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Autore: terryoscar    25/08/2018    6 recensioni
Autrici: Aizram e Terryoscar
“ Avventura sulle Alpi” nasce per caso.
Aizram ed io ci siamo conosciute grazie alla mia prima pubblicazione: ” Oscar storia di un grande amore.”
“Dopo averla portata a termine, Aizram mi ha contattata, chiedendomi di scrivere un’altra storia ma allegra e divertente riguardo ai nostri personaggi preferiti: Oscar e André.
Inizialmente le ho detto che non sapevo nemmeno cosa scrivere, e lei mi ha suggerito di fargli fare un bel viaggio verso le Alpi.
I primi tre capitoli li ho scritti da sola, prendendo spunto i suggerimenti di Aizram ma poi, grazie alla tecnologia di cui usufruiamo abbiamo scritto i capitoli successivi in tempo reale: tramite skipe.
Quindi questa storia è scritta a quattro mani da Terry e Aizram. Si sa due cervelli funzionano meglio di uno!
E così nasce “Avventura sulle Alpi!”
Qui avremo il generale che tenterà di convincere sua figlia a sposarsi, perché a suo dire ormai incontrollabile da quando frequenta i Soldati della Guardia e sopratutto pretenderà da lei un erede a cui tramandare il titolo nobiliare. Naturalmente Oscar di sposarsi non ne vorrà sapere, quindi si scontrerà con suo padre, e non solo con lui ….
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Generale Jarjayes, Madame Jarjayes, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'IO SONO IL GENERALE JARJAYES'
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Un leone in gabbia
 
 
Andrè ed io siamo sul ciglio della porta, dopo la consegna della missiva da parte di Sua Maestà, rimaniamo in silenzio e ci guardiamo con smarrimento, mentre udiamo le voci felici di tutta la famiglia.
Vedo avanzare mio padre che mi guarda con curiosità e mi dice: “Cosa succede Oscar, cosa aveva da dirti Adrian?”
“Padre, la Regina ci chiede di presentarci domattina all’alba al Palazzo Reale, per delle comunicazioni.
Mio Padre annuisce, ma Andrè mi chiede: “Cosa mai vorrà Sua Maestà la Regina?”.
“Non lo so Andrè, l’unica cosa che sappiamo, è che domattina, prima di recarci al comando militare, andremo a Versailles … dovremo svegliarci prima del solito per essere alla Reggia!”
Vediamo avanzare verso di noi mia Madre, che guardandoci, dice: “Augustin, Oscar, Andrè, vi stanno tutti aspettando per il bicchiere di champagne ….. perché quelle facce, è successo qualcosa?”
“Marguerite, è arrivata una missiva da parte di sua Maestà la Regina, domani mattina dobbiamo recarci alla Reggia, ma … Marguerite non farne parola con nessuno, almeno fino a quando non sapremo di cosa si tratta!”
“Stai tranquillo Augustin, sappiamo benissimo che gli affari di stato vanno trattati con riservo, e adesso che ne dite di tornare di là?!!”
Guardo mio Padre e gli dico: “E’ meglio tornare, altrimenti tutti cominceranno a farci domande.”
“Si Oscar, andiamo!”
 
 
Andrè mi mette il braccio intorno al collo, e torniamo in salone seguiti da mia Madre e mio Padre.
Louis, appena ci vede, ci porge i bicchieri e ci dice: “Su avanti Generale .. venite qui, ma dove siete finiti Voi tutti, non vi abbiamo visti più, siete spariti così, all’improvviso! ….. Su forza. Venite a bere l’ultimo bicchiere prima che finisca la serata!”
Mio Padre prende il primo calice e lo porge a mia Madre, Andrè ed io prendiamo i bicchieri che ci porge nostro cognato, che dice: “Visto che ci siamo tutti, possiamo assaporare questo ottimo vino!”

Vedo Maxim che presta attenzione a mia sorella.
“Luisa non ti senti bene, sei pallida …”
Anche mia Madre si accorge che mia sorella non sta bene, le si avvicina e le dice: “Luisa cara, c’è qualcosa che non va?”
“Non preoccupatevi, è solo che mi sento un po’ affaticata, tutto qui! …… Maxim, io preferisco ritirarmi, mi sento molto stanca, voglio andare a letto, tu se vuoi resta pure con gli altri …”
“Luisa sei sicura di non avere bisogno di nulla?”
“Nulla Maxim, rimani pure, tanto io vado a dormire, a dopo caro! … …… buona notte a tutti!”
Rispondiamo tutti: “Buona notte Luisa!”


Poco dopo Joséphine e le altre mie sorelle mi si avvicinano e mi dicono: “Oscar, hai da dirci qualcosa …… vieni con noi!”
“Dove?”
“Dove se non in camera tua, su vieni, andiamo!”

Mi circondano e mi portano via, guardano Andrè e gli dicono: “Tu Andrè rimani pure con i nostri mariti, a tua moglie ci pensiamo noi … e non salire tanto presto, che ne avremo per un po’, capito André? A dopo!”. Joséphine sorride mentre si rivolge ad Andrè, con un’aria molto maliziosa!
Sorrido e non ribatto, mi unisco alla conversazione del Generale che, con i miei cognati, parla della situazione politica attuale, mentre vedo Oscar portata via dalle sue sorelle, Joséphine come sempre è l’anima del gruppo, sorride e guardandomi mi ripete ancora: “Andrè ti prego, non venire su tanto presto!”. Oscar è vistosamente in imbarazzo, non si è ancora abituata all’invadenza delle sue sorelle e neppure ai discorsi preferiti di Joséphine.

Sorrido e non rispondo mentre penso: Povera Oscar, chissà cosa le diranno … o le chiederanno!


Siamo in camera mia, le mie sorelle si sono assicurate che la porta della camera fosse ben chiusa, ci accomodiamo nel salottino che precede la camera da letto, la prima come sempre ad interloquire è Joséphine: “Su dai Oscar, stiamo aspettando già da ieri, ma tu, con i tuoi turni di guardia, non sei tornata prima ….. allora dicci, come hai trascorso la notte in caserma? Tu e Andrè vi siete divertiti o cosa?”
“Ti prego Joséphine, non ricominciare!”
 
inizio ad agitarmi, immaginavo che il discorso di Joséphine sarebbe andato in quella direzione, ma non riesco ancora ad abituarmi alla sua…..sfacciataggine! Arrossisco, le mie sorelle se ne accorgono, ma Joséphine non demorde.
“Ma su dai Oscar, non fare quella faccia! Se proprio ti senti a disagio con noi a parlare di certi argomenti, vuol dire che cominceremo noi a raccontarti di come e quando l’abbiamo fatto sulla scrivania del nonno, ma poi toccherà a te, ma non vogliamo certo sapere della scrivania di palazzo Jarjayes, ma di quell’altra, quella nel tuo ufficio ah ah ah!”
“Ma chi ti ha detto che io e Andrè ….”
 
 Sono sempre più imbarazzata, mi asciugo i palmi delle mani sui pantaloni che indosso, strofinandoli sulle cosce. Sto sudando, slaccio il colletto della camicia lilla, la allargo un poco a livello del collo lasciando un paio di bottoncini aperti. Tiro su anche le maniche, lasciando che i voulan dei polsini si sistemino appena sotto il gomito.
Antoinette interviene: “Su dai Oscar, non vorrai mica prenderci in giro, non siamo nate ieri, e la più giovane in fatto di matrimonio è Luisa, che è sposata ormai da dieci anni, quindi noi tutte possiamo vantare una certa esperienza, o conoscenza, chiamala come vuoi!”
Silvia rincara la dose: “Su sorellina, non fare quella faccia, vuoi che ti racconti di me, di mio marito e della scrivania?”
“Grazie Silvia, davvero, ma certi argomenti proprio non mi interessano!”
 
Santo cielo, ma queste sono davvero fissate, ma non è possibile cambiare argomento? Ma pensano sempre e solo a……?


Marianne protesta: “Ma su Oscar, non dire così, se proprio non vuoi raccontarci niente allora ti racconterò di me e Louis, che abbiamo concepito Marguerite sul sofà del nonno! ….. Vedi, è successo due mesi prima che mi sposassi, quella sera a palazzo, mentre tutti voi festeggiavate il compleanno di nostro padre, io e Louis festeggiavamo a modo nostro ….. il come te lo lascio immaginare, comunque sappi che nonostante il sofà del nonno abbia una certa vetustà, posso dirti che è davvero resistente ah ah ah!”
Sono seduta sulla poltroncina, la mia mano sorregge il viso, sorrido appena, ma non riesco a non chiederle: “Ma si può sapere Marianne perchè, con tante stanze del palazzo, tu e Louis siete andati proprio sul sofà del nonno, e per di più nella stanza di nostro Padre! … Ma come vi è saltato in testa di fare una cosa simile?”
 
 Lo ammetto, mi piacerebbe capire cosa passa per la testa delle mie sorelle.


“Oscar cara, ma tu lo conosci nostro Padre, e sai che ogni qualvolta che si festeggiava a palazzo qualche ricorrenza e venivano ospitati i fidanzati delle sue figlie, faceva mettere sotto chiave tutte le stanze, proprio per evitare che noi … fornicassimo …”


Vedo tutte le mie sorelle sorridere, non posso fare a meno di sorridere anch’io, mormoro: “Marianne, faceva chiudere tutte le stanze, però non faceva chiudere la sua o sbaglio?”
“No Oscar!! Lui faceva chiudere anche la sua, è solo che quella sera nostra Madre tardò a scendere, e la servitù dimenticò di chiudere la stanza a chiave, e così io e Louis ci chiudemmo li dentro! … Capito adesso?”
“E nostro Padre non notò la vostra assenza?”
 
La domanda mi viene spontanea, ma me ne pento quasi subito, così l’argomento di discussione rimarrà lo stesso….


Antoinette risponde: “Certo che si Oscar, ma nostra sorella Joséphine gli disse che erano con me e con il mio fidanzato, a passeggiare per il giardino, invece ….”
Interrompo mia sorella e le chiedo: “Immagino che non passeggiavate per il giardino, dove vi eravate nascosti?”
 
Inizio ad essere curiosa, tanto ormai ho capito che con loro, si può parlare solo di certe cose……


Joséphine ribatte: “Caspita sorellina, come sei diventata perspicace! Ti sono bastati meno di tre mesi con Andrè, per capire come funziona il mondo! …. Su avanti Antoinette, racconta ad Oscar dove eravate quella sera, lei è l’unica a non sapere!”
Antoinette con fare divertito mi dice: “Siamo stati quasi un’ora chiusi nelle scuderie, ci eravamo messi d’accordo con Louis e Marianne per l’ora in ci dovevamo incontrare, sai, loro ci raggiunsero in seguito dalla porta del retro e così, mentre nostro Padre brindava al suo quarantacinquesimo compleanno, noi festeggiavamo con i nostri fidanzati ah ah ah!”

Sento spalancare la porta della mia stanza, e una voce furiosa irrompe nei nostri discorsi.

“E COSI’ VOI TRE MI AVETE FATTO ANCHE QUESTOOO!!”
“Pa .. Padre . non è come pensate .. noi stavamo …”
 
Nostro padre è furioso, rosso in viso, con gli occhi sgranati, gesticola incessantemente mentre ci guarda ad una ad una.


“VOI STAVATE RACCONTANDO A VOSTRA SORELLA DI COSA AVETE COMBINATO ALLE MIE SPALLE! E COSI’ TU ANTOINETTE E TU, MARIANNE, AVETE FESTEGGIATO IL MIO QUARANTACINQUESIMO COMPLEANNO IN QUESTO MODOOO!!!! ….. Su avanti continuate pure .. cosa c’è vi siete fermate? Ma no mie care figlie continuate pure, sapete … vostro padre è curioso di sapere ancora! … Scommetto che c’è dell’altro, cos’altro mi nascondete? … SU FORZA AVANTIII!”
 
 Urlo puntando alternativamente il dito indice della mano destra da Antoinette a Marianne e tirando su le maniche dalla camicia, con fare deciso.

Mio padre mi guarda severamente e mi urla addosso: “E TUTTO CON LA TUA COMPLICITA’ JOSÉPHINE!! COS’HAI DA DIRE A TUA DISCOLPA?!!”
“Padre per favore non urlate in questo modo, vi prego, attirerete l’attenzione di tutti quelli che stanno di sotto, e poi non dimenticatevi di Luisa che aspetta un bambino e non spaventatela con le vostre grida!”
Faccio un respiro profondo, cerco di calmarmi, almeno tento di non urlare, perché calmarmi è impossibile, e dico, con un tono di voce più basso ma non meno adirato: “Tra tutte le insensatezze che ho sentito, questa è l’unica argomentazione sensata che è uscita dalla tua bocca Joséphine, se non urlo è solo per vostra sorella Luisa, ma questo non significa che io mi calmi, anzi, sono furioso, fuori di me! … Voi tutte siete delle spudorate! …... Non vi è bastato fare le vostre cose con i .. vostri fidanzati, avete persino utilizzato i mie luoghi … intimi ….. per le vostre ….. SCONCEZZE, E QUESTO NON LO TOLLERO, CAPITO?!!”
Mi alzo dalla poltrona, mi avvicino a mio Padre per rasserenarlo, ma lui mi dice: “Oscar, non dire nulla, nessuna parola in difesa delle tue sorelle, perché voi, tutte voi … dico voi, siete indifendibili! Inqualificabili!!”
Joséphine ribatte: “E no Padre, adesso siamo noi a rimproverare Voi! Come avete potuto origliare i nostri discorsi, noi certo non veniamo dietro la porta della Vostra camera da letto a sentire quello che fate con ….. nostra Madre, soprattutto da quando prendete la polverina che Vi ha prescritto il dottor Lassonne!”
Vedo mio padre sbiancare in viso e ribatte: “Polverina? Ma quale polverina, che idiozia è questa?”
“Nessuna idiozia Padre, Voi, la sera, aspettate che Maria, la cuoca, vada a dormire per prepararvi tutte le sere prima di coricarvi, la Vostra polverina magica ….. Vi ho visto sapete, ed io certo non sono indiscreta come Voi, che ascoltate le conversazioni altrui!”
“Ma come osi Joséphine! Tu stai parlando con tuo Padre!”
“Lo so, ma Voi state parlando con le Vostre figlie, che sono adulte e sposate da un pezzo! E allora? Tutte noi l’abbiamo fatto prima di sposarci, tutte eccetto Luisa e .. Maxim, si può sapere dov’è il problema? In fondo l’avete fatto anche Voi, o avete scordato che io sono nata esattamente a distanza di sette mesi dalle vostre nozze?”

Vedo mio padre fuori di se, ribattere: “Joséphine se non la smetti di mancarmi di rispetto io ….”
“Cosa fate? Chiederete consiglio a nonno Augustin, su come educarci? Chissà cosa Vi direbbe, magari Vi darà dell’esagerato o magari Vi ricorderà che non siete stato d’esempio per nessuna di noi!”
“Questa poi! .. Non è possibile!! Ovunque mi reco in questa casa devo …. Immaginarvi voi tutte a ….. con i vostri fidanzati! …. Non è possibile! MARGUERITE!!! MOGLIE MIA ADORATA, SI PUÒ SAPERE DOVE HAI SBAGLIATO?!”

Dopo aver imprecato, nostro padre, fuori di se, lascia la mia stanza sbattendo la porta, mentre tutte le mie sorelle ridono di cuore!

Dopo aver riso a crepapelle, Silvia domanda a Joséphine: “Non ci hai raccontato la storia della polverina, come sarebbe a dire che nostro padre si preparerebbe un infuso tutte le sere?!”
“Si, l’ho sorpreso io più di una sera a prepararselo, lui non mi ha visto, però l’ho sentito canticchiare, e diceva che da quando la prende, è diventato un leone con nostra madre!”
“Dici davvero Joséphine?”
“Certo che si!”
“Non ci posso credere … nostro padre .. però … ah ah ah!”
Vediamo nostra sorella accigliarsi, ci guarda severamente e dice: “Per favore ora basta, quello che fa nostro padre non ci riguarda …”
“Ma Oscar, tu lo hai sentito cosa ci ha detto e …”
“L’ho sentito …... però non è giusto prenderlo in giro Silvia!”
Joséphine ribatte sghignazzando: “Si si, avrai anche ragione Oscar, però hai visto che faccia che ha fatto quando gli ho detto che l’ho scoperto con la polverina? Ah ah”
Marianne incalza: “Con la poverina soltanto? E allora la reazione al racconto di Antoinette, per poco non sfidava tutte noi a duello tanto era adirato ah ah ah! … Eppure mi ero accertata che la porta fosse chiusa, invece lui l’ha aperta, ed ha ascoltato i nostri discorsi! … Joséphine, la prossima volta dovremo fare più attenzione prima di parlare, se non vogliamo assistere ad altre scenate come questa!”
Silvia continua: “Adesso sono sicura che andrà da nostra madre e brontolerà con lei!”
Joséphine dice: “Certo che si sfogherà con lei, ma tranquille, nostra madre sa come prenderlo, vedrete saprà come distrarlo ah ah ah!”
“Joséphine, sei davvero impossibile!”
“Lo so Oscar … lo so ah ah ah!”


E’ sera, sono nella mia stanza con Marguerite, sono appena uscito dalla stanza da bagno, ho indossato velocemente la mia camicia da notte, quella di lino bianca, la lascio mezza sbottonata, questa sera fa davvero caldo ed io poi sono parecchio agitato per quanto accaduto prima, faccio avanti e indietro per la camera, mentre mia moglie è davanti allo specchio e si libera delle forcine che trattengono le ciocche dei capelli, con indosso solo una leggera camicia da notte, quasi trasparente, bianca, con dei ricami sulla scollatura.

Vedo Augustin in camicia da notte, mezza sbottonata e disordinata, fare avanti e indietro per la stanza, quasi fosse un leone in gabbia, tutto scarmigliato,  scalzo, e gli dico: “Ma si può sapere cosa ti è successo per essere così nervoso? E’ forse per la missiva che è stata recapitata?”
“NO NO NO Marguerite! … la missiva di Sua Maestà non c’entra niente!”
“E allora, si può sapere cosa ti è successo? Perché sei così nervoso? ….. Hai litigato con le tue figlie?”
“Lo vedi, che tu le conosci alle perfezione?! Ah .. Marguerite, se solo tu sapessi!”
“Se non me lo dici come posso saperlo Augustin!”
Attraverso lo specchio lo vedo puntare l’indice e mi dice: “Sai cosa hanno fatto le tue figlie?”
“Quali figlie?”
“Tutte!! .. Anzi .. quelle tre .. in particolare!”

“Quelle tre chi?”
“Marianne, Antoinette e la loro complice .. Joséphine … naturalmente! ..Sempre e soltanto lei, credevo che Oscar fosse l’unica ribelle della famiglia, ma .. mi sbagliavo … SONO TUTTE RIBELLI MARGUERITE! Anzi, la nostra piccola è quella più assennata”
“Cielo Augustin, mi stai spaventando, cosa hanno fatto le nostre figlie?”
“COSA HANNO FATTO HAI DETTO? TUTTO! …... QUELLE SVERGOGNATE HANNO FATTO DI TUTTO IN CASA MIA, E SOPRATTUTTO NEL MIO STUDIO, SUL MIO SOFA’ E SUL MIO …… a proposito Marguerite hai chiamato il falegname? VOGLIO UN ALTRO LETTO!!! MI RIFIUTO DI DORMIRE ANCORA IN QUESTO!”
“Vedi di calmarti Augustin, non puoi continuare a gridare in questo modo, di questo passo sveglierai tutti, e ricordati di nostra figlia Luisa che sta aspettando un bambino.”
Ridimensiono il tono della voce, non voglio che nessuno mi senta e ripeto: “Cosa hanno fatto Marguerite?”
“Ti spiego subito, cosa hanno fatto quelle…..quelle….uff: ricordi la festa che demmo qui a palazzo per il mio quarantacinquesimo compleanno?”
“Certo che si Augustin, ma continuo a non capirti … spiegati ..”
 
Resto seduta sulla poltroncina della specchiera, e guardo mio marito con ansia, chissà quale altra follia è accaduta!


“Bene, ti ricordi che allora Marianne e Antoinette erano da poco fidanzate?”
“Certo che lo ricordo, ma continuo a non capire.” Mi alzo, cammino a fianco di mio marito e mi accomodo sul piccolo divanetto rosso, quello di nonno Augustin.
“Però capisco io,Marguerite! .. Dunque, ricordi che Marianne e Antoinette ci dissero che andavano a passeggiare in giardino?”
“Ma Augustin, come posso ricordare un particolare simile, dopo quasi quindici anni?”
“Forse tu non lo ricordi Marguerite, ma io lo ricordo benissimo ……. eccome se lo ricordo …..”
“Continuo a non capirti, se vuoi, puoi raccontarlo anche a me, almeno so di cosa stai parlando!”
“Marguerite, quelle due non erano in giardino a passeggiare con i loro fidanzati, ma una era chiusa nella nostra stanza … e proprio su quel sofà dove tu adesso sei seduta, e quella sera hanno ….. hanno concepito Marguerite!.... hai capito adesso? L’hanno concepita il … IL GIORNO DEL MIO COMPEANNO MARGUERITE!!”
“Però .. che bel regalo che ti hanno fatto Augustin!”
 
Sorrido …
 “Ormai sono passati quindici anni, non ha alcun senso prendersela a distanza di tutto questo tempo! Le nostre figlie sono delle donne sposate, felici. Davvero, trovo tutto ciò talmente buffo! Sono passati quindici anni! Santo cielo!”
“Marguerite, ti prego non scherzare ….. e lasciami continuare! … E … Quell’altra .. figlia tua, invece, si era chiusa nelle scuderie! Ora finalmente comprendi perché sono così agitato, Marguerite?”
“Ma non capisco, cosa c’entra Joséphine in tutta questa faccenda?”
“Semplice, nostra figlia maggiore ha retto loro il gioco, dicendomi, anzi confermandomi, che erano in giardino quando in realtà sapeva benissimo dove fossero, capito adesso perché sono arrabbiato anche con Joséphine? Quelle tre sono complici, e Dio sa di cos’altro! … Se lo chiedessi a mio nonno, lui me lo direbbe … magari .. si .. me lo racconterebbe.”
“Augustin, ti prego non ricominciare con la storia del nonno, lascialo in pace, se mai davvero ti ha parlato!”
“Allora continui a non credermi?! .. Come preferisci .. non credermi, tanto so che è così! .. E poi se non torno nelle segrete per parlargli, è solo perché me l’ha chiesto, altrimenti .. si che ci sarei tornato! … Non vorrei che disturbandolo nuovamente si arrabbiasse e magari facesse in modo di non darmi il mio erede, o magari si vendicasse e mandasse ad Oscar un esercito di femmine! .. Oh no! ..Che Dio non permetta una cosa simile! .. Già io sono stato punito, con tutte queste donne che girano per casa!”
Mi alzo dal sofà, avanzo verso mio marito, gli accarezzo il viso e gli dico: “Ora che mi è tutto chiaro Augustin, voglio sapere se devo mettermi a letto per dormire ….. oppure devo aspettarti?”
Con una lenta carezza e poche parole, mia moglie mi disarma, riportandomi alla calma … per un po’ non rispondo ma lei mi dice: “Allora Augustin, cosa faccio? Devo addormentarmi?”
La guardo, le bacio la mano che è ancora sul mio viso e le dico: “Certo che no …... voglio che mi aspetti, adesso arrivo!”








Manca poco all’alba, anche se involontariamente, Augustin mi ha svegliata, con il suo avanti e indietro per la stanza. 
Lo vedo davanti allo specchio che si abbottona gli alamari della divisa, dallo specchio mi guarda e mi dice: “Marguerite, mi dispiace averti svegliata così presto, ma io devo uscire prima del solito, lo sai.”
“Non preoccuparti Augustin, sai che ho sempre avuto il sonno leggero! …..Augustin, vi recherete alla Reggia vero?”
“Si Marguerite, sapremo cosa vuole la Regina.”
“Spero che non vi mandi nuovamente in missione, mi dispiacerebbe per i ragazzi che sono sposati da poco.”
“E se così accadesse moglie mia, lo sai che nessuno di noi si potrebbe rifiutare, e poi se la Regina ordinasse una cosa simile a nostra figlia sarebbe soltanto colpa sua Marguerite, perché se si fosse congedata quando io glielo avevo ordinato, la Sovrana non oserebbe mandarla ancora in giro per il mondo, quindi se ciò accadesse è tutta colpa di tua figlia e di nessun altro!”
“Ne sei proprio sicuro Augustin? Ti rammento che le loro Maestà confidano nella nostra lealtà, e se mai decidessero di affidarle un’altra missione è perché sanno che si possono fidare ciecamente di nostra figlia! … Secondo me glielo chiederebbero comunque, a prescindere se congedata o meno.”
“ …. Può darsi, intanto vediamo cosa desidera, magari non è nulla di tutto questo!”
“Si certo Augustin, magari non è quello che pensiamo, a stasera Augustin!”
“A stasera Marguerite! …… Marguerite …”
“Si caro, cosa c’è?”
Vedo Augustin puntare l’indice verso di me e mi dice: “Stasera non voglio trovare ancora quel letto in camera nostra, fallo sparire oggi stesso!”
“Ma Augustin, il falegname non ci consegnerà il letto nuovo prima della fine della settimana!”
“Non mi importa! Ci sono un mucchio di letti nelle stanze degli ospiti, occupati del trasloco … ma prima accertati che nessuna delle nostre figlie ne abbiano fatto uso con ……. il proprio fidanzato.”
“Ma Augustin, come potrei saperlo?”
“Basta chiederlo a .. Joséphine, lei sa tutto quello che le sorelle, e lei compresa, hanno combinato qui a palazzo.”
“Augustin ragiona, se io le andassi a chiedere una cosa simile, mi farebbe mille domande e … anzi, non farebbe alcuna domanda, lo capirebbe da sola e lo sai che le daresti il modo di ridere di te! Io direi invece di pazientare e aspettare ancora qualche giorno, e così nessuno sospetterebbe il vero motivo del nuovo letto!”
“UFF…. Maledizione Marguerite!! Come sempre hai ragione! E va bene, pazienterò ancora qualche altro giorno, ma tu manda qualcuno dal falegname a dire di accelerare i tempi di consegna, e fargli sapere che se accelera i tempi di consegna, sarà ben ricompensato, d’accordo Marguerite?”
“Come vuoi Augustin, manderò Jacques dal falegname.”
“Benissimo! A Stasera Marguerite!”
“A stasera Augustin!”




“Andrè, i cavalli sono pronti per partire?”
“Si Oscar ……… Ecco, tuo padre sta arrivando!”
 
Siamo entrambi alle scuderie, con indosso le nostre divise, ho già sellato i cavalli.


“Buongiorno Signore.”
“Buongiorno a voi! .. Siete pronti?”
“Sissignore, possiamo andare.”
“Oscar, Andrè, non sappiamo quale sia il motivo di questa improvvisa comunicazione da parte della Regina, però temo che ci affidi una nuova missione e ci mandi chissà dove, e …”
“Padre, anche se fosse, non potremmo tirarci indietro, e noi di questo siamo coscienti.”
Mio padre mi guarda accigliato e mi dice: “Oscar, spero che non sia come temo altrimenti …”
“Altrimenti cosa Padre?”
“Voi due, è inutile che fingiate di non capire, io …. io … voglio.. la famiglia Jarjayes ha bisogno di un erede, e se malauguratamente Sua Maestà ci rispedisse nuovamente in missione, voi due comunque non dovrete sottrarvi al vostro dovere, capito Andrè?”
Andrè sorride e risponde: “Sempre ai vostri ordine Signore!”
 
Sbatte quasi i tacchi …. ci manca poco che si metta sull’attenti.


“ANDRE’ NON PRENDERMI IN GIRO, CAPITOO!”
“No Signore, io non Vi prendo in giro, dico davvero io …..”
 
Spalanco le braccia, con fare rassegnato.


“Basta Andrè, lascia stare mio Padre e andiamo!”
“Ma Oscar … non è il caso che ti arrabbi in questo modo!”
“E invece si Andrè, mi arrabbio eccome, non voglio più sentire battutine di questo genere! …. E Voi Padre, smettetela una volta per tutte!”

Oscar si è davvero arrabbiata, la vedo salire in groppa a César, io faccio altrettanto salendo su Alexander e partiamo al galoppo.

Vedo mia figlia e suo marito montare a cavallo e lanciarsi al galoppo lasciandomi dietro, so perfettamente che ad Oscar hanno dato fastidio le mie parole, ma è meglio che le ricordi che è suo dovere darmi il mio erede! E non si illuda, continuerò a controllare i miei due sposini finche sarà necessario.




Lasciamo i nostri cavalli in piazza d’armi, vediamo i soldati della Guardia Reale schierati di fronte al Maggiore Girodelle, appena arriviamo si mettono sull’attenti.
Girodelle ci viene incontro, siamo faccia a faccia, si mette sull’attenti, mi guarda e dice: “Mi fa piacere rivedervi Colonnello Oscar … sempre ai vostri ordini! …….. Scusatemi Generale! .. Capitano ..”
Lo guardo, gli sorrido appena, gli dico: “Maggiore, siamo attesi da Sua Maestà!”
“Si, sono stato informato del vostro arrivo … potete andare … a dopo madami … Colonnello Oscar!”
“A dopo Maggiore!”



Le occhiate di Girodelle non sfuggono ad Andrè e nemmeno a mio padre, entrambi rimangono in silenzio, fin tanto che non ci allontaniamo, ma appena percorriamo i corridoi della Reggia, mio padre mormora appena: “Oscar, il Maggiore Girodelle continua a guardarti in un modo che non mi piace affatto!”
“Dite davvero Padre? Io nemmeno me ne sono accorta.”
“Oscar non fingere con me, sei una donna, e non credo che tu certe cose non le capisca, il Maggiore ha ancora te nella sua testa!”
“E anche se fosse Padre? Io cosa potrei farci!”
“Ehmm … nulla! ….”

Sento lo sguardo di Andrè addosso, ma io non lo guardo e continuiamo tutti a camminare a passo veloce, fino a che non siamo davanti al ciambellano di corte.

Mio padre gli dice: “Siamo attesi dalle loro Maestà!”
“Si, Vi stanno aspettando, prego da questa parte! … Le loro Maestà Vi attendono nella sala della biblioteca reale.”

Percorriamo ancora i corridoi della Reggia, è ancora buio, a quest’ora nel palazzo regna la quiete più assoluta, se non fosse che di tanto in tanto vediamo qualche servitore che ha cominciato a riprendere il proprio lavoro.
Avvertiamo un silenzio quasi irreale!

Siamo davanti alla porta della sala, il ciambellano ci spalanca la porta e ci dice: “Prego Signori, da questa parte.”

Andrè, io e mio padre entriamo, vediamo le loro Maestà attenderci, sono seduti accanto alla scrivania, appena ci vedono, Sua maestà La Regina ci invita a farci avanti: “Benvenuti! …. Sua Maestà il Re ed io Vi stavamo aspettando.”

Avanziamo verso di loro, finché non gli siamo di fronte. 
Tutti noi salutiamo con il dovuto rispetto, mi inchino e le dico: “Maestà abbiamo ricevuto la Vostra missiva, in cosa possiamo servirvi?”

La Regina guarda prima il Re e poi risponde: “Generale, Andrè, Oscar … Sono spiacente di comunicarvi che la missione che vi avevo affidato non è ancora conclusa, ho bisogno ancora di Voi, sono costretta nuovamente ad affidarvi un nuovo incarico ….. Questa volta dovrete recarvi in Austria da mio fratello sua altezza Imperiale Joseph, … Sua Maestà ed io non pensavamo certo di ricorrere nuovamente a voi, ma a causa degli innumerevoli problemi politici che la Francia sta attraversando, non possiamo fare altrimenti …… vedete, siamo costretti a chiedere delle nuove alleanze con altri paesi. Io vi affiderò una lettera, che naturalmente dovrete recapitare all’imperatore mio fratello. Come già detto, questo nuovo incarico è affidato a voi, in quanto siete gli unici in cui io e Sua Maestà il Re ci fidiamo. Inoltre, dovrete assicurarvi che il Duca di Savoia non cerchi di trarre vantaggio dalla nostra situazione, per cui dovrete recarvi anche a Torino”
“Si certo Maestà.”
Il Re prende la parola: “Generale Jarjayes, nella scorsa missione, siete stati attaccati per ben due volte, e uno dei vostri soldati ha rischiato seriamente di morire, quindi Sua Maestà la Regina ed io abbiamo deciso che oltre a voi e a i vostri soldati, si unirà al vostro gruppo il Maggiore Girodelle!”
“Cosa, il maggiore Girodelle?”
“Si colonnello Jarjayes, il maggiore è stato già informato della questione .. un’altra cosa, dovete fare in modo che sembri un viaggio di piacere, sarebbe opportuno che viaggiaste con delle carrozze al vostro seguito e con la vostra famiglia, Generale.”
“Cosa? Portarmi dietro la mia famiglia? Ma …!”
“So perfettamente che Vi sto chiedendo molto Generale, ma non possiamo rischiare che gli Affari di Stato vengano pregiudicati da chissà quale piano folle da parte di sovversivi, Voi sapete che la Corona in questo periodo sta attraversando un momento assai critico, è proprio per questo che abbiamo bisogno delle nuove alleanze.”

Rimaniamo in silenzio per qualche istante, a noi non resta che eseguire gli ordini dei sovrani.

Vedo la Regina, alzarsi dalla sua poltrona, prende la chiave dello scrittoio, lo apre e prende la lettera su cui è apportato il Sigillo Reale.
La vedo venire verso di me e tendendola mi dice: “Generale Jarjayes, confido in Voi, spero che la missione vada a buon fine, e che tutti ritorniate sani e salvi!”
Sento mio padre ribattere con vigore: “E così sarà Maestà, vedrete, andrà tutto nel migliore dei modi!”
“Grazie Generale, e grazie a tutti voi! … Vi sarò sempre riconoscente per la vostra infinita devozione verso la Famiglia Reale.”



Lasciamo la stanza della biblioteca reale, e ripercorriamo in silenzio i corridoi della Reggia, nessuno di noi osa dire una sola parola.
In fondo al corridoio vedo una figura, lì ad attenderci c’è il Maggiore Girodelle.

“Colonnello Oscar, immagino che i Sovrani vi abbiano informata di tutto quanto …”

Mio padre non gli permette di concludere che interviene immediatamente.

“Veramente Maggiore, non soltanto mia figlia, ma anche SUO marito ed io, siamo stati messi a conoscenza della missione che ci è stata affidata!”
“Si si certo Generale, come è ovvio!”
“Girodelle dobbiamo parlavi, certo non possiamo farlo qui, presentatevi domani sera a casa mia, abbiamo un’infinità di cose di cui discutere prima di intraprendere il nostro viaggio, quindi a domani sera Maggiore.”
“A domani Generale!”

Lasciamo il Palazzo Reale in tutta fretta; Andrè, io e mio padre sproniamo i nostri cavalli portandoli al galoppo.
Siamo in aperta campagna, è giunto il momento di separarci, mio padre deve prendere servizio presso il suo Comando, ed io e Andrè dobbiamo recarci presso la nostra Caserma.
Portiamo prima i cavalli al passo e poi li fermiamo.
Prima di lasciarci mio padre ci dice: “Oscar, Andrè qui non ci ascolta nessuno e possiamo parlare liberamente … I Sovrani ci hanno affidato questo nuovo incarico alquanto insolito per le modalità con cui dovremo svolgerlo. In questa missione verrà coinvolta l’intera famiglia, dovremo portarci dietro le tue sorelle e … i loro mariti. Non voglio nemmeno immaginare cosa succederà durante il tragitto, si verranno a creare situazioni …... insolite, più che una missione militare dovrà sembrare un viaggio di piacere … stasera parleremo con loro, ma prima di interpellarle dobbiamo decidere chi verrà con noi e con quale pretesto le porteremo con noi. Naturalmente dovremo mettere a conoscenza del vero motivo del nostro viaggio soltanto i loro mariti, perché se fosse necessario anche loro dovranno utilizzare le armi per difendersi.”
“Naturalmente Padre!”
“Oscar, io temo che saranno solo un fardello! … Però siamo costretti a farlo ..”
“Padre, io direi che la scelta debba cadere su Joséphine e Marianne, sono le maggiori e ormai i loro figli sono grandi e possono rimanere tranquillamente a palazzo Jarjayes; così con nostra madre rimarrebbero i nostri nipoti, Silvia che ha ancora i figli da accudire e Luisa che è in stato interessante!”
“Perfetto Oscar, stasera quando torneremo a palazzo parleremo con tutte loro, magari diremo che dobbiamo recarci in Italia per risolvere delle questioni che abbiamo rimandato già da un pezzo, visto che li abbiamo delle proprietà che appartengono alla famiglia Jarjayes, per poi andare in Austria per un viaggio di piacere.
Così almeno non sospetteranno in alcuna maniera il vero motivo del nostro viaggio!”
“Ottima idea Padre, allora ci vediamo stasera a palazzo.”
“Si, a stasera!”

Vedo mio padre lanciare a galoppo il suo cavallo, anch’io mi appresto a spronare il mio Cesar, ma Andrè scende da cavallo e aspetta che io faccia altrettanto. Mi guarda con un’aria strana, sembra….sembra preoccupato, indeciso, non so.
“Cosa succede Andrè? … dobbiamo andare!”
“Si, lo so che dobbiamo andare …”
“Sei strano, ma cos’hai”
“Ti dispiace scendere da cavallo Oscar? Devo parlarti!...”
“Non ti capisco, ma se è questo che vuoi ….. ora scendo …”

Capisco che ad Andrè tutta questa faccenda non piace .. Scendo da César, tengo le briglie nella mano destra, ora siamo l’uno di fronte all’altro ed aspetto che mi parli.


Mi guarda e mi dice: “Oscar, ma lo sai che con questa nuova missione, si prospettano un’infinità di problemi, ma ci pensi?!! Affronteremo un lungo viaggio con al seguito le tue sorelle, che non sanno nemmeno impugnare un pugnale, e con i loro mariti che per quando sappiano impugnare delle armi, non sono dei soldati, non hanno alcun addestramento militare, e poi viaggiare in una carrozza con un’infinità di bagagli, che di certo le tue sorelle porteranno con loro … non so .. io la vedo davvero dura! Non voglio nemmeno immaginare se malauguratamente venissimo attaccati … cosa potrebbe accadere?!! Tutto questo ha dell’inverosimile! …..”
“Si lo so Andrè, ma non possiamo farci niente, sono le disposizione che abbiamo ricevuto dai sovrani, non possiamo tirarci indietro o contestare i loro piani, e poi per quanto riguarda Joséphine e Marianne, diremo loro che dovranno portare solo il minimo indispensabile. So perfettamente che impiegheremo più tempo ad arrivare a destinazione, ma non possiamo farci nulla. Questi sono gli ordini imprescindibili del Re!”
“Si si capisco Oscar, ma … quello che non riesco a capire, è la decisione di Sua Maestà di mandare con noi in missione … Girodelle.”

Vedo una strana luce negli occhi di mio marito, ha pronunciato il nome diGirodelle con rabbia e gelosia, con un tono di voce che non gli ho mai sentito prima.

“Andrè, questi sono gli ordini, e gli ordini di Sua Maestà non vanno messi in discussione! .. E poi quando avremo portato a termine la missione, io e te lasceremo definitivamente la vita militare e …..”
“Oscar, anche se ci fossimo congedati prima, sono sicurissimo che i sovrani ci avrebbero comunque rispedito in missione, e spero che in avvenire non saremo più costretti più a prendere parte a nuove missioni …..io desidero ritirarmi a vita privata!”
“Andrè ma lo sai che sei davvero strano, ma cosa ti prende? Non è da te parlare in questo modo …”
Lo vedo avanzare verso di me, mi guarda intensamente e mi dice: “Anche Girodelle dietro …”
“Ma Andrè, è un ordine di Sua maestà, non l’abbiamo deciso noi e …!”
“Tranquilla Oscar, l’ho sentito anch’io Sua Maestà quando ha detto che dovrà unirsi a noi, ma non è questo il punto, è che mi da immensamente fastidio portarcelo dietro, lui un tempo ti ha chiesto in moglie …”
“E ALLORA ANDRE’ .. COSA SIGNIFICA?”
“Significa tanto … come ha detto tuo padre quando l’abbiamo incontrato alla Reggia, tu sei ancora nella sua testa Oscar!”
“NON RIESCO A SEGUIRE IL TUO RAGIONAMENTO, E ANCHE SE FOSSE? NON GLI HO CERTO CHIESTO IO DI RESTARE NELLA SUA TESTA … ANDRE’!!”
 
Inizio a spazientirmi, ho del lavoro da sbrigare prima della partenza, e questa conversazione proprio non mi piace.


“Oscar, non è il caso di urlare, non ne hai motivo …”
“Tu dici che non ne ho il motivo?! Beh io credo di avercelo il motivo, tu mi stai dicendo delle cose assurde …. Le tue sono sciocche insinuazioni! E poi …... Nemmeno tu Andrè, hai alcun motivo di farmi una scenata di gelosia! Girodelle non mi interessa, non mi è mai interessato, è e sarà sempre un mio subalterno e nient’altro, capito Andrè?! E adesso basta con queste idiozie e torniamo in caserma, si sta facendo tardi! … Su muoviti, andiamo, cosa aspetti ancora? Oppure non hai ancora finito di dire idiozie?!”

Vedo Oscar arrabbiata, mette il piede nella staffa della sella e monta a cavallo.
Ormai la gelosia mi offusca la mente, la fermo e le dico: “Lui viaggerà con noi, per settimane, vedrai Oscar come ti gironzolerà intorno, come l’ape intorno al miele!”
“NON CI POSSO CREDERE!! .. ANDRE’ SE TEMI CHE IO POSSA FARMI DISTRARRE DA GIRODELLE, BEH ALLORA SEI DAVVERO OFFENSIVO, QUESTA TUA STUPIDA GELOSIA E’ DAVVERO FUORI LUOGO!”

Mi rendo conto immediatamente che mia moglie ha perfettamente ragione, ma ormai le parole sono venute fuori impulsivamente, e con altrettanto impulso, afferro la sua mano e la trascino giù dalla sella ….
Lei protesta: “Ma si può sapere cosa fai? Ti sei ammattito per caso Andrè?”
La stringo tra le braccia è le dico: “Lo so … posso sembrarti pazzo.. ma solamente pazzo di gelosia e … pazzo di te!”

Mi avvento sulla sua bocca e la faccio mia in un lungo bacio appassionato. La stringo forte a me, in un gesto possessivo, si….voglio sottolineare che lei è mia, solo mia.
In principio lei si ribella al mio bacio, ma poi si lascia trasportare dal suo cuore e …. Dai nostri sentimenti ….

“Scusami Oscar …. io non volevo …... non era mia intenzione offenderti e discutere con te. Riconosco che la gelosia talvolta è una cattiva consigliera … ed io riconosco di essere geloso .. terribilmente geloso!”

La tengo ancora tra le mie braccia, stretta a me.
Sento il suo respiro sulle mie labbra tremanti … la stringo ancora a me, avverto il calore del suo corpo …... sento il suo profumo, mi inebrio di lei … i miei sensi sono rapiti dalla sua bellezza, dal suo sguardo tanto dolce quanto indomito … non resisto e la bacio ancora …….

Oscar mi guarda e sussurra: “Lo so Andrè … ammetto che anch’io sono terribilmente gelosa ti te, e mi da immensamente fastidio quando una donna ti guarda … ti cerca .. ti desidera. Anch’io provo rabbia e gelosia …”

Non dico più nulla, ma vedo il verde di mio marito illuminarsi quasi a chiedermi perdono, ma anch’io ho da farmi perdonare per tutte le volte l’ho trattato male per la mia assurda e ingiustificata gelosia.

Vedo l’azzurro di mia moglie splendere, il suo sguardo è così sincero, riesco a leggere tutto l’amore che racchiude nel suo cuore ….. mi abbraccia e mi dice: “Andrè noi ci amiamo e niente e nessuno potrà mai separarci …”

Le sue parole mi commuovono, la stringo a me … forte ….. bacio la sua nuca, i suoi capelli … mi inebrio nuovamente in quel contatto .. nel suo profumo ….lei appoggia la testa alla mia spalla e si lascia cullare nel mio abbraccio. Ci rassicuriamo a vicenda, così vicini, uniti.


 
“Oscar … perdonami, ma ti amo come un disperato …. Lo so, sono uno sciocco, non ho alcun motivo di parlarti così … io non dovevo … ti amo Oscar .. ti amo .. tu sei tutto per me! Sei la mia vita, sei una parte di me a cui non potrei mai rinunciare .. ti amo …”
La scosto appena da me, e mi perdo in lei con un lungo bacio appassionato ……… 

“Anch’io ti amo Andrè .. ti amo .. ti amo …”

Ci perdiamo l’uno nello sguardo dell’altra. Sguardi sinceri, carichi di amore. Rimaniamo così abbracciati, stretti, per un tempo che a noi pare lunghissimo, a consolarci, rassicurarci e ritrovarci, più uniti ed innamorati.
   
 
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