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Autore: elelunare    17/08/2018    1 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“STAI DELIRANDO!!”

La voce di Sanji tuonò in quella stanza. Era una maschera di rabbia. Si avvicinò paurosamente allo spadaccino tremando dalla collera.

“SCUSATI IMMEDIATAMENTE PER QUELLO CHE HAI DETTO!! Poi faremo i conti!! Dio santo, PERCHE' non ti ho finito prima?!!”

Zoro non reagì assolutamente a quell'aggressione verbale, lo guardò dritto negli occhi inespressivo, sapeva che per quel biondo sarebbe stata dura da accettare, parlò solo con una calma disarmante.

“Puoi colpirmi se vuoi, la realtà non cambierà. I fatti sono andati esattamente così e..”

“TACI, STRONZO!! NON E' VERO! Sono menzogne per distogliere l'attenzione da voi due! Credi che non l'abbia capito?!..” Dopo aver detto quel “voi due” al cuoco venne la nausea.

“E' andata così...Robin?” pronunciò infine Nami e Sanji si bloccò. La rossa era rimasta ferma come un sasso a testa bassa, girò solo un po' il capo verso l'amica, i suoi occhi imploravano una risposta negativa.

Robin, seduta sul letto vicino, alzò la testa, lentamente il suo sguardo si posò sul volto della navigatrice. Già il modo in cui la guardava era una risposta. Annuì tristemente.

“Mi spiace..” disse la mora, ma Nami non la sentì.

Dalla sua bocca uscirono due parole, “Quella sigaretta..” e corse alla porta uscendo dalla stanza in tutta fretta. Si sentì una porta sbattere in corridoio, era probabile che la rossa si fosse chiusa in bagno.

Sanji caracollò e fermò la sua caduta appoggiandosi al letto vicino con una mano. Iniziò a parlare piano tra sé e sé.

“Questo è un incubo..un fottuto incubo..non è possibile..io non potrei mai e poi mai..Voi siete d'accordo, sì lo siete.. Ci state prendendo per il culo..uno scherzo di pessimo gusto”. Il biondo era in affanno e teneva gli occhi chiusi, Robin si alzò e andò dritta da lui. Zoro seguì le sue mosse stranito.

La mora non fece altro che appoggiare la sua mano sulla spalla del cuoco in ginocchio. Parlò in modo lento e talmente dolce che a Zoro vennero i nervi.

“Sanji, mi dispiace, ma devo confermarti che è tutto vero. Non potremmo mai dire una cosa del genere per prendervi in giro. Ora vado da Nami, ok?”

Detto questo Robin si girò saettando un occhiata di fuoco allo spadaccino. “Non peggiorare la situazione, paladino della giustizia..” Non fu ironia, la mora era proprio adirata.

Se ne andò dando un ultima occhiata al cuoco e lentamente chiuse la porta dietro di sé lasciando Zoro allibito.

Diamine! Lui aveva solamente detto la verità! Cosa avrebbero dovuto fare? Tenergliela nascosta per sempre?! Prima o poi avrebbero dovuto sapere! Era giusto così. Nami gli aveva dato una perfetta occasione e lui l'aveva colta. Meglio prima che dopo! Questo pensava lui ed era dannatamente convinto di aver fatto la cosa giusta. No, non si sarebbe davvero sentito in colpa per questo.

“Io...devo uscire, mi manca l'aria.”

Sanji si alzò faticosamente in piedi e si diresse alla finestra sotto gli occhi dell'unico rimasto nella stanza. “Tu non mi seguire, non ho.. bisogno di nessuno..men che meno..di te” disse. Sembrava ubriaco da come camminava e gesticolava, era sotto shock, in uno stato confusionale. Zoro seguì i suoi movimenti a braccia incrociate pensando che, in modo più che assoluto, non sarebbe corso in aiuto di quel degenerato.

Sanji aprì la finestra e la scavalcò in modo imbranato, lo padaccino lo vide cadere e sparire oltre quell'apertura, seguì la sua sagoma che avanzava e scompariva poi nell'oscurità.

Zoro sospirò. Và a chiarirti le idee, pensò e si buttò a sedere sul letto sbuffando via la tensione.

 

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“Ah! Ah! Ah! Ah! Scusate..non riesco a fermarmi, signora.. Ah, questo è davvero un bel colpo!”

“Mm sì, ridi pure Jo, hai ragione. Siamo davvero fortunati! Queste riprese varranno una fortuna e..il nostro totale potere decisionale d'ora in poi s'intende!”

La signora Black era tornata trionfante dalla stanza dove era tenuto sotto sorveglianza il signor Bright Sun, era riuscita ad avere i codici necessari per controllare l'area bianca. Era stato facile dopotutto, era bastato nominare l'incolumità dei pirati e quell'ometto aveva ceduto immediatamente. Era arrivata nella stanzetta dei monitor giusto in tempo per seguire le riprese dentro quella casa bianca. Era talmente soddisfatta da quello che aveva appena visto e sentito che ordinò ai suoi di stappare una bottiglia di un vino pregiato, e così fecero.

“Corri, corri, povero cuocuccio.. Chissà se quella donna infuocata mai ti perdonerà..Apriamo le scommesse, ragazzi?! Ah! Ah!” Black Rose alzò il calice e trangugiò in sciata quel liquido nero. Era una maledettissima fantastica nottata quella.

 

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“Nami..?”

Robin era in quel corridoio bianco ormai da un pezzo. Ogni tanto la chiamava piano ma lei non aveva mai risposto. Non poteva usare la sua abilità per vedere se la rossa stesse bene, non c'era mai entrata in quel bagno. Era evidente che Nami aveva solo voglia di stare da sola e forse era arrabbiata anche con lei, non l'avrebbe biasimata per questo. La mora decretò che forse era meglio lasciarla stare ma non prima di averle fatto capire che era realmente dispiaciuta.

“Nami, mi dispiace. E mi scuso anche da parte di Zoro.. Io mi sento in colpa per quello che è successo. Non dovevo farvi assolutamente bere quel sakè, dovevamo buttarlo, tutto questo non sarebbe successo. Te lo dico perché...perchè è successo anche a noi due in quell'isola. Mi spiace tanto, non potevo immaginare che finisse così...non avrei mai voluto che finisse così. Se vuoi dare la colpa a qualcuno dalla a me, Sanji non è responsabile di un liquore che ha fatto perdere il controllo anche a Zoro. E' normale che tu sia sconvolta, ti lascio sola, però quando vorrai ne parleremo. Vado di là..sarebbe meglio che provassi a dormire anche tu..”

Detto questo la mora staccò le mani dalla porta, le lasciò cadere con aria decisamente afflitta e si accinse a tornare alla stanza. La porta del bagno di aprì un poco.

“Nami?..” disse piano la mora girandosi stupita, poi si avvicinò e spiò dentro.

La rossa era in piedi al buio a testa bassa, teneva ancora la maniglia con una mano. “Hai detto..che è successo anche a voi..” Robin vide una lacrima cadere giù a terra, brillò giusto un attimo per poi sparire.

L'archeologa aprì del tutto la porta piano e la abbracciò forte, non l'aveva mai fatto di sua spontanea volontà con la rossa, fu da subito una bella sensazione, si sentì lei per prima rincuorata. Non avrebbe permesso a niente e a nessuno di rovinare quell'amicizia.

“Sì..è per questo che ti prego di perdonarmi”.

 

Zoro era disteso sul letto con le mani dietro la nuca. E chi avrebbe più dormito dopo quella tranvata? Era sempre più sicuro che non ci sarebbe riuscito.

Ormai era fatta, le cose non sarebbero più state le stesse, lui e Robin erano stati scoperti e per colpa sua, come era prevedibile immaginare. Di certo non poteva sapere però che quei due stavano osservando la scena! La verità era che aveva di nuovo perso il controllo..Robin aveva quell'effetto su di lui, ormai ci conviveva con questa cosa. Quel bacio forzato.. Lui gliel'aveva dato per farle capire che qualsiasi cosa pensasse in quel momento era in errore, voleva dimostrare a quella donna che lei era più importante di quelle idiozie, lui aveva capito che era solo gelosa e basta. La sua reazione poi non l'aveva capita..perchè scappare via? Forse si era resa conto di aver esagerato? Oppure c'era dell'altro? Ma che le diceva la testa?! Dopo quello che lo spadaccino poi aveva rivelato, sembrava furiosa con lui ancor di più..

Stava guardando il soffitto e spaccandosi la testa di domande quando le due ragazze entrarono abbracciate. Le seguì avanzare guardandole con un leggero broncio e le sopracciglia alzate, vide più che altro che Robin sosteneva un po' Nami (non si reggeva in piedi?), la aiutava a sedersi e poi, con suo stupore, Nami faceva posto alla mora e si mettevano tutte e due distese sullo stesso letto. Di lato, l'una di fronte all'altra. Zoro vedeva solo la mora di schiena ora, con un braccio circondava le spalle dell'altra. Che cavolo, pensò, ma da che parte stai, archeologa?

Lo spadaccino fissò la finestra ancora aperta, chissà dove diavolo s'era andato a cacciare quel dannato cuoco, l'aveva visto sul serio male. Per la seconda volta pensò che certamente non sarebbe andato a cercarlo.

 

 

Passata un ora lo spadaccino era ancora sveglio. No, non c'era verso di chiudere occhio. Perchè diavolo non riusciva a prender sonno? Era imbestialito con sé stesso e sapeva il perché.

In quella maledetta ora la sua mente non aveva fatto altro che fargli ripercorrere le vicende passate sull'isola di quei dannati selvaggi. Lui che si era ubriacato, il risveglio da incubo in quella stanza che sembrava stata pitturata da un artista folle, Robin che gli aveva mentito nascondendo la dura realtà delle cose, poi lui che l'aveva messa alle strette e alla fine quando aveva scoperto che i suoi sospetti erano giustificati..no, non l'avrebbe mai dimenticata quella sensazione, si era sentito una lurida feccia. Esatto, proprio le stesse parole del cuoco, dette poche ore prima. Una feccia immane. Se ci pensava davvero si sentiva ancora male. Doveva ringraziare solamente il fatto che quella donna che lui amava, in realtà, lo ricambiava..e per questo l'aveva perdonato. Pensò che, molto probabilmente, per Sanji non sarebbe stata la stessa cosa. Nami...Nami quando ci si metteva faceva davvero paura! Quante volte l'aveva e li aveva menati?! Anche per niente a volte..

Zoro era stufo di stare lì a rimuginare. Si alzò a sedere e ascoltò i respiri delle due donne di fronte. Rivide la schiena della mora, sì, sembravano proprio dormire di sasso. Robin, pensò, altro che demone..hai un cuore proprio tenero.

Di nuovo fissò la finestra e prese una decisione.

Andò in bagno, la porta era scura, impossibile bagliare. Fatto quello che doveva fare uscì e prese la direzione sbagliata trovandosi in cucina. Tornò indietro imprecando ed entrò in una stanza con un tavolo, no, non era dove voleva essere. Uscì anche da lì e ritrovò la porta del bagno. Destra, si disse, e ritrovò la stanza con le due ragazze che dormivano (in realtà quella era la sinistra ma poco importava). Ok, non sarebbe più andato in bagno.

Recuperò le katane e guardò fuori dalla finestra, la spalancò del tutto. Se fosse uscito di lì si sarebbe perso, questo era ovvio. Però c'era qualcosa, qualcosa che lui detestava qualunque cosa fosse, che gli diceva di andare a recuperare quel bacato di un biondo. Sbuffò sonoramente e poi con una smorfia teatrale si girò a vedere se aveva svegliato le due addormentate. Nessun danno, dormivano.

Con un balzo scavalcò la finestra e si ritrovò in giardino. Si guardò attorno. Nulla, nessuno, solo buio, silenzio e qualche debole luce. Si avviò neanche lui sapendo dove.

 

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La signora oscura diede uno scossone all'uomo in nero che controllava la stanza dove le due donne stavano dormendo, si stava addormentando pure quello stolto.

“Ehi, sveglia! E' arrivato il momento di testarli! Vediamo se funzionano..cioè devono funzionare per forza! Lascia stare quelle due e vai un attimo da quello spadaccino impazzito! Non avrei mai immaginato che si muovesse da lì! E invece che fa? Va a perdersi! Che gli dice la testa a quel...! Eppure mi sta anche simpatico! Avanti, inserite i codici nel sistema, tutti quanti! Non possiamo permettere che quei quattro si dividano..non ancora per lo meno. Ora mi servono insieme, per la fase 2: l' Escape! E..JAN! La marina? La stai monitorando, vero?”

“Signora, al momento si stanno riorganizzando nell'area bianca a nord-est, non credo che staranno buoni ancora per molto..”

“Ah! Ah! Ora che abbiamo libero accesso a TUTTO li sistemeremo per le feste se ci intralceranno, non sanno neppure di cosa siamo capaci! Gli passerà la voglia di venire qua a rovinarci la festa!”

 

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Zoro dapprima camminò per quel vialetto bianco guardando di qua e di là, in ogni giardinetto, in ogni viale, poi iniziò a correre. Più correva e più gli sembrava tutto uguale, di certo la cosa che lì era tutto bianco non aiutava. Anche le luci, le case, i palazzi enormi, pareva sempre di tornare al punto di partenza (e non ci avrebbe messo la mano sul fuoco che non fosse davvero così). Le strade erano deserte, ovviamente dormivano tutti, non c'era proprio nessuno a cui chiedere informazioni.

Da quanto correva? Una decina di minuti? Mezz'ora? Un'ora? Aveva perso la cognizione del tempo. Bella merda, si disse, ora c'erano cinque compagni detenuti chissà dove e un idiota perso nel nulla. Non aveva fatto altro che peggiorare la situazione.

Ah, ecco, “non peggiorare la situazione, paladino della giustizia” le aveva detto lei. Dannazione! Era proprio quello che aveva fatto! Magari quel cretino di un cuoco aveva già fatto ritorno e anche se avesse voluto verificare la cosa non sapeva neppure da che parte iniziare per tornare a quella casa.

Cercò di respirare normalmente rallentando e poi camminando, guardandosi bene intorno. Ad un tratto vide una luce accendersi, si avvicinò dubbioso a quella luce, era la luce di una vetrina. Quando arrivò davanti a quel vetro vide che era un negozio di vini e liquori. Rimase lì fermo interdetto. Perchè quella luce si era accesa? E, ironia della sorte, quello era una rivendita di alcol?! Era troppo strano..rimase stupito lì davanti e dopo pochi secondi una luce assurdamente potente lo travolse. Non riuscì a muovere nemmeno un muscolo, nemmeno a chiudere l'occhio, né a respirare e nè a emettere alcun suono. Per qualche secondo rimase immobilizzato dentro a quella fonte di luce incredibile. Poi svanì.

Zoro scomparve nel nulla e la luce della vetrina si spense.

  
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