Crossover
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Autore: tano    09/07/2009    2 recensioni
Sei ragazzi, una barca, una tempesta, un naufragio, un'isola, una bomba... un'avventura! Nessuno di loro voleva partire. Nessuno di loro voleva salire su quella barca. Ma quando sei in mezzo all'oceano, non puoi scegliere. E quando la tempesta arriva, non c'è via di scampo Questa è la prima storia che pubblico, abbiate pietà di me.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Fumetti, Libri, Videogiochi
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Lunedì 10 luglio, Ore 08:20

Il capitano Reed Richards aveva due folte basette bianche. Era molto alto e doveva chinarsi sempre per passare dalle strette aperture della Going Merry. Nonostante questo si muoveva sulla sua barca con una tale grazia e naturalezza che sembrava quasi ci fosse nato e vissuto da sempre. Al capitano non piacevano molto i discorsi, tranne quando era lui a tenerli. «Nessuno di voi è qui di sua spontanea volontà, per il semplice desiderio di imparare a navigare» La sua voce era ferma e sicura di se. «Molti di voi arrivano da situazioni difficili, alcuni hanno avuto problemi con la legge» Sora arrossì visibilmente a quell’affermazione. «Ma a me non interessa chi eravate prima di salire sulla Going Merry. Adesso siete una ciurma, la mia ciurma. Questa è l’unica cosa che conta ormai, seguitemi e navigheremo insieme verso l’avventura!». «Abbiamo forse scelta?» sibilò Sora nell’orecchio di Ron. Darkos si occupava di mettere in riga. «Zitto moccioso! Quando il capitano parla solo lui ha diritto di parola!»

La prima “avventura che dovettero affrontare fu la pulizia del ponte. Sora si ritrovò a passare straccio e spazzolone, mentre la sua collera cresceva sempre di più Solo tre dei sei membri erano li a fare la ciurma, dove erano finiti gli altri tre? Accanto a lui lavoravano Ron e sua sorella Ginny Wesley, e non avevano smesso un attimo di litigare. «Perché passi lo straccio lì? L’ho già fatta io quella zona!». «Davvero? Ecco perché bisogna ripassarla!». Sora sorrise suo malgrado. Ron e Ginny erano così diversi che era logico che litigassero. Lui era robusto, lei pelle e ossa. Lui aveva il viso tondo, lei triangolare. Gli occhi di Ron continuavano a vagare guardandosi attorno, Ginny non staccava mai lo sguardo dallo spazzolone. L’unica cosa che i due fratelli condividevano erano i capelli, rosso fuoco. «Ho saputo che sei un delinquente?» gli disse allegramente Ginny a un certo punto. Sora arrossì violentemente, forse i fratelli Wesley non si sopportavano ma non potevano evitare di dirsi tutto. «È una lunga storia» borbottò il castano evasivo. «Anche noi una volta stavamo per finire sotto processo ma il nostro avvocato è riuscito a farcelo evitare» continuò Ginny allegra. «Ehi!» urlò Darkos dall’albero maestro dove si era arrampicato per controllare il sartiame. «Meno chiacchiere! Più olio di gomito! Capito ragazzi?!» Urlò con il suo solito tono sibilante.

Sora osservò Ron e Ginny mentre continuavano a beccarsi. Certo che quella famiglia era proprio un capolavoro! Che delicatezza parlare di processi scampati a chi, come lui, ne aveva subito uno vero. E poi quale genitore spedisce i propri figli al “Giro di Boa” solo perché litigavano come qualsiasi fratello e sorella del mondo? Ma poi… accadde. In mezzo secondo Ginny era passata dalla semplice provocazione verbale alle mani. La rossa prese lo spazzolone e lo tirò sulle gambe del fratello. Ron schivò il colpo saltando e lanciò alla ragazza il secchio con il quale stava pulendo. Furono mosse fulminee. Darkos scese veloce dall’albero e si frappose tre i due che stavano per saltarsi addosso. «Se volete mettervi nei guai non fatelo con me di guardia!». E fratello e sorella si rimisero a lavoro come se niente fosse. “Pazzi scatenati” pensò Sora impressionato. “Sono circondato da pazzi scatenati”.

Fortunatamente lavare il ponte fu un lavoro rapido, anche se sgradevole. La Going Merry infatti era lunga solo ventuno metri e lo spazio lasciato libero dalle attrezzature di bordo era pochissimo. In più anche gli alberi ingombravano molto. “Geniale” pensò Sora sarcastico “c’è posto per tuttoi tranne che per le persone. Perfino il riformatorio aveva più spazio! Uno che, come Sora, non aveva mai dovuto condividere la sua stanza con nessuno si sentirebbe male anche solo all’idea di dover trascorrere un mese su quella scatola di sardine galleggiante.

Oltre a essere il comandante in seconda e responsabile della disciplina a bordo Darkos era anche il cuoco della Going Merry. Effettivamente aveva un incredibile talento naturale ad aprire le scatole di fagioli lessi. Dopo pranzo Sora e Ron ebbero modo di scoprire un’altra eccitante “avventura” che prevedeva il GB: lavare i piatti e mettere a posto la dispensa.. Questa zona prendevaaria solo da un piccolissimo boccaporto ed era la stanza più calda di tutta la barca. I due ragazzi svolsero il lavoro in silenzio e grondando sudore, il soffocante caldo umido di Guam non lasciava loro neanche la forza di parlare. Più tardi mentre Darkos andava all’aeroporto a prendere altri due malcapitati della ciurma il capitano Richards propose a Sora, Ron e Ginny di visitare la zona di poppa. «Qual è lo strumento più importante che vedete qui?». «Il timone?»Suggerì timido Ron. «Ovviamente no!» scattò Ginny scandalizzata. «Allora la radio?» tentò Sora. «Ma no, ragiona, la radio sta giù da basso, con gli altri strumenti di navigazione» commentò Ron. «Sotto coperta» corresse Ginny. Ron ci riprovò energicamente «La bussola?». Il capitano fece un cenno di dinnego con la testa «Tutti gli strumenti che avete nominato sono importanti, ma…» Ginny intervenne «Ma il più importante è il pulsante del compressore». Sora e il capitano guardarono Ginny stupiti. «Fa girare la ventola del motore, se non lo si aziona prima del motore i vapori del gasolio potrebbero far esplodere la nave» spiegò la ragazza con tono saccente. Sora guardò il capitano chiedendo conferma e Richards fece si con la testa. «Incredibile, effettivamente quello che la signorina Wesley ha appena detto è giusto, non bisogna mai accendere il motore senza prima aver azionato il compressore» disse il capitano indicando un piccolo bottone rosso sulla pulsantiera accanto al timone. «Dimenticatevi pure tutto quello che vi ho detto ma ricordatevi almeno questo». Quest’ultima s dimostrò essere la frase preferita del capitano Richards. La usò anche quando spiegò loro che una barca ci mette un po’ a reagire ai movimenti del timone. «Non è come una bicicletta, che va dove volete nel momento in cui volete. Un timoniere inesperto infatti vira sempre troppo, perché non smette di girare il timone finché non sente che la nave cambia direzione. Dimenticatevi pure tutto quello che vi dirò ma ricordatevi almeno questo.». Alla fine della lezione il capitano indicò il molo. «Guardate ragazzi, il signor Darkos sta per presentarci altri due membri della ciurma. È importante che li facciate sentire subito a proprio agio.». «Dimenticatevi pure tutto quello che vi dirò ma ricordatevi almeno questo» sussurrò Sora all’orecchio di Ron. Il rosso soffocò la risata in un colpo di tosse.

I due nuovi arrivati avevano un’aria distrutta, probabilmente per via del volo transoceanico. Nihal aveva quattordici anni, la stessa età di Sora; era alta, magra come uno stecco e si muoveva come un gatto. Aveva lunghi capelli blu, due magnetici occhi viola e un buffo paio di spropositate orecchie a punta. Vestiva semplicemente e  nel complesso aveva un aspetto… efficiente. Archimede Pitagorico aveva tredici anni; era un ragazzo esile e alto, con gli occhi tristi. La pelle del ragazzo era molto pallida, praticamente bianca, e aveva un grosso naso aquilino. In effetti molto di lui ricordava un aquila. In quel momento stava discutendo animatamente con Darkos, che gli aveva proibito di portare a bordo il suo computer portatile nuovo di zecca. Archimede aveva tutta l’aria di voler restare sul molo piuttosto che salire a bordo se non avesse potuto portarlo con se. Il capitano li interruppe. «Ragazzo, qui lascerai la tua vecchia vita per una nuova e migliore». «E internet?» chiese il ragazzo mesto. «Sulla Going Merry troverai qualcosa di meglio, i chiama lavoro di squadra, solidarietà e collaborazione. Un aggeggio elettronico può offrirti simili esperienze?»

Darkos vedeva le cose in modo molto meno tragico.«Niente computer a bordo sapientone! È la regola!» Archi aveva un’aria disperata. «Coraggio» gli disse Sora in tono cordiale «Quando vedrai la tua stanza sarai felice di aver lasciato il PC a terra. Abbiamo meno spazio di sardine in scatola». Subito dopo Sora rifletté su quello che aveva appena detto: quella era una consolazione?

«Bene, abbiamo caricato tutti, possiamo partire» esclamò allegro Reed Richards. «No capitano! Manca un passeggero!» lo corresse Darkos. «Ma, non ci sono più voli in arrivo». Darkos sogghignò. «Questo non è il tipo da prendere un volo qualunque! Arriva con un jet privato!»

Note dell’autore: ecco il nuovo capitolo finalmente, spero che vi piaccia. Ormai manca solo un membro della ciurma e poi i ragazzi potranno salpare. Grazie a tutti quelli che mi hanno lasciato un commento.
  
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