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Autore: nini superga    25/08/2018    2 recensioni
Durante una nevicata che ha dello straordinario, Ganadlaf giunge ad Isengard con una richiesta per Saruman: vuole che la giovane Annael, apprendista Istari presso la Torre di Orthanc, vada a Minas Tirith con lui. Il Grigio Pellegrino vuole portare la ragazza a Gondor per permetterle di approfondire certe ricerche infruttuose che sta svolgendo negli annali e nelle cronache di Isengard, riguardanti un certo Anello che tutti credono sparito ma che tutti comunque bramano… Cosa dirà Annael, strega incompleta? E chi o cosa troverà a Minas Tirith?
Non scrivo da anni, ma la passione per il mondo di Tolkien non si è affievolita, proprio come per i suoi personaggi!
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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.VIII.

 
        
           Mi sfrego gli occhi, concedendomi uno sbadiglio sonoro e così rumoroso che quasi me ne vergogno. Mi guardo attorno, certa di trovare qualcuno in biblioteca pronto a rimproverarmi per i miei modi, ma non trovo nessuno.
Come al solito.
Con lo sguardo, ritorno al tavolo su cui da ore sono seduta: resti del pranzo e della colazione, qualche bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, moltissimi mozziconi di candele. E tanti, tanti rotoli di pergamena aperti, che mi guardano con aria stupita.
Ma come, sembrano dirmi, non sono io quello che cercavi?
Sospiro, alzandomi in piedi con aria dolorante: una morsa mi ha afferrato ai lombi e non mi lascia andare. Faccio due passi fra gli scaffali, andando verso la finestra della biblioteca, a contemplare il quarto di cielo che si vede e a godermi l’arancio del tramonto.
Sono esattamente sette giorni che vivo in biblioteca, e non nel senso metaforico del termine. Nella mia camera ci metto piede solo per dormire un paio d’ore, quel tanto che serve a Odil per sentirsi tranquilla. La giovane si preoccupa per me, portandomi i pasti a orari stabiliti, anche se non è d’accordo che mangi mentre sto lavorando. Teme per la mia salute, la giovinetta, probabilmente pensa che mi affatichi troppo a studiare giorno e notte, ma lei non capisce che noi Istari siamo diversi. Pensa solo a me e ai miei occhi stanchi, ed è così bello avere qualcuno che si preoccupa per me!
La porta si apre con un cigolio, facendomi voltare, e l’oggetto dei miei pensieri si materializza con un vassoio vuoto tra le mani.
<< Odil >> la saluto, avvicinandomi.
La ragazza ricambia con un sorriso, iniziando a sparecchiare con calma.
<< Trovato niente? >> Chiede discretamente.
Mi risiedo al tavolo con un sospiro, cercando di sistemarmi meglio.
<< Niente di niente. Tu porti novità? >>
La ragazza annuisce, riprendendo il vassoio tra le mani. << Si, e più di una: Morwiniel è tornata dall’accampamento di Osgiliath questo pomeriggio, mentre il Sovrintendente ha chiesto espressamente di voi a cena. >>
<< Davvero? Un invito che non può essere rifiutato, insomma. >>
<< Si, e ho pensato che vi avrebbe fatto piacere fare un bagno >>, sorride compiaciuta, << Quindi ho già approntato tutto. Mancate solo voi e l’acqua che starà bollendo sul fuoco. >>
Mi lascio andare ad una risata diverta.
<< Vedo che conosci i miei pensieri! >> Esclamo, allargando le braccia in segno di resa.
<< Sei molto gentile. Ti seguo fra un istante, il tempo di riordinare un attimo… >>
Odil sorride soddisfatta e la seguo con lo sguardo mentre esce accostando la porta.
Quando la serratura si chiude ridivento seria, alzandomi di scatto e iniziando ad ammucchiare gli appunti. Socchiudo gli occhi e lascio che essi spariscano dalla mia vista, nascosti nel fondo del baule della mia stanza. Potrei anche lasciarli qui, credo che nessuno verrebbe a ficcanasare, ma la notizia del ritorno di Morwiniel e l’immediata convocazione ha acceso un campanello di allarme nella mia testa.
Ho il presentimento che sarà una lunga serata.
 
          La campana della cena sta suonando per la seconda volta quando Odil mi conduce alla sala da pranzo.
La ragazza ha voluto pettinarmi i capelli ancora umidi in una treccia morbida fissata con un nastro azzurro, in tinta col semplice vestito che mi è stato fatto trovare sul letto: una tunica bianca con una sopravveste azzurra, legato con una cintura di cuoio in vita.
<< Un ammiratore segreto? >> Avevo scherzato con Odil, indicando il vestito.
<< Semplicemente sire Boromir >> aveva ribadito lei, ridendo sotto i baffi della mia espressione.
<< Ogni volta che mi incrocia, mi chiede notizie di voi >>, aveva proseguito con tono civettuolo, << Strano che non venga egli stesso a trovarvi in biblioteca. >>
<< Avrà i suoi compiti da sbrigare >>, avevo ribadito seccamente, << Come io ho i miei e tu i tuoi. >>
Odil si era zittita, ma aveva mantenuto un sorriso compiaciuto sul bel viso mentre mi spazzolava i capelli per liberarli dai nodi.
Effettivamente,è passata una settimana da quando ho visto e parlato con Boromir l’ultima volta e ora, in piedi sulla soglia della sala da pranzo, mi chiedo se stasera lo rivedrò nuovamente.
Che stupida, perché il cuore mi fa questo scherzo di accelerare i battiti?
Odil mi lascia passare e la saluto con un cenno, dato che non la vedrò sino all’indomani mattina, ed entro nella sala.
Al contrario della prima volta che sono stata qui, la tavola è preparata in maniera sobria: niente ceste di frutta o calici dorati, solo dei piatti e dei bicchieri in peltro scuro, con delle brocche e delle posate nello stesso materiale. Ed è apparecchiata per quattro persone.
<< Chi si rivede >>, dice una voce alle mie spalle, facendomi voltare con un sorriso sulle labbra.
Boromir è sulla soglia della sala, vestito interamente di nero, tranne per l’albero bianco ricamato sul fronte della tunica.
Mi sorride, facendosi avanti. Mi prende una mano e la porta alla fronte, trattenendola poi nella sua.
 << Come state? E’ da tempo che non vi incrocio per la via della biblioteca. >>
 << E’ perché sono sempre lì dentro e non ne esco mai, mio signore >> ridacchio, stringendogli appena la mano.
<< Peccato che le mie ricerche non abbiano ancora avuto alcun esito positivo. >>
Boromir diventa serio, liberando la mano e avvicinandosi al tavolo.
<< In nessun campo? >> chiede, versando del vino in due calici.
<< Nessuno, purtroppo >>, affermo sospirando. Accetto di buon grado il calice che Boromir mi offre, sorseggiando il vino dolce. << Lo sapete che Morwiniel è tornata, vero? >>
Lui annuisce con aria grave, poggiandosi con entrambe le mani al tavolo senza neanche aver bevuto.
<< Si, e temo che non avrà buone notizie per noi. >>
<< In che senso? >>
<< Nel senso che anche nel suo accampamento sta succedendo qualcosa di strano. >>
<< Ossia? >> incalzo, ansiosa.
<< Ossia che qualcosa si sta muovendo nell’ombra, e non è niente di benigno. >>
La voce ci fa girare entrambi verso l’entrata della sala.
Morwiniel è fasciata di un abito rosso come sua abitudine, con una scollatura tanto profonda da arrivare sin sotto al seno prosperoso. I capelli le ricadono in boccoli voluttuosi lungo le spalle, facendole da scialle, e ondeggiano placidi mentre si avvicina con studiata lentezza.
<< E mio padre? >> chiede freddamente Boromir, guardando alle sue spalle.
Morwiniel si ferma esattamente davanti a lui, guardandolo dall’alto in basso e sorridendo con aria maliziosa.
<< Si è … affaticato molto dopo il mio ritorno, e ha preferito restare nelle sue stanze per recuperare le forze. >>
La donna porge a Boromir la mano destra, sul cui anulare svetta un anello di superba fattura con un rubino rosso sangue talmente scuro da sembrare nero. << Mentre voi, mio signore, sembrate nel pieno delle forze e quasi pronto per una battaglia, direi. >>
<< Non affronterei mai il campo a stomaco vuoto >> borbotta Boromir, afferrandole la mano e portandola velocemente alla fronte con gli occhi bassi, un gesto meccanico e senza anima.
<< Quindi, dato che stasera non sarà una serata leggera, vi invito a sedervi per la cena. Parleremo in un secondo momento. >>
Boromir prende posto a capotavola, e Morwiniel si siede alla sua destra, mentre io faccio altrettanto a sinistra.
Tre servitori entrano silenziosi e servono delle ciotole già colme di zuppa di ceci fumante.
<< Non sarà una serata leggera, dite >> inizia Morwiniel, giocherellano col bordo del bicchiere e ignorando la zuppa, << Ma di qualcosa durante la cena dovremmo pur parlare. Annael, mia cara… i vostri studi come vanno? >>
Temporeggio bevendo un sorso di vino, fissando il piatto. << Molto male, onestamente. >>
Morwiniel cambia posizione, invitandomi con un cenno a continuare.
<< Quello che vado cercando è molto difficile da trovare, ben nascosto tra le pieghe della Storia >>, spiego, << E vi assicuro che dentro questa biblioteca c’è più Storia che in tutte le biblioteche della Terra di Mezzo. Per non parlare di quanto accaduto settimana scorsa. >>
La donna annuisce, convinta. << Si, mi è stato riferito il fatto. >>
<< Riferito? E da chi? >> Chiede Boromir, che ha già quasi finito la sua zuppa.
<< Ma da vostro padre, ovviamente. Da chi altri, se no? >> Morwiniel assaggia un cucchiaio di zuppa, poggiando poi il cucchiaio sul bordo del piatto. << E’ proprio grazie alla sua missiva se sono tornata. Sono qui per parlare, a entrambi, della situazione al mio campo. >> Sospira, prendendo un’altra cucchiaiata di zuppa, << Vedo che ogni argomento si riallaccia velocemente all’argomento generale e, come avete detto prima, caro Boromir, non bisogna mai andare in battaglia a stomaco vuoto. Quindi, godiamoci la cena. >>
 
           La cena scorre in silenzio.
La zuppa finisce velocemente, per poi cedere il passo a scaloppe di maiale con funghi in umido e pane, per poi arrivare alla frutta di stagione. E’ primavera, a Gondor, e ci sono le fragole. Morwiniel se le porta alla bocca partendo dal picciolo,per poi racchiudere il frutto tra le labbra carnose e staccarlo delicatamente quasi lo baciasse.
Anche io le mangio a quel modo, ma sono certa di non avere la stessa grazia.
<< Prima avete fatto riferimento all’evento di settimana scorsa >>, inizia Morwiniel, rivolgendosi a me con calcolata indifferenza, << Che attinenza ha coi vostri studi? >>
<< Si tratta sicuramente di magia oscura e antica >>, ribadisco prontamente, << Direi quasi negromanzia. Ne ho sentito parlare dal mio maestro ma, ad essere onesti, non l’ho mai approfondita. E ora, dato che sono qui, cerco tra le carte qualche riferimento ad essa. >>
<< Già il fatto che questi eventi non si siano più ripetuti ha contribuito a calmare le acque >>, interviene Boromir,
<< Dato che il popolo nulla sa di questa faccenda se non che è morto un uomo a palazzo in circostanze misteriose. >>
Morwiniel fa un sorriso amaro.
<< Non si sono più ripetuti, dite? >> Si alza in piedi, calice alla mano, e si dirige al camino.
<< Io non ne sarei così sicura. >>
<< Mia signora >> la richiamo, alzandomi a mia volta, << Cosa è accaduto al vostro campo? >>
Lei sospira, appoggiandosi con un braccio alla mensola del caminetto.
<< Ho perso sette uomini, uno al giorno, senza capire di cosa siano morti. Avevano soltanto due fori qui >>, dice segnandosi la giugulare, << E neanche una goccia di sangue in corpo. >>
<< Prosciugati … >> bisbiglio.
<< Esattamente. >>
<< E ora dove sono, questi uomini? >>, chiede Boromir.
<< Sono sepolti appena fuori il nostro accampamento, tranne quello che è morto stamattina. >> Morwiniel scuote la testa, sconsolata. << E’ per questo che sono tornata a Minas Tirith: una maledizione aleggia su questa città, ed ora è tra la mia gente. >> La donna mi prende la mano, stringendola in una presa ferrea. << Vorrei che voi veniste a vederlo, mia signora Annael, per darmi un parere. >>
<< Certo che verrò >> mormoro, voltandomi poi verso Boromir, ancora seduto a tavola.
<< Sempre se ho il permesso del Sovrintendente. >>
Boromir si alza e si avvicina, l’espressione tesa. << Avete il permesso del Sovrintendente, e verrò anche io con voi. Non posso permettermi di perdere nemmeno un uomo, Gondoriano o Kuraiano non fa differenza. Inoltre, dopo il fatto della scorsa settimana, non ho intenzione di farvi avvicinare ad un cadavere in solitudine. >>
<< Oh Boromir! >> esclama Morwiniel, prendendogli di slancio la mano, << Non sapete quanto mi rallegra la vostra venuta in questa triste situazione! >>
Boromir fa un sorriso di circostanza. << Dovere, mia signora, nient’altro. >>
Si crea un silenzio imbarazzante, in cui Morwiniel tiene per mano entrambi senza lasciarci andare.
<< Dunque è deciso! >> esclamo per muovere la situazione, svincolandomi dalla presa della donna.
<< Domani andiamo ad Osgiliath. >>
Boromir annuisce, liberandosi a sua volta. << E’ tardi, e devo stilare gli ordini per i miei sottoposti, dato che domani non sarò presente in città. >> Fa un inchino rigido e profondo. << Ritiriamoci tutti e tre. Buona notte, mie signore. >>
Morwiniel soppesa l’uomo, per poi annuire. << Buona notte. >>
 
            Sono la prima che si congeda, arrovellandomi i pensieri per cercare qualcosa riguardo la negromanzia, quando mi accorgo, nel buio della sala del trono, che nessuno mi segue.
Ritorno allora sui miei passi, cercando senza farci caso di fare meno rumore possibile.
Morwiniel sta parlando a Boromir, trattenendolo.
<< …attamente come vostro padre >>, inizio a sentire, << Apparite tanto rigido e freddo all’esterno, sempre ligio al dovere e alla causa di Gondor… ma in privato immagino siate molto più malleabile e caldo, per non dire bollente. >>
<< Io e mio padre abbiamo le nostre similitudini e le nostre differenze >> Sbotta Boromir freddamente,
<< Accontentatevi di sapere questo. >>
Morwiniel ride, e parla solo quando l’eco si spegne.
<< Ho conosciuto innumerevoli uomini, Boromir di Gondor, ma nessuno ha mai opposto la resistenza che mi opponete voi. Ditemi, che cosa trovate in me di tanto spiacevole… La mia bellezza non è di vostro gradimento? Eppure, ho sentito raccontare certe storie su di voi dalle serve di palazzo… >>
<< Smettetela. >>
<< Mi è stato detto che siete di ottimo palato. Si dice che apprezziate femmine di tutti i colori, purché siano prosperose e abbiano una certa abilità di bocca… >>
<< Basta! >>
<< Anche io ho di queste abilità, e vi mostrerei molto altro, se solo vorreste accogliermi nelle vostre stanze... >>
Il rumore di qualcosa che si infrange mi fa sobbalzare, mi schiaccio le mani contro la bocca per evitare un grido di spavento.
<< Non vi permetto di parlarmi in questo modo oltraggioso, nel mio palazzo per giunta! >> La voce di Boromir esplode così forte da far tremare i vetri. << Siete solo una cagna in calore che cerca una monta come si deve! Non vi è già bastato prendere mio padre? Puttana! >>
Al turpiloquio seguono attimi di silenzio glaciale. Sento addirittura il sangue ronzarmi nelle vene tanto il silenzio è assoluto.
Poi, arriva il rumore di passi e la voce di Morwiniel che si avvicina all’uscita della sala, minacciosa.
<< Vi pentirete di questa scelta, Boromir di Gondor, in un giorno neanche troppo lontano. >> I passi si interrompono, probabilmente lei si è girata per gettare un ultimo sguardo al principe. << Per ora, sono la vostra futura matrigna, badate voi a come parlate con me. >>
Un ultimo, lunghissimo silenzio.
<< A domani mattina, mio caro. >> dice la donna, avvicinandosi all’uscita e facendomi rendere conto di essere scoperta.
Con goffaggine, mi infilo nell’angolo più buio della sala del trono, trattenendo persino il respiro mentre Morwiniel scivola nell’oscurità, lontana da me.
Solo quando anche Boromir se ne va, decido di andarmene da lì.
 
 
         Il camino in biblioteca crepita, sommesso.
Sono in piedi di fronte ad esso, ipnotizzata dalle fiamme.
Penso alla maledizione della settimana scorsa, al fatto che una maledizione diversa ha colpito il campo dei Kurai, penso a Morwiniel e alle parole origliate.
Abilità di bocca … Che cosa intendeva, quella donna?
Schiocco le dita, facendo emettere un crepitio più forte al fuoco, giusto per riprendermi un po’. Ho cose ben più gravi a cui pensare, che alla futura moglie del Sovrintendente che cerca di infilarsi nel letto del figliastro maggiore.
Ho appena evocato il libro di negromanzia che usavo a Isengard, quando la porta della biblioteca cigola, permettendo a Boromir di Gondor di entrare.
Non parliamo, ci guardiamo e basta.
<< Ma voi non dormite mai? >> Chiede il principe per spezzare il silenzio, dopo essersi messo davanti al caminetto, alle mie spalle.
<< Io sono un’Istari >>, ribadisco freddamente, << E non ho gli stessi bisogni di un qualsiasi umano. >>
Perché gli rispondo così piccata?
<< Voi piuttosto, mio signore… non avreste bisogno di riposare? >>
<< Ho troppi pensieri ad affollarmi la testa e non riesco a chiudere occhio >>, sostiene, per poi emettere uno sbuffo scontento. << Quanto vorrei che Faramir fosse qui con me, ora. >>
Con un sospiro mi alzo e lo raggiungo. << Potete parlare con me, se vi va. >>
Boromir appoggia entrambe le mani alla mensola del caminetto, sospirando.
<< E’ tutta colpa di quella donna >>, comincia, << Quella maledetta puttana… sono certo che sta tramando qualcosa alle mie spalle. >>
<< Come impossessarsi di Gondor sposando vostro padre? >>
L’uomo mi fulmina con lo sguardo, ma si trova costretto ad annuire. << Esattamente. E io non so cosa fare … fra noi due, è sempre stato Faramir, il diplomatico. Fosse per me, le torcerei il collo. >>
<< E se ne parlaste con vostro padre? Forse lui… >>
<< Non se ne parla. Quella donna lo ha in pugno, esattamente come vorrebbe avere me. >>
Un brivido mi passa tra le scapole. Quest’uomo non sospetta che io abbia origliato.
<< Voi, mio signore? >>
Boromir sogghigna, amareggiato. << Beh, più che in pugno mi vorrebbe fra le sue cosce, credo… >> Batte il palmo aperto contro la mensola, facendomi sobbalzare, << Ma, che io sia dannato, non mi avrà! E prima della fine le farò vedere di che pasta sono fatti i Capitani di Gondor, a suon di ferro e scudisciate! >>
Poi mi lancia un’occhiata triste, sospirando.
<< Dovete scusarmi, Annael, sono stato decisamente scortese a parlarvi in questa maniera: una signora come voi non dovrebbe ascoltare simili discorsi. >>
<< Affatto >>, rispondo prontamente, << Sembra quasi che Morwiniel vi punti, Capitano, e miri più a voi che a vostro padre. E poi >>, aggiungo dopo un attimo di silenzio, << A che scopo tornare da Osgiliath una sola sera per poi ripartire la mattina dopo? Non poteva mandarci un semplice messo, per invitarci al campo? >>
<< Ha detto che mio padre era troppo stanco per la cena… >> Sostiene Boromir con aria pensierosa, probabilmente senza avermi sentito. << Chissà che diavoleria gli ha fatto. >>
Anche io continuo a pensare, proprio su questo allontanamento, durato solo sette giorni.
Sette giorni… e una diavoleria.
<< MA CERTO! >> Esclamo, battendomi il pugno nella mano aperta e facendo sobbalzare il mio interlocutore.
Mi dirigo alla scrivania, evocando in tutta fretta un trattato di magia compilato da Saruman in persona. Febbrilmente, cerco la pagina che parla dei sortilegi a distanza e di come mantenerli vivi… e lo trovo.
<< Boromir >>, sussurro, << Credo di aver capito perché quella donna è tornata stasera. >>
Boromir si avvicina, in silenzio, gli occhi che mi chiedono di proseguire.
<< I sortilegi a distanza funzionano tanto bene quanto più si è vicini alla vittima. Più ci si allontana, più il legame diventa blando. In questi casi, si possono intraprendere due strade: o si crea un sigillo sulla vittima, o nell’ambiente in cui sta maggiormente, oppure si torna da lei, ogni volta che è possibile, per rinsaldare il legame. >> Leggo ancora qualche riga, concentrata. << C’è anche l’opzione del feticcio. >>
<< Ossia? >>
<< Un feticcio è una bambola che rappresenta la vittima designata >>, spiego in fretta, << Magari è fatto coi suoi indumenti, e di solito si prendono i capelli o le unghie per farne l’anima e creare il legame. Su di esso e sulla vittima viene apposto lo stesso sigillo e, quando si vuole rinsaldare il legame, anche quando si è lontani, basta fare il sortilegio su di esso e le conseguenze si abbatteranno sulle vittima… >> Chiudo di scatto il libro, trovandomi faccia a faccia con Boromir, accigliato. << Credo che questa non sia l’opzione che cerchiamo, però. >>
<< Per tutti i Valar, mio padre… stregato. >> Boromir si lascia cadere su una sedia, passandosi la mano sul viso stanco e teso. << E ora che facciamo? >>
Faccio un profondo respiro, cercando a mia volta di calmarmi. << Prima di tutto, non siamo davvero certi di questa teoria. >>
<< Che cosa ci serve ancora per esserlo? >>, sbotta Boromir, spazientito.
<< Dovremmo trovare il sigillo, per esempio, o il feticcio. Niente di troppo facile, in ogni caso, dato che le stanze di vostro padre saranno incredibilmente sorvegliate, immagino. >>
<< Ma io posso accedervi senza problemi! >>
<< Ne siete certo? E in ogni caso, sia il sigillo che il feticcio hanno bisogno di me, per essere rilevati e neutralizzati. Sempre che ci siano. >>
Boromir si trova costretto ad annuire. << E poi? >>
<< Riguardo a domani, e alla maledizione che ha colpito i Kurai: credo che anche qui si tratti di negromanzia. >>
<< Pratiche che hanno a che fare con i morti, dunque? Come è accaduto una settimana fa. >> Boromir si interrompe, pensieroso. << Anche se questi Kurai sembrano sepolti ed effettivamente morti, a sentire Morwiniel... >>
<< Esatto, ma la mia domanda è: perché colpire i Kurai e non noi? >>
Boromir inclina la testa, curioso. << Proseguite. >>
<< E’ solo una teoria >>, tengo a precisare, << Ma mi chiedevo… se Morwiniel sta cercando di impadronirsi di Gondor grazie alla magia e alle sue arti, e lo sta facendo non per la sua gloria personale e nemmeno per i Kurai… perché il Male sta colpendo i suoi stessi alleati? Non dovrebbe indebolire noi? >>
Boromir annuisce, soppesando le mie parole.
<< Potrebbe essere un diversivo >> , ammette dopo un pò, << O una trappola. >>
<< Una trappola? >>
<< Esatto, si accanisce in ugual misura su di noi e i Kurai per farci credere che siamo dalla stessa parte della barricata, ma quando sarà il momento di combattere ci troveremo il nemico dentro le mura della nostra stessa città. >>
Boromir sorride mestamente. << Non fate quella faccia, Annael: il Nemico non ha a cuore altro che i suoi interessi, infischiandosene di alleati e persino dei suoi stessi sudditi. >>
Scuoto la testa, pensierosa. << Non so a cosa credere. Queste teorie sembrano realistiche, ma così … impossibili! >>
Boromir si alza pesantemente, stiracchiandosi. << Impossibili o meno, sono comunque una base di partenza che prima non avevamo >> sostiene lui, guardandomi poi con una luce nuova negli occhi.
<< Senza di voi, niente di questo sarebbe mai stato concepito. >>
Mi stringo nelle spalle, imbarazzata. << Però sono solo teorie, ricordatevelo bene. >>
Lui si avvicina, le braccia incrociate sul petto.
<< Teorie o meno, sono partorite da una mente brillante e non comune >> insiste, fermandosi a meno di un passo da me. << Avete ragione, sapete? Si vede che siete una creatura sovrumana. >>
<< Perché dormo molto meno rispetto ad un essere umano? >> Squittisco.
<< No >>, sussurra lui accarezzandomi le guance con delicatezza, << Perché la vostra intelligenza e conoscenza è pari solo alla vostra bellezza. E voi siete bellissima. >>
E mi attira a sé, poggiando piano le labbra sulle mie.
 
 
D.I.F.
Ciao fanciulli! Come state? State passando bene questa caldissima estate?
Io sono in ferie e, come immaginavo, madama ispirazione è venuta a cercarmi nell’ultimo giorno utile per scrivere qualcosa di decoroso.
Allora, cosa abbiamo qui? Ah si, il mistero si infittisce…. Strani avvenimenti avvengono al campo Kurai e i nostri eroi devono andare a vedere cosa succede…ma ho davvero parlato di morsi sul collo? Seriamente? Prima gli zombie e ora i vampiri? Ahahah, do fondo a tutta la letteratura fantastica- ma anche no…solo agli elementi veramente utili J
Mi sono anche divertita tantissimo nel dialogo tra quella poiana di Morwiniel e il Capitano! Mi sembra logico che pure lei prediliga questo aitante giovanotto invece di quel vecchiaccio di Denethor…e chi non farebbe la stessa scelta?
Detto ciò… cosa ne dite di quello che trovate in fondo?
Troppo affrettato?
Io mi immagino Annael in tilt e Boromir che non capisce niente pure lui, fa le cose senza sapere perché le fa… E’ impulsivo come un adolescente!
By the way, questi due vivono di vita propria, quindi…
NOTA FINALE: probabilmente questo chappi avrà un gemello che molto a breve vedrà la luce! Spero di postare entro settimana prossima…che poi le vacanze VERE mi aspettano :)
 
Grazie a chi lascerà un segno!
Nini.
  
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