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Autore: Jadis_    13/08/2018    1 recensioni
Due mondi stanno per incontrarsi: l'arrivo di una ragazza tra le mura di Hogwarts scombussolerà tutto il mondo magico.
Dal testo:
"La tempesta si stava calmando, permettendole di vedere meglio il sentiero, ma allo stesso tempo condannandola allo scoperto. Il cavallo cedette di schianto, facendola volare dalla sella, e mandandola con la faccia nella neve gelida: si era rotto una zampa. "Maledizione!" urlò, battendo i pugni per terra. Si rimise in piedi e si scrollò di dosso la neve, ma ormai parte dei vestiti era bagnata. "
Crossover tra "Le Cronache di Narnia " e "Harry Potter"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Silente, Altro personaggio, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Voldemort
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Una sconcertante verità 


Il fatidico giorno ormai era arrivato. Alexandra non aveva dormito quasi per niente a causa dell'ansia e dei continui sogni, a cui non riusciva a dare una spiegazione logica. L'unica certezza che aveva era la presenza di quel ragazzo in ogni sua visione onirica. Si alzò controvoglia dal letto e decise di andare immediatamente a vestirsi. Una volta pronta, uscì dalla propria Sala Comune per andare a far colazione in Sala Grande. Il corridoio centrale, quella mattina, era affollatissimo: i gemelli Weasley avevano incominciato a raccogliere le prime scommesse riguardanti la Seconda Prova del torneo, che si sarebbe svolta quello stesso pomeriggio. Sospirò, chiudendo gli occhi nel tentativo di scacciare la tensione: l'idea di doversi tuffare nelle acque gelide del Lago Nero non le andava per niente a genio.

"Alexandra!"

La ragazza sentì improvvisamente urlare il suo nome e si girò di scatto verso la direzione da cui proveniva la voce. Vide Ron venirle incontro, con un'espressione preoccupata in viso.

"Va tutto bene?" gli domandò, iniziando leggermente a turbarsi a propria volta.

"Non... non trovo da nessuna parte Harry e Hermione!" rispose nel più completo panico il rosso.

"Magari sono in Sala Grande."

Ron scosse la testa. "Ho guardato in ogni angolo, persino in biblioteca, ma non li ho trovati."

"Vedrai, compariranno" disse Alexandra con poca convinzione: la cosa iniziava ad essere strana anche per lei.

 

 

 

Come ex -Auror sapeva benissimo difendersi dalle Maledizioni Senza Perdono, ma Jadis dubitava fortemente che sua madre ne avrebbe scagliata una contro di lei. Era convinta che Ingrid non l'avrebbe uccisa subito: molto probabilmente, avrebbe tentato di controllare la sua mente per usarla come una specie di arma contro i suoi nemici e poi, una volta vinta la guerra, si sarebbe sbarazzata di lei tagliandole la testa davanti al popolo di Charn.Ecco perché la strega, quella mattina, si trovava china sui libri che si era fatta portare: doveva assolutamente cercare un incantesimo difensivo difficile da spezzare o aggirare. Avrebbe dato del filo da torcere a sua madre fino alla fine.Sospirò quando chiuse l'ennesimo tomo di magia senza aver ancora trovato nulla di utile da poter quantomeno prendere in considerazione. Decise di alzarsi dalla poltrona e uscire dalla stanza per fare due passi, ma non fece in tempo: la porta del suo studio si aprì di scatto.

 

 

Harry e Hermione non si erano presentati alla lezione di Pozioni e questo fece preoccupare maggiormente Alexandra. Non era da loro sparire in quel modo: il Prescelto non l'avrebbe mai lasciata sola in una situazione simile, anzi, sarebbe stato al suo fianco. Tutto questo non le quadrava e ormai a quella dannata sfida del Torneo Tremaghi mancavano solo un paio d'ore, che lei, purtroppo suo malgrado, avrebbe dovuto passare a sentire Piton blaterare su come si preparasse un Antidoto per Veleni Comuni, quando avrebbe potuto benissimo impiegarle per cercare i suoi amici, ma non poteva adoperare lo stesso trucco di Ron: non era mai stata brava a fingersi malata, al contrario del rosso, che sembrava avere molta esperienza in merito. Sospirò lievemente, senza riuscire a non pensare al peggio.

 

 

 

Sirius stava fermo sulla soglia della porta. Jadis lo osservò per qualche secondo, notando la stretta rabbiosa sulla maniglia e l'espressione tutt'altro che serena sul suo volto. Possibile che Felpato avesse scoperto già tutto? No, era assolutamente impensabile...

"Aslan mi ha appena riferito che hai rifiutato la sua proposta" esordì l'uomo, stringendo con maggior forza la maniglia.

"Non sono affari che ti riguardano" rispose la strega con estrema tranquillità.

"E ad Alexandra non hai minimamente pensato?!"

"A differenza di te l'ho fatto per ben quattordici anni! Andare a Hogwarts avrebbe solo peggiorato le cose!"

"Per quanto mi rinfaccerai questa cosa?!"

"Finché avrò vita! Non accetto lezioni da te! L'ho cresciuta io e so bene cos'è meglio per lei!"

"Oh, certo! Infatti è grazie a una tua idea che si trova nei guai in cui è ora!"

Jadis strinse i pugni dalla rabbia. "Non ti azzardare a farmi la paternale! Non hai alcun diritto di farmela: tu non sei meglio di me!"

"Hai ragione, non sono meglio di te... ma io almeno le cose non te le nascondo..."

"Ascoltami bene, perché questa è l'ultima volta che te lo ripeterò: io non ti devo spiegazioni! Fino ad ora sono rimasta da sola, senza di te, e non ho intenzione di cambiare atteggiamento soltanto perché sei improvvisamente ricomparso nella mia vita. Non sarai mai come un tempo, mi sono spiegata?!" urlò la strega in preda all'ira.

"Sì, sei stata chiarissima" rispose l'uomo, per poi andarsene sbattendo la porta.

 

 

 

Si trovava inginocchiato su di un freddo pavimento di marmo bianco. Non capiva in che razza di posto fosse finito, né tanto meno chi lo avesse evocato. La guardia che era dietro di lui lo aveva subito gettato a terra e ammanettato – molto probabilmente con manette anti-magia – in modo da impedirgli di fuggire, poi un silenzio pesante era piombato nella stanza, interrotto solo dal suo respiro e da quello dell'altro uomo. Chiuse gli occhi e sospirò con frustrazione: cosa stava accadendo?

 

 

 

Alexandra, alle due in punto, salì nel dormitorio femminile e iniziò a prepararsi per la prova. Non aveva visto Ron a pranzo e nemmeno gli altri sapevano che fine avesse fatto. Possibile che fosse scomparso anche lui? No, sarebbe stato davvero preoccupante; forse a lezione di Pozioni non aveva fatto finta di star male e Madama Chips l'aveva trattenuto in Infermeria...

 

 

 

"Quanto tempo, mio caro" esordì una voce, spezzando il silenzio di quella stanza.

Rumpelstiltskin provò ad alzare la testa, ma la guardia gliela tenne giù.

"Alzerai lo sguardo solo quando Sua Maestà ti darà l'ordine di farlo" ringhiò l'uomo, a un soffio dal suo orecchio.

"Soldato, lasciaci soli" pronunciò la donna, mentre se ne stava in piedi davanti al suo trono.

La guardia annuì e si congedò con un piccolo inchino.

"Gradirei che mi guardassi in faccia, caro."

Il Signore Oscuro alzò lo sguardo su lei e notò la daga tra le mani della donna. "Ingrid" disse, digrignando i denti.

"Sorpreso di rivedermi?"

"Ti avrei preferita morta, ma a quanto pare non tutti i desideri si realizzano."

"Già, non dirlo a me. Sono mesi che tento di sbarazzarmi di alcune spine nel fianco, ma a quanto pare il destino non mi aiuta."

"E dovrei aiutarti io?"

"Non hai molta scelta" disse la donna, avvicinandosi a lui. "Finché avrò questa in mio possesso ti sarà un tantino impossibile evitare di obbedirmi" aggiunse, con un ghigno malefico sul volto, facendo oscillare la daga davanti agli occhi dell'uomo.

"Come l'hai avuta? L'avevo data a Belle!"

"Dovresti sapere che ottengo tutto quello che voglio, caro."

"Cosa le hai fatto?!"

"Nulla, tranquillo. Per mia figlia, ingannarla è stato abbastanza semplice: una manciata di polvere soporifera non ha mai ucciso nessuno."

"Non hai abbastanza tirapiedi, cara?"

"Ne ho, ma, vedi... mi serve qualcuno senza scrupoli e tu fai al caso mio."

"E sentiamo, cosa mi ordinerai di fare?"

"Oh, vedrai, mio caro..."

 

 

 

Controllò una decina di volte il suo braccio sinistro per essere completamente certa di aver disegnato correttamente la runa rappresentante il simbolo dell'acqua, prima di uscire dal dormitorio e dirigersi a passo molto lento verso il Lago Nero. La prova sarebbe iniziata nel giro di pochi minuti e dell'unica persona al mondo che avrebbe potuto davvero tranquillizzarla anche solo con un sorriso non vi era traccia. Sospirò, nel tentativo di non pensare nuovamente al peggio e di cercare di portare la sua mente alla gara che avrebbe affrontato da lì a poco. Il tipo di creatura che abitava gli abissi più profondi del Lago Nero non era una delle più amichevoli del Mondo Magico, anzi, tutt'altro. Le sirene sarebbero state un bel problema d'affrontare, se l'incantesimo runico avesse smesso di funzionare di punto in bianco. Alexandra le conosceva abbastanza bene: a Narnia ce ne erano molte e aveva imparato a distinguerle. Sapeva bene che a differenza di un drago non erano immuni alla magia comune e che conoscevano molto bene le lingue antiche come il celtico, l'elfico e runico. Sarebbe stato assai difficile sorprenderle in caso di battaglia, quindi aveva una sola, unica opzione per uscire viva da quell'inferno d'acqua. Chiuse gli occhi un secondo ed espirò forte. Devo farcela a ogni costo, pensò.

"Sei pronta?" le chiese Ron.

La mora riaprì gli occhi e si voltò, trovandosi il rosso a qualche passo di distanza da lei: non si era minimamente resa conto del suo arrivo.

"No, ma devo" rispose con rassegnazione.

"Non li ho trovati, purtroppo..." sospirò il rosso. "Madama Chips mi ha spedito dalla McGranitt per essermi finto malato... mi sono preso un mese di punizione e ho fatto perdere 10 punti alla nostra casa..." aggiunse in tono dispiaciuto.

"Poco m'importa dei punti della casa, mi spiace che tu ti sia beccato una punizione. Hai almeno spiegato il motivo della tua messa in scena alla professoressa?"

"Sì..."

"E?"

"È stata molto vaga in merito..."

"Spiegati."

"Mi ha rassicurato dicendomi che li aveva convocati il Preside per una questione di massima importanza sul Torneo Tremaghi."

"Toglimi una curiosità: Harry c'era quando ti sei svegliato questa mattina nel dormitorio?"

"No..."

Alexandra si fece subito pensierosa e nella sua mente ogni tassello iniziò a posizionarsi al suo posto, delineando una sconcertante verità. Ciò che avrebbe dovuto recuperare in fondo al Lago Nero non era un oggetto, ma una persona...

"Ron..." mormorò, voltandosi di colpo verso il rosso. "So dove sono Harry e Hermione."

"Dove?" chiese preoccupato.

"Negli abissi del Lago Nero... Harry è la cosa più preziosa che mi è stata sottratta."










Note Autrice: 

Salve a tutti! Come avrete letto finalmente ci avviciniamo allo svolgimento della seconda prova, preparatevi a un bel colpo di scena. 

Un bacio.

Jadis_ 

   
 
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