urlava a gran voce ‘guai in vista!’.

Anche durante il pranzo con tutti i loro amici avevano fatto finta di stare bene…ma Harry aveva notato gli sguardi allarmati – a tratti rassegnati – che si scambiavano, e un lieve tremito nelle mani di sua madre quando prendeva le posate o agitava la bacchetta. Probabilmente non era stato l’unico a notare quelle piccolezze, ma proprio il fatto che nessuno ne facesse parola gli fece capire che evidentemente erano a conoscenza delle loro preoccupazioni… tutti tranne lui.

La cosa l’avrebbe fatto imbestialire, se solo non lo stesse facendo preoccupare a morte.

Perché dentro di sé, Harry sapeva che quel giorno avrebbe fatto chiarezza sull’unica cosa che i suoi genitori non gli dicevano mai… l’unica su cui fossero restii a parlare e su cui non si potessero fare domande.

La sua cicatrice.

Quando Harry chiedeva loro come se la fosse fatta, o qualsiasi altro tipo di domanda che riguardasse quell’unico dettaglio, la risposta era sempre una sola: ‘quando sarai più grande’.

Che lo fosse diventato abbastanza per sapere?

Solo verso sera, quando si ritrovarono unicamente i Potter in casa, si decise ad affrontare la questione. Sua madre diceva sempre ‘via il dente via il dolore’.

“Allora… mi dite perché siete stati strani tutto il giorno?”

James e Lily, seduti sul divano in soggiorno, si guardarono allarmati. “Ecco…”

“Non fate i finti tonti. Ditemi quello che non volete dirmi e facciamola finita.” Harry li osservò a lungo, un sopracciglio inarcato e un’espressione scocciata sul viso.

Sembrava che James e Lily stessero comunicando in modo silenzioso -quasi battagliero- ma alla fine suo padre prese la parola. “Ecco, tesoro, prima che tu vada a scuola dobbiamo parlarti di una cosa.”

“Riguarda la mia cicatrice?”

Lily sussultò. “Sì. Pensiamo sia arrivato il momento di dirti qualcosa a riguardo.”

“Sono finalmente diventato abbastanza grande?” scherzò Harry, cercando di alleggerire la tensione.

James fece un mezzo sorriso. “Bè, sì, ma non è solo per questo. Tu non hai mai conosciuto altri ragazzi all’infuori di Dorea… né altri adulti che non ti abbiamo presentato noi. Quindi… volevamo avvisarti che a Hogwarts attirerai l’attenzione.”

Harry aggrottò la fronte. “Perché dovrei?”

“Perché tu sei il bambino sopravvissuto.” Disse tutto d’un fiato Lily, scusandosi quasi con lo sguardo.

“Io…cosa sarei io?”

“Il bambino sopravvissuto – continuò James, passandosi una mano fra i capelli – l’unico che sia mai sopravvissuto all’Anatema che Uccide.”

“E perché ci sarei riuscito?” Harry pensava che fosse tutto uno scherzo… era impossibile, o no? Quasi inconsciamente si grattò la cicatrice. “Chi voleva uccidermi? E perché?”

“Voldemort ti dava la caccia… ricordi del mago oscuro di cui ti parlai? Lui voleva ucciderti… ma tua madre ha usato un incantesimo di protezione molto antico… quello ti ha salvato…”

“Sul perché voleva ucciderti – intervenne Lily – penso sia opportuno parlartene quando…”

“Sarò più grande?” Harry la guardò con tanto d’occhi. “Voi mi state dicendo che un mago oscuro voleva uccidermi e non volete dirmi il perché? È morto almeno? O può spuntare da un momento all’altro?”

James e Lily si guardarono timorosi, incerti su cosa dire. “Non lo sappiamo. È tutto molto confuso riguardo a quello che è successo… e ciò che ti stiamo rivelando oggi non deve essere sbandierato ai quattro venti, chiaro?”

Harry storse il naso. “Ovviamente… quindi tutti si aspetteranno chissà cosa da me.”

Lily balzò in piedi, quasi avesse avuto uno spillo sotto il sedere. “Assolutamente no! Tu devi essere sempre e solo te stesso. Anche se tutti conoscono il tuo nome… tu devi essere solo Harry.”

Solo Harry… si chiese come avrebbe fatto.




NdA:
Ciao!
Eccocì con un nuovo capitolo... qui si viene a conoscenza di più personaggi -sebbene solo in modo superficiale per ora- e abbiamo un Harry un po' diverso... che ne pensate? Ovviamente questo è solo un assaggio. :) 
Non ho molto da dire, se non che spero che il capitolo vi sia piaciuto :)
Infine, ringrazio mick_angel, ace995 e MaryS5 che hanno recensito gli scorsi capitoli <3... e tutte le persone che in un modo o nell'altro seguono questa storia.
Sappiate che significa molto per me e vi ringrazio dal profondo del cuore.
Alla prossima,
Eles
  
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