Anime & Manga > Sword Art Online
Segui la storia  |       
Autore: Danmel_Faust_Machieri    12/08/2018    1 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nonostante la neve ricadesse con la sua grazia costante sui tetti e sulle strade cittadine i vari giocatori e i vari NPC continuavano le loro solite vite passando da una bottega e l'altra, uscendo dalle porte delle locande per rifugiarsi in qualche armeria o semplicemente per passare dai panettieri locali a rifornirsi per il pranzo; gli empori e i vari negozi erano cos' animati da quell'affollarsi di persone che continuavano a condurre le loro vite all'interno di LSO. Solo un edificio era tuttavia immune a questa vivificazione: la Forgia di Laman; fuori dalla sua porta non c'era il normale via vai, non c'era alcun giocatore che cercasse di fare affari con quel fabbro scorbutico e anche gli NPC parevano evitarlo quasi anche loro fossero a conoscenza della sua antipatia perciò Laman era condannato ad una solitudine interminabile se non fosse stato per la presenza eccezionale quel giorno di quattro avventurieri all'interno di quella annoia officina.
-Cosa tocchi?! Cosa tocchi?!- cercò di urlare in un bisbiglio Lorenzo schiaffeggiando al contempo la mano destra di Alessandro che andava a protendersi verso una bizzarra mannaia che pareva avere la possibilità di scomporre la sua lama tramutandola in una sorta di frusta dalle potenzialità inaudite. Il barbaro perciò fece scattare indietro la mano agitandola nel tentativo di scacciare via il dolore -Ma sei scemo!?- urlò poi a pieni polmoni più per lo spavento improvviso che per il male in sé.
Mentre i due ragazzi continuavano a battibeccare tra loro Teresa e Niccolò continuavano ad avanzare tra le incudini e gli strumenti per raggiungere il fabbro che, in quel momento, stava analizzando tramite un paio di stringinaso una lunga spada dall'elsa d'argento.
-Provo a parlarci quindi?- domandò Niccolò alla ragazza che aveva scoperto dell'assurdo legame che univa Laman alla Maschera del Folle posseduta dal bardo sin da quel giorno infausto.
La ragazza si avvicinò a lui e sorridendogli teneramente -Sei tu ad avere la Maschera- disse -Se mai dovesse interagire diversamente con qualcuno quel qualcuno sei tu- l'ipotesi della ragazza infuse una certa fiducia nel cuore del ragazzo che si ritrovò a sorridere senza convinzione dopo un leggero sbuffo col quale cercò di spazzare via i ricordi che si affacciavano nella sua mente in quel momento, ricordi dalle tinte fosche e scarlatte… fu solo la mano di Teresa stretta intorno alla sua che fece svanire l'incertezza e perciò, nel momento in cui il sorriso si fece più sincero, il ragazzo interagì con Laman.
-Mmm…- Fu l'unico dialogo offerto dal fabbro prima che davanti al ragazzo si aprì la consueta finestra per i dialoghi con gli NPC che presentava, nei casi dei venditori, solitamente tre opzioni: "Commercia", "Parla" ed "Esci"; ma davanti a Niccolò si pararono questa volta quattro possibilità: le solite tre accompagnate da un'eccezionale "Mostra Maschera del Folle". Lorenzo ed Alessandro si avvicinarono ai due in quel momento e fu solo allora che Niccolò digitò quel comando. La Maschera allora comparve nella sua mano, cosa che generò sul volto di Lorenzo un'espressione confusa, e il ragazzo la porse verso il fabbro. Un silenzio inatteso fece seguito a quel gesto , silenzio che durò un tempo sufficiente a far sì che i quattro giocatori si scambiarono degli sguardi confusi e delusi, silenzio che venne poi spezzato da un singhiozzo accompagnato da una lacrima che, dall'occhio di Laman, ricadde sulla maschera dal becco adunco.
-Mastro Lamel…- bisbigliò allora il fabbro mentre tendeva la mano a sfiorare l'oggetto -Cosa ti hanno fatto Mastro Lamel…-
Gli sguardi dei quattro iniziarono a comprendere la natura di quelle parole data la descrizione della Maschera del Folle che sottolineava come questa fosse stata maledetta una volta sottratta a Lamel.
-Questa maschera…- iniziò a raccontare il fabbro con la voce ancora commossa da quella vista -Questa maschera venne creata da Mastro Lamel… Mio lontano avo… Studente di uno degli Antichi e che, col suo fuoco primordiale, accese la fiamma da cui nacque la Forgia… Tutto ciò che è rimasto di quella gloriosa fucina e dei suoi nobili artefici è qui raccolto… in rovina… e anche il fuoco donatoci a suo tempo da Mastro Lamel è ormai estinto…- Laman allora si alzò dallo sgabello sul quale sedeva e, voltandosi verso il suo banco da lavoro, estrasse da un cassetto chiuso a chiave un piccolo cofanetto metallico con sopra incisi simboli antichi; una volta che questo fu aperto lo porse in direzione dei quattro rivelando al suo interno una fiamma di colore cremisi, simile a un luminoso rubino, che tuttavia tremava di una vita oramai estinta -Questo è ciò che rimane di quella primordiale fiamma ma… In nome di Mastro Lamel, in quanto suo allievo e discendente, utilizzerò quel poco che resta del suo fuoco per riportare la sua creazione alla suo forma originaria…- l'NPC si portò allora una mano agli occhi per scacciare le lacrime e assunse un'espressione fiera, convinta di voler fare ciò.
In quel momento una nuova schermata si aprì davanti a Niccolò la quale domandava "Affidare la Maschera del Folle a Laman?" sebbene in un primo momento il bardo fu inizialmente indeciso sulla scelta da prendere si risolse a farlo pensando a tutto ciò che a suo tempo Linton aveva fatto per trovare la maschera di cui si ricordava, l'originale maschera forgiata da Lamel, e, anche in memoria di quella grande condottiera, consegnò la maschera al fabbro.
-Grazie… Ti prometto che entro domani la Maschera tornerà ad essere ciò che era- concluse Laman prima di tacere e di mettersi subito al lavoro al banco da lavoro con in una mano la Maschera e nell'altra la fiamma.
-Ora che facciamo?- domandò Alessandro che si sporse verso il fabbro osservandolo al lavoro.
-Lo lasciamo lavorare e torniamo questa sera- rispose con tono serio Niccolò che subito si portò verso l'uscita della bottega -Andiamo- ma non appena lui poggiò la mano sulla maniglia -Aspetta!- esclamò Laman alzandosi e avvicinandosi a lui -Tieni questa- disse porgendo verso il ragazzo una piccola chiave che pareva fatta d'argento -Questa chiave apre una porta nascosta del Castello Dimenticato di Berangher… Raggiungetela… Troverete un uomo rinchiusosi nelle profondità tanti anni fa… Se cercate la verità parlate con lui…- Non appena le sue parole terminarono la chiave svanì dalla sua mano e davanti a Niccolò comparve una finestra con sopra scritto " "Chiave del Dimenticato" aggiunta all'inventario". 

-Durante la fase uno rimane quindi molto scoperta sul fianco sinistro mentre una volta che scende al di sotto delle 5 barre di vita si taglia di netto il braccio e dalla spalla fuoriesce un serpente enorme che rende incredibilmente pericoloso il rimanere in quella zona- Spiegò Tempesta il quale occupava una delle nove sedie disposte intorno al grande tavolo circolare collocato al centro della stanza delle riunioni interna alla Gilda del sangue di Drago.
-Quindi nella fase due si deve gestire sia la chela sia il braccio serpentino?- domandò in quel momento Feril che era seduto in posizione diametralmente opposta rispetto al guerriero.
-Esatto- sentenziò l'altro mentre volgeva lo sguardo verso Lesen, sedutagli accanto -Tra l'altro Lesen ha fatto delle rappresentazioni del Boss per rendere più facile comprendere come è fatto-
-Credevo che sarebbe stato utile avere davanti proprio la vera forma di un Boss che per molti di voi è ignoto- ammise con aria vagamente imbarazzata la barda mentre iniziava a frugare nella propria borsa per poi estrarne due fogli di pergamena sui quali era rappresentata due volte la stessa creatura: un umanoide di taglia enorme con una testa leonina dotata di corde, le zampe caprine, il braccio destro sostituito da una grande chela e quello sinistro era invece, nel primo disegno, umanoide, nel secondo invece era sostituito da un enorme serpente.
-Beh… Vederlo così sembra un osso duro…- commentò Arcoas dopo aver esaminato con attenzione le due immagini che l'altra ragazza aveva appena messo a disposizione della seconda linea.
-Le apparenze ingannano- sentenziò d'un tratto Luna che fino ad allora era rimasta silenziosa, seduta tra Camilla e Salazar -È vero che i suoi attacchi fanno un danno enorme tuttavia il moveset è stupidamente ripetitivo, anche quando inizia la fase due aggiunse solo due attacchi per cui…-
-Per cui basta conoscere bene il moveset e avere con sé dei buoni chierici- concluse Antigone per lei comprendendo in anticipo dove la ladra voleva andare a parare.
-Esattamente- rispose allora Salazar che teneva i gomiti sul tavolo incrociando tra loro le dita delle mani -È per questo che volevamo chiedere a te, Exodius, Pikeru e Sakura di venire con noi almeno disporremmo di tutta la forza medica in nostro possesso-
-Aspetta un attimo!- intervenne d'un tratto Lesen -Perché non avete messo in conto anche Symon?-
-Noi della Vitriol non parteciperemo alla bossfight di questa sera- spiegò con incredibile semplicità Camilla che mischiava nella voce toni severi a toni indubbiamente dispiaciuti per quella scelta dovuta -Questa mattina Orpheus ha ricevuto una chiava segreta per una stanza nascosta nel Castello Dimenticato di Berangher…-
-Ma quel dungeon non è quello del piano 48 che richiede un livello minimo di 100 per entrare?- domandò d'un tratto antifone visibilmente preoccupata per la natura di quel luogo.
-Sì è per questo che abbiamo deciso di muoverci di gilda al suo interno- tornò a dire la maga col capo alto a guardare negli occhi tutti gli altri presenti al tavolo -Conosciamo quanto sia pericoloso quel luogo dato che è servita quasi una settimana a esplorarlo del tutto- 
Gli altri sette rimasero tutti ad ascoltare la voce di lei mentre sui loro volti si disegnavano espressioni preoccupate, eccezion fatta per Luna, conscia di quello che avrebbe dovuto affrontare con gli altri, e di Feril che era consapevole della forza dei vari componenti di quella gilda che, inizialmente, gli risultava tanto insopportabile.
Mentre quella riunione si interrompeva un attimo nel silenzio dei pensieri d'un tratto il cigolio d'una porta che si apre pretese l'attenzione di tutti i quali, voltandosi verso la porta d'accesso alla sala, videro la figura di Mecho sbucare da dietro alla stessa -Scusate il ritardo- iniziò a dire con aria imbarazzata -Ma alla locanda abbiamo avuto da fare più di quanto avessi previsto-
-Mecho?- un singolo nome flesso in un'intonazione interrogativa era il modo di Tempesta per domandare col minimo della sforzo "Ehy tu, appena arrivato, cosa ci fai qui?".
-A dire il vero mi hanno chiesto di venire Mineritt e Salazar- ammise il locandiere palesemente spiazzato da quell'inattesa domanda che tuttavia rimbombava già nella mente di molti quando il guerriero la manifestò.
-Cosa?- replicò nuovamente Tempesta volgendosi a quell'accoppiata di maghi che non avevano detto niente a nessuno -Perché avete chiamato Mecho?  Non ha mai combattuto! A cosa ci serve?-
-Beh grazie della considerazione- disse l'uomo appena arrivato con tono sferzante mentre scansava l'unica sedia vuota intorno al tavolo per andarsi ad accomodare tra Mineritt e Arcoas.
-Abbiamo chiesto a Mecho di venire perché volevamo comprendere la situazione degli altri giocatori all'interno di questo gioco- spiegò Salazar e non appena questi ebbe parlato tutti compresero il senso di quelle parole: effettivamente la seconda linea aveva continuato a proseguire nelle esplorazioni, nel supervisionare i dungeon e affini lasciando solo all'infermeria e alla scuola di Berthyn il compito di controllare la situazione e la condizione di soli alcuni giocatori; di giocatori ce ne erano diversi: esploratori, gente che aveva deciso di vivere in quel mondo come persone normali, altri che si erano date alla fuga e altri ancora erano diventati player killer nascosti in chissà quali cantoni delle mappe di gioco, tuttavia quanti erano i giocatori? Quanti combattevano per fuggire a quell'incubo? quanti invece si erano accontentati di sopravvivere?
-Quindi Mecho cos'hai scoperto in queste indagini?- domandò Camilla che per prima volle interrompere quel nuovo pensieroso silenzio che le sole parole del mago erano state in grado di evocare.
-Dunque…- iniziò a dire Mecho estraendo dalla tasca del grembiule un piccolo quadernetto nero zeppo di foglietti e quant'altro e, una volta aperto questo, inizio a leggere -Contando i nomi presenti nella pietra della grande cattedrale della Città d'Inizio abbiamo calcolato che, inizialmente, le persone iscritte a questo gioco erano 71.842.173 ad oggi tuttavia sono morte…- la voce si interruppe improvvisamente quasi impossibilitata a pronunciare quella seconda cifra -32.596.106 persone…-
Uno stupore tremendo fece sbarrare gli occhi di tutti gli ascoltatori, lo stupore di chi comprende l'orrore di una realtà alla quale ci si rifiuta di credere.
-30… Milioni…- ripeté incredulo Feril -Questo gioco è costato più vite… Della prima guerra mondiale?!-
-Questo gioco è stato diffuso nel mondo e non è difficile comprendere come sia riuscito a chiamare a sé milioni di giocatori dato quel che prometteva- iniziò a spiegare Mecho con tono cupo e quasi arreso davanti a quei numeri tanto atroci -Ma nel momento in cui la vera natura di questo mondo si è andata rivelando molti di noi ne sono usciti a pezzi… Molti si sono suicidati nel giro della prima settimana, altri sono morti contro nemici, boss, dungeon complessi, player killer e affini… E poi ci sono i negazionisti…-
-Negazionisti?- fece eco Salazar osservando il locandiere.
-Sì… I negazionisti sono quei giocatori che si rifiutano di credere che morendo in questo mondo si muore anche nel vero mondo e che si sono suicidati a loro volta…-
-Ma… Allora perché distinguerli dai suicidi?- continuò ad interrogarlo il mago, unico alla tavola che aveva ancora la forza di parlare probabilmente perché già in parte comprendeva il numero di vite che quel gioco era costato al mondo.
-Perché solo alcuni dei negazionisti si sono uccisi, un piccolo numero di loro invece ha formato una specie di setta di predicatori che cercano di convincere gli altri giocatori ad accettare le loro convinzioni…-
-Cercano di indurre le persone a suicidarsi in questo mondo?!- domando in un urlo Salazar destando quasi dal loro silenzio gli altri seduti con loro al tavolo.
-Sì… Si potrebbe quasi considerarli dei player killer passivi- ammise poi Mecho -Ma non tutto finisce qui… Come sappiamo da poco sono entrati in questo mondo dei nuovi giocatori: persone in coma e malati terminali a cui è stato concesso di scegliere tra il vivere in questo mondo o il darsi la morte anche nel mondo esterno per togliere tale decisione a medici e parenti… Si sono iscritti così 3.519 nuovi giocatori di cui già ne sono morti 1.892…-
Altri numeri che andavano a sommarsi a quel computo infausto, altre vite che si erano spente definitivamente a causa di quel gioco che peggio di un virus aveva infettato tanti uomini mietendone quasi la metà.

Una freccia sibilò nella notte oscura, fendendo l'aria e smuovendo la debole neve che continuava a ricadere sul suolo per arrivare a conficcarsi nella spalla di Roberto -Porca putt…- esclamò questi quando l'oggetto gli si conficcò nelle carni.
-Certo che potresti stare più attento!- gli urlò Riccardo che, in volo sopra il fedele Izanog, stava suonando la propria campana dalla quale subito scaturì una sfera di luce che si abbatté sull'arciere non morto che aveva appena colpito il suo compagno facendolo da subito stramazzare al suolo.
-Detesto quest'ultimo aggiornamento…- bestemmiò a denti stretti il guerriero prima di estrarre la freccia dalla propria spalla emettendo un mugolio di dolore -…Almeno prima si evitavano queste cose- e detto ciò scagliò la freccia a terra che rimbalzò sui mattoni di cui si componeva quel passaggio esterno. La Vitriol era arrivata in quel pomeriggio al Castello dimenticato di Berangher e lì vi era rimasta fino a quel momento in cui la luna alta compariva di tanto in tanto come un tenue bagliore di là dalle nubi che spandevano piano la loro candida magia. Il castello era una struttura incredibilmente estesa formata da un corpo centrale dalla pianta ottagonale , sviluppata su tre piani e dotato di tetto a spioventi circondata da sette alte torri distaccate dal corpo principale ma collegate ad esso tramite ponti situati all'altezza del secondo piano; proprio su uno di questi i ragazzi si trovavano in quel momento intenti a raggiungere la quinta torre dopo aver esplorato le precedenti e l'edificio principale. Lorenzo dal canto suo, che guidava il gruppo accanto ad Alessandro, si voltò a vedere quei gesti di Roberto prima di esclamare in direzione di Niccolò -Vedi! È questo che mi ha colpito questa mattina!-
Niccolò lo guardò confuso da quelle parole improvvise per poi guardarsi intorno -Parli con me?-
-Certo!- tornò a dire il monaco feramndo per un attimo l'avanzata del gruppo -Ti ricordi come si è comportato Laman questa mattina? I suoi oggetti e i comandi che tu hai eseguito sembravano legati a meccaniche vecchie-
-Ho capito cosa stai dicendo- iniziò a ragli eco Alessandro -Quando per esempio Laman ha dato la chiave a Nico gli è comparsa in mano come sarebbe successo tempo fa, dopo gli ultimi aggiornamenti invece si pensa che un NPC cerchi nella tasca o in una borsa…-
-Avete ragione…- ammise il bardo assumendo un'aria pensierosa poggiando la falce a terra come un bastone al quale reggersi -Ma come mai una cosa del genere…-
-È come se l'aggiornamento non avesse coinvolto o contaminato Laman…- azzardò Teresa mentre si portava al fianco del fidanzato.
-È forse possibile una cosa del genere?- domandò Luna rivolgendosi quasi istintivamente a Roberto che, tra tutti, era il più ferrato in materia.
-È difficile che sia realizzabile una cosa del genere perché basta- il guerriero accompagnò quest'ultima parola disegnando delle virgolette nell'aria utilizzando indici e medi delle due mani -cambiare con attenzione delle linee di codice e aggiungere delle animazioni limitate allo scheletro dei vari NPC… Tuttavia… Ci potrebbe essere un caso nel quale una cosa del genere è fattibile-
-E sarebbe?- domandò Lorenzo.
-Nel caso in cui un NPC, un'area o un'intera quest-line fosse separata dal codice principale… Come se fosse stato tutto creato a parte.
-Quindi secondo te Laman è ottenuto tramite dei codici esterni rispetto a quello principale del gioco?- domandò Lorenzo più per schiarirsi nella mente il discorso dell'altro, intenzionato a comprenderlo meglio -Ma perché fare una cosa del genere?-
-Non ne ho idea ma forse, seguendo le indicazioni che Laman vi ha dato, potremo anche arrivare ad una risposta- concluse Roberto ripensando a ciò che gli altri gli avevano raccontato dopo essere tornati alla sede della gilda dalla Forgia.
Rimandando a più tardi le parole i ragazzi iniziarono ad avanzare secondo l'ordine che avevano deciso non appena varcate le porte del dungeon: Lorenzo e Alessandro si trovavano alla testa del gruppo seguiti a pochi passi da Niccolò e Teresa, proteggevano le retrovie Roberto e Luna mentre davanti a loro si trovavano Camilla, con i suoi pensieri rivolti altrove, e Riccardo che fluttuava a mezz'aria tramite il suo caro Izanog. Il chierico accorgendosi degli occhi assenti della ragazza si rivolse verso di lei approfittando di quel momento di pace all'interno di un dungeon potenzialmente letale -Tutto bene Milla?-
-Oh… Eh?- mugugnò lei quasi si fosse svegliata in quel momento da un sogno ad occhi aperti -Tutto bene? Sì tutto bene…-
-Mmm…- Riccardo la osservò in quel momento con maggiore attenzione -È da quando siete tornate dalla riunione alla gilda del Sangue di Drago che tu e Luna sembrate strane…-
-Siamo… Siamo solo stanche non preoccuparti…- cercò di tagliare corto la ragazza per evitare di comunicare a lui e agli altri quei tremendi numeri di cui erano stati resi consci i ragazzi duranti la riunione di quella mattina. Riccardo fu lì lì per ribattere nuovamente a quella falsa confessione che lui si accorgeva essere tale quando la voce di Alessandro proruppe dall'interno della torre -È QUI!-
La sala all'interno della torre in cui erano arrivati i ragazzi era una specie di grande sala ricolmi di cavalletti per dipingere e tele appese ai muri, scaffali erano poi ricolmi di pennelli e pitture, di materiali per estrarre rari pigmenti e tavolozze sporche di colori assurdi. Il barbaro e il monaco si trovavano davanti a un grande quadro che pareva rappresentare un'alta montagna sulla quale sorgevano degli edifici dorati.
-Ancora una volta Thalarion…- iniziò a bofonchiare NIccolò avvicinandosi ai due amici.
-Già… Gli altri quadri avete visto cosa rappresentano?- domandò Lorenzo voltandosi a cercare gli occhi verdi del bardo.
-Niente di che…- rispose allora -Profili di persone che paiono vissute anni fa, scenari dei diversi piani che non sembrano legati in alcun modo e nature morte zeppe di oggetti di tutti i giorni o di spade-
-Mmm… Comunque sia critici dei miei stivali la stanza è qui dietro- e senza chiedere niente a nessuno il barbaro tirò un pugno contro il quadro alla parete che svanì in una coltre di spessa nebbia prima di lasciare spazio a una rampa di scale che proseguivano verso il basso. Dopo che la gilda si fu ricomposta e si furono curati dei danni subiti in precedenza decisero così di inoltrarsi per quell'area nuova che nessuno aveva trovato fino ad allora; le scale discendevano di qualche metro prima di iniziare a girare intorno al corpo della torre coperta dalle mura esterne, come se appunto fosse stato lasciato delle spazio tre due pareti per creare una specie di passaggio segreto nel quale celare quelle scale avvolte nell'oscurità più tetra dal momento che le fiaccole appese alle pareti erano spente da chissà quanti anni; fortunatamente fu sufficiente un incantesimo di Camilla a ravvivare quelle fiamme da tempo spente per permettere ai ragazzi di inoltrarsi nelle profondità celate da quel passaggio. Seguendo quello stretto passaggio la gilda poté così raggiungere un piccolo spazio di forma quadrata su una parete delle quali si trovava una porta di metallo che pareva rinforzata con delle parti in acciaio. Niccolò si avvicinò alla stessa e, provando ad aprirla, comparve una finestra con scritto "Porta chiusa a chiave; aprire con "Chiave del Dimenticato"?" il ragazzo si limitò a premere il comando "Sì" e così la chiave comparse all'interno della serratura per ruotare leggermente ed emettere il suono di un lucchetto che si apre seguito dalla sparizione della stessa e al socchiudersi di quel pesante ammasso di ferro e acciaio.
-Anche qui pare che l'aggiornamento non sia arrivato…- bofonchiò Roberto osservando la scena ottenendo l'approvazione di Lorenzo tramite un leggero annuire col capo.
Dietro alla porta si trovava una piccola stanzetta quadrata le cui pareti erano colme di librerie salvo una delle quattro su cui si trovava un camino davanti al quale, comodamente seduto su una poltrona rossa, si trovava un uomo intento a leggere un tomo polveroso; indossava un abito simile a una lunga giacca nera ornata da una fascia sulla quale erano intrecciati rami di alloro ricamati con fili verdi e dorati; all'aprirsi della porta si limitò ad alzare lo sguardo in direzione dei giovani e, dietro a un paio di occhiali tondi, un paio di occhietti marroni e logorati dell'età si fissarono in quelli del bardo che per primo aveva varcato la soglia; fu in quel momento che Niccolò riconobbe in lui l'uomo incontrato alla festa di capodanno del re l'anno precedente.
-Pensa un po'- iniziò a dire questo alzandosi dalla poltrona e poggiando il libro sul ripiano della libreria da cui era stato preso in precedenza -Non potevate aspettare ancora qualche giorno per vederci alla festa del re?-
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sword Art Online / Vai alla pagina dell'autore: Danmel_Faust_Machieri