Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Skrill rider    12/08/2018    1 recensioni
La vita all'interno delle mura viene sconvolta dalla venuta di esploratori vichinghi nella terra dei giganti, a seguito di un naufragio. Questo avvenimento porterà a un'evoluzione delle aspettative e degli orizzonti di ricerca nel mondo esterno. Si avvia quindi una serie di avventure alla ricerca della libertà, grazie alla guida dei vichinghi, che condurranno i nostri amati protagonisti a riscoprire il mondo vero, sventando una macchinazione diabolica creata per tenerli in gabbia, come animali.
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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-Un fumogeno giallo!- esclamò Eren puntando il dito nella direzione da cui si era innalzato il segnalatore.

-A quanto pare hanno trovato l’obbiettivo.- sentenziò il capitano Levi –Hanji aveva dato a ciascun caposquadra l’ordine di lanciare un razzo giallo per segnalare un eventuale punto di ritrovo.-

-Ma signore- intervenne Connie –non avrebbero potuto indicarci Eren e Mikasa dove si trovasse la loro casa?-

-Certo che sì.- rispose il suo superiore.

-Ma allora perché…- tentò di chiedere il ragazzo.

-Questioni di coordinamento.- fu la risposta –Dovevamo prima controllare il distretto e il fumogeno doveva servire semplicemente a segnalare la posizione alle squadre dove non erano presenti Eren, Mikasa e Armin. In questo modo il luogo preciso sarebbe stato individuabile da tutti nel minor tempo possibile.-

Detto questo Levi li scrutò in faccia severo, come per assicurarsi che le sue parole fossero state comprese fino in fondo, poi diede l’ordine di dirigersi sul luogo dell’obbiettivo servendosi del movimento tridimensionale.

Subito si ritrovarono a volteggiare sopra la città, saltando tra i tetti nel vento ancora fresco a causa delle pesanti piogge dei giorni precedenti.

Eren e Mikasa, vedendo in lontananza le macerie della loro vecchia abitazione che si avvicinavano sempre di più, a una velocità quasi spaventosa, sentirono letteralmente i loro cuori, che ormai credevano temprati dalla crudeltà che si erano trovati ad affrontare, perdere un battito.

Mai avrebbero dimenticato quelle immagini. Quei suoni terribili di carne e ossa maciullati. Gli odori, il sangue e la polvere. Infine, il sale delle lacrime e la paura.

In quel momento più che mai si ritrovarono a vivere di nuovo quei ricordi.

Si rivolsero uno sguardo colmo di angoscia e si accorsero di starsi supplicando a vicenda perché l’uno sostenesse l’altro.

Allora lui decise di sorriderle, accendendo nei suoi occhi una luce che facesse percepire alla ragazza il suo appoggio. Lei parve afferrare e ricambiò.

Il loro capitano li teneva d’occhio senza farsi notare. Si sentì positivamente sorpreso dalla loro reazione al dolore. Non doveva assolutamente avvenire che i suoi uomini perdessero la testa.

Giunsero a destinazione in poco tempo e Connie ricevette l’ordine di unirsi alle retrovie, che avrebbero formato un anello difensivo attorno all’area.

Hanji li attendeva impaziente. Lei sarebbe scesa nella stanza sotterranea insieme a Eren e Levi.

Mikasa si sarebbe aggiunta alla squadra di Armin come ultima linea di difesa intorno al sito della ricerca. Il loro compito principale era di fornire appoggio immediato in caso di pericolo, per permettere ai tre nel sotterraneo di uscire e mettersi in salvo.

Una volta presa posizione da tutte le unità di pattuglia, tra cui ve n’era anche una che avrebbe sorvegliato la situazione esterna alle mura, ebbe inizio l’operazione.

Innanzitutto si procedette alla rimozione delle macerie, che ebbe luogo grazie all’utilizzo di funi, reti e cavalli. Durante il processo furono rinvenute anche delle ossa consumate dal tempo, che vennero accuratamente occultate a Eren e Mikasa.

In pochi minuti riuscirono a creare un passaggio sufficientemente largo perché il ragazzo e i due ufficiali vi passassero.

Così avvenne, ma una volta che si furono trovati davanti all’ingresso trovarono la porta socchiusa. Rimasero per pochi istanti a fissare il chiavistello, che aveva ceduto senza neanche che la chiave venisse infilata al suo interno. Bastò una leggera spinta e furono dentro.

Accesero una torcia per vedere meglio e rimasero con gli occhi sbarrati per lo sconcerto.

La stanza era completamente vuota.

-Com’è possibile? – mormorò Eren con voce rotta –Com’è possibile?!- urlò subito dopo.

Venne assalito tutt’a un tratto dal peso della situazione. Non potè fare a meno di pensare all’immenso dispendio di vite e di risorse che era stato compiuto fino a quel giorno, con la speranza di giungere ad una risposta, solo per non trovare nulla.

Levi recuperò il senno all’istante e gli mise una mano sulla spalla, chiamandolo alla realtà: -Eren! Non è il momento di perdere la testa. Cerchiamo indizi per capire cosa sia successo qua dentro. –

Detto ciò iniziò a passare una mano sulle pareti, finchè non trovò quello che cercava.

-Qui. – disse, soffermandosi su una parte del muro – qui prima c’era qualcosa, che poi è stato rimosso. Lo si capisce perché non c’è traccia di polvere in questa zona. –

Hanji fece scorrere il dito nel punto indicato e dovette convenire che al tatto era percepibile una notevole differenza.

-Ma chi potrebbe essere stato? – domandò toccandosi il mento pensosamente –mi viene da pensare a qualche contrabbandiere, ma escluderei questa opzione. –

-Potrebbe trattarsi di qualche fanatico del culto delle mura? – ipotizzò Levi – magari qualcuno desideroso di proteggerne i segreti, ora che noi sappiamo troppo. –

-Anche questa pista mi sembra piuttosto azzardata- non nascose la caposquadra – tuttavia mi sembra più plausibile. –

Finito di dire ciò le cadde l’occhio su una piccola pergamena sporca, che era stata abbandonata sul pavimento.

Si chinò per raccoglierla e la esaminò insieme ai suoi due compagni, che si erano accucciati di fianco a lei. Non era altro che il frammento di una mappa, che mostrava strane terre mai viste da nessuno di loro.

-Che cos’è questa roba scura che circonda la terra ferma? – chiese il capitano alludendo alla raffigurazione dell’oceano.

Eren, memore dei racconti letti sul libro che Armin gli aveva mostrato in gioventù, lo capì subito ed esclamò: -È il mare! –

Hanji e Levi gli rivolsero un’occhiata interdetta ed il ragazzo spiegò: -So che un tempo veniva chiamata “mare” un’immensa distesa d’acqua salata che circonda tutta la terra asciutta. –

I due si guardarono negli occhi e poi fissarono nuovamente la mappa.

-Quindi, se è come dici…- mormorò la donna –questa potrebbe essere parte della la nostra terra…-

Non potè dire altro, perché improvvisamente venne dato l’allarme. A quanto pareva erano stati avvistati dei giganti nelle vicinanze.

 Mikasa si precipitò a chiamarli fuori dal sotterraneo e subito ne uscirono per raggiungere la scorta sulle mura per chiedere aggiornamenti. Lì vennero informati della presenza di undici giganti dal comportamento estremamente anomalo.

Hanji a sentire queste parole si elettrizzò come non mai e corse sul luogo dell’avvisamento per vedere di persona. Quello che si trovò davanti la sconvolse non poco e lo stesso valse per i suoi compagni.

Gli anomali erano diversi da qualsiasi altro titano avessero mai visto. La loro altezza era estremamene ridotta: a malapena raggiungevano i tre metri.

Ma il dato più sconcertante era che indossavano abiti e impugnavano armi di notevole fattura, seppur primitive.

-Razza di imbecilli! - strillò la caposquadra delusa – questi non sono giganti, sono esseri umani! -

 Sui volti di tutti si dipinse un’espressione a metà tra l’attonimento e il sollievo.

Le vedette cercarono di scusarsi balbettando un: -Ma sono enormi! – al quale fu ribattuto con un verso di stizza.

Tuttavia, nonostante si trattasse di uomini, era necessario verificare che non rappresentassero una minaccia, pertanto i superiori si diressero nella loro direzione per accoglierli.

Quando gli intrusi si accorsero dei militari, si misero in guardia e uno di loro, che sembrava avere all’incirca cinquant’anni si fece avanti. Probabilmente si trattava del capo.

Erano già all’interno del Wall Maria, quindi l’incontro ebbe luogo all’interno delle mura.

Hanji si avvicinò all’uomo e gettò le armi per far capire che non aveva cattive intenzioni, ma ciò non servì a far rilassare quei viaggiatori, che da vicino sembravano ancora più grossi.

-Salve. –esordì la donna –vi trovate all’interno delle mura del distretto di Shiganshina. Potreste dirci chi siete e cosa vi porta qui? –

Quelli per tutta risposta si guardarono l’uno con l’altro, borbottando cose incomprensibili.
Hanji dedusse che non parlassero la loro stessa lingua e la cosa la affascinò moltissimo.

Dunque il capo si rivolse al membro più anziano della loro compagnia e gli disse queste parole: -Uxi, getur þú talað tungumálið sitt? -
A questo punto il vecchio si fece avanti dicendo: -Já, certo io conosco loro lingua. – e rivolgendo ai soldati un sorriso sdentato accompagnato da una risata gracchiante. Nei suoi occhi si leggeva una calma infinita.
-Io sono Uxi Ymirson. – si presentò –piacere mio. –

 

ANGOLO AUTORE

 

Uff, c’è voluto un po’, ma finalmente i miei adorati vichinghi sono entrati in contatto coi personaggi principali. E ora che altro capiterà? Per scoprirlo…vi aspetto al prossimo capitolo!
Skrill rider

   
 
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