Ebbrezza di un caldo bacio in punta di labbra, dolce tepore che si propaga in fondo alla laringe tormentata dall'inferno dei giorni.
Amore liquefatto, liquido amante.
Appena la mia mano afferra bramosa un piccolo calice, la mia anima diviene smarrita, errabonda e colma d'immaginazione, colma di apparente felicità mista ad ingenua euforia, vagamente infantile.
Le risate mi ricolmano lo stomaco, le atrocità si mutano in sereno appagamento, la dolcezza frizzantina solletica con insistenza le papille.
Nemico sotto le spoglie di un vecchio amico, forse un vecchio amante, sempre pronto ad offrire, mercenario, dolcezza e consolazione ai rigagnoli di lacrime.
Diviene poi strozzino, mi costringe a pagare il dazio, ruba la bellezza e si rende ladro dei candidi anni.
È illusoria pace, illusorio mormorio di ninna nanne.
E infine canticchio canzoni familiari e sconosciute, ubriaca di una falsa parvenza di gioia, effimera ed ilare letizia.