Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: methamorphose    21/08/2018    0 recensioni
La storia di Gianluca, un ragazzo al primo anno di Medicina a Roma.Nuovi posti, nuova vita? O nuovi posti, stessa storia?
Dove finirà questa storia lo scopriremo solo leggendo.Storia dagli occhi di un'adulto, uno di noi che si trova a compiere scelte nella vita di tutti i giorni. (Con flashback in momenti inaspettati e in ogni capitolo)
Genere: Angst | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fumo la mia Winston  Blu facendo finta che quello che mi è successo sia niente. Sto fumando troppo, lo so, ma è un vizio che non riesco a smettere. E’ come una dipendenza di cui non riuscirò mai a fare a meno.
Vivo a Roma già da due settimane ed inizierò a breve il primo anno di Medicina. Ho perso da poco i contatti con un “amico” che viveva nel mio paesello. Non abbiamo litigato; semplicemente continuava a telefonarmi a casa e a parlare di persone con cui, al momento, non avevo più legami sia perché, a volte, nei rapporti relazionali sono una testa di cazzo sia perché mi riportavano alla mente cose di cui non volevo parlare e così ho perso i contatti. Sono sempre stato, fin dalle medie, una persona abbastanza solitaria, appassionata di serie tv, a cui non interessava molto coltivare amicizie ma che di spirito era davvero tenero,buono e generoso.
“Gianlu!” mi chiama David, uno dei coinquilini con cui divido la stanza. Capelli neri corvini, naso aquilino, occhi azzurri è sempre il solito tipo socievole e gioviale che prende l’iniziativa quando c’è da discutere. Siamo in quattro in questa casa e, nonostante tutto, sono riuscito ad integrarmi bene con loro.
David arriva vicino alla finestra della nostra camera e mi porge le bollette del mese da pagare. “Guarda che sono arrivate queste e dobbiamo dividerci le spese del mese! Inoltre ti spetta anche la pulizia dei sanitari questa settimana”. Lo guardo sottecchi, come se fossi infastidito da ciò che mi sta dicendo. “Si, aspetta che ho i soldi della mia parte nel portafogli.” Mi avvicino alla scrivania e, sotto la montagna di vestiti che ho abbandonato, lo cerco, lo prendo e gli porgo i soldi. “Sono novanta euro, giusto?” gli chiedo. “Si, per ciascuno”, mi risponde prendendo il denaro senza fare tanti complimenti.
Squilla il cellulare. Guardo lo smartphone per vedere chi è. E’di nuovo Lei. Mi chiama insistentemente da un po’ di giorni per capire come voglio proseguire la nostra relazione. Rispondo.
“Pronto, Gianluca? Sono io.”
“Ciao,si. Come stai?”
“Bene, grazie. Vogliamo vederci per parlare?”
“Ehm..si,ecco. Ero un po’ impegnato. Facciamo stasera al solito pub?” Socchiudo gli occhi un po’ scocciato. Li riapro e alzo gli occhi al cielo.
“D’accordo. Alle ventidue, ti va bene?” La sua voce così dolce ma anche impaziente mi fa sobbalzare il cuore.
“Ok. Ci vediamo lì”. Termino la chiamata, non sapendo cos’altro dire. Ero sempre impacciato per certe cose e, si sa, certe cose a volte non cambiano mai.
Giro intorno alla stanza e David era già sparito. Mi dirigo in cucina e trovo un biglietto.
Sono uscito con Mohamed. Torno tardi. Togliete le chiavi dietro la serratura.
Attacco con la punes il bigliettino per avvisare gli altri due.
Vado nella mia camera e cerco una camicia decente e dei pantaloncini jeans per prepararmi per la serata. Prendo il bagnoschiuma,lo shampoo per i capelli,il gel e l’accappatoio e corro a farmi una doccia.
Chiudo la porta del bagno a chiave per non essere disturbato. L’acqua fredda scorre che è una bellezza e prendo la spugnetta su cui versare il bagnoschiuma. Mi perdo nei miei pensieri.
 
Ricordo il giorno in cui l’avevo conosciuta. Ero con David, Michele e Rodolfo, i tre coinquilini della casa che avevo conosciuto il giorno che mi ero trasferito. Ero arrivato da appena un giorno a Roma e non conoscevo nessuno, a parte loro tre. Siamo entrati in una discoteca del posto e avevo preso da bere una vodka.
Rodolfo mi stava raccontando che l’anno prima aveva fatto uno scambio interculturale a Londra e si era trovato benissimo. D’altronde aveva fatto già la triennale in Fisioterapia e mi diceva che era facile stabilirsi lì. Aveva conosciuto Adriane, una bellissima ragazza spagnola che gli aveva fatto perdere la testa e di cui si era innamorato, con cui a letto scopava davvero bene. Si sentivano ancora, ma a quanto pare lei era una ragazza da relazione aperta quindi aveva rapporti con molti uomini e, a quanto pare, sapeva farci davvero bene.
Michele aveva già approcciato una ragazza che gli aveva chiesto informazioni riguardo la città e con cui si era fermato volentieri a chiacchierare. David era sparito e non lo vedevo più, in mezzo a tutta quella gente intenta a ballare All that she wants degli Ace of Base a tutto volume. Il locale era bello ampio con luci psichedeliche ai quattro angoli del seminterrato. Luci rosse, blu, rosa, fucsia, verdi. C’erano dei piccoli palchetti da lap dance dove alcune ragazze  praticavano la lap dance. Era davvero carino, anche se il barista quella sera mi raccontò che era uno spazio che veniva utilizzato da una rock band in passato, i Driveshaft.
Mi soffermo a guardare le ragazze sui palchetti da lap dance nel centro della stanza. Una ragazza bruna, solo in reggiseno e perizoma, sembrava perdersi nella musica, giocando col palo come le pareva e godendosi la vista di tanta gente che ballava sotto di lei.
L’altra, castana, sembrava lo facesse di lavoro ed era anche un po’ brilla. Indossa pantaloncini corti e una maglietta bianca con lo stemma del locale. Mentre balla, muove quelle anche sinuose come se fosse posseduta da qualche spirito facendomi incantare per qualche secondo. Qualcuno le infila nei pantaloncini dei soldi e sembra anche piacerle, perché sorride maliziosa. Ha un viso carino con delle labbra di rosso dipinto e gli occhi gelidi come quelli di un cane polare. Un signore biondo sulla quarantina sale sul palchetto rotondo e iniziano a baciarsi appassionatamente mentre lui le infila le mani sui seni e poi scendendo giù con la mano destra, iniziando a sfilarle i pantaloncini, lasciandola solo con le mutandine. Lei lascia cadere i soldi ricevuti dal pubblico in basso, allontanandoli con il piede sinistro verso il palo, in modo da tenere al sicuro la refurtiva. Poi inizia a toccare l’uomo, a togliergli la maglietta, gli prende la mano e se la infila nelle mutandine. Distolgo lo sguardo, per non vedere oltre, mentre le persone sotto al palco iniziano ad urlare e ad incitarli. Sembra un video delle Tatu, penso tra me e me. Lyudi Invalidy?
Rodolfo mi fa segno che ha bisogno della toilette e si allontana. Io saluto il barista ed entro in pista, in mezzo alla folla scatenata. La musica cambia, ed ecco una canzone russa, quasi mi avessero letto nel pensiero. ‘Le Serebro!’, penso tra me e me. ‘В космосе? Ma la conosco! E’ la mia preferita!’ Mi avvicino all’ultima ragazza che balla sull’ultimo palo da lap dance rimasto, mentre ballo anche io questa canzone. Lei si muove con leggiadria sul palo e sembra davvero infastidita da tutto il frastuono che la sua compagna sta facendo sul palo di poco distante da lei. Mentre il biondino, dopo aver massaggiato la parte intima della ragazza, avvicina le dita al naso e poi le avvicina alle labbra, infilando poi la sua lingua in bocca alla tipa, lei ha un momento mentre balla in cui sembra abbia un conato di vomito, ma nessuno ci fa caso. Continua a fare il suo dovere nonostante quello che sta succedendo, anche se sembra che il suo volto abbia cambiato colore, ma con le luci che si accendono e spengono a tratti non ne sono sicuro e nemmeno ci metto le mani sul fuoco. Mentre ballo, nel contempo la guardo ammirato e affascinato e anche lei sembra fissarmi, sentendosi osservata da cento e più occhi ipnotizzati dai suoi movimenti. E’ come una fiammella che volteggia senza mai spegnersi facendo rimanere tutti attoniti su quel palo che sembra fatto su misura per lei. Indossa solo una maglietta verde fosforescente con lo stemma del locale. Ha gli occhi neri, un mascara molto marcato, ma un volto davvero bellissimo ed è bionda di capelli, quel genere di capelli che volteggiano mentre si muove. Sembra una ballerina dalla magrezza del suo fisico e dai lineamenti, da quel che posso immaginare di lei.
Ad un certo punto, la musica finisce all’improvviso e cambia il pezzo in consolle. Lei, quasi impreparata da questo momento, scivola e cade sulla folla circostante.
“Aaahh”, inizia ad urlare senza che nessuno riesca a sentirla, a causa della musica assordante a palla.
Di colpo, inizio a vedere tutto nero. Sento come un forte dolore alla testa e il buio mi inghiotte, senza che possa far nulla per fermarlo.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: methamorphose