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Autore: whitemushroom    15/08/2018    2 recensioni
La storia della nascita e della caduta dell'amicizia tra i due criminali più famosi di Gotham narrata attraverso scorci delle loro esistenze, intrappolate nella rete di un feroce gioco degli enigmi che ammette soltanto un vincitore.
Avvertenze: spoiler della 3x15 e di tutti gli episodi ad essa precedenti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Edward Nygma, Oswald Cobblepot
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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“Noto che non hai perso lo smalto”
“Avrei dovuto?”
Oswald si stiracchia senza alcun ritegno. Ed detesta ammetterlo, ma l’uomo seduto di fronte a lui è l’unico in grado di tenergli testa, quella minuscola caricatura a metà tra l’uomo ed il volatile che sembra nata solo per farlo impazzire.
Osservandolo di sottecchi, ancora zuppo e con addosso l’odore del molo di Gotham, Ed si domanda se, nella sua vita, sia entrata prima la pazzia o prima Oswald Cobblepot, oppure se siano entrambe due facce di una medaglia che gli si è stretta intorno al collo fino a trascinarlo nell’abisso.
L’unica cosa certa è che non riesce in alcun modo a farne a meno. “Percepisco ogni tuo movimento, conosco ogni tuo pensiero. Sono con te dalla nascita, e ti guarderò marcire”.


Il sangue non vuole saperne di fermarsi.
Lavarsi con quell’acqua che odora di fogna è un modo praticamente infallibile di prendersi una setticemia.
Cinque giorni.
Non ne resisterà altrettanti.
Non quando quel pazzoide che si crede l’angelo sterminatore del Dio delle Pulci gli ha rifilato un pugno in piena faccia perché riteneva blasfema la montatura dei suoi occhiali.
“Qualcuno ha bisogno di una mano?”
Ed inizia a tremare.
È l’altro Ed. L’Ed che vive nel riflesso dello specchio. “Tu … tu te n’eri andato!”
“Ma io sono il tuo migliore amico, Ed!” gli risponde l’altro. È bellissimo, pulito, ed anche nella puzza delle latrine di Arkham è ben rasato e vestito come se dovesse andare al galà della Wayne Enterprise. “E i veri amici si vedono nel momento del bisogno, a differenza di quell’uccellaccio storpio!”
“Oswald non mi lascerà marcire qui dentro”.
“Lo ha già fatto, Ed. Fidati, è troppo preso nella sua candidatura a sindaco per occuparsi di un patetico omuncolo come te con un bell’omicidio sulla fedina penale. Gli rovineresti l’immagine!”
E ride.
Ed vorrebbe avere quella sua bellissima risata. Era un po’ che non la sentiva tintinnare dentro di sé: in effetti, da quando Oswald era entrato a gamba tesa nella sua esistenza, l’Ed dello specchio non si era più fatto vedere. Fino a quel momento.
Giusto.
È di nuovo solo.
Oswald non verrà mai a prenderlo. Lui stesso non verrebbe a prendersi.
“Visite per te, Nygma”. Non si era nemmeno accorto del secondino sovrappeso che lo sta fissando con un rivolo di senape che ancora gli pende da un lato della bocca. “Non capisco perché il futuro sindaco voglia parlare con un rifiuto della tua risma, ma … bah, è nella sala colloqui”.
Prima ancora di realizzare cosa stia succedendo Ed si ritrova fuori, col cuore in gola e le gambe che scalpitano per uscire dal bagno.
Si volta verso lo specchio, terrorizzato, ma gli rispondono solo la sua faccia piena di sangue e la barba non rasata da cinque giorni.
 
  
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