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Autore: Lyla Vicious    26/08/2018    1 recensioni
E se fosse lui l'ammiratore segreto misterioso? Nah, non era così stupida da illudersi che un tipo del genere fosse il classico principe azzurro.
Assomigliava piuttosto a una versione punk e ulteriormente disadattata di un personaggio dei film di James Dean che andavano per la maggiore ai tempi dei suoi genitori.
Un ribelle senza causa, dunque.
“Toglitelo dalla testa” la fece rinsavire Margareth:” Non è assolutamente il tipo per una relazione seria.”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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Un altro sorso d'aranciata si riversò nella gola di Mike.

Sì, oramai era lì dentro da poco più di sei mesi, per quanto gli sembrasse di non aver mai vissuto una vita precedente a quella.

Sveglia obbligatoria alle otto del mattino, rifacimento dei letti e colazione: oramai quella routine, soffocante e confortante al contempo, gli si era introdotta nell'organismo come una scarica di caffeina.

In un modo o nell'altro, non ne avrebbe più potuto fare a meno.

Il particolare che però più lo infastidiva era il fatto di non avere più la possibilità di indossare i suoi vestiti, solo un fottuto camice emotivamente e fisicamente soffocante.

Doveva fare i conti con quelle maledette imposizioni.

Ma era un punk dopotutto, perché diamine si era ammansito?

Il ragazzo trangugiò a forza una cucchiaiata del porridge insipido che doveva consumare ogni mattina mentre, con aria piuttosto annoiata e insieme nervosa, si osservava intorno.

Non stava accadendo nulla di particolarmente interessante, soliti inservienti, soliti sorveglianti e soliti compagni di disgrazia.

Giusto un paio di ragazze carine, ma nient'altro.

Il suo tavolo si trovava nel bel mezzo della stanza, in modo tale da garantirsi una visuale soddisfacente, per quanto non si confacesse alla sua naturale introversione.

Nel frattempo la coda di ragazzi continuava a proseguire, senza accennare un secondo ad esaurirsi com'era iniziata.

In quanto a quelle ragazze, magari avrebbe trovato il modo di agganciarle e di scoparsele in uno dei tanti ripostigli di quel luogo, perché no in fondo?

Era abbastanza probabile che sarebbe riuscito a convincerle, in fondo non falliva quasi mai.

Era così concentrato ad immaginare una strategia di rimorchio da attuare con quelle due, da non accorgersi quasi di ciò che gli si presentò a pochi passi.

In un primo momento notò il vassoio con il medesimo porridge con un succo d'arancia incluso, dopodiché la sua attenzione si spostò verso la camicia da notte che indossava, lunga fin quasi a coprire le gambe.

Quanto bastava perché lui non riuscisse a vedere i tagli che le coprivano, e che lei tentava di non far scoprire.

Quella ragazza quasi lo sfiorò, tant'è che lui le intimò:”Ehi! Attenta a dove...”.

Le parole gli morirono in gola nell'istante in cui si accorse di chi era.

Era la ragazza vista su quell'autobus diverso tempo prima, quella che gli aveva rotto il Walkman.

Involontariamente, certo, ma ciò non toglieva che si trattava di un aggeggio non più funzionante.

Ricordava in maniera vivida di essere scappato imprecando, senza neppure aver raccolto i pezzi.

La vicenda si era conclusa con lui che aveva sostituito il dispositivo circa una settimana dopo.

Credeva di essersi lasciato tutto alle spalle.

Eppure era lì, con i suoi capelli biondi e l'aria timida e innocente.

Quest'ultima arrossì visibilmente mormorando delle scuse al limite dell'imbarazzo e scappando via come di fronte a un pitbull, il che lo lasciò abbastanza attonito e interdetto.

Il suo flusso di coscienza seguito a quell'insolita scena fu fortunatamente interrotto dall'inserviente di turno che annunciò la fine dell'orario della colazione.

A quel punto Mike prese il suo vassoio, ancora pressoché colmo, e si alzò diretto verso il cestino della sala.

Lanciò un'occhiata furtiva verso quella ragazza bionda, certo che era carina.

“No Mike, non fare l'idiota.” Si disse.

Al momento il suo obbiettivo erano le due tizie di poco prima, chiaramente due ninfomani, dallo sguardo penetrante che entrambe gli avevano rivolto.

Era certo che non si sarebbero tirate indietro.

Il ragazzo percepì quindi una mano stringere la sua, una presa sicura e determinata.

Si voltò.

Una di quelle due ragazze gli si materializzò accanto.

Gli occhi scuri come fondi di caffè e il modo insistente con cui si mordicchiava le labbra comunicavano solo un'intenzione.

“Vuoi una cosa veloce nel ripostiglio?” gli domandò con malizia.

Come avrebbe potuto anche solo rifiutarsi?

 

  
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