Ciao ragazze!!Scusate il ritardo ma
sono stata sommersa dallo studio!!Finalmente respiro un po’!!Ecco il nuovo
capitoletto!!!Ve lo posto tutto anche se è molto lungo perché mi dispiace
dividerlo in più parti!!Ora ho tutto il tempo per scrivere e spero di postare
in fretta!!Grazie davvero a tutti!!
Capitolo 18. Calma
Seth, dopo aver terminato la sua cena, se ne andò in cerca di Leah. Era dispiaciuto di lasciare Bella, che nel frattempo
si era addormentata, senza la sua azione riscaldante.
-Vai Seth, tranquillo-,dissi,vedendolo incerto.-Porta con te del cibo anche per
Leah e ricordale che ,se ha bisogno di qualcosa, noi
siamo qui-.
“Ok, faccio presto. La aiuto a fare un altro giro e poi torno”.
Annuii,mentre Seth si avvicinava per tirarmi un pugno sulla spalla. Era
incredibile quanto si sentisse a nostro agio tra di noi. Neppure toccarmi
sembrava dargli problemi.
”Non preoccuparti troppo, sembra che stia un po’ meglio”, pensò,
voltando lo sguardo verso Bella.
-D’accordo-, gli risposi, anche se sapevo che per me era impossibile placare la
mia preoccupazione.
Si voltò e se ne andò, camminando con passo pesante e strascicato. Era proprio
buffo. Eppure quando si trasformava diventava molto agile, veloce ed
estremamente preciso nei movimenti. Per certi aspetti mi ricordava un po’
Bella.
Chissà come sarebbe stata da vampira?Ormai era inutile evitare di pensarci.
Sarebbe accaduto, o perlomeno, era l’unica cosa che ormai potevo desiderare.
Ogni mio pensiero era sempre rivolto a lei, che riposava tranquilla di fianco a
me. Le scostai i capelli dal viso. Mi persi a guardarla dormire, incantato dal
movimento ritmico del suo petto, dal tremolio delle sue palpebre e dal vibrare
delle sue labbra, scosse dal suo leggero respiro. Era davvero bellissima.
Era evidente che stava un po’ meglio. A parte il dolore che le aveva provocato
la frattura della costola, si era un po’ ripresa, grazie anche all’aiuto del
sangue. Continuavo a stupirmi nel vederla trangugiarlo così di gusto.
“Edward”. Mio padre si stava avvicinando.”Credo sia il caso di finire
il discorso che abbiamo iniziato riguardo alla trasformazione di Bella. Non
vorrei mai che un evento imprevisto ci cogliesse impreparati”, osservò
giustamente, appoggiando una mano sulla mia spalla. Mi alzai lentamente dal
divano, ancora una volta soffrendo nell’allontanarmi da Bella. Cercai Rose con
lo sguardo che comprese la mia richiesta muta.
“Non ti preoccupare. Fai quello che devi fare. Sto io con Bella”.
Annuii e segui mio padre nel suo studio.
Non mi sedetti, preferii restare in piedi, nella speranza di fare in fretta per
poter tornare presto nel salone.
-Allora…-, incominciò mio padre, afferrando una siringa dalla sua valigetta.
-Questa è una siringa un po’ particolare. L’ho fatta fare a posta. E’ in
teflon, un materiale plastico tra i più resistente. Resiste agli acidi, confido
che sia abbastanza forte anche per il nostro veleno, che ho analizzato, e
sembra avere un comportamento molto simile. Ora tocca a te:devi raccoglierlo.
Ho cercato di documentarmi il più possibile:non ho trovato casi di vampiri
trasformati con iniezione di veleno direttamente nel cuore, ma sembra essere il
modo più ragionevole per diminuire la durata della trasformazione. Emmett e Jasper si stanno preparando per partire. Non so
bene dove mandarli per iniziare le ricerche ma più cose si scoprono sulla
nascita del bambino meglio è. Purtroppo non ci sono molte fonti scritte e
dovremmo accontentarci di quelle verbali, sempre se siamo fortunati a
trovarle-.
Ascoltai rapito il discorso di mio padre, rigirandomi tra le mani la siringa
che mi aveva porto poco prima. Emmett e Jasper
sarebbero partiti…non me l’aspettavo. O meglio, sapevo che c’era l’intenzione,
ma ormai pensavo fosse sfumata visto anche l’allarme lupi. Ma Carlisle aveva ragione:dovevamo raccogliere informazioni in
qualsiasi modo. Mi dispiaceva non aiutarli, stavano facendo tutto quello per me
e io mi sentivo impotente, come spesso mi accadeva ultimamente.
Non so come, la mia mente scavò improvvisamente nelle mia memoria dalla quale
emerse un nome:Kaure,la nostra domestica nell’isola Esme. Lei sapeva qualcosa. Jasper e Emmett
potevano andare a cercarla e chiedere aiuto a lei. Aveva parlato di alcune
leggende locali sui Lobishomen.
“Che c’è Edward?”, chiese mio padre, vedendomi assorto.
-Mi è venuta un’idea. Credo di sapere da dove partire con le ricerche-,esordii
fiducioso e gli raccontai della mia conversazione con Kaure.
-Ottima idea. Se non altro abbiamo un punto di partenza e non brancoliamo nel
buio. Poi ne parlo con Emmett e Jasper. Anzi, vado
subito-, disse alzandosi.
-Mi sembra che abbiamo sistemato tutto, siamo pronti per Bella. La stanza di là
è organizzata per il parto. Speriamo solo che Jasper e Emmett
riescano a scoprire qualche altra informazione importante-, osservò prima di lasciare
il suo studio.
- Un’altra cosa-, intervenni. Non avevo ancora spiegato a mio padre la verità
sulla conversazione tra i due branchi di lupi, che era avvenuta poco prima.
- I lupi, non si sono arresi. Stanno solo aspettando che il bambino nasca prima
di attaccare. Lo credono comunque una minaccia, ma non vogliono fare del male a
Bella. Di’ a Jasper e Emmett di fare in fretta,
abbiamo bisogno del loro aiuto. Quando Bella partorirà dovremo essere tutti
uniti, per sventare un possibile attacco. Non possiamo farci cogliere
impreparati-, conclusi. Non avevo avuto ancora modo di parlare con mio padre
riguardo a questa faccenda, troppo preoccupato ad occuparmi di Bella.
“Sempre più complicazioni…affronteremo anche questo”, pensò prima di
rispondermi.
-Immaginavo che non si sarebbero arresi. Parlerò con i tuoi fratelli anche di
questo. Credo che abbiamo a disposizione quattro- cinque giorni prima della
nascita del bambino. Cercheremo di farci trovare tutti assieme per quel
momento-, disse.-Non ti preoccupare Edward, penseremo noi a questo. Tu pensa a
Bella-,continuò, posandomi una mano sulla spalla, prima di lasciare
definitivamente la stanza. Non meritavo tutto quell’appoggio;stavo mettendo in
pericolo anche la loro esistenza.
Mi dispiaceva un po’ non essere d’aiuto ai miei fratelli, ma non potevo e non
volevo lasciare sola Bella. Prima di tornare da lei, portai la siringa nella
mia camera, in attesa che nella mia bocca fluisse del veleno da versarci.
Sicuramente non sarebbe mancata l’occasione:Rosalie era molto brava a farmi
innervosire ed innescare in me l’impulso di morderla. Non sarebbe stato un
problema.
Tornai nel salone dove l’atmosfera era surreale:Bella dormiva angelica nel
divano mentre Jacob continuava a russare pesantemente, aumentando il nervosismo
di Rose che sbuffava seduta ai piedi del divano.
“Ora lo strozzo”, continuava a pensare infastidita.
Poi si alzò e lasciò la stanza.
Era la prima volta che lasciava Bella sola con me, volontariamente, e l’unica
cosa che poteva distoglierla dal suo compito di protettrice era Emmett. Lui se ne stava andando e lei stava già soffrendo
nell’essere lasciata sola.
Molto spesso l’atteggiamento e i pensieri di Rose mi avevano infastidito. E
molto spesso avevo giudicato la sua mente vuota, priva di interesse e di
spessore. Ma forse, il tutto era da attribuirsi alle sue esperienza umane.
Credo volesse tenere lontano dalla sua mente ricordi dolorosi, indelebili, che
avevano macchaito gli ultimi istanti della sua vita.
Non potevo biasimarla se preferiva "non pensare", piuttosto che
pensare per poi soffrire.
Ogni membro della mia famiglia aveva avuto esperienze umani infelici, ma molto
probabilmente Rose, tra tutti, era quella che aveva dovuto subire la violenza
più traumatica che ti può riservare la vita. Per mano della persona che amava,
per giunta, e che credeva l’avrebbe protetta per sempre.
E ora, ogni volta che Emmett la lasciava sola,
percepivo chiaramente quanto grande fosse il suo dolore, la paura di essere
tradita nuovamente, anche se era ben conscia che Emmett
non le avrebbe mai fatto nulla di male.
Rose portava indelebili,nella sua mente e nella sua anima, sempre che per noi
vampiri si possa definire tale, gli avvenimenti di quella notte: il veleno,
purtroppo, cura solo le ferite del corpo, non quelle dell’anima.
Ma, quello che la faceva soffrire maggiormente, era il fatto che quella notte
aveva portato via con sé tutti i suoi desideri, i suoi progetti, svaniti per
mano di balordi ubriachi. E trovarsi costretta a vivere in un corpo perfetto,
ma non funzionale ai suoi desideri, era, per lei, perfino peggiore della morte.
Non ero un buon fratello per lei, poca affinità tra di noi e poca voglia di
capirsi, ma conoscevo Rose, probabilmente meglio di chiunque altro. E sapevo
che, molto spesso, il suo essere arrogante e scontroso non era altro che un
modo per difendersi, tanta era la sua paura di essere attaccata. Non conosceva
altro modo. Quello che gli era stato insegnato in vita non le era servito a
niente. E ora lottava per tutte le cose in cui credeva. Non era così facile
giustificare i suoi comportamenti, e non sempre era possibile, ma era indubbio
che soffrisse tanto, ancora, nonostante Emmett fosse
riuscito ad alleviare,in parte, la sua angoscia. Con immenso sforzo potevo
capire cosa rappresentasse per lei il bambino che Bella portava in grembo:era
il suo riscatto nei confronti di una vita che era stata terribilmente e
violentemente ingiusta. E, se le condizioni fossero state diverse, se il
bambino non avesse messo in pericolo la vita di Bella, sarei stato immensamente
felice nel sapere che il nostro bambino potesse in qualche modo aiutarla a
superare il trauma e il tradimento che aveva subito. Ma noi siamo vampiri,io
sono un vampiro. E nonostante riuscissi a formulare pensieri molto umani da
quando stavo con Bella, il mio agire era profondamente egoistico. E Rose, come
me, desiderava stare bene, cercando di avere quello che da sempre desiderava,
anche sacrificando sentimenti o,addirittura, vita altrui.
Era vero:in qualche modo comprendevo la sua visione delle cose, ma se avessi
potuto scegliere, avrei scelto la salute di Bella, nient’altro era importante
per me e non di certo il sollievo di Rose. Attribuivo quel desiderio al mio
essere vampiro, che mi portava ad essere egoista e prepotente, ma probabilmente
un umano non l’avrebbe pensata tanto diversamente. Facile pensare, credere,
dire a parole di essere una persona altruista, ma di fronte ai fatti, di fronte
ad un’inevitabile scelta, se si può, si sceglie quello che ci fa soffrire meno,
e non di certo quello che fa soffrire meno gli altri.
Anche nel mio caso, nel caso mio e di Bella, se avessi potuto scegliere, avrei
scelto di vederla stare bene, in salute, a scapito della vita del bambino. Ma
era davvero quello che faceva soffrire meno lei?
Mi scossi da quelle considerazioni che avevano occupato la mia mente e mi
avvicinai a Bella, sollevato nel vederla riposare così bene. Erano notti che
non la sentivo respirare così regolarmente e tranquillamente. Sembrava tutto
stranamente calmo, troppo calmo. Persino il russare di Jacob partecipava alla
creazione di quella pace surreale che respiravo in casa, come se tutto
l’affanno e la preoccupazione di poche ore prima, fossero improvvisamente
cessate.
Posai una mano sulla fronte di Bella, scostandole i capelli che le erano caduti
disordinatamente sul viso. Non sembrava avere la febbre, sembrava stare proprio
bene. Mi ritrovai ad osservare il rigonfiamento che si intravedeva dalla
coperta che la copriva.
Ormai non avevo più dubbi:Bella era il mio miracolo. Era riuscita a sconvolgere
il trascorrere della mia esistenza, mutandola finalmente in vita. Potevo dire
di non avere mai vissuto davvero, neppure durante i miei diciassette anni da
umano. Niente emozioni sconvolgenti, solo un futuro già prestabilito, prima
ancora della nascita, e una morte prematura, che aveva spazzato via in pochi
attimi ogni speranza. Ma non potevo dirmi sfortunato.
Forse prima di conoscere Bella avrei potuto pensarlo, ma ora…no, non più. Se
fossi tornato indietro, molto probabilmente, avrei fatto le stesse scelte. Non
sarei mai riuscito a pentirmi veramente di aver vinto le mie pulsioni pur di
stare con lei, mai. Lei era ciò che volevo.
Ma tutto questo discorso valeva per me, per lei il discorso era
diverso:indubbiamente le avevo complicato e reso difficile la vita.
Mi chinai, facendo una cosa improvvisa, istintiva, per la prima volta, senza
pensarci veramente. Appoggiai il mio capo sul suo ventre, ascoltando il battito
del cuore del bambino, del mio bambino, che faceva eco a quello di Bella.
Era davvero possibile iniziare ad amare quell’esserino
che cresceva dentro di lei?
Mi rialzai, provato dalla mia azione e dai miei pensieri. Non potevo lasciarmi
coinvolgere in quel modo. Avevo fatto una promessa a Bella:il bambino prima di
tutto, ma sapevo che non avrei potuto scegliere. Era una promessa destinata ad
essere infranta nello stesso istante in cui era stata formulata:per me, Bella
veniva prima di tutto.
E avrei fatto qualsiasi cosa per salvare lei, non il bambino.
“Torno dai Cullen”. Il pensiero di Seth mi
ridestò dai miei.
Mi faceva piacere che tornasse da noi, anche perché percepivo chiaramente
quanto amasse l’atmosfera che si respirava in casa nostra. Al contrario di
Jacob che, se non fosse stato per Bella, se ne sarebbe andato volentieri, Seth desiderava
passare del tempo con me, con Bella, con la mia famiglia.
Mi alzai e andai in cucina con l’intenzione di mettermi a cucinare. Mi sentii
in colpa nel lasciare Bella sola, ma ero rincuorato dal suo stato di salute.
Ero a pochi passi da lei, se si fosse sentita male, sarei corso subito in suo
aiuto.
Sicuramente Seth avrebbe avuto fame e speravo che anche Bella, al suo
risveglio, sentisse il desiderio di mangiare come aveva fatto la sera prima.
Era un bene che riuscisse a trattenere il cibo, significava niente più flebo,
almeno per un po’.
“Posso?”, sentii Seth chiedere mentalmente.
-Vieni Seth, sono in cucina-, dissi.
“Che profumo e che fame”.
-Sto cucinando-, spiegai,non appena lo sentii oltrepassare la porta.-Ho pensato
che dopo una notte di ronda avresti avuto fame-.
-Grande Edward!Ma hai preparato tutto tu?-, chiese guardandosi attorno.
-Sì…-, ammisi, un po’ imbarazzato della sua espressione stupita.
“Tu si che ci sai fare”, pensò.
-Prendi quello che vuoi, e porta qualcosa anche a Leah-,
dissi, cercando di essere gentile.
“Vado subito, anche se non credo che apprezzerà quanto me”, constatò con
una punta di amarezza.
Annuii, credendo se ne andasse. Invece lo sentii avvicinarsi cauto. “Magari
gli dà fastidio se glielo chiedo”.
-Che c’è Seth?Dimmi. Puoi chiedermi tutto-.
Mi guardò stupito.-Giusto, giusto. Ogni tanto mi scordo che leggi nel pensiero.
Non ti si può nascondere nulla-, osservò, schioccandosi nervosamente le dita.
-Cosa vuoi sapere?-,chiesi.
-Beh, mi chiedevo…Ma perché siete ancora qui?Perché non ve ne andate?Se non
sbaglio ci sono altri vampiri in Alaska…perché non avete portato Bella lì,
lontana da Sam?-, osservò giustamente.
Non avevo mai valutato concretamente la possibilità della nostra fuga. Molto
spesso avevo sentito Carlisle e i miei fratelli
pensarci, soprattutto dopo che eravamo stati avvertiti dell’attacco di Sam, ma
le condizioni di salute di Bella, troppo variabili, li aveva fatti desistere,
senza neppure tentare di propormi la cosa.
-Sarebbe troppo complicato. Carlisle, in questa casa,
ha tutto ciò che serve per Bella. Sarebbe impensabile trasferire tutto in
Alaska in breve tempo. E poi Carlisle lavora in
ospedale qui. Ha la possibilità di procurarsi ciò che gli serve, di comprare il
sangue per Bella. In Alaska sarebbe tutto troppo difficile-, osservai.-E poi
non voglio far muovere Bella. Sai anche tu quanto sono deboli le sue
condizioni, mutano velocemente. Non voglio farla viaggiare, stancare
inutilmente-, continuai, sperando di essere esauriente.
“Capito”, pensò.-Hai ragione. E’ la scelta migliore. Non dovete
preoccuparvi. Faremo di tutto per non far avvicinare Sam e gli altri-.
-Grazie Seth. E’ bello sapere che posso contare su di te-, ammisi sincero.
-E Jacob?Sono venuto a vedere se è vivo?E’ da un po’ che non si vede-, chiese.
-Sta ancora dormendo…Rose ormai non ne può più-, osservai.
-Edward?-, mi chiamò Bella dall’altra stanza. Mi ero
assentato da soli dieci minuti, possibile che avesse deciso di svegliarsi
proprio ora che era sola?Corsi da lei, sperando che stesse bene. Dieci minuti
non erano molti ma viste le sue condizioni, il suo stato di salute poteva aver
subito notevoli variazioni.
“Io vado. Ci vediamo dopo”, pensò Seth, portando con
sé del cibo per la sorella. Annuii distrattamente, mentre le rispondevo.
-Bella, amore, sono qui. Stavo cucinando, come stai?-, chiesi appoggiandole una
mano sulla fronte.
-Bene, credo. Mi sento anche riposata-, confermò, appoggiandosi sui gomiti per
sedersi. La aiutai a mettersi meglio cercando di constatare se ci fossero dei
cambiamenti delle sue condizioni.
-Rose?-, chiese, guardandosi attorno.
-Torna subito. Emmett e Jasper partono per il
Sudamerica in cerca di informazioni e Rose li sta salutando-.
Mi osservò triste.-Mi dispiace, io dormivo. Avrei voluto salutarli anch’io-.
-Non ti preoccupare di questo Bella-, dissi, prendendo il suo capo tra le mani
e stringendola al petto.-Staranno via solo per qualche giorno, non c‘è motivo
di dispiacersi. A proposito:hai fame?Ho preparato la colazione-, dissi
orgoglioso.
-Un pochino-, rispose, abbassando lo sguardo verso il suo ventre.-E credo anche
lui ne abbia parecchia-, disse, quasi pentendosi dell’affermazione, sempre
preoccupata di evitare di dire qualcosa che potesse ferirmi.
-Bene-, dissi,-allora vado a prendere qualcosa per entrambi. Tu cosa
vorresti?-, chiesi.
-Uova?-, sussurrò, alzando lentamente lo sguardo colpevole.
Le sorrisi.-Ho fatto le omelette. Ti vanno o preferisci le uova in qualche
altro modo?-, chiesi.
-No, no. Le omelette vanno benissimo-, rispose, cercando di stiracchiarsi.
- Stai male?-, chiesi, apprensivo come al mio solito.
-No, no. Sono solo un po’ intorpidita-, rispose, riportando le mani in grembo.
-Vuoi alzarti un po’?Camminare?Ti aiuto io-, proposi, cercando un qualsiasi
modo per vederla migliorare ulteriormente.
-Magari dopo aver fatto colazione-, disse.-Ho parecchia fame-, ammise.
-Aspettami qui, allora. Torno subito-.
Annuì, sorridendomi felice. Io tornai quasi subito con un piatto colmo di cibo
e con l’immancabile bicchiere di 0 positivo.
-Questo è per te…-, dissi porgendole il piatto con le omelette,-…mentre questo
è per il bambino-, conclusi dandole il bicchiere di sangue.
-Grazie-, disse sporgendosi verso di me e dandomi un bacio sulle labbra.-Questo
è da parte mia, mentre questo…-, continuò spostandosi sulla guancia per
lasciarci un altro bacio,-…è da parte del bambino-, concluse felice e
sorridente,riprendendo la mia affermazione.
Non potei fare a meno di rispondere al suo sorriso. Era una gioia vederla stare
meglio.
-E questo-, continuai io baciandola nuovamente sulle labbra,-è per farti sapere
quanto sono felice che tu stia meglio-. Arrossì, e nascose il suo viso
nell’incavo del mio braccio.
-Che c’è ?Ho fatto qualcosa che non va?- chiesi.
Alzò lo sguardo verso di me.-No, no. Anzi…Solo che…-.
-Solo che?-, chiesi curioso.
-Beh, ecco…Mi manca lo stare con te…Soli-, ammise arrossendo. Avevo capito
perfettamente cosa voleva dire. Anche a me mancava, anche se non potevo
dimenticare che era stato lo stare con lei in quel modo che l’aveva
ridotta in quello stato.
-Anche a me. Non ci pensare. Vedrai che avremo modo di recuperare-, dissi,
stringendola piano. Non potevo saperlo, ma cos’altro potevo dirle?
-Ora mangia, altrimenti diventa freddo-, dissi serio.
-Agli ordini-, scherzò.
In quel momento Seth entrò di nuovo in casa. Non l’avevo sentito, troppo
attento a badare a Bella. Anche Carlisle, Esme, Rosalie e Alice ritornarono nel salone. Rose corse al
fianco di Bella, notando nel frattempo la presenza di Seth.”Un altro cane?Noo..”.
-Come stai tesoro?-, chiese, ansiosa, rivolgendosi a Bella.
-Bene, grazie Rose. E ho fame. Per fortuna che Edward aveva già preparato un
sacco di cose-.
“Che fortuna!!”, pensò Rose sprezzante.
-Ciao Seth-, salutarono assieme Alice e Carlisle, mentre Esme gli sorrise
dolce.
-Ciao..-, borbottò lui in risposta.-Sono venuto a vedere se Jacob si è
finalmente svegliato, ma mi sembra proprio di no…-.
-Beh…visto che sei qui, prendi qualcosa da mangiare-, disse Esme
dolcemente porgendogli un piatto.-Edward ha cucinato
stamattina. Sono sicuro che sarebbe felice se tu facessi colazione, qui con
noi-.
Seth rise.-Sicuro, volentieri. Ero qui mentre cucinava e non so come sono
riuscito a trattenermi dal divorare tutto-, disse, mentre si recava in cucina
per riempite il piatto. Tornò quasi subito.
-Ah…grazie dei vestiti, sono perfetti. Lì ho trovati qui fuori e ne ho
approfittato. Jacob mi ha detto che erano per noi…-, osservò. Aveva già
ringraziato me, ma mi faceva piacere che avesse rinnovato il ringraziamento
anche ad Esme.
-Hai fatto benissimo Seth. E'piacere fare quel che posso per aiutarvi-, rispose
Esme, contenta del ringraziamento di Seth.
-Buono questo…-, disse con la bocca piena, divorando un tortino alla cannella.
Bella rise.-Mangia piano Seth-, lo rimproverò, prima
di rivolgersi a Alice.
-Come va?-, chiese.-Mi dispiace che ti faccio venire mal di testa-, si scusò
Bella mentre beveva dal suo bicchiere.
-Bella, non ti preoccupare.Finché Jacob o Seth sono
qui va meglio. Tramortiscono il mio male-, osservò, sedendosi ai piedi di
Bella.-Devi tornare a star bene. Mi manca la mia sorellina e non sopporto di
vederti così trascurata-, disse scherzando. Bella rise e le accarezzò i
capelli.
-Avrai tutto il tempo per farmi diventare matta con i tuoi vestiti-.
-E’ quello che spero. Come minimo, dopo avermi fatto soffrire tutto questo mal
di testa-.
Bella rise ancora, facendo una faccia terrorizzata in seguito alla minaccia di
Alice.
-Edward?-, mi chiamò, subito dopo distogliendo la sua
attenzione da mia sorella.
-Dimmi Bella?-, risposi preoccupato.
-Avrei un po’ di freddo…-, disse con aria affranta. Le dispiaceva farmelo
notare, perché significava che dovevo allontanarmi da lei.
-Non ti preoccupare-, dissi spostandomi e porgendogli una coperta.
“Ci sono sempre io se ha bisogno…al posto di Jacob”, osservò Seth,
cercando di essere, come sempre, d’aiuto.
-Ci sono io Bella. Vengo a sedermi vicino a te-, propose Seth timidamente.
-Buona idea-, osservò Bella, spostandosi per fargli posto.-Sei il mio vice-Jacob-, concluse sorridendo. Seth ricambiò il sorriso
e, con la bocca piena e senza lasciare il suo piatto, si sedette vicino a
Bella, circondandola con un braccio.
Ero felice. Bella sembrava essersi ripresa bene dopo la rottura della costola.
Le sue condizioni non erano minimamente paragonabili a quelle di pochi giorni
prima.
-Ehi, dormiglione…finalmente. Era ora che ti svegliassi Jake-,
scherzò Seth, rivolgendosi a Jacob che, finalmente, si era svegliato.
“Che ci fa qui il moccioso?”, pensò, strascinandosi verso di noi.
- E’ venuto a vedere come stavi-, mi affrettai a dire, quasi mi sentissi in
dovere di giustificare la sua presenza , -e Esme l’ha
convinto a fermarsi per fare colazione-.
-E’ vero. Sono venuto a vedere se ti eri svegliato. Era da un po’ che non ti
trasformarvi, e Leah era preoccupata. E poi non
potevo perdermi la colazione di Edward…è un cuoco fenomenale-, disse.
-Grazie-, risposi, al complimento di Seth.
“Cos’è quel braccio attorno a Bella…?”. Jacob sembrava geloso…di Seth.
Continuava a fissare Bella, e il braccio attorno alle sue spalle.
-Stiamo cercando di mantenere costante la temperatura di Bella. E ora aveva
freddo, quindi…-, risposi al suo pensiero mentale di poco prima.
“Non me ne importa. Bella non è mia…”, pensò evidentemente urtato dalla
situazione.
“Oh…Oh…allarme lupo geloso…lupo geloso”, pensò Seth allegramente e
spostò il braccio dalle spalle di Bella concentrandosi sul cibo che teneva in
grembo.
-Leah dov’è?Sta facendo il giro di perlustrazione?-,
chiese Jacob avvicinandosi al divano.
-Tranquillo Jake.Sta tenendo sotto controllo la
situazione. Se c’è qualche problema, ci avverte-, concluse Seth.
-Bella amore?Come va-, chiesi, ignorando la conversazione tra i due lupi,
vedendola mangiare e bere di gusto.
-Bene Edward, non ti preoccupare. L’omelette è buonissima-, disse, continuando
a mangiucchiare.
Spostai lo sguardo su Jacob che sembrava essersi, finalmente, accorto di Bella.
-Come va?La costola?-, chiese, avvicinandosi al divano.
-Bene, bene. E fasciata talmente bene da non farmi male-. Alzai lo sguardo al
cielo per la sua risposta:aveva il vizio di minimizzare sempre tutto.
-Cosa bevi?-, chiese.-0 positivo?-, continuò sarcastico.
Bella gli mostrò la lingua, proprio come una bambina. Sì, era una gioia vederla
leggermente più in forze e vederla scherzare. Mi riempiva il petto di una nuova
forza e di una nuova speranza.
-In cucina c’è un sacco di cibo per fare colazione. Vai a mangiare Jake, avrai fame-, intervenne Seth.
-E Leah, ha mangiato?-, chiese, con l’intento di
farlo sentire in colpa. Sembrava geloso, invidioso del fatto che avesse preso
il suo posto durante le sue ore di riposo.
-Le ho portato qualcosa prima. Ma ha detto che preferiva cacciare. Non so come
abbia fatto a resistere. Questo tortino è fenomenale…-, osservò continuando a
mangiare e incrociando il mio sguardo, in segno di ringraziamento.
-Ah…Ok. Vado a caccia con lei, allora-, rispose Jacob, chiaramente infastidito,
voltandosi per andarsene. Seth sospirò, incapace di capire il motivo della sua
irritazione.
“Caccia?Ora provo a parlargli”.
-Jacob, avresti un minuto?-, chiese mio padre prima
che se ne andasse.
“Il dottore…non essere infastidito, fai il gentile Jacob”, pensò prima
di rispondere.
-Sì, certo-, rispose.
-Io e la mia famiglia abbiamo bisogno di nutrirci, ma capisco anche che non sia
uno dei momenti migliori per farlo. Credi che con Sam ci saranno problemi se ci
spingiamo oltre il perimetro?Non vogliamo creare guai a nessuno. Tu cosa
faresti?-, chiese gentilmente.
“Che domanda?Che ne so?Ma Sam…forse è meglio metterli in guardia…”.
-Beh. Sembra che Sam per il momento abbia deciso di fare una tregua ma credo
che il patto non valga più, almeno nella sua testa. Vi crede una minaccia, e
non si farà molti scrupoli. Ma credo anche che non si allontanerà troppo da LaPush. La sua priorità è comunque proteggere la sua gente.Quindi cacciate tutti assieme e di giorno-, disse,
immaginando il comportamento di Sam al riguardo.
-Cercate di essere veloci e di allontanarvi il più possibile, ma non credo sia
un problema per voi vampiri-, osservò infine.
-Ma non possiamo lasciare Bella da sola, indifesa mentre noi andiamo a
cacciare-, osservò mio padre. Certo che no!Io sarei rimasto con lei. Non avevo
bisogno di nutrirmi, non ancora.
-Ci siamo noi. Se dovesse venire il branco ad attaccarla sapremo come
difenderla-, osservò infastidito Jacob.
-Jacob, sicuramente sareste in grado, ma sarebbe
troppo difficile per voi-, osservò dispiaciuto mio padre.
-Sarebbe un problema nostro, non tuo-, rispose.
-No,no…faremo in modo che non sia necessario. Usciremo in gruppi da tre, è la
cosa migliore-, rifletté.
-Credo che separarvi non sia una buona idea-.
-Abbiamo altre doti per compensare l’inferiorità numerica. Edward potrebbe
essere sempre uno dei tre e garantirci la sicurezza nel raggio di qualche
chilometro-.
Mi voltai sconvolto verso Carlisle.Cosa stava
dicendo?No, non mi sarei mai, mai allontanato da Bella.
“Forse non è una buona idea”, pensò mio padre dopo aver incrociato il
mio sguardo minaccioso.
-O comunque troveremo un altro modo-, si affrettò a dire.-Alice tu potresti
darci una mano?Sapresti indicarci quale percorso evitare?-, chiese mio padre.
-Certo, certo. Basta evitare quelli che scompaiono dalla mia mente-,osservò.
Mi rilassai. Non volevo avere il rimorso di non aiutare la mia famiglia durante
la caccia, ma non volevo neppure essere costretto ad allontanarmi da Bella, che
si era accorta del mio irrigidimento e aveva preso ad accarezzarmi la mano.
-Altre domande?Altrimenti io vado-, disse infine Jacob.-Ti aspetto verso sera.
Riposati, dormi e ci vediamo dopo-, concluse, rivolgendosi a Seth, prima di
andarsene.
-Sì, sì. Finisco di mangiare e ti raggiungo subito, sempre che…Bella tu hai
bisogno di me?-, chiese.
-Esistono le coperte-, intervenne Jacob infastidito prima che Bella potesse
dare la sua risposta.
-Tranquillo Seth, io sto bene-, concluse infine lei.
In quel momento entrò mia madre, tenendo in mano un grande piatto colmo di
cibo, con tutta l’intenzione di offrirlo a Jacob.
-Jacob-, iniziò piano, quasi avesse paura di
lui.-Capisco che mangiare qui non sia una bella cosa per te. Non puoi far
ritorno a casa e la colpa è solo nostra. Vorrei esserti utile:prendi un po’ di
cibo da portare con te-.
“E’…E’…non può essere un vampiro-, pensò Jacob, prima di arrendersi allo
sguardo dolce e supplichevole di Esme e accettare il
piatto che gli porgeva.
-Grazie-, disse.-Lo dividerò con Leah, se ha ancora
fame…-.
“Lo lascerò nel bosco, da qualche parte. Ma devo accettare…mi dispiace se ci
rimane male. Cavolo il succhiasangue…Edward vedi di
non dire niente a tua madre, non voglio che ci rimanga male”, osservò.
Capivo…capivo che per lui fosse difficile accettare e fosse strano il
comportamento di mia madre, ma gli ero grato che cercasse di essere sempre
gentile e cordiale. Annuii, in risposta al suo sguardo.
-Grazie Jacob-, rispose mia madre, prima di sparire
con Carlisle.
Era chiaramente turbato e imbarazzato dall’atteggiamento di mia madre,
chiaramente spiazzato dalla sua duale natura:mamma-vampira.
-Torni dopo Jake?-, chiese Bella, piena di speranza.
-Ci penserò-, rispose bruscamente. Aveva bisogno di uscire da casa nostra. Era
innervosito e confuso.
-Potrei avere bisogno di te…e se ho freddo?-, chiese, cercando di far leva sul
senso di protezione che anche lui provava verso di lei.
-Forse-, disse, ma era chiaro che sarebbe tornato. Almeno per me.
-Jacob?-, lo chiamò ancora mia madre.
“E adesso cosa vuole?”.
-Ho lasciato una cesta di vestiti per Leah in
veranda. Potresti portarglieli?-, chiese.
“Anche questo devo fare?”.-Anche…-, borbottò, senza aggiungere altro.
Probabilmente aveva terminato la scorta di pazienza e buone maniere e per
evitare di essere scortese corse via, verso la foresta.