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Autore: syila    22/08/2018    4 recensioni
"... Se vorrai rivedermi dipenderà da te; posso fare molto di più che darti qualche consiglio via E-mail, togliere di torno la concorrenza o rapirti da un corteggiatore molesto. Posso darti lezioni di canto, di portamento e di dizione, posso fare di questa ballerina di fila una etoile di prima grandezza; posso farti innamorare di nuovo di questo mestiere, perché io vedo la passione che hai dentro e che invece tu pensi di avere perso"
Questa storia ha partecipato alla challenge di Halloween (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook
Il Giardino di Efp e prende spunto da "Il Fantasma dell'Opera"
Genere: Angst, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Christophe Giacometti, Phichit Chulanont, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
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Suoni la tromba e intrepido
Io pugnerò da forte;
Bello è affrontar la morte
Gridando: libertà!
Amor di patria impavido
Mieta i sanguigni allori,
Poi terga i bei sudori
E i pianti la pietà.
Sia voce di terror:
Patria, vittoria, onor.
I Puritani -Vincenzo bellini

Suoni la tromba e intrepido io pugnerò da forte

Quella sera in Rue de Minimes la sua andatura barcollante, quell'asciugarsi stizzito delle lacrime con le maniche della giacca, quasi senza badare ai passanti o ai veicoli in strada che potevano urtarlo, non erano sfuggiti allo sguardo attento di un paio di occhi turchesi appostati dietro le finestre della mansarda.
Victor ne era consapevole: la pazienza premiava sempre.
Non era ancora il momento di riavvicinarsi a Yuuri.
Quanto al tornare in Russia da Yakov, non gli era neppure passato per l'anticamera del cervello.
Ma andava bene che il suo adorabile, testardo allievo lo avesse creduto.
Adesso la cosa più importante era fermare la giostra impazzita su cui era salito; aveva già alcune idee a riguardo e tutte finivano con la reputazione dei Giacometti in rovina.


La voce del giapponese lo costrinse a rallentare la corsa e a rivedere i suoi piani di fuga; Yuuri aveva trovato il modo d'infilarsi nei sotterranei e questo lo metteva automaticamente in pericolo.
La prima volta aveva evitato per un soffio che cadesse nel pozzo di raccolta delle acque e lì sotto c'era un vero e proprio labirinto di tunnel disseminato di simili trappole.
“Victor!” il suo nome si riverberò sopra di lui e si spense in un eco metallica; doveva essere finito nel settore dei locali tecnologici quando lo aveva seguito dal backstage; valutò che poteva raggiungerlo usando l'impianto di aerazione accessibile da una scaletta d'emergenza, ma nel momento in cui ne afferrò le estremità si sentì abbrancare con forza alla vita da qualcuno che lo strappò via da quell'appiglio e lo mandò a sbattere contro il muro.
“Tu! Quindi c'eri tu dietro tutto questo!” ringhiò una voce deformata dalla rabbia “Perché la cosa non mi sorprende?”
“Non sai... che le signore non si toccano nemmeno con un fiore?” lo apostrofò ironico il russo, dopo aver tossito ed essersi messo in guardia; Christophe Giacometti rappresentava pur sempre un avversario di tutto rispetto.
Fils de pute !” inveì lo svizzero “Avrei dovuto strapparti quella maschera a Capodanno!”
"Sei ancora in tempo per provarci... Ammesso che tu ci riesca!"
Christophe non perse tempo a replicare e si gettò addosso al suo rivale; fisicamente si equivalevano, ma mentre il biondo si era temprato in lunghe sessioni di palestra, il gentiluomo mascherato era molto più veloce e agile e riusciva a schivare la maggior parte dei suoi attacchi.
I colpi s'incrociavano a mezz'aria insieme alle offese, su cui nessuno dei due si sentiva di lesinare.
"Picchi come una femminuccia Giacometti!"
"Bastardo! Ti farò sputare sangue prima di consegnarti alla polizia!"
Un pugno andato a segno all'altezza della milza fece boccheggiare e arretrare il russo fino alla parete, che usò come puntello per darsi slancio gettandosi di nuovo in avanti.
Riuscì a caricare un destro e a calarlo sulla mascella di Christophe, che barcollò e fu costretto ad indietreggiare a sua volta.
Dal labbro spaccato colava un filo di sangue e dalla maschera del suo avversario si udì un sogghigno divertito.
"Così per un po' non andrai in giro a mostrare quel bel faccino e a fare il cascamorto coi tuoi cantanti!"
"Quindi... è a causa del giapponese!" urlò l'altro "Hai mandato a puttane il concerto... P-per lui!"
"Oh, puoi giurarci e lo rifarei subito se fosse necessario..."
L'attimo successivo trascorse con esasperante lentezza, scandito dai respiri irregolari dei contendenti, che avevano bisogno di rifiatare; al Vice Direttore servì inoltre a realizzare le dimensioni del putiferio che quel dannato maniaco aveva scatenato per il timido involtino di riso e a fomentare ancor di più la sua rabbia.
"Ti preso tanto disturbo per niente... Il ragazzino non ne valeva la pena!" Sbraitò fuori di sé provocando la contemporanea risposta del russo.
"Dovevi tenere le mani lontano da lui!"
"Va te faire mettre!"
Subito dopo i due si avvinghiarono in un intrico di braccia e gambe, persero l'equilibrio e rotolarono a terra.
Ormai avevano messo da parte la nobile arte della boxe per un pragmatico e disordinato corpo a corpo dove valeva tutto: calci, morsi, strattoni e anche se la stanchezza cominciava a farsi sentire non erano disposti a cedere niente all'avversario.
Victor fu il primo a riuscire a mettersi in piedi, dei due era quello che aveva meno interesse a proseguire lo scontro; la sua priorità era trovare Yuuri, accertarsi che stesse bene e condurlo fuori dai sotterranei, ma lo svizzero non era dello stesso avviso, si diede una vigorosa spinta con la schiena e protendendo le braccia in avanti riuscì a ghermire la maschera e a strappargliela via.
"Bordel de merde..." esclamò appena la sorpresa gli consentì di parlare “Tu sei...”
“Giacometti! Hai fatto davvero una cosa molto stupida!” ruggì Victor, che approfittò dello sbalordimento del suo avversario per colpirlo con un altro pugno; solo che stavolta non terminò la sua corsa sul volto tumefatto dello svizzero, ma incontrò qualcosa di più morbido, che lo assorbì e mandò l'autore dell'inopportuna intromissione al tappeto.



“Merda!!!” gridarono all'unisono i contendenti rendendosi conto di quanto era successo: il giovane tenore li aveva trovati e senza pensare alle conseguenze si era messo in mezzo con l'intenzione di dividerli e fermarli, ma non aveva fatto i conti con la rabbia e la foga dei due e aveva rimediato un cazzotto da manuale allo zigomo.
“Yuuri!”
“Fermo lì razza di canaglia!”
Victor si era mosso d'istinto per soccorrerlo, ma Christophe lo aveva afferrato per impedirglielo, ed erano di nuovo ai ferri corti.
“È colpa tua!” esclamò Giacometti strattonandolo rudemente.
“Se lo avessi lasciato in pace non saremmo a questo punto!” rispondeva il russo prendendolo a spintoni “Tu lo hai perseguitato e sequestrato cazzo di maniaco fuori di testa!”
Un'imprecazione orribile li convinse a desistere; che fosse una bestemmia non serviva il traduttore online dal giapponese per capirlo e che fosse qualcosa di cui anche un boss della Yakuza sarebbe andato orgoglioso lo si poteva capire dall'espressione incazzata ed esasperata di Yuuri, che li fissava entrambi da terra come se volesse incenerirli.
“Voi due!” sbraitò mentre tentava di rimettersi in piedi e teneva a bada con l'indice puntato chiunque avesse azzardato un passo nella sua direzione “Smettetela immediatamente!”
“Yuu...” le parole morirono in gola a Victor quando il dito del giapponese puntò nella sua direzione.
“È la seconda volta che mi colpisci con un pugno!”
“Ti sei messo in mezzo e io...” l'indice si sollevò e ridusse l'uomo al silenzio.
“Tu lo ha già picchiato?” lo rintuzzò Christophe scandalizzato “Che razza di bestia sei diventato dopo l'incidente Nikiforov!”
“Tu stavi per fartelo in camerino! E non venirmi a dire che era consenziente!”
“Ci stavi spiando?!”
“Ho detto... Basta!”
A rischio di prenderle ancora Yuuri si era interposto per dividerli fisicamente.
Sul suo zigomo sinistro stava emergendo un vistoso ematoma, lo smoking era sporco di polvere e ragnatele e i suoi capelli somigliavano ad un istrice svegliato male.
"Victor basta!" ribadì il giovane giapponese bloccando l'ennesimo tentativo di continuare la rissa.
"Tu... Lo conosci" mormorò sorpreso Christophe, mentre cominciava a realizzare cosa ci fosse dietro quell'incontro all'apparenza fortuito "E... Ed eri a conoscenza della sua identità! Lo hai... Protetto in tutti questi mesi! Hai idea di quante persone lo stanno cercando e che c'è una denuncia di sequestro di persona nei suoi confronti?"
"I-in realtà l'ho scoperto qualche tempo dopo e... La denuncia è ancora contro ignoti, dato che nessuno ha mai visto in volto Cho-Cho san!"
"Finora!"
"Io non consegnerò Victor alla polizia!" esclamò mettendosi davanti lui, come per proteggerlo e all'espressione sbalordita dello svizzero continuò "P-perchè l'ho già perso una volta e mi sono reso conto troppo tardi dello sbaglio che ho fatto, perciò se hai intenzione di fargli del male o impedirgli di fuggire dovrai vedertela con me Giacometti"
"Yuuri..." mormorò una voce alle sue spalle.
"Stai zitto tu e vedi di andartene finché sei in tempo! Quanto pensi che impiegherà la polizia a trovare gli accessi ai sotterranei dopo il casino che hai combinato?” lo apostrofò bruscamente Yuuri.
“Io non me ne vado, non senza di te!” fu la replica altrettanto decisa.
"Bordel de Merde... Mi sembra di essere dentro un melodramma romantico" mormorò Christophe, che li osservava incredulo massaggiandosi il mento dolorante “Quindi io avrei la parte del cattivo che vuole dividere i due sventurati amanti...”
“Hai scelto tu di nasconderti e di vivere nell'ombra, ricordi? Mi hai perfino fatto credere di essere andato via! Hai idea di quanto abbia sofferto nelle ultime settimane?”
“Volevo che ti rendessi conto del mondo falso, superficiale e crudele in cui LUI ti stava portando e comunque la sofferenza si sopporta meglio con caviale e champagne, no? Il signor Giacometti... Ha fatto le cose in grande per te: feste, cene, party! Non ti sei negato niente!”
“Che problemi hai Victor? Deciditi, perché non riesco a capire se vuoi farmi la predica o... O una scenata di gelosia!”
Adesso erano il russo e il giapponese a discutere, ignorando platealmente la presenza dell'altro, che cominciava a sentirsi una specie di terzo incomodo.
“Sentite...” provò a intromettersi, ma venne respinto da una nuova ondata di recriminazioni.
“Forse entrambe le cose, d'altronde me ne hai dato motivo!”
“Pensavo che te ne fossi andato! Vuoi sempre essere al centro dell'attenzione anche se sei assente!”



Un fischio prolungato li zittì entrambi e li costrinse a voltarsi verso lo Svizzero.
“Ok! Pausa! Fine dell'incontro!” l'uomo schiarì la voce e nel proseguire assunse il tono più formale che gli consentivano il luogo e il momento “Maestro Nikiforov, non so per quanto ma sono ancora il Vice Direttore di questo teatro e Yuuri è un nostro collaboratore. Lei ci ha appena procurato un danno enorme e ha coinvolto il signor Katsuki che rischia come minimo il licenziamento, oltre ad varie azioni legali e forse addirittura un'incriminazione per favoreggiamento e ostacolo alle indagini; direi che le vostre questioni personali possono passare in secondo piano, almeno per adesso, che ne dite?”
Davanti ad una presa di posizione così decisa i due litiganti si scambiarono un'occhiata e convennero contriti.
Christophe annuì soddisfatto e ripulitosi alla meglio il labbro sanguinante proseguì il discorso “Vi propongo un modo per rimediare e risolvere la situazione...”
“Io non tratto con te Giacometti!” abbaiò il russo.
“Oh, ma non è una trattativa è un ultimatum e la decisione è da prendere qui ed ora, perché l'offerta non verrà ripetuta”
“Cos'hai in mente...” Yuuri lo studiava sospettoso, ormai lo conosceva abbastanza per capire che stava facendo sul serio.
“Oh, c'est très simple: il maestro Nikiforov tornerà a cantare e lo farà qui all'Opera di Parigi”
“No!” esclamò d'impulso Victor, mentre il giapponese era troppo sbalordito per verbalizzare una replica e si limitava a fissarlo incredulo, con gli occhi sbarrati.
“Vi invito a considerare i vantaggi; l'interesse mediatico sul suo ritorno in scena farà passare in secondo piano questo... Spiacevole incidente, che faremo in modo di archiviare in fretta...”
“E queste le hai considerate?” il russo lo interruppe mostrandogli rabbiosamente le cicatrici, anche nella scarsa luce dei sotterranei era ben visibile l'offesa che gli deturpava il volto “Sei più idiota di quello che pensavo se pensi che mi presterò a farti guadagnare soldi e pubblicità con la mia disgrazia! Non tornerò ad esibirmi in pubblico! Mai più!” concluse allontanandosi in fretta.
“Lasciami un momento per parlare con lui Christophe!” Yuuri si trovò costretto ad inseguirlo. “Non ho nessuna fretta di tornare di sopra, fate con calma” asserì serafico l'interpellato, intento a sistemare i vestiti sgualciti e strappati a causa della lotta.
“Victor fermati!” esclamò il giovane giapponese trattenendolo per un braccio “Insomma fermati! Perché non vuoi nemmeno valutare questa opportunità?”
“Oh, per te è un'opportunità magari, ma per me sarebbe solo un'umiliazione!” rispose l'altro cercando di liberarsi “Anche se mi esibissi in modo superlativo al pubblico importerebbe solo del mio aspetto...”
“L'unico ad avere difficoltà col suo aspetto sei tu Victor...” Il giovane prese un lungo respiro e continuò “Quelle cicatrici non mi hanno impedito di innamorarmi di te, né a Christophe di prenderti a pugni, come vedi non sono un handicap o un ostacolo, smettila di nasconderti, il palcoscenico ti manca! Come ti mancano gli applausi, l'ansia, l'aspettativa, l'aria magica che si respira dietro le quinte prima che si alzi il sipario!”
“Ti sbagli!” esclamò brusco il russo, tuttavia aveva rinunciato ad allontanarsi lasciando la mano tra quelle di Yuuri.
“Davvero? Pensi che non abbia notato la tua espressione malinconica quando ascoltavamo qualche brano lirico? Quando guardavamo il video di un concerto? Quando facevi la critica a qualche tenore? Quando mi dicevi: se ci fossi io al suo posto! Il tuo posto non è chiuso in una soffitta buia, devi uscire dall'ombra!”
“No!” ribadì, mentre la convinzione lasciava il posto all'orgoglioso puntiglio.

“Se posso permettermi...” intervenne Christophe annunciandosi alla coppia con un leggero colpo di tosse.
“No, non puoi Giacometti!” inveì il russo, irritato dal suo pessimo tempismo.
“Christophe... Per favore...” lo supplicò Yuuri, che temeva un nuovo scoppio d'ira.
“Qual'è il problema? Le cicatrici? La chirurgia plastica ha fatto passi da gigante, sono certo che un buon chirurgo migliorerebbe la...”
“Impossibile! Credi che non abbia già tentato di tutto?” lo interruppe Victor “Qui a Parigi, poi dalle tue parti, in Svizzera; le cliniche più prestigiose, i medici più rinomati, il dolore delle operazioni e dei trattamenti in questi ultimi due anni... Tutto per arrivare a cosa? A quello che vedi! Un mostro!” “La sua pelle ha dei problemi di cicatrizzazione” aggiunse Yuuri mortificato.
“Uhm...” l'uomo biondo incrociò le braccia al petto e reclinò il capo “È chiaro. Per questo al maestro Nikiforov non serve una comune clinica estetica, ma un centro di ricerca”
I due lo osservarono perplessi.
“Il centro Pitanguy” annuì Christhope dopo aver riflettuto un momento “a Rio de Janeiro”
“In Brasile?”
Yuuri era dubbioso.
Se pensava a Ospedali famosi e importanti gli venivano in mente gli Stati Uniti e l'Europa non certo un paese dell'America Latina!
“Oh non farti trarre in inganno dalla location esotica mon petite rossignol. È un istituto all'avanguardia, un punto di riferimento internazionale sulla chirurgia plastica ed estetica, se esiste un posto in cui possono curare con successo il maestro è proprio quello”
“Com'è che sei così bene informato?” chiese il russo diffidente e l'interpellato rispose facendogli l'occhietto.
“Ho... Diciamo qualche conoscenza nel giro. D'altra parte prendersi cura di sé è un dovere per persone di successo come noi... E sarebbe nel mio interesse che una stella di prima grandezza come Victor Nikiforov salisse sul palco dell'Opera in forma smagliante. Alors... Affare fatto?” chiese tendendogli la mano per siglare il loro accordo.
“Tu dai troppe cose per scontate” il russo tuttavia esitava “Pensi che mi sottoporrei di nuovo ad altri interventi e a procedure dolorose per assecondare la tua ambizione?”
“No, no, certo che no.” Christophe sorrise senza ritrarre la destra “Ma lo faresti, perché come dice Yuuri ti manca il palcoscenico e starne lontano è una sofferenza ancora più grande di quella che affronteresti in clinica e in definitiva... Lo faresti anche per le petite japonais
Victor abbassò lo sguardo e incontrò quello colmo di aspettative di Yuuri.
Forse poteva dubitare delle parole di Giacometti, della sua generosità interessata, ma non poteva dubitare di quegli occhi liquidi e dolci, che avevano saputo vedere oltre le cicatrici, oltre le bizze e i capricci del divo incompreso, che non lo avevano mai giudicato o deriso, in cui si poteva specchiare trovando la parte migliore di sé.
“Victor...” mormorò Yuuri vedendolo ancora così combattuto.
“Diamine... So già che me ne pentirò” sbuffò l'interpellato stringendo la mano di Christophe.
“E io farò in modo che non succeda!” concluse sollevato il giovane tenore sgranando finalmente un largo sorriso.

Fine Quattordicesima Parte


† La voce della coscienza †

Il triangolare Russia-Svizzera-Giappone si è concluso con un sostianziale pareggio, dopo esserci virilmente scazzottati e insultati Victor e Christophe, grazie a Yuuri (e ad un altro pugno che gli è arrivato nella mischia!) hanno finalmente modo di chiarirsi e il tenore russo trova il coraggio di andare oltre le sue paure affrontando un percorso clinico che lo aiuti a risolvere il problema delle cicatrici.
Ci aspetta un viaggio dall'altra parte del mondo adesso, ma i nostri due piccioncini canterini non potevano affrontarlo tutto da soli!
Riuscite ad indovinare chi li accompagnerà? :D
Si esatto... Proprio loro...
Come se un russo non fosse abbastanza Yuuri dovrà barcamenarsi con un vecchio maestro brontolone e un feroce tigrotto!
Restate di vedetta e battete un colpo se ci siete, siamo a -2 capitoli dalla fine!

Questo è il brano che da il titolo al capitolo:
https://www.youtube.com/watch?v=V-ImYoaZbl4



   
 
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