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Autore: Shade Owl    20/08/2018    3 recensioni
La musica è un'arte, e chi la coltiva sa bene quanto sia complessa e gratificante. Un violino, poi, è tra gli strumenti più difficili di tutto il mondo della cultura sonora.
Questo lo sa bene Orlaith Alexander, che fin da bambina ha sviluppato un'autentica passione per il violino e la musica. Il giorno in cui Dave Valdéz, uno dei migliori produttori discografici di New York, scopre il suo talento, la sua vita cambia drasticamente, e da lì comincia il successo.
Tuttavia, il successo ha molte facce, proprio come le persone. E per scoprirle, Orlaith dovrà prima conoscere aspetti della sua musica che prima ignorava lei stessa...
Genere: Fantasy, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
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Non aveva idea di come medicare una ferita, ma Allwood sembrava più che in grado di cavarsela da solo, perché prese in mano bende, cerotti e forbici e non le chiese più nulla.
Mentre si metteva garza e nastro sulla pelle per fermare la fortunatamente contenuta emorragia, Orlaith si abbandonò contro lo schienale, sfinita da tutte le emozioni di quella serata.
- Non ce la faccio più...- gemette.
- Cosa?-
- Non ce la faccio più!- ripeté in tono più convinto - Basta! Questo è... è troppo!-
Allwood tagliò un pezzo di nastro per fermare la parte superiore della garza.
- So che sei esausta...- esordì, ma lei non lo lasciò finire.
- Esausta?- ripeté, furiosa - Esausta? Sono disrutta, Jayden! Da quando ti ho conosciuto me ne sono successe di tutti i colori! Non so nemmeno chi sei, non so se posso fidarmi di te...-
- Ti ho salvato due volte la vita.- replicò lui, accigliato.
- Già, ma ancora non ho visto Vaněk cercare di uccidermi!-
Allwood aggrottò la fronte.
- Pensi che questo sia un gioco?- chiese - Che mi stia divertendo? Vaněk è un mostro che usa le persone, Orlaith, e devo fermarlo prima che faccia del male ad altri!-
Sollevò la manica della felpa, mostrandole la cicatrice da ustione. Orlaith vide che era peggiorata, risalendo fino al gomito e aggiungendo nuove piaghe, anche se evidentemente vecchie di anni. Cosa impossibile, visto che l'ultima volta era molto più piccola e meno grave.
- Mi succede ogni volta che eccedo con la magia.- disse - Me l'ha fatto lui, per tenermi a freno. Più magia uso più la cicatrice si estende, e non riesco a liberarmene. Non l'hai visto minacciarti direttamente perché non ne ha bisogno, mai! È così che agisce.-
Orlaith non disse niente, fissando la bruciatura con un nodo in gola.
- So che non ce la fai più, ma non hai scelta.- disse, rimettendo a posto i vestiti - Se non può averti ti ucciderà. Per lui sei tanto preziosa quanto pericolosa, e non ti lascerà in pace. Io però posso aiutarti.-
Orlaith annuì in silenzio, mentre McGrath svoltava e imboccava l'ingresso del Lincoln Tunnel. Seguendo il flusso del traffico notturno, attraversarono con calma la galleria, adesso che non c'era più nessuno ad inseguirli.
- Non hai paura che qualcuno risalga a te?- chiese quando erano ormai a metà strada dall'uscita - Un inseguimento per mezza Midtown, un taxi che si schianta contro un idrante e un'auto sparita... c'era pure la fotocamera del traffico che ci ha ripresi.-
- La ditta che ha installato quella fotocamera aveva un appalto col municipio, ed è stata assorbita dalla mia due anni fa.- rispose Allwood, ora più calmo e (apparentemente) meno provato - Ho accesso alle foto, posso alterarle. Nessuno risalirà a noi.-
- E la macchina sparita? E il taxi?-
- Non è comunque un nostro problema, se non ci scoprono. Ora rilassati.-
Orlaith tacque ancora, rimanendo in silenzio fino a quando non ebbero raggiunto l'altro lato del Lincoln Tunnel, dove McGrath seguì la rampa e si immise sulla quattrocentonovantacinque.
- Mi spieghi cos'è successo tra voi?- chiese a quel punto lei - Tra te e Vaněk. Come mai vi conoscete? Come siete entrati in... conflitto? Cosa ti ha fatto?-
Allwood sospirò, stringendosi convulsamente, in un gesto inconscio, l'avambraccio ustionato.
- Tanto tempo fa ero suo apprendista.- ammise - Mi ha insegnato molto di quello che so. All'epoca era diverso.- fece un sorrisetto un po' nostalgico - Ricordo che parlava di pace, all'inizio, e che quelli come noi potevano fare la differenza.-
- E poi cos'è successo?-
- Ha iniziato a voler fare davvero la differenza, ma passando per altre strade.- rispose Allwood, scrollando le spalle - La cosa è stata graduale... piccolezze, all'inizio. Incoraggiò la diserzione di massa nell'Ungheria nel diciannovesimo secolo, per esempio. Cercava di essere più attivo, di darsi da fare, rimanendo sempre dietro le quinte, di non farsi coinvolgere troppo.-
- Ma alla fine ha esagerato, vero?-
Allwood annuì.
- Durante il novecento si è reso conto di non poter fare nulla, standosene in disparte.- spiegò - La Prima Guerra Mondiale lo convinse a tentare nuove strade, così lasciò Praga, dove ci eravamo stabiliti, e andò in Germania. Voleva cominciare da lì.-
- Non sei andato con lui?-
- No, mi chiese di starne fuori. Iniziavo a preoccuparmi, ma ancora non dubitavo. Ho creduto che volesse migliorare le cose partendo da dove avevano iniziato a peggiorare.-
- E invece...-
Lui fece una smorfia.
- Segretario Occulto di Hitler.- disse - L'ho scoperto solo a guerra finita. Per un bel po' ho anche pensato che fosse morto.- scosse la testa, serio e amareggiato - Disse di aver capito che la sola via per la pace era attraverso la sottomissione. "Per litigare bisogna essere in due", diceva. Ergo, il modo migliore per evitare i conflitti, secondo lui, è spazzare via le resistenze e soggiogare tutti quanti. "La remissività è la chiave", mi ha detto.- sollevò il braccio ustionato e fece un sorrisetto - E quando ho risposto che l'avrei fermato non mi ha ucciso solo per poco, però mi ha fatto questo. Carino, vero?-
Orlaith scosse la testa.
- Non direi, no.- rispose - Ma allora da dove viene? Tu hai detto che ha... quanto, ottocento anni?-
- Sì, ma l'ho conosciuto poco più di duecento anni fa. Non so cosa abbia fatto prima o chi fosse, ha cambiato identità così spesso che forse nemmeno lui ricorda il proprio nome.-
- Hai detto che lo hai conosciuto più di duecento anni fa?- chiese Orlaith - Cioè... so che sei... vecchio... ma quanti anni...?-
- Poco meno di trecento anni.- sorrise lui, strizzandole l'occhio - Non male, vero?-
- No comment, Allwood.- sbuffò - E tu da dove vieni? Come lo hai conosciuto?-
- Questo non è molto importante ora, mi sembra. Ci sarà tempo dopo.-
- Ma perché non mi hai detto prima tutto questo?- chiese - Di te e Vaněk?-
- E quando?- replicò Allwood - Ti avrei sovraccaricata di notizie. Troppe cose tutte insieme... ti avrei solo confuso le idee.-
- Ah, certo, perché adesso le ho ben chiare, invece!- sbottò Orlaith, scocciata.
Si prese la testa tra le mani, cercando di riordinare i pensieri: più cose scopriva di quella storia e più sentiva di volersene tornare a Tresckow e seppellirsi nella cantina di casa fino alla fine dei tempi.
- Quindi cosa dovremmo fare, ora?- chiese - A parte insegnare a me come controllare gli effetti della musica, intendo.-
- Questo lo lasciamo a domani.- rispose Allwood - C'è tempo, e comunque hai bisogno di digerire un sacco di altre cose, prima. Non avere fretta.-
Orlaith sospirò e annuì.
- Signore, tra poco saremo arrivati.- annunciò McGrath.
- Ottimo.- rispose Allwood, sfinito - Ho proprio bisogno di dormire.-
Orlaith alzo lo sguardo verso la nuca del maggiordomo, ricordando solo in quel momento della foto che aveva scovato in rete e della biografia di Vaněk che aveva trovato su Wikipedia.
Ovviamente non poteva sperare di trovare una voce tipo "Abilità Magiche di Stanislav Vaněk", e probabilmente aveva alterato la propria storia per non far scoprire la verità tanto facilmente... quelle incongruenze erano giustificabili.
Tuttavia, perché McGrath compariva in una foto degli anni cinquanta?
- E lui?- chiese, indicandolo - Che ruolo ha in tutto questo?-
Allwood guardò McGrath, sorpreso.
- McGrath? È il mio fedele aiutante, ovvio.- rispose sorridendo - Giusto, McGrath?-
- Ora e sempre, signore.- gli fece eco lui, entrando nel cancello della villa.
Orlaith non insisté, ma si ripromise di non lasciar cadere l'argomento: uno dei due (o entrambi) stava mentendo, ma l'unica prova che aveva era una pessima fotografia in bianco e nero.
Nessuno le stava dicendo la verità: Jayden Allwood stava nascondendo qualcosa fin dal primo momento e McGrath con lui; David era un'incognita, poteva essere coinvolto in tutta quella storia oppure no, e fidarsi di lui era un rischio; Vaněk non le aveva mai ispirato simpatia, e dopo tutto quello che era successo lo vedeva sempre di più come il lupo nero delle favole, a prescindere dalle parole di Allwood.
Se voleva saperne di più e capire chi era davvero suo amico le servivano delle riposte. E cera un solo posto dove cercarle, al momento.
Nella casa di Allwood.

Le risposte purtroppo non hanno rispostoa tutte le domande di Orlaith... e ci vorrà ancora un po'.
Ringrazio come sempre J
ohn Spangler, Old Fashioned, Fan of The Doora, _Alexei_, Kira16, Fiore di Girasole, Sahara_2 e Queen FalseHeart. Aggiungo anche Marz97, che ha appena iniziato a seguirmi. A presto!
 

   
 
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