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Autore: viktor malfoy    10/07/2009    3 recensioni
La giovane Adromeda Black. Una giovane Strega purosangue che ha come unico scopo nella sua vita di adolescente, quello di non criticare le scelte che le vengono imposte dai genitori o comunque, quelle della sua grande famiglia: i Black. Cosa la portò a lasciare la sua famiglia per amore verso un nato Babbano? Perchè prese quella drastica scelta, invece di rimanere e combattere per quello che lei riteneva un errore?? Restate con me e cercherò di farvelo capire..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Sorelle Black, Ted Tonks
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La Magica Hogwarts - Capo 06
La Magica Hogwarts


La stazione di King's Cross, non era mai sembrata tanto affollata .
Il fumo che usciva dalle locomotive iniziali dei treni, annunciava la partenza di alcuni treni mentre altri - sempre più numerosi - ne arrivavano per fare scendere i propri passeggeri .
Druella era in piena marcia sul viale dei binari, con Bellatrix  e Andromeda a seguito. Non aveva portato la terzogenita con sé per due principali motivi: quel giorno accusava dei strani sbalzi di pressione e portarla fuori di casa non avrebbe aiutato la sua salute e in secondo - ma totalmente più importante - non voleva che la figlia facesse scenate di fronte la partenza delle sorelle maggiori, come era accaduto nei due anni precedenti per le partenze di Bella .
Andromeda e Bellatrix la seguivano a pochi passi da lei. Bella aveva un carrello pieno di valige e con una gabbietta piccola, dove teneva il suo topo di un grigio polvere, con il manto prettamente curato. Aveva i capelli sciolti, come sempre, e aveva in viso un ghigno che faceva sobbalzare tutti i Babbani che incrociavano il suo sguardo, pieno di misticismo e aggressività insieme. Per di più, lei si divertiva a fare delle smorfie cruente a chiunque osasse alzare gli occhi su di lei .
Andromeda le stava accanto, seppur con qualche passo più veloce, per l' ansia che aveva dentro: ben presto sarebbe stata anche lei una studentessa di Hogwarts e quasi sicuramente - come tutti i suoi membri della famiglia - sarebbe finita a Serpeverde. Certo, anche lei riteneva che quella fosse la casa che più le spettasse di diritto, ma anche Corvonero aveva il suo fascino e come dicevano i libri di Magia, li vi finivano i più intelligenti studenti della scuola. Il Cappello Parlante, avrebbe deciso per lei, come le aveva detto Bella la sera precedente, prima di mettersi a letto.
Nel vedere la sorella maggiore dare uno strattone ad un giovane Babbano, Andromeda diede una piccola spinta al gomito di Bella, come per richiamare la sua attenzione. "Di un pò. Non ti da fastidio?" chiese, quasi scioccata dal comportamento - assurdo - della sorella. Quella, per tutta risposta, si destò dal suo ghigno e si rivolse alla sorella. "E a te non da fastidio farti gli affari degli altri?" sbottò, come se ad avere ragione fosse proprio lei.
Andromeda stava per rispondere alla sorella, quando dovette far fronte all' agitazione del suo gufo. Apollo. Era un gufo dall' aria sveglia e dalla velocità assurda quando era in volo. Lo aveva regalato zio Alphard, il giorno del suo undicesimo compleanno e Andromeda ne era rimasta subito affascinata, per la sua aria di vivacità.
Lo rassicurò, facendogli percepire la sua presenza, mettendo una mano vicino alla gabbia. Probabilmente si era spaventato per la troppa confusione, poiché per tutto il tempo della sua permanenza a casa, era stato sistemato nella manzarda di casa Black .
Le due furono richiamate dalla voce della madre, che le faceva cenno con la mano e di affrettarsi. Andromeda, guardò l' orologio al polso di un Babbano che segnava le undici meno un quarto. Doveva affrettarsi o avrebbe perso il treno e di conseguenza fare un ingresso del tutto "inosservato" a scuola.
Si smosse e raggiunse la madre. Per poter prendere l' espresso per Hogwarts avrebbero dovuto prima attraversare il binario nove e 3/4 ovvero quello che si trovava tra il binario nove e dieci della stazione normale. Dopo Bella fu il suo turno. Si ritrovò davanti ad un enorme treno rosso con una moltitudine di vagoni a seguito. L' Espresso per Hogwarts.
Bella era già vicina ai suoi compagni di casa e stava cominciando a caricare i propri bagagli sopra il treno, quando Andromeda fu raggiunta dalla madre.
"Non ti preoccupare Dromeda. Troverai anche tu degli amici" la rassicurò la madre, mettendole una mano sopra la spalla, come per confortarla. La figlia, annuì con la speranza che le parole della madre si avverassero.

*****

L' Espresso per Hogwarts sfrecciava dinnanzi i campi estesi della Gran Bretagna.
Al suo interno, nonostante fosse passato già un quarto d'ora da quando aveva lasciato la stazione centrale della capitale, c' era ancora un continuo via vai nel corriodio dal quale si accedeva poi nelle cabine. All' interno di una di esse, Andromeda Black se ne stava calma e serena - dando l' impressione di non accorgersi del caos che vi era fuori da quel piccolo spazio a sua disposizione - intenta a leggere la Gazzetta del Profeta. Stava leggendo uno strano articolo, in cui si diceva che Nicolas Flamel aveva deciso di recarsi in Irlanda per alcuni suoi studi - dovuti molto probabilmente alla sua continua ricerca della pietra dell' immortalità o della formula per crearne una - e diceva che le terre vicino a quelle inglesi, sarebbero state ideali per i suoi studi.
Andromeda fu portata a realtà, quando sentì bussare nel suo scompartimento. Ne sbucò una faccia allegra e con dei capelli rosso scuro. Il suo viso trascendeva semplicità e voglia di mettersi in continua prova. Sorrise in direzione di Andromeda e domandò "Posso?Gli altri sembrano occupati o troppo pieni di cervelloni per poter fare spazio."
Andromeda sorrise all' indirizzo della ragazza e con la mano le fece cenno di avvicinarsi a lei e sistemare i suoi bagagli. "Entra pure" disse, mentre posava la Gazzetta sul sedile e aiutava la giovane ragazza ad entrare i bagagli e sistemarli negli scaffaletti sopra di loro. Quando tutto fu sistemato, presero posto una di fronte all' altra.
La rossa sembrava non voler smettere di ridere, come per ringraziare l' altra dell' ospitalità che le aveva riservato.
"Molly Prewett!" sbottò poi all' improvviso, mentre tendeva la mano ad Andromeda. La giovane Black prese la mano della ragazza con la sua e la strinse, per fare le dovute presentazioni. "Piacere mio. Andromeda Black" disse la ragazza, esibendo un brillante sorriso.
Per il tempo successivo, le due ragazze presero a ridere e scherzare, immagginando il loro primo ingresso ad Hogwarts e di come sarebbe stato bello finire nella stessa Casa. Fu quello il momento in cui Andromeda si fece silenziosa. "Qualcosa non va Dromy?" le chiese Molly, chiamandola con il nomignolo che aveva scelto per lei. Andromeda scosse lievemente la testa, guardando fuori dal finestrino. "Scusa Molly. Ma credo che questo non sarà proprio possibile. Vedi, io sarò assegnata quasi sicuramente a Serpeverde come tutti i miei antenati. E tu, vedendo il sorriso sincero e il coraggio di cui mi hai raccontato di possedere, finirai sicuramente in una Casa diversa da quella mia" spiegò, un pò rassegnata Andromeda. Era incredibile, come il destino facesse incontrare le persone e subito dividerle, anche solo per una sciocchezza.
Molly, comunque non si diede per vinta. Sorrise convinta alla nuova amica e ribadì, quello che le suggerivano i suoi veri sentimenti. "Tranquilla, Dromy. Non sarà una semplice diversità di Casa a dividerci. Sento che potremo superare anche una disuguaglianza come questa se restiamo unite."
Andromeda voltò lo sguardo verso la ragazza, contenta di conoscere una ragazza come lei. Chissà se lei sapeva qualcosa dei Black, anche se la risposta era chiara. Se lo avrebbe saputo, sicuramente avrebbe mantenuto le distanze con lei, cosa che ancora non aveva fatto. " Hai ragione."
Le due si abbracciarono e gli occhi di Molly capitolarono sulla Gazzetta. Si staccò dall' abbraccio con Andromeda e lesse il titolo dell' articolo, che qualche tempo prima, stava leggendo la stessa proprietaria. "Incredibile! Certo che questo Flamel deve essere un pazzo a lasciare l' Inghilterra per l' Irlanda. E in più dice che quello è un luogo perfetto per gli studi! Per me avrà qualche ruotella fuori posto. Non credi?" chiese ad Andromeda, quasi incredula a ciò che leggeva. Lo sguardo della mora, tuttavia si fece strano. "Perchè? Cos' ha l' Irlanda che non va?" chiese, curiosa di ricevere una risposta esauriente dall' amica. Per tutta risposta, Molly riposò la Gazzetta sul sedile e si rimise seduta, stavolta accanto l' amica e prese a muovere le mani per aria.
"Vuoi scherzare? L' Irlanda posto tranquillo? Girano strane voci su quel paese e si dice che sia una terra abitata da fantasmi o anime tormentate che non hanno mai trovato la pace, dopo la morte! Altre, invece che parlano di spiriti maligni che infestano le valli irlandesi gridando con voci disumane e raccapriccianti" spiegò Molly, prendendo fiato.
Andromeda non aveva mai letto dell' Irlanda e quindi trapelava dalle labbra della rossa. Ma decise di porre una domanda, prima che l' altra continuasse.
"Scusa, ma tu ci credi veramente a queste leggende?"
Molly gli sorrise, quasi beffarda. Forse era certa che la ragazza le avrebbe fatto una domanda del genere. "All' inizio dubitavo su qualunque cosa mi raccontassero su quelle terre e fino all' età di sei anni, ero fermamente convinta di partire per l' Irlanda e visitare con i miei occhi questi spiriti. Poi, quando il mio prozio Eric tornò da Glasgow, tornò con una faccia cadaverica e diceva cose senza senno. Sembrava aver perso la ragione. Da quel giorno ho creduto ad ogni singola parola di quelle leggende, anche se i miei fratelli dicono che siano solo leggende e che tali rimangano" esordì Molly, entusiasmata di condividere con un' altra ragazza, le proprie idee.
Il tempo passò e il cielo si era preparato per accogliere il grande astro del giorno, fra i suoi confini, lasciando posto alla notte e alle sue signore.
"Sarà meglio prepararsi! Staremo per arrivare, ormai" propose Andromeda, mentre la rossa annuiva in sua direzione.

*****

L' Espresso si era fermato alla stazione, vicino Hogsmeade, un piccolo paesino abitato da soli Maghi e Streghe, nascosto agli occhi dei Babbani, così come la posizione esatta del castello di Hogwarts. Andromeda e Molly uscirono dal proprio scompartimento e si apprestarono a scendere. Nel farlo, Andromeda sentì una voce maschile, atona e pacata, rivolgersi agli studenti del primo anno, che sembravano tutti spensierati e felici di poter fare a poco, il loro ingresso ad  Hogwarts.
La voce apparteneva ad un uomo giovane e dall' aria molto socievole. Il suo sguardo traspariva le stesse emozioni dei giovani studenti, che per la prima volta si trovavano li . Come se avrebbe fatto lui stesso il primo passo verso il castello. I capelli erano corti e neri , mentre le lunghe vesti color rame gli donavano un aspetto serio, che tradivano i suoi veri sentimenti .
"Quelli del primo anno, vengano tutti davanti a me, per favore!" gridò in modo da farsi sentire, mentre un già folto gruppo di ragazzini si era riunito di fronte ad esso. Andromeda prese per il braccio Molly, indaffarata a sistemarsi i cappelli guardandosi ad uno dei vetri lucidi dell' Espresso. Dopo aver riportato alla realtà l' amica, giunsero anche loro dall'uomo che pian piano, stava riunendo tutte le matricole.
Dopo dieci minuti esatti, l' uomo parlò agli studenti, richiamando l' ordine a sé.
"Benvenuti ad Hogwarts, cari ragazzi! Come ben saprete, prima di poter deliziare i vostri palati con le deliziose pietanze del nostro banchetto di inizio anno, verrete smistati nelle quattro Case dal Cappello Parlante. Mi raccomando di essere molto lucidi, durante questo esame perchè non tutto vi potrà essere certo in questo momento. E' pur logico, che in futuro capirete meglio, quindi non mi resta che augurarvi un buon e sereno anno scolastico!" disse soave l' uomo, mentre i suoi occhi facevano capolinea ad ogni faccino che gli si poneva
davanti. Quando stava per girarsi e fare strada verso il castello, mosse l' indice come per ricordare di essersi scordato una cosa di grande importanza. Si rivolse nuovamente ai ragazzi e con un sorriso si presentò. "Dimenticavo! Io sono il professor Lumacorno. Professore di Pozioni e Direttore dei Serpeverde, presso Hogwarts! Ma avremo modo di conoscerci, nei giorni a venire! Ora seguitemi" spiegò, mentre si voltava e faceva direzione verso un enorme lago. In lontananza, appriva il castello, illuminato e radioso di una magia quasi innaturale.
Mentre si trovavano su una delle barche, che avevano il compito di lasciare i ragazzi del primo anno al castello, Andromeda porse una domanda a Molly. " Secondo te, come sembra questo Lumacorno?" chiese, mentre i suoi occhi esploravano ogni minimo particolare del castello e cercava di imprimere nella mente ogni piccolo particolare.
Molly - anche lei, entusiasta della visione di Hogwarts - rispose quasi con semplicità, come se la risposta fosse stata molto ovvia. "A me sembra un tipo a posto. Dovremmo stare attente alla professoressa di Aritmanzia, invece. Mio fratello Fabian dice che è un' autentica vipera!"
Andromeda, volse lo sguardo intorno a sé. Ben presto, avrebbe fatto amicizia con alcuni dei ragazzi delle altre barche ed era quello, che per lei contava veramente.

****

Giunti in prossimità della Sala Grande, dove ogni giorno si svolgeva la maggior parte del tempo di ogni studente, il professor Lumacorno arrestò il passo e, di conseguenza, quello delle matricole. Li osservò e assunse un'aria un pò più austera e altezzosa.
"Bene, cari ragazzi! Ora voglio che vi disponiate in fila e mi raccomando: tenete la mente ben sgombra. Pensate a ciò che più si addice al vostro carattere" disse l'uomo. Dopo essersi sistemato per bene la veste di rame, diede un ultimo sguardo - anche se con la coda dell'occhio - alle matricole ed aprì il portone.
I ragazzi del primo anno, furono accolti tra urla di gioia e applausi a non finire dai ragazzi che già occupavano i quattro grandi tavoli della sala. In fondo, un banco orizzontale, con alcune poltrone che rappresentava il tavolo dei professori. Andromeda, nel percorrere il corridoio di ragazzi che applaudivano e sorridevano, cercò con lo sguardo la sorella maggiore. La trovò a sghignazzare con alcuni compagni di Casa, mentre indicava alcune matricole dall'aria timida e gentile. Scosse la testa e proseguì il proprio cammino, proprio come facevano gli altri.
Il professor Lumacorno, era giunto in prossimità di un comodo sgabello, dove ogni studente doveva sedersi e una volta fatto ciò, aspettare che il Cappello Parlante, smistasse nella Casa adatta ad ogni matricola.
"Ogni volta che chiamo il vostro nome, fatevi avanti e aspettate il vostro giudizio! Buona fortuna, miei cari!" augurò il professore, mentre con una mano teneva il Cappello Parlante e con l'altra una pergamena, dove vi erano scritti i nomi dei ragazzi del Primo anno.
Era già passato un bel quarto d'ora e i primi ragazzi erano stati assegnati. Poi il professor Lumacorno, chiamò Molly. La ragazza, per niente innervosita dal fatto di essere posta sotto il giudizio di quello strano oggetto magico, si portò sullo sgabello e attese in silenzio. "Grifondoro!!" esclamò poi il Cappello. Andromeda fu colta da una fitta: sapeva benissimo che Molly non sarebbe mai stata nelle fila dei Serpeverde e quindi in un certo senso sapeva già di dover separarsi dalla ragazza. Ma dovette ricredersi; prima di andare al tavolo della sua - ormai - Casa, Molly l'abbracciò e le sussurrò "Non dimenticare ciò che ti ho detto oggi pomeriggio!"
Poi filò subito al tavolo dei festanti Grifondoro, che le sorridevano e le stringevano le mani, per presentarsi. Subito dopo, il professore pronunciò "Andromeda Black!" e la giovane, si avvicinò allo sgabello, con passo sicuro per poi sedervisi.
Ricordò il consiglio del professore e liberò la mente, pensando cosa realmente pensasse lei di se stessa. Sentì il contatto con l'oggetto magico e questo, senza dubitare, esclamò il proprio giudizio.
"Ah.. un'altra Black! So cosa ti appartiene, anche se il tuo cuore ne dubita fortemente, lo so.. Serpeverde!!!"
Le urla dei ragazzi della Casa di Salazar, si levarono nella sala e accolsero con gioia la loro nuova matricola. Bella drizzò lo sguardo verso la sorella, con il suo solito fare orgoglioso e pieno di sé. Quando fu sicura che anche Andromeda la stesse vedendo, le schiacciò l'occhio per dimostrarle quanto era felice che anche lei appartenesse alla nobile Casa di Serpeverde.


Note dell'autore.
Scrivere questo chapter è stato abbastanza complicato, perchè ho dovuto fare qualche calcolo temporale e tracciarne una linea del tempo, per capirci qualcosa ma alla fine ci sono riuscito e non era tanto difficile come mi ostinavo a credere! ^^ Ho voluto introdurre un altro personaggio, che per me è essenziale: Horace Lumacorno. Gli ho voluto dare un' aria allegra e distratta, perchè l'ho sempre immaginato così da giovane.
Nel prossimo capitolo, troveremo Albus nel ruolo di professore e - forse - la "vipera" (come ha riferito Molly ad Andromeda) della prof. di Aritmanzia. Alla prossima! Ringrazio coloro che leggono e non recensiscono comunque ma sopratutto ringrazio:
Alohomora: ti ringrazio per il sostegno che mi dai in ogni chapter e spero vorrai scusarmi per il ritardo con cui aggiorno! xD Mi fa sempre piacere ricevere le tue recensioni! =)
Alla prossima!





  
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