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Autore: FireFenix    27/08/2018    1 recensioni
Dopo la vittoria contro l’Oscuro Signore, Harry perde la vita e si ritrova a fare una scelta, morire o reincarnarsi?
Nel momento in cui apre gli occhi si ritrova nel corpo del sé stesso di un altro mondo e a dover fare i conti con una realtà estremamente diversa e intricata rispetto alla propria. A questo si aggiunge la presenza di tre figure estremamente astute a cui deve tenere nascosta la verità sul suo conto. Riuscirà Harry a vincere di nuovo contro il Lord Oscuro e a tenere per sé i propri segreti?
Confesso che questa è la prima storia che scrivo, perciò ogni critica costruttiva è ben accetta.
Genere: Erotico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Ordine della Fenice, Tom Riddle/Voldermort, Voldemort | Coppie: Harry/Voldemort, James/Lily, Remus/Sirius
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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Nel momento in cui Harry aprì gli occhi si ritrovò in un luogo non meglio definito, aveva la sensazione che il suo intero corpo stesse galleggiando nel vuoto più assoluto, non riusciva a percepire nulla, nemmeno uno dei suoi sensi riusciva aiutarlo. Non vi erano né un suono, né una superficie, né un odore e nemmeno una misera luce che gli permettesse di vedere dove fosse finito. Il buio più assoluto lo circondava, tutta quella situazione gli stava mettendo a dosso un senso di panico mai provato prima, gli pareva quasi di essere stato sepolto vivo.
Proprio mentre si apprestava a urlare per vedere se ci fossero altre persone oltre a lui, dal nulla, apparve un piccolo globo di luce. Grazie a quello Harry poté effettivamente notare come le sue supposizioni fossero fondate, stava, infatti, galleggiando nel vuoto più assoluto. Tutto ciò che poteva vedere era quel globo, che pareva esser composto da una sostanza argentea, molto simile a quella dei ricordi depositati in un pensatoio, così si decise ad arrischiarsi a toccarlo.
Come lo ebbe appena sfiorato esso si animò, trasformandosi in una piccola nuvola argentea che compose due frasi una sotto all’altra.
 
31 luglio 1980
Godric’s Hollow, casa Potter.
 
Appena ebbe finito di leggere la sostanza lo avvolse e il giovane salvatore si ritrovò risucchiato in quello che pareva essere in tutto e per tutto un ricordo.
 
James Potter non riusciva a contenere il nervoso, sua moglie stava per mettere al mondo i suoi due eredi e ad assisterla c’era solo Molly Weasley che sostituiva una Madama Chips momentaneamente troppo impegnata. Le urla di Lily Evans risuonavano per tutta la casa mentre lei se ne stava sdraiata sul letto della camera padronale cercando di resistere al dolore di un parto gemellare. James non aveva dubbi che per una normale strega mettere al mondo un figlio fosse estremamente facile, bastavano poche pozioni per permettere alla donna di non sentire il dolore e di far nascere il piccolo con semplicità e, in caso di complicazioni, il marito era sempre pronto con la bacchetta per salvare la situazione. Ma quello della sua amata Lily non era un parto normale, due o più gemelli erano estremamente difficili da gestire e partorire in casa era non solo rischioso ma anche stupido e Molly Weasley non era certo una medimaga; senza contare che, nonostante avesse messo al mondo sei figli, anche lei era corsa in ospedale quando aveva dovuto far nascere i due gemelli.
James si rimproverava di essere finito in quella situazione, già da tempo lui e sua moglie avevano deciso di contravvenire agli ordini di Silente sul non presentarsi per nessuna ragione in ospedale, ma non appena a Lily si erano rotte le acque non avevano fatto tempo a prendere l’occorrente e la passaporta che dal camino del soggiorno erano usciti Silente e Molly che avevano iniziato a dettare legge in casa sua.
Ormai erano passate un paio di infernali ore, nelle quali Lily aveva sofferto le pene dell’inferno e James era sempre più nervoso, i due pargoli avevano deciso di nascere con due mesi d’anticipo, per questo all’ennesima frase acida della Weasley che rimproverava la partoriente di essere troppo esagerata l’uomo aveva deciso di agire per il bene della sua famiglia.
In quel momento la forte e tenace Lily Evans aveva voglia di piangere, tutto avrebbe immaginato nella sua vita tranne di portare avanti una gravidanza così difficile supportata da una totale incompetente. Aveva cercato in tutti i modi di sopprimere le urla, guardando ad esempio il soffitto della camera, di un dolce bianco immacolato, o mordendosi le labbra, ma a nulla erano valsi i suoi sforzi. Inoltre, ciò che le rendeva il parto un vero inferno era l’idea, forse nata per colpa degli ormoni, che Silente volesse punire lei e James per aver deciso di disubbidirgli e per quella ragione Madama Chips non sarebbe mai arrivata.
Quando un'altra ondata di dolore le fece scaturire dalle labbra un grido più forte degli altri a mala pena colse un tonfo accanto a lei, appena le sue condizioni fisiche le permisero di prestare attenzione a ciò che stava accadendo di fianco a lei a stento si trattenne dallo scoppiare a ridere.
James, il suo amato James, aveva schiantato Molly Weasley e stava velocemente preparando un’altra borsa con l’occorrente per l’ospedale, la prima era stata sequestrata da Albus appena era stata vista nelle mani del marito insieme alla passaporta, nel ripensarci come un lampo di consapevolezza le folgorò la mente.
«James» sussurrò con voce fievole «la passaporta, senza noi non…» ma il marito non le permise nemmeno di finire di parlare che la baciò a fior di labbra.
«Credevi che avessi solo un asso nella mia manica?» e mentre parlava da una sedia sollevò dell’aria, no anzi a prestarci maggiore attenzione sembrava il mantello di James appallottolato, ma era strano poiché il marito teneva quel mantello con una cura e una precisione quasi maniacale. Poi lo vide, un piccolo pupazzetto a forma di coniglio comprato per i bambini, che il marito stringeva tra le mani.
«Me ne sono fatto fare una in più» e Lily Evans nel vedere lo sguardo malandrino sul volto del marito sentì di amarlo ancora di più.
Infine James prese la signora Weasley e la legò alla sedia con un incantesimo, poi, qualche istante prima di lanciarle una fattura per svegliarla, le mise al collo un medaglione preso dal comodino. E Lily lo riconobbe, il medaglione “Ripeti all’Infinto” dei tempi di Hogwarts, invenzione made in Marauders che costringeva la vittima che lo indossava a ripetere con la stessa voce e intonazione ciò che il monile aveva registrato, ovvero, in quel caso, le urla della neo-madre.
Infine, messa a tracolla la borsa con tutto l’occorrente, l’uomo prese in braccio la moglie come se non pesasse più di una piuma e attivò la passaporta nel bel mezzo delle urla della sostituta.
Lo stratagemma ingannò Silente abbastanza da permettere a James di arrivare in ospedale e correre al servizio informazioni.
«Mia moglie deve partorire! Ha due gemelli che sono prematuri di due mesi» disse l’uomo allucinato.
«Prima che io possa procedere signore deve compilare dei moduli» e così dicendo l’addetta mostrò al mago un plico di una decina di fogli.
«Lei non capisce no…» con il tempo che stringeva e Silente che sarebbe potuto sbucare fuori a momenti l’uomo aveva iniziato a sbraitare contro la povera ragazza.
«Noi abbiamo già richiesto i moduli che sono quasi completi, mancano giusto giusto due firme, anzi ora che Remus ha fatto firmare Lily manca solo la tua Ramoso» e come una manna dal cielo Sirius Black, alias Felpato, alias il migliore amico di James Potter, fermò la crisi di nervi del neo-papà allungando un plico parzialmente completo.
E con un grazie carico di gratitudine James si mise a firmare il resto dei fogli, così nel giro di cinque minuti massimi Lily Evans si era trovata in una confortevole stanza dai toni azzurrognoli, adagiata su di un letto comodo e con quattro medimaghe capaci che, anche aiutate delle giuste pozioni e conoscenze, le limitarono di molto il dolore.
E mentre la donna partoriva in sicurezza James, Sirius e Remus sedevano in attesa di essere chiamati dentro.
«Non credo che vi ringrazierò mai abbastanza, non so come abbiate fatto a sapere come, cosa, dove e quando, ma so che senza di voi saremmo rimasti lì per anni» disse James agli amici di sempre.
«Oh, non preoccuparti Ramoso siamo stati lì tre ore per cercare di capirci qualcosa, nemmeno le lezioni della McGranitt erano così difficili! Alla fine mancavano solo le vostre firme» rispose Sirius tranquillamente.
«Oggi Felpato ha provato a mettersi in contatto con te dallo specchio e ha capito che stava succedendo, quindi ha consigliato di venire qui ad aprirti la strada convinto che avresti trovato una maniera per arrivare ed io mi sono occupato di compilare i moduli» rispose orgoglioso il Licantropo.
«Io non sarei così fiero di me Remus, non avete fatto nulla di giusto ma avete solo complicato la vita di tutti» prima che James potesse rispondere agli amici Silente aveva fatto il suo solenne ingresso, spezzando la tranquillità appena raggiunta.
«Non hai alcun diritto di rimproverarci Silente, se avessi voluto che James e Lily rimanessero a casa avresti dovuto dar loro i mezzi per mettere al mondo i loro figli in sicurezza» ovviamente Sirius non avrebbe permesso al vecchio di rovinare un tale giorno a James.
«Molly aveva tutta l’esperienza necessaria per…» ed ecco che l’uomo partiva con le sue filippiche.
«Non ha una specializzazione né un diploma e quello di Lily non è un parto normale, ora credo che James sia atteso in sala parto» e con quelle parole Remus mise fine alla discussione proprio mentre un’infermiera veniva a chiamarli.
Così James prese i suoi migliori amici ed entrò nella stanza in tempo per vedere i suoi figli nascere.
Poche ore dopo Lily stringeva i suoi amati pargoli tra le braccia, le medimaghe erano riuscite a guarire in fretta i piccoli e a permettere loro di recuperare i mesi perduti e così li avevano dati in braccio alla donna per la prima volta. In quel momento, mentre la neomamma osservava i suoi amati figli non poté impedirsi di farsi prendere dallo sconforto più totale. Ma come darle torto in fondo? Solo poche settimane prima lei, James, Frank e Alice erano stati convocati nell’ufficio del Preside per essere messi al corrente che il figlio che una delle due coppie avrebbe messo al mondo sarebbe stato il Prescelto, l’unico in grado di sconfiggere l’Oscuro. Sinceramente, nonostante Lily volesse un bene dell’anima a Frank e Alice, in cuor suo sperava che anche l’amica fosse destinata a dare alla luce il suo bambino prima del tempo, in fin dei conti erano madri e padri e ogni coppia sperava che la disgrazia ricadesse sull’altra, in fin dei conti in guerra valeva il detto Mars Tua Vita Mea.
«Bene» la voce squillante di Sirius la riscosse dai suoi pensieri «ora dopo aver passato tre ore a cercare di decifrare ciò che era scritto in quei dannati documenti, dopo aver contrariato Silente, che quello non fa mai male, essere chiamato a fare da padrino senza essere stato avvisato prima e soprattutto dopo essere rimasto traumatizzato a vita in seguito all’esperienza di veder nascere due gemelli, potremmo sapere i nomi?» e con quel monologo detto con quel suo tono irriverente il giovane riuscì a scatenare le risate generali e a scacciare, seppur per poco, lo spettro di Voldemort.
«Harry James Potter e Henry Reius Potter salutate i vostri padrini» pronunciò con son solennità il padre.
 
Finito quel ricordo e tornato nel vuoto da cui era stato risucchiato, Harry stentava a crede a ciò che aveva appena vissuto. Quelle visioni non erano state diverse da quelle in cui, entrato nella testa di Voldemort, poteva percepire il mondo attraverso lui; lo stesso era capitato con quei due James e Lily. Inoltre non riusciva a decifrare quelle immagini, i suoi genitori che erano apertamente ostili a Silente e a Molly e poi quel suo gemello mai esistito…
Purtroppo non ebbe tempo di venir a patto con le sue elucubrazioni che comparvero ancora una volta una data e un luogo.
 
31 ottobre 1981
Godric’s Hollow, casa Potter
 
Subito dopo la sostanza lo avvolse e lo trascinò nel bel mezzo di una nuova visione.
 
Dal caotico parto che i coniugi Potter avevano sostenuto era passato un anno e poco più. Lily stentava a credere che fossero riusciti a sopravvivere a trecentosessantacinque notti insonni, malattie, pappine, pannolini, scherzi ed esaurimenti. Quella che ormai Lily considerava la famiglia Potter-Lupin-Black era più unita e se non serena, considerando che la guerra era ancora in corso, per lo meno energica e vitale che mai.
Già da tempo Felpato e Lunastorta si erano trasferiti nella camera per gli ospiti di casa Potter, anche se Lily non avrebbe saputo dire quando o come fosse successo; i due padrini avevano iniziato col passare la notte nello scomodo divano per essere pronti ad accudire i due figliocci e dare ai neogenitori un po’ di respiro, poi una sera James si era unito ai due vecchi amici per bivaccare sullo scomodo divano come ai vecchi tempi e Lily aveva preparato loro il letto nella camera per gli ospiti, infine indumento dopo indumento i due padrini si erano trasferiti definitivamente in casa Potter.
Non che ai due coniugi dispiacesse, anzi l’unica nota stonata era l’assenza di Peter sempre meno presente e sempre più freddo, più e più volte il quartetto aveva cercato di convincerlo ad andare a vivere con loro ma non c’era stato verso e alla fine si erano arresi decidendo di dargli spazio.
Mentre gli anni più bui della storia magica inglese imperversavano, mentre James, Sirius, Remus e Lily convivevano con l’onere di portare avanti una guerra ad una così giovane età non mancavano mai gli attimi in cui ringraziare Merlino per la vita concessa ad ognuno di loro. I momenti di gioia erano imprevedibili, potevano verificarsi in un solo attimo, dal nulla piccoli attimi di calda luce rischiaravano le tenebre di Voldemort e portavano il sorriso sui volti della famiglia. Bastava che ogni componente della famiglia vedesse i due bambini e riusciva ad accantonare le preoccupazioni, poi a vivere con i Malandrini non ci poteva di certo aspettare che la vita familiare trascorresse nella depressione.
Lily di certo non poteva dimenticare quando era caduto il giocattolo dalla culla di Henry e il piccolo lo aveva fatto levitare fino alla sua culla e ancora rideva nel ripensare a quando James aveva insinuato che i suoi due amici sembrassero una vecchia coppia sposata e per ripicca l’uomo si era trovato con i capelli e delle orecchie da asino rosa fosforescente.
Comunque, quella sera i due coniugi erano tranquilli, i bambini erano stati messi a letto quasi due ore prima e Sirius e Remus non erano in prima linea, perciò si stavano godendo la serata in serenità nonostante le varie preoccupazioni.
E così la mezzanotte sorprese i due giovani teneramente addormentati sul divano, la televisione che ancora mandava flebili suoni e i piccoli ancora nel mondo dei sogni.
Ma nel momento in cui le barriere che proteggevano la casa caddero rivelando la presenza dell’Oscuro, i due giovani si tirarono su dallo scomodo giaciglio ancora intorpiditi dal sonno e nel momento in cui James diresse lo sguardo fuori dalla finestra del soggiorno vide due occhi orribilmente rossi lampeggiare.
«Lily corri è lui, è qui, prendi i bambini e scappa!» mentre pronunciava queste parole la porta dell’ingresso saltava e James si lanciava verso il nemico armato, verso la morte che grondava sangue e fuoco dagli occhi, verso la bacchetta puntata al suo petto, per la sua famiglia, per Lily che sentiva correre su per le scale, per i piccoli Harry ed Henry che piangevano a dirotto e per Sirius e Remus che dovevano trovare almeno loro tre vivi, almeno loro.
«Avada kedav…» James era impazzito, completamente, perché solo un folle si sarebbe lanciato verso il mago più forte degli ultimi cinquant’anni armato della propria volontà e disperazione, i pugni serrati e gli occhi spiritati, solo un pazzo avrebbe colpito sulla mascella Lord Voldemort, ma forse fu proprio quello a salvarlo, perché Voldemort ripresosi ma stordito prese male la mira e il suo anatema mancò il giovane padre per pochi millimetri. James, buttatosi di lato per evitare la maledizione, sbatté la testa sullo spigolo di un gradino, così tutto ciò che l’uomo riuscì a vedere prima di crollare a terra svenuto furono due bacchette appoggiate sul tavolino.
Lily si accorse con orrore di non aver vie di fuga nel momento in cui, con i suoi figli in braccio e il dolore di aver lasciato indietro suo marito che le bruciava il cuore, si accorse che la passaporta d’emergenza era fuori uso e lei non aveva con sé nemmeno la sua bacchetta.
Così disperata e spaventata la donna ripose i propri figli nella culla e, dopo averli baciati entrambi, si frappose fra la culla e la morte.
Non dovette aspettare poi molto mentre cercava di posizionare un comò in modo che bloccasse la porta, ben misera difesa se ne rendeva pienamente conto, la porta saltò in aria e la donna fu sbalzata via dall’onda d’urto andando a sbattere contro la parete opposta e perdendo i sensi.
Appena il Lord varcò la porta si diresse verso la culla ignorando il corpo esanime della donna e alzata la bacchetta scagliò la maledizione. Ma dal nulla l’anatema mortale si rivolse contro un orripilato Signore Oscuro che vide il suo spirito venire diviso dal proprio corpo.
Quando Sirius e Remus tornarono dalla missione di ricognizione trovarono una scena a dir poco macabra ad attenderli, il piano superiore di quella che per un anno era stata la loro casa era completamente saltato in aria e l’inquietante Marchio Nero che incombeva dall’alto della casa sventrata come un messaggero di morte.
Appena entrarono la prima cosa che ebbero modo di notare fu il corpo esanime di James riverso in una pozza di sangue.
«JAMES!» Sirius fu il primo a precipitarsi su di lui e con sollievo fu il primo a vedere che era ancora vivo «Remus è ancora vivo! Richiama l’ordine e vai a vedere se Lily e i bambini sono riusciti a fuggire»
Remus si era trovato a doversi arrampicare faticosamente su quelle scale e una volta dentro la prima cosa che vide furono i piccoli Henry ed Harry che lo guardavano stretti uno accanto all’altro e con gli occhi resi liquidi ed enormi dalle lacrime versate, i cui ultimi residui erano ancora visibili, poi il corpo di Lily.
Le corse incontro e si calmò immediatamente non appena vide che era solo svenuta.
«Sirius sono qui, sono tutti vivi» urlò all’uomo mentre sentiva che i primi membri dell’Ordine stavano già arrivando.
   
 
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