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Autore: Crilu_98    26/08/2018    2 recensioni
In un futuro non troppo lontano, l'umanità cerca di scendere a patti con le nuove razze che per lungo tempo aveva relegato nel mito. Streghe, vampiri, licantropi e altre creature della notte hanno rivelato la loro esistenza al mondo e mentre in Europa la superstizione dilaga sotto l'occhio vigile della Chiesa, gli Stati Uniti sono l'unico Paese che garantisce dei diritti agli Immortali. O almeno così credono tutti.
Lucy McCollins si ritiene estranea al dibattito che infiamma il mondo e riecheggia in ogni notiziario. La sua vita, precisa ed ordinata, è segnata solo dal dolore per l'abbandono dei genitori che non ha mai conosciuto; un dolore che la ragazza si sforza di dimenticare per concentrarsi unicamente sui suoi studi di Legge.
Ma una mattina tutte le sue certezze vengono brutalmente spazzate via.
Per Lucy inizierà una lunga discesa verso l'Inferno, prigioniera di un'organizzazione che affonda le radici nei tempi d'oro dell'Inquisizione spagnola. E per tornare a vedere la luce dovrà affrontare non solo gli esperimenti imposti da un nemico crudele, ma soprattutto il potere distruttivo che si cela nel suo sangue.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Witching Hour'
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Lampi di luce guizzano attraverso le mie palpebre socchiuse. Questa volta sono rimasta incosciente per poco, ma non ho dato segni di vita mentre i tirapiedi dell'angelo mi hanno sollevato di peso e riportato in cella. Colgo i mormorii delle altre streghe, ma non ho la forza di aprire gli occhi ed affrontarle, non quando il marchio sul mio polso fa ancora così male; credo che ci abbiano buttato sopra una benda, ma il dolore non accenna a diminuire. 
Frammenti di incubi interrompono il mio contatto con la realtà, facendomi sprofondare in un inferno di fumo e fiamme. 
"Estremamente appropriato!" penso, con cupa ironia. L'unico filo che mi consente di non perdere me stessa nell'oblio è il vampiro che, forse rimasto senza voce, ha mutato le grida furiose in rauchi lamenti di dolore. 
Sono comunque talmente forti da far tremare le pietre delle pareti e sento a malapena la voce dolce ed acuta di Noelia che sussurra al mio orecchio: 
"Ti prego, senõrita Lucy... Svegliati!" 
La sua mano mi scrolla con forza, fino a quando Magdalena non le borbotta qualcosa in spagnolo e la bambina di allontana, sconfitta. Solo a questo punto apro gli occhi ed immediatamente le lacrime che ho trattenuto dietro le palpebre rotolano fuori. Magdalena ha gli occhi addolorati, Judith è furiosa, Sabrina spaventata. Sono in circolo accanto a me, sul pavimento duro e freddo, e l'anziana mi accarezza delicatamente il palmo della mano. 
Il sangue è filtrato attraverso il bendaggio di fortuna e ha sporcato i miei vestiti, già laceri dopo una settimana di prigionia: noto distrattamente che l'abito nero è strappato in più punti e i piedi scalzi sono pieni di lividi. 
"Non sarebbe dovuta andare così..." mormora Sabrina, inorridita. 
"La cerimonia del marchio è una festa..." 
"Una festa?" ringhio e mi sorprendo di quanto suoni roca e cattiva la mia voce. 
"Questa barbarie è una festa per voi!? Allora forse è vero ciò che si dice delle streghe, siete..." 
"Modera il tono, ragazzina!" mi redarguisce Judith. Il tono è calmo, ma glaciale. 
"Non sei nella posizione per discutere di cerimonie antiche di millenni!" 
"Ora basta!" Magdalena riduce entrambe al silenzio. 
"Lucy, hai tutto il diritto di essere spaventata ed arrabbiata: subire un marchio senza adeguata preparazione è molto doloroso, oltre che pericoloso. Nonostante ciò, ti è stato fatto un dono e non dovresti sottovalutarlo." 
"Voi non sapete di cosa state parlando!" strillo, ormai in preda all'isteria "Quel mostro ha premuto un ferro incandescente sulla mia pelle! Mi ha bruciata! Come potete considerarlo un dono!?" 
Magdalena rimuove la benda dal marchio; la pelle in via di guarigione brucia e riprende a sanguinare e per la prima volta poso gli occhi sulla mostruosa cicatrice che ha devastato l'interno del mio polso. 
In realtà il marchio in sé non è molto grande, ma l'area intorno è bruciata, arrossata e disgustosa. Aggrottò la fronte: 
"Credevo... Che la cicatrice dovesse essere bianca..." 
Judith scuote la testa, esasperata: 
"È magico, Lucy. È nero perché le parole recitate durante la cerimonia l'hanno reso permanente." 
Permanente. 
Mi rifiuto di pensarci e osservo con più attenzione il disegno: è una fiamma arricciata e spessa, con delle sottili volute che le disegnano arabeschi intorno. 
"Fuoco..." mormoro, soprappensiero. Subito un pensiero mi fa illuminare gli occhi: 
"Non mi hanno messo alcun bracciale! Questo significa che..." 
L'occhiata sconsolata di Sabrina mi blocca: 
"Nessuna strega è in grado di incanalare la forza di un marchio immediatamente. Alcune ci mettono qualche giorno, altre mesi. Dipende da quanto è puro il tuo sangue e dalla preparazione ricevuta..." 
"E dato che tu non ne hai avuta alcuna, i nostri carcerieri possono permettersi il lusso di aspettare!" conclude Judith. 
"Che genere di preparazione?" insisto. La ragazza tedesca fa un gesto vago con la mano. 
"Esercizi sia fisici che mentali che ti aiutano a controllare la magia; non ti ingannare, essa è sempre dentro di te, scorre nelle tue vene, ma senza un adeguato supporto, come il marchio, rimarrebbe per sempre silente." 
Rimaniamo in silenzio per un po', mentre i lamenti del vampiro risuonano ad intervalli regolari. 
Infine, Magdalena sospira: 
"Penso di aver capito cosa vogliono da noi." 
La osserviamo stupite. Lei lancia un'occhiata a Noelia e la nipote le è subito al fianco, attenta e compita. 
"Vogliono testare la nostra resistenza ai marchi." 
Sabrina scoppia a piangere, mentre Judith non sembra convinta: 
"Ma tu ed io..." 
Magdalena la interrompe, abbassando la voce: 
"Io sono qui per caso, non rientravo nei loro progetti. E in quanto a te, non credere che non abbia notato che tua sorella non abbia i marchi! È il suo nome che hanno chiamato l'altro giorno, non il tuo!" 
Judith si irrigidisce, poi distoglie lo sguardo: 
"Meredith è troppo debole. Nostra madre ha insistito affinché aspettasse."
"Non durerà a lungo, lo sai anche tu: puoi continuare a coprirti le braccia, ma quando verranno a prenderti si accorgeranno di aver preso la gemella sbagliata..." 
"Cosa dovrei fare? Fargli notare l'errore e gettare mia sorella in una gara di resistenza che non può sopportare?" 
"Scusate!" intervengo, sopra i singhiozzi di Sabrina e il piagnucolio di Noelia che sembra ignara quanto me. 
"Che cos'è questa resistenza?" 
Magdalena si stringe la bambina in grembo. 
"Non tutte le streghe sono ugualmente forti. In parte dipende dal sangue, in parte dalla persona in sé, ma è un dato di fatto che il numero di marchi che una strega può sopportare è limitato: alcune fanno fatica a tenere a bada il primo, altre li possono gestire tutti. Temo che i Cacciatori vogliano vedere fino a quanti ne possiamo reggere noi." 
Sabrina geme: 
"Io non posso farcela... Non sono mai stata portata per questo, io... Morirò, oh Dio..." 
"Non dire sciocchezze!" sbotta Judith 
"Sei una strega, tu sei nata per questo! E non morirai!" 
"Cosa succederà a voi due? Voglio dire, avete già i vostri marchi..." chiedo, titubante. 
"Chi può saperlo? Quando ho ricevuto il mio secondo marchio seppi per istinto che non avrei potuto sopportarne un altro, ma a questo punto vedrò di farmi forza." risponde Magdalena. Noelia è in lacrime:
"Nonna! Non voglio che ti facciano del male!" 
"Non me ne faranno, tesoro!" la rassicura la donna, poi si volta verso di me con l'ombra di un sorriso sul volto. 
"Beh, questo almeno chiarisce i dubbi sui tuoi genitori, cara!" 
"Cosa vorresti dire?" 
"Solo chi ha sangue di strega sopravvive alla cerimonia del marchio." 
E io non so se sono più nauseata dal fatto che i Cacciatori avrebbero sacrificato con facilità una di quegli umani che giurano di proteggere o dalla consapevolezza che non posso scappare da qualcosa che mi scorre nel corpo.

Mi scambio un'occhiata preoccupata con Judith, l'ennesima di queste ultime ore. Abbiamo avuto tre giorni di tregua, in cui l'unico contatto con i nostri carcerieri è stato il vassoio di cibo che hanno fatto scivolare attraverso la porta; tre giorni in cui le nostre discussioni sono state ridotte al minimo e permeate da un'angoscia senza soluzione. Ora che hanno preso Sabrina il silenzio si è fatto ancora più pesante. 
A farne le spese più di tutti  è Noelia: sua nonna non riesce più a distrarla ed il suo sguardo ha acquisito una nuova durezza, tipica di quei bambini costretti a crescere troppo in fretta. 
"Come possiamo aiutarla?" mi chiedo per l'ennesima volta. Istintivamente osservo il marchio sul mio braccio destro, nero e circondato da vesciche, poi il bracciale metallico sul polso oppost che mi è stato imposto ieri sera. 
Oltre al dolore, che è andato pian piano scemando, non ho avvertito nulla, nessuna forza sconosciuta si è scatenata in me. 
"Come funzionano i marchi?" chiedo all'improvviso, facendo sobbalzare sia Judith che Magdalena; Noelia si limita a fissarmi, interessata anche lei alla risposta. 
"Sono come dei catalizzatori per la tua magia." risponde la strega tedesca, continuando però a tenere gli occhi fissi sulla porta oltre la quale Sabrina è sparita, in lacrime, qualche ora fa. "È più facile farla affiorare se c'è un punto del tuo corpo attorno al quale essa si può raccogliere!" 
"Perché allora non avverto nulla? Nessun formicolio, nessuna... Presenza..." 
Judith si lascia scappare una risatella divertita: 
"Non è così facile. Ci vogliono ore di meditazione anche solo per sentire uno sprazzo di magia... Ma con quel bracciale probabilmente ti servirebbe anche più tempo!" 
"Allora qual è lo scopo? Perché marchiarci se non possiamo mettere a frutto i nostri poteri?" 
"Oh, tranquilla: troveranno il modo."

Le parole di Judith si sono rivelate profetiche. Quando hanno riportato dentro Sabrina, sveglia ma in stato di shock, con il braccio sanguinante stretto al petto, sulla porta si è affacciato l'angelo. O meglio, il Nephilim, come mi ha spiegato Magdalena: il frutto dell'amore proibito tra un angelo e un essere umano, una creatura che può essere votata al bene assoluto o al male più oscuro. Inutile dire a quale categoria appartiene il nostro carceriere; la buona notizia è che le altre streghe mi hanno insegnato qualche trucco su come aggirare la sua Aura, perciò non sento più il bisogno di prostrarmi ai suoi piedi. 
Lui mi indica con un cenno del capo: 
"Lei." 
Inizio a tremare al pensiero che mi voglia marchiare una seconda volta, ma a quanto pare oggi ha in mente qualcosa di diverso: vengo portata all'aperto, in un cortile più piccolo di quello che abbiamo attraversato l'altra volta, ma ugualmente circondato da alte mura di pietra. 
Il Nephilim si tira su le maniche della camicia, stiracchiando pigramente le ali nella pallida luce del pomeriggio; nella mia immaginazione, la Spagna è sempre stato un posto caldo ed assolato, ma qui il sole sembra perennemente coperto da un velo di nebbia.
"Il mio nome è Adam." esordisce, senza alcuna inflessione nella voce melodiosa. 
"Come il primo uomo. Un nome azzeccato per un angelo caduto!" 
È l'adrenalina che parla e me ne pento immediatamente: la prigionia mi ha privata della razionalità, rendendomi schiava dell'istinto, ma con questa creatura mi servirà ogni briciolo di astuzia rimastomi. 
Adam sembra però apprezzare la mia audacia: 
"La tua ignoranza non mi sorprende, anche se mi infastidisce: i Nephilim non sono mai stati scacciati dalla grazia divina, a differenza dei nostri genitori. Ma dimmi, cosa ti spinge ad essere così ostile nei miei confronti?" 
Mi lasciò sfuggire un suono disarticolato: 
"Mi hai marchiata a sangue, brutto bastardo!" ringhio, mente il marchio brucia in maniera inusuale. Spero che Adam venga incenerito da una fiammata improvvisa, ma ovviamente non accade nulla. 
Il Nephilim inarca un sopracciglio: 
"Ti ho fatto un grande dono, Sophie." 
"Il mio nome è Lucy. Lucy McCollins." 
"Non ha molta importanza. Una volta che sarai entrata al nostro servizio, il tuo nome si confonderà con quello di molti altri." 
"Cosa ti fa pensare, in nome del Cielo, che io ti aiuterò?" sbotto, esterrefatta. Adam sorride e sento i tentacoli insidiosi della sua Aura solleticarmi la mente. 
"Abbiamo i nostri metodi, cara. Ed ora, cominciamo!" 
Tende il palmo della mano in avanti ed il bracciale di restrizione abbandona il mio polso, adagiandosi dolcemente tra le sue dita. Sbatto le palpebre, incredula: 
"Ho cercato di togliermelo di dosso per ore!" 
Adam lo osserva pensoso per un attimo, poi spalanca le ali e si getta su di me: in una frazione di secondo sono a terra, schiacciata dal suo peso, con le sue mani strette attorno al collo. Sotto alla nuca sento la frescura dell'erba umida, mentre respiro con affanno, consapevole che questi probabilmente saranno i miei ultimi istanti di vita. Stringo le dita su quelle più forti e letali di Adam, più per un riflesso incondizionato che per un reale tentativo di difesa; perciò la mia sorpresa è grande quando vedo piccole fiammelle danzare sulle nostre pelli, bruciando la sua e donando alla mia un piacevole e confortevole calore. Adam balza lontano e mi osserva con interesse: 
"Molto bene!" esclama, mentre le lingue di fiamma si estinguono con uno sbuffo di fumo. 
"Ancora!"

Adam mi attacca per ore, in quello che deve essere la versione distorta di un allenamento. Ovviamente la maggior parte delle volte ho la peggio e lui si ferma solo un momento prima di uccidermi: sono piena di lividi ed escoriazioni e mi gira la testa. 
Il fuoco si è presentato poche volte, sempre come un disperato tentativo di salvarmi la vita, ma è debole ed effimero: Judith aveva ragione, ci vuole molta pazienza per raggiungere una connessione con il marchio. 
"E Adam non sembra propenso a concedermi né del tempo, né tranquillità!" 
Quando infine mi scorta di nuovo all'interno il sole sta tramontando. Mi trascina per un braccio lungo i corridoi, visto che io riesco a malapena a reggermi in piedi. Prima di aprire la porta mi afferra per il mento, studiando il mio sguardo per un'ultima volta ed abbozzando l'ennesimo sorriso: 
"Sarai una risorsa preziosa, Lucy McCollins." 
Mentre torno nella mia prigione, comprendo di essermi guadagnata il rispetto di un mezzo angelo fanatico e crudele, ma non riesco a capire se ciò sia una cosa positiva o meno.


Angolo Autrice:
Cosa ne pensate di Adam? E per chi sarà una risorsa preziosa la nostra giovane strega, che sta pian piano imparando ad accettare la sua vera natura? Fatemi sapere! :D

   Crilu

   
 
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