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Autore: momoallaseconda    13/08/2018    3 recensioni
Zoro scosse il capo. “Il sesso risolve qualsiasi problema! Un atto fisico puro e semplice senza complicazioni fa stare subito meglio! Pensi che se mi si presenti l'occasione io non la colga? Diavolo Sanji, ho visto dozzine di ragazze farti il filo negli anni, palesemente interessate anche solo ad una botta e via, ma tu lasciarle sempre perdere solo perché già impegnato o perché il tuo manuale da gentleman ti impone di portare una donna fuori a cena almeno tre volte prima di fartela! Se una mi si presenta davanti visibilmente interessata ad accompagnarmi sul tetto, sarei un idiota a non approfittare della cosa, ti pare?”
Sanji si appoggiò alla parete sbuffando piano. “Già mi stupisco che tu riesca a trovare la strada verso il letto di una ragazza, con il senso dell'orientamento che ti ritrovi... ma il sesso non risolve sempre tutto!”
Zoro ghignò sadico. “Si vede che non ne fai abbastanza...”
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami, Roronoa Zoro, Sanji, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il sole bollente della tarda mattinata li accolse come Caronte sulle rive dello Stinge.
Se nel resto d'Europa avevano incontrato temperature oltre ogni umana concezione, Water Seven aveva il fantastico privilegio di essere allo stesso tempo sia calda che umida, ad un livello che non avevano ancora riscontrato in nessun altro paese. Con loro enorme gioia, i vestiti si appiccicarono alla pelle un nano secondo dopo essere scesi dal camion di Franky e a poco servirono gli ovvi consigli del camionista sul cercarsi presto un hotel con l'aria condizionata.
Sanji non l'avrebbe mai ammesso ma era segretamente felice di indossare una morbida maglietta di cotone invece del completo che aveva scelto in precedenza. Per lo meno si sentiva un po' meno cotto al vapore di quanto lo sarebbe stato in giacca!
Salutato nuovamente il camionista non persero tempo. C'era una donzella da trovare e, fortunatamente, Robin sapeva dove cercare.
Viola deve essere arrivata ieri sera, abbiamo tutto il tempo per riuscire a parlarle e convincerla.”
Sanji annuì deciso alla mora. Aveva preso sempre più fiducia da quando erano partiti da Dressrosa. Se avesse giocato bene le sue carte entro sera tutta quella storia si sarebbe finalmente conclusa!
Aumentò il passo seguendo Robin e Nami per le viuzze di quel paese sul mare. Franky e il suo camion non potevano avvicinarsi troppo al centro, i mezzi di grossa cilindrata erano banditi da lì e quindi li aveva lasciati poco fuori dalla città, facendosi però promettere di tenerlo informato sugli sviluppi. Rufy aveva entusiasticamente commentato che se fosse andata male gli avrebbe mandato un audio con i piagnistei di Sanji, il quale non aveva nemmeno aspettato che Franky se ne andasse e lo aveva pestato lì sul posto.
Nel frattempo, Robin e Nami avevano instaurato uno splendido rapporto.
Appena la allestiscono andrò a visitare la tua mostra!”
E io voglio le foto delle sculture che hai preparato per quel parco!”
Il biondo sorrise guardando il loro affiatamento, aveva erroneamente pensato che non si sarebbero mai piaciute, invece era felice di essersi sbagliato. Era bello vederle chiacchierare di tutto e di più mentre facevano strada agli altri, evitando che si perdessero tra quelle stradine tutte uguali, così strette e prese d'assalto dai piccioni. Sanji aveva sentito Franky chiamarle calle, nome simpatico per indicare delle vie minuscole dove quasi non vedevi il cielo da quanto erano alti i palazzi.
Ci vollero appena quindici minuti di cammino prima che Robin riconoscesse un elegante albergo in lontananza e lo indicasse come quello dove soggiornava Viola.
Nami guardò la cartina. “Si, è proprio lui!”
Tutti si voltarono verso Sanji, sorridendo furbescamente.
Siamo arrivati torcigliolo!” commentò Zoro con un ghigno.
A Sanji tremarono le ginocchia per un attimo, ma col cavolo che avrebbe permesso all'ansia di avere la meglio sulla buona riuscita del piano! Se fosse andata male nessuno avrebbe potuto dire che non c'aveva almeno provato!
Annuì partecipativo, un uomo in missione!
Rufy molleggiò sulle gambe, incapace di stare fermo. “Non vedo l'ora di rivedere Brook!”
Nami si lasciò sfuggire un gemito. “Non lo dire, ti prego... se penso che avremmo potuto far finire questo viaggio ancora a Marijoa mi viene da piangere!” mormorò riprendendo il passo con gli altri mentre Rufy e Robin ridacchiavano. “Mi sarei risparmiata le occhiaie...”
Zoro la affiancò sinceramente curioso. “Io non vedo occhiaie...”
Nami rise. “Si, invece! Hanno le dimensioni di due valigie!”
Lui negò forte col capo. “Ti sbagli, sei bella come sempre.”
Il commento gli uscì spontaneo dalle labbra, neanche se ne accorse, purtroppo il resto del gruppo si. Nami arrossì violentemente e abbassò lo sguardo, gli altri semplicemente strabuzzarono gli occhi, tranne Sanji che aveva la faccia di un gatto che aveva appena mangiato un canarino.
Zoro diventò bordeaux all'istante quando se ne rese conto. “Oh, piantatela di guardarmi!” esclamò iroso non appena riuscì a mettere insieme due parole.
Rufy e Robin ripresero il cammino ma non smisero di ridere, anzi lui ne approfittò per scattare una foto a tradimento, decantandola come testimone ufficiale di un momento memorabile. Sanji li superò col sorriso che andava da orecchio a orecchio e lasciò Zoro nelle retrovie con Nami che aveva rallentato il passo per evitare di incrociare altri sguardi, che sarebbe stato come dare il via alle domande, quindi un suicidio.
Zoro sbuffò e la guardò con la coda dell'occhio. Non aveva mentito, Nami si meritava ogni tipo di complimento, da lui e da chiunque. Purtroppo, non era ancora molto avvezzo a farne, soprattutto davanti ad altri, ma lei sembrava renderglielo così facile.
Biscotto?”
Nami alzò il viso e annuì con un sorriso timido, prendendone uno dal pacchettino che lui le porgeva.
Zoro ghignò sicuro, non era affatto pentito.
Ci siamo!”
L'elegante albergo era più grande di quanto sembrasse e incombeva imponente davanti a loro. Sanji non si perse d'animo, proseguì a passo di marcia verso l'ingresso.
Oltrepassarono la bellissima hall con i suoi camerieri in divisa e i clienti che si apprestavano ad uscire per la visita alla città. Ovunque girassero lo sguardo c'erano tappeti persiani, arazzi ottocenteschi, tende ricamate, divani e poltrone imponenti e tutto gridava forte e chiaro 'rompimi e dovrai lavorare il resto della tua vita per risarcirmi'.
Sanji non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi un po' intimorito per quello sfarzo, troppo impegnato a cercare la portineria. La trovò in pochi secondi e ci si fiondò a tempo di record.
Il concierge era un giovane di nemmeno trent'anni e li accolse con un sorriso. “Buongiorno e benvenuti al Capit-”
Si, si, non importa, grazie!” Sanji gli agitò una mano davanti al viso e quello lo guardò stranito per essere stato interrotto. “Devo sapere in quale camera alloggia la signorina Viola Cortes. Deve essere arrivata ieri sera, la prego, è urgente!”
L'uomo assunse un'aria altezzosa. “Mi dispiace, signore. Non è permesso dare questo genere di informazioni sugli ospiti. Capirà che è la pras-”
Non me ne frega niente che sono le regole!” irritato Sanji batte un pugno sul bancone attirando molti sguardi e facendo accigliare l'uomo.
Nami si affrettò ad afferrargli un braccio e a spingerlo indietro, era meglio non inimicarsi l'unico che poteva dar loro quell'informazione. Robin colse al volo la sua occhiata e prese il posto del biondo.
Salve, scusi i modi poco ortodossi del nostro amico. Abbiamo fatto un lungo viaggio solo per raggiungere la nostra amica Viola. Vorremmo farle una sorpresa, per questo motivo avremmo bisogno di sapere in quale stanza si trova.” mormorò con un tono mellifluo che ammaliò tutta la fauna maschile presente e Nami annuì sorridente. Robin si che sapeva il fatto suo, fu felice di averla con loro.
L'uomo alla receptionist rimase colpito più di tutti. Inciampò sulle sue stesse parole e balbettando riuscì a dire solo che la signorina era uscita per una visita della città quella mattina presto e non sarebbe tornata prima di sera.
Sanji stramazzò al suolo. “Come è uscita?” ululò dal pavimento.
Potremo aspettarli...” esclamò Rufy poco convinto, al ché Sanji lo guardò in cagnesco.
No! Non mi sono fatto coraggio per niente! Questa storia deve finire ora!”
Zoro si passò stancamente una mano dietro la nuca. Quella caccia al tesoro stava diventando sempre più assurda.
Robin non si perse d'animo, si incurvò maggiormente sul bancone e batté le lunghe ciglia sfoderando il suo sorriso più seducente. “Io sono certa che lei sa dove si sono diretti. Non è forse così?” sussurrò suadente.
Il suo profumo circondò l'uomo che socchiuse gli occhi assuefatto. Dio, avrebbe fatto qualsiasi cosa per una donna come quella!
Beh...” iniziò e Robin lo guardò con enorme interesse. Rufy invece lo fissò come se volesse squartarlo.
Quello si fece coraggio. “Prima di uscire li ho sentiti dire che avrebbero visitato la piazza principale e magari fatto un giro su uno dei nostri Yagara Bull!! Sono una fantastica attrazione, ti portano in giro per i canali e-”
Grazie!” Sanji lo abbracciò d'istinto e, prima che l'altro potesse inorridire, l'aveva già lasciato e guardava gli altri con rinnovato vigore. “Alla piazza principale!” urlò nell'ingresso con un dito al cielo. Nami fece appena in tempo a spostarsi dalla sua traiettoria che schizzò veloce verso la porta e sparì in pochi secondi per le vie.
Robin scoccò una languida occhiata al concierge mandandogli un bacio come ringraziamento e lui stramazzò definitivamente al suolo per l'emozione.
Zoro era a bocca aperta. “Pazzesco quanto somigli a Rufy questa donna...”
Nami ridacchiò guardandola raggiungere suo fratello, che teneva il broncio e dargli un affettuoso bacio sul naso. Lui si calmò solo dopo averla baciata a sua volta, era inutile pure che fingesse di possedere una sorta di volontà personale se lei era nei paraggi.
Si voltò sorridente verso Zoro. “Dai, andiamo. È meglio che mi resti appiccicato se non vuoi perderti!” esclamò prendendolo per mano e spingendolo fuori.
Lui non ci pensò nemmeno ad inveirle contro, un sorriso idiota stampato in faccia.

*

Sanji si trovò davanti l'ennesimo muro e urlò per il nervoso.
Dove accidenti è la piazza principale????”
Dio, in quel momento capiva perfettamente come dovesse sentirsi sempre il marimo.
Imboccò a caso un'altra via. Questa sarebbe stata quella giusta, ne era sicuro!

*

Bene, eccoci qui. La piazza era proprio dietro l'angolo!”
Felicissimo, Rufy sfuggì dal gruppo per raggiungere un venditore di mangimi per piccioni. Robin lo seguì con un sorriso dolce, ammirando gli splendidi palazzi che li circondavano.
La piazza era senza dubbio una tra le più belle mai viste. Avevano il mare ad appena pochi passi, c'erano navi e battelli in lontananza e un piccolo ormeggio dove giocavano un paio di quei simpatici animaletti di cui parlava il portiere. Stavano visibilmente aspettando l'arrivo di potenziali clienti insieme ai propri cocchieri che chiacchieravano qualche passo più in là e nel mentre si rincorrevano tra gli schizzi. Erano davvero splendidi!
Frotte di turisti passeggiavano tra le bancarelle del mercato e le campane suonavano mezzogiorno mentre stormi di piccioni affamati volavano sopra le loro teste.
Quella città era meravigliosamente vivace.
Non c'abbiamo messo molto...” commentò Zoro con un ghigno.
Ovviamente!” esclamò Nami indicando le loro mani ancora intrecciate. “Se non ti ci avessi portato io col cavolo che saresti arrivato prima di sera!”
Lui ridacchiò. “Allora dovresti accompagnarmi in giro più spesso, ragazzina.”
Nami arrossì appena ma sorrise furba.
Rufy li raggiunse in poche falcate facendo fotografie a qualsiasi cosa, sprizzando energia da tutti i pori. “Non vedo l'ora di provare la cucina italiana!”
Io il vino!” diede man forte il verde.
Robin si avvicinò a Nami con le sopracciglia aggrottate. “Ma Sanji non dovrebbe già essere qui?”

*

La piazza era gremita di turisti e ambulanti.
Avevano già preso qualche souvenir nel mercato vicino all'hotel ma quei monili di vetro così caratteristici avevano attirato Kaya. Nessuno era riuscito a dirle di no e si erano fermati anche davanti a quella bancarella, nonostante fossero già in ritardo sulla tabella di marcia.
Viola si passò un fazzolettino sulla nuca. Il sole di mezzogiorno batteva incessante sulle loro teste ma lei sembrava l'unica a sentirne gli effetti.
Si mise all'ombra di un lungo muro con un sospiro di sollievo, senza smettere di scandagliare la folla con occhi annoiati.
Erano arrivati la sera prima ed era impaziente di visitare qualche luogo ma finora avevano fatto ben poco, complice la passione dei suoi parenti per le cianfrusaglie.
Usop esaminava allegramente ogni oggetto che la sua ragazza gli passava dalla bancarella. Erano arrivati alla svolta, indecisi solo tra una ranocchia verde e un cavallo giallo.
Viola alzò gli occhi al cielo. Non comprendeva perché ci volesse tutto quel tempo per capire quale soprammobile di vetro fosse meglio comprare, ma si limitava ad attendere con pazienza.
Brook, d'altro canto, sembrava preda di un dilemma etico. Quel sombrero variopinto avrebbe stonato con l'afro? Viola preferì soprassedere quella domanda.
Erano vicini agli ormeggi degli Yagara Bull e sperava di riuscire a farci un giro prima che la temperatura si alzasse troppo. Non era al massimo della forma e il caldo non aiutava, voleva tornare in hotel a riposare ma ci teneva a fare il giro della città su quegli animali, le ispiravano un sacco di simpatia, oltre ad essere una delle attrazioni più consigliate.
Una risata sguaiata le fece rimettere gli occhi sui cugini e, dopo un iniziale momento di panico, dovette obbligarsi a trattenere le risate. Brook era rimasto vittima di un gruppetto di piccioni che avevano stabilito in massa di usare i suoi capelli come nido. Lui cercava di scacciarli correndo avanti e indietro ma quelli non si volevano staccare dalla sua testa. Usop era crollato subito e anche parecchi tra abitanti e turisti stavano seguendo il suo esempio, rotolandosi a terra nel tentativo di frenare le risate. L'unica che cercava di aiutare il povero ragazzo era Kaya, ma anche lei faticava a trattenere il sorriso.
Viola sospirò divertita lanciando un'occhiata agli Yagara ormeggiati -avrebbero dovuto aspettare ancora qualche minuto- e si avviò verso il cugino afferrando una bottiglia piena d'acqua dallo zaino. Brook non ne sarebbe stato contento ma a mali estremi, estremi rimedi.

*

All'ennesima ingiuria, Sanji chiese scusa di nuovo senza nemmeno arrestare la corsa. Quei vicoli erano tutti uguali, come poteva sapere che certi erano proprietà privata??
Scansò all'ultimo un carrettino di frutta e verdura che sostava davanti al negozio e bestemmiò in turco contro se stesso. Perché accidenti non trovava quella dannata piazza? Aveva chiesto a più persone e tutte davano risposte contrastanti. Non aveva nemmeno un cellulare per contattare gli altri...
Iniziava a perdere le speranze, ma il pensiero di Viola a pochi passi era un utile promemoria.
Strinse i denti e si rifiutò di arrendersi. Ancora uno svincolo, solo uno.
L'avrebbe trovata!

*

Nico Robin scandagliò attentamente la folla che passeggiava davanti ai suoi occhi, decisa a non farsi sfuggire nessuno. Viola doveva essere lì da qualche parte, ma non riusciva a vedere né lei, né i cugini.
Nami, al suo fianco, era impegnata nella stessa infruttuosa ricerca. Quanto poteva essere difficile che un tizio con un gigantesco afro e uno con un nasone potessero passare inosservati davanti a loro?
Si guardarono con un cipiglio sconsolato. Non c'era traccia nemmeno di Sanji.
Torcigliolo non si è più fatto vivo?”
Come se le avesse letto nel pensiero, Nami negò col capo e si voltò verso Zoro che era appena tornato da loro con Rufy dopo essere andati a comprare dei panini.
Era quasi l'una e tutti avevano deciso di comune accordo che a stomaco pieno si ragionava meglio e il loro era clamorosamente vuoto dalla sera prima, se si escludevano i pochi biscotti che Franky aveva gentilmente ceduto.
Mi da sui nervi che sia partito così allo sbaraglio senza nemmeno chiedere un cellulare in prestito!” Nami addentò nervosamente il suo panino, senza staccare gli occhi dalla folla. “Almeno potremmo capire dove accidenti si è cacciato!”
Robin fece una smorfia. “Dovremmo anche rintracciare Viola, sperando che sia ancora qui. Ma è inutile che provi a contattarla al telefono se il motivo per cui la chiamo non è qui con noi!” commentò pratica.
Gli altri non poterono che essere d'accordo.
Il solito sopracciglio idiota...” mormorò Zoro.
Nami sbuffò seccamente, avviandosi in gran carriera verso la fontana al centro della piazza. “Sono stanca di stare sotto il sole senza combinare niente.” sbottò quando fu certa di sentirli muovere dietro di sé.
Laggiù c'è ombra ed è una posizione perfetta per vedere contemporaneamente il porto, la folla e anche le varie viuzze. Qualcuno di loro ci passerà pur davanti prima o poi!”





   
 
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