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Autore: Mary Raven    26/08/2018    3 recensioni
Daenerys è appena una bambina quando Robert Baratheon conquista i Sette Regni, e lei perde tutto. Perde la sua infanzia, i suoi cari e, in seguito a un trauma, anche i ricordi.
Per uno strano caso nessuno sospetterà che una Targaryen è ancora in vita e Dany vagherà a Westeros senza memoria. Un'esperienza che forgerà una nuova Daenerys, diversa da quella che abbiamo conosciuto, mentre ripercorre gli eventi alla scoperta della sua gente, ma soprattutto alla conoscenza di sé stessa.
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Daenerys/Jaime
Sansa/Jon, Arya/Gendry, Robb/Margaery
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Ultimo capitolo pubblicato:
7. Il Porcello Baratheon a Grande Inverno
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daenerys Targaryen
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                          La Ribellione di Robert (parte prima)

 

Le peggiori previsioni di chi era vicino ai Targaryen si avverarono: effettivamente cominciò una guerra e gli uomini di Robert Baratheon, nonostante fossero in inferiorità numerica, si dimostrarono efferati e capaci di vincere.
Jon Arryn, Signore della Valle, e Eddard Stark, Lord di Grande Inverno e fratello di Lyanna Stark, si schierarono dalla parte dei Baratheon.
Tuttavia, sia Jon che Robert incontrarono qualche resistenza alla Vale e a Capo Tempesta dove molti restarono fedeli ai Targaryen; invece a Grande Inverno tutti i vessilli del Nord risposero immediatamente alla chiamata di Lord Stark. Hoster Tully, Lord di Delta delle Acque, si unì agli insorti e fece sposare sua figlia Catelyn a Lord Stark. Nonostante questo, ancora una volta, non tutti gli alfieri dei Tully si schierarono dalla parte dei ribelli.
La svolta decisiva avvenne durante la Battaglia delle Campane e, al termine dello scontro, Re Aerys si rese conto che Robert non era solo un arrogante Lord, ma forse una delle peggiori minacce alla sua dinastia.
I Targaryen vivevano quei giorni come se il loro mondo potesse precipitare a momenti. Rhaella e i suoi figli abitavano ancora nella Fortezza Rossa e assistevano inesorabilmente alla perdita di lucidità di Aerys, ormai preda della follia e della paranoia.
Elia, invece, si dimostrava sempre più debole e cagionevole di salute. Tanti uomini a Corte parlavano male di lei, dicevano che non fosse degna di Rhaegar e capivano perché lui fosse fuggito. Daenerys li trovava scortesi e orribili.
Ormai i Targaryen non uscivano più dalla Fortezza; Elia Martell e i suoi figli nemmeno dalle proprie stanze. Daenerys passava il tempo con Aegon e Rhaenys, giocava e li osservava mentre apprendevano. Aveva una responsabilità verso loro, soprattutto perché la consideravano come un esempio da seguire, si fidavano di lei e avevano bisogno di qualcuno a cui appoggiarsi finché Rhaegar non sarebbe tornato.
I Targaryen non erano mai stati tanto uniti quanto allora, in quei momenti bui quando erano schiacciati dall'insicurezza e il timore di uno di loro assomigliava al timore degli altri; se Dany sperava riusciva a donare parte di quella speranza ai suoi familiari. Persino Viserys era diventato taciturno e quasi disponibile.
Il clima percepito ricordava sia ai grandi che ai piccoli che c’erano tanti pericoli lì fuori, ma i loro cuori si nutrivano di piccole cose, degli affetti familiari, di gioie quotidiane e questo li teneva fermi e solidali.
Daenerys voleva avvicinarsi a un consigliere o a un cavaliere della Guardia Reale e chiedere chi fosse effettivamente in vantaggio, se avessero notizie di suo
fratello Rhaegar, voleva interessarsi alla politica e alla guerra ma veniva esclusa da chiunque poiché considerata troppo piccola e, in più, una femmina.

 

Un giorno, mentre Elia dormiva, Daenerys uscì dal Fortino con Aegon e Rhaenys. Lì portò nella Sala da Ballo della Regina. Grande, piena di specchi d’argento e illuminata come nessun altra camera, rappresentava senza dubbio il suo posto preferito nella Fortezza Rossa.
« Vi piace questa stanza? »

Aegon, che aveva solo due anni, riuscì a dire: « Grande. »

« Non avevo dubbi Aegon, sei sempre molto loquace. Rhaenys tu cosa ne pensi? »

« Una stanza da regina, ci possiamo organizzare un ballo? » domandò la figlia di Rhaegar. Daenerys sorrise tristemente.

« Magari un giorno. »

« Prometti? »

Dany esitò un attimo prima di replicare: « Prometto. Presto Rhaegar tornerà e metterà fine a quest’inutile guerra. Dopo avremo tutto il tempo per ballare e divertirci. »

« Ce lo auguriamo tutti » disse qualcuno alle loro spalle. Jaime Lannister aveva visto i tre bambini percorrere i corridoi della Fortezza e li aveva seguiti per controllare che non gli accadesse nulla di male. « Non dovreste girovagare per il castello da soli, sono tempi bui. »

Daenerys guardò il cavaliere incerta, poi intimò ai nipoti di aspettarla lì, in mezzo alla stanza, e si avvicinò a Ser Jaime. « Posso farti una domanda? »

« Certo, Principessa. »

« Mi risponderai onestamente? »

Il cavaliere tentennò un poco, poi annuì: « Ovviamente. »

« Avete notizie di mio fratello? »

« No, ma il Re ha mandato tre uomini alla sua ricerca. »

« Chi sono? » domandò ancora Dany. Jaime sospirò intuendo che non sarebbe scappato tanto facilmente da quello pseudo interrogatorio: quella giovane Targaryen era minuscola ma testarda.

« Gerold Hightower, Oswell Whent e Arthur Dayne. Probabilmente avrai già sentito i loro cognomi, sono dei grandi cavalieri. »

« Pensi che troveranno mio fratello, Ser Jaime? »

« Lo faranno, ne sono certo. »

« Bene » disse Daenerys con un sospiro e il cuore più leggero. Ser Jaime era un grande cavaliere e in più sembrava essersi legato ai Targaryen: per questo Dany si fidava delle sue opinioni.

« Purtroppo devo dirti che forse non sarai qui quando questo succederà. »

« Cosa? »

« La cara Regina, tu e il Principe Viserys verrete mandati presto a Roccia del Drago » annunciò Jaime. « Il piano resta quello originale. »

Daenerys storse il muso: non capiva l’utilità di quello spostamento. Era piccola, non stupida e poi Roccia del Drago non sembrava il posto più sicuro dei Sette Regni. Era un’isola che poteva essere raggiunta facilmente con delle navi e soprattutto non protetta da tanti soldati quanti ne aveva Approdo del Re. Allora perché li mandavano lì? Solo alla fine capì.
« Nessuno si aspetta che ci mandiate via in un momento come questo. »

« Sei molto intelligente, nessun uomo sveglio ti sottovaluterebbe » decretò il cavaliere con un sorriso cortese. Dany arrossì e sorrise a sua volta: non aveva mai ricevuto un complimento tanto bello. In effetti Ser Jaime era stato il primo a mettere da parte i suoi anni. Agli occhi di Daenerys, il Lannister simboleggiava il cavaliere perfetto e ideale. Lei ne era assolutamente abbagliata. « Questo piano è segreto, ma so che tu sei brava a mantenere i segreti. Se i Targaryen dovessero perdere solcherete il Mare Stretto. »

« Verso dove? Verso Essos? » domandò preoccupata. Non aveva sentito belle voci su quella terra sconosciuta e sulle popolazioni che vi abitavano. Barbari, aveva affermato qualcuno. Le donne di Corte dicevano che vi viveva un’orda di Dothraki, uomini primitivi che facevano male alle fanciulle e massacravano gli schiavi.

« Solo in caso di sconfitta. »

« Quindi non stiamo vincendo. »

Jaime scosse il capo e mormorò: « Però non state neanche perdendo. »

« State? » irruppe lei. Quella parola stonava con il ruolo in cui era calato Ser Jaime e il Lannister capì di aver fatto un errore: aveva parlato troppo. Suo padre non aveva deciso da che parte stare. « Con chi stai tu? Da che parte stanno i Lannister? »

Il loro discorso fu interrotto da Rhaenys. « Dany torniamo in camera? Mamma si starà preoccupando. »

« Ce ne andiamo subito » disse Daenerys senza smettere di fissare il cavaliere. Infine si voltò e cominciò a camminare. Avvertiva una sensazione negativa, forse un presagio.

 

 

Un mese dopo arrivò il momento della partenza. Daenerys, sua madre e suo fratello furono costretti a prepararsi per il viaggio. Quella mattina salutarono Elia e i suoi bambini.
« Non te ne andare » mormorò Aegon con i suoi piccoli occhi cupi.

« Hai detto quattro parole, mi ritengo onorata » rise Daenerys, poi abbracciò il nipote e affondò il viso nei suoi capelli. « Mi mancherai tesoro, ma ci rivedremo. Siamo i Targaryen in fondo, no? Noi non perdiamo. »

« Adesso papà è tornato » fece notare lui.

« Bravissimo Aegon, adesso Rhaegar è tornato. Non permetterà che vi accada nulla, e infatti chi avrebbe il coraggio di farvi male? Siete i bambini più adorabili del mondo. »
Detto questo lasciò andare Aegon, abbracciò Elia e infine anche Rhaenys.

Prima di lasciare il Fortino guardò un ultima volta parte della sua famiglia, quei bambini a cui voleva tanto bene e che aveva preso a cuore. Non voleva partire ma allo stesso tempo non poteva lasciare andare sua madre senza di lei: Rhaella era malata come Elia e i maestri guaritori erano negativi sulla sua condizione.
Non sapeva, però, che non avrebbe mai più rivisto i visini paffuti dei suoi nipotini.
Dirigendosi poi verso l’uscita della Fortezza, finalmente incontrarono Rhaegar. Daenerys tentò di contenersi davanti a tutti ma fu inevitabile scoppiare a piangere: aveva temuto di non rivedere suo fratello, di non potergli dire addio prima di andare via. Invece era lì, scortato dai tre cavalieri che l’avevano cercato in lungo e in largo e che non l’avevano fatto per Aerys, ma perché credevano e amavano il Principe. Rhaegar sorrise, felice di rivedere i suoi fratelli e sua madre, gli corse incontro e abbracciò subito Dany.

« Rhaegar sta andando tutto in pezzi » balbettò la bambina continuando a piangere. Fu un pianto liberatorio, finalmente dopo mesi di contenimento. « Ho cercato di essere positiva mentre tu non c’eri, di far stare tranquilli i tuoi figli ma in realtà avevo tantissima paura. »
E se prima si vergognava di piangere davanti ai membri della Corte presenti, lì, fra le braccia di suo fratello, non temeva più nulla. Solo di perdere chi amava.

« Non dire così sorellina. Finché sarò in piedi io combatterò con ogni mezzo per vincere questa guerra e, quando sarà finita, tornerete qui e vivremo tutti insieme, felici. »

« Con nostro padre non sarà mai possibile » sussurrò Daenerys, attenta a non farsi sentire da alcuno.

Rhaegar allontanò il corpicino della sorella con decisione e la guardò negli occhi. « Fidati di me Dany, andrà tutto bene. Mi occuperò di nostro padre. Io te lo … »

« Non promettere se non sei certo » implorò lei.

« Ti prometto che farò del mio meglio per portarci alla vittoria e per far cessare ogni ribelle. »

I due fratelli si riabbracciarono e restarono così per quello che sembrò un tempo infinito, fin quando Rhaella non chiamò il figlio maggiore.
Così mentre il Principe Ereditario abbracciava sua madre, Daenerys ne approfittò per salutare i presenti. Il Maestro Pycelle, senza dire una parola, si esibì in un semi inchino. Lord Varys sorrise e salutò Daenerys a bassa voce, con un’enigmatica frase: « Questo non è un addio ma un arrivederci, uccelletto reale. »
Ser Barristan rispose al saluto della Principessa con un profondo inchino e poi stringendola in un goffo abbraccio. Jaime Lannister baciò il dorso della sua mano, si inchinò e infine si congedò augurandole buon viaggio.
Daenerys gli sorrise, dimenticando persino il presentimento di giorni prima, e salì sulla carrozza con Viserys e Rhaella. Mentre il mezzo si allontanava trainato da cavalli bianchi, Dany si prese tempo per guardare fuori dalla finestrella e salutò Rhaegar con una mano. Il Principe sorrise intenerito e ricambiò il gesto con affetto, mandando un bacio in direzione della carrozza.
Nella luce della prima alba i Targaryen in partenza videro sbiadire sempre di più il contorno nobile e fiero di Rhaegar, fermo davanti alla Fortezza Rossa, quasi sollevato che parte dei suoi cari si allontanassero da quella tragedia.

Quella fu l'ultima volta in cui Daenerys vide suo fratello.


Il Principe venne ucciso da Robert Baratheon in persona nella decisiva Battaglia del Tridente. La notizia della sua morte arrivò a Roccia del Drago in una serata tempestosa, dopo svariati giorni trascorsi senza ricevere notizie.
Viserys e sua sorella ormai si erano adeguati alla vita lì, meno ricca di privilegi e con pochi uomini armati nelle vicinanze. Senza contare che quei pochi armati non trasmettevano il senso di stabilità che, invece, traspariva dai cavalieri della Guardia Reale.
Per Rhaella, malata di un malanno corrosivo e già in fin di vita, ricevere il messaggio della morte di Rhaegar fu un colpo durissimo. Quella notte infatti, oltre il beneamato Principe, morì anche sua madre completamente annullata da anni di violenze e di soprusi, lasciando i figli più piccoli da soli e nella disperazione delle loro perdite.
Quella notte Viserys e Daenerys rimasero vigili e in silenzio. Inizialmente avevano rifiutato quella realtà. Il ragazzino sfogò tutta la frustrazione sugli arredi del castello, mentre lei pianse come non mai, finché non restò altro che un vuoto incolmabile e un dolore sordo. Un dolore che attutiva qualsiasi altra sensazione. Daenerys passò tutto il tempo a pensare ai momenti belli che aveva trascorso con Rhaegar. Le risate, i giochi, gli abbracci, lui che suonava e cantava, lui che leggeva spesso, lui e il suo talento in combattimento, il coraggio e il sacrificio, onore e nobiltà d'animo. Pensò anche a sua madre: il sorriso, il cuore puro, il bellissimo viso, gli occhi dolci e grandi. Sua madre che li proteggeva, cresceva, educava. Infine il vuoto succhiò via anche i ricordi e lasciò il suo corpo in uno stato di assenza.
Quella notte i due fratelli non chiusero occhio e il giorno seguente non toccarono cibo. L’unico gesto di Viserys a pranzo fu quello di versare il vino addosso alla figlia della cuoca, poi si alzò e uscì infuriato dalla sala. La bambina, della stessa età di Dany, rimase ferma a guardare il proprio vestito macchiato.

« Perdona mio fratello Balye, ti regalerò un mio abito » disse Daenerys con aria affranta, quasi assente.

L’altra bambina bisbigliò educatamente: « Non ce n’è bisogno Principessa Daenerys. »

« No, voglio farti un regalo. »

 

Con il passare delle settimane si susseguirono notizie differenti. Chi vinceva una battaglia e chi perdeva quella seguente, il numero dei morti in aumento. Ormai contava poco per Daenerys. Viserys invece sosteneva che era essenziale restare informati sulla guerra e Ser Willem Darry, il cavaliere migliore che proteggeva Roccia del Drago, si occupava di comunicare gli aggiornamenti della situazione ai fratelli.
Sembrava che i Lannister volessero appoggiare Aerys e il pensiero di Dany volò a Jaime, a quando gli aveva chiesto da che parte sarebbe stato. Sapeva bene che i Lannister erano potenti e avevano tanto denaro, il loro appoggio poteva essere determinante per i Targaryen.
Forse presto avrebbero potuto tornare a casa per riabbracciare Aegon e Rhaenys, rivedere i membri fidati della Corte e il popolo. I giorni che i giovani Targaryen avevano trascorso rintanati nella Fortezza erano parsi interminabili, ma stare da soli a Roccia del Drago si era rivelato anche peggio. Opprimente e detestabile. Dopo la morte di Rhaella, inoltre, non facevano altro che litigare.
Le settimane divennero mesi e, proprio durante un loro litigio, Willem Darry entrò nella stanza madido di sudore e completamente sconvolto. Ciò che disse spiazzò tutti i presenti.

« I Lannister ci hanno tradito, ora stanno dalla parte di Robert Baratheon. Jaime Lannister ha ucciso il Re Aerys e il suo Primo Cavaliere. I Tyrell, nostri migliori alleati, sono stati battuti come anche i Martell. »

Nella sala si sentì un brusio e, poco dopo, ci fu il caos più totale: alcune persone della servitù e due o tre uomini armati si schierarono contro gli altri.

« Consegniamo il Principe e la Principessa ai Lannister, così Robert Baratheon ci risparmierà. »

« Siete impazziti? Bisogna restare fedeli ai Targaryen, come ha fatto tanta gente di Westeros. »
« Il Re è morto, abbiamo perso. Non c’è nulla a cui restare fedeli. »

« Finché ci sarà un Targaryen su questa maledetta terra io servirò un Targaryen » concluse Ser Willem Darry.

« Fate silenzio » gridò Daenerys. Oltre allo shock per quella notizia e per il pensiero di Ser Jaime –il fidato Ser Jaime- che uccideva suo padre, una paura si era fatta strada nella sua mente. « Elia e i bambini? »

La servitù e gli altri presenti si voltarono verso Willem Darry. Il cavaliere aveva gli occhi lucidi, il volto contorto.

« Non so se posso. »

« Parla e dicci tutto, non voglio che tralasci o addolcisci i dettagli. »

« Ciò che è successo potrebbe sconvolgervi. Siete troppo piccola … »

« Mia sorella ti ha dato un ordine » ribadì Viserys.
Nella stanza calò il silenzio, non si sentì nemmeno il fiato di un uomo. Tutti erano in attesa.

« Elia è ferita, i suoi figli anche … »

« Stai mentendo » sbottò Daenerys, con gli occhi lucidi e la voce rabbiosa. « Perché mi menti? »

Viserys spazientito prese con foga il biglietto che Willem Darry stringeva in mano e lesse il messaggio insieme a sua sorella.

Ser Darry,
dopo il primo messaggio che comunica notizie negative, ecco il secondo con notizie ancora più atroci.
Tywin Lannister voleva dare prova di lealtà a Robert Baratheon e per questo due uomini dei Lannister, Gregor Clegane e Amory Lorch, sono entrati nel Fortino di Maegor. Mi fa male scrivere in dettaglio cosa è successo ma è giusto che sappiate. Il Principino Aegon è stato trucidato da Ser Clegane sotto gli occhi di sua madre.

Un lamento rotto fuoriuscì dalle labbra di Daenerys. Avvertì un groppo in gola. Non fu facile riprendere a leggere.

Lo spregevole subito dopo ha violentato Elia Martell e l’ha uccisa. Intanto Ser Armory ha pugnalato più di cento volte la Principessa Rhaenys.
Vedere i loro corpi in quelle condizioni è stato orribile. Orribile è stato quando Tywin Lannister li ha portati davanti a Robert Baratheon e lui era soddisfatto, quando persino il suo amico Eddard Stark ne è rimasto sconvolto.
Mi auguro che tu addolcisca questi racconti quando ne parlerai con i giovani Targaryen e soprattutto che tu continui a mantenere il segreto di Re Aerys su Elia e i figli.
Lord Varys

La violenza di ciò che era successo lasciò i Targaryen totalmente shoccati. Daenerys sentiva il suo cuore spezzarsi. Il pensiero di Aegon assassinato, Rhaenys pugnalata, Elia stuprata e uccisa dopo aver visto cosa avevano fatto ai suoi figli … Si sentì talmente male che dovette appoggiarsi a una sedia lì vicino. Nemmeno suo padre che trattava male sua madre era riuscito ad abituarla a un tale livello di crudeltà.

« Qual è il segreto di nostro padre? » sbottò Viserys sprezzante. Prima che Willem Darry potesse confessare, Daenerys ci arrivò da sola.

« Elia
voleva venire con noi a Roccia del Drago, ma non poteva. È stato nostro padre a trattenerli? »

Ser Darry annuì, senza preoccuparsi di negare: « Era paranoico, ossessionato dalla paura che i Martell potessero tradire i Targaryen. Per questo teneva Elia Martell e i suoi figli come ostaggi. Elia non poteva scappare perché era malata, e vostra madre è riuscita a fare niente per lei. »

« Sono senza parole, perché non ci avete detto niente? »

« Principessa » proruppe Ser Willem autoritario, « voi siete ancora una bambina e vostro padre, con i suoi difetti e i suoi scatti, restava pur sempre il nostro Re. »

« Faceva male a
mia madre, ha fatto uccidere i miei nipoti a causa della sua paranoia » sibilò Daenerys a denti stretti. « Forse è un bene per tutti i Sette Regni che sia morto. »

Prima che potesse rendersi conto di cosa aveva detto, Dany sentì un dolore bruciante sulla guancia e la forza di un colpo la scaraventò a terra. Molte donne e Balye sussultarono, Ser Willem Darry strinse i pugni. Viserys aveva appena colpito sua sorella con tanta forza quanta ne aveva in corpo.
Daenerys voleva piangere e, allo stesso tempo, si odiava per essere così fragile. Aveva solo sei anni ma gli eventi l’avevano obbligata a crescere, a prendersi delle responsabilità e a maturare più in fretta. Si disse che no, non si sarebbe arresa davanti alla violenza, non come faceva sua madre con suo padre.
Così alzò il viso con fierezza e guardò Viserys dritto negli occhi: « Rhaegar mi avrebbe dato ragione. »

« Torna in te sorellina, e comunque devi ringraziare quello stupido di Rhaegar per questa guerra. »

« Rhaegar non ha colpe della follia di nostro padre o della cattiveria dei Lannister e di Robert Baratheon. Lui era buono e coraggioso, rappresentava tutto ciò che c’è di bello in questo mondo » disse alzando la voce. Viserys forse poteva colpire lei ma non doveva permettersi di gettare fango su Rhaegar e sulla sua memoria. Lei non glielo avrebbe permesso.

« Certo e dava sempre ragione a te mentre leggeva i suoi stupidi libri, suonava il suo inutile strumento e assecondava i tuoi ridicoli capricci. »

Daenerys strinse i denti e fece per andarsene, poi ci ripensò e guardò di nuovo suo fratello. « Non sarai mai alla sua altezza Viserys, non sarai mai degno quanto lui. »

« Neanche tu » gridò Viserys mentre il suono delle sue parole riecheggiava negli angoli vuoti della sala.

 

Note dell'autrice:

Salve, ringrazio chi ha messo la mia fanfiction tra le seguite. Sono felice di sapere che continuerete a leggere e spero in futuro di avere qualche opinione, consiglio, critica, insomma qualcosa che mi faccia sapere cosa ne pensate e se per voi è una storia interessante. Comunque ecco il nuovo capitolo e preparatevi al prossimo dove incontreremo un personaggio caro a tutti noi.
Baci, Mary

   
 
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