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Autore: Ghost Writer TNCS    18/08/2018    3 recensioni
Da quando la sua famiglia è stata uccisa, Tenko ha combattuto ogni giorno, decisa a sopravvivere solo per compiere la sua vendetta. Ma il suo nemico è il Clero, la più potente istituzione del mondo, fondata dagli dei per garantire pace e prosperità a tutti i popoli.
Vessata dal destino, Tenko dovrà affrontare i suoi sbagli, le sue paure così come i suoi nemici, per scoprire che – forse – un modo esiste per distruggere il Clero: svelare le vere origini del loro mondo, Raémia.
Ma dimostrare le menzogne degli dei non sarà facile. Il Clero è pronto a schierare tutte le sue forze per difendere la dottrina, e gli dei stessi non si faranno scrupoli a distruggere chiunque metta in dubbio la loro verità.
La sua è una guerra persa, un suicidio, o peggio. Ma che importa? Quando ti tolgono tutto, non hai più nulla da perdere.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '1° arco narrativo'
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8. Progetti per il futuro

Era da poco calata la notte e Tenko stava cenando in una vecchia bettola malandata, seduta in disparte. Aveva trascorso il pomeriggio a studiare la piccola armeria, cercando un modo per introdursi all’interno senza dover affrontare tutte le guardie del villaggio. Il suo obiettivo era rubare un’uniforme e magari qualche arma: si trattava di prodotti di buona fattura e – per quanto le costasse ammetterlo – non poteva muovere guerra al Clero in top e pantaloncini.

«È uno schifo! Un vero schifo, vi dico!» gridò all’improvviso qualcuno. «Quelle fottute guardie ci guardano dall’alto in basso! Ma chi si credono di essere?! Ah, ma la prossima volta li concerò per le feste!»

Tenko in un primo momento aveva cercato di ignorare quelle imprecazioni da ubriaco, ora però si fece più attenta: un po’ di aiuto le avrebbe fatto comodo.

«Vogliono mandarci via solo perché siamo dei demoni! Fottuti stronzi! Perché nessun dio è dalla parte di noi demoni?! Si può sapere?!»

«Gli dei non stanno dalla parte di nessuno: pensano solo ai loro comodi» intervenne Tenko.

Il robusto demone e i suoi compagni si voltarono verso di lei.

«Sì, ben detto! Fottuti bastardi!»

Tenko appoggiò le mani sul loro tavolo. «Che ne dite di restituirgli il favore?»

I sette uomini, forse intontiti dall’alcol, la guardarono senza capire.

«Che intendi?» domandò quello che prima stava urlando: un demone alto e muscoloso dalla pelle rosso mattone.

Tenko sorrise malignamente. «Attacchiamo l’armeria. Prendiamo armi e uniformi, diamo una lezione alle guardie e poi ce ne andiamo.»

«Ah… Ah, ah, ah!» L’omone proruppe in una fragorosa risata. «Ma sei una donna! Molto divertente, donna. Ehi, ma sei pure una demone! Beh, se cerchi compagnia, l’hai trovata!»

La giovane si mosse fulminea: impugnò la frusta e la serrò intorno alla gola dell’uomo, piegandolo all’indietro. «Non mi serve compagnia. Saccheggerò l’armeria, e lo farò questa notte. Siete con me?»

Forse colpiti dal suo impeto, dalla sua freddezza, o forse semplicemente perché erano mezzi sbronzi, gli altri sei demoni proruppero in un grido di assenso.

Tenko allentò la presa, e finalmente il leader del gruppo poté massaggiarsi la gola.

«Allora, donna, qual è il piano?» chiese dopo essersi ripreso.

«Semplice: andiamo e facciamo a pezzi chiunque provi a fermarci. E comunque mi chiamo Tenko, non “donna”. Cerca di tenerlo a mente.»

Il demone rosso si alzò, dimostrando di essere almeno il doppio della giovane. «Altrimenti?»

In un attimo la spada di Tenko era puntata al cavallo dei pantaloni dell’omone. «Altrimenti faccio diventare una donna anche te.» Lo studiò dalla testa ai piedi. «Una donna particolarmente brutta.»

Lui rimase in silenzio, colpito dalla prontezza di spirito della giovane.

Tenko rinfoderò l’arma e si avviò verso la porta. «Beh? Che state aspettando?»

Il demone rosso proruppe in una fragorosa risata. «Lei mi piace!» sentenziò, e insieme ai suoi compagni si accodò alla sua nuova condottiera.

In breve attraversarono il modesto villaggio, ma non raggiunsero l’armeria.

«Ehi, che ci facciamo qui?»

«Ci serve la chiave, la tiene il capitano nel suo alloggio» rispose Tenko. «Aspettate qui.»

L’omone osservò il balconcino del secondo piano. «E come pensi di arrivarci lassù?»

Lei gli sorrise, tirò fuori la frusta e in un attimo fu a destinazione. I sette demoni parvero molto colpiti, e questo per un attimo la riportò al passato: era così che si sentivano gli spettatori del suo circo. Lei però non era lì per intrattenere il pubblico.

Entrò nella stanza da letto del capitano, il quale dormiva beatamente nel suo letto. Tirò fuori il pugnale e si avvicinò silenziosamente. Era entrata con l’obiettivo di uccidere, ma ebbe un attimo di esitazione. Aveva tolto molte vite, ma mai nessuna in quel modo.

Imprecò mentalmente: non aveva tempo per esitare! Tagliò la gola all’uomo e si mise a cercare la chiave. Per sua fortuna era in bella vista su un mobile, accanto all’uniforme e a una spada. L’uniforme era decisamente grande per lei, così prese la chiave e l’arma, e tornò dagli altri demoni.

«Questa vi tornerà utile» disse consegnando la spada. «Andiamo.»

Da lì in un attimo arrivarono all’armeria. Date le dimensioni del centro abitato, era piuttosto piccola: giusto il necessario per rifornire una ventina di guardie. L’edificio era fatto in mattoni, con minuscole finestre e un massiccio portone rinforzato in metallo. L’ingresso era piantonato da un paio di uomini, e un terzo osservava la situazione da una torretta sopraelevata, pronto a suonare l’allarme.

«Io mi occupo di quello lì, voi aspettate il mio segnale» ordinò Tenko.

Con l’aiuto della frusta scalò agilmente la parete e colse di sorpresa la vedetta, sgozzandola senza esitazione. I sette demoni scattarono al suo segnale, sbaragliando in un attimo le due guardie.

«Prendete tutto ciò che vi serve e poi andiamocene» ordinò Tenko.

«E le altre guardie?!» sbottò uno dei demoni.

«Dobbiamo fargliela pagare!» aggiunse un altro.

«Fate come vi pare» affermò la giovane, intenta a valutare le taglie delle uniformi disponibili. «Io prima voglio mettermi una di queste.»

I sei uomini guardarono il loro capo, desiderosi di ordini.

«La donna…» Un’occhiataccia lo indusse a correggersi: «Emh, volevo dire Tenko ha ragione. Gli daremo una lezione quando saremo pronti.»

Alla fine presero tutto ciò che riuscivano a trasportare e si dileguarono silenziosamente.

«A proposito, io mi chiamo Vorallath» si presentò il demone rosso. «Sei una tipa tosta, mi piaci. Che progetti hai per il futuro?»

Tenko rimase un attimo sorpresa: non si aspettava una domanda del genere, eppure le fece piacere sentirla. Gli sorrise. «Aspetta e vedrai.»

***

«Vorallath!» chiamò Tenko. «Sbrigati, apri la porta!»

«Sissignora!» esclamò il demone. Combattevano fianco a fianco da una settimana, ma era come se si conoscessero da sempre.

L’omone diede il colpo di grazia alla guardie che aveva davanti e poi corse verso di lei. Sollevò la sua possente ascia e la abbatté con forza sul portone. Il secondo colpo aprì una crepa nella spessa lastra di legno, e il terzo sbaragliò finalmente l’ostacolo.

I due demoni corsero all’interno, seguiti da un paio di loro compagni. Quella era la zona delle prigioni, dove speravano di trovare altre persone disposte ad abbracciare la loro causa.

Tenko prese le chiavi e cominciò ad aprire le celle.

«Se volete combattere, è giunto il momento di farlo!» tuonò Vorallath con il suo vocione.

Un grido improvviso li allertò: «La pagherete, eretici!»

La demone ebbe giusto il tempo di vedere un uomo sulla soglia, le mani fiammeggianti, e subito si mise al riparo in una cella. La guardia cominciò a scagliare palle di fuoco, riuscendo a colpire uno dei loro compagni. Vorallath venne preso a un fianco, ma riuscì anche lui a mettersi al riparo.

«Cosa non darei per una bacchetta!» esclamò Tenko. Nell’ultima settimana avevano saccheggiato due armerie e altrettante canoniche, ma ancora non erano riusciti a procurarsi nemmeno uno di quei preziosi artefatti.

«Non essere stupida, e poi dov’è il divertimento?» ribatté Vorallath, che preferiva di gran lunga basarsi solo sulla forza bruta.

«Ehi, io so dove tengono la scorta di bacchette» intervenne il prigioniero della cella accanto. Era un faunomorfo di tipo cervo, riconoscibile per via delle orecchie e delle corna.

«Mi ci puoi portare?» gli chiese la demone.

Lui annuì.

Tenko gli porse le chiavi. «Come fai a sapere dove le tengono?»

Lui cominciò ad armeggiare sulla serratura. «Semplice: ero una guardia.»

Lei lo trafisse con lo sguardo.

«Rilassati: non provo più molta simpatia per i chierici.» Sollevò il braccio destro, rivelando che la mano gli era stata mozzata.

«Vi ucciderò tutti, eretici!» gridò l’uomo all’ingresso senza smettere di lanciare palle di fuoco.

Tenko capì che era meglio sistemarlo in fretta. Calcolò i tempi e al momento giusto fece scattare la sua frusta. La corda colpì il bersaglio al viso, strappandogli un grido di dolore. Lei ne approfittò per raggiungerlo e lo finì con la spada.

«Ben fatto, Tenko!» si congratulò Vorallath.

«Vi faccio strada?» chiese l’ex guardia.

La demone gli fece un cenno d’assenso.

«Verso dove?» volle sapere l’omone rosso.

«La scorta di bacchette. Ci penso io, tu occupati del resto.»

Vorallath annuì. «Come vuoi.»

Tenko si accodò alla sua inaspettata guida, attenta a ogni svolta e ogni corridoio. Una parte di lei temeva fosse una trappola, anche se ormai restavano ben poche guardie in grado di tenderle un’imboscata. Avevano già distrutto l’armeria, e presto anche il tempio e la canonica avrebbero fatto la stessa fine.

Recuperarono una chiave, quindi proseguirono nella loro marcia.

«Ehi, perché ti hanno arrestato?»

Il faunomorfo esitò un attimo. «Divergenze.»

La risposta non soddisfò la demone. «Che tipo di divergenze?»

Lui fece un sospiro di rassegnazione. «Anche se non possono sposarsi, ai sacerdoti piace circondarsi di donne giovani e attraenti. Me ne sono stato zitto finché ho potuto, poi però uno di loro ha messo gli occhi su una delle mie sorelle. Ho provato a dissuaderlo, ma come avrai intuito, le mie parole non sono state gradite.»

Tenko sapeva fin troppo bene di cosa fossero capaci gli ecclesiastici, per questo si sentì subito vicina all’uomo e a sua sorella. «Mi dispiace.»

«Dispiace anche a me» tagliò corto il faunomorfo.

Si fermò davanti a una porta e infilò la chiave nella serratura. La porta si aprì cigolando leggermente e la demone sbarrò gli occhi: non pensava di trovare così tante bacchette.

«Quelle sono rotte, prendi quelle» le suggerì l’ex guardia. «Là sotto dovrebbe esserci un contenitore.»

Tenko fece come suggerito e cominciò ad arraffare più bacchette possibile. «Ti ringrazio, sei stato di grande aiuto. Vuoi unirti a noi?»

Lui si strinse nelle spalle. «Per fare cosa? Attaccare canoniche e uccidere chierici? Dubito che questo mi restituirà mia sorella. O la mano.»

«Beh, ma se li uccidiamo, poi nessuna ragazza dovrà subire quello che è successo a lei. E nessun fratello verrà imprigionato.»

Lui la guardò con rassegnazione. «Ci credi davvero? Puoi anche massacrare tutti gli ecclesiastici del villaggio, ma tanto tra una settimana ne arriveranno altri.»

La demone incassò il colpo, però non demorse: «E allora sentiamo, cosa dovremmo fare? Stare zitti e subire?»

«Io… Io non lo so. Comunque mi hai salvato, e voglio ricambiare il favore.» Prese una delle bacchette rimaste. «Ti guarderò le spalle, hai la mia parola.»

Lei lo guardò dritto negli occhi, e capì che non mentiva.

«Mi chiamo Euandros. Euandros Panagos.»

«Tenko Br’rado.»

«Da questa parte, Tenko Br’rado» fece strada il faunomorfo.

Lei prese meglio la scatola e gli si accodò.

Mettere le mani su tutte quelle bacchette era stato un grande colpo di fortuna, ma Euandros aveva ragione. La loro guerriglia si era rivelata utile per trovare uomini e risorse, ma dovevano fare un salto di qualità. E spettava a lei stabilire i termini di quel salto.

Adesso quali erano i suoi progetti per il futuro?


Note dell’autore

Ciao a tutti!

Finalmente Tenko è riuscita a trovare qualcuno disposto a impugnare le armi contro il Clero. Questo è senza dubbio un grosso passo avanti, soprattutto perché la demone ha deciso di impegnarsi davvero per realizzare il suo obiettivo. Allo stesso tempo però sta correndo un enorme rischio: una persona normale avrebbe cercato di sparire, di nascondersi dal Clero, tuttavia Tenko non è una persona normale e farà tutto ciò che è in suo potere per seguire i suoi ideali, anche mettere a repentaglio la sua stessa vita.

In poco tempo lei, Vorallath e gli altri sono riusciti a diventare una buona squadra, ma di sicuro non è abbastanza. Anche l’arrivo di Euandros, per quanto valido, non può bastare. E ovviamente spetterà a Tenko far crescere in quantità e qualità la sua improbabile truppa.

Riusciranno lei e i suoi a rendere possibile l’impossibile? Appuntamento per il primo weekend di settembre per scoprirlo ;)

A presto! ^.^


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