Il
suono del campanello della porta copre perfettamente il bisbiglio che
emetto senza volere, appena il cotone con il disinfettante tocca la mia
pelle. Sono appena rincasato e c'è qualcuno che mi disturba,
come al solito. Questa volta se hanno bisogno dovranno aspettare fino a
Lunedì perché non sono in vena di parlare.
Spero che non sia chi penso io. Mi chiedo
perché una vicina debba prendere il posto di mia madre, ora
che pensavo di essermi liberato della mia famiglia. Non si
può limitare a pulirmi casa quella volta alla settimana per
cui la pago? La gente deve sempre complicarsi la vita per apparire
più buoni. A volte è meglio se stessero per i
fatti loro. Anzi, sempre.
Nuovamente
la persona che sta al di fuori della porta mi avverte della sua
presenza, questa volta in modo più insistente.
Può essere un corriere? Non ricordo di
star aspettando qualcosa, inoltre a quest'ora è tardi per le
consegne.
Mi
fascio entrambi i palmi delle mani approssimativamente e poggio il
piccolo sacchetto con gli ultimi quattro cubetti di ghiaccio che ho
sopra il sopracciglio sinistro.
Facendo meno rumori possibile esco dal bagno e mi vado a sedere per
terra in soggiorno, poggiando la schiena contro il muro. Terminato il
dolore che ho provato nel compiere quel gesto tiro un lieve sospiro di
sollievo.
Cerco di riposarmi un attimo tuttavia il pensiero che tra poco mi sarei
dovuto alzare per cenare mi fa venire il voltastomaco. Passare
nuovamente la serata a fissare il vuoto o lo schermo di un computer
produce lo stesso effetto appena mi balena l'idea subito dopo la
precedente.
In conclusione non mi entusiasma nessuna delle due possibili ipotesi e
l'aumentare della frequenza del trillo fastidioso del campanello va a
braccetto con il mio nervosismo che aumenta vertiginosamente.
Non riesco più a formulare un singolo pensiero, nemmeno
quello più banale perché, come una finestra pop
up, spunta un piccolo sogno che ho. Il desiderio di trovare la voglia
di aprire la porta e urlare a chiunque ci sia dietro di essa di
andarsene. Anche se non fosse la mia vicina so che non è
niente di importante, nel caso mi alzassi sarebbe solo uno spreco di
tempo e di energia.
Ti prego vai via e fammi cullare dalla mia stanchezza verso un sonno profondo e rigenerante che non provo da giorni. Vai fuori dalle scatole, la casa è vuota.
La
mia piccola preghiera stranamente sembra che sia stata accolta, i
continui richiami cessano ma i miei occhi puntano repentinamente verso
lo spiraglio che si trova tra la porta e il pavimento. È
triste scoprire che nonostante abbia smesso di giocare con il mio
campanello sia ancora lì, imperterrito.
Passa un quarto d'ora e, dopo aver sentito nuovamente il campanello
suonare, mi fiondo verso la porta pieno d'ira.
Durante il tragitto mi viene in mente che questa volta il suono
è nettamente diverso dai precedenti. Rispetto a quelli
fastidiosi e decisi dell'inizio questo mi è sembrato lieve e
indeciso, per non parlare della durata, nettamente più breve.
Due persone diverse.
«
Vi date il cambio per caso? » Domando con un tono
involontariamente acido.
Davanti a me non c'è nessuno, vedo solo il cielo che possiede delle strane sfumature rosa per via dell'imminente tramonto. Nel momento in cui abbasso lo sguardo vedo un'enorme valigia rigida di colore grigio, situata sulla sinistra dell'uscio di casa. Mentre analizzo la situazione noto un altro dettaglio, la cui sua aggiunta nello scenario non migliora la mia ricostruzione di cosa stesse succedendo, anzi, mi accende altre domande. L'unica cosa che so è che ci sono state realmente due persone, e una di loro è davanti a me ora.
Sciarpa lilla?
Solitamente
il mio cervello cancella tutto quello che non è importante
ma ricordo di aver visto quella sciarpa e, riconoscendo anche la
valigia dopo aver letto l'etichetta che possiede so chi è
l'artefice di tutto questo.
In quel momento ho due opzioni: chiudere la porta e fare finta di
niente oppure stare al suo gioco e capire che cosa vuole dirmi con
tutto questo.
Con la coda dell'occhio inoltre vedo che Amanda mi sta spiando, di conseguenza anche se chiudessi la porta si precipiterebbe qui per farla entrare.
«
Desirée, giusto? » Domando grattandomi la gamba
destra.