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Autore: elelunare    23/08/2018    1 recensioni
Storia Zorobin, seguito della storia "Questa volta lo farò io" da me edita.
L'avventura all'isola dei selvaggi è passata e i due amanti cercano di tornare alla loro vita normale con la ciurma. Ce la faranno a dimenticarsi e a resistere all'attrazione che l'uno ha per l'altra? Oppure cederanno con il rischio di essere scoperti?.. Come se non bastasse la ciurma approda in una nuova isola dove i pirati vengono considerati veri e propri idoli. Sì, ma qualcosa andrà storto e le cose si complicheranno, non solo per Zoro e Robin.. ma anche per un altra coppia. Consiglio di leggere, per chi non l'avesse fatto, prima "Questa volta lo farò io" perchè ci sono moolti riferimenti. Buona lettura! :)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nico Robin, Roronoa Zoro, Z
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Diosanto...CHeCAxzo!..di nuovo?!

“R-Robin..ci sei?”

“Sono qui.. Sanji, tu?”

“Ci sono, siamo tutti...ma che cavolo c'è qua dietro che??”

“Io non vedo nulla...e voi?”

“Mi gira la testa..siete a terra pure voi?”

“Siamo in due Nami..non..mi sento in forze”

“Ma è buio o.. abbiamo perso la vista tutti quanti?!”

“Non riesco a respirare..non mi piace questo buio..Robin cerco.. di venire da te”

“No Nami..non muoverti, non sappiamo cosa ci sia..ee ...”

“Robin?”

“ROBIN! Rispondi! OI!?

“Ah, non riesco a parlare...scusate mi gira..la testa”

“Ok, state calmi...passerà. Prima, in strada, mi è successa...la stessa cosa..ora va leggermente meglio di prima..ma poco fa...è stato un malessere..assurdo. Respirate profondamente..passerà. Credo siano..quelle luci del demonio”

Passarono dei minuti in cui, nella completa oscurità, si sentirono solo i loro respiri, nessun altro rumore, niente di niente. Poi nacque una luce rossa, a terra, diventava sempre più intensa. Tutti la videro, era l'unica fonte luminosa lì dov'erano. Qualcuno le andò vicino e la osservò, si videro dei capelli lunghi, un po' mossi, illuminati di rosso e una mano, anch'essa rossa, sopra quella luce che ora brillava ad intermittenza.

“Che faccio? Schiaccio? è.. un pulsante” disse Nami.

“Aspetta! É quello che vogliono loro”

“Che intendi dire, Zoro?”

“Prima in strada..stavo cercando il cuoco, ad un certo punto si è illuminata una vetrina e ci sono andato davanti per capire perché era successo e cosa c'era lì..insomma, una luce potente come quella che ci ha appena accecato, mi ha come paralizzato..e io me la ricordo bene quella sensazione..”

“Sì..mi sentivo immobilizzata pure io..”

“..Beh! Dopo neanche un secondo mi sono ritrovato davanti a Sanji, cioè..qualcuno o qualcosa mi ci ha portato lì!

“Quindi..ora è successa la stessa cosa..ci hanno portato qui e ora vogliono.. che noi schiacciamo questo affare? È questo che intendi?”

“Sì Nami..qualcuno sta tentando di controllarci”

“Ma se non lo schiacceremo temo che.. resteremo qui, al buio, le cose non cambieranno..” intervenne Robin.

“Lo faccio io” disse Sanji e si avvicinò a carponi al pulsante. Nami indietreggiò sparendo nell'oscurità e apparve la mano del cuoco illuminata di rosso sopra quella luce.

Sanji schiacciò quel bottone luminoso e tutto intorno a loro apparve leggermente più chiaro.

Ora si vedeva qualcosa, almeno si vedevano tra di loro, erano tutti seduti a terra e delle piccole flebili luci viola illuminavano quella angusta stanza. Parevano fluttuare tutte intorno a loro.

Appena ci fu quella fioca luce Sanji si ritrovò davanti alla rossa e immediatamente guardò da un altra parte. Lei fece la stessa cosa girandosi del tutto e tirò poi un urlo assurdo.

“AAAaaahhh!!! Ma cos'èè??!! uno scheletro??!!” gridò schizzando vicino a Robin che seguì impassibile il teschio luminoso a terra, stava rotolando.

Aguzzando bene la vista se ne potevano scorgere molti di teschi lì dentro, ed anche ossa, quella stanza sembrava un antica prigione oppure la stanza dove una vecchia strega rinchiudeva i malcapitati di turno. Non c'era alcuna finestra e il soffitto era molto basso. Di sicuro non potevano alzarsi in piedi.

“Quello..non è Brook, vero?” disse Zoro con una vaga inquitudine.

“No, Brook è diverso e..non gli si illumina il cranio” rispose l'archeologa, come ipnotizzata dal teschio. Andò verso quel cranio gattonando e lo prese tra le mani. Sì, c'era qualcosa dentro.

“Cavolo..che fai, Robin?!” disse Nami spaventata anche dalla mora. Si stava abbracciando da sola.

“Bisogna aprirlo..”

“CHE?!” disse lei.

“Guardati attorno..è l'unica fonte di luce verde qui..tutte le altre sono viola..bisogna aprirlo e molto probabilmente dentro ci sarà un altro pulsante luminoso da attivare oppure chissà..” La mora sembrava pure divertita ora, sorrideva.

“Porca miseria...” commentò lo spadaccino “Che cos'è questo?! Un giochetto del cavolo??”

“Ho paura di sì” disse Sanji “Stanno giocando con noi”.

“Non c'è modo di aprirlo mi sa..se non con la forza, non ci sono meccanismi, aperture..” Robin stava studiando a fondo quell'oggetto “e comunque non è un teschio vero questo..anche se è fatto molto bene..”

“Ah Robin, chissenefrega, spacchiamolo!” Gridò Nami “Voglio uscire di qui al più presto!!”

“Dammi qua!” fece Zoro avvicinandosi all'archeologa e lei glielo porse indifferente. Lo spadaccino le balenò un occhiata corrucciata e prese il teschio tra le mani. Quella donna era ancora fredda nei suoi confronti e chissà quando poi le sarebbe passata.

Zoro strinse fra le mani con forza l'oggetto, facendo sempre più pressione e dopo poco si sentì un leggero 'crack'. Del teschio non rimasero che pezzi e lo spadaccino se ne disfò, gli rimase in mano quella che sembrava una gemma perfettamente sferica. Irradiava una strana luce verde.

“ODDIO!! E' vera??!!” fece Nami, che sembrava essersi dimenticata dov'era.

“Ne dubito..” disse Zoro “Ha una strana..” Ma un urlo spaventoso, acutissimo, coprì la sua voce. Fecero tutti un salto dallo spavento, anche l'archeologa, più per quel suono forte e inaspettato che per altro.

Le urla continuavano, sembravano non umane, Nami si tappò le orecchie e iniziò ad urlare rannicchiata a terra.

“BASTA!! Smettetela per la miseria!!” urlò incazzato lo spadaccino ma a malapena si sentiva lui stesso. Robin gli si avvicinò e gli prese la gemma studiandola da vicino con la faccia contratta dal fastidio di quel fracasso, la sfera aveva una crepa all'interno, che sembrava dividerla perfettamente a metà. Quelle urla erano devastanti, non smettevano e le luci viola stavano lentamente perdendo la loro luminosità.

“Non ...ulsante! Ha ...glio!!” urlò la mora a Zoro ma lui non capì, scuotè la testa frastornato.

Vide che la faccia della mora si illuminava un poco, poi gli si avvicinava ancor di più e gli afferrava una katana. “..AGLIA!!” gli urlò sull'orecchio e lui capì. Capì cosa doveva fare.

Sanji e Nami osservarono la scena a debita distanza mentre Zoro impugnava la spada e Robin faceva apparire due mani che tenevano la gemma a terra.

La luce violacea alla fine sparì del tutto e nel buio più totale, in quelle urla che spaccavano i timpani, Zoro vibrò un colpo secco. Nel momento in cui la pietra si ruppe esattamente a metà perse la sua luminescenza, nessuno la vide aprirsi in due in quell'oscurità.

Le urla cessarono di colpo, i pirati sospirano di sollievo e un varco si aprì lentamente dietro a Sanji, sembrava illuminato dalla luce danzante di qualche candela.

“Andiamo” fece lui di mala voglia, poi si calò in quell'apertura e aprì la fila scendendo piano le scale. Lo seguì Robin, subito dopo, appiccicata a lei, una terrorizzata Nami e poi Zoro chiuse il gruppo.

 

Arrivarono al piano di sotto, in una sala completamente vuota con al centro solo un piedistallo e una grossa candela. Si guardarono attorno e non notarono nulla di particolare, nulla con cui interagire. Almeno in quella stanza si poteva stare in piedi.

“Al diavolo! Qui non c'è niente! Nessuna uscita! Nessuna finestra, niente di niente!” Lo spadaccino, impaziente, sfoderò di nuovo la katana e provò a colpire la parete. Una scossa tremenda lo trapassò e finì a terra.

“Zoro!” esclamò la mora e gli andò vicino, lui fece solo una smorfia e si tirò su a sedere con una mano alzata come a dire 'non è niente'.

“Pessima idea, alga..” commentò Sanji, si era di nuovo acceso una sigaretta.

“L'unica cosa che c'è qui è questa candela, io credo che..dobbiamo spegnerla” disse Nami, sembrava rapita da quella fiammella.

“Così rimarremo al buio..” disse Zoro tenendosi la testa, ancora seduto.

“Al massimo c'è il mio accendino..” puntualizzò il cuoco avvicinandosi alla rossa e alla candela, guardava accuratamente da un altra parte, non di certo Nami di fronte a lui.

“E perché cacchio non l'hai tirato fuori prima?!” gli urlò Zoro ma l'altro non gli badò.

“Ok..” fece la rossa a sé stessa e soffiò su quella fiamma.

Per qualche secondo regnò il buio più totale poi iniziò a vedersi uno strano bagliore blu. Proveniva dal cero spento. Dentro celava qualcosa.

Sanji prese il cero sfilandolo dal piedistallo, lo mise a terra e con una pedata lo spezzò. Ne uscì fuori una gemma blu, era a forma piramidale, luminescente, di un blu elettrico. Proprio quando la prese in mano, nella stanza apparvero tantissime candele e i quattro si guardarono attorno stupiti. Alcune fluttuavano nel nulla.

“Stregoneria?!..o tecnologia talmente avanzata che noi non possiamo comprendere??” disse il biondo.

Miodioo...” Nami era sempre più terrorizzata.

“Sarebbe bello fosse stregoneria. Mh, magia nera..” commentò Robin sorridendo, era l'unica che lo faceva, lo spadaccino la guardò dal basso un po' rapito, poi dissentì con la testa.

“Esatto..Cioè no! Macchè stregoneria! Questi stronzi vogliono solo spaventarci!” disse Zoro alzandosi “Queste cose non sono reali! Non avevate parlato di olocosi, prima?!”

“Ologrammi” puntualizzò Nami calmandosi un po' “ e comunque quella scarica non mi pareva frutto dell'immaginazione..neppure questa candela lo era..scaldava, e ora è cambiata così, davanti ai miei occhi”

“Queste candele bruciano, non sono illusioni...e prima non c'erano” intervenne l'archeologa passandoci una mano sopra a quelle fiammelle e rincarando la dose allo spadaccino.

“Mmh, quindi?!” fece lui impaziente sentendosi un po' cretino.

“Quindi spostati da lì, sta prendendo fuoco!” gli urlò il biondo e tutti e quattro si mossero in centro stanza guardando attoniti le pareti di legno che piano piano iniziavano a bruciare.

“Cuoco! La gemma! Cosa cazzo facciamo?!”

Sanji la guardò bene e osservò intorno a lui. Cosa poteva fare? L'unica cosa che sapeva era che probabilmente andava in qualche modo distrutta..forse. La mise davanti alla faccia di Nami senza dirle una parola e lei la prese iniziando a guardarla bene. Ora che nella stanza c'era più luce, la superficie di quella gemma piramidale sembrava ondulata... 'Fiamme?' si disse la rossa.

“Moriremo bruciati..la nostra pelle si staccherà dai nostri corpi..è una brutta morte..ma ce n'è di peggiori, tipo..” iniziò a dire la mora ma cominciò a tossire.

“Smettila Robin!! Non dire più nulla!..” gridò Nami terrorizzata. Ormai erano tutti e quattro appiccicati spalla con spalla, le fiamme e il fumo stavano invadendo la stanza.

“Forse ho capito..diamogli fuoco!” disse Nami buttando la piramide tra le fiamme.

Non successe nulla, anzi le fiamme aumentarono di vigore e la piramide rimbalzò nel rogo rimanendo intatta.

“C'erano chiaramente delle fiammelle disegnate lì sopra! Doveva funzionare!! Perchè...” ma Nami al suo 'perché' diede subito una risposta. Era chiaro! Perchè non c'era arrivata prima?

“Sanji! Devi darle fuoco con l'accendino!” urlò guardandolo solo di sfuggita.

“CI PROVO!” rispose il cuoco fiondandosi in avanti e buttando un piede tra le fiamme, recuperò velocemente la pietra blu calciandola in mezzo alla stanza e accese il suo accendino. Avvicinò la fiammella e vide celermente svanire la gemma in una nuvola di cenere.

“E' ANDATA!” urlò soddisfatto e in quel momento il pavimento si aprì sotto di loro facendoli cadere al piano inferiore.

 

“Ouh! Che dolore..” Sanji alzò la testa e si accorse che Nami era caduta sopra di lui, gli stava schiacciando pure una parte molto delicata..

Inspiegabilmente il cuoco non reagì in nessun modo a quella cosa. La rossa si alzò indenne, il biondo aveva attutito perfettamente la sua caduta.

“Bastardi schifosi..quando esco da qui.. Oh, tutto ok??” Lo spadaccino si tirò velocemente su, era caduto sopra la mora, le porse una mano ma lei sembrò non notarlo e senza lamentarsi si mise in piedi da sola.

“Sshh! Cos'è questo?” fece Sanji tirandosi su a sedere.

La stanza dov'erano ora era debolmente illuminata da delle luci rosse posizionate nel perimetro della stessa, a terra, e si sentiva uno strano sciacquio, come se qualcosa defluisse lì vicino a loro.

“No! No no! Non è possibile! Basta!” fece Nami e indicò la parete tenendosi una mano alla bocca.

“Che mi venga un colpo...” commentò Sanji.

“Eh..proprio!” disse Zoro ma poi guardando anche lui quel muro aggiuse “..COOSA?!

“E'...sangue. Ed è tutto intorno a noi” fece l'archeologa guardando rapita tutte e quattro le pareti di quella stanza, rigoli di quel liquido che sembrava proprio essere sangue colavano dalle pareti, sempre più copiosi.

“Perchè..perchè vogliono torturarci così? Aveva ragione quella donna! Sono le persone in nero! Sono loro di sicuro! Oddiovogliouscirediquii!!” Nami era di nuovo allarmata e il cuoco la guardava inerme, non se la sentiva di rincuorarla, si girò dall'altra parte, forse così gli sarebbe passata quella voglia.

“Nami, può anche essere che non lo sia” disse la mora studiando le pareti “in fondo sono le luci ad esser rosse e..mm, mi sa che ho trovato la terza gemma” finì col dire.

Gli altri tre si girarono in sua direzione e videro una strana luminescenza arancione dietro quel liquido rossastro che colava. La gemma doveva essere incastrata alla parete e per prenderla bisognava sporcarsi le mani.

L'archeologa attivò la sua abilità e fece apparire una fila di braccia che treminava con una mano. Il palmo toccò quel liquido e si ritrasse. Sì, sembrava proprio che non fosse acqua quella. La mano tornò sotto quella che ormai era una piccola cascata di sangue, tirò fuori la gemma e la mora la prese e la rigirò tra e mani. Ora si era sporcata anche lei con quel liquido rosso ma sembrava l'ultimo dei suoi pensieri.

Lo sciacquio divenne uno scroscio e quel sangue iniziò ad invadere anche il pavimento.

“No..no..Ti prego, no!” si mise a dire Nami nel panico e di nuovo, come prima, i quattro indietreggiarono fino a finire l'uno alle spalle dell'altro. Il liquido rossastro bagnò completamente il pavimento della stanza e ben presto iniziò a salire di livello. Strane sfere biancastre apparvero in superficie, sempre più numerose.

“Che..che?? OCCHI?!” fece Zoro stupito.

“Ehi! Magari te ne serve uno, algaccia..” rifacendosi della battutaccia dello spadaccino poco prima.

Il sangue saliva, saliva, era arrivato alle loro ginocchia ed era caldo.

“Nami?” Robin la chiamava con una tranquillità disarmante, la rossa aprì gli occhi e vide la gemma arancio davanti al suo viso. Brillava ed era a forma cilindrica, sulla superficie piana aveva inciso un strano segno zigzagato. “Io penso che tocchi a te” le disse la mora sorridendole.

Nami si destò un po' da quello stato di terrore e prese la gemma. Guardandola fece un lieve sorriso.

“HO CAPITO! Tocca a me distruggerla!” disse e i due ragazzi si girarono confusi, loro non avevano capito una mazza. Le due ragazze erano molto più sveglie di loro.

“Ma è chiaro! Zoro prima ha rotto la sfera verde con la sua katana, Sanji ha bruciato la piramide blu con l'accendino...l'arancio è il mio colore preferito, quindi ora tocca a me distruggere questa pietra..anche se mi piace...chissà magari vale qualcosa!”

“Nami! Sbrigati!” Fece lo spadaccino e lei si accorse che il liquido rossastro con annessi occhi galleggianti le arrivava alla vita.

“DIOCHESCHIFOO!! OK, dov'è?! Eccolo!” La rossa tirò fuori dalla gonna il suo clima takt e cercò di posizionare sopra l'estremità la gemma sul lato piano. Era tutta sporca di quel sangue, cercava di non pensarci ma le girava la testa.

Non fu facile perché quel cilindretto arancio cadde parecchie volte e quel liquido le stava arrivando ormai alle spalle.

“Ce la farai” le disse Sanji e lei guardò il suo profilo giusto un secondo per poi tornare a quello che doveva fare. Quel biondo non le rivolgeva un occhiata neanche a pagarlo.

“Sì, ma fallo presto!” aggiunse lo spadaccino e Robin gli rifilò l'ennesima occhiataccia.

Quando quel sangue ormai le arrivava alla gola Nami ci riuscì e attivò il suo bastone che produsse un fulmine mandando in frantumi quella gemma.

Si sentì un gorgoglìo inquietante e quel liquido iniziò a defluire. Quando la stanza fu vuota scorsero un passaggio a terra, dovevano calarsi giù di nuovo.

“Non è ancora finita? Io non ne posso più..” si lamentò Nami, poi vide le sue mani, le braccia e il vestito. Nulla era rosso, non era sporca affatto, non era neppure bagnata. E nemmeno i suoi compagni, che si osservavano anche loro stupiti. Quel sangue era stato un illusione? Oppure si era volatilizzato in qualche modo? Era inspiegabile.

 

Scivolarono uno ad uno giù dal piccolo scivolo e appena furono tra quelle quattro mura sentirono un odore molto sgradevole. Era buio, com'era prevedibile. La rossa fece qualche passo e Sanji gli parò una mano davanti. Senza dire nulla accese il suo accendino.

Miriadi di serpenti e insetti di ogni genere brulicavano a terra.

Nami ebbe un capogiro e Robin dietro di lei la tenne in piedi afferrandola in tempo.

“Nami?!” la chiamò ma lei disse piano che stava bene. Ma rimase appiccicata all'archeologa.

“Quindi se non erro, ora tocca a Robin..” fece Zoro “Cuoco! Illumina di più! Qua non si vede nulla! Bah, che schifo! Si arrampicano questi!”.

“Ehi! Non sono un accendino umano! E qui non c'è nulla da incendiare per..” ma Sanji vide la mora indicargli qualcosa. Proprio davanti a loro c'erano due fiaccole, pronte per esser accese. “Mm, bene!” disse facendo finta di nulla e diede fuoco alle due torce.

Appena la stanza fu illuminata si pentirono amaramente di aver voluto vedere cosa c'era lì dentro. Gli insetti avevano invaso anche le pareti, soffitto compreso e al lato opposto di quella stanza vi era un ragno enorme. Li fissava immobile con i suoi numerosi occhi. Parevano fiammeggianti alla luce delle fiaccole.

“AARRGHHH!!!!” urlò per l'ennesima volta Nami e si nascose dietro alla mora, nel frattempo Zoro sfoderò la spada.

“Gran calma, ci penso io..voi state indietro” fece lui. Il ragno sembrò intuire quello che voleva fare quell'uomo e tentò di saltargli addosso. Lo spadaccino con un colpo lo tagliò in due tra le urla schifate della rossa. Nell'addome del ragno c'era la gemma viola.

“Dannazione, che mi tocca fare...dio che tanfo! Era lui che puzzava cosi!” disse lo spadaccino tappandosi il naso.

“Per una volta non sei tu!” gli fece il biondo e lui lo mandò a quel paese.

Brontolando e avanzando schiacciando qualche insetto, Zoro ficcò la mano dentro quella pancia gelatinosa e ne tirò fuori un cubo che riluceva. Tornando indietro lo pulì sui suoi pantaloni e lo diede in mano a Robin dicendole “Prego, con questo il cerchio si chiude”. Le sorrise ma lei non ricambiò quel sorriso. Lo spadaccino sbuffò infastidito e fece dietro front dandole le spalle fregandosene altamente di quello che potevano pensare gli altri due. Non sopportava più l'atteggiamento dell'archeologa, per lui stava esagerando alla grande.

Si aprì una botola dall'alto e cascò una piccola montagna di nuovi coinquilini, dei colorati millepiedi. La rossa ritornò ad urlare, Robin si avvicinò alla luce della fiaccola e comunicò agli altri che c'era un iscrizione strana in quel cubo violaceo, era una frase in anagramma e ci avrebbe messo un po' a decifrare la cosa.

Si aprirono così altre due botole dall'alto scaricando nella stanza altri insetti, Nami ormai era sull'orlo di una crisi di nervi, si teneva vicino all'archeologa saltando di qua e di là e i ragazzi cercavano di sterminare più bestie striscianti possibili, ma più ne facevano fuori e più ne arrivavano.

“Ci sono!” disse ad un tratto la mora “Dovete cercare un incastro nella parete..un incastro a forma di cubo, naturalmente”

“Bella roba!” le disse di malo modo Zoro “Con tutte quelle bestie che ci strisciano sopra come la mettiamo??”

Lei lo fulminò con lo sguardo e gli disse con aria superiore “Ci sono due torce. Usatele!” e poi non lo guardò più badando a tranquillizzare Nami.

I due ragazzi presero le torce e avanzarono nella stanza. Sanji si avvicinò a Zoro giusto per infastidirlo ancor di più spifferandogli un “Ehi! Mi sbaglio, o ti odia?..”. Lo spadaccino era talmente alterato che neanche lo badò, se la prese con gli insetti alle pareti iniziando a bruciare tutto quello che vedeva muoversi.

Dopo un po' di minuti Sanji disse ad alta voce di aver trovato qualcosa e l'archeologa si avvicinò al biondo. Un millepiedi le stava risalendo la gamba ma con indifferenza lo prese e lo buttò lontano. Si fermò davanti al foro. “Esatto, eccolo qui!” disse e incastrò la gemma.

Robin e Sanji si scambiarono un debole sorriso, quell'avventura agghiacciante sarebbe presto finita, così un passaggio si aprì dietro a Zoro. I due si girarono ancora sorridenti giusto in tempo per vedere Nami correre impaziente verso quella chiara apertura e lo spadaccino folgorarli con lo sguardo. Era imbestialito.

  
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