Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: steffirah    14/08/2018    2 recensioni
Sakura va avanti con la sua quotidianità, convinta di avere già tutto ciò di cui ha bisogno, nonostante sembri esserci un piccolo vuoto da riempire nella sua vita. Prova a farlo acquistando un libro per bambini, cercandovi una risposta, ed effettivamente sarà proprio esso a dargliela, facendole conoscere l’amore. Così nel corso di un anno, a partire da un incontro avvenuto casualmente in un treno, capirà di aver finalmente trovato quel pezzo che le mancava.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Kinomoto, Syaoran Li, Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Giochi e sorprese

 
 
È soltanto adesso, mentre faccio la doccia nell’appartamento di Syaoran-kun, dove lui vive completamente solo, che la realizzazione si fa spazio nella mia perennemente nebbiosa mente, rendendola chiara e limpida come una sorgente.
Dunque, questo pomeriggio sono venuta qui per potermi far allenare da lui, il che è stato chiaro fin dall’inizio non appena mi ha adocchiata all’ingresso con la tuta che stavo indossando. I miei progetti erano giocare al pocky game una volta finito, essendo oggi, 11 novembre, il pocky day, e poi andarmene a casa felice e contenta, dove mi sarei lavata con calma e sarei andata a dormire con un sorriso appagato. E invece il tempo ha voluto mettermi i bastoni tra le ruote, facendo ricomparire una delle mie grandi debolezze, per cui è stesso qui che devo ripulirmi dal sudore, per poter indossare per la seconda volta gli abiti di Syaoran-kun e successivamente cenare e dormire insieme…
Lo so che non è la prima volta che lo facciamo e quindi la mia agitazione sembra del tutto ingiustificata, ma è la prima volta che entro, completamente, nella sua vera e propria intimità. Sto usando il suo bagno, lo stesso che utilizza ogni giorno e poi dormirò nel suo letto, quello in cui dorme tutte le notti! E cenerò finalmente con lui alla sua tavola e poi probabilmente ci metteremmo sul suo divano e per la prima volta farò il pocky game – che soltanto dai tempi del liceo ho cominciato a fare con Tomoyo-chan – con un ragazzo!
Sbatto con la fronte contro la parete, cambiando il getto d’acqua in fredda sperando che mi rinfreschi le idee, ma è troppo fredda e mi sfugge un grido, per cui la chiudo immediatamente, spostando verso di me tutto il vapore che si è addensato nell’aria, lasciando che il mio corpo lo assorba tutto.
Sento dei colpetti alla porta e Syaoran-kun accertarsi dall’altro lato che tutto stia apposto.
«S-sì, va tutto bene!», alzo la voce per farmi sentire, avvolgendomi immediatamente nell’asciugamano, tirandomi degli schiaffetti sulle guance.
«Non sarai mica scivolata?»
«N-no!»
Afferro il pigiama che mi ha prestato, stringendomelo al petto, posandomi un altro asciugamano in testa e apro la porta, trovandomi così a pochi centimetri dal suo volto. Sorrido tirata, trattenendo il fiato, vedendomi fare testa e muro anche nella mia mente, dandomi della deficiente. Congratulazioni, Sakura. Rilassati, ti ha già vista in asciugamano, non è nulla di nuovo, nulla di nuovo…
«Davvero non sei caduta? Hai rosso qui.», nota, toccandomi la fronte.
«Ah, eh, nulla di grave, è stato un incidente di percorso, hehe», ridacchio nervosa, agitando le braccia e, di conseguenza, facendomi sfuggire il pigiama. Mi abbasso istantaneamente per riprenderlo, ma quando mi rialzo trovo Syaoran-kun voltato alla sua sinistra, con la mano a coprirsi bocca e naso, mentre le sue orecchie sono in fiamme. Un attimo. Non ha visto niente… Non ha visto niente, vero?!
Gli volto le spalle, portandomi l’asciugamano piccolo in faccia, nascondendomi, morendo di imbarazzo. Lo sento schiarirsi la gola e prendere un respiro, per poi spingermi via.
«D’accordo, Sakura, tocca a me. I tuoi vestiti -»
«Li ho già messi nella lavatrice, ma non l’ho ancora fatta partire!», esclamo con voce ovattata dalla stoffa.
«Bene, io ho finito di preparare il riso al curry. Puoi cucinare tutto ciò che desideri. A tra poco.»
Sento la porta del bagno sbattere e corro via nella sua stanza, sentendomi impazzire, sbattendo i piedi a terra. Cielo, che vergogna!
Prendo diversi respiri profondi, decidendomi finalmente a vestirmi, e sorrido divertita nel vedere quanto mi va grande il suo pigiama. Mi guardo intorno, aprendo poi il mio zainetto e togliendovi il laccio, avvolgendomelo attorno alla vita per tenermi su il pantalone, notando che va meglio di quanto mi aspettassi. Evidentemente dopo tutti questi anni in contatto con Tomoyo-chan devo aver sviluppato un certo senso per la moda. Abbasso la maglietta, arrotolandomi le maniche fino al gomito mentre passo in cucina, poggiando nel tragitto l’asciugamano bagnato su un mobile fuori il bagno, e mi strofino i capelli chiedendomi intanto cosa potrei preparare.
Tolgo il coperchio dalla pentola del riso ancora fumante, inalandone l’odore speziato che mi fa venire l’acquolina in bocca. Mi viene un’idea e comincio a cercare per vedere se Syaoran-kun ha tutti gli ingredienti e, trovandoli, decido di provare a cucinare le polpette di pesce assaggiate a Hong Kong. Cerco la ricetta su internet e la seguo in ogni passaggio, facendo attenzione con la frittura, stando a debita distanza dall’olio. Sto per assaggiarne una dopo aver atteso che si freddasse quando Syaoran-kun mi compare alle spalle, anticipandomi.
«Non mi aspettavo sapessi cucinarle!»
«Neppure io!», ammetto, voltandomi, vedendo che ha dimenticato di portarsi un asciugamano. È senza speranze.
Tolgo il mio, ponendolo sulla sua testa, strofinando con energia.
«Asciugati i capelli.», lo rimprovero.
«Va bene, va bene.», si mostra arrendevole, ma quando sta per tornare in bagno mi trascina con sé.
«A-aspetta, devo -»
«Anche tu devi asciugarli.», me li indica, fermandosi a prendere il phon.
Attacca la spina e lo accende voltandolo verso di me, facendomi volare i capelli in tutte le direzioni. Tento di rimetterli a posto con le dita, invano, ma mi faccio sfuggire una risata. Glielo tolgo dalle mani per ricambiare, rivolgendo il getto d’aria sulla sua testa e lui chiude gli occhi, con le labbra che si stendono in un sorriso. Mi sposto dietro di lui, sbirciando la sua espressione dallo specchio, quasi sciogliendomi. Gli pettino i capelli con le dita, sentendomi felicissima nel fare questa nuova esperienza – quando feci lo stesso con la febbre non conta, anche perché all’epoca a malapena ci conoscevamo. Sembra essere trascorso così tanto tempo….
Persa nei miei nostalgici ricordi non mi accorgo che i suoi capelli sono asciutti finché Syaoran-kun non si volta a fronteggiarmi, togliendomi l’utensile dalla mano per posarlo, passandomi anche le sue dita tra le ciocche asciutte. Di nuovo, mi sento come burro dimenticato sotto al sole. A tal proposito…
«Ho dimenticato le polpette sul fuoco!»
Io e Syaoran-kun ci guardiamo terrorizzati, temendo già il peggio, affrettandoci trafelati in cucina, ma per fortuna nulla si è bruciato – soltanto un lato è uscito più annerito che dorato rispetto all’altro, ma spero possa essere ancora commestibile.
Ci prepariamo per cenare e ci sediamo stavolta l’uno di fianco all’altro, cominciando a mangiare, trovando tutto squisito. Non so come ma giocando e scherzando finiamo anche per imboccarci a vicenda e mi sento così deliziata a fare tutte queste cose da coppiette. Questa, probabilmente, è la vera e pura felicità.
Appena finiamo lo aiuto a sparecchiare e pulire e poi ci sediamo sul divano – dopo che vado a prendere il pacchetto di pocky dalla borsa, nascondendolo dietro la schiena.
«Pronto al prossimo gioco?», chiedo, incrociando le gambe sul cuscino e lui imita la mia posa, dandomi una risposta affermativa. «Ta-dan!», canticchio, mostrando ciò che nascondo.
Lui mi toglie il pacchetto dalle mani, guardandomi con incertezza.
«Non conosci il pocky game?!» Sono sconvolta! Il kabe-don è comprensibile, ma questo è conosciuto ovunque!
«Non ne sono molto sicuro.», tituba. «In cosa consiste?»
Apro il pacchetto, prendendo un bastoncino, spiegando: «Io mangio un’estremità e tu l’altra, finché non arriviamo al centro.»
«E poi lo spezziamo facendo “pokki”?», ipotizza.
Scoppio a ridere, negando, chiedendomi come sia giunto ad una conclusione simile.
«Allora è una sfida per vedere chi resiste più a lungo?»
«È molto più semplice di così. Ti faccio vedere.»
Gli passo il bastoncino e non appena lo mette in bocca, dopo averlo osservato a lungo quasi stesse analizzando un alieno, lo ammonisco a non spezzarlo. Mordo l’altra estremità e lo mangio poco alla volta, fino a raggiungere le sue labbra. Mi allontano sperando che sia stata una dimostrazione efficiente e lo trovo a guardarmi basito. Ingoia il suo pezzettino, chiedendo: «Quindi… finisce con un bacio?»
«Se non ci allontaniamo prima.», confermo.
«E dobbiamo finirli tutti?»
Abbasso lo sguardo sui bastoncini, realizzando solo ora che ne sono tantissimi.
«Magari soltanto una parte, i restanti possiamo mangiarli normalmente o conservarli.», rispondo, cominciando ad imbarazzarmi. Non l’avevo minimamente preso in considerazione.
«D’accordo, possiamo farcela.», decreta fiducioso.
Che mi passi un po’ del suo coraggio!
Alzo la testa e stavolta sono io a mordere per prima l’estremità al cioccolato, lui quella al biscotto. Ci guardiamo negli occhi e attendo che lui faccia la prima mossa, ma sembra essersi pietrificato. Hoeee, perché?? Poi capisco. Se ci guardiamo negli occhi è più difficile perché vedo quanto è vicino e il sangue mi sale inevitabilmente alla testa, mentre prima non ci stavo prestando troppa attenzione. Però anche se abbasso lo sguardo esso mi cade inevitabilmente sulle sue labbra, che sono altrettanto vicine, e così non semplifico nulla, anzi ingarbuglio maggiormente la mia mente e il mio stomaco. Non è tanto per il bacio che ci aspetta – sebbene sia comunque emozionante –, quanto per il fatto che non abbiamo mai condiviso il cibo così. D’accordo, chiuderò gli occhi.
Abbasso le palpebre e comincio a mordere il pocky, anche perché ormai la cioccolata mi si è già sciolta sulla lingua, e evidentemente anche Syaoran-kun ha cominciato a muoversi, perché finalmente giungiamo all’ultimo step e lui preme le sue labbra contro le mie, mettendoci più pressione di quanto mi aspettassi. Riapro gli occhi soltanto quando si allontana e così lo trovo con il volto nascosto tra le ginocchia, a sbattere i piedi sul cuscino della seduta, mugolando tra sé.
«Syaoran-kun?», richiamo la sua attenzione, ma lui sembra non sentirmi e quando mi avvicino lo sento bofonchiare ad una velocità impressionante, facendo spesso il mio nome. «Puoi ripetere?»
«Non se ne parla, è troppo imbarazzante!»
Alza la testa di scatto, con gli occhi lucidi. Sembra così felice.
«Però voglio saperlo…», mi lamento. Soprattutto se è qualcosa che mi riguarda.
«Copriti le orecchie.» Faccio come dice e lui riprende fiato, prima di esclamare in un unico respiro: «Sakura è al mio appartamento, Sakura si è fatta la doccia qui e indossa i miei vestiti e ha cucinato per me e abbiamo cenato insieme e ora stiamo facendo questo gioco e che sia divinizzato chi l’ha inventato perché Sakura e la cioccolata sono un’accoppiata vincente, cosi come lo sono Sakura e i miei vestiti e non posso crederci che adesso Sakura è qui davanti a me e ci stiamo baciando e i nostri baci sanno di cioccolato che è il mio cibo preferito e Sakura è la mia persona preferita e le sue labbra sono così buone e morbide e deliziose e mi sento così felice che probabilmente sto sognando!»
Riprende fiato, guardandomi imbarazzato attraverso le dita e ipotizzo che probabilmente lo sto fissando paonazza, ma poi sussurro in tono flebile: «Se questo è un sogno, Syaoran-kun, allora non voglio più svegliarmi.»
Lui spalanca gli occhi, abbassando le mani, per poi prendere un altro bastoncino e proporre timidamente: «Continuiamo?»
Annuisco imbarazzata, ma alla fine proseguiamo col gioco un po’ seriamente, un po’ cambiandone le regole, rendendolo più complicato usando più bastoncini alla volta, cominciando da due, aggiungendone ogni volta uno sino ad arrivare a quattro, finendo così col renderci del tutto ridicoli adesso che abbiamo le labbra totalmente sporche di cioccolata. Imbrattarsi così non è del tutto male, sembra quasi di essere ritornati bambini, soltanto che a saperlo prima che questo sarebbe stato l’esito del gioco avrei preparato dei fazzoletti in anticipo.
Sto per alzarmi per andarli a prendere ma Syaoran-kun mi tira per una manica, attirandomi a sé, facendomi finire con la tempia contro la sua spalla. Mi prende il viso in una mano, alzandomi la testa, rubando nuovamente le mie labbra. Stavolta, però, mi accorgo che il suo modo di baciarmi è diverso da prima, oserei definirlo più… passionale… Ed è ancora più evidente quando apre la bocca, leccandomi, seguendo la linea delle mie labbra. Schiudo le mie, volendo fare altrettanto e, come tanto tempo fa, le nostre lingue si incontrano e non appena accade sento un incendio divampare in me. Mi stringo a lui con tutta me stessa, infilando le dita tra i suoi capelli, ma mi pietrifico appena lo sento lamentarsi. Mi stacco di scatto, portandomi la mano sulla bocca, scusandomi mortificata.
«Non volevo morderti! Giuro, non era mia intenzione, non volevo farti male!»
Mi vengono le lacrime agli occhi, sentendomi una screanzata, ma lui sorride, scuotendo la testa.
«Non mi hai fatto male.», mi rassicura, dandomi dei buffetti in testa. Se questa è la mia punizione è ben accetta.
«Sul serio, non so perché lo faccio.», ribadisco in tono lagnoso e lui ipotizza:
«Sarà istintivo. Anche io a volte con te faccio cose senza accorgermene, come quando ho preso il sopravvento poco fa o anche quando eravamo al ryokan. Non so se a te può far piacere.»
«Certo che mi fa piacere! Se non lo volessi ti rifiuterei, ma… sono cose che fanno piacere anche a me…»
Abbasso lo sguardo, imbarazzata per quella rivelazione e Syaoran-kun non dice più nulla per un minuto buono, finché non vedo che si pulisce quel poco di cioccolata rimasta con una mano, prima di alzarsi a prendere i fazzoletti. Me li porge e mentre faccio altrettanto lui si abbassa dinanzi al televisore. Poso il pacchetto ai miei piedi e dopo che ha inserito un dvd spegne le luci, tornando a sedersi vicino a me.
«Avevo quasi dimenticato la sorpresa.», sorride e alla luce flebile dello schermo il suo ghigno sembra quasi maligno.
«Vediamo un film?»
«Esatto.» Sembra che si trattenga dal ridere, ma sorvolo su questo dettaglio.
«Che film è?»
«Non te lo dico. Ti basti sapere che è un film in cinese, così sei più concentrata.»
«Fermi tutti.» Gli infilzo le unghie nel braccio, proprio mentre comincia la musichetta introduttiva con le prime arie tenebrose. «Hai scelto di farmi vedere un film horror?», chiedo in tono isterico.
«Perfetto con quest’atmosfera, non trovi?»
Sorride angelicamente, in maniera molto simile a come fa spesso Tomoyo-chan dopo aver meditato qualche piano malvagio.
«Tu sei veramente sadico!»
Tento di fuggire ma lui mi agguanta prontamente, prevedendolo, stringendomi tra le sue braccia.
«Rilassati, Sakura, è molto più bello di quel che potresti pensare.»
«Possessioni e fantasmi hahahaha bellissimo!», rido, prossima ad un attacco di schizofrenia.
«Dai, puoi starmi abbracciata.», concede, come se per lui fosse un grande sacrificio.
Lo spintono via, volgendo la schiena allo schermo, decidendo: «Te lo vedi tu.»
«Ma così non è peggio?»
Scuoto la testa, fissando il soffitto per diversi minuti, sforzandomi di non ascoltare la colonna sonora inquietante che sale in un crescendo d’ansia e angoscia, finché non odo il primo urlo e, terrorizzata, nascondo la testa sotto il braccio di Syaoran-kun. Lo sento ridacchiare e lo fulmino, provando ora una grande empatia con Chiharu-chan per tutte le volte in cui ha tentato di strozzare Yamazaki-kun. È proprio quel che si meriterebbe. Anzi, quasi quasi lo prendo seriamente a morsi.
«Non è affatto divertente.», sibilo risentita.
«Sei uno spasso, te lo posso garantire.», ride ilare e stavolta non mi trattengo dal saltargli al collo, mordendolo sul serio.
«Questa volta era fatto apposta.», lo rendo consapevole, ringhiando arrabbiata.
Lui sorride, pizzicandomi il naso, tirandomelo per dispetto.
«Ma non sei più spaventata, giusto?»
Ora che me lo fa notare, no.
Sposto lo sguardo sul televisore, realizzando adesso che l’audio è scomparso, individuando in un angolino un altoparlante sbarrato.
«Hai messo muto?», chiedo confusa, rimettendomi seduta, seguita da lui.
«Perché è esattamente l’audio a farti paura.», risponde saccente. Forse l’avrà ricollegato alla mia paura dei rombi dei tuoni? «Quindi faremo il terzo gioco di oggi.»
«Il terzo gioco?»
«Sì. Inventeremo noi le battute dei personaggi.»
Lo metto subito al corrente della mia scarsa fantasia ma lui sembra non farsene un problema e, in qualche modo, riusciamo a creare un dialogo insensato, incoerente ed esilarante, tanto che alla fine ridiamo come due matti e durante i titoli di coda ci stiamo ancora scompisciando dalle risate. Tra una cosa e l’altra abbiamo anche fatto una battaglia di spade con i pocky, venendo puntualmente disarmata, tranne una volta – e ho gioito per un quarto d’ora buono per quella mia imprevedibile vittoria.
Dopo che si spegne lo schermo Syaoran-kun si rialza per riaccendere la luce, portandosi una mano sul collo laddove l’ho morso e propone: «La prossima volta un film sui vampiri?»
«Perché no?», sghignazzo.
Se è sempre così potrei prenderci gusto e vedere film horror diventerebbe un grandissimo diletto.
Mentre lui mette a posto il disco vado per prima in bagno, dove Syaoran-kun mi fa già trovare uno spazzolino non ancora utilizzato. Mi lavo rapidamente, scambiandomi poi con lui e intanto raggiungo la sua stanza. Adocchio il suo letto e deglutisco a fatica, prendendo un respiro, ripetendomi più volte che devo essere ardita e baldanzosa. Mi ci avvicino lentamente, preparandomi psicologicamente, finché Syaoran-kun non mi ci spinge sopra, attaccandomi col solletico. Scoppio a ridere in maniera sguaiata, dimenandomi a destra e sinistra, scalciando in aria, implorandolo di smettere e lo fa soltanto dopo che glielo dico dieci volte, quando stanno per sgorgarmi le lacrime dagli occhi. Mi fissa divertito e mi dà un rapido bacio, che ora sa di menta fresca, prima di spostarsi al suo lato del letto, spegnendo la luce.
«È comodo?», si accerta, dopo che ci siamo entrambi messi sotto le coperte, lui coprendosi di nuovo fin sopra le orecchie, voltandosi al mio lato.
«È caldo e morbido.», confermo, chiudendo gli occhi, lasciandomi sopraffare dalla stanchezza.
Sento la sua mano prendere la mia e stringerla delicatamente, per cui ci appoggio la fronte contro, trovando una posizione comoda.
«Oyasumi nasai, Syaoran-kun. Grazie per oggi.», mormoro, con la coscienza che già sta scivolando via.
«Di nulla, Sakura. Oyasumi.», lo sento sussurrare, non udendo più altro.




 
Angolino autrice:
Buongiorno! Perdonatemi, ieri ho dato per scontato che lo sapeste e non ho spiegato che "kabe" significa "muro".
Nel capitolo di oggi troviamo i pocky, che sarebbero i "mikado" da noi, e il "pokki" che dice Syaoran sarebbe una sorta di suono onomatopeico che indica qualcosa che si spezza (me le invento tutte).
Traduzione: oyasumi (nasai) = buonanotte.
A domani - spero - col prossimo capitolo! 
  
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